PDA

Visualizza Versione Completa : Ora consideriamo positivo vincere i 4 regioni



apibroker
25-03-10, 09:57
destra di popolo » Blog Archive » ORA IL PDL CONSIDERA POSITIVO PREVALERE IN QUATTRO REGIONI, MA UN ANNO FA AVREBBE VINTO IN DIECI (http://www.destradipopolo.net/?p=1892)

ORA IL PDL CONSIDERA POSITIVO PREVALERE IN QUATTRO REGIONI, MA UN ANNO FA AVREBBE VINTO IN DIECI


ANCHE BELPIETRO ORA AMMETTE ERRORI E I FINIANI NON NE POSSONO PIU’…I NUOVI SLOGAN SONO BATTERE IL CANCRO, 100 MILIONI DI ALBERI E LE PISTE CICLABILI ? ….SI DOVEVA DARE UNA CASA AI GIOVANI, DOPO UN ANNO NON SI E’ NEANCHE RIUSCITI A FAR AMPLIARE QUELLE DI CHI GIA’ L’HA….E LE TASSE SONO SEMPRE PIU’ ALTE

Per una volta iniziamo con una nota interna che riteniamo giusto rendere pubblica: il nostro/vostro sito sta aumentando sempre di più la sua visibilità e la propria fascia di lettori.
Attraverso la pubblicazione dei nostri articoli su vari forum, siamo arrivati a punte di oltre 5.000 visitatori giornalieri, segno che una “destra sociale” anticonformista e che non guarda in faccia nessuno suscita interesse e simpatia, a prescindere dalle appartenenze.
Segno evidente che esiste un elettorato che vuole essere informato e non si accontenta più delle verità ufficiali: i numeri reali (non come quelli di piazza San Giovanni) ci portano a essere ormai classificati tra i primissimi siti italiani di area, addirittura oltre alcuni tra i più celebrati.
Sentiamo quindi ancora una maggiore responsabilità, sapendo di rivolgerci a tanti amici “di destra” delusi da questa maggioranza.
Ricordiamo gli improperi e le accuse di lesa maestà che hanno accompagnato i nostri primi passi, rivolteci dai “guardiani della rivoluzione” del Pdl, coloro che non avendone mai fatta una, se non nei salotti buoni, ci accusavano di essere “prevenuti” verso il governo.
Ora leggiamo, sulle colonne di Libero, Maurizio Belpietro scrivere: “In questi mesi molte cose non sono andate per il verso giusto e la delusione è forte, ma se non si vuole dare il proprio consenso alla sinistra astenendosi, questo centrodestra rimane l’unica possibilità. Pazienza: anche se in quella casa c’è molto che non va, bisogna farsene una ragione”.
Quello che da mesi andiamo scrivendo, ora, bontà loro, diventa fonte di preoccupazione anche per gli uomini del premier.
Peccato che essa sia finalizzata solo alla scadenza elettorale: manca infatti totalmente di uno sforzo di analisi.
“Dateci il voto che poi qualcosa faremo”.
Già cosa?
Sulla base del giuramento dei governatori in Piazza San Giovanni e di quanto sostenuto sul palco, il centrodestra si impegna “a sconfiggere il cancro, a piantare 100 milioni di alberi, a costruire piste ciclabili, ad attuare il piano casa approvato da un anno e a dimezzare le liste di attesa nella Sanità“.
Contro una sinistra che “vi tasserebbe nuovamente con l’Ici, farebbe entrare milioni di immigrati e vi spierebbe mentre parlate al telefono”.
Questa sarebbe la profondità di analisi e le proposte per cambiare il Paese. Peccato che in due anni l’Italia sia riuscita a farsi conoscere in Europa per aver osteggiato ogni proposta che limitasse l’inquinamento e che tutelasse il verde, schierandosi sempre dalla parte degli inquinatori, magari attraverso richieste continue di deroghe e proroghe, e che quindi questa anima ecologista non sia mai emersa.
Peccato che i giovani abbiano bisogno di un piano di edilizia popolare mai attuato, piuttosto che, come per chi ha già una casa, dei permessi di ampliarla attraverso un maxicondono.
Peccato che sia stato Prodi a ridurre del 40% l’Ici alle categorie meno abbienti e poi questo governo ad ampliare l’iniziativa anche a tutti gli altri.
E onestamente la sinistra non ha mai detto che lo vorrebbe ripristinare.
Peccato che gli immigrati (dati Istat) siano aumentati, nel 2009, di 360.000 unità: mentre Maroni faceva gli spot a Lampedusa respingendo le poche migliaia di aventi diritto all’asilo politico, ne arrivavano centinaia di migliaia comodamente in aereo con il visto turistico.
Peccato che per combattere il cancro siano all’opera scienziati in tutto il mondo e non ci risulta si riuniscano a Palazzo Grazioli, sede di feste più che di laboratori.
Quanto a spiarci al telefono, vale il vecchio detto “male non fare, paura non avere”.
Per non parlare della sciocchezza di un giuramento nelle mani del premier, neanche fossimo nel medioevo.
E poi una domanda: Cota quante volte giura? Non aveva già giurato a Pontida? Che farsa.
Un anno fa, rapportando i dati delle elezioni europee alle regionali, il Pdl avrebbe vinto in 10 regioni su 13.
Leggiamo ora che sarebbe un successo prevalere in 4 su 13.
E nessuno si chiede il motivo, Belpietro compreso.
Persino Giuliano Ferrara invita il premier a un accordo con Fini, perchè “le cose si stanno mettendo male”.
E la base finiana sui forum è esplicita: “Non dobbiamo essere noi a piegarci alla bassezza della politica di Silvio: dopo l’ennesima brutta figura a livello di etica istituzionale, occorre affrancarsi dal suo modo di fare politica”.
Oppure: “Come si può parlare di riforme con uno che non rispetta le normali regole di democrazia?”.
E ancora: “Fini lavora per l’Italia, Berlusconi solo per se stesso. Basta patti con Silvio: non ha la statura, né politica, né morale, dello statista”.
Mentre Berlusconi ha concesso l’ultimo spot a Bossi dal palco romano, il popolo di centrodestra è sempre più insofferente alla vendita quotidiana di valori e proposte alla minoranza leghista.
La classe dirigente del Pdl è alla frutta, ma continua a ballare sul Titanic sulle note di “meno male che Silvio c’è”.
Mentre la nave affonda, i destrorsi forzaitalioti disertano anche i pulmann pagati per Roma. nessuno trasmette messaggi nuovi, i dirigenti locali pensano a spartirsi il bottino negli enti locali.
Mancano idee e manca un leader vero.
Forse Belpietro tra qualche mese lo penserà anche lui, anche se non potrà scriverlo.
Lo facciamo noi per lui.
Quando in Campania si rischia di perdere, dopo aver avuto 20 punti di vantaggio e nessuno se ne chiede il motivo, siamo ai fondi di bottiglia.
Quella dei naufraghi, quella del popolo di centrodestra che starà a casa domenica, per dare una salutare lezione a tanti presuntuosi che stanno distruggendo una speranza di cambiamento, un sogno, un ideale di società.
Troppo pavidi, troppo compromessi, troppo lontani dal popolo di destra.

Iannis
25-03-10, 11:44
Ma quali 10 su 13! Avevano calcolato solo PD e IDV senza pensare che un segretario come Bersani avrebbe allargato l'alleanza a PRC e SEL ovunque e dove possibile all'UDC.
Con tali alleanze anche con i dati del 2008 sono solo 4 regioni per il cdx, l'unica vera perdita rispetto ai pronostici è la Puglia, con la candidatura di Poli Bortone e il pallido Palese e forse il Lazio.

UgoDePayens
25-03-10, 11:54
Ma quali 10 su 13! Avevano calcolato solo PD e IDV senza pensare che un segretario come Bersani avrebbe allargato l'alleanza a PRC e SEL ovunque e dove possibile all'UDC.
Con tali alleanze anche con i dati del 2008 sono solo 4 regioni per il cdx, l'unica vera perdita rispetto ai pronostici è la Puglia, con la candidatura di Poli Bortone e il pallido Palese e forse il Lazio.

Il Lazio, se mai cadesse nelle mani della Bonino, lo farebbe per merito dei giudici. Non certo perché un partitino con 2% ha imposto la propria candidata all'intero schieramento di centrosinistra...

Io comunque mi chiedo come mai la Polverini non abbia azzannato dove evidentemente farebbe più dolore ai sinistri: l'amministrazione Marrazzo.

Bladerunner_60
25-03-10, 12:18
molti degli ex AN si vergognano della situazione.

Passata la sbornia della vittoria si interrogano su quale possa essere il loro futuro.

Aggiungo che le più che ragionevoli posizioni di Fini, catalogate come Komuniste, non sono altro che visioni di un politico che ha a cuore le sorti del proprio paese e non di un desposta ebbro di potere che vive solo ed esclusivamente in competizione con tutto il paese.

UgoDePayens
25-03-10, 15:40
molti degli ex AN si vergognano della situazione.

Passata la sbornia della vittoria si interrogano su quale possa essere il loro futuro.

Aggiungo che le più che ragionevoli posizioni di Fini, catalogate come Komuniste, non sono altro che visioni di un politico che ha a cuore le sorti del proprio paese e non di un desposta ebbro di potere che vive solo ed esclusivamente in competizione con tutto il paese.

Evidentemente tu ed io non conosciamo gli stessi ex di An, perché quelli (e non sono pochi) che hanno contatti con me Fini lo vedrebbero bene come segretario del PD...
E questo è vero anche a livello di ex colonnelli di AN, che ormai sono più berlusconiani di Bondi.

Gli unici a vedere bene Fini sono i sinistri :sofico:

apibroker
25-03-10, 15:43
Evidentemente tu ed io non conosciamo gli stessi ex di An, perché quelli (e non sono pochi) che hanno contatti con me Fini lo vedrebbero bene come segretario del PD...
E questo è vero anche a livello di ex colonnelli di AN, che ormai sono più berlusconiani di Bondi.

Gli unici a vedere bene Fini sono i sinistri :sofico:

I colonnelli di AN erano in quota Berlusconi da prima della fusione. Nulla di nuovo. Quello che contano sono in primis gli elettori ed in secondo luogo i militanti. Il Sole 24 Ore qualche tempo fa ha fatto la conta dei deputati in quota Fini ed erano sulla cinquantina, comunque abbastanza per far cadere il governo.

UgoDePayens
25-03-10, 16:56
I colonnelli di AN erano in quota Berlusconi da prima della fusione. Nulla di nuovo. Quello che contano sono in primis gli elettori ed in secondo luogo i militanti. Il Sole 24 Ore qualche tempo fa ha fatto la conta dei deputati in quota Fini ed erano sulla cinquantina, comunque abbastanza per far cadere il governo.

Guarda, mi piacerebbe proprio vederli questi cinquanta nomi. Specialmente dopo le elezioni...
Perché gli scenari sono due:
1) il PDL vince in 5-6 Regioni, e la vittoria è logicamente da attribuire in grande parte a Berlusconi;
2) il PDL si tiene solo 2-3 Regioni, e allora il governo verrà messo in crisi, Berlusconi darà la colpa (giustamente) alla fronda interna di Fini, e voglio proprio vedere quanti di questi cinquanta ipotetici leoni della politica rischieranno il posto esponendosi a possibili elezioni anticipate.

Ovviamente, essendo la prima ipotesi la più concreta, al momento, penso proprio che a pagare per la dissennatezza pre-elettorale sarà il buon gianfranchino, che come il suo predecessore (notizie di Bertinotti?) sarà destinato ad un rapido quanto definitivo declino.

apibroker
25-03-10, 17:08
Guarda, mi piacerebbe proprio vederli questi cinquanta nomi. Specialmente dopo le elezioni...
Perché gli scenari sono due:
1) il PDL vince in 5-6 Regioni, e la vittoria è logicamente da attribuire in grande parte a Berlusconi;
2) il PDL si tiene solo 2-3 Regioni, e allora il governo verrà messo in crisi, Berlusconi darà la colpa (giustamente) alla fronda interna di Fini, e voglio proprio vedere quanti di questi cinquanta ipotetici leoni della politica rischieranno il posto esponendosi a possibili elezioni anticipate.

Ovviamente, essendo la prima ipotesi la più concreta, al momento, penso proprio che a pagare per la dissennatezza pre-elettorale sarà il buon gianfranchino, che come il suo predecessore (notizie di Bertinotti?) sarà destinato ad un rapido quanto definitivo declino.

Insomma se si vince è merito di Berlusconi, se si perde è colpa di Fini. Una tesi equilibrata e condivisibile.
Vuoi i nomi?
Nulla di più facile.

http://forum.politicainrete.net/attachments/threads-chiusi/405d1269439859-ot-futor-pdl-2-doc1.jpg

WalterA
25-03-10, 17:11
Berlusconi lo sa vero che se perde si dovrebbe dimettere il giorno dopo?

Bladerunner_60
25-03-10, 17:31
Evidentemente tu ed io non conosciamo gli stessi ex di An, perché quelli (e non sono pochi) che hanno contatti con me Fini lo vedrebbero bene come segretario del PD...
E questo è vero anche a livello di ex colonnelli di AN, che ormai sono più berlusconiani di Bondi.

Gli unici a vedere bene Fini sono i sinistri :sofico:

hai una visione distorta. La base di AN non riesce a confrontarsi con i quelli di Forza Italia.

Questo è un fatto noto.

A livello parlamentare sanno bene che fino a quando c'è Berlusconi non c'è scelta. Ma appena cade vedrai che l'aspettativa di vita del PdL diventa quella di un tenente in battaglia nel Vietnam.

WalterA
25-03-10, 17:36
hai una visione distorta. La base di AN non riesce a confrontarsi con i quelli di Forza Italia.

Questo è un fatto noto.

A livello parlamentare sanno bene che fino a quando c'è Berlusconi non c'è scelta. Ma appena cade vedrai che l'aspettativa di vita del PdL diventa quella di un tenente in battaglia nel Vietnam.

O di un capello in testa a Silvio :sofico:

Biordo
25-03-10, 18:20
hai una visione distorta. La base di AN non riesce a confrontarsi con i quelli di Forza Italia.

Questo è un fatto noto.

A livello parlamentare sanno bene che fino a quando c'è Berlusconi non c'è scelta. Ma appena cade vedrai che l'aspettativa di vita del PdL diventa quella di un tenente in battaglia nel Vietnam.

gli ex-AN che conosco io si vergognano come ladri di votare PDL, pero' (lo ripetero' sempre) Fini si e' spostato troppo a sx sull'immigrazione per i loro gusti e quindi mi sembrano un po' in confusione. Credo che per le regionali si potrebbe tradurre in una certa astensione, non so quanto significativa pero'.

Bladerunner_60
25-03-10, 18:34
gli ex-AN che conosco io si vergognano come ladri di votare PDL, pero' (lo ripetero' sempre) Fini si e' spostato troppo a sx sull'immigrazione per i loro gusti e quindi mi sembrano un po' in confusione. Credo che per le regionali si potrebbe tradurre in una certa astensione, non so quanto significativa pero'.

Non credo che Fini sia il futuro, non ne ha azzeccata una che sia una in 20 anni.

Rimane il problema per la destra italiana, quella colta e liberale che prima votava DC, che non si riconosce certamente in Silvio Berlusconi. Lo avrebbero votato prima altrimenti.

Iannis
25-03-10, 18:35
gli ex-AN che conosco io si vergognano come ladri di votare PDL, pero' (lo ripetero' sempre) Fini si e' spostato troppo a sx sull'immigrazione per i loro gusti e quindi mi sembrano un po' in confusione. Credo che per le regionali si potrebbe tradurre in una certa astensione, non so quanto significativa pero'.

Diciamo che un terzo degli elettori di AN è già passata alla Lega, degli altri a condividere veramente un eventuale distacco di Fini è una sparuta minoranza.

Iannis
25-03-10, 18:36
Insomma se si vince è merito di Berlusconi, se si perde è colpa di Fini. Una tesi equilibrata e condivisibile.
Vuoi i nomi?
Nulla di più facile.

http://forum.politicainrete.net/attachments/threads-chiusi/405d1269439859-ot-futor-pdl-2-doc1.jpg

Alcuni nomi fanno ridere. Luca Barbareschi, Mirko Tremaglia, Valditara, Fiamma Nirenstein. Tanto epr fare qualche esempio.
Figuriamoci se questi appoggerebbero mai un governo tecnico di csx e comunque poi sarebbero ricandidabili in chissà che formazione staccata dal cdx.

Conte Oliver
25-03-10, 19:15
hai una visione distorta. La base di AN non riesce a confrontarsi con i quelli di Forza Italia.

Questo è un fatto noto.

A livello parlamentare sanno bene che fino a quando c'è Berlusconi non c'è scelta. Ma appena cade vedrai che l'aspettativa di vita del PdL diventa quella di un tenente in battaglia nel Vietnam.

:giagia::giagia:

Il PDL, ma anche il tutto il CDX, è molto più diviso dell'armata brancaleone di Prodi..li tine uniti solo l'oggettivo carisma e leadership di Berlusconi.

Ma appena SB se ne va dalla scena, la balcanizzazione è invitabile.

furbo
25-03-10, 19:20
Guarda, mi piacerebbe proprio vederli questi cinquanta nomi. Specialmente dopo le elezioni...
Perché gli scenari sono due:
1) il PDL vince in 5-6 Regioni, e la vittoria è logicamente da attribuire in grande parte a Berlusconi;
2) il PDL si tiene solo 2-3 Regioni, e allora il governo verrà messo in crisi, Berlusconi darà la colpa (giustamente) alla fronda interna di Fini, e voglio proprio vedere quanti di questi cinquanta ipotetici leoni della politica rischieranno il posto esponendosi a possibili elezioni anticipate.

Ovviamente, essendo la prima ipotesi la più concreta, al momento, penso proprio che a pagare per la dissennatezza pre-elettorale sarà il buon gianfranchino, che come il suo predecessore (notizie di Bertinotti?) sarà destinato ad un rapido quanto definitivo declino.

i 50 finiani non hanno nulla da perdere sanno chi sono ( lo so pure io ) e in questa situazione non hanno comunque futuro
essendo i parlamentari nominati dal drago , questi non vede l'ora di sostituirli con nani e ballerine

il deago comunque non sarà fatto cadere da Fini ma dalla Lega

trilex
25-03-10, 19:44
mah, allora i finiani sono tra i 19 e i 20 in parlamento (camera e senato) o meglio erano all'epoca del famoso documento, che poi per non fargli fare una figura di m. firmarono pure quelli di alemanno e gasparri (oggi il grosso)......che si stanno organizzando, si parla insistentemente di un portavoce........alfredo mantovano.

furbo
25-03-10, 19:49
Per Iannis e Ugo

I colonnelli non contano un cazzo , i parlamentari contano solo per eventuali manovre parlamentari
Quando si vota contano gli elettori

Leadership del Pdl la rincorsa di Fini Archivio storico
L' Osservatorio
Leadership del Pdl la rincorsa di Fini

I più l' hanno chiamato «compromesso». Ma qualche osservatore si è spinto a definirla una «tregua armata». L' incontro, avvenuto giovedì scorso, tra Berlusconi e Fini non ha certo segnato una definitiva riappacificazione tra i due leader, ma è servito a stabilire le modalità - e i limiti - di un armistizio, necessario in vista delle elezioni di marzo. Le regionali rivestono infatti, oltre ad una valenza locale, un rilievo politico enorme. Il loro esito - e il rafforzamento o meno della coalizione di centrodestra - sarà infatti decisivo per stabilire le modalità e persino le priorità programmatiche del prosieguo della legislatura. Ciò comporta la necessità di contenere i dissapori - e, ancor più, i conflitti - nell' ambito della coalizione di Governo. Che, tuttavia, anche se meno comunicati all' esterno, permangono eguali a prima. Insomma, come ha scritto Stefano Folli sul Sole 24 Ore, «oggi non è possibile, tra i due fondatori del Pdl, né una guerra distruttiva né una pace vera». Ma come viene visto questo dissidio dalla popolazione? E, in particolare, dall' elettorato di centrodestra? E, dovendo scegliere, con chi si schiererebbe quest' ultimo? Con Berlusconi o con Fini? La risposta, forse scontata, vede vincere nettamente il Cavaliere. Alla domanda «se lei dovesse scegliere il leader per il Pdl, preferirebbe Berlusconi o Fini?», il primo ottiene, tra l' elettorato di centrodestra, il 58% dei consensi, quindi la maggioranza assoluta. Berlusconi raccoglie un numero maggiore di opzioni tra i giovanissimi fino ai 24 anni, tra chi risiede nel nord, tra le casalinghe. Ma, al tempo stesso, Fini verrebbe scelto da più di un terzo (36%) dei votanti del partito, segno di un largo seguito e di un grande consenso, persino in opposizione diretta al Cavaliere. I suoi sostenitori più accesi si trovano tra imprenditori, professionisti e impiegati. Questa distribuzione di preferenze si inverte però se si considerano gli elettori che in questo momento si pongono al di fuori o contro la coalizione di Governo. Tra i votanti per il centrosinistra la preferenza per Fini è maggioritaria (58%), nella stessa misura con cui lo è quella per Berlusconi nel centrodestra. Ma il Presidente della Camera prevale, sia pure con uno scarto minore, anche tra quell' elettorato che in si definisce di «centro» tout-court e che costituisce un promettente segmento potenziale di consensi, decisivo per entrambi gli schieramenti. Fini, in altre parole, appare oggi più capace del Cavaliere di attrarre «nuovi» elettori. Nell' insieme, il quadro che emerge da questi dati è quello dell' esistenza di una frattura profonda nel centrodestra, che si divide in due fazioni altrettanto numerose. Ciò è un indice non solo del conflitto tra i due leader quanto di differenze significative nella visione complessiva del posizionamento da assumere e nelle stesse priorità programmatiche sul da farsi, a partire dal rilievo più o meno dirimente da assegnare alla questione della giustizia e del livello di immunità da garantire al premier. Un dissidio che potremmo definire «strutturale», che caratterizzerà probabilmente il centrodestra a lungo, assai al di là delle elezioni regionali. Dopo le quali esso tornerà a manifestarsi in tutta la sua asprezza. RIPRODUZIONE RISERVATA

Mannheimer Renato

Leadership del Pdl la rincorsa di Fini (http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/17/Leadership_del_Pdl_rincorsa_Fini_co_9_100117005.sh tml)

ora , se la metà di chi sceglie Fini , lo scegliesse anche in caso di contrapposizione il 6% - 7% dei voti del PdL andrebbero all'eventuale partito di Fini e il PdL scenderebbe sotto il PD.

trilex
25-03-10, 20:05
non credo,

non credo, che sia così fumato da fare un favore al pd (passerebbe per traditore)

che interesse ha a fare un partitoncolo?

furbo
25-03-10, 20:33
non credo,

non credo, che sia così fumato da fare un favore al pd (passerebbe per traditore)

che interesse ha a fare un partitoncolo?

lo fara' . lo farà
così il cavaliere impara a prendere per il culo la Tulliani

Oli
25-03-10, 20:47
Le regionali restano regionali. Non vedo che influenza possano avere sulla politica nazionale. Berlusconi, indipendentemente da tutto avrà la sua bella maggioranza per altri anni e anni.
Ed è gisuto così, lo hanno voluto, se lo tengano.

apibroker
25-03-10, 21:42
Le regionali restano regionali. Non vedo che influenza possano avere sulla politica nazionale. Berlusconi, indipendentemente da tutto avrà la sua bella maggioranza per altri anni e anni.
Ed è gisuto così, lo hanno voluto, se lo tengano.

Si ma un chiarimento ci sarà. Vuoi che Fini si possa sorbire ogni giorno Feltri con il suo articolo quotidiano che gli dà del traditore?
Fini è in grado di far cadere il governo, ha i numeri per farlo, ma non lo può e non lo vuole fare, perchè significherebbe la sua morte politica. Quindi i suoi avversari alla successione di Berlusconi (vedi Tremonti uomo che consegnerà il PdL alla Lega) e lo stesso Berlusconi che non vuole successori in pectore perchè o indebolirebbero utilizzano le stesse armi per indebolire quotidianamente il carisma di Fini (è solo, non conta nulla, etc.) naturalmente hanno i mass media e gli uomini nei posti giusti (vedi Feltri un leghista alla guida del principale giornale berlusconiano).
Fini si muove a specchio indebolendo quotidianamente Berlusconi. Il risultato è disastroso per il PdL.
Un buon risultato però ci sarà, perchè Fini si sta muovendo a tutto campo cercando di creare una base di consenso che possa superare i vecchi steccati ideologici. Del resto il voto non olet.
Un pdl guidato da Fini perderebbe molti voti a destra ma li conquisterebbe al centro ed a sinistra, compensandoli, se non accrescendoli.
Questa è la sfida lanciata da Fini.

Oli
25-03-10, 23:05
Si ma un chiarimento ci sarà. Vuoi che Fini si possa sorbire ogni giorno Feltri con il suo articolo quotidiano che gli dà del traditore?
Fini è in grado di far cadere il governo, ha i numeri per farlo, ma non lo può e non lo vuole fare, perchè significherebbe la sua morte politica. Quindi i suoi avversari alla successione di Berlusconi (vedi Tremonti uomo che consegnerà il PdL alla Lega) e lo stesso Berlusconi che non vuole successori in pectore perchè o indebolirebbero utilizzano le stesse armi per indebolire quotidianamente il carisma di Fini (è solo, non conta nulla, etc.) naturalmente hanno i mass media e gli uomini nei posti giusti (vedi Feltri un leghista alla guida del principale giornale berlusconiano).
Fini si muove a specchio indebolendo quotidianamente Berlusconi. Il risultato è disastroso per il PdL.
Un buon risultato però ci sarà, perchè Fini si sta muovendo a tutto campo cercando di creare una base di consenso che possa superare i vecchi steccati ideologici. Del resto il voto non olet.
Un pdl guidato da Fini perderebbe molti voti a destra ma li conquisterebbe al centro ed a sinistra, compensandoli, se non accrescendoli.
Questa è la sfida lanciata da Fini.

A Fini giustamente non importa una cippa di feltri.

dacrio
25-03-10, 23:12
Si ma un chiarimento ci sarà. Vuoi che Fini si possa sorbire ogni giorno Feltri con il suo articolo quotidiano che gli dà del traditore?
Fini è in grado di far cadere il governo, ha i numeri per farlo, ma non lo può e non lo vuole fare, perchè significherebbe la sua morte politica. Quindi i suoi avversari alla successione di Berlusconi (vedi Tremonti uomo che consegnerà il PdL alla Lega) e lo stesso Berlusconi che non vuole successori in pectore perchè o indebolirebbero utilizzano le stesse armi per indebolire quotidianamente il carisma di Fini (è solo, non conta nulla, etc.) naturalmente hanno i mass media e gli uomini nei posti giusti (vedi Feltri un leghista alla guida del principale giornale berlusconiano).
Fini si muove a specchio indebolendo quotidianamente Berlusconi. Il risultato è disastroso per il PdL.
Un buon risultato però ci sarà, perchè Fini si sta muovendo a tutto campo cercando di creare una base di consenso che possa superare i vecchi steccati ideologici. Del resto il voto non olet.
Un pdl guidato da Fini perderebbe molti voti a destra ma li conquisterebbe al centro ed a sinistra, compensandoli, se non accrescendoli.
Questa è la sfida lanciata da Fini.

ma fini non vale nulla e non ha i numeri per fare cadere il governo.
non si capisce quale sia la sua idea dell'italia, fa casino solo per ambizioni personali.
è ridicolo come te.

ulell
25-03-10, 23:55
Il futuro del PDL è nelle mani O di Tremonti o di Formigoni.
Calcolando però l'enorme base cattolica che attirerebbe Formigoni,
credo che quest'ultimo sia il più favorito.

Molti cattolici al momento non si riconoscono in nessuno dei partiti,
per tante, tantissime ragioni che conosciamo tutti e non stò ad elencare.
Un Formigoni a capo del PDL attirerebbe anche i voti dei centristi
che ora votano Casini, ma ci si riconoscono poco.

Corso
26-03-10, 00:15
Il futuro del PDL è nelle mani O di Tremonti o di Formigoni.
Calcolando però l'enorme base cattolica che attirerebbe Formigoni,
credo che quest'ultimo sia il più favorito.

Molti cattolici al momento non si riconoscono in nessuno dei partiti,
per tante, tantissime ragioni che conosciamo tutti e non stò ad elencare.
Un Formigoni a capo del PDL attirerebbe anche i voti dei centristi
che ora votano Casini, ma ci si riconoscono poco.

sono Cattolico
vivo a Milano
piuttosto che votare Formigoni voterei CHIUNQUE.

e da come scrivi, sono convinto che tu non sia lombardo, e non conosca dal di dentro la realtà dei fatti.....

Bladerunner_60
26-03-10, 07:26
oggi su Libero Campania e Calabria vengono definite "probabili" e contese (prima date perse) Piemonte, Lazio, Liguria e Puglia.

Due mesi fa avrebbero dato dei disfattisti a chi dava queste notizie.

apibroker
26-03-10, 08:41
Il futuro del PDL è nelle mani O di Tremonti o di Formigoni.
Calcolando però l'enorme base cattolica che attirerebbe Formigoni,
credo che quest'ultimo sia il più favorito.

Molti cattolici al momento non si riconoscono in nessuno dei partiti,
per tante, tantissime ragioni che conosciamo tutti e non stò ad elencare.
Un Formigoni a capo del PDL attirerebbe anche i voti dei centristi
che ora votano Casini, ma ci si riconoscono poco.

Formigoni rapprsenta solo Comunione e Liberazione non tutti i cattolici, emolti cattolici ai ciellini non li possono vedere. Tremonti è un uomo della Lega.
Al centro-sud perderebbero tutti i voti.
Non esiste un leader che sarà in grado di intercettare TUTTI i voti del Pdl che è un contenitore che racchiude tante anime. Fini l'ha capito da tempo e sta cercando un elettorato più ampio, smarcandosi dalle vecchie etichette e ragionano sui fatti e sui valori.

Iannis
26-03-10, 10:22
sono Cattolico
vivo a Milano
piuttosto che votare Formigoni voterei CHIUNQUE.

e da come scrivi, sono convinto che tu non sia lombardo, e non conosca dal di dentro la realtà dei fatti.....

Io sono lombardo, in Lombardia Formigoni è stimato, al di là del cattolicesimo. In ogni caso fuori dalla Lombardia non è motlo diverso dalla Lombardia stessa

Iannis
26-03-10, 10:26
Per Iannis e Ugo

I colonnelli non contano un cazzo , i parlamentari contano solo per eventuali manovre parlamentari
Quando si vota contano gli elettori

Leadership del Pdl la rincorsa di Fini Archivio storico
L' Osservatorio
Leadership del Pdl la rincorsa di Fini

I più l' hanno chiamato «compromesso». Ma qualche osservatore si è spinto a definirla una «tregua armata». L' incontro, avvenuto giovedì scorso, tra Berlusconi e Fini non ha certo segnato una definitiva riappacificazione tra i due leader, ma è servito a stabilire le modalità - e i limiti - di un armistizio, necessario in vista delle elezioni di marzo. Le regionali rivestono infatti, oltre ad una valenza locale, un rilievo politico enorme. Il loro esito - e il rafforzamento o meno della coalizione di centrodestra - sarà infatti decisivo per stabilire le modalità e persino le priorità programmatiche del prosieguo della legislatura. Ciò comporta la necessità di contenere i dissapori - e, ancor più, i conflitti - nell' ambito della coalizione di Governo. Che, tuttavia, anche se meno comunicati all' esterno, permangono eguali a prima. Insomma, come ha scritto Stefano Folli sul Sole 24 Ore, «oggi non è possibile, tra i due fondatori del Pdl, né una guerra distruttiva né una pace vera». Ma come viene visto questo dissidio dalla popolazione? E, in particolare, dall' elettorato di centrodestra? E, dovendo scegliere, con chi si schiererebbe quest' ultimo? Con Berlusconi o con Fini? La risposta, forse scontata, vede vincere nettamente il Cavaliere. Alla domanda «se lei dovesse scegliere il leader per il Pdl, preferirebbe Berlusconi o Fini?», il primo ottiene, tra l' elettorato di centrodestra, il 58% dei consensi, quindi la maggioranza assoluta. Berlusconi raccoglie un numero maggiore di opzioni tra i giovanissimi fino ai 24 anni, tra chi risiede nel nord, tra le casalinghe. Ma, al tempo stesso, Fini verrebbe scelto da più di un terzo (36%) dei votanti del partito, segno di un largo seguito e di un grande consenso, persino in opposizione diretta al Cavaliere. I suoi sostenitori più accesi si trovano tra imprenditori, professionisti e impiegati. Questa distribuzione di preferenze si inverte però se si considerano gli elettori che in questo momento si pongono al di fuori o contro la coalizione di Governo. Tra i votanti per il centrosinistra la preferenza per Fini è maggioritaria (58%), nella stessa misura con cui lo è quella per Berlusconi nel centrodestra. Ma il Presidente della Camera prevale, sia pure con uno scarto minore, anche tra quell' elettorato che in si definisce di «centro» tout-court e che costituisce un promettente segmento potenziale di consensi, decisivo per entrambi gli schieramenti. Fini, in altre parole, appare oggi più capace del Cavaliere di attrarre «nuovi» elettori. Nell' insieme, il quadro che emerge da questi dati è quello dell' esistenza di una frattura profonda nel centrodestra, che si divide in due fazioni altrettanto numerose. Ciò è un indice non solo del conflitto tra i due leader quanto di differenze significative nella visione complessiva del posizionamento da assumere e nelle stesse priorità programmatiche sul da farsi, a partire dal rilievo più o meno dirimente da assegnare alla questione della giustizia e del livello di immunità da garantire al premier. Un dissidio che potremmo definire «strutturale», che caratterizzerà probabilmente il centrodestra a lungo, assai al di là delle elezioni regionali. Dopo le quali esso tornerà a manifestarsi in tutta la sua asprezza. RIPRODUZIONE RISERVATA

Mannheimer Renato

Leadership del Pdl la rincorsa di Fini (http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/17/Leadership_del_Pdl_rincorsa_Fini_co_9_100117005.sh tml)

ora , se la metà di chi sceglie Fini , lo scegliesse anche in caso di contrapposizione il 6% - 7% dei voti del PdL andrebbero all'eventuale partito di Fini e il PdL scenderebbe sotto il PD.

Farebbe un partito per fare cosa? Allearsi al csx no, perderebbe quasi tutti i voti di destra e li ruberebbe al PD (che non sarebbe contento), oltre a perdere la faccia. Indipendente con Casini no perchè sarebbe fuori da ogni gioco e lui è un bipolaristo convinto.
In realtà cerca la leadership del PDL, fino al 2013 nisba, la otterrà forse dopo, o più probabile, cerca di diventare pres. della repubblica bipartisan.