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Visualizza Versione Completa : Rumore degli aerei militari svizzeri: inizia la campagna di addestramento



Zarco
07-01-08, 19:29
Rumore degli aerei militari: inizia la campagna

Ad aprire le danze sono stati gli avversari dell'iniziativa «contro il rumore dei velivoli da combattimento nelle regioni turistiche». Sull'iniziativa, lanciata dall'ambientalista Franz Weber, si voterà il 24 febbraio.
Il comitato contrario, in cui sono rappresentati tutti i partiti borghesi, considera la proposta un primo passo verso l'abolizione dell'esercito. I voli di addestramento in Svizzera diventerebbero quasi impossibili.

«Nonostante il nome innocuo, quest'iniziativa è in realtà molto pericolosa», ha dichiarato lunedì alla stampa il deputato dell'Unione democratica di centro (UDC) Adrian Amstutz. Essa mira infatti a vietare, in tempo di pace, le esercitazioni con aerei del tipo FA-18 (Hornet) e F-5 (Tiger) nei cieli delle aree di svago.

In caso d'approvazione, la Svizzera non potrebbe più proteggere efficacemente il proprio spazio aereo. Se si vietano gli aerei da combattimento nelle regioni turistiche, le forze aeree non potranno praticamente più addestrarsi. Secondo la deputata democristiana Ida Glanzmann, «quest'iniziativa costituisce un primo passo verso la soppressione dell'esercito».

Per mancanza di spazio aereo, la Svizzera non potrebbe più organizzare grosse manifestazioni quali l'Euro 2008, il Forum economico di Davos o le riunioni diplomatiche internazionali, ha aggiunto il segretario generale del partito liberale Christophe Berdat. A suo modo di vedere, il paese sarebbe «facilmente preda di attacchi terroristici» e «diventerebbe rapidamente uno tra gli Stati meno sicuri del mondo».

Preoccupazioni locali

Nella regione dell'aerodromo militare di Meiringen l'opposizione contro quest'iniziativa di Franz Weber è molto forte, ha sottolineato Susanne Huber, sindaco del comune dell'Oberland bernese.

Per la regione, la piazza aerea di Meiringen è di «enorme» importanza, ha proseguito Huber. Le imprese legate alle Forze aeree offrono oltre 180 posti di lavoro, mentre l'aerodromo e i corsi di ripetizione fruttano all'economia locale circa 25 milioni di franchi l'anno, ha aggiunto.

L'iniziativa «Contro il rumore dei velivoli da combattimento nelle regioni turistiche» ha tuttavia tratto origine proprio dalle discussioni sorte a proposito dell'inquinamento fonico nella regione dell'aerodromo di Meiringen.

Nelle regioni coinvolte il problema si è aggravato negli ultimi anni, poiché i voli militari si concentrano ormai in soli tre aeroporti. Oltre che a Meiringen, le esercitazioni aeree si svolgono a Payerne, nel canton Vaud, e a Sion, nel canton Vallese.

Il noto ambientalista Franz Weber, che negli scorsi anni aveva contribuito al salvataggio di un grande albergo nell'Oberland bernese, si è fatto interprete di questo malcontento. Nella sua argomentazione a favore dell'iniziativa, i possibili danni del rumore per il turismo nelle regioni di montagna hanno un posto di primo piano. In parlamento Weber ha però potuto contare solo sul sostegno della sinistra e dei Verdi. E anche fra i sostenitori sono stati espressi alcuni dubbi sulla formulazione troppo vaga del testo dell'iniziativa.

Fonte: Swissinfo e agenzie

Zarco
20-01-08, 15:33
«Contro il rumore, non contro l'esercito»

A detta del suo promotore Franz Weber, l'iniziativa popolare «Contro il rumore dei velivoli da combattimento nelle regioni turistiche» non è diretta contro le forze armate, ma soltanto contro l'inquinamento fonico eccessivo provocato dall'aviazione.
I favorevoli alla proposta, sulla quale si voterà il 24 febbraio, hanno incominciato venerdì la loro campagna replicando all'accusa di voler mettere in pericolo l'esercito.

Franz Weber ha difeso pubblicamente l'iniziativa popolare contro il rumore degli aerei militari nelle zone turistiche. Nel quadro di una conferenza stampa tenutasi venerdì a Berna, l'ecologista di Montreux ha respinto le accuse di chi vede nella sua iniziativa unicamente la volontà di attaccare l'esercito e di difendere il «Grandhôtel Giessbach», da lui salvato, situato nei pressi dell'aerodromo di Meiringen.

L'iniziativa popolare proposta da Franz Weber mira segnatamente a vietare – in tempo di pace – le esercitazioni con gli aerei militari del tipo F/A- 18 (Hornet) e F-5 (Tiger) nelle regioni turistiche e di svago.

Lo scopo del disegno è quello di evitare che i turisti abbandonino regioni come l'Oberland bernese o il Vallese. Sia il Consiglio federale che il parlamento raccomandano di bocciare l'iniziativa.

False accuse

Nel quadro dell'incontro con i media, Franz Weber ha affermato che la sua proposta non è affatto rivolta contro l'esercito in generale. A suo dire, il testo presentato non impedisce lo svolgimento di operazioni importanti come quelle legate al Forum economico di Davos o ai campionati europei di calcio.

Secondo l'ecologista gli aerei in questione figurano tra i più rumorosi al mondo, e sarebbero assolutamente inadatti alla configurazione geografica della Svizzera. In merito all'accusa di curare i propri interessi personali relativi al «Grandhôtel Giessbach», Weber ha parlato di «calunnie».

A tal proposito, egli ha commentato che non é né inquilino né proprietario della struttura in questione e che – se veramente avesse inteso agire a suo esclusivo beneficio – avrebbe potuto limitarsi a un'iniziativa cantonale.

Governo contrario

Nel messaggio del 13 settembre 2006 concernente l'iniziativa, l'esecutivo ha dal canto suo evidenziato i rischi legati a un'eventuale accettazione. Attualmente, infatti, i settori di addestramento per i velivoli militari si trovano sopra le Alpi, vale a dire sopra tipiche regioni turistiche della Svizzera.

Qualora l'iniziativa fosse approvata, i settori di addestramento sarebbero quindi drasticamente ridimensionati, tanto da impedire – secondo gli oppositori – l'esecuzione di esercizi con velivoli da combattimento sopra il territorio della Confederazione.

A loro dire, se concretizzata, l'iniziativa comprometterebbe seriamente la prontezza d'impiego dei velivoli da combattimento e la Svizzera non potrebbe più salvaguardare in modo credibile la sovranità sul proprio spazio aereo e il suo statuto di Stato sovrano e neutrale.

Fonte: Swissinfo e agenzie

Zarco
18-02-08, 21:12
Nessuna sicurezza senza il controllo dello spazio aereo

A giorni il popolo si pronuncerà sull’iniziativa tendente a vietare agli aerei da combattimento il sorvolo delle zone turistiche svizzere. Il titolo dell’iniziativa può apparire accattivante, ma deve essere chiaro che in caso di accettazione le conseguenze per la sicurezza del nostro territorio e per l’aviazione militare svizzera saranno disastrose. Tutti gli spazi di allenamento, già oggi molto ridotti per la presenza dell’aviazione civile, le saranno preclusi e di fatto questa situazione comporterà il “grounding” obbligato degli aviogetti.

Nessuno contesta che essi facciano rumore. La problematica esiste e il dipartimento ne è consapevole. Le numerose misure intraprese negli ultimi anni per ridurre le emissioni foniche e le conseguenze del rumore sono la prova più concreta di quest’impegno.

Con le successive riforme dell’esercito gli aerei da combattimento sono scesi da 400 agli 87 di oggi (33 FA-18 e 54 F-5 Tiger). È di questi giorni la notizia che saranno ulteriormente ridotti. Il numero dei movimenti aerei è stato drasticamente limitato e l’attività aviatoria si è concentrata su tre aerodromi, quelli di Meiringen, Sion e Payerne, al posto della decina di prima. Si è proceduto ad una rigorosa riduzione degli orari di volo diurni, con l’esclusione quasi totale di quelli notturni. È cambiato l’approccio operativo con un uso sistematico dei simulatori di volo per gli allenamenti dei piloti e con la graduale attivazione di procedure di decollo e di atterraggio studiate per diminuire considerevolmente il rumore circostante.

È importante essere coscienti che, in caso di accoglimento dell’iniziativa, sarà molto difficile far volare velivoli da combattimento all’interno dello spazio aereo svizzero, con il conseguente smantellamento della flotta aerea militare. Il pericolo più grave è un altro: il rischio di totale mancanza di una polizia aerea. Non esisterebbe più nessuno in grado di sorvegliare adeguatamente il nostro spazio aereo. In poche parole verrebbe a mancare la necessaria sicurezza sopra le nostre teste. Sarebbe come volere un corpo di polizia forte, efficiente e costantemente presente sul territorio e poi precludergli la possibilità di allenarsi ed agire. Un controsenso e un gesto autolesionista. Forse non tutti sanno che in caso di difficoltà dell’aviazione civile, di pannes aeree o dei sistemi radio intervengono rapidamente velivoli da combattimento per aiutare, sostenere e scortare. Lo stesso succede nel caso di violazione della sovranità aerea. Se un aviogetto vi penetra illegalmente o senza permesso, la nostra aviazione militare si interpone per proteggere e prevenire. Conosciamo l’importanza di questi interventi soprattutto nel caso di attacchi terroristici o di gesti sconsiderati di singoli o gruppi. Ma non finisce qui. La Svizzera non potrebbe più garantire l’organizzazione di manifestazioni a carattere internazionale come quella che avrà luogo fra alcuni mesi per Euro 08.

Senza contare le perdite finanziarie e d’immagine. Nelle zone toccate si dovrebbero poi smantellare le strutture esistenti, con la perdita di 220 posti di lavoro solo presso la base di Meiringen. Andrebbero inoltre abbandonati investimenti milionari, previsti ogni anno a favore della nostra economia. Le località interessate perderebbero inoltre tutto quanto ruota intorno a tale organizzazione, cifre consistenti che generano un considerevole indotto economico. Non è con questo tipo di proposte che si trova la migliore soluzione ai problemi. Piuttosto è meglio dare avvio ad un costruttivo ed aperto dialogo fra le parti coinvolte e le autorità locali allo scopo di trovare soluzioni accettabili per tutti e una buona coabitazione comune.

Roberto Badaracco, avvocato (via Ticinonews)

Zarco
19-02-08, 21:27
Vallese diviso sugli aerei militari

L'elettorato svizzero voterà il 24 febbraio sull'iniziativa popolare, lanciata dall'ecologista Franz Weber, che vuole bandire i voli dei jet militari dalle zone turistiche.
swissinfo ha sondato il terreno nel sud del canton Vallese - regione fortemente dipendente dal turismo e al contempo confrontata con il problema del rumore dei velivoli militari - per fare il punto della situazione.

"Gli aerei da combattimento F/A-18 sono così rumorosi da obbligare due persone ad interrompere la loro conversazione, perché non riescono più a sentirsi", commenta Jean-Nicolas Revez, presidente dell'associazione vallesana dei camping e proprietario del campeggio del Botza, situato ad otto chilometri dall'aerodromo civile e militare di Sion.

"Non è che ci siano valanghe di protesta da ogni singola infrastruttura turistica. Ma sommate, le rimostranze sono numerose", spiega il direttore di Vallese Turismo Vincent Bornet.

Il turismo è la principale fonte di reddito della valle del Rodano, dal passo della Furka fino al Lago lemano. La stessa area riveste tuttavia un'importanza strategica per l'esercito svizzero, che ha una base aerea nelle vicinanze di Sion, operativa sin dal 1943.

A Sion non c'è una struttura permanente per la formazione dei piloti. Essendo a pochi minuti di distanza dalle due grandi basi di Payerne e di Meiringen, per 23 settimane all'anno, F/A-18, Tiger F-5 e PC-21 fanno la spola da queste due verso l'aerodromo vallesano per le esercitazioni di addestramento.

Un frastuono infernale

"Ci sono giorni in cui è terribile. Il frastuono echeggia nella valle e in certi momenti è assordante", afferma Vincent Vultagio, un abitante di Châteauneuf, di fronte all'aerodromo.

Le Forze aeree, assicurando di non voler minimizzare il problema del rumore, replicano che non si deve nemmeno esagerare. La regione non si trova in stato d'assedio. Accumulati sull'arco di un anno questi decolli equivalgono a un totale di quattro ore. E entro il 2010 dovrebbe esserci un calo del 30 per cento del numero totale dei movimenti (decolli e atterraggi).

Ma mentre diminuirà il numero delle missioni di Tiger, che dovranno essere sostituiti, aumenterà quello degli F/A-18 che sono nettamente più rumorosi.

Proteste

La gente della regione rimprovera alle Forze aeree di non aver mantenuto la parola sul numero dei voli e di ignorare le lagnanze.

Ma Antoine Jacquot, direttore della base aerea di Sion, ribatte che le esigenze della popolazione locale e dei turisti vengono esaminate seriamente.

"Abbiamo un dialogo continuo con il cantone sui piani di volo e abbiamo adottato diversi provvedimenti per ridurre il lasso di tempo di rumore", afferma.

È così stato deciso che i voli possono essere effettuati solo negli orari d'ufficio, non di notte e nemmeno durante il fine settimana o i periodi di vacanza. Fra le misure prese figurano anche l'aumento delle simulazioni di volo e dei voli all'estero, nella misura del possibile far decollare due aerei simultaneamente e 20 milioni di franchi di contributi per insonorizzare appartamenti.

Popolazione sorda?

Finora, tuttavia, pochi abitanti della regione si sono impegnati pubblicamente a favore di Franz Weber e della sua iniziativa. La maggior fonte di dubbio che fa titubare la gente è il futuro dell'aeroporto.

"L'iniziativa è veramente estrema. Un bando totale potrebbe causare problemi e mettere in pericolo la sopravvivenza dell'aeroporto", osserva Bornet.

L'aerodromo di Sion genera 80 milioni di franchi di reddito per la regione e si stima che alle autorità locali costerebbe 45 milioni all'anno farlo funzionare senza i militari.

Dietro le quinte, però, in molti sperano che l'iniziativa ottenga un buon risultato alle urne, per mettere i militari sotto pressione nelle trattative con il cantone sui piani di volo.

Per Yves Balet, presidente dell'associazione che rappresenta gli interessi del vicinato ARAS, "l'80% della popolazione vuole una soluzione mista - civile e militare - per l'aeroporto".

"Ma il rumore in sé non è la questione principale", aggiunge. Molto più importante per la gente del posto, è l'impatto dell'esposizione al rumore sul valore delle proprietà fondiarie, che riguarda oltre 6000 persone. E la gente difende "con i denti e le unghie" le proprie terre, rileva Balet.

Fonte: Simon Bradley / Sonia Fenazzi (Swissinfo)