PDA

Visualizza Versione Completa : Il Partito Alleanza Democratica mira alla innovazione



sante pisani
26-12-07, 13:26
INTERNAZIONALIZZAZIONE E INNOVAZIONE

Da Sante Pisani - (Coordinatore Nazionale di Alleanza Democratica)
Il Mezzogiorno d’Italia è ricco di potenzialità: la tradizione imprenditoriale, la ricerca, la formazione avanzata, i settori produttivi innovativi, lo spirito originale, una cultura europea, un territorio ricco di qualità e di risorse. Dobbiamo metterle a frutto, superando i nostri tradizionali limiti: l'insufficiente animo imprenditoriale, il complesso della marginalità e dell'isolamento, il timore di appropriazione da parte altrui delle nostre idee. In particolare per le estreme Regioni della penisola occorre tornare alla vitalità e al coraggio che hanno dimostrato sempre i nostri conterranei di fronte alla necessità di trovare strade nuove e affrontare e vincere la sfida del cambiamento.
Compito del governo nazionale e locale deve essere ricreare l’ottimismo, offrendo obiettivi perseguibili e strumenti per realizzarli. Il nostro impegno è quello di identificarci e porci come soggetto coordinatore delle iniziative strategiche per lo sviluppo. Abbiamo pertanto l'ambizione di fare del Mezzogiorno l'attore capace di guidare un nuovo processo di sviluppo locale, in forte cooperazione con gli altri soggetti pubblici e privati.
La nostra linea d’azione si rivolge al contesto economico produttivo dell’area e propone obiettivi di aumento della competitività delle imprese e dell’attrattività del territorio, attraverso processi di innovazione e di internazionalizzazione.
Il campo economico presenta un programma ed una sua autonomia: gli obiettivi sono pienamente integrati, in senso logico e strumentale, in un Piano strategico nazionale e regionale, orientato alla valorizzazione delle risorse territoriali e culturali e alla crescita della qualità delle funzioni e delle produzioni complessive. Tutto ciò appare in sintonia con una caratteristica tipica dell’approccio strategico, che è quella di costruire sinergie fra ambiti differenti (politiche economiche, urbanistiche, culturali e dei trasporti) piuttosto che operare con interventi a carattere settoriale.
E’ necessario rafforzare le tradizionali vocazioni storicamente espresse, e in particolare quelle che appaiono legate alle risorse – territoriali, naturali, culturali, agricole. Consolidare e allargare le filiere già in parte presenti sul territorio: la filiera Università-cultura-turismo; la filiera agroalimentare; la filiera gastronomia-enologia-turismo; la filiera spazi pubblici-musica-turismo-cultura, ecc .
E’ importante potenziare il tessuto delle piccole imprese, legato alla specificità e alle inclinazioni tipiche dell’area, consentendogli una qualità e una visibilità di livello pari a quello espresso da altre funzioni. A tale scopo, sono necessarie precise sinergie fra enti locali, istituzioni didattiche e di ricerca universitaria, associazioni imprenditoriali, rivolte a favorire l’innovazione tecnologia e manageriale nelle piccole imprese, nei settori turistico, agricolo e industriale, favorendo la qualità del capitale umano e la diffusione di know-how e di innovazioni di processo.
L’obiettivo generale è tanto quello di un incremento della quantità delle funzioni insediate, quanto un aumento della loro qualità, in modo da raggiungere un traguardo di crescita del benessere economico senza pregiudicare gli equilibri territoriali e ambientali.
Internazionalizzazione e innovazione sono dunque le parole chiave in questo senso. Due sono le condizioni, strettamente correlate fra loro, che appaiono indispensabili allo scopo. La prima e fondamentale è quella del miglioramento dell’accessibilità esterna, nonché della mobilità interna. Da un lato sono ben chiari i vantaggi di una situazione di lontananza rispetto ai grandi assi della mobilità nazionale in termini di preservazione delle risorse territoriali, tuttavia sembra opportuno pensare al futuro in termini meno difensivi e maggiormente pro-attivi.
L’accessibilità, specie per il turismo, deve essere migliorata al servizio della qualità del territorio, dell’efficienza territoriale e della capacità di richiamo esterna ed internazionale. Contemporaneamente, ed è questa la seconda condizione, occorre garantire un attento monitoraggio e controllo dello sviluppo territoriale, attraverso, una valutazione della tenuta ricettiva della zona, per quanto concerne la domanda di insediamento abitativo e turistico ed una riflessione su un modello di stanziamento di area vasta, capace di limitare i consumi di suolo e di orientare l’esigenza di mobilità in senso sostenibile.
In sintesi, le più rilevanti politiche per favorire lo sviluppo economico saranno realizzate attraverso iniziative idonee a promuovere la qualità territoriale, il miglioramento dell’accessibilità, interna ed esterna, l’integrazione delle filiere produttive.

Roma li 26.12.2007