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Visualizza Versione Completa : Cinque ultrà arrestati per estorsione al Napoli



Metapapero
10-10-07, 09:02
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/sport/calcio/serie_a/estorsione-arresti/estorsione-arresti/estorsione-arresti.html

NAPOLI - Cinque ultrà della squadra di calcio del Napoli sono stati arrestati dalla Digos della Questura partenopea per estorsione ai danni della società che gestisce la formazione azzurra. Tra gli arrestati, il capo ultrà della curva B Vincenzo Busiello, accusato, oltre che di estorsione, anche di associazione per delinquere.

Secondo quanto trapelato da fonti investigative, tra gli ultras della curva B e alcuni settori dei distinti ci sarebbe stato un accordo per creare disordini durante la partita Napoli-Frosinone, nel corso della quale furono lanciate una decina di bombe carta. (10 ottobre 2007)

FINALMENTE

Metapapero
10-10-07, 10:16
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/sport/calcio/serie_a/estorsione-arresti/estorsione-arresti/estorsione-arresti.html

NAPOLI - Alla tifoseria più violenta d'Italia, quella del Napoli, sono stati arrestati cinque capi. Violenti ed estorsori. Questa mattina all'alba la Digos di Napoli, su mandato del sostituto procuratore Antonio Ardituro, è entrata nelle case del centro storico di tre caporioni degli Ultras '72, la tifoseria organizzata più vecchia del SanPaolo, quella che occupa la parte centrale della Curva B, e di due capi dei Blue Tiger, gruppo dei Distinti.

Le accuse - intrecciate - sono di estorsione ai danni della società e di associazione a delinquere per reati contro le persone: incendi, danneggiamenti, resistenza a pubblico ufficiale. Il filo unificante di questa inchiesta, e unificante nei rapporti tra gli Ultras '72 e i Blue Tiger, sono la continua, vessante richiesta di biglietti omaggio alla società. Cento biglietti per ogni gruppo (e i gruppi toccati dall'inchiesta, a prescindere dagli arresti, sono almeno cinque) più altri tagliandi da avviare nell'amplissimo mercato del bagarinaggio e la possibilità di gestire fette del merchandising, ufficiale e in nero, del Napoli calcio.

E' una lunga storia estorsiva quella di Francesco "Bon Bon" Ruggiero, capo quarantenne e decisamente robusto dei Blue Tiger, di Vincenzo Busiello, capo della curva B e dei loro soci d'affari. Una storia messa sotto controllo dalla Digos per tutta la scorsa stagione. Il primo atto pesante si consumò nel febbraio 2005, quando due persone incendiarono di notte la tribuna stampa dello stadio San Paolo per far sapere ai giornalisti sportivi locali che, in un periodo di grande tensione dovuto al fallimento e alla retrocessione coatta in C del Napoli, non avrebbero dovuto occuparsi di ultras e biglietti gratuiti.

Il passo successivo dell'associazione da stadio è stato il "sequestro" di alcune televisioni locali, dalle quali far partire avvertimenti alla società, società che sul fronte delle agevolazioni ai gruppi violenti a lungo ha mantenuto un atteggiamento ambiguo. Quindi, è iniziato uno stillicidio di minacce, telefonate pesanti, incontri-scontri durante le feste dei Napoli club. Fino ad arrivare alla pioggia di bombe carta - partita dai Distinti - organizzata nel corso di Napoli-Frosinone del dicembre 2006, atto che portò alle "porte chiuse" per le gare interne della squadra di Reja e fece riaprire i rubinetti degli omaggi.

La procura ha poi ricostruito che i faccendieri dei Blue Tiger per organizzare la "pioggia con il Frosinone" (così viene definita in alcune telefonate intercettate) si erano serviti degli scafati Ultras '72, che in quella pomeridiana di serie B avevano scavalcato le recinzioni di curva, raggiunto i colleghi nei Distinti e organizzato con precisione geometrica la santabarbara pirotecnica.

Dallo scorso febbraio, dopo i fatti luttuosi di Catania e dopo aver scoperto che uno degli estorsori era stato arrestato per traffico di stupefacenti, la società Napoli ha smesso di elargire biglietti: il decreto Amato, pena severe sanzioni, aveva introdotto il tagliando nominale, utilizzabile solo dall'acquirente. Questo nuovo scudo protettivo utilizzato dal club ha fatto sì che il livello delle minacce degli ultras si alzasse ulteriormente. I primi avvertimenti sono stati fatti recapitare anche al presidente De Laurentiis e lo scorso agosto al direttore generale Pierpaolo Marino arrivò questa telefonata: "Ridacci i biglietti o storpiamo te e i tuoi figli". Le motivazioni di tanto accanimento le si possono capire ascoltando le conversazioni intercettate: "A Bon Bon, noi viviamo sui biglietti, noi viviamo di Napoli calcio", ricorda un ultrà al suo capo.

In questa stagione si è consumato l'ultimo atto: la bottiglietta lanciata durante Napoli-Livorno, sempre dal settore Distinti, che ha sfiorato un guardalinee. Squalifica del campo per un turno. La procura la scorsa settimana ha chiesto gli arresti, la Digos oggi all'alba è andata in centro storico a prelevare i cinque capi.


ADESSO SAPPIAMO CHI RINGRAZIARE

JollyRoger239
11-10-07, 18:49
Gran cosa ... mi complimento con la Digos e i magistrati napoletani .... finalmente si comincia a dare una bella ripulita al tifo organizzato .... ho visto il lungo servizio su una rete locale che tratta integralmente la conferenza stampa del giudice napoletano che li ha mandati in galera ... emergono situazioni da vera e propria criminalita' organizzata (se ho un minimo di tempo magari metto tutto su youtube ... cosi' saranno sputtanati vita natural durante!) .... sono disgustato ...adesso si' che mi spiego non solo gli incidenti ad orologeria degli ultimi anni ... ma anche certe trasmissioni televisive che di punto in bianco un giorno erano troppo ammiccanti e un altro troppo avverse alla societa'! SI FACCIA PIAZZA PULITA!!! I Napoletani meritano un tifo sano e spalti derattizzati! :-01#53
Hola!

RibelleDiVandea
11-10-07, 22:30
comportamento encomiabile, ma attenti che gli IP dei pc vostri sono rintracciabilissimi

Metapapero
11-10-07, 22:43
comportamento encomiabile, ma attenti che gli IP dei pc vostri sono rintracciabilissimi

?

Indemoniata
11-10-07, 23:10
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/sport/calcio/serie_a/estorsione-arresti/estorsione-arresti/estorsione-arresti.html

NAPOLI - Alla tifoseria più violenta d'Italia, quella del Napoli, sono stati arrestati cinque capi. Violenti ed estorsori. Questa mattina all'alba la Digos di Napoli, su mandato del sostituto procuratore Antonio Ardituro, è entrata nelle case del centro storico di tre caporioni degli Ultras '72, la tifoseria organizzata più vecchia del SanPaolo, quella che occupa la parte centrale della Curva B, e di due capi dei Blue Tiger, gruppo dei Distinti.

Le accuse - intrecciate - sono di estorsione ai danni della società e di associazione a delinquere per reati contro le persone: incendi, danneggiamenti, resistenza a pubblico ufficiale. Il filo unificante di questa inchiesta, e unificante nei rapporti tra gli Ultras '72 e i Blue Tiger, sono la continua, vessante richiesta di biglietti omaggio alla società. Cento biglietti per ogni gruppo (e i gruppi toccati dall'inchiesta, a prescindere dagli arresti, sono almeno cinque) più altri tagliandi da avviare nell'amplissimo mercato del bagarinaggio e la possibilità di gestire fette del merchandising, ufficiale e in nero, del Napoli calcio.

E' una lunga storia estorsiva quella di Francesco "Bon Bon" Ruggiero, capo quarantenne e decisamente robusto dei Blue Tiger, di Vincenzo Busiello, capo della curva B e dei loro soci d'affari. Una storia messa sotto controllo dalla Digos per tutta la scorsa stagione. Il primo atto pesante si consumò nel febbraio 2005, quando due persone incendiarono di notte la tribuna stampa dello stadio San Paolo per far sapere ai giornalisti sportivi locali che, in un periodo di grande tensione dovuto al fallimento e alla retrocessione coatta in C del Napoli, non avrebbero dovuto occuparsi di ultras e biglietti gratuiti.

Il passo successivo dell'associazione da stadio è stato il "sequestro" di alcune televisioni locali, dalle quali far partire avvertimenti alla società, società che sul fronte delle agevolazioni ai gruppi violenti a lungo ha mantenuto un atteggiamento ambiguo. Quindi, è iniziato uno stillicidio di minacce, telefonate pesanti, incontri-scontri durante le feste dei Napoli club. Fino ad arrivare alla pioggia di bombe carta - partita dai Distinti - organizzata nel corso di Napoli-Frosinone del dicembre 2006, atto che portò alle "porte chiuse" per le gare interne della squadra di Reja e fece riaprire i rubinetti degli omaggi.

La procura ha poi ricostruito che i faccendieri dei Blue Tiger per organizzare la "pioggia con il Frosinone" (così viene definita in alcune telefonate intercettate) si erano serviti degli scafati Ultras '72, che in quella pomeridiana di serie B avevano scavalcato le recinzioni di curva, raggiunto i colleghi nei Distinti e organizzato con precisione geometrica la santabarbara pirotecnica.

Dallo scorso febbraio, dopo i fatti luttuosi di Catania e dopo aver scoperto che uno degli estorsori era stato arrestato per traffico di stupefacenti, la società Napoli ha smesso di elargire biglietti: il decreto Amato, pena severe sanzioni, aveva introdotto il tagliando nominale, utilizzabile solo dall'acquirente. Questo nuovo scudo protettivo utilizzato dal club ha fatto sì che il livello delle minacce degli ultras si alzasse ulteriormente. I primi avvertimenti sono stati fatti recapitare anche al presidente De Laurentiis e lo scorso agosto al direttore generale Pierpaolo Marino arrivò questa telefonata: "Ridacci i biglietti o storpiamo te e i tuoi figli". Le motivazioni di tanto accanimento le si possono capire ascoltando le conversazioni intercettate: "A Bon Bon, noi viviamo sui biglietti, noi viviamo di Napoli calcio", ricorda un ultrà al suo capo.

In questa stagione si è consumato l'ultimo atto: la bottiglietta lanciata durante Napoli-Livorno, sempre dal settore Distinti, che ha sfiorato un guardalinee. Squalifica del campo per un turno. La procura la scorsa settimana ha chiesto gli arresti, la Digos oggi all'alba è andata in centro storico a prelevare i cinque capi.




ma scusate, da quando i tifosi napoletani sono i piu' pericolosi d'italia?
e chi l'ha deciso e su quali basi?
sono distratta io o cosa?

che rottura di palle scoprire che deteniamo tutti i primati negativi di questa terra.
quasi quasi mi convinco anch'io.

Corso
12-10-07, 00:11
ma scusate, da quando i tifosi napoletani sono i piu' pericolosi d'italia?
e chi l'ha deciso e su quali basi?
sono distratta io o cosa?

che rottura di palle scoprire che deteniamo tutti i primati negativi di questa terra.
quasi quasi mi convinco anch'io.


gli ultrà napoletani sono tra i più duri d'Italia, gente con i controcazzi.
chiunque abbia vissuto anche di striscio il mondo ultrà non potrà che confermartelo.

e bada bene che per me questo NON è titolo di demerito, nonostante la rivalità che ci divide.

Indemoniata
12-10-07, 00:20
gli ultrà napoletani sono tra i più duri d'Italia, gente con i controcazzi.
chiunque abbia vissuto anche di striscio il mondo ultrà non potrà che confermartelo.

e bada bene che per me questo NON è titolo di demerito, nonostante la rivalità che ci divide.

duri in che senso scusa?
ti risulta che siano i piu' violenti?
io non saro' cosi' addentrata ma non mi pare che altre "calde" tifoserie brillino per correttezza o per alto senso di civiltà!

Corso
12-10-07, 00:23
duri in che senso scusa?
ti risulta che siano i piu' violenti?
io non saro' cosi' addentrata ma non mi pare che altre "calde" tifoserie brillino per correttezza o per alto senso di civiltà!


non "i" più violenti, ma sicuramente "tra" i più violenti.

ma ripeto, in questo contesto NON è una critica.

Indemoniata
12-10-07, 00:25
non "i" più violenti, ma sicuramente "tra" i più violenti.



ah, ecco.

RibelleDiVandea
12-10-07, 19:19
piccola postilla, come aiuto per la lettura:

volutamente sono stati sottolineati l'inizio e la fine del testo, come a voler sottolineare che il lancio di una bottiglietta fosse un inconfondibile "gesto di violenza".

Per il resto, c'e' da dirlo, ma sotto quell'aspetto i napoletani sono tra le tifoserie piu' rispettate d'italia, se non i piu' rispettati.

Metapapero
12-10-07, 19:55
Cerchiamo di non prenderci in giro: i tifosi napoletani sono eccezionali per attaccamento alla squadra e al tifo, ma io mi ricordo benissimo la retata che fecero tra le "Teste Matte" qualche anno fa, in qualita' di cammorristi.


Questo non vuol dire che le altre tifoserie siano apposto: dal lancio del motorino a sansiro, agli scontri a Catania, fino agli arresti di ultras milanisti qualche mese fa per gli identici motivi per cui hanno acchiappato busiello&co (solo che all'epoca passarono in silenzio)

Metapapero
16-11-07, 12:54
Da Repubblica di oggi. Escono nuovi elementi, fra l'altro anticipati ieri sera da Anno Zero.

La ricostruzione del Viminale.
Un agguato dei laziali agli juventini. Poi lo sparo omicida

ROMA - Sostiene il Dipartimento della Pubblica sicurezza che, alle 9.15 di domenica mattina, alla stazione di servizio Badia al Pino est, l´agente Luigi Spaccarotella ha volontariamente indirizzato il tiro della sua pistola di ordinanza sulla Renault Scenic su cui viaggiava Gabriele Sandri. Sostiene il Dipartimento della Pubblica sicurezza che i tifosi della Lazio che con Sandri viaggiavano hanno raccontato una storia monca, almeno ad uso pubblico. Erano in nove - otto uomini e una donna - su due macchine. Non in cinque, su una sola auto. E quando il colpo assassino è partito, "Gabbo" non stava dormendo. Perché dai suoi indumenti, nell´obitorio di Arezzo, sarebbero saltati fuori due sassi «verosimilmente» caricati alla partenza da Roma. Con i suoi compagni - sostiene ancora il Dipartimento - aveva appena perso la «preda» di quegli istanti. Cinque romani, tifosi della Juventus diretti a Parma, circondati e aggrediti con coltelli, fibbie, biglie, sassi, ombrelli. Inseguiti fin nell´abitacolo della Mercedes nera classe A con cui erano arrivati all´autogrill seguendo lo stesso tratto di autostrada delle due macchine di laziali. Una Renault Scenic (su cui viaggiava Sandri) e una Renault Clio.

Ieri, al capo della Polizia Antonio Manganelli è stata dunque consegnata da chi, tra i suoi funzionari, ha lavorato all´indagine, quella che viene proposta come «la ricostruzione definitiva» dei fatti che sono costati la vita a Gabriele Sandri. E se è una ricostruzione corretta, l´intera sequenza di quel mattino va riscritta. Per l´omicidio, resta ferma la sola e inescusabile responsabilità di chi ha cancellato una vita, sparando ad altezza d´uomo. L´agente Spaccarotella. Al contrario, vanno raccontate da capo le mosse di tutti gli altri protagonisti di quel mattino. Otto uomini e una donna, si diceva, gli identificati dalla polizia. Gabriele Sandri, la vittima. E, con lui, Marco Turchetti, Francesco Giacca, Francesco Negri, Simone Putzulu, Valentino Ciccarelli, Carlo Maria Bravo, Marco Timperi, Francesca Montesanti.

Partono da Roma alle 6.30 del mattino di domenica, con appuntamento in piazza Vescovio, dove, non più tardi del 22 settembre, un´altra trasferta è stata interrotta dalla polizia. Quella di 60 laziali verso Bergamo, con un borsone carico di coltelli, accette, machete. Non è la prima trasferta che i nove fanno. Con la storia di Bergamo non hanno nulla a che vedere. Le loro identità nulla dicono agli archivi della polizia. Con due sole eccezioni. Quella di Gabriele Sandri (identificato nel 2002 a Milano insieme a una ventina di tifosi armati di cacciavite) e di Marco Turchetti, denunciato il 9 aprile dello scorso anno quando viene pizzicato in un Siena-Lazio armato di coltello.

Anche quella domenica mattina, alcuni dei nove viaggiano con "lame", sassi, biglie, fibbie. Armi buone per il corpo a corpo, che verranno ritrovate in terra, dopo le 9.15, sull´asfalto dell´autogrill Badia al Pino est e che a loro vengono attribuite dalla polizia sulla base delle impronte digitali. Le macchine sono due. Una Renault Scenic guidata da Marco Turchetti su cui viaggiano in cinque (e a bordo della quale è Sandri). Una Renault Clio, su cui prendono posto in quattro. Alle 9, le due macchine entrano nell´area di servizio Badia Al Pino est e si parcheggiano in un punto riparato, vicino alle pompe di benzina. In sosta è anche una Mercedes nera classe A su cui viaggiano cinque ragazzi romani, dello "Juventus club Roma". Vanno a Parma, probabilmente non da soli, dal momento che la polizia sta cercando una seconda macchina (che comunque non si fermerà all´autogrill di Badia Al Pino). I laziali sostengono a verbale di riconoscerli come tali perché uno di loro ha una felpa con su scritto Juventus. Un altro perché li sente parlare tra loro di calcio («Speriamo che oggi la Lazio ci faccia un favore battendo l´Inter»).

Sono ora all´incirca le 9 e, sempre a stare alla ricostruzione della polizia, i 5 juventini (identificati e ascoltati in questi giorni), entrano nell´autogrill per un caffè. Fuori, i nove laziali si travisano, si armano e si preparano a quello che il Viminale definisce un «agguato». Che scatta quando dal bar escono i primi tre dei cinque juventini. Nove contro tre. Nove armati, contro tre disarmati. La colluttazione dura pochi istanti. I tre fuggono verso la Mercedes, raggiunti dagli altri due che abbandonano precipitosamente il bar. La furia dei laziali si abbatte sulla Mercedes. Quando la polizia fermerà la macchina (circostanza volutamente taciuta in questi giorni di indagine), ne trova i segni. Il lunotto anteriore è sfondato, come quello posteriore destro. La carrozzeria rientrata in più punti.

Sull´altra corsia, nella stazione di servizio che fa specchio a Badia al Pino, l´agente Spaccarotella, richiamato dal rumore e dalle grida, intercetta la sequenza mentre sta controllando i documenti di tre ragazzi sorpresi in possesso di coltelli. Non sono tifosi, ma frequentatori di centri sociali (che, come gli altri presenti, testimonieranno su quegli istanti). La sirena azionata da uno dei colleghi di Spaccarotella, interrompe la furia dei laziali. Dice di «essersi messo a correre» per avere una visuale migliore sulla rampa di uscita dall´autogrill sul lato opposto. Vede allontanarsi prima la Mercedes, quindi la Renault Clio. Forse spara allora il primo colpo in aria. Quindi, decide di puntare l´arma verso l´ultima macchina che si sta allontanando, la Scenic con a bordo Sandri. Spaccarotella sostiene di aver «brandeggiato» l´arma in direzione dell´auto intimando l´alt e, in quel momento, di aver sentito partire il colpo («Avevo il braccio destro teso e la mimica di chi vuole fermare qualcuno in fuga»). Il Dipartimento non gli crede. Non crede al «brandeggiamento» dell´arma. Crede al cortocircuito di chi vede sfuggire l´ultimo dei bersagli e tenta di arrestarne la corsa con un colpo impossibile. Che diventa volontario e omicida.


di Carlo Bonini
FONTE LA REPUBBLICA

Diciamo che l'agguato all'autogrill e' una delle "usanze" piu' stupide del mondo ultra'...

:rolleyes:

Il "povero" Gabo non era certo uno stinco di santo, questo non giustifica la sua morte, eppero' c'e' da chiedersi che senso ha tutta questa follia...