brunik
28-03-10, 09:24
Pdl, schierati 5000 gladiatori del voto
per salvare le schede con nomi candidati esclusi
Basta la croce. Validi anche i voti con le preferenze assegnate ai candidati che non sono stati ammessi alla competizione elettorale, lì dove l'intenzione dell'elettore è chiara. Il Pdl arruola i rappresentanti di lista per 'convincere' i presidenti di seggio a non annullare. E il Pd azzarda il "decreto interpretativo per trasformare le sconfitte nel Lazio in vittorie"
http://roma.repubblica.it/images/2010/03/26/171144982-3b7ef07a-a656-4efc-bb51-dca4e54e75f0.jpg
Per il Pdl basta la croce. Un 'esercito' di oltre 5.000 'gladiatori della libertà domenica e lunedì scenderanno in campo per difendere dall'annullamento i voti espressi per quei candidati del Pdl di Roma e provincia rimasti fuori dalla competizione elettorale del Lazio. Il Popolo delle Libertà, con Maurizio Gasparri in prima fila, nella sede del comitato elettorale della candidata del centro destra alla presidenza della Regione Lazio Renata Polverini ha presentato l'inziativa, che subito ha fatto discutere. Sia per la minacciosità del nome (a metà tra il ridicolo e il bullismo, dice Nico Stumpo, della segreteria del Pd) sia per l'intenzione: conteggiare i voti anche di chi, avendo in mente il nome del suo candidato Pdl, andrà a scriverlo sulle schede nonostante non sia stato ammesso alla competizione elettorale. E c' anche va più in là e parla già di "decreto interpretativo per trasformare le sconfitte nel Lazio in vittorie".
GUARDA "Difendere la volontà dell'elettore" (http://tv.repubblica.it/edizione/roma/pdl-nascono-i-gladiatori-del-voto/44610?video=&pagefrom=1)
"Il nostro intento è far prevalere in tutti i modi la volontà politica dell'elettore - spiega il segretario regionale del Pdl Vincenzo Piso - così, ad esempio, se accade che accanto alla preferenza per Polverini viene scritto il nome di un candidato noto del Popolo delle Libertà, rimasto fuori per le note vicende, cercheremo di non farlo annullare". Dei 5.000 'gladiatori', 3.700 opereranno nei seggi della Capitale e avranno il compito di monitorare le operazioni di voto e lo spoglio delle schede.
Una pressione che si riverserà soprattutto sui presidenti di seggio. "Se c'è una croce sulla lista - agginge Piso - è chiaro che l'indicazione politica di quell'elettore è di votare per quello schieramento, che può essere quello di Bonino o Polverini. Il ragionamento non fa una grinza, inoltre esistono delle sentenze del Consiglio di Stato che vanno in questa direzione, poi si esprime una chiara volontà politica. Spetterà ai singoli presidenti contestare".
A chi gli fa presente che, ad esempio, i Radicali saranno pronti a contestare molti voti di questo tipo, Piso ha replicato: "Vorrei capire se nel momento in cui si esprime una preferenza per uno dei simboli riconducibili allo schieramento di centrodestra e poi si mette una preferenza, che ha un valore di carattere secondario, non riconducibile a una lista che è presente in campo a Roma e provincia, cioè il Pdl, se questo voto non esprima una chiara volontà di votare per il centrodestra. Stiamo dando delle indicazioni ai nostri rappresentanti di lista di spingere in una certa direzione, perché già siamo in una situazione imbarazzante da un punto di vista politico se poi ci aggiungiamo anche quest'altro dato, diciamocelo chiaramente quello che si vuole determinare...".
"Ancora una volta il centrodestra si muove per creare un clima di scontro, per trasformare il voto, il momento democratico più significativo, in una prova di forza muscolare". Il Partito Democratico non ci sta. "Non sono i partiti che scrivono le regole - ha detto Stumpo - nessuna forzatura interpretativa, nessuna intimidazione è accettabile, tantomeno tentativi di controllo del voto. Chiediamo al ministro degli Interni Maroni e al Prefetto di Roma il massimo di attenzione perché la regolarità di tutte le operazioni sia garantita". "Come al solito - ha aggiunto il consigliere regionale Pd, candidato alle prossime elezioni regionali, Carlo Umberto Ponzo - non vogliono accettare le regole del gioco e quindi si preparano a violarle dopo il voto. Hanno già deciso che i voti che dovessero arrivare erroneamente per candidati non presenti in lista, dovranno essere ugualmente assegnati al centrodestra. Ovviamente la legge non lo consente ma questo non è mai stato un loro problema. Se non basterà nemmeno questo trucco, la settimana prossima non gli resterà che fare un decreto interpretativo che trasformi le sconfitte del Lazio in vittorie".
Sulla scelta del nome arriva la precisazione ironica del senatore Pdl Stefano De Lillo: "Se alcuni esponenti del Pd sono preoccupati dalla scherzosa definizione romana di 'gladiatori del voto', siamo pronti a ribattezzare i nostri rappresentai di lista 'angeli del voto'. Invitiamo gli esponenti del Pd, preoccupati dalla prossima sconfitta, ad una maggiore e più responsabile serenità". Tra i gladiatori o angeli, comunque sia, non ci saranno Alfredo Milioni e Giorgio Polesi, protagonisti della vicenda della mancata presentazione della lista pdl a roma e provincia:"Non credo abbiano mai coperto questo tipo di ruolo - ha detto Piso- né credo lo ricopriranno questa volta".
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(26 marzo 2010)
Pdl, schierati 5000 gladiatori del voto per salvare le schede con nomi candidati esclusi - Roma - Repubblica.it (http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/03/26/news/gladiatori_voto-2923952/)
per salvare le schede con nomi candidati esclusi
Basta la croce. Validi anche i voti con le preferenze assegnate ai candidati che non sono stati ammessi alla competizione elettorale, lì dove l'intenzione dell'elettore è chiara. Il Pdl arruola i rappresentanti di lista per 'convincere' i presidenti di seggio a non annullare. E il Pd azzarda il "decreto interpretativo per trasformare le sconfitte nel Lazio in vittorie"
http://roma.repubblica.it/images/2010/03/26/171144982-3b7ef07a-a656-4efc-bb51-dca4e54e75f0.jpg
Per il Pdl basta la croce. Un 'esercito' di oltre 5.000 'gladiatori della libertà domenica e lunedì scenderanno in campo per difendere dall'annullamento i voti espressi per quei candidati del Pdl di Roma e provincia rimasti fuori dalla competizione elettorale del Lazio. Il Popolo delle Libertà, con Maurizio Gasparri in prima fila, nella sede del comitato elettorale della candidata del centro destra alla presidenza della Regione Lazio Renata Polverini ha presentato l'inziativa, che subito ha fatto discutere. Sia per la minacciosità del nome (a metà tra il ridicolo e il bullismo, dice Nico Stumpo, della segreteria del Pd) sia per l'intenzione: conteggiare i voti anche di chi, avendo in mente il nome del suo candidato Pdl, andrà a scriverlo sulle schede nonostante non sia stato ammesso alla competizione elettorale. E c' anche va più in là e parla già di "decreto interpretativo per trasformare le sconfitte nel Lazio in vittorie".
GUARDA "Difendere la volontà dell'elettore" (http://tv.repubblica.it/edizione/roma/pdl-nascono-i-gladiatori-del-voto/44610?video=&pagefrom=1)
"Il nostro intento è far prevalere in tutti i modi la volontà politica dell'elettore - spiega il segretario regionale del Pdl Vincenzo Piso - così, ad esempio, se accade che accanto alla preferenza per Polverini viene scritto il nome di un candidato noto del Popolo delle Libertà, rimasto fuori per le note vicende, cercheremo di non farlo annullare". Dei 5.000 'gladiatori', 3.700 opereranno nei seggi della Capitale e avranno il compito di monitorare le operazioni di voto e lo spoglio delle schede.
Una pressione che si riverserà soprattutto sui presidenti di seggio. "Se c'è una croce sulla lista - agginge Piso - è chiaro che l'indicazione politica di quell'elettore è di votare per quello schieramento, che può essere quello di Bonino o Polverini. Il ragionamento non fa una grinza, inoltre esistono delle sentenze del Consiglio di Stato che vanno in questa direzione, poi si esprime una chiara volontà politica. Spetterà ai singoli presidenti contestare".
A chi gli fa presente che, ad esempio, i Radicali saranno pronti a contestare molti voti di questo tipo, Piso ha replicato: "Vorrei capire se nel momento in cui si esprime una preferenza per uno dei simboli riconducibili allo schieramento di centrodestra e poi si mette una preferenza, che ha un valore di carattere secondario, non riconducibile a una lista che è presente in campo a Roma e provincia, cioè il Pdl, se questo voto non esprima una chiara volontà di votare per il centrodestra. Stiamo dando delle indicazioni ai nostri rappresentanti di lista di spingere in una certa direzione, perché già siamo in una situazione imbarazzante da un punto di vista politico se poi ci aggiungiamo anche quest'altro dato, diciamocelo chiaramente quello che si vuole determinare...".
"Ancora una volta il centrodestra si muove per creare un clima di scontro, per trasformare il voto, il momento democratico più significativo, in una prova di forza muscolare". Il Partito Democratico non ci sta. "Non sono i partiti che scrivono le regole - ha detto Stumpo - nessuna forzatura interpretativa, nessuna intimidazione è accettabile, tantomeno tentativi di controllo del voto. Chiediamo al ministro degli Interni Maroni e al Prefetto di Roma il massimo di attenzione perché la regolarità di tutte le operazioni sia garantita". "Come al solito - ha aggiunto il consigliere regionale Pd, candidato alle prossime elezioni regionali, Carlo Umberto Ponzo - non vogliono accettare le regole del gioco e quindi si preparano a violarle dopo il voto. Hanno già deciso che i voti che dovessero arrivare erroneamente per candidati non presenti in lista, dovranno essere ugualmente assegnati al centrodestra. Ovviamente la legge non lo consente ma questo non è mai stato un loro problema. Se non basterà nemmeno questo trucco, la settimana prossima non gli resterà che fare un decreto interpretativo che trasformi le sconfitte del Lazio in vittorie".
Sulla scelta del nome arriva la precisazione ironica del senatore Pdl Stefano De Lillo: "Se alcuni esponenti del Pd sono preoccupati dalla scherzosa definizione romana di 'gladiatori del voto', siamo pronti a ribattezzare i nostri rappresentai di lista 'angeli del voto'. Invitiamo gli esponenti del Pd, preoccupati dalla prossima sconfitta, ad una maggiore e più responsabile serenità". Tra i gladiatori o angeli, comunque sia, non ci saranno Alfredo Milioni e Giorgio Polesi, protagonisti della vicenda della mancata presentazione della lista pdl a roma e provincia:"Non credo abbiano mai coperto questo tipo di ruolo - ha detto Piso- né credo lo ricopriranno questa volta".
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(26 marzo 2010)
Pdl, schierati 5000 gladiatori del voto per salvare le schede con nomi candidati esclusi - Roma - Repubblica.it (http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/03/26/news/gladiatori_voto-2923952/)