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Visualizza Versione Completa : Riconsegno Il Basco



enteomane
27-01-08, 15:59
L'ultima volta che ho indossato il mio basco rosso è stato per la cerimonia del funerale di mio cugino Massimo Pagliuca, gli ufficiali americani dell'ambasciata avevano organizzato un picchetto in suo onore ed io ho voluto salutarlo da paracadutista, perchè Massimo era stato un paracadutista, indossando l'emblema di ogni parà, il basco rosso. Io ho vestito l'uniforme all'età di 16 anni ed ho affrontato molti sacrifici per diventare un paracadutista della Brigata Folgore, quando questo è avvenuto ho vissuto una grande soddisfazione per essere entrato nella ristretta cerchia dei soldati d'azione, nell'elite. Ho donato quattro anni della mia vita all'Esercito, in uniforme, ed il resto di questi 23 anni alle attività complementari, senza uniforme, che ho condotto in ogni parte del mondo, in ogni luogo ove sono stato inviato, con ogni condizione politico-militare, in pace ed in guerra, accettando ogni rischio ed ogni sacrificio, sia per il ritorno economico di cui ho beneficiato, sia perchè ho sempre creduto che ogni attività alla quale ho preso parte, militare o non ortodossa, fosse sempre e solo indirizzata al bene della difesa delle istituzioni del nostro Stato, libero e democratico. Oggi ho 40 anni e ho raggiunto una maturità storica, ho mantenuto una autonomia di pensiero, ho guadagnato la mia libertà da un vincolo di bella fratellanza ma anche di inutile sudditanza. Riconsegno il mio basco rosso fino a quando la Folgore non farà pulizia e luce su alcuni episodi che sono accaduti in questi anni, nei quali dei "colleghi" hanno posto in essere una serie di azioni che hanno violato quel contratto di fedeltà che abbiamo fatto, prima allo Stato e poi alla Folgore stessa. Questo non significa che la Folgore sia una istituzione marcia o pregna di soggetti malvagi, al contrario è ed è sempre stata in prima linea offrendo la vita dei propri uomini in ogni missione che gli è stata affidata ed è piena di giovani capaci, fedeli ed oggi fortunatamente meno politicamente condizionati di prima, significa però che la Folgore forma anche quegli uomini che una volta raggiunti dei livelli superiori di operatività usano il proprio addestramento in modo che io ritengo pericoloso per la nostra libertà. La riconsegna del basco, e chiunque sia stato paracadutista comprende il mio "dolore" nel farlo, è un segnale che voglio dare a coloro che in qualche modo hanno tradito la fratellanza, l'onore, la dignità della quale ci siamo fregiati e della quale abbiamo fatto un nostro credo sin da adolescenti. Faccio questo perchè è giunto il tempo che i vertici della Folgore e della Difesa abbiano il coraggio e l'onore di imporre ai propri uomini di uscire in chiaro e dire la loro verità rispetto agli eventi che più avanti descrivo. Solo "noi" possiamo far luce perchè solo una azione forte potrà indurre coloro che si celano dietro una barba finta e non più aperti e fieri del loro basco rosso, a comprendere che è giunto il tempo di aiutare la collettività a capire la ragione della morte di singoli e di tanti ed è giunto il tempo di cambiare mentalità, perchè s'interrompa quella continuità di collusioni che sono alla base della catena di quel presunto comando parallelo dal quale io stesso ho preso degli ordini, ma al quale mi sono ribellato ed invito a farlo anche tutti quei colleghi che credono ancora che le ragioni per le quali abbiamo donato la nostra gioventù allo Stato siano ancora coltivabili, indipendemente dai colori politici o dalla laterizzazione dei governi. La difesa della libertà delle nostre famiglie e dei nostri concittadini, la difesa della libertà della Democrazia, la difesa della vita umana deve essere alla base di ogni nostra azione, indipendentemente dagli ordini e dalle convenienze, altrimenti è meglio spogliarsi dall'alibi dell'uniforme di ardimento ed essere apertamente un mercenario al servizio di chi comanda, che troppo spesso puzza di petrolio. In questi 23 anni ho vissuto delle esperienze tali che oggi non mi si raccontano più quelle baggianate che ho ascoltato tante volte. E' tempo di prendere coscienza con la realtà e di renderci coscienti che questa realtà è ciò che pratichiamo tutti i giorni, altrimenti continueremo ad essere della mera manovalanza invece di diventare dei cittadini che in forza della propria esperienza hanno il dovere di renderla pubblica per offrire altrettanta coscienza alla collettività, e dalla collettività attendere quello scambio che consenta l'approvazione di una scelta e non la belligeranza di scelte diverse e mai comprese, troppe volte dipinte di ambiguità di fronte ai numerosi episodi mai chiariti. Che la Folgore imponga al governo di fare chiarezza sugli appartenenti alla c.d. Falange Armata, preso atto che da carte della Digos romana sono stati identificati numerosi soggetti che nella Folgore sono cresciuti fino a diventare dipendenti della PCM, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Servizi Segreti per capirci. Carte mai sviluppate evidentemente fino a fare luce sulla verità o meno che la falange armata fosse effettivamente formata da paracadutisti, carte che già nel '91 denunciavano la formazione di un gruppetto di paracadutisti che si stava costituendo in una sezione parallela, mai perseguiti evidentemente, carte che da molti anni potrebbero aiutare a fare chiarezza sulla natura, il fine e soprattutto l'organico di coloro che hanno partecipato all'operazione "falange armata". Io come soldato allora e come ex paracadutista oggi tremo al pensiero di aver condiviso un lancio o qualsiasi altro momento con coloro che hanno aderito alla falange armata, dei quali conosciamo i nomi ed i cognomi, sia quelli veri che quelli di copertura, quasi sempre il cognome della moglie. Dei quali conosciamo il numero di porto d'armi e gli alberghi nei quali si sono riuniti a Trieste, Livorno, Bologna e nelle altre località dove hanno posto in essere le loro operazioni, non coperte, ma parallele. Tremo al pensiero di aver vissuto 23 anni con questi personaggi intorno, perchè questi soggetti non hanno condotto una attività istituzionale con il loro ruolo pubblico, segreto, ma istituzionale, hanno invece usato il loro ufficio come alibi per nascondere altri fini, parte di un disegno politico-psicologico-militare di maggiore respiro, con il quale mantenere lo status quo, stabilizzare i risultati della precedente destabilizzazione, difendere il proprio potere ed i commerci paralleli tali da garantirgli quel potere offrendone i benefici anche a coloro che di volta in volta hanno coptato o manipolato. Tremo nel vedere che gran parte di questi sono ancora al loro posto, salvo quelli in pensione i quali hanno attivato una società privata che offre gli stessi servizi, magari con la figlia o con il genero. Nulla cambierà mai fino a quando difenderemo solo il nostro ufficio e non avremo il coraggio di estendere la difesa a chi quell'ufficio lo garantisce con le proprie tasse e con la propria sudditanza di offrire, tout court, la propria fiducia ad un rappresentante delle FF.AA. e delle FF.PP. dello Stato. Che la Folgore ed i suoi uomini si compattino nel pretendere la chiarezza che dissolva il dubbio che io stesso vivo, che al suo interno si siano formati coloro responsabili della morte di troppi cittadini innocenti e di colleghi che hanno perso la vita accanto e per mano del proprio collega, parte della falange. Che la Folgore gridi con quella grinta ed energia che la caratterizza i nomi dei paracadutisti che hanno tradito il contratto di fedeltà con lo Stato e con la collettività. Altrimenti nulla cambierà mai, perchè solo una istituzione come la Folgore, con la sua forza, può imporre a chi dei suoi uomini fa un uso illecito, l'interdizione di questo operato. La Folgore sana offra trasparenza per conoscere i responsabili dei traffici di armi illeciti o coperti, poi sarà la collettività a comprendere se fosse stato giusto o meno aderire ad operazioni politiche fra l'Italia e la Somalia, ove sono morti dei ragazzi in uniforme per partecipare ad una ipocrita missione di pace, ove sono stati uccisi dei giornalisti che avevano raccolto le prove della presenza degli aderenti all'operazione falange armata impegnati allora in un altra operazione, il traffico parallelo di armi, perchè cambia l'operazione ma gli uomini sono sempre quelli. Operazione sempre basata su quelle attività parallele da difendere con l'eliminazione fisica di chiunque possa aver rappresentato un rischio per i loro interessi e per quelli dei loro padroni. La Folgore cacci a pedate quei colleghi che hanno contribuito alla morte di Marco Mandolini e degli altri paracadutisti sulla cui fine c'è sempre un velo di ambiguità e le lacrime dei loro familiari che danno comunque fiducia a quegli ufficiali che hanno comandato i propri figli. Io non conto nulla, sono solo ed isolato, vulnerabile ma compatto con la mia scelta di consegnare il mio basco che per me rappresenta una parte importante della mia vita, l'inizio delle ragioni che hanno prodotto il progressivo sviluppo della mia esistenza in questi 23 anni trascorsi da quando ho indossato l'uniforme. Ho la certezza che qualcuno dei c.d. falangisti sappia molto rispetto a ciò che stava avvenendo intorno al Moby Prince, prima, durante e dopo la collisione, solo la Folgore potrà con forza imporre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la loro eventuale escussione, senza segreti, anche solo per chiarire il loro effettivo ruolo in quei giorni, se operavano in chiave istituzionale italiana, alleata oppure clandestina in favore di altri livelli superiori. Un domani, finito il periodo alla PCM, potrebbero di nuovo transitare al reparto nel quale coltivare illecitamente dei nuovi falangisti dal vivaio della Folgore. Interrompiamo questo meccanismo con il coraggio di togliere il segreto ad ogni minima operazione compiuta nell'aprile del 1991, dal semplice "80B" ad ogni altra attività operativa condotta anche dagli uomini della Folgore. Solo offrendo ai magistrati la più ampia ed incondizionata collaborazione potrà essere individuata una parte della verità sulla tragedia del Moby Prince e sul quel filo rosso che ha legato la morte di almeno 14o persone alla morte di coloro che successivamente hanno perso la propria vita, se non per mano, quantomeno a causa delle armi e dei rifiuti tossici che sono state trafficati in quegli anni, a causa e soprattutto in forza della capacità operativa e capillare degli appartenenti alla operazione "falange armata". Ogni singolo operatore di ogni singolo ufficio di un corpo dello Stato laddove abbia sentore che il proprio collega potrebbe interagire con e riferire a dei livelli diversi dal proprio e giusto livello superiore, ha il dovere di denunciarlo senza paura di sentirsi chiamare "infame" o di vedere la propria carriera condizionata perchè solo con la denuncia potrà ripulire quell'ufficio per il quale ha vinto un concorso per entrarci e rappresentare lo Stato in tutela dei cittadini e della loro libertà. Una ultima nota mi permetto di farla in favore di quei giovani operatori che sono stati o che potrebbero essere contattati da qualcuno che sembra appartenere a qualche servizio segreto, che gli ha chiesto di partecipare a qualche operazione senza informare nessuno, come una sorta di prova per entrare al servizio.... non funziona così, questa è gente marcia che vi manipola, il servizio, se vi vuole, vi chiama o accetta la vostra istanza per entrarci, e laddove un servizio necessiti il vostro impiego questo lo chiede attraverso i canali ufficiali dei livelli superiori e non diversamente con contatti occulti. Informate perciò il vostro livello superiore ogni volta che qualche sedicente "impiegato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri" vi avvicina e vi propone di partecipare ad azioni per le quali non avete competenze o copertura ufficiale, anche se sono ciò che avreste sempre voluto fare...non funziona così e così funzionano solo le cose marce.... perchè oggi non è più possibile nascondersi dietro la scusa di dire "ho solo eseguito un ordine superiore"....
Fabio Piselli