PDA

Visualizza Versione Completa : L’autodeterminazione dell’individuo: base di tutte la libertà



Domenico Letizia
27-03-10, 17:35
Un analisi partendo dal pensiero di Michel Foucault

di Domenico Letizia

La violenza dello stato in ogni suo aspetto ha un punto di partenza: quella della proibizione sociale. Questi sono anni dove il personale svilupparsi dei propri corpi, della propria libertà di scelta sono messi in discussione anzi, a decidere per il bene della singole scelte e del proprio benessere deve essere sempre lo stato.
L’Italia è il paese dove ogni singola scelta che riguarda il proprio intimo, il proprio corpo, l’dea religiosa o filosofica della vita non conta, conta solo la legge non importa che sia imposta da forze clericale, populiste e assolutamente anti-individualiste, insomma lo stato nel colpire e imporre la propria ‘coercizione sociale’ parte dall’individuo, dal corpo e dalla salute dell’individuo. Il cambiamento lo si nota anche nelle terminologie, quello che una volta era il ministero della sanità ora è il ministero della salute, come se la salute fosse un qualcosa di statale e non di intimamente privato.
Foucault ritiene che le istituzioni sotto il nome di ‘assistenza pubblica’ costituiscono forme di controllo, orientate alla normalizzazione dei diversi ( possiamo dire dei non conformi al catalogo dei buoni cittadini redatto dallo stato o per coloro che hanno atteggiamenti alternativi soprattutto in ambito sessuale)
Anzi per Foucault il controllo della sessualità, e al tempo stesso produzione della sessualità, mostra che il corpo è un punto di attacco privilegiato del potere: ‘Il sesso diventa il punto centrale per un potere che si organizza intorno alla gestione della vita piuttosto che intorno alla minaccia della morte’.
Ecco perché ritengo che per una ripresa culturale e politica del pensiero libertario, contro l’attacco della cultura imposta dallo stato, sia indispensabile per ogni libertario diffondere e occuparsi di tematiche considerate individuali, diffondere libertà di scelta e autodeterminazione dei propri corpi.

Pubblicato sulla Rivista libertaria Cenerentola, Marzo 2010

Gian_Maria
28-03-10, 15:41
Lo stato fa gli interessi della classe capitalista (minoranza che possiede/controlla i mezzi di produzione).
Non ci possono essere individui senza società come non ci può essere società senza individui. Per favore basta con questo individualismo infantile (almeno in questo forum).

Domenico Letizia
28-03-10, 19:02
Lo stato fa gli interessi della classe capitalista (minoranza che possiede/controlla i mezzi di produzione).
Non ci possono essere individui senza società come non ci può essere società senza individui. Per favore basta con questo individualismo infantile (almeno in questo forum).

davvero una critica imporante, per favore argomentazioni... questo è un forum libertario o vive la censura? basta dirlo....

Gian_Maria
29-03-10, 12:43
Quello che scrivi non ha niente a che vedere con il socialismo libertario.

Lord Enlil
30-03-10, 14:33
Lo stato fa gli interessi della classe capitalista (minoranza che possiede/controlla i mezzi di produzione).
Non ci possono essere individui senza società come non ci può essere società senza individui. Per favore basta con questo individualismo infantile (almeno in questo forum).

Senza la frusta stalinista ti potremo sempre e comunque ridere in faccia.

silence
15-04-10, 10:02
Senza la frusta stalinista ti potremo sempre e comunque ridere in faccia.

Forse... Ma che in un sistema capitalista il lavoratore dipendente è facilmente ricattabile e quindi usurpato alle condizioni del padrone è un dato di fatto.

Lord Enlil
16-04-10, 11:46
Forse... Ma che in un sistema capitalista il lavoratore dipendente è facilmente ricattabile e quindi usurpato alle condizioni del padrone è un dato di fatto.

Ovvio. E allora?

silence
16-04-10, 23:45
Ovvio. E allora?

E allora c'è poco da lamentarsi se l'operaio rompe le chiappe al datore di lavoro facendo politica e si riprende con metodi violenti cio' che gli è stato usurpato attraverso il ricatto.

Lord Enlil
17-04-10, 09:25
E allora c'è poco da lamentarsi se l'operaio rompe le chiappe al datore di lavoro facendo politica e si riprende con metodi violenti cio' che gli è stato usurpato attraverso il ricatto.

E chi si sta lamentando? Si stanno sfottendo quelli vogliono fare il socialismo e pensano di rinunciare ai campi di concentramento. Se poi qualche pezzente cominciasse a fare sul serio e a mettere qualche bomba in giro invece di limitarsi a parlare sarebbe finalmente un comodo pretesto per la svolta repressiva.

silence
18-04-10, 10:01
E chi si sta lamentando? Si stanno sfottendo quelli vogliono fare il socialismo e pensano di rinunciare ai campi di concentramento. Se poi qualche pezzente cominciasse a fare sul serio e a mettere qualche bomba in giro invece di limitarsi a parlare sarebbe finalmente un comodo pretesto per la svolta repressiva.
I campi di concentramento nascono in seguito alla burocratizzazione della rivoluzione comunista, cioè quando gli operai prendono il potere e diventano dittatori come Bakunin previde. Ma in realtà non penso che l'ideologia comunista sia contro natura perchè se lo fosse non potrebbe neanche esistere....

Lord Enlil
18-04-10, 10:35
I campi di concentramento nascono in seguito alla burocratizzazione della rivoluzione comunista, cioè quando gli operai prendono il potere e diventano dittatori come Bakunin previde.
E che altro possono fare se non imporre il loro potere espropriatore? Si parla dei loro autoproclamati dirigenti ovviamente, l'espressione "gli operai" non volendo dire assolutamente nulla sul piano delle decisioni politiche.


Ma in realtà non penso che l'ideologia comunista sia contro natura perchè se lo fosse non potrebbe neanche esistere....

Allo stadio delle semplici parole nessuna vibrazione delle corde vocali è contro natura. Considera però che questa argomentazione che legittima come naturale tutto ciò che esiste (e non può che essere così come sai bene) significa che l'ultima parola spetta alla forza (ossia la coercizione dittatoriale bolscevica o borghese), chiunque potendo in qualsiasi momento rifiutarsi di riconoscere gli slogan dell'avversario.

Gian_Maria
18-04-10, 16:23
I campi di concentramento nascono in seguito alla burocratizzazione della rivoluzione comunista, cioè quando gli operai prendono il potere
Quello che dici succede quando il potere lo prendono i leader "comunisti". Finora la classe lavoratrice non è mai arrivata al potere.

Lord Enlil
18-04-10, 17:02
Quello che dici succede quando il potere lo prendono i leader "comunisti". Finora la classe lavoratrice non è mai arrivata al potere.

Anche perché non è un soggetto sul piano delle decisioni politiche. Nemmeno "la classe borghese" (distinta dagli individui concreti) è mai stata al potere e mai potrebbe esserlo.

Gian_Maria
18-04-10, 19:41
Anche perché non è un soggetto sul piano delle decisioni politiche.
Ma può diventarlo.


Nemmeno "la classe borghese" (distinta dagli individui concreti) è mai stata al potere e mai potrebbe esserlo.
La classe borghese (capitalista) è al potere da quando esiste il capitalismo.

Lord Enlil
18-04-10, 21:08
Ma può diventarlo.


La classe borghese (capitalista) è al potere da quando esiste il capitalismo.

Quando individui della classe borghese sono al potere è tutta una classe - la "classe borghese capitalista" - a essere al potere, mentre quando sono al potere individui della classe proletaria comunista non funziona più la stessa cosa?

silence
19-04-10, 01:50
Quello che dici succede quando il potere lo prendono i leader "comunisti". Finora la classe lavoratrice non è mai arrivata al potere.

Adesso sono un po' stanco e non ricordo bene la storia come si è svolta... Comunque mi sembra di ricordare che nella durante la fondaziuone della prima internazionale il rivoluzionario anarchico Bakunin e Marx ebbero discussioni accese sulle modalità di instaurazione dei regimi socialisti/comunitari e questo porto all'uscita degli anarco socialisti dalla prima internazionale... Correggimi se sbaglio eh,,,

silence
19-04-10, 01:53
E che altro possono fare se non imporre il loro potere espropriatore? Si parla dei loro autoproclamati dirigenti ovviamente, l'espressione "gli operai" non volendo dire assolutamente nulla sul piano delle decisioni politiche.



Allo stadio delle semplici parole nessuna vibrazione delle corde vocali è contro natura. Considera però che questa argomentazione che legittima come naturale tutto ciò che esiste (e non può che essere così come sai bene) significa che l'ultima parola spetta alla forza (ossia la coercizione dittatoriale bolscevica o borghese), chiunque potendo in qualsiasi momento rifiutarsi di riconoscere gli slogan dell'avversario.

Ti rispondo domattina ora sono a pezzi

silence
20-04-10, 09:52
E che altro possono fare se non imporre il loro potere espropriatore? Si parla dei loro autoproclamati dirigenti ovviamente, l'espressione "gli operai" non volendo dire assolutamente nulla sul piano delle decisioni politiche.
Nulla. Perchè i dirigenti che teoricamente avrebbero dovuto rappresentare la classe operaia in realtà asservirono il potere: come avvenne per il vaticano per esempio.



Allo stadio delle semplici parole nessuna vibrazione delle corde vocali è contro natura. Considera però che questa argomentazione che legittima come naturale tutto ciò che esiste (e non può che essere così come sai bene) significa che l'ultima parola spetta alla forza (ossia la coercizione dittatoriale bolscevica o borghese), chiunque potendo in qualsiasi momento rifiutarsi di riconoscere gli slogan dell'avversario.
In realtà questa mia affermazione implica che teoricamente nessun essere umano dovrebbe avere potere di veto su un altro essere umano e i rapporti sociali dovrebbero essere regolati da accordi dettati dal buon senso. Nel momento in cui viene meno il buon senso diventa poi necessario un potere coercitivo... Che sia privato piuttosto che pubblico o religioso è poco importante...

Lord Enlil
20-04-10, 10:36
Nulla. Perchè i dirigenti che teoricamente avrebbero dovuto rappresentare la classe operaia in realtà asservirono il potere: come avvenne per il vaticano per esempio.
E perché dal loro punto di vista avrebbero dovuto comportarsi altrimenti?

Non rimane che aspettare che in un futuro indeterminato arrivi al potere - non si sa secondo quali modalità - la "classe operaia" nel complesso anziché una ristretta cerchia di capi.


In realtà questa mia affermazione implica che teoricamente nessun essere umano dovrebbe avere potere di veto su un altro essere umano e i rapporti sociali dovrebbero essere regolati da accordi dettati dal buon senso. Nel momento in cui viene meno il buon senso diventa poi necessario un potere coercitivo... Che sia privato piuttosto che pubblico o religioso è poco importante...

Certo che esiste il potere coercitivo, infatti è quello che interna i sovversivi dell'ordine borghese o staliniano.

silence
21-04-10, 00:57
E perché dal loro punto di vista avrebbero dovuto comportarsi altrimenti?

Non rimane che aspettare che in un futuro indeterminato arrivi al potere - non si sa secondo quali modalità - la "classe operaia" nel complesso anziché una ristretta cerchia di capi.
La classe operaia arriverà al potere nel momento in cui sarà esente da usurpazione capitalista e potrà autoprodursi i beni di cui necessita. Nel quì e adesso invece ognuno cerca egoisticamente di tirare l'acqua al proprio mulino anche attraverso la coercizione statale o no che sia.




Certo che esiste il potere coercitivo, infatti è quello che interna i sovversivi dell'ordine borghese o staliniano.

Appunto...Allora il problema non si pone nemmeno perchè mi sembra che diciamo qualcosa di simie...

Gian_Maria
21-04-10, 12:09
Quando individui della classe borghese sono al potere è tutta una classe - la "classe borghese capitalista" - a essere al potere, mentre quando sono al potere individui della classe proletaria comunista non funziona più la stessa cosa?
I capitalisti sono sempre tutti al potere come classe dominante, perché possiedono e controllano i mezzi di produzione.

Gian_Maria
21-04-10, 12:14
Adesso sono un po' stanco e non ricordo bene la storia come si è svolta... Comunque mi sembra di ricordare che nella durante la fondaziuone della prima internazionale il rivoluzionario anarchico Bakunin e Marx ebbero discussioni accese sulle modalità di instaurazione dei regimi socialisti/comunitari e questo porto all'uscita degli anarco socialisti dalla prima internazionale... Correggimi se sbaglio eh,,,
La rottura tra i socialisti e gli anarchici con la conseguente espulsione democratica di quest’ultimi avvenne perché i primi erano per la lotta politica (uso del voto) mentre gli ultimi erano per la lotta clandestina e violenta.

benjamin_linus
22-04-10, 01:14
La rottura tra i socialisti e gli anarchici con la conseguente espulsione democratica di quest’ultimi avvenne perché i primi erano per la lotta politica (uso del voto) mentre gli ultimi erano per la lotta clandestina e violenta.

Vero.
Col senno di poi, Bakunin aveva visto lungo.

silence
22-04-10, 08:56
La rottura tra i socialisti e gli anarchici con la conseguente espulsione democratica di quest’ultimi avvenne perché i primi erano per la lotta politica (uso del voto) mentre gli ultimi erano per la lotta clandestina e violenta.
Avevo letto il libro Stato e Anarchia ma non ricordavo bene questo passaggio..

silence
22-04-10, 08:57
Vero.
Col senno di poi, Bakunin aveva visto lungo.

Aveva visto lungo e di parecchio...

Gian_Maria
22-04-10, 09:36
In che senso aveva visto lungo?

silence
22-04-10, 09:43
In che senso aveva visto lungo?

Se te lo dovessi spiegare con parole mie ci metterei troppo tempo... Ti rimando a wikipedia:

"Un aspetto importante del pensiero di Bakunin è l'azione rivoluzionaria. Bakunin ha perseguito per tutta la vita questo scopo e, in alcune parti della sua opera, sono rintracciabili le linee guida della concezione rivoluzionaria del pensatore russo. In primo luogo la rivoluzione deve essere essenzialmente popolare: il senso di questa affermazione va ricercato ancora nel contrasto con Marx. I comunisti credevano in un'avanguardia che dovesse guidare le masse popolari attraverso il cammino rivoluzionario. Bakunin invece prevedeva una società segreta che avrebbe dovuto solamente sobillare la rivolta, la quale poi si sarebbe auto-organizzata dal basso.

Altra differenza con il marxismo è l'identificazione del soggetto rivoluzionario. Se Marx vedeva nel proletariato industriale la spina dorsale della rivoluzione (mettendolo in contrapposizione con una classe agricola reazionaria), Bakunin credeva che l'unione tra il ceto contadino e il proletariato fosse l'unica possibilità rivoluzionaria. Marx, in alcuni suoi scritti, non nega la possibilità che il trionfo del proletariato possa giungere senza spargimenti di sangue. Bakunin è invece categorico su questo punto: la rivoluzione, essendo spontanea e popolare, non può essere altro che violenta."
Michail Bakunin - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Michail_Bakunin)

Se volessi approfondire ulteriormente ti consiglio la lettura di Stato e Anarchia...

silence
22-04-10, 09:57
Volevo citare questo... Ho sbagliato la parte dell'articolo...

Lo Stato e il Capitale [modifica]

La dottrina dello Stato di Bakunin è ciò che differenzia, fin dalla loro formazione, le due correnti del socialismo ottocentesco e novecentesco. Lo Stato, secondo entrambe le fazioni, è l'insieme degli organi polizieschi, militari, finanziari ed ecclesiastici che permettono alla classe dominante (la borghesia) di perpetuare i suoi privilegi. La differenza sta nell'utilizzo dello Stato durante il periodo rivoluzionario. Per i marxisti, infatti, vi è una fase del processo rivoluzionario in cui lo Stato è nelle mani del proletariato che lo usa per eliminare la controrivoluzione. Solo dopo tale fase, si avrà la dissoluzione dell'apparato statale, ormai privo della sua funzione, e si potrà giungere a una società priva di classi sociali. Secondo Bakunin (e secondo tutti gli anarchici) invece lo Stato in quanto strumento della borghesia non può che essere usato contro il proletariato. Non essendo infatti possibile che l'intera classe sfruttata amministri l'infrastruttura statale, ci vorrà una classe burocratica ad hoc.

Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello Stato e nuova dominatrice. L'uguaglianza e quindi la libertà, secondo il pensatore russo, non possono esistere nella società marxista. Lo Stato va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria. Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze dal Marxismo sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de Il Capitale fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla concezione materialistica della storia (che prevede l'aspetto economico della società come basilare per l'analisi della stessa).

Gian_Maria
22-04-10, 10:02
Un aspetto importante del pensiero di Bakunin è l'azione rivoluzionaria. Bakunin ha perseguito per tutta la vita questo scopo e, in alcune parti della sua opera, sono rintracciabili le linee guida della concezione rivoluzionaria del pensatore russo. In primo luogo la rivoluzione deve essere essenzialmente popolare: il senso di questa affermazione va ricercato ancora nel contrasto con Marx. I comunisti credevano in un'avanguardia che dovesse guidare le masse popolari attraverso il cammino rivoluzionario. Bakunin invece prevedeva una società segreta che avrebbe dovuto solamente sobillare la rivolta, la quale poi si sarebbe auto-organizzata dal basso.
Anche Marx e gli altri socialisti della Prima Internazionale erano per una rivoluzione dal basso (classe lavoratrice) autorganizzata (“L’emancipazione della classe lavoratrice deve essere l’opera della classe lavoratrice stessa”. Karl Marx), ma con l’uso dei mezzi democratici, soprattutto per evitare/limitare spargimenti di sangue dei lavoratori (visto le armi micidiali di cui dispongono gli stati moderni).
Sono i leninisti e affini che sono per una rivoluzione minoritaria/autoritaria guidata da un’elite d’avanguardia (leader/intellettuali di partito).

benjamin_linus
22-04-10, 13:48
ma con l’uso dei mezzi democratici

Soprattutto su questo punto Bakunin aveva visto molto lungo.

Gian_Maria
22-04-10, 14:36
Quando sarebbero stati usati i mezzi democratici in modo rivoluzionario?
Più che altro Bakunin aveva previsto la degenerazione/distorsione leninista del Marxismo.

Gian_Maria
22-04-10, 14:42
A proposito: che fetore che viene dal forum leninista che è stato da poco creato vicino a questo. :giagia:

silence
29-04-10, 10:14
Anche Marx e gli altri socialisti della Prima Internazionale erano per una rivoluzione dal basso (classe lavoratrice) autorganizzata (“L’emancipazione della classe lavoratrice deve essere l’opera della classe lavoratrice stessa”. Karl Marx), ma con l’uso dei mezzi democratici, soprattutto per evitare/limitare spargimenti di sangue dei lavoratori (visto le armi micidiali di cui dispongono gli stati moderni).
Sono i leninisti e affini che sono per una rivoluzione minoritaria/autoritaria guidata da un’elite d’avanguardia (leader/intellettuali di partito).
E infatti il leninismo non solo è fallito miseramente ma ha pure provocato decine di milioni di morti inutilmente... Non è però fallito "lo spirito di sinistra" (passami il termine) delle grandi masse operaie .

silence
29-04-10, 10:23
Quando sarebbero stati usati i mezzi democratici in modo rivoluzionario?
Più che altro Bakunin aveva previsto la degenerazione/distorsione leninista del Marxismo.
E' sul periodo post rivoluzionario che Bakunin ebbe la sua grande vittoria... Comunque credo abbiano ragione i trotskisti quando sostengono la necessità di un socialismo mondiale :giagia:

Domenico Letizia
29-04-10, 22:29
interessante la discussione però sarei lieto di sentir qualcosa sull'articolo, critiche aggiornamenti, analisi di pensiero........

silence
30-04-10, 09:46
interessante la discussione però sarei lieto di sentir qualcosa sull'articolo, critiche aggiornamenti, analisi di pensiero........

L'articolo non è male, però mi spieghi individualismo e socialismo come possono convivere ? Io penso che l'individualismo sia possibile solo laddove esiste il comunitarismo, non laddove si enfatizza la visione solipsista...

Domenico Letizia
30-04-10, 11:06
L'articolo non è male, però mi spieghi individualismo e socialismo come possono convivere ? Io penso che l'individualismo sia possibile solo laddove esiste il comunitarismo, non laddove si enfatizza la visione solipsista...


Posizioni molto simili, se non sovrapponibili a quelle di chi ha teorizzato una società basata sul libero scambio, sono state propagandate, molto prima che dai contemporanei "anarco-capitalisti", da autori "socialisti", quale del resto Tucker si considerava. Francesco Saverio Merlino, ad esempio, riteneva che "Il socialismo sta nell'equità dei rapporti, nell'abolizione dell'usura, dei monopoli, delle speculazioni, delle frodi, [ma] non nell'interdizione di ogni concorrenza". Come in Tucker, per Merlino, il socialismo è la condizione di eguaglianza nell'accesso al credito ed ai mezzi di produzione senza che la casta politica dei "capitalisti" impedisca la libera concorrenza e produca monopoli legali e rendite parassitarie; è un'ottica, quindi, in cui il socialismo non è rovesciamento del liberalismo, bensì suo superamento. Si intende qui per "capitalismo" proprio ciò che al "mercato" è antitetico: la casta costituita dallo stato congiunto ai trusts economici.

Gian_Maria
30-04-10, 17:14
Comunque credo abbiano ragione i trotskisti quando sostengono la necessità di un socialismo mondiale :giagia:
Attenzione che per loro socialismo significa capitalismo di stato sotto la dittatura di un singolo partito (come i leninisti).

silence
10-05-10, 12:32
Posizioni molto simili, se non sovrapponibili a quelle di chi ha teorizzato una società basata sul libero scambio, sono state propagandate, molto prima che dai contemporanei "anarco-capitalisti", da autori "socialisti", quale del resto Tucker si considerava. Francesco Saverio Merlino, ad esempio, riteneva che "Il socialismo sta nell'equità dei rapporti, nell'abolizione dell'usura, dei monopoli, delle speculazioni, delle frodi, [ma] non nell'interdizione di ogni concorrenza". Come in Tucker, per Merlino, il socialismo è la condizione di eguaglianza nell'accesso al credito ed ai mezzi di produzione senza che la casta politica dei "capitalisti" impedisca la libera concorrenza e produca monopoli legali e rendite parassitarie; è un'ottica, quindi, in cui il socialismo non è rovesciamento del liberalismo, bensì suo superamento. Si intende qui per "capitalismo" proprio ciò che al "mercato" è antitetico: la casta costituita dallo stato congiunto ai trusts economici.
Personalmente respingo le teorie liberali perchè le considero dei dogmi di fede, credo però che l'individuo posso vivere in maniera dignitosa solo laddove esiste giustizia sociale perchè non vi puo' essere libertà laddove non esiste giustizia sociale...

silence
10-05-10, 13:06
Attenzione che per loro socialismo significa capitalismo di stato sotto la dittatura di un singolo partito (come i leninisti).

Infatti quel tipo di socialismo è possibile solo attraverso un apparato coercitivo e capitalista. D'altra parte l'alternativa a una società così composta è una società in cui vige la giustizia sociale e il libero accordo. Dunue credo per consentire l'esistenza di una società simile debba venire meno il potere di veto dell'uomo sull'uomo e cioì è possibile in assenza di stati, di classi e di capitalismo....

Gian_Maria
10-05-10, 17:07
Infatti quel tipo di socialismo è possibile solo attraverso un apparato coercitivo e capitalista.
Quindi in realtà è un tipo di capitalismo (dittatoriale), non di socialismo. :)