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Visualizza Versione Completa : Residenza agli stranieri, solo con precisi requisiti



[Assalto]
08-01-08, 23:23
L'opinione di Daniele Passigli

Trento, 7 gennaio 2008. - I nostri antenati, quando andavano all'estero per lavorare, dovevano sottostare a tutta una serie di restrizioni e di controlli piuttosto rigorosi. E chi sgarrava, veniva rispedito a casa.

"Chiedere rigore non significa essere razzisti o xenofobi: piuttosto, il dubbio è che chi grida allo scandalo e chi ci bolla come intolleranti potrebbe essere semmai lui stesso lo strumento (consapevole o meno) utilizzato da una regia malavitosa"
http://www.trentinolibero.org/immagini/cartadentita.jpg Ovviamente, la società si evolve e le regole tendono anch'esse ad aggiornarsi. La modernizzazione passa, ovviamente, anche attraverso l'atteggiamento di fiducia delle istituzioni nei confronti delle persone e ogni conquista di civiltà (per esempio il riconoscimento dei diritti fondamentali della persona) è sacrosanta.
Ma non è questo il punto che vorremmo evidenziare.
Piuttosto, oggi esiste un'altra triste consapevolezza: l'immigrazione è un fenomeno determinato da un preciso progetto di tipo eversivo e malavitoso, che intende destabilizzare le società maggiormente progredite al fine di abbassare le soglie di tutela dei diritti conquistati, a fatica, dai cittadini.
Vivere nell'emergenza del terrorismo, dei reati contro le persone (violenze, stupri, rapine) e le cose (furti, danneggiamenti), dei reati contro la sicurezza, la morale e la fede pubblica significa dover necessariamente abbassare le soglie delle tutela nei confronti di tutti i cittadini. Una così massiccia immigrazione clandestina e/o di soggetti privi della necessaria capacità di integrazione (culturale, economica e sociale) comporta una destabilizzazione complessiva della società ospitante. E richiedere rigore, allora, non significa affatto essere razzisti o xenofobi: piuttosto, il dubbio è che chi grida allo scandalo e chi ci bolla come intolleranti potrebbe essere semmai lui stesso lo strumento (consapevole o meno) utilizzato dalla regia malavitosa.
Per questa ragione, diciamo: va bene riconoscere all'immigrato la possibilità di stabilirsi nel territorio della repubblica italiana, ma servono anche delle precise garanzie: così come i nostri antenati, quando emigravano, dovevano rispettare le leggi dei paesi che li ospitavano, anche noi oggi diciamo che l'immigrato deve sottostare a precisi codici di condotta posti nell'interesse reciproco, che poi è anche lo stesso interesse dell'immigrato onesto!
Sappiamo, ad esempio, che dall'iscrizione della residenza anagrafica dipendono tutta una serie di istituti diretti a riconoscere importanti agevolazioni, che vanno dalla casa all'assistenza. Per questa ragione, vorremmo che per poter ottenere la residenza fossero necessarie tre condizioni fondamentali:
a) che siano in possesso di un adeguato reddito: attualmente questo requisito viene previsto solo per gli immigrati comunitari e con scarsa incisività; vorremmo che fosse esteso a tutti gli immigrati e che il possesso di tale requisito fosse una pre-condizione per poter ottenere l'iscrizione ed il mantenimento della residenza anagrafica; d'altra parte, se una persona non ha adeguato reddito, significa che egli dispone di denaro da provenienza illecita oppure che sia egli stesso un soggetto esposto al ricatto malavitoso, con tutto quello che questo comporta;
b) che siano in possesso dell'assicurazione sanitaria: questo requisito (già implicitamente assolto per i lavoratori regolari) vorremmo fosse richiesto per almeno un anno dalla data della richiesta di iscrizione anagrafica e che fosse mantenuto anche successivamente;
c) che siano in possesso di una buona condotta: con questo concetto intendiamo una cosa semplice, e cioé che al momento dell'iscrizione anagrafica e per il mantenimento della stessa l'immigrato dimostri di non aver commesso gravi reati dolosi contro le persone, le cose, la sicurezza, in materia di armi e stupefacenti, in materia di prostituzione e pedofilia ecc.
Da qui una nostra idea: far approvare una mozione dagli enti locali (in particolare: amministrazioni comunali che, ricordiamolo, gestiscono le anagrafi della popolazione residente) affinché, da un lato, applichino rigorosamente le norme che già ci sono (si pensi alla necessaria preventiva verifica dell'agibilità degli edifici) e che, purtroppo, spesso vengono ignorate e (magari volutamente) dimenticate e, dall'altro, pongano in essere effettive attività di controllo sulla presenza degli immigrati (ad esempio verificando se c'è produzione di rifiuti, se c'è consumo nelle bollette delle varie utenze) ai fini di attivazione delle procedure per le cancellazioni.
Ma anche gli strumenti che pur già ci sono si rivelano, spesso, insufficienti: da qui la nostra richiesta di rivedere le leggi esistenti al fine di renderle maggiormente compatibili con il problema di sicurezza in atto e porre in essere tutte le azioni necessarie a contrastare i disegni di destabilizzazione malavitosa.
Si tratta, tutto sommato, di una richiesta equilibrata e, soprattutto, rispettosa della legalità: ovviamente sconsigliamo ai sindaci ed alle giunte comunali di adottare ordinanze o provvedimenti che potrebbero determinare problemi anche di ordine penale, amministrativo o civile; inoltre, in una materia come questa non è pensabile di applicare la legge in modo discontinuo sul territorio nazionale, perché è importante un'azione concertata ed ampia per contrastare il fenomeno malavitoso in atto contro tutta la nostra nazione. Vorremmo, pertanto, pur nel necessario rispetto della legalità e delle leggi, far arrivare un segnale forte affinché le amministrazioni dimostrino sensibilità ed interesse nei confronti della sicurezza dei propri cittadini e, nel contempo, affinché il governo stesso, purtroppo latitante in questo momento, prenda atto delle richieste e ponga in essere le soluzioni adeguate.
Riportiamo, di seguito, la nostra proposta da portare nei consigli comunali di ogni amministrazione che intendiamo coinvolgere.


Daniele Passigli - portavoce de LA DESTRA di Trento

http://www.trentinolibero.org/

[Assalto]
08-01-08, 23:49
MOZIONE presentata dal consigliere Zenatti Marco (e portavoce de LA DESTRA del Trentino-alto Adige) all'amministrazione comunale di Rovereto
LA RESIDENZA ANAGRAFICA: CONCEDERLA SOLO AGLI STRANIERI CHE SIANO IN POSSESSO DEI REQUISITI DI BUONA CONDOTTA E DI CAPACITA’ DI AUTOSOSTENTAMENTO


Oggetto: mozione in ordine al riconoscimento della residenza anagrafica
Il relatore comunica:
Il concetto di residenza anagrafica, fino a non molti anni fa, non assumeva una particolare connotazione e veste politica in quanto pur esistendo una normale situazione di flussi migratori, tuttavia questi appartenevano alla normalità dello sviluppo demografico.
Il divario economico tra le varie zone geo-politiche e le pratiche anche di tipo malavitoso hanno, però, alterato fortemente la situazione mettendo in atto dei flussi migratori che non hanno precedenti nella storia dell’europa.
Dalle grandi metropoli al più piccolo paese di periferia la presenza di stranieri e di extracomunitari pone delicati problemi per la convivenza, per l’economia, per la legalità.
Per la convivenza: l’assenza di una vera politica di immigrazione comporta la difficoltà di assimilazione tra culture e la crescita di una vera e propria incomunicabilità tra gruppi culturali; il danno, allora, diventa duplice perché all’atteggiamento di “rifiuto” del cittadino nei confronti dello straniero si accompagna anche la consapevolezza (da parte dello stesso straniero) di non essere “tollerato”; alla mancanza di dialogo si accompagna la crescita delle barricate per la crescente incomunicabilità; sarebbe importante, allora, che la politica si facesse carico del problema dell’immigrazione con l’atteggiamento della responsabilità e della consapevolezza: si può e si deve, anche, accettare ed accogliere lo straniero quando questo è privo di pendenze penali gravi per reati che possono mettere a rischio la sicurezza dei cittadini ed è in possesso di un adeguato reddito tale da consentirgli il sostentamento proprio e della sua famiglia; diversamente, infatti, lo straniero verrebbe percepito dalla nostra popolazione come il “diverso malavitoso” ingenerando un’immagine diffusa controproducente per qualsiasi progetto che abbia a cuore la pacifica convivenza;
per l’economia: è ben vero che la presenza dell’extracomunitario è legata alle richieste occupazionali; quello che va evitato, però, è che questo possa soggiornare o, peggio, ottenere la residenza a fronte di occupazioni precarie ed irregolari che possono, in realtà, mettere in difficoltà a causa della concorrenza sleale proprio le nostre imprese che intendono svilupparsi;
per la legalità: se uno straniero ha precedenti penali gravi ovvero non è in grado di dimostrare il proprio autosostentamento economico è egli stesso vittima dei gruppi malavitosi, eversivi e terroristici; di fronte al ricatto egli potrebbe essere indotto a comportamenti pericolosi per sé e per la società che lo ospita e potrebbe, a sua volta, diffondere le radici ed i germi di un male destinato a perpetuarsi; l’immigrazione clandestina e quella che porta all’interno del nostro territorio lavoratori dediti ad attività irregolari è stata determinata da vere e proprie organizzazioni criminali e malavitose che mirano a destabilizzare la nostra società, i suoi valori ideali ed identitari, la nostra economia; la politica non può compiacersi di questo progetto criminale e deve porre in essere ogni strumento idoneo.
Uno degli strumenti utili per il ripristino della legalità, per il sostegno di un’economia sana e per una pacifica convivenza è costituita da una più puntuale definizione del concetto di residenza anagrafica e da una puù puntuale applicazione, anche in sede amministrativa, della stessa.
Dalla residenza anagrafica, infatti, dipendono tutta una serie di aspetti legati alla presenza di stranieri comunitari e non: dal permesso di soggiorno per arrivare all’erogazione di benefici per la casa, per la maturazione della cittadinanza e via dicendo.
Gli enti locali hanno la piena consapevolezza che, in una materia tutta regolata da puntuali norme di legge peraltro di esclusiva competenza statale essendo legata alla sicurezza, all’ordine pubblico, alla materia anagrafica ed elettorale, vogliono tuttavia impegnarsi a sostenere delle azioni improntate ad una logica di integrazione delle leggi statali nell’ambito del principio di sussidiarietà ed intendono farsi promotori di una chiara e non equivoca richiesta nei confronti del legislatore affinché applichi rigorosamente i concetti che abbiamo appena esposto di convivenza, di sostenibilità economica e di legalità nelle politiche di immigrazione.


IL CONSIGLIO COMUNALE


udita la relazione
ritenuto di definire indirizzi politico-amministrativi nei riguardi dell’amministrazione comunale impegnando la stessa a farsi portavoce delle esigenze di convivenza, sostenibilità economica e di legalità nelle politiche di immigrazione e, in particolalri, di farsi anche portavoce per un’applicazione corretta dell’istituto della residenza anagrafica richiedendo, nel contempo, i necessari interventi legislativi correttivi
attesa la propria competenza ai sensi dell’articolo 26, 1° DPReg 1.2.2005, n. 3/L


DELIBERA


1.di impegnare il sindaco in qualità di ufficiale del governo preposto alle funzioni anagrafiche e la giunta comunale in qualità di organo preposto alla definizione di indirizzi gestionali degli uffici comunali di impartire le disposizioni necessarie per una puntuale osservanza delle norme in materia di trasferimento della residenza anagrafica sul territorio comunale, in particolare:
-esigendo che ciascuna pratica sia assistita da una puntuale verifica dell’effettiva presenza dell’imigrato nella residenza dichiarata e che siano attivate le pratiche di cancellazione nel caso in cui gli stessi non risultino reperibili presso l’abitazione ai sensi dell’articolo 11, 1° lettera “c” del regolamento anagrafico;
-esigendo che per ogni richiesta di iscrizione o rinnovo anagrafico (ai sensi dell’articolo 7, 3° del regolamento anagrafico) da parte di cittadini comunitari e di cittadini di Stati non appartenentì all'Unione Europea gli uffici trasmettano la segnalazione alla Questura ed alla Prefettura per gli accertamenti di loro competenza al fine di ottenere la verifica che non sussistano cause di allontanamento/espulsione e di subordinare l’iscrizione medesima al riscontro negativo in ordine all’esistenza di tali cause;
2.di impegnare la giunta comunale ad impartire ogni direttiva gestionale finalizzata all’applicazione puntuale della normativa anagrafica nei confronti degli immigrati:
-al fine di sottoporre gli stessi ad adeguati controlli l’effettiva presenza sul territorio comunale, anche attraverso verifiche da parte della polizia municipale, attraverso l’esame dei consumi delle utenze (acqua, gas, energia elettrica, rifiuti) atte a rivelare anomalie (mancata presenza o, al contrario, presenze da ritenersi eccessivamente numerose rispetto alle presenze dichiarate) al fine di attivare le procedure di cancellazione anagrafica ai sensi dell’articolo 19 del regolamento anagrafico e le eventuali segnalazioni di situazioni abusive all’autorità di pubblica sicurezza;
-al fine di verificare la sostenibilità economica degli interventi edilizi effettuati da immigrati (comunitari e non) segnalando eventuali anomalie alle autorità preposte alla pubblica sicurezza per i provvedimenti di cui all’articolo 6, 5° del TU stranieri 286/98;
-al fine di dare puntuale applicazione all’articolo 6, comma 2 del TU stranieri che dispone che “fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi, i documenti inerenti al soggiorno di cui all'articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati.” e che, pertantom, vi sia il necessario coordinamento anche tra gli uffici dell’anagrafe e quelli del settore commerciale ed edilizio;
-al fine di dare puntuale applicazione all’articolo 43 del regolamento anagrafico che prescrive che prima di poter essere occupato un immobile deve essere dotato della necessaria agibilità e che vi sia, a tal fine, il necessario coordinamento tra gli uffici anagrafici e quelli del settore edilizio con verifica, anche, del regolare accatastamento dell’immobile da occupare;
3.di impegnare l’amministrazione a sostenere ogni ulteriore iniziativa, anche di carattere legislativo nazionale e, all’occorrenza, europeo eventualmente da concordare anche a livello sovracomunale e con il coinvolgimento dei cittadini, che prevedano:
-che per poter ottenere la residenza anagrafica da parte di immigrati sia prodotta idonea certificazione che comprovi il possesso di un reddito adeguato da definire anche in relazione alla zona in cui tale residenza è richiesta; per il primo anno si può accettare anche una dichiarazione a condizione che entro tale lasso di tempo sia comprovato il possesso del reddito richiesto a pena di successiva cancellazione della residenza anagrafica;
-che per ottenere la residenza anagrafica sia prodotta agli organi del comune la certificazione assicurativa prevista dall’articolo 7, 1° lettera “b” del D. Lgs. 20/07 (chea ttualmente è previsto solo per i cittadini comunitari), che questa costituisca un adempimento esteso a tutti i non cittadini italiani e che al momento dell’iscrizione sia garantita l’iscrizione per almeno un anno e che vi sia, anche successivamente, la continuità ai fini della residenza anagrafica;
-che costituisca motivo ostativo per la concessione della residenza anagrafica la presenza, nel certificato penale, di reati dolosi caratterizzati da violenza su cose o persone nonché per reati di immigrazione clandestina, di tipo mafioso, di terrorismo, contro la fede pubblica, in materia di armi e stupefacenti, contro la morale (prostituzione e pedofilia) e l’ordine pubblico;
-che non sia concessa la residenza anagrafica in relazione a immobili privi dell’agibilità, delle dichiarazioni di conformità a norma dell’impianto termico, elettrico e sanitario nonché dell’accatastamento;
-che la residenza anagrafica debba essere cancellata per i soggetti che, successivamente all’iscrizione e fino alla concessione della cittadinanza, non mantengano il possesso di un reddito adeguato come definito sopra;
-che la residenza anagrafica sia cancellata per i soggetti che, successivamente all’iscrizione e fino all’ottenimento della cittadinanza italiana, commettano i reati come sopra definiti;
-che a seguito della cancellazione della residenza anagrafica sia disposto l’allontanamento coattivo dal territorio nazionale e che non sia consentito il rientro per almeno 10 anni;
-che sia rivista la disciplina di cui all’articolo 2, comma 3 della legge anagrafica del 1954 relativa all’iscrizione anagrafica dei soggetti senza fissa dimora in modo da consentirne l’applicazione ai soli cittadini italiani e non agli immigrati comunitari e non (per i quali varranno, pertanto, dovranno valere le ordinarie regole di iscrizione anagrafica);
di disporre la comunicazione della presente deliberazione al Commissariato del governo della provincia di Trento, alla Questura, al consiglio provinciale, agli organi di informazione

http://www.la-destra.taa.it/documentazione/comunicati/2008-01-05-iscrizione_anagrafe.html

Dott. Fracchia
01-05-08, 20:32
a che cazzo vi serve il voto degli stranieri?