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Visualizza Versione Completa : Rapinatori trasfertisti.



el cuntadin
22-02-08, 08:05
Anche ieri, nelle Marche, c'è stata la solita rapina in banca. ma stavolta è andata male per i rapinatori perchè sono stati arrestati dai carabinieri. I rapinatori arrestati sono dei campani, in trasferta nella nostra civile regione, per compiere rapine e furti. Il fatto è avvenuto a Treia in provincia di Macerata ed i delinquenti avevano rapinato la bellezza di 15.000 euro.

el cuntadin
23-02-08, 14:54
Ieri altra rapina in banca, questa volta è toccato ad una banca di Senigallia. I nostri bravissimi poliziotti hanno arrestato i rapinatori e.... sorpresa, stavolta i rapinatori non erano campani ma ......... pugliesi!:D Ancora una volta si tratta di delinquenti del Meridione che vengono a compiere atti delittuosi nelle nostre civili città. Meditiamo cittadini marchigiani, meditiamo.

UMBRO
26-02-08, 15:09
Non sono marchigiano ma ho molti amici nella Valle de Metauro e a Pesaro, in Umbria è la stessa cosa Campani Pugliesi e Siciliani , che vengono su con la scusa dell'edilizia e poi rapinano con il taglierino. Gli ultimi due sono stati arrestati a Foligno un mese fa, napoletani in trasferta per "lavoro".

el cuntadin
29-02-08, 23:53
E' stato arrestato ieri, dai carabinieri di Civitanova, un napoletano di 24 anni. Aveva con se 2 pistole con matricola abrasa e relativi proiettili, due chili di cocaina e 60.000 euro in contanti.

el cuntadin
04-03-08, 15:39
Stavolta non parliamo di rapinatori di banche, ma sempre di rapinatori trasfertisti si tratta!
Rapina in gioielleria, presi due banditi e i loro complici


novafeltria - Colpirono in due nella gioielleria “Il gioiello di Valenza” a Pietracuta di San Leo. Colpirono in piena fronte con il calciolo di una pistola la titolare che per il colpo cadde a terrà dove fu immobilizzata dai rapinatori che agirono indisturbati, rubando denaro contante dal registratore di cassa, preziosi, gioielli e monili in oro per un valore complessivo di oltre 100.000 euro. La donna sotto choc fu ricoverata all’ospedale di Rimini e sottoposta ad un intervento di angioplastica. Era marzo dell’anno passato e subito scattarono le indagini. Uno dei banditi fu presto identificato e individuato in provincia di Arezzo. G.D. 41 anni, di Messina fu catturato dai carabinieri di Novafeltria mentre era in auto con altre tre persone. P.A. 50enne di Messina; M.A. 47enne e L.A. 45enne entrambi di Arezzo”.

Nel corso della perquisizione del mezzo i militari trovarono oltre 30 chilogrammi di preziosi, fascette di plastica, rotoli di nastro adesivo, scanner ed altro materiale utilizzato per la commissione di rapine e furono arrestato con l’accusa di aver messo a segno la rapina in una gioielleria del viterbese. Ma le ulteriori perquisizioni presso le loro abitazioni hanno fatto spuntare altri monili in oro costituenti parte della refurtiva della rapina perpetrata ai danni della gioielleria di San Leo, nonchè la pistola ad aria compressa utilizzata dai rapinatori. Sono così partite le indagini per individuare tutti i personaggi coinvolti nella rapina di San Leo, e identificare i ricettatori della refurtiva. Così accanto ai quattro arrestati sono stati denunciati anche D.B.F. 25enne di Milano, F.B. 42enne di Barletta, P.R. 40enne di Barletta e B.G. 39enne di Castel Ritaldi. I banditi che hanno colpito a San Leo sono stati arrestati anche con l’accusa di per sequestro di persona e lesioni personali.


http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=62E1CFC823226BA95EF1A17E15149 6B2

el cuntadin
13-03-08, 15:08
Botte da orbi alla convivente davanti ai figli


JESI - Picchia la convivente e la fa finire all’ospedale con il naso rotto ed ecchimosi ovunque. Picchia anche due poliziotti medicati e refertati dai medici. L’inevitabile quanto movimentato arresto viene convalidato dal giudice che rinvia il processo al 25 prossimo. Ma ordina l’allontanamento immediato dell’energumeno dalla città. Con effetto immediato. E invia due poliziotti a ritirare i suoi effetti personali e accompagnarlo fuori Jesi dove non potrà rimettere piede prima del 25, e quel giorno potrà recarsi solo in Tribunale per il processo.

Giuseppe Vallefuoco è nativo di Napoli, ha 41 anni e da qualche tempo conviveva in città con una donna rimasta vedeva e madre di due figli, uno maggiorenne e l’altro no. Il rapporto è difficile, lei lavora e lui lo fa saltuariamente (dicono i vicini), ma il problema maggiore è che lui beve.

Nel tardo pomeriggio di ieri l’altro il Vallefuoco torna a casa ubriaco fradicio - circostanza che avveniva sempre più spesso dirà la donna alla polizia e al giudice. Aggiungendo che quando era ubriaco diventava violento. Cosa che si è ripetuta poco dopo le 18 di martedì quando l’alcol e l’ora l’hanno mandato fuori di testa. Prima le urla, poi pugni e calci alla donna. Sotto gli occhi terrorizzati dei figli che hanno tentato di difendere la mamma. Con un cazzotto lui le ha fratturato il setto nasale e la povera donna è caduta sul pavimento.

Qualcuno aveva già telefonato al 113 e la volante del commissariato di polizia di via Montebello ha impiegato pochi minuti per giungere nell’abitazione dove l’uomo sembrava impazzito. Quando ha visto i poliziotti che volevano calmarlo, è stato ancora peggio. Si è scagliato contro di loro e li ha colpiti ferendoli anche seriamente tanto da riportare 10 e 15 giorni di prognosi. Intanto era arrivata anche un’ambulanza e un’altra pattuglia della polizia. Ci sono voluti cinque uomini per bloccare finalmente l’energumeno. Che è stato visitato anche dal medico per verificare se fosse necessario un ricovero in psichiatria. Non era necessario. Nella tarda serata, dopo le formalità di rito in commissariato, Giuseppe Vallefuoco di Napoli è stato tradotto nel carcere mandamentale di Montacuto di Ancona a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Nella tarda mattinata di ieri, il giudice ha convalidato l’arresto dell’uomo, rinviando il processo con rito direttissimo al 25 prossimo, su richiesta dell’avvocato d’ufficio assegnatogli che ha bisogno di studiare il fascicolo. L’allontanamento immediato del napoletano dalla città è stato motivato dal giudice con le ripetute minacce che l’uomo ha fatto alla convivente. Lei e i suoi figli non vogliono più incontrare quell’uomo che ha terrorizzato la famiglia. Il 25 la sentenza definitiva del giudice.


BRUNO LUMINARI,

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=431331D1C916634E52180B15FC692 B58

el cuntadin
14-03-08, 14:37
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=DC008546BBD00258E7F1471598454 CB6

Il blitz scattato all’alba di ieri ha impegnato trecento militari in diverse regioni d’ItaliaSequestrati 30 chili di stupefacentiNel fascicolo della procura distrettuale50 mila intercettazioni telefoniche
Maxi-inchiesta dei carabinieri, 33 arresti per un traffico di hashish e cocaina dalla Campania
Droga, sgominata la gang vicina alla camorra

el cuntadin
14-03-08, 14:42
Li hanno acciuffati in Toscana, ma ...... non si tratta di toscani.

Recuperato il malloppo dopo il colpo di Fratte Rosa
I rapinatori svelano dove è nascosto il tesoro


pesaro - Si sono portati appresso i due rapinatori arrestati perchè potessero indicare il punto preciso dove gli stessi rapinatori avevano seppellito il bottino, e il bottino è stato recuperato.

I carabinieri di Pesaro, in collaborazione con i colleghi di Arezzo e Siena, hanno rinvenuto, nascosti nelle campagne senesi, a Castello di Grotti del Comune di Monteroni D’Arbia, i circa 45.500 euro della rapina compiuta l’11 febbraio scorso ad Arezzo ai danni dell’agenzia della Banca Popolare dell’Etruria, a seguito della quale erano stati arrestati in flagranza di reato Saverio Giordano, 23 anni, e Francesco Antonino, 27 anni, entrambi di Cerignola.

Le indagini erano partite dalla rapina del 10 gennaio scorso ai danni dell’agenzia di Fratte Rosa della Banca delle Marche, compiuta da due banditi con il volto coperto da un collant e armati di taglierino. Il colpo aveva fruttato 21.000 euro. Il ritrovamento del bottino è stato possibile grazie alla collaborazione fornita dai due arrestati, i quali hanno indicato il punto preciso in cui era nascosto il denaro. I due, dopo la rapina di Arezzo (esattamente come accadde dopo quella di Fratte Rosa, ma in quel caso l’auto dei militari rimase in panne e i banditi scapparono), erano stati intercettati e inseguiti da un imponente spiegamento di forze di polizia, che li aveva obbligati ad avventurarsi in una zona impervia, un bosco, dove, appunto, avevano poi nascosto i soldi. Subito dopo erano stati arrestati, a Villa di Corsano di Monteroni D’Arbia, ma del denaro non c'era traccia. Una volta ricostruito il percorso fatto dai rapinatori, i militari hanno avuto la certezza che la refurtiva non poteva che trovarsi nei pressi del luogo in cui era avvenuto l’arresto. E’ stata organizzata una vasta battuta nelle campagne senesi, alla quale hanno partecipato anche i due arrestati, che hanno indicato il nascondiglio.



http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=09E18052F7A0BEDFE1D4C55017F83 3AB

el cuntadin
15-03-08, 23:24
L’uomo è un puglieseparlava di presunticollegamenticon la criminalitàorganizzataL’incontro fissatoper la consegnaa Montecchioma c’erano anchei carabinieri
Pregiudicato chiedeva 15.000 euro minacciando di incendiargli il cantiere
Estorsione a un imprenditore: arrestato


PESARO - Architetta e mette in opera un’estorsione in piena regola, ma la vittima si rivolge ai carabinieri che lo sorprendono con le mani nel sacco, vale a dire con i soldi richiesti - 15.000 euro - già arraffati. E’ questa l’estrema sintesi di un episodio inquietante, che vede protagonisti un “pregiudicato di professione, C.A., 41 anni, di origine pugliese, finito in una cella della Casa circondariale di Villa Fastiggi, e Gualtiero Belpassi, 44 anni, imprenditore, titolare di una ditta per il commercio di autocarri e di un’attività nel campo dell’edilizia in via Borgo Santa Maria; una persona perbene - secondo chi lo conosce - e dedita al lavoro.

Secondo il racconto del Belpassi che, una volta messo sotto pressione dalle richieste di denaro, si è rivolto ai carabinieri di Montecchio, il pugliese - dipendente di una ditta di carpenteria per le costruzioni - aveva prestato in un’occasione la sua opera nel cantiere del Belpassi. Durante le trascorse feste natalizie, si era rivolto all’imprenditore per farsi consigliare un demolitore di auto, dovendo sbarazzarsi di una sua vettura. Riceveva l’indicazione ma non dava seguito alla cosa.

Dopo qualche giorno - sempre secondo la testimonianzadell’imprenditore - il pugliese chiede un nuovo abboccamento al Belpassi che sulle prime non gli dà peso. L’uomo non si dà per vinto e si reca da lui, prima chiedendogli 300 euro di un presunto vcchio debito e poi, nei giorni successivi, nuova richiesta: stavolta si sale a 5.000 euro, il tutto accompagnato da minacce, millantando rapporti con la criminalità organizzata e conoscenze mafiose. Se non avesse pagato, il Belpassi avrebbe avuto guai: un incendio, per esempio, nel suo cantiere, o addirittura nella ditta della sua convivente. “C’era qualcuno che voleva farti del male - affermava il pugliese - e io ho fatto in modo di fermarlo. Adesso tu mi paghi”. Minacce fumose ma egualmente inquietanti per il destinatario.

Alla fine, la somma richiesta, per via degli “interessi”, era arrivata a 15.000 euro. Quindi il Belpassi, molto preoccupato, ha preso la decisione di raccontare tutto ai carabinieri, accettando di collaborare per incastrare il malvivente. E così è stato.

L’imprenditore si è presentato all’ultimo appuntamento concordato, davanti a un bar di Montecchio, con tanto di busta contenente il denaro. Ma quando il pugliese ha ricevuto in mano il malloppo, sono saltati fuori i carabinieri, che lo hanno arrestato con l’accusa di estorsione. Gualtiero Belpassi, in ogni caso, è rimasto scosso dalla vicenda, e ieri, a caldo, meditava di abbandonare la sua attività nel ramo dell’edilizia, anche perchè, ha raccontato, il suo cantiere è stato bersaglio, dal 1992, di almeno una diecina di furti di materiali d’edilizia e di attrezzaturehttp://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=1494BFE2FDD58D30829F5B1F26339 D4D

el cuntadin
05-04-08, 20:35
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=155774769C26310FF86DD54D40DAA AA0
Rapine in banca, catturata la gang


SENIGALLIA - E’stato rintracciato a Senigallia un componente della banda di rapinatori che agivano nel Bolognese disarmati, minacciando, legando i dipendenti e aspettando comodamente che la cassaforte a tempo si aprisse per riempirsi le tasche prima della fuga. In due colpi nel gennaio e nel maggio 2007, avevano recuperato più di 100.000 euro. Ma grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza, dopo un anno di indagini congiunte, polizia e carabinieri hanno sgominato la banda di rapinatori professionisti, arrestando tre persone. In carcere sono finiti Giovanni Piccirillo, 36 anni, rintracciato a Senigallia, e Mario Poggi, 37 anni, arrestato a Napoli, mentre era già in cella a Novara Raffaele Gravagnoli, 25 anni. Tutti e tre sono originari di Napoli, come il quarto componente della banda, Luigi Taglialatela, 43 anni, ucciso il 25 febbraio in un conflitto a fuoco probabilmente di stampo camorristico nel capoluogo campano. Insieme avevano messo in piedi un’organizzazione specializzata in rapine in tutto il centro nord, tanto che Gravagnoli era già stato fermato proprio per un colpo a Novara ma, secondo gli inquirenti, senza legami con la criminalità organizzata. A mettere sulla buona pista gli inquirenti, guidati dal Pm Lorenzo Gestri, le immagini delle telecamere, dato che i rapinatori non portavano passamontagna.

el cuntadin
08-04-08, 14:13
Eccoli ancora in azione i nostri trasfertisti! C'è comunque un aspetto esilarante nella faccenda, uno dei catanesi, durante la rapina, parlava in napoletano!!:-0008n:-0008n

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=A0CE156F227A40EABD2E8D555F35D 371
Banda di catanesi assalta la banca al centro commerciale La Fornace. Un carabiniere dà l’allarme
La rapina alla Bdm termina con tre arresti


JESI - Assaporavano già il gusto del colpo riuscito, della rapina che aveva fruttato un bel malloppo, oltre 30 mila euro. Avevano studiato ogni particolare, perfino il dialetto non loro. Adesso tre giovani catanesi sono rinchiusi nel carcere mandamentale di Montacuto e hanno tutto il tempo di capire in che cosa hanno sbagliato. Perché all’uscita della succursale Banca Marche del centro commerciale La Fornace hanno trovato i carabinieri, e prima ancora che se ne rendessero conto erano a terra, con le manette ai polsi.

Ieri, lunedì 7 aprile, ore 8,40 - Il centro commerciale La Fornace pulsa di gente, come sempre. Anche la filiale di Banca Marche ha aperto da poco gli sportelli per iniziare la giornata. Un carabiniere del nucleo radiomobile è lì, fuori servizio, in borghese. Sta andando a fare spesa. Ma un carabiniere mai è completamente fuori servizio, e l’occhio vigile è aiutato dall’esperienza. Vede un giovanotto che indossa una divisa tipo volontariato, quelle colorate e con le strisce fosforescenti. Il giovanotto sta per entrare nella banca ma s’infila una calzamaglia in testa. Il militare capisce tutto, fa finta di nulla. Un secondo giovanotto con indosso un giaccone, s’infila anche lui una calzamaglia in testa ed entra in banca. Pochi secondi e anche un terzo, parcheggiata una Y10 lì vicino, entra in banca dopo essersi infilata in testa una calza di nylon. Prima di lui entra una cliente, ignara. Il carabiniere ha già allarmato il 112 e due pattuglie, una della stazione e l’altra del radiomobile, convergono sul posto senza sirene. Dentro la banca ci sono la direttrice, due impiegati e due clienti. I rapinatori sanno cosa fare. Due sono armati di taglierino, il terzo, il capo, dà ordini in dialetto napoletano. Rastrellano banconote e monete per 30 mila euro. Impiegano quasi quattro minuti. Il capo fa anche lo sbruffone e prima di andarsene chiede scusa per il disturbo, in dialetto napoletano. Non solo. Sul giaccone del secondo malvivente una scritta SS Napoli, mentre sulla divisa del primo è stampato il nome dell’associazione “La Misericordia” attiva anche in Campania. Firma esagerata che puzza di falso. Infatti i malviventi sono Andrea Franceschini di 38 anni , Ettore Grasso di 34 (uscito dal carcere il 21 marzo scorso) e Concetto Greco di 24. Tutti di Catania e tutti con precedenti specifici, il più giovane era quello con la divisa da volontario.

Volevano far credere d’essere campani, ma fuori hanno trovato i militari ad attenderli. Sono accusati di rapina e furto aggravato in concorso. Il bottino è stato interamente recuperato e riconsegnato alla banca, e la Y10 - rubata poco prima alla stazione ferroviaria - è stata ridata al suo legittimo proprietario che ovviamente era all’oscuro di tutto. La vicenda conferma che Jesi porta proprio sfiga ai rapinatori.


BRUNO LUMINARI

el cuntadin
09-04-08, 13:53
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=E10E4AE0DAC0F98E0A3D2716AD1CC 0CF
Rapinatori presi in albergo


FANO - Due rumeni residenti in Piemonte e specializzati in rapine ai distributori di benzina, sono stati arrestati dagli uomini del commissariato di Fano. Venerdì scorso avevano compiuto una rapina sulla statale Adriatica a Pedaso, in provincia di Ascoli Piceno. Avevano puntato un coltello alla gola del proprietario del distributore e si erano fatti consegnare il contante che si trovava in cassa, pari a una somma di circa 5.000 euro. Subito le indagini erano state attivate dal Commissariato di Fermo che aveva allertato tutti i posti di polizia della zona. I poliziotti fanesi, guidati da dirigente Stefano Seretti sono riusciti a rintracciare l’auto, una Fiat Bravo, con la quale si erano dati alla fuga, ma della quale erano stati segnalati i numeri di targa. Attivata una serie di appostamenti, si è scoperto che i due alloggiavano in un albergo di Marotta, dove gli agenti li hanno arrestati.

el cuntadin
17-04-08, 21:54
+Ancora un rapinatore trasfertista, hanno rotto sul serio i coglioni.
FALCONARA - S’era appostato vicino a un bancomat in attesa che qualcuno passasse all’incasso, per poterlo poi depredare. E quando alle otto dell’altra sera una ragazza ha prelevato 150 euro dallo sportello della banca popolare in via XX settembre, il rapinatore l’ha sorpresa alle spalle, scaraventata a terra e scippata del denaro. Ma di strada l’aggressore ne ha fatta davvero poca. A quell’ora il centro era ancora animato e come ha svoltato l’angolo alcuni passanti, richiamati dalle urla della ragazza derubnata, l’hanno subito placcato. Il ragazzo ha gettato via le banconote ed è riuscito a divincolarsi e scappare. Ma intanto era già accorsa in zona una pattuglia dei carabinieri, allertati da una chiamata al 112. La derubata e i testimoni hanno descritto il rapinatore, dando indicazioni sul suo aspetto e su com’era vestito. In meno di un’ora, dopo una serie di controlli, i carabinieri hanno rintracciato il presunto autore del colpo, che ancora vagava per le vie del centro. Si tratta di Ciro Criscuolo, napoletano di 31 anni da tempo residente a Falconara, senza precedenti penali.

I carabinieri l’hanno arrestato con l’accusa di rapina e trasferito nel carcere di Montacuto, dove ora è in attesa dell’udienza di convalida. La giovane derubata, una falconarese di 33 anni, s’è presa un gran spavento ma non si è fatta male nella caduta a terra. Ha riavuto indietro i soldi e c’è da scommetere che d’ora in poi si farà scortare quando dovrà fare un prelievo di denaro contante. E dire che l’ora e il luogo non erano dei più a rischio per recarsi al bancomat, ma il fatto che fosse sola ha indotto il malintenzionato a provarci. I soldi li aveva presi, ma non aveva fatto i conti con la reazione dei passanti e con l’intervento rapidissimo dei carabinieri.
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=263713B52ACF1F2541BB6C3EA8B4A 86F

el cuntadin
16-05-08, 15:04
Borgo Santa Maria si trova nei pressi del casello della A14. Che si tratti ancora una volta di trasfertisti?


PESARO - Ancora una rapina in banca nei pressi della città. Due banditi vestiti con tute la lavoro e con dei cappellini in testa, armati di taglierino, hanno rapinato ieri mattina la Banca di Pesaro a Borgo Santa Maria. I due sono entrati col volto travisato da una calzamagnia, hanno minacciato le due cassiere con il taglierino impugnato da uno dei malviventi, hanno cercato di farsi dare dal direttore le chiavi della cassaforte, ma sono fuggiti dopo aver fatto man bassa di denaro, circa 26.000 euro. La fuga è stata effettuata a bordo di una Fiat “Uno” di color grigio che è stata poi ritrovata dai carabinieri di Borgo Santa Maria nella zona industriale pesarese. Altro episodio di criminalità nella scorsa notte: ignoti ladri, dopo aver scassinato un cassetto nell’ufficio di un distributore Agip lungo la Via Flaminia a Pesaro, hanno asportato il denaro che vi era contenuto: 1.850 euro.

Il gestore si è poi accorto che i malviventi avevano anche forzato la cassa del lavaggio automatico, portanto via una somma di denaro che non è stata quantificata. Sul posto, una Volante e la Polizia Scainetifica per i rilievi.
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=37CF7E6B450AFCBA5AD08E9FAC6B4 527

el cuntadin
16-05-08, 15:06
Ora vengono da noi anche per rubare ai nostri vecchi!!!


ANCONA - Prova a truffare tre anziani nel breve volgere di un’ora e mezzo e finisce nei guai. Con l’accusa di truffa aggravata la polizia di Ancona ha arrestato ieri mattina Vincenzo De Martino, un napoletano di 41 anni, come presunto autore di tre tentativi di truffa ai danni di due donne e un uomo, tutti ottantenni. La modalità del raggiro era sempre la stessa. Si presentava con un lettore dvd del valore di 30 euro, che spacciava per computer, e ne chiedeva agli anziani il pagamento per conto di un loro figlio, tentando di far ritirare subito il denaro in banca. Tutto inizia attorno le 10.30 in via Flaminia, quando a una signora di 79 anni chiede 800 euro. Il napoletano la fa parlare al cellulare con un complice che si spaccia per il figlio ma la donna non cade nel tranello e si allontana. Al secondo tentativo, in via Trieste, il presunto truffatore, con la sua Fiat Punto, riesce a portare un anziano di 82 anni in banca per prelevare ben 5 mila euro. L’anziano riferisce quanto sta accadendo al cassiere, il quale lo invita a chiamare la polizia. Il napoletano, rimasto fuori dalla banca, si dilegua e va alla ricerca di un altro malcapitato. Lo trova in una donna di 83 anni che l’accompagna alla sua abitazione in via Berti. Qui l’anziana chiama il figlio e, accertatasi della truffa, anche il 113. Una volante della polizia raggiunge la zona e individua subito l’uomo ancora in attesa a bordo della sua auto. Il napoletano, in abiti distinti, è stato bloccato dagli agenti e identificato. Non nuovo a certi reati, l’ultimo precedente di una lunga carriera risale all’aprile scorso quando fu arrestato dalla questura di Roma. Sempre per truffa aggravata.



http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=0FA073F4FDCF46EA51675E852F13F AEA

el cuntadin
18-06-08, 22:06
I nostri efficenti trasfertisti, ritornano. A rapinare.

Ripuliscono la banca armati di coltello


JESI - I rapinatori passano all’ora di pranzo, pochi minuti e se ne vanno con 20 mila euro, tanto per gradire. E scelgono la succursale Banca Popolare di Ancona di via San Giuseppe, forse la più rapinata della città e del comprensorio.

Ieri alle 12,30 si sono presentati in tre, a volto scoperto, jeans e maglietta, accento meridionale. Uno era armato con un coltello da cucina, abbastanza grosso e appuntito. Dilettanti, per questo molto pericolosi. In quel momento non c’erano clienti nella banca, solo gli impiegati, cinque per la precisione.

Il bandito armato a puntato il coltello alla gola di un impiegato, mentre un complice saltava al di là del bancone e il terzo restava di guardia. Davanti a quella minaccia concreta e pericolosa, il direttore non poteva far altro che aprire la cassa. L’ha fatto. Il rapinatore addetto al cash ha preso tutte le banconote e le ha infilate nella classica busta di plastica. Due minuti, poco più, e 20 mila euro sono passati di mano. I tre se ne sono andati e sono saliti su una Fiat Uno rossa che sgommando è scomparsa dalla vista.

Volanti della polizia sono accorse in un batter d’occhio appena ricevuta la chiamata dalla banca, ma della Uno rossa neanche l’ombra.

Le videocamere interne all’istituto di credito hanno immortalato i tre malviventi a viso scoperto, che hanno lasciato chiare impronte anche sul bancone. Probabilmente si tratta di giovani incensurati, e se così fosse sarebbe praticamente impossibile trovarli in tempi brevi. Ma faranno l’errore di tutti i loro colleghi: si convinceranno che lavorare serve a nulla se è tanto facile rapinare una banca. E quando la fortuna girerà loro le spalle e saranno schedati per un motivo qualsiasi, allora l’implacabile computer segnalerà anche quelle rapine compiute con spavalda sicurezza. E pagheranno il loro conto con la giustizia. Almeno così si spera. Intanto gli agenti del commissariato hanno aperto la caccia ai malviventi. La Uno rossa, rubata nelle ore precedenti alla rapina, non è ancora stata trovata.

Molto più accorti, invece, gli autori del furto compiuto alla succursale della banca Monte dei Paschi di Siena di viale della Vittoria nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Accorti perché professionisti. Questa banca non ha sistemi d’allarme classici, ma un servizio di controllo interno con telecamere digitali in grado di registrare anche con poca luce. Erano entrati forzando la porta anti-panico, e con la fiamma ossidrica avevano liberato la cassetta con le banconote dello sportello Bancomat. Bottino da 20 mila euro anche in questo caso. I carabinieri che indagano sul furto, hanno potuto vedere ieri le immagini registrate. “Erano in due - ci ha detto il capitano Carmelo Grasso comandante la compagnia di Jesi -, ma con i volti parzialmente coperti. Si sono mossi rapidamente e con sicurezza, sapevano cosa e come farlo. Ora le registrazioni delle videocamere sono al vaglio degli specialisti del Ris”.

Specialisti di spessore, che selezioneranno ogni immagine, le analizzeranno telematicamente comparandole con quelle in archivio, cercando analogie. Non sarà facile né rapido, ma alla fine risaliranno ai due malviventi. Ottimista? Perché no.


BRUNO LUMINARI,
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=2511DE7B57B1E5DB5E547847C6392 EA9

el cuntadin
26-06-08, 22:20
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=4F5956DFA20BEA95458D56F3B7438 FE8


Foglio di via per tre residenti a Roma
Bloccati alla stazione potenziali rapinatori


JESI – I carabinieri hanno intercettato tre rapinatori, già gravati da precedenti penali per rapine effettuate in banche del centro-nord Italia, alla stazione ferroviaria. Accertato che non fossero turisti ma malintenzionati, i militari li hanno rispediti a casa, nel quartiere “Tor Bella Monaca” di Roma, con un foglio di via obbligatorio e divieto di ritornare a Jesi per almeno 3 anni. Cacciati, prima che venisse loro qualche idea malsana, magari ai danni degli istituti di credito della città. Il controllo - che rientra nei servizi di monitoraggio del territorio effettuati dall’aliquota mobile - è scattato ieri intorno mezzogiorno. I tre individui, di età compresa fra i 30 e i 50 anni, originari di Roma, Abruzzo e Sardegna, si muovevano nel piazzale della stazione ferroviaria di via Trieste, e più precisamente nei parcheggi, forse alla ricerca di qualche auto da asportare per mettere a segno qualche rapina. Alla richiesta dei militari di chiarimenti circa la loro presenza, i tre asserivano di essere scesi dal treno proveniente da Ancona per una veloce pausa pranzo e che sarebbero poi ripartiti per Spoleto. Hanno inoltre dichiarato di essere disoccupati e aver raggiunto la città dorica proprio per cercare lavoro, fornendo notizie contrastanti circa il campo di impiego (due nell’edilizia e uno nella ristorazione).

I carabinieri, constatato che la loro presenza a Jesi fosse quasi sicuramente collegata alla commissione di reati, molto probabilmente per rapina, hanno avviato per i tre individui le procedure per l’emissione del foglio di via obbligatorio dalla città con divieto di ritorno per tre anni. Un intervento tempestivo, quello dell’aliquota radiomobile, che assicura una costante presenza sul territorio, una capacità di intervento immediata e capillare per far fronte alle esigenze della cittadinanza.


TA.FRE.,

Alvise (POL)
02-07-08, 00:51
Guarda sono abruzzese; mi viene da ridere perchè qll che descrivi tu è quello che puntualmente accade anche da noi. Anzi qui forse è anche peggio per via della maggiore vicinanza rispetto alle Marche. Sta di fatto che se non è un pugliese è uno zingaro altrimenti sono gli immancabili napoletani. Se si sondagiasse la popolazione carceraria d'Abruzzo, credo che gli abruzzesi siano un 2-3 %. Bisognerebbe iniziare a consegnare un po più di fogli di via.

RobieT
03-07-08, 00:18
e mettere in galera interi quartieri e paesi della Campania, tipo il Rione Sanità o Casal Principe.

el cuntadin
03-07-08, 13:00
Guarda sono abruzzese; mi viene da ridere perchè qll che descrivi tu è quello che puntualmente accade anche da noi. Anzi qui forse è anche peggio per via della maggiore vicinanza rispetto alle Marche. Sta di fatto che se non è un pugliese è uno zingaro altrimenti sono gli immancabili napoletani. Se si sondagiasse la popolazione carceraria d'Abruzzo, credo che gli abruzzesi siano un 2-3 %. Bisognerebbe iniziare a consegnare un po più di fogli di via.

In questo 3D riporto soltanto qualche fatto di cronaca che riguarda le Marche settentrionali, ma la situazione non è diversa nel Sud delle Marche, così come nel vicino Abruzzo. Anzi mi dai l'occasione per sottolineare che gli Abruzzi, anche in tema di rapine, sono assimilabili al resto delle Regioni Centrosettentrionali; ossia sono terra di conquista di bande di malavitosi provenienti dal Meridione, i "rapinatori trasfertisti" .

Comunque voi abruzzesi siete originali. Per economia, società, vivere civile, intraprendenza, siete a tutti gli effetti parte dell'Italia del lavoro e dello sviluppo, e vi ostinate a considerarvi meridionali -cfr il vostro Forum regionale-. Mah :confused::confused::-00w09d:-00w09d

RobieT
03-07-08, 19:01
Io ho molti amici abruzzesi e concordo in pieno con quanto afferma el cuntadin a proposito degli abruzzesi.

el cuntadin
04-07-08, 22:33
Se ne sono accorti anche loro! Adesso però, ci aspettiamo i fatti.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=DA913E6EE2A903897BE0A156CDE68 4E7

MONDOLFO – Alle ronde civiche di pattugliamento proposte da “La Destra” Val Cesano contro gli episodi di microcriminalità che stanno allarmando il territorio, Enrico Vergoni, consigliere comunale di maggioranza di Mondolfo, risponde con tutt'altre proposte.

“Noi amministratori della provincia un tempo tranquilla afferma - viviamo gli stessi problemi delle metropoli, ma li soffriamo di più. Per questo occorre uno stop alla rimessa in libertà facile, un maggior filtro anticlandestinità e soprattutto più poteri ai sindaci“.

Vale a dire?

“Sull'ordine pubblico con l’ attribuzione ai nostri vigili urbani di poteri di polizia sui reati minori, la possibilità di emettere ordinanze contro fenomeni come la prostituzione senza dover ricorrere al codice della strada e l’accesso della Polizia Municipale all’archivio informatico nazionale del Viminale per verificare la pericolosità sociale delle singole persone e di chi ci chiede la residenza. Ciò non significa trasformare i nostri primi cittadini in sceriffi e sposare la stupida logica della tolleranza zero perchè quando si affronta un tema così delicato bisogna avanzare proposte concrete e mai cedere alla politica dell’annuncio sensazionale. Militarizzare la città serve solo ad aumentare il senso di smarrimento, la paura e la falsa percezione di solitudine con il conseguente calo della qualità della socializzazione soprattutto dei giovani causando così un ulteriore sfiducia verso l’ altro. La militarizzazione del corpo dei vigili locali porta un problema di coordinamento con le altre forze dell’ordine e ad una confusione dei ruoli. Non dimentichiamo che la polizia locale ha molte funzioni amministrative in materia di commercio, lavoro nero, abusivismo edilizio e viene da chiedersi a chi ora in poi affideremo questi compiti? A mio avviso il rischio è il caos in materia di sicurezza e la creazione di doppioni”.

Vergoni poi lancia una proposta.

“E' fondamentale che i quattro comuni dell'Unione Valcesano unifichino le loro polizie municipali in modo da creare una sola struttura che farebbe così risparmiare risorse e garantirebbe un maggior controllo del territorio. Trovo ridicolo che una realtà piccola come la bassa Val Cesano abbia tre comandi dei Vigili (Mondolfo; San Costanzo e Mondavio- Monteporzio). Infine è necessario che la classe dirigente locale faccia un passo in avanti senza ogni volta lasciarsi prendere la mano da facili demagogie, affrontando veramente le questioni. Il problema della nostra zona – conclude il consigliere del Pd - non è la zingara che chiede l’elemosina al semaforo di Marotta o l’africano che suona il campanello di casa per venderci un paio di calzini ma la presenza di pochi ma pericolosi individui che sono venuti nella nostra realtà seguendo il boom della cantieristica o edilizia ma che poi intrattengono pericolose attività illegali”.


MA.SPA. ,

el cuntadin
06-07-08, 21:56
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=F1C51722B7B27A7EF45D1CF548545 8B5
Distrutta nella notte la Fiat Uno utilizzata per il colpo alla Bpa a San Giuseppe
Fanno esplodere l’auto della rapina


JESI - L’avevano rubata per usarla come auto “sporca” nella rapina alla succursale della Banca Popolare di via San Giuseppe (nella foto) del 17 giugno scorso che fruttò ai malviventi oltre 20 mila euro. L’hanno distrutta l’altra notte, incendiandola lungo la provinciale 17, a confine tra il territorio di Jesi e quello di Belvedere. E per poco non hanno causato un disastro. Perché quella vecchia Fiat Uno rossa aveva l’impianto a metano. E’ esplosa la bombola spandendo frammenti per un raggio di 100 metri. Frammenti di varie dimensioni ma tutti pericolosi come proiettili. Se avessero colpito un’auto o peggio una persona sarebbe stata una tragedia. Fortunatamente l’esplosione del serbatoio del metano è avvenuta in un momento - le 23,30 di venerdì -, in cui non circolavano auto in quel tratto di strada provinciale.

I vigili del fuoco hanno spento le fiamme su ciò che restava della vecchia e gloriosa utilitaria Fiat, e hanno raccolto i brandelli più significativi della bombola esplosa. Sono intervenuti anche gli agenti del commissariato di polizia che indaga sulla rapina alla Bpa. Perché è inquietante che un’auto usata per una rapina venga data alle fiamme dopo 17 giorni. Di solito avviene il giorno stesso, o quello dopo. La circostanza fa supporre che i malviventi siano ancora in zona, magari operai di qualche cantiere. La polizia sta indagando e si attendono sviluppi positivi.

Alvise (POL)
08-07-08, 00:10
In questo 3D riporto soltanto qualche fatto di cronaca che riguarda le Marche settentrionali, ma la situazione non è diversa nel Sud delle Marche, così come nel vicino Abruzzo. Anzi mi dai l'occasione per sottolineare che gli Abruzzi, anche in tema di rapine, sono assimilabili al resto delle Regioni Centrosettentrionali; ossia sono terra di conquista di bande di malavitosi provenienti dal Meridione, i "rapinatori trasfertisti" .

Comunque voi abruzzesi siete originali. Per economia, società, vivere civile, intraprendenza, siete a tutti gli effetti parte dell'Italia del lavoro e dello sviluppo, e vi ostinate a considerarvi meridionali -cfr il vostro Forum regionale-. Mah :confused::confused::-00w09d:-00w09d

Effettivamente non ci si sente meridionali, forse magari facciamo fatica ad accettare di essere gli ultimi del centro e magari ci si pavoneggia pensando di essere i più ricchi tra i poveri. (di certo il forum di poliricaonline non fa testo. Sul ns spazio ci scrivono al 70% meridionali!!).
Più dettagliatamente ti dico che a Teramo e Pescara ti sentirai dire di essere al centro italia (al max ti diranno centrosud), a L'Aquila si sentono una costola del Lazio, nella parte meridionale della provincia di Chieti (dalla val di sangro in giù) si sentono a pieno sud. Culture diverse di una regione con tante differenze al suo interno, come le Marche diciamo.

Per non uscire dal tema: ieri pomeriggio è stato assassinato un balneatore pescarese in un parco pubblico in pieno centro (siamo in una città tranquilla dove un omicidio fa ancora impressione tra la gente). Chi spara? Ex camorrista originario del casertano. Dimenticavo di scrivere che nella mia regione c'è la più grande accozzaglia di pentiti d'Italia protetti dalla polizia. Ed il bello è che tutti sanno dove abita Felice Maniero, o l'ex boss della mafia del caso.

el cuntadin
12-07-08, 15:17
Ancora loro, noi lavoriamo e loro vengono nella nostra terra e ci rapinano.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=C92B52512DAE83BC80AF23DA94273 029

Tabaccaio rapinato, 20.000 euro il bottino


PESARO - Minacciato con una pistola, probabilmente vera, malmenato, immobilizzato in casa con nastro adesivo per proteggersi la fuga. E’ quanto accaduto, l’altra sera, a Giorgio Mulazzani, tabaccaio e titolare della ricevitoria a Bottega di Colbordolo, situata sulla provinciale 423 in via Nazionale. L’uomo infatti, verso le 21, proprio all’ora di chiusura, ha subito l’assalto di tre banditi molto decisi, italiani e precisamente meridionali, secondo le prime testimonianze raccolte dai carabinieri giunti sul posto per le indagini.

I malviventi hanno fatto irruzione nella ricevitoria, e hanno aggredito il MUlazzani che in quel momento era solo. Gli hanno puntato in faccia una pistola, lo hanno picchiato e legato, trascinandolo presso la propria abitazione, lì accanto, per poter operare il loro misfatto con tutta tranquillità.

Una volta sistemato il titolare, che non poteva ovviamente dare l’allarme, i malviventi hanno agito con tutta calma, rovistando tutti il locale, e trovando quello che cercavano: cioè il denaro, circa 20.000 euro.

Quindi sono usciti e sono saliti a bordo di una vettura, forse di colore scuro, dove quasi sicuramente li attendeva un complice. Poi l’auto ha sgommato e si è allontanata lungo la statale Urbinate.

A dare l’allarme è stato un vicino del Mulazzani, il quale, una volta resosi conto dell’episodio appena avvenuto, ha provveduto ad avvisare i carabinieri che si sono precipitati sul posto con le loro gazzelle: ma dei malviventi, naturalmente, nessuna traccia.

I militari hanno compiuto un’accurata perquisizione della scena della rapina, e sembra che abbiano trovato impronte molto interessanti, tali da poter imboccare una pista più definita.

Nessun testimone diretto, a quanto risulta, della rapina. Proprio di fronte alla ricevitoria c’è la tabaccheria Delizia, ma gli avventori che ancora si trovavano in quel locale, interrogati dai carabinieri, hanno dichiarato di non essersi accorti di nulla.

Proseguono comunque, senza sosta, le indagini per poter venire a capo di questo ennesimo atto criminale, compiuto ai danni di una tabaccheria, sempre all’ora di chiusura. Episodi analoghi si sono svolti anche nella nostra città, come quello in via Vanzolini dove un tabaccaio è stato aggredito e rapinato dai banditi.

Come detto, la pista imboccata dai carabinieri porterebbe ad elementi italiani, evidentemente provenienti da fuori città, forse dalla vicina Romagna, di questi tempi zona particolarmente turbolenta.

giovann
14-07-08, 23:13
In questo 3D riporto soltanto qualche fatto di cronaca che riguarda le Marche settentrionali, ma la situazione non è diversa nel Sud delle Marche, così come nel vicino Abruzzo. Anzi mi dai l'occasione per sottolineare che gli Abruzzi, anche in tema di rapine, sono assimilabili al resto delle Regioni Centrosettentrionali; ossia sono terra di conquista di bande di malavitosi provenienti dal Meridione, i "rapinatori trasfertisti" .

Comunque voi abruzzesi siete originali. Per economia, società, vivere civile, intraprendenza, siete a tutti gli effetti parte dell'Italia del lavoro e dello sviluppo, e vi ostinate a considerarvi meridionali -cfr il vostro Forum regionale-. Mah :confused::confused::-00w09d:-00w09d


da Abruzzese: in base alla storia come si fa a dire che l'Abruzzo non sia una regione meridionale...siamo stati legati al Regno delle Due Sicilie per una vita! Per il peso che assegno alla storia, alla lingua e alle tradizioni come faccio a di re che sono del centro!? Riflettendo è così.

el cuntadin
15-07-08, 22:11
Senza commento.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=509F0490EA908C9B450A52688F2A0 0C0
Armati di coltello rapinano la banca


Pesaro – Con un coltello puntato alla gola dell'impiegata e una velocità da professionisti hanno messo a segno un colpo da migliaia di euro presso la Banca popolare dell'Adriatico in via Gagarin. Una rapina durata pochi minuti. Il tempo di fare irruzione nella banca, minacciare l'impiegata e prendere i soldi. Due uomini dall' accento meridionale sono entrati nella banca alle 13,10. A volto scoperto, entrambi armati di un grosso coltello. Indossavano solo un cappellino sportivo in testa. Le telecamere a circuito chiuso hanno ripreso tutta la scena e ora i nastri di registrazione sono al vaglio della polizia scientifica. Al momento della rapina, nell'agenzia c'era solo un cliente per un versamento. E solamente uno sportello aperto. I due rapinatori sono passati dall'entrata principale. Il cliente è stato il primo obiettivo dei rapinatori: gli hanno portato via i 2.500 euro che stava versando. Poi uno dei due ha raggiunto la giovane impiegata dello sportello , Milva Cardinali. Stai tranquilla e dammi tutto quello che hai! gli ha intimato l'uomo puntandole il grosso coltello alla gola. La ragazza non si è fatta attendere e gli ha consegnato tutto il denaro che aveva in cassa. La cifra ammonterebbe a 3-4.000 euro. Poi la fuga, almeno inizialmente a piedi.

el cuntadin
15-07-08, 22:25
Guarda sono abruzzese; mi viene da ridere perchè qll che descrivi tu è quello che puntualmente accade anche da noi. Anzi qui forse è anche peggio per via della maggiore vicinanza rispetto alle Marche. Sta di fatto che se non è un pugliese è uno zingaro altrimenti sono gli immancabili napoletani. Se si sondagiasse la popolazione carceraria d'Abruzzo, credo che gli abruzzesi siano un 2-3 %. Bisognerebbe iniziare a consegnare un po più di fogli di via.


In questo 3D riporto soltanto qualche fatto di cronaca che riguarda le Marche settentrionali, ma la situazione non è diversa nel Sud delle Marche, così come nel vicino Abruzzo. Anzi mi dai l'occasione per sottolineare che gli Abruzzi, anche in tema di rapine, sono assimilabili al resto delle Regioni Centrosettentrionali; ossia sono terra di conquista di bande di malavitosi provenienti dal Meridione, i "rapinatori trasfertisti" .

Comunque voi abruzzesi siete originali. Per economia, società, vivere civile, intraprendenza, siete a tutti gli effetti parte dell'Italia del lavoro e dello sviluppo, e vi ostinate a considerarvi meridionali -cfr il vostro Forum regionale-. Mah :confused::confused::-00w09d:-00w09d


da Abruzzese: in base alla storia come si fa a dire che l'Abruzzo non sia una regione meridionale...siamo stati legati al Regno delle Due Sicilie per una vita! Per il peso che assegno alla storia, alla lingua e alle tradizioni come faccio a di re che sono del centro!? Riflettendo è così.

Ho contatti professionali con alcuni imprenditori teramani della Val Vibrata, e non si sentono affatto meridionali ed a mio avviso hanno perfettamente ragione. Comunque in termini storici le cose sono come da te riportate, ma mi spieghi oggi cosa accomuna un abruzzese ad un napoli o ad un barese?

giovann
17-07-08, 21:30
Ho contatti professionali con alcuni imprenditori teramani della Val Vibrata, e non si sentono affatto meridionali ed a mio avviso hanno perfettamente ragione. Comunque in termini storici le cose sono come da te riportate, ma mi spieghi oggi cosa accomuna un abruzzese ad un napoli o ad un barese?


Mica siamo tutti uguali... e comunque il mio dialetto è vicinissimo al napoletano! ti rigiro la domanda: che cosa accomuna un barese a un napoletano? alcune cose, mentre altre fanno la differenza, lo stesso potrei dire di un teramano e di un barese. poi noi siamo come i molisani: e il Molise allora che è? E' la storia che ci ha accomunato per secoli, le tradizioni che sono vicine. Io da teramano posso dire di avere molte similitudini con un ascolano, ma ben poche con un pesarese o un anconetano.
Preferisco non rinnegare la storia. e poi sto leggendo troppe stronzate da parte di ki accusa gente di qui e di lì: è statistico che dove c'è più povertà c'è più delinquenza! Se essere meridionale continua ad essere un motivo per offendere tanta gente dirà che non lo è. E' possibile che noi che per decenni siamo stati la regione (quand'eravamo insieme ai fratelli molisani) più in ritardo d'Italia, quella caratterizzata dalla maggiore emigrazione, quella che veniva considerata a tutti gli effetti da tutti una regione meridionale (spesso solo per via del suo ritardo economico e culturale)debba oggi essere considerata una regione dell'Italia centrale perchè va un pò meglio economicamente. Riuso ancora una volta la tua domanda: che cosa mi accomuna a un Toscano??? Poca roba.
Per quanto riguarda gli ascolani: tra gente di confine è normale che ci si assomigli col passare del tempo!
Se dobbiamo classificare: io mi metto al CENTRO-SUD.
Altrimenti lasciamo perdere tutta questa roba cominciando dalla lega degli egoisti!

Alvise (POL)
20-07-08, 00:18
Il dialetto abruzzese vicino al napoletano MAI. Caso mai il teramano e il pescarese sono più accostabili al siciliano per via delle vocali aperte!! Usiamo una cadenza meridionale e su questo non ci piove ma usiamo anche termini come frichino, bardascio, ecc che a Napoli ti prendono per sloveno.
Si vede che l'abruzzese stesso non sa collocarsi. io dico centro, Giovà sud!! Tuttavia, sono stato in campania e in calabria e l'aspetto dei nostri capoluoghi (a partire proprio da Teramo ma anche la stessa
chieti) è completamente diverso, nulla di accomunare.

Per non uscire fuori tema, ieri a Montesilvano è stato sgominato un vasto traffico di cocaina ed eroina gestito da familgie rom e napoletane!!! :-:-01#19

Non abuso più dello spazio del forum di un'altra regione. E' l'ultima volta che scrivo qui. Cià


Mica siamo tutti uguali... e comunque il mio dialetto è vicinissimo al napoletano! ti rigiro la domanda: che cosa accomuna un barese a un napoletano? alcune cose, mentre altre fanno la differenza, lo stesso potrei dire di un teramano e di un barese. poi noi siamo come i molisani: e il Molise allora che è? E' la storia che ci ha accomunato per secoli, le tradizioni che sono vicine. Io da teramano posso dire di avere molte similitudini con un ascolano, ma ben poche con un pesarese o un anconetano.
Preferisco non rinnegare la storia. e poi sto leggendo troppe stronzate da parte di ki accusa gente di qui e di lì: è statistico che dove c'è più povertà c'è più delinquenza! Se essere meridionale continua ad essere un motivo per offendere tanta gente dirà che non lo è. E' possibile che noi che per decenni siamo stati la regione (quand'eravamo insieme ai fratelli molisani) più in ritardo d'Italia, quella caratterizzata dalla maggiore emigrazione, quella che veniva considerata a tutti gli effetti da tutti una regione meridionale (spesso solo per via del suo ritardo economico e culturale)debba oggi essere considerata una regione dell'Italia centrale perchè va un pò meglio economicamente. Riuso ancora una volta la tua domanda: che cosa mi accomuna a un Toscano??? Poca roba.
Per quanto riguarda gli ascolani: tra gente di confine è normale che ci si assomigli col passare del tempo!
Se dobbiamo classificare: io mi metto al CENTRO-SUD.
Altrimenti lasciamo perdere tutta questa roba cominciando dalla lega degli egoisti!

el cuntadin
20-07-08, 11:55
Il dialetto abruzzese vicino al napoletano MAI. Caso mai il teramano e il pescarese sono più accostabili al siciliano per via delle vocali aperte!! Usiamo una cadenza meridionale e su questo non ci piove ma usiamo anche termini come frichino, bardascio, ecc che a Napoli ti prendono per sloveno.
Si vede che l'abruzzese stesso non sa collocarsi. io dico centro, Giovà sud!! Tuttavia, sono stato in campania e in calabria e l'aspetto dei nostri capoluoghi (a partire proprio da Teramo ma anche la stessa
chieti) è completamente diverso, nulla di accomunare.

Per non uscire fuori tema, ieri a Montesilvano è stato sgominato un vasto traffico di cocaina ed eroina gestito da familgie rom e napoletane!!! :-:-01#19

Non abuso più dello spazio del forum di un'altra regione. E' l'ultima volta che scrivo qui. Cià

Ciao Alvise, anche s enon ho alcun ruolo in questo forum, mi permetto di dire che i tuoi interventi sono graditissimi. Poi, almeno i teramani ed i pescaresi, sono molto vicini, culturalmente e socialmente, a buona parte delle Marche centromeridionali. Per me, comunque, gli Abruzzi e gli abruzzesi, non hannno niente a che spartire con il meridione ed i meridionali. Saluti

camillo780
20-07-08, 15:19
el cuntadin,io sono della valdisangro(chieti)qui c'e' la settima zona industriale d'Italia la piu' grande da Bologna in giu',io odio napoletani pugliesi anche romani,ma gli abruzzesi per antonomasia sono accomodanti,il fatto fondamentalmente e' che nemmeno noi sappiamo se siamo centro o sud,siamo una regione dai mille volti di confine,a me non piace esser considerato meridionale per una cosa:perke' vuol dire spesso accomunarci alla criminalita' ed alle usanze del sud,pero' per centinaia di anni i media e la storia ci han messo al sud:dico solo una cosa:consideratemi meridionale ma distinguetemi dal sud,noi col sud non abbiamo nulla a che vedere!p.s.sai cosa mi fa riflettere:se tipo giocano Milan Palermo un tifoso neutro abruzzese ti dira' tifo palermo perke' e' una squadra del sud...e' questa concezione che dobbiamo eliminare in noi

el cuntadin
20-07-08, 16:28
el cuntadin,io sono della valdisangro(chieti)qui c'e' la settima zona industriale d'Italia la piu' grande da Bologna in giu',io odio napoletani pugliesi anche romani,ma gli abruzzesi per antonomasia sono accomodanti,il fatto fondamentalmente e' che nemmeno noi sappiamo se siamo centro o sud,siamo una regione dai mille volti di confine,a me non piace esser considerato meridionale per una cosa:perke' vuol dire spesso accomunarci alla criminalita' ed alle usanze del sud,pero' per centinaia di anni i media e la storia ci han messo al sud:dico solo una cosa:consideratemi meridionale ma distinguetemi dal sud,noi col sud non abbiamo nulla a che vedere!p.s.sai cosa mi fa riflettere:se tipo giocano Milan Palermo un tifoso neutro abruzzese ti dira' tifo palermo perke' e' una squadra del sud...e' questa concezione che dobbiamo eliminare in noi

Mah! Per me, da Chieti a Macerata siete un tutt'uno, con una differenza, un maceratese o un ascolano, non diranno mai di essere neridionali. Infatti non lo sono (e non lo siete).:-:-01#19

giovann
20-07-08, 20:30
Mah! Per me, da Chieti a Macerata siete un tutt'uno, con una differenza, un maceratese o un ascolano, non diranno mai di essere neridionali. Infatti non lo sono (e non lo siete).:-:-01#19

in che senso non lo siamo? da Chieti a Macerata non è un tutt'uno... i romani fecero il Picenum da pescara e teramo in su...ma si trattò di un'imposizione che non durò molto...per quanto riguarda il ducato di Spoleto, la provincia di Teramo ci fece parte per un tempo...ma poi tornò dove doveva stare.

Noi siamo parte del Sud che lavora...come tanti altri. I delinquenti sono una razza a parte. Dire che i napoletani, o i pugliesi, so ladri è una cazzata gigantesca. Altrimenti che si dovrebbe dire di Pescara? Rispondere che so tutti zingari o gente di fuori significa nascondere la verità.
Da abruzzese non nego che anche in certe parti nostre c'è criminalità locale. Svegliaaaaaa, non diamo solo le colpe agli altri!!!!

camillo780
21-07-08, 10:02
giovanni secondo me o sei aquilano(non abruzzese ma laziale?aquila=sud=lazio...o sei fuori di testa...ti rendi conto di cio' che dici?ma hai mai sentito di criminalita' organizzata in abruzzo?...ma dai siamo realisti spero che di abruzzesi come te ce ne siano pokl...el cuntadin hai ragione io ho avuto una ragazza di Ascoli,sono cresciuto a Milano e quando dicevo a lei terrona si offendeva di brutto,se lo dico ad un abruzzese no...e' questa la vera differenza un ascolano od un maceratese si sentono piu' del nord che del sud

giovann
21-07-08, 12:29
Calma con le offese. Sono della provincia di Teramo al 100%. So terraman combà! Nessuno ha parlato di criminalità organizzata. Ho detto che c'è delinquenza locale come da tante parti, anche del Nord Italia. Non capisco che significa L'Aquila=Lazio=Sud. A parte il basso Lazio mi sembra che tale regione sia poco legata alla storia del sud. L'Abruzzo pre-unità d'Italia ne ha fatto parte per secoli. Io nn potrò mai offendermi se uno mi dice terrone...ovvio che dipende da come lo si dice! Su questo fatto ti do pienamente ragione. se mi si dice mafioso...come fa molta gente che nn sa niente della mia regione sì ke reagisco.

corinna
21-07-08, 13:42
Giovann
innanzitutto I Piceni (o Picenti) erano una popolazione italica, stanziata in età romana nel Piceno , anzi Asculum era la capitale del "piceno", L'origine sabina dei Piceni è i riconosciuta in modo concorde dalla storiografia antica e i piceni furono alleati in varie circostanze dei romani comprese le guerre puniche dove si distinsero le coorti dei Camerti e dei Piceni.

"Stando ad antiche leggende, raccolte da Silio Italico, Ascoli sarebbe stata fondata dal re pelasgo Aesis . Verosimile è anche che la città derivi il proprio nome dalla radice egeo-anatolica as, significante insediamento urbano, reperibile in molte altre antiche città dell'area mediterranea.
Secondo Festo, invece, il Piceno deve il suo nome ai Sabini, che, emigrando verso l'odierna Ascoli per celebrare la primavera sacra, una festività pagana, levano come loro emblema il picchio, uccello sacro a Marte. Forte della sua posizione geografica quale posto di blocco tra due fiumi, il Tronto ed il Castellano, ed un torrente, il Chiaro, Ascoli va via via assumendo una forte importanza. Se nel 268 a. C., il Piceno entra nella zona d'influenza di Roma, Ascoli riesce a conservare la sua indipendenza, pur costretta ad accettare la condizione di civitas foederata. Deve essere già un grande centro commerciale se Strabone la definisce ora colonia Asculum Picenum nobilissima ora domiti hic Picentes et caput gentis Asculum.
All'inizio del 91 a.C. scoppia la guerra sociale, combattuta dalle genti italiche contro la supremazia di Roma. Ascoli ha un ruolo tanto importante da segnarne addirittura l'avvio. Rivendica in nome delle popolazioni italiche - socii - la cittadinanza romana per compartecipare alla amministrazione ed alla direzione dell'impero in condizione di parità."

el cuntadin
21-07-08, 14:38
Giovann
innanzitutto I Piceni (o Picenti) erano una popolazione italica, stanziata in età romana nel Piceno , anzi Asculum era la capitale del "piceno", L'origine sabina dei Piceni è i riconosciuta in modo concorde dalla storiografia antica e i piceni furono alleati in varie circostanze dei romani comprese le guerre puniche dove si distinsero le coorti dei Camerti e dei Piceni.

"Stando ad antiche leggende, raccolte da Silio Italico, Ascoli sarebbe stata fondata dal re pelasgo Aesis . Verosimile è anche che la città derivi il proprio nome dalla radice egeo-anatolica as, significante insediamento urbano, reperibile in molte altre antiche città dell'area mediterranea.
Secondo Festo, invece, il Piceno deve il suo nome ai Sabini, che, emigrando verso l'odierna Ascoli per celebrare la primavera sacra, una festività pagana, levano come loro emblema il picchio, uccello sacro a Marte. Forte della sua posizione geografica quale posto di blocco tra due fiumi, il Tronto ed il Castellano, ed un torrente, il Chiaro, Ascoli va via via assumendo una forte importanza. Se nel 268 a. C., il Piceno entra nella zona d'influenza di Roma, Ascoli riesce a conservare la sua indipendenza, pur costretta ad accettare la condizione di civitas foederata. Deve essere già un grande centro commerciale se Strabone la definisce ora colonia Asculum Picenum nobilissima ora domiti hic Picentes et caput gentis Asculum.
All'inizio del 91 a.C. scoppia la guerra sociale, combattuta dalle genti italiche contro la supremazia di Roma. Ascoli ha un ruolo tanto importante da segnarne addirittura l'avvio. Rivendica in nome delle popolazioni italiche - socii - la cittadinanza romana per compartecipare alla amministrazione ed alla direzione dell'impero in condizione di parità."

Corinna,
rispondo qui al tuo post sul forum Abruzzo, dove scrivi dell'invadenza e della prepotenza dei napoletani, a sud del Tronto. se ad Ascoli non avete i napoletani, ritenetevi fortunati, leggi un po' cosa suggede nelle Alte Marche: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=439025

Saluti e benvenuta nel forum della tua Regione.

camillo780
21-07-08, 20:36
igiovann nvece dovresti offenderti se uno ti dice terrone perke' con tale termine si intende:disoccupato,criminale,ignorante ecc...cosa che in Abruzzo non lo si e',ma scusa fra teramo ed ascoli ci sono 2 passi mi spieghi perke' un sambenedettese dovrebbe offendersi ed uno di matinsicuro no?lo vuoi capire che siamo nel 2008 e non nel 1800?lo vuoi capire che dall'abruzzo non si emigra piu'?lo vuoi capire che nella mia zona :la valdisangro,c'e' la settima zona industriale piu' grande d'italia ed e' uno dei posti in italia in cui si vive meglio...ed io dovrei considerarmi meridionale o terrone...ma non ci penso prorpio....sono nel 2008 non nell'ottocento,il sud inizia dal molise o meglio dalla puglia....!p.s. ti ricordo che nel 1992 quando la lega si prsento' in Abruzzo raggiunse in alcune zone il 4% cio' dovrebbe farti capire tutto

corinna
22-07-08, 10:53
El cuntadin grazie per il benvenuto.
Certo ad Ascoli e nel territorio del piceno non ci sono molti napoletani residenti e non, ma parlo comunque con cognizione di causa dato che molti ascolani hanno la seconda casa da Martinsicuro ad Alba Adriatica e devo dire che conosco benissimo la maleducazione e la prepotenza dei napoletani e si ci metto anche i romani.
Alcuni vi hanno la residenza altri dicono che sono in vacanza, ma per me e per molti si insediano lì vista la vicinanza con il supercarcere di Ascoli (dove avranno sicuramente dei parenti), quindi puoi ben immaginare quale gente napoletana e/o campana viene a stare da quelle parti. Da Martinsicuro in giù, il lungomare d'inverno è terra di nessuno, dato che i palazzi che vi hanno costruito dalla metà degli anni '70 in poi sono nati proprio come appartamenti da mare e sono pochi a risiederci tutto l'anno, la maggior parte degli appartamenti sono di proprietà di milanesi, bergamaschi, gente del nord e ascolani che d'estate vanno a trascorrerci le vacanze, la minoranza è in mano ad agenzie che affittano a chiunque e per tutto l'anno,basta che pagano l'affitto.

el cuntadin
24-07-08, 22:11
Questa volta, i nostri "trasfertisti" della Bassitalia, hanno fatto il bis. Hanno rotto i coglioni!

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=E6F09BB4AD993323E177E0C95F730 89A
Doppio assalto in banca, paura al Piano


ANCONA - Due rapine in banca in quattro ore, nel raggio di mezzo chilometro, riportano d’attualità l’emergenza sicurezza al Piano, proprio mentre i residenti chiedono più protezione e l’opposizione invoca misure drastiche e si prepara a organizzare qualcosa di simile alle ronde. Due colpi in fotocopia, senza l’uso di armi, commessi forse dalla stessa coppia di rapinatori, che con sangue freddo e minacce verbali hanno messo insieme circa 45 mila euro. Nessuno si è fatto male, ma i due banditi hanno messo in allarme un intero quartiere e spaventato terribilmente cassieri, impiegati e diversi passanti che li hanno visti all’opera. La seconda rapina è andata in scena sotto gli occhi allibiti di molte persone che erano tra i banchi del mercato del Piano. E i malviventi sono corsi via sfilando a due passi da un bambino che era lì con la nonna a fare bancomat.

Il primo assalto scatta alle 8 e 30 alla Banca delle Marche di via della Ricostruzione. La filiale è aperta da pochi minuti, dentro ci sono il direttore e quattro impiegati, tra cui due donne. Un giovane in camicia bianca entra a volto scoperto, scavalca il bancone e affronta l’unico cassiere presente nella zona aperta al pubblico costringendolo a disattivare il metaldetector e schiudere la bussola per far entrare anche il complice. “Non ho visto armi, ma il primo rapinatore aveva le mani in tasca e ho pensato che avesse un coltello”, racconterà più tardi il cassiere in questura. L’altro malvivente entra incappucciato, anch’egli a mani nude. Il blitz dura meno di tre minuti. Le due casseforti sono regolate da un timer e i rapinatori devono accontentarsi delle banconote contenute nelle casse per le normali operazioni con il pubblico. Il bottino, considerato anche l’orario, è magro: appena cinquemila euro. I due rapinatori scappano a bordo di una Fiat Uno rossa rubata la notte prima a Collemarino. Ma l’utilitaria viene abbandonata quasi subito e mezz’ora dopo gli investigatori della Squadra mobile la ritrovano abbandonata in via Raffaello Sanzio, a pochi metri in linea d’aria dalla filiale rapinata, che resterà chiusa tutto il mattino per i rilievi della Scientifica e le testimonianze dei dipendenti. Hanno descritto i rapinatori come due giovani che parlavano con accento meridionale.

Un identikit che potrebbe attagliarsi anche alla coppia che verso le 12 e 30 ha messo a segno la seconda rapina, nella Banca Popolare di Ancona di via Cristoforo Colombo, davanti a piazza D'Armi. I due, con accento meridionale, hanno minacciato a parole i cassieri. Uno è saltato sul bancone, scavalcandolo. Dopo aver aperto i cassetti, ha preso tutto il denaro che ha trovato, circa 40.000 euro. All'interno della banca, in quel momento, oltre ai dipendenti vi erano cinque clienti. A notare i rapinatori è stato poi un bambino che si trovava insieme alla nonna, impegnata a prelevare dal bancomat all'ingresso della banca. Il piccolo si è visto passare a fianco i banditi. “Mio nipote mi ha tirato per la maglia e mi ha detto: 'Nonna, stanno facendo una rapina guarda. Uno di quelli è saltato sul bancone', ma io lì per lì non gli ho creduto fino a quando non ho visto il successivo parapiglia, ha poi raccontato la donna ai carabinieri del Norm e della stazione Ancona Principale, intervenuti per i rilievi. Il piccolo, ironia della sorte, aveva una maglietta bianca con la scritta sul petto: Non rubatemi. I due rapinatori si sono dati poi alla fuga a piedi, in direzione del capolinea degli autobus di piazza Ugo Bassi. Da lì poi si sono volatilizzati. E' stato facile infatti per loro confondersi tra la gente che a quell'ora si trovava al Piano per il mercato.


ALBERTO BIGNAMIE LORENZO SCONOCCHINI,

el cuntadin
02-08-08, 22:24
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el cuntadin
02-08-08, 22:25
Anche il Corriere Adriatico si è accorto dei trasfertisti dal meridione. E' ora che si inizi ad indagare seriamente sulle basi e sulle coperture che questi farabutti hanno nelle Marche.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=8A97CCB5604E014D66D0CC8FEE3F4 D06
quei pendolari del crimine


ANCONA - Negli ultimi due mesi, ad Ancona città, sono state messe a segno 7 rapine. Via della Ricostruzione, piazza D'Armi, via Martiri della Resistenza. Ma i rapinatori non hanno nemmeno timore di entrare in azione in centro, dove le vie di fuga sono minori. L'ultima rapina prima di quella compiuta ieri a Torrette, era stata messa a segno il giorno prima, giovedì, alla Banca dell'Adriatico in via Leopardi, una traversa di corso Stamira. In pieno centro dunque. Il bottino, indubbiamente ben più magro perché aveva fruttato appena 8.000 euro, era stato messo a segno da un rapinatore solitario poi datosi alla fuga senza lasciar tracce. Rapine che per la maggior parte sono state fatte a volto scoperto: alcune con taglierini alla mano ed altre addirittura a mani nude e con la sola intimidazione verbale fatta ai dipendenti. D’altra parte cassieri e impiegati, anche per garantire l'incolumità dei clienti, hanno l'obbligo di non reagire davanti ai rapinatori. Spesso si tratta di 'pendolari del crimine' che dopo aver effettuato il colpo in zona si allontanano quanto prima dalla città.


I rapinatori aspettano l’apertura del caveau

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=0C3E4D36DAA03FC2C30BF93373465 750
ANCONA -C’è voluto un gran sangue freddo, per rimanere all'interno della banca più di un quarto d'ora, aspettando l’ora x della cassaforte che si schiude, e riuscire poi a portare via un bottino da 140.000 euro. Una calma da professionisti, quella esibita dai due rapinatori che nel primo pomeriggio di ieri hanno fatto irruzione all'interno della filiale della 'Banca delle Marche' in via Esino. Il bottino è certamente uno dei più ricchi nel panorama dei colpi in banca commessi negli ultimi anni ad Ancona, dove negli ultimi mesi si è registrata un’escalation di rapine ai danni di istituti di credito, al ritmo di una a settimana. Tutto ha avuto inizio alle 13.20 quando due persone, di età fra i 30 ed i 40 anni, sono entrati nella banca. Con il volto scoperto e con in mano un taglierino, hanno minacciato a brutto muso i tre dipendenti della banca per poi chiuderli tutti nel bagno. Prima però gli hanno fatto consegnare i telefonini, per assicurarsi che nessuno avrebbe dato l’allarme.

Avevano bisogno di tempo, almeno un quarto d’ora, per aspettare nel chiuso della filiale che il timer della cassaforte scattasse. Il pomeriggio d’estate ha favorito il blitz dei rapinatori. La banca si affaccia sulla piazzetta sotto il centro commerciale di Torrette, ma a quell’ora la farmacia ed i negozi erano chiusi. Il vicino 'Bar Mito' non aveva invece clienti seduti all'esterno. In questo modo i due rapinatori hanno potuto agire in maniera pressoché indisturbata utilizzando tutto il tempo di cui avevano bisogno. Una rapina basata infatti anche sui tempi di apertura delle casseforti. La maggior parte del bottino, 80.000 euro, è stato infatti preso dalla cassa del bancomat mentre gli altri 60.000, è stato prelevato dalla cassaforte principale.

I rapinatori hanno atteso quindi, con gran pazienza e nervi saldi, che la temporizzazione scattasse in automatico in maniera tale che le casse si aprissero e dessero quindi modo di prelevare il denaro. Il timer è regolato proprio per consentire ai dipendenti della banca per aggiungere denaro oppure trasferirlo in sicurezza, senza averne mai troppo in cassa. I dipendenti della banca non sono in grado di aprire le casseforti se non nei tempi stabiliti, ecco che i banditi hanno raggirato il problema attendendo che quell'orario scattasse da sé, dopo la chiusura della banca. I tre dipendenti non hanno seguito quanto stava accadendo in quanto erano stati chiusi nel bagno dai due rapinatori che sembra avessero un inflessione meridionale. Arraffati i soldi, i due sono fuggiti. Non si sa se si siano allontanati a bordo di una vettura od una moto né, eventualmente, dove fosse stata parcheggiata. Forse nella stessa piazzetta o forse in qualche vicina via.

I dipendenti della banca, una volta che oramai i banditi erano lontani, sono riusciti ad uscire dal bagno e ad avvisare il 113. Sul posto è giunta una Volante della questura dorica insieme ai colleghi della squadra Mobile e della polizia Scientifica che ha effettuato tutti i rilievi necessari. Polizia che ha preso anche la registrazione del video ripreso dalle telecamere a circuito chiuso della filiale e che è stato successivamente analizzato. Probabilmente i due rapinatori, avendo agito a volto scoperto, potrebbero essere incensurati e ovviamente non del posto. Certo è che non erano sprovveduti e che hanno agito con professionalità, pianificando il colpo a tavolino. Nessuna violenza fisica è stata commessa contro le persone presenti, convinte a a eseguire gli ordini dai rapinatori armati di taglierino.

el cuntadin
19-08-08, 14:15
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=AEB6E48095FA9E111D6CB700902ED 693


FANO - Sono giunte a conclusione, con due arresti e una denuncia, le indagini che il commissariato di pubblica sicurezza di Fano aveva attivato per individuare gli autori di due rapine che erano state compiute nei dintorni di Lucrezia. L’esito di queste è stato illustrato in conferenza stampa nella giornata di ieri dai dirigenti Ginetto Manna e Stefano Seretti. A finire in cella sono stati due giovani di origine siciliana residenti a Fano; si tratta di M.N. di anni 20 e di C.S. di anni 18, mentre il loro complice un minorenne di 16 anni, residente a Lucrezia, è stato denunciato. Per tutti l’accusa è di rapina nei confronti del Blu Moon di Lucrezia e nei confronti della tabaccheria di Pontemurello, compiute rispettivamente il 14 e il 18 luglio scorso, oltre che di tentata rapina ai danni di un bar di Cuccurano; azione quest’ultima orchestrata il 14 agosto scorso. Il tutto sotto la minaccia di pistole scacciacani, del tutto simili a quelle vere e di una pistola “soft air” che lancia pallini tramite un propellente a gas. Per individuare il terzetto, particolarmente influenzato da film come “Fuori tutti” e da fiction come “La Uno bianca” (hanno detto di ispirarsi ai fratelli Savi), le indagini sono partite dalla rapina compiuta ai danni del Blu Moon, dove uno dei malviventi, grazie alla reazione dei proprietari, aveva perduto una pistola. Gli inquirenti hanno rintracciato il negozio in cui era stata acquistata e poi sono risaliti al terzetto. I tre sono stati bloccati con tutto un armamentario di pistole finte che non lasciava spazio alla immaginazione, poco prima che compissero un’altra impresa.

el cuntadin
19-09-08, 23:11
Ancora loro.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=2827DD8E38FC0BECF752D2E661DFE 391

Colpo in banca, bottino da 20 mila euro


ANCONA - Due uomini giovani dall’apparente età di 20/25 anni. Italiani, probabilmente campani considerato l’accento con cui parlavano. Freddi, veloci e decisi. Uno dei due armato di taglierino, l’altro con un borsone di colore scuro da riempire di soldi. Sono gli autori della rapina messa a segno ieri mattina nella filiale della Banca di Credito Cooperativo di Ancona in via Rismondi 11, nel cuore del rione Adriatico, a due passi da via Maratta e corso Amendola. Un blitz che ridesta l’allarme sicurezza dopo l’ondata di rapine che si sono registrate in città tra fine giugno e metà agosto, con otto colpi in due mesi e mezzo, ben cinque dei quali in soli undici giorni.

Anche ieri le modalità della rapina sono le stesse di sempre. Nel giro di tre minuti, minacciando due dipendenti della banca e cinque clienti presenti in quel momento all’interno della filiale, i due malviventi sono riusciti a ripulire le due casse aperte al pubblico portandosi via un bottino di circa 20 mila euro in contanti. Tutto è avvenuto poco prima delle 13, quando gli impiegati della banca si apprestavano alla chiusura per il pranzo. “Erano a volto scoperto, avevano solo un paio di occhiali da sole calati sul viso - racconta il direttore della filiale Giuseppe Bertusi -. Sono stati talmente veloci che io non mi sono neanche accorto della rapina. Ero nel mio ufficio insieme a un cliente, quando un collega mi ha detto ciò che era successo”.

Secondo le testimonianze di chi ha assistito alla rapina, uno dei due ha superato con un balzo il bancone e ha minacciato uno dei due cassieri col taglierino. L’altro ha aggirato il bancone e ha arraffato il denaro dalle due casse infilando malloppi di banconote nella borsa. Poi i banditi sono usciti in fretta dalla banca fuggendo a piedi verso il Passetto, dove probabilmente avevano un complice ad attenderli in auto. Nessuna delle persone presenti è stata ferita o percossa. Subito allertato il 112, sul posto sono intervenute due pattuglie delle volanti della questura, oltre agli agenti della polizia scientifica e della squadra mobile. Avviate subito le indagini per dare un’identità ai due malviventi. Si confida molto sui filmati delle telecamere interne e gli inquirenti sperano che almeno uno dei due abbia lasciato qualche impronta all’interno della banca. L'ultima rapina in città era stata compiuta di notte durante il ponte di Ferragosto alla cassa bancomat della filiale del Monte dei Paschi di Pietralacroce: i ladri avevano aperto il bancomat con la fiamma ossidrica asportando 40 mila euro in contanti. Fu l’unico inscenato quando la banca era chiusa. A fine agosto, in prefettura, s’era tenuto un vertice tra i massimi responsabili delle forze dell’ordine per aumentare i controlli nelle banche e per rinnovare al più presto il protocollo con Abi, istituti di credito e rappresentanti sindacali.

el cuntadin
24-09-08, 22:57
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=38FC6EF930FF3D62239AFABA94C81 2BB
Colpo da 5.000 euro alla Bdm di Mondavio: in azione due banditi ripresi dalla telecamera
Armati di taglierino assaltano la banca


MONDAVIO - Armati di taglierino hanno rapinato l’agenzia della Banca delle Marche di via Madre Francesca Streitel 1. Due malviventi si sono presentati all’istituto di credito intorno alle 13, prima della chiusura antimeridiana. Al momento di fare irruzione hanno calato sul volto una calzamaglia. Uno dei due si è fermato al bussolotto d’entrata per controllare eventuali arrivi di clienti, l’altro, armato di taglierino, ha intimato ai tre impiegati presenti (il direttore e due cassieri) di consegnare il denaro. E si è impadronito di circa cinquemila euro fra le banconote prese direttamente e quelle consegnategli. Quindi la fuga, dopo una rapina velocissima, durata non più di novanta secondi. I due malviventi, uno magro e alto tra 1 metro e 75 e 1,80, l’altro più basso e robusto, accento meridionale, si sono allontanati a bordo di una Fiat Panda rubata in mattinata ad Ancona. Una fuga breve. Ricevuto l’allarme, i carabinieri della Compagnia di Fano hanno fatto scattare il piano antirapina, organizzando i posti di blocco, ritrovando subito l’auto usata dai banditi. Era parcheggiata, con il motore ancora acceso, in località Pianaccio, non lontano dalla strada provinciale 424 Cesanense. Lì i banditi erano attesi da un complice oppure si sono allontanati a piedi per raggiungere un’auto “pulita”, quella della fuga definitiva, presumibilmente lungo una delle strade che collegano alla provincia di Ancona. Le telecamere del circuito interno della banca li hanno ripresi. I carabinieri sono fiduciosi sulla possibilità di identificarli.

el cuntadin
27-09-08, 23:33
Stavolta al rapinatore trasfertista napoletano, è andata male. Comunque hanno rotto i coglioni.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=B150A825BD62933102AFE47B9228B 429

Armato di cutter tenta di rapinare l’Unicredit


fano - Ha tentato di fare tutto da solo, ma questa volta è andata male ad un malvivente che ha tentato di rapinare l’agenzia dell’Unicredit di via Gabrielli.

Erano le 15.30 di ieri, quando è entrato nella sede dell’istituto bancario un uomo a volto scoperto, sulla cinquantina che, con accento napoletano ha subito intimato al cassiere di consegnargli i soldi. In mano aveva un taglierino che armeggiava paurosamente. Il cassiere comunque non è stato in grado di eseguire gli ordini ricevuti, in quanto la cassa era chiusa ed egli stesso non aveva alcuna possibilità di aprirla.

Sono seguiti attimi di paura, con il rischio che il rapinatore reagisse violentemente. Questo però non è avvenuto, con fare contrariato, ma evidentemente conoscendo bene le tecniche di difesa degli istituti di credito, il malvivente ha abbandonato ogni velleità e si è dato precipitosamente alla fuga a piedi.

Poco dopo sono intervenuti gli uomini del Commissariato di Fano che hanno istituito posti di blocco con l’intento di rintracciare il rapinatore mancato, il cui volto dovrebbe essere stato immortalato dalle telecamere facenti parte del circuito interno della filiale.

el cuntadin
01-10-08, 22:48
"sui 35 anni, accento napoletano". Non è una novità, purtroppo.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=1247B635B1FA1CAD3C748D64D1EF2 D48
Bandito solitario assalta una banca


pesaro - Anche ieri pochi minuti per terrorizzare clienti e impiegati, arraffare (questa volta) un consistente bottino e dileguarsi. Rapina all’istituto di credito San Paolo Banca dell’Adriatico, in via Caboto 1 nel quartiere di Soria.

Venerdì scorso, nella stessa via, era stata la Farmacia Laurana a ricevere la visita di un rapinatore solitario, mentre lunedì sera è toccato al SuperConad delle 5 Torri, dove in azione sono entrati però due banditi e armati di pistola. In via Caboto gli assalti sono stati messi a segno da malviventi solitari e armati di taglierino. Una vera escalation sulla quale indagano le forze di polizia.

Ieri, intorno all’una e trenta si è consumato l’assalto alla banca nel popoloso quartiere di Soria.

Il bandito è entrato dalla porta principale con il volto semicoperto da un grande paio di occhiali scuri. Una volta all’interno dei locali si è diretto senza tentennamenti verso una delle due casse in quel momento attive. Ha saltato la postazione di lavoro appostandosi alle spalle del cassiere e puntadogli al collo il taglierino.

Un movimento così rapido che la cassiera che si trovava nell’altra postazione di lavoro non ha potuto nemmeno vedere in faccia il bandito né l’arma che brandiva.

“Dammi i soldi - ha detto al bancario - se fai quello che ti dico non succede niente a nessuno”.

E’ stato lo stesso rapinatore a prendere il denaro che si trovava in cassa e con i soldi in mano (non aveva con sé nemmeno una busta) si è dato subito alla fuga, nascondendo in tasca il taglierino con il manico giallo, utilizzato per minacciare i presenti. Mani grandi visto che è riuscito ad arraffare 2.800 euro.

Nessun testimone ha visto mezzi o persone ad attenderlo e sembra che l’uomo, sui 35 anni, accento napoletano, sia scappato a piedi.

All’interno della banca, insieme ai due cassieri anche la direttrice della filiale e tre clienti. Una di questi stava depositando la somma di 13 mila euro. La signora ha avuto la prontezza di spirito di accorgersi di quanto stava accadendo e di nascondere rapidamente le banconote che sono così scampate alla rapina.

Sul posto gli agenti della squadra mobile per ascoltare le vittime della rapina e anche i pochi testimoni e della Scientifica che hanno rilevato le impronte del bandito e i segni del suo passaggio .

Il circuito interno di telecamere ha comunque filmato tutte le fasi della rapina e dalle riprese video gli inquirenti si aspettano importanti informazioni sull’identità del rapinatore.

Sebbene l’identikit del bandito che compie rapine in banca non è quasi mai sovrapponibile a chi sceglie invece di colpire farmacie o supermercati, è impossibile non notare le coincidenze fra i colpi messi a segno in quella strada di Soria nel giro tre giorni.

In entrambi i casi un bandito solitario e armato di taglierino: in entrambi i casi la scelta di mettersi alle spalle del rapinato saltando la sua postazione di lavoro e ancora arrivo sul posto prescelto per la rapina, nonchè fuga, rigorosamente a piedi.


SILVIA SINIBALDI,

el cuntadin
11-10-08, 19:12
A Senigallia, arrestati un pugliese ed un albanese che avevano appena rapinato una banca.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=49FC6A5EA0A0D1BEFBD04F6158DCB A52

Rapina alla filiale Carim, subito presi i banditi
Un italiano e un albanese assaltano a mano armata la banca di via Annibal Caro

SENIGALLIA - Avere a che fare con le banche di questi tempi non è certo consigliabile. Se poi sulla strada si incontra una pattuglia di carabinieri, allora la giornata finisce per prendere una brutta piega, al punto da concludersi in carcere con l’accusa di rapina a mano armata. E’ quanto accaduto ai due rapinatori che ieri mattina, poco prima delle 13,30, hanno tentato l’assalto alla filiale della Cassa di risparmio di Rimini, in via Annibal Caro. Scontato il copione. I due sono entrati superando agevolmente il metal detector all’ingresso, hanno indossato grossi occhiali da sole per tentare di mascherare il volto e una volta all’interno hanno minacciato i tre impiegati con l’immancabile taglierino, riuscendo a farsi consegnare circa 5.300 euro. Poi la fuga a piedi. Con calma, per non dare nell’occhio, quasi fossero due normali clienti della banca.

Almeno così hanno creduto, fino a quando, qualche centinaia di metri più avanti, non sono stati intercettati da una pattuglia del Nucleo radiomobile dei carabinieri, impegnata in uno dei posti di controllo lungo la statale Adriatica, istituito come al solito in questi casi. I militari hanno visto la coppia di rapinatori che a piedi si stava dirigendo verso la stazione ferroviaria. Seguendo l’intuito li hanno bloccati. Uno dei due ha fatto finta di non capire cosa volessero, mentre l’altro invece ha abbozzato un tentativo di fuga, sufficiente a tradirli e a convincere i carabinieri di avere a che fare con qualcuno legato in qualche modo a quanto accaduto pochi minuti prima in via Annibal Caro. In una borsa di tela poi la prova più schiacciante: il bottino di 5.300 euro in banconote di diverso taglio e il taglierino. In più è arrivato un anziano, che ai militari ha indicato chiaramente che i due erano appena usciti dalla filiale della Carim.

I malviventi sono stati condotti in caserma per i consueti accertamenti. I carabinieri hanno così scoperto che si trattava di A.V., 25 anni originario delle Puglie, ma residente a Pesaro così come il suo complice B.M., 20 anni, cittadino albanese di Durazzo. I banditi erano arrivati a Senigallia in treno e con lo stesso mezzo pensavano di far ritorno a casa. Sul loro conto sono in corso ulteriori indagini da parte degli investigatori dell’Arma, che ipotizzano il coinvolgimento di entrambi in altri episodi analoghi, che si sono verificati negli ultimi tempi tanto nel territorio della provincia di Ancona, che in quello di Pesaro e Urbino.

Con l’arresto di A.V. e B.M. salgono a 150 le persone finite in manette dall’inizio dell’anno (nello stesso periodo del 2007 sono state 107), da parte dei carabinieri della Compagnia di Senigallia, la cui giurisdizione copre gran parte del comprensorio del Misa-Nevola. Non meno significativi i risultati dei servizi quotidiani di controllo del territorio, effettuati dalle diverse pattuglie in servizio con accertamenti per oltre 35.000 persone e 26.000 veicoli: un’attività che ha portato a verificare la presenza o comunque il passaggio sul territorio di ben 6.359 pregiudicati o persone, che in qualche maniera hanno avuto a che fare con vicende giudiziarie di carattere penale. Un lavoro di prevenzione considerato utile per diminuire reati quali le rapine, i furti, gli scippi e le truffe nei confronti di privati e aziende.

Asmodeo
11-10-08, 19:39
..ma quand'è che arriva sta benedetta sindrome yugoslava o dei balcani?!
..al giorno d'oggi i rapinatori e malviventi vengono sempre dalle stesse zone geografiche e tanta gente evita addirittura di parlarne!!!...i peggiori immigrati sono proprio quelli italiani!!

el cuntadin
16-10-08, 07:14
Dopo un annodi indagini è finitoin carcere Antonio Cortese. Era sparito con 26.000 euro
I carabinieri hanno arrestato un napoletano
Cerreto, colpo alla Mps Preso uno dei rapinatori


CERRETO D’ESI - Nonostante sia passato più di un anno, i carabinieri del Reparto operativo di Ancona, diretti dal colonnello Luciano Ricciardi, a seguito di mirate ed accurate indagini hanno arrestato Antonio Cortese, napoletano di 34 anni, responsabile insieme ad un complice della rapina a mano armata avvenuta il 18 aprile 2007 ai danni della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, in via Dante, a Cerreto D’Esi.

L’uomo era entrato nella banca indossando, così come il complice, una parrucca e degli occhiali da sole molto avvolgenti. In mano impugnava un coltello da cucina. Con questo, aveva minacciato gli impiegati riuscendo poi a farsi consegnare il denaro che, a seguito di tutti i vari accertamenti, era risultato essere oltre i 26.000 euro.

Antonio Cortese al momento si trova nel carcere di Terni dove era stato rinchiuso a seguito di arresti per aver commesso ulteriori rapine in giro per l’Italia, in particolare quella a Passo di Treia. A Cortese, i militari dell’Arma sono arrivati a seguito delle indagini sviluppate nel tempo e che avrebbero visto anche la visione dei filmati a circuito chiuso della banca. Indagini che si sono chiuse in questi gironi, a distanza di più di un anno dal fatto, ma esclusivamente perché le attività tecniche sono solitamente molto impegnative e, per forza di cose, lunghe. Dunque, se in un certo senso si può dire che il colpo nella filiale di Cerreto D’esi non è andato completamente a segno, al contrario un pieno “centro” l’hanno fatto i carabinieri.

Una rapina che avvenne nella mattina del 18 aprile 2007 alle 8,45. A quell’ora non c’era una folla particolare all’interno della filiale e, proprio grazie a ciò, i due malviventi riuscirono ad agire quasi in maniera indisturbata. Immediatamente dopo il colpo, i due di dettero ad una fuga a piedi. Nessuno riuscì a vedere quindi con esattezza dove fossero diretti. Poco distante da via Dante, infatti, probabilmente avevano lasciato in sosta un’auto sulla quale si dettero alla fuga con molta probabilità lungo la strada provinciale Muccese.

Le indagini vennero subito avviate dai militari dell’Arma della Compagnia di Fabriano, che effettuarono subito tutti i rilievi di rito necessari a trovare indizi che potessero essere utile alla conclusione delle indagini. I carabinieri ascoltarono anche tutti gli impiegati, importanti e fondamentali testimoni di quello che era appena accaduto. Pian piano sono stati quindi collezionati vari tasselli che hanno permesso di ricostruire il puzzle e di arrestare dunque Cortese.


ALBERTO BIGNAMI,




ALBERTO BIGNAMI,

el cuntadin
17-10-08, 22:12
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=E3F0B71EB3503A5BCA12AD32D3835 852

Ai rapinatori piacciono i gioielli: tre assalti


FANO - Tre assalti a rappresentanti di gioielli sono avvenuti a Fano nella giornata di ieri, nell’area del centro storico in un raggio di poche decine di metri, da parte di due giovani in moto.

Due sono andati a vuoto e uno solo a segno per un bottino in gioielli del valore di circa 30 mila euro. Gli autori probabilmente sono gli stessi: uno ha agito mentre l’altro garantiva la fuga in sella alla potente motocicletta.

Il primo episodio è accaduto alle 10 nel centro storico. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, che hanno ricevuto la denuncia, un rappresentante di bigiotteria entrato nella sua Megane ha sentito il vetro del finestrino posteriore andare in frantumi: un malvivente si è allungato nell’abitacolo afferrando la valigetta che era stata appoggiata sul sedile posteriore. Il ladro si è ferito perché sono state trovate tracce di sangue. Poi è balzato in sella alla moto che è partita a razzo contromano in via Montevecchio, rischiando di investire una donna con la carrozzina e di provocare poco lontano un incidente con un furgone. Colpo inutile perché nella valigetta c’erano solo depliant.

Il secondo episodio - quello più movimentato - è avvenuto alle 13,40 nel piccolo parcheggio antistante l’istituto Maestre Pie Venerini.

Uguale il modus operandi. Secondo un testimone oculare, un malvivente si è avvicinato all’auto, mentre il rappresentante stava per mettersi alla guida: con un cacciavite ha sferrato un gran colpo al finestrino posteriore mandandolo in mille pezzi, non senza procurarsi una profonda ferita alla mano; si è impossessato quindi della valigia con l’intento di darsi immediatamente alla fuga. Ma non ha fatto i conti con la pronta reazione della sua vittima, la quale ha cercato in tutti i modi di trattenere il malvivente. I due si sono avvinghiati, sono rotolati a terra sul selciato cosparso di vetri, mentre la scena ha incominciato ad attirare l’attenzione dei passanti. Vista la perdita della sorpresa, il delinquente a quel punto ha deciso di desistere: mollando la presa dalla valigetta, si è rialzato ed ha attirato l’attenzione del complice che in sella alla moto lo attendeva poco lontano. Praticamente si è trattato di una tentata rapina impropria per la violenza usata contro la vittima.

Infine, è andato a segno il terzo colpo, quello meno violento ma più produttivo per i ladri: alle 17 in piazza Avveduti. In questo caso, secondo quanto denunciato dalla vittima ai carabinieri, il rappresentante di gioielli aveva appena riposto due valigette nel bagaglio della sua Mercedes classe A. Mentre saliva al posto di guida un delinquente ha aperto il bagagliaio, che non era stato chiuso a chiave, e ha afferrato le due valigette. E’ balzato sulla moto e si è dileguato facendo perdere le tracce. Secondo un’ipotesi investigativa i due potrebbero essere campani. Tra gli elementi delle indagini le tracce di sangue lasciate in due luoghi.

E’ andato a segno anche un furto compiuto in via Morganti, dove ignoti ladri si sono impossessati di una borsa lasciata all’interno di una Toyota, contenente carte di credito, documenti e una somma in contanti superiore ai 1.000 euro. La proprietaria conta almeno che qualcuno le riporti i documenti.

Inoltre è stato compiuto anche un grosso furto nella zona industriale di Lucrezia, ai danni delle ditte “Valmex” che produce scambiatori per caldaie e “Sev” arredamenti per negozi. I ladri nella notte tra martedì e mercoledì hanno rubato due muletti ed un bancone pronto per essere consegnato a Ostravetere ad una parafarmacia. Il valore del bottino si aggira sui 150.000 euro.

el cuntadin
18-10-08, 23:07
Tre malviventi di origini meridionali, forse campani.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=576726DE632BFB42ACB18030E10B5 DFB
Tre arresti lampo dopo il colpo in banca
Rapina da 60 mila euro alla Bdm di Torrette, catturati in poco tempo i banditi

ANCONA - Stavolta hanno vinto subito le guardie, i ladri sono stati presi. Non era un gioco ma l’ennesima rapina in banca e ai carabinieri è riuscito il triplice arresto-lampo. Il blitz s’è concluso nel peggiore dei modi per tre malviventi di origini meridionali, forse campani, che sono stati fermati subito dopo il colpo da sessantamila euro circa. La banda è entrata in azione nel primo pomeriggio, attorno alle 15 e 30, nella filiale di via Esino della Banca delle Marche, a Torrette. L’assalto agli uffici degli istituti di credito che si trovano nel centro commerciale del quartiere alla periferia nord della città è avvenuto in pieno giorno. Segno della tracotanza dei rapinatori. Sicuri di sé e intrepidi, in due sono entrati in banca, a volto scoperto e con un coltello in mano. Fuori c’era un complice che li aspettava.

L’irruzione è andata in scena poco dopo il rientro al lavoro dei tre impiegati, che sono rimasti di sale davanti alla richiesta di tirar fuori il denaro urlata dai due armati di cutter. La coppia di banditi ha messo assieme banconote per diverse decine di migliaia di euro poi si è precipitata fuori per la fuga. Ma era tardi. L’allarme era scattato e i carabinieri del Reparto operativo al comando del tenente colonnello Luciano Ricciardi erano ormai in agguato.

I rapinatori si sono sentiti braccati e hanno cercato scampo in qualche modo, senza trovarlo. Uno ha cercato una improbabile via di fuga dentro un supermercato, ma è stato bloccato. Un suo complice ha provato a scappare a bordo di una Ford Mondeo sgommando in direzione di Falconara. E’ stato inseguito da una pattuglia del nucleo operativo radiomobile che lo ha fermato sulla Flaminia.

Il terzo se n’era andato a tutto gas sulla Renault Megane nella quale era rimasto sul piazzale a fare da “palo”. Ha provato a fuggire con la refurtiva, si è fiondato verso l’ospedale e al bivio aveva imboccato la rampa per Pescara. Pure lui è stato tallonato dai carabinieri che non hanno mollato un centimetro. Il bandito, ormai col fiato sul collo, arrivato all’altezza di Pontelungo ha provato a giocare la carta della disperazione abbandonando la macchina e cercando riparo nelle campagne di Candia. I rovi non erano il nascondiglio perfetto, lo ha capito quando i militari dell’Arma lo hanno scovato e portato anche lui in caserma insieme con i compagni di scorribanda. A tarda sera erano ancora in corso gli accertamenti anagrafici sui tre arrestati.

I carabinieri hanno dovuto verificare se le generalità dichiarate dai componenti della banda che ha tentato, e fallito, il mordi e fuggi fossero quelle reali, e - anche attraverso il controllo incrociato con l’Afis, la banca dati delle impronte digitali - leggere il passato dei componenti della gang.

I colpi in banca avevano offerto una pausa dopo l’estate rovente, percorsa da otto blitz in dieci settimane. La paura era entrata a intervalli regolari negli istituti di credito, dal 5 giugno al 20 agosto. L’allarme è tornato a squillare a settembre, quando due uomini a volto scoperto e taglierino in mano hanno portato via 20 mila euro dall’agenzia della Bcc di via Rismondo. Ieri, a un mese di distanza, ancora tensione. Stavolta è toccato alla Banca delle Marche di Torrette. E stavolta le forze dell’ordine hanno avuto ragione, e i ladri non sono riusciti a farla franca.


EMANUELE COPPARI,

el cuntadin
21-10-08, 22:00
I rapinatori meridionali continuano a rapinare le banche marchigiane. C'è da dire che negli ultimi giorni qualcuno è stato arrestato.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=78197569E38AE9FD9286136FA97E7 99E
Malvivente foggiano consegnato alla polizia
Rapinatore bloccato da cassiere e cliente


FANO - Un tentativo di rapina ai danni di una banca andato a vuoto, grazie alla reazione istintiva di un cassiere e alla prontezza di uno dei clienti, che sono riusciti a bloccare il malvivente consegnandolo alla giustizia.

E’ successo ieri mattina, intorno alle 11.20, nella filiale di via Roma 185 della Banca nazionale del lavoro, che si trova proprio accanto alla sede della polizia stradale. Un giovane si è introdotto nell’istituto di credito, aveva un cappello e una volta dentro ha alzato sul volto una sciarpa per non farsi riconoscere e si è diretto velocemente verso la cassa, scavalcando la postazione. L’impiegato, che si trovava di spalle, non si è nemmeno accorto della scena, ma quando si è voltato si è trovato di fronte il rapinatore a volto coperto e istintivamente l’ha stretto verso l’angolo, approfittando dello spazio piuttosto stretto. In suo aiuto è intervenuto prontamente un cliente di origini tunisine, che si trovava all’interno della filiale, e che è riuscito a bloccare fisicamente il giovane. Al momento della rapina in banca c’erano altri cinque clienti, oltre al direttore e a agli impiegati, l’episodio ha quindi creato un po’ di trambusto e spavento tra i presenti. Immediato l’intervento degli uomini della polizia di Fano, che sono accorsi dal vicino commissariato e hanno tratto in arresto il giovane. Si tratta di Roberto Moreo, 25 anni di Cerignola, in provincia di Foggia, già noto alla giustizia.

Il giovane, però, non ha agito solo, con lui altri due complici, uno dei quali ha anche provato ad introdursi all’interno della filiale usando un’uscita di sicurezza, che però era bloccata. Vedendo il compagno in difficoltà e che ormai il colpo era fallito, l’uomo si è data alla fuga con l’altro complice che l’aspettava in auto, pronto a partire. La vettura utilizzata per scappare è una Fiat Uno, modello vecchio, di colore bianco, rubata in zona Lido pochi minuti prima della rapina, e ritrovata subito dopo, nella vicina piazza del Popolo, abbandonata. Addosso all’arrestato gli agenti di polizia hanno ritrovato un taglierino che probabilmente il giovane non ha fatto nemmeno in tempo ad usare per mettere in atto le sue minacce vista la reazione del cassiere.

“Il nostro impiegato ha agito d’istinto senza rendersene nemmeno conto – tiene a sottolineare il direttore della filiale – nella colluttazione si è procurato una leggerissima escoriazione alla guancia destra, è stato soprattutto un grande spavento, la nostra banca non aveva mai subito tentativi di rapina. Al momento dell’accaduto mi trovavo nel mio ufficio, è da lì che ho chiamato le forze dell’ordine quando mi hanno riferito che cosa stava accadendo”.

Il cassiere non è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per farsi medicare trattandosi di una ferita lieve. A lui e al cliente tunisino l’apprezzamento generale per il coraggio e la forza della loro reazione.


FEDERICA GIOVANNINI,

el cuntadin
22-10-08, 23:00
I rapinatori meridionali continuano a rapinare le banche marchigiane. C'è da dire che negli ultimi giorni qualcuno è stato arrestato.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=78197569E38AE9FD9286136FA97E7 99E
Malvivente foggiano consegnato alla polizia
Rapinatore bloccato da cassiere e cliente

[...]


http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=B2D750578EC1B394DBBFE9ABF9793 4B0


Intervista al cassiere della Bnl che ha bloccato il rapinatore aiutato da due clienti
“Sembrava una iena, mi sono difeso”


LORENZO FURLANI

FANO - Dice di non aver fatto niente di eccezionale, la sua reazione la considera normale, addirittura aggiunge che è qualcosa che avrebbe fatto chiunque si fosse trovato nelle sue condizioni.

Eppure non capita quasi mai che un malvivente venga arrestato mentre sta compiendo una rapina, tantomeno accade che lo blocchi un cassiere al quale poi danno manforte due clienti cosicché il malvivente viene consegnato già bell’e impacchettato alla polizia.

M.L., 48 anni fanese, dipendente della Bnl in servizio nella sede di via Roma, è il bancario che ha consentito l’arresto di Roberto Moreo, 27 anni di Cerignola, il quale lunedì mattina aveva tentato di mettere a segno una rapina nell’istituto di credito.

La minaccia “fermi tutti, questa è una rapina” a quel giovane è morta in gola e il taglierino gli è rimasto in tasca perché si è trovato di fronte questo cassiere, che si schermisce solo a sentire pronunciare la parola eroe ma che ha compiuto un gesto encomiabile, un gesto che può essere considerato l’eroismo ordinario di una persona perbene che affronta i propri impegni con dignità, sobrietà e anche coraggio.

Il giorno dopo è al suo posto di lavoro.

Come sta? Ha subito lesioni nella colluttazione ?

“No, sto bene. Col rapinatore c’è stato un contatto senza alcuna conseguenza fisica”.

Ma com’è nata la sua reazione? Si era figurato di opporsi ai banditi in caso di rapina?

“Assolutamente no. Noi dall’istituto riceviamo l’indicazione di rimanere estranei a fatti del genere, per non mettere a rischio l’incolumità nostra e quella delle altre persone presenti. Ma quel giovane ha invaso il mio spazio, me lo sono visto piombare addosso come un iena”.

Cioè?

“Era entrato come un cliente normale, in testa aveva un cappellino con la visiera e una volta dentro si è calato sul volto una calzamaglia. Con un balzo ha scavalcato il bancone davanti alla mia cassa, che rispetto all’ingresso è più defilata. Non l’avevo notato prima, me lo sono trovato praticamente addosso e ho reagito d’istinto. Poi sono intervenuti un cliente tunisino e un ex maresciallo della Finanza, ora in pensione, che era seduto di fronte a me, i quali mi hanno aiutato a fermarlo”.

Insomma, con quella calzamaglia in testa non le ha fatto paura per niente.

“Certo un po’ di paura l’ho provata, ma dopo. In quel momento non ho neppure realizzato che si trattasse di una rapina. Al di qua del bancone c’è il mio spazio personale, ho dei valori, nessuno può entrare qui senza il mio consenso. Mi sono sentito aggredito e d’istinto mi sono difeso. Penso che l’avrebbe fatto chiunque”.

Forse proprio chiunque no. Ma il giovane non l’ha minacciata con il taglierino?

“Non ha avuto il tempo di estrarlo dalla tasca. In una mano aveva il sacchetto dove mettere i soldi mentre l’altra l’ha usata per appoggiarsi al bancone e compiere il balzo”.

Perciò un giovane agile e determinato, che non ha agito a caso. Eppure è stato lei a sorprenderlo. Pratica forse arti marziali?

“Vado in bicicletta, sono allenato, le arti marziali le ho praticate un po’ in gioventù ma sono alto un metro e ottanta e un po’ robusto di natura. Faccio sport e conduco una vita sana, ma non sono aggressivo. Se quel giovane si fosse limitato a estrarre il taglierino dicendo che era una rapina non avrei reagito”.

Quindi, gli è andata male per quel balzo da iena?

“Sì, diciamo che gli è andata male”.

I dirigenti della banca e i suoi colleghi si sono complimentati con lei?

“Mah, niente di ufficiale perché, ripeto, la mia è stata una semplice reazione di istinto. Però sul piano personale sì, diversi colleghi hanno apprezzato ciò che ho fatto”.

el cuntadin
23-10-08, 22:29
I rapinatori meridionali continuano a rapinare le banche marchigiane. C'è da dire che negli ultimi giorni qualcuno è stato arrestato.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=78197569E38AE9FD9286136FA97E7 99E
Malvivente foggiano consegnato alla polizia
Rapinatore bloccato da cassiere e cliente


[...]


Arrestati i complici. Tre pugliesi, di Cerignoila, ed una rumena.

Come volevasi dimostrare.


http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=3DB83A797E4B7AB58DB46C87742F6 495



Rapina alla Bnl, arrestati i complici


FANO - Dopo l’arresto del rapinatore che lunedì scorso aveva assaltato la sede della Banca nazionale del lavoro di via Roma - bloccato dal cassiere e da due clienti - sarebbero finiti in carcere anche i complici che erano riusciti a fuggire.

I carabinieri di Rimini hanno arrestato quattro persone, tra cui tre giovani di Cerignola (paese foggiano di residenza anche del ventisettenne preso a Fano). I militari diretti dal maggiore Marcello Manca e dal capitano Nello Claudini (quest’ultimo già alla guida della compagnia di Novafeltria) ritengono di aver sgominato una banda specializzata nelle rapine composta in gran parte da cerignolani. L’indagine riguarda un colpo messo a segno alla Banca Carim lo scorso 10 ottobre che aveva fruttato 7.000 euro. Il modus operandi è lo stesso dei rapinatori della Bnl. In banca era entrato un malvivente come un normale cliente, poi aveva minacciato un impiegato con il taglierino e aveva fatto aprire la porta di sicurezza perché entrasse il complice (cosa non riuscita a Fano per l’arresto del primo rapinatore). Il blitz dei carabinieri a Rimini è scattato martedì. Due giovani di Cerignola (U.G. 28 anni e C.A. 20 anni) sono stati sottoposti a fermo per la ricettazione di un’auto rubata a Morciano, l’altro cerignolano (M.N. 27 anni) e una romena (R.V. 23 anni) sono stati sottoposti a fermo per rapina. Secondo gli inquirenti fondati indizi collegherebbero il gruppo alla rapina di Fano.

el cuntadin
26-10-08, 00:16
I rapinatori terroni continuano a razziare nelle banche marchigiane. In questo caso, il rapinatore pugliese è stato catturato anche grazie all'ottimo senso civico dimostyrato da un lavoratore rumeno.
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=95CD7D7B60736B33CFECCB94B97A7 69A

Coordinamento carta vincente. Il questore si congratula col supertestimone romeno
Trenta uomini in strada, bandito senza scampo


ANCONA - Sei auto, più di venti uomini. In divisa e in borghese, appostati in ogni angolo di piazza Rosselli per scovare il fuggitivo. Ecco i numeri della cattura del bandito del Monte dei Paschi di Siena. Tratteggiano le dimensioni dello spiegamento della polizia davanti alla stazione per stroncare la fuga di Gianni Giardino, il 21enne di Bari con una vita da pendolare dei colpi in banca.

C’erano anche pattuglie dei carabinieri a dare man forte ai “cugini” perché la partita della sicurezza e del rispetto della legge non ha colore e si vince con il gioco di squadra. Forse giovedì mattina al Piano non sarebbero bastati i circa trenta uomini dislocati dalle forze dell’ordine per la ricerca del malvivente. E’ stato il coordinamento tra Squadra mobile e Volanti il segreto vero del successo. “Tutto era in mano ai poliziotti che ogni giorno fanno la sala operativa, loro sono il fondamentale trait d’union tra gli agenti sul posto e me e il questore alla centrale”, spiega il dirigente delle Volanti, la dottoressa Cinzia Nicolini. Regia perfetta, dunque. E in strada fiuto investigativo e coraggio. Quelli mostrati, per esempio, dai due poliziotti delle Volanti protagonisti dell’atto finale della caccia all’uomo. Accertata la presenza del rapinatore all’Hotel Rosa davanti alla stazione ferroviaria, hanno rapidamente salito le scale e fingendosi portieri dell’albergo hanno evitato che il bandito s’insospettisse. C’erano riusciti, da dentro filtravano le note di una radio, segno che lui stava tranquillo in camera.

Poi gli agenti hanno fatto irruzione e lo hanno trovato mentre faceva i bagagli, stava per tornare a Bari in treno. I ventimila euro del malloppo erano quasi tutti appoggiati sull’armadio. C’è un terzo fattore decisivo per l’arresto del giovane pugliese: la collaborazione dei cittadini. Il riferimento è soprattutto al giovane carpentiere romeno che stava lavorando in via Fiorini, ha assistito alla fuga di Giardino e ha sentito l’obbligo morale di confidarlo ai poliziotti di quartiere che stavano coprendo la zona di loro competenza. “E’ stato bravo, ha chiamato i poliziotti raccontando di aver visto il ragazzo che si stava spogliando, e ha indicato il posto. E’ stato in gamba”, lo loda la dottoressa Nicolini. “Ha capito il valore di quel che stava facendo, è stato in gamba e ci ha aiutato”. Lui nella reception dell’albergo ha permesso di riconoscere nella foto di uno degli ospiti il volto del rapinatore. “Lo abbiamo conosciuto e ringraziato. Anche il questore gli ha personalmente voluto mostrare molta riconoscenza”. Un modello da seguire. “Se tutti facessero così, invece di voltarsi da un’altra parte. Bisognerebbe dargli un premio”, rifletteva ad alta voce un investigatore. Magari il Ciriachino, l’attestato di gratitudine dell’amministrazione ai cittadini che si sono distinti in comportamenti meritevoli.

L’arresto-lampo dell’altro ieri segue di meno di una settimana quello triplice che i carabinieri avevano messo a segno venerdì 17 ottobre scorso dopo il blitz alla filiale di Torrette della Banca delle Marche. Anche in quel caso la pratica si era chiusa nel giro di un’ora, con la cattura dei tre malviventi che avevano cercato di fuggire con un bottino di oltre 70 mila euro. Senza riuscirci.


EMANUELE COPPARI,

el cuntadin
26-10-08, 22:36
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=039849613072C639C99BC50A60300 45F

Filmato il blitz dei rapinatori


OSIMO - Con ogni probabilità i due banditi armati di pistola che venerdì sera hanno rapinato il laboratorio analisi Beta provengono dal sud Italia. Le prime indagini avviate dal Commissariato di Polizia di Osimo e la squadra anticrimine hanno portato interessanti riscontri. I due malviventi scappando di corsa con il bottino di tremila euro hanno inevitabilmente attirato l’attenzione di negozianti e clienti dei centri commerciali di via Marco Polo. Tre i testimoni della fuga ascoltati dalla polizia che hanno fornito rilevanti indizi. Intanto la carnagione chiara dei due ladri, poi l’auto del complice che li attendeva in via Fagioli, una utilitaria di marca italiana con cui si sono dileguati nella campagna che da via San Giovanni porta verso l’Abbadia, e infine il passamontagna ritrovato dagli agenti proprio in via Fagioli, presumibilmente lasciato nel punto in cui i malviventi erano attesi dal “palo”. Ma saranno le immagini registrate dalla telecamera di sicurezza installata dalla banca Ubi al piano terra della palazzina dove si trova la Beta a fornire elementi ancor più significativi sull’identikit dei ladri. Le registrazioni sono già in mano agli uomini del commissario Margherita Furcolo che in questi giorni provvederanno ad analizzare attentamente per individuare, se possibile, i volti dei due ricercati. Ulteriore elemento che connota la vicenda è l’obiettivo scelto, un laboratorio privato di analisi chimiche cliniche. Un bersaglio insolito dalle nostre parti, anzi, ad Osimo è la prima volta che dei criminali assaltano un attività commerciale del genere. In passato rapine erano state registrate in residenze private o in istituti di credito, mai però incursioni a mano armata si erano svolte in negozi o laboratori. Attitudine, questa, molto più diffusa nel meridione, dove tabacchi e bar vengono assaliti proprio in orario di chiusura per arraffare l’incasso di giornata. Secondo la polizia di Osimo, i due malviventi, che dunque potrebbero essere di origine meridionale, avrebbero osservato le attività e i movimenti all’interno del laboratorio Beta negli ultimi giorni, scegliendo poi il momento della chiusura, quando il personale è intento a sistemare l’incasso e non c’è clientela. Da escludere che il furto a mano armata di via Marco possa essere riconducibile a quello di giovedì all’Acquaviva, dove il magro bottino di neanche 3000 euro lascia pensare a ladri non professionisti, come invece sarebbero quelli che hanno scassinato la Beta. L’episodio ha lasciato di stucco tutta la città, dove la Beta è una istituzione, mentre sconfortato il direttore sanitario, il dottor Giuseppe Palazzini, accorso sul luogo ha confidato che verranno prese delle precauzioni per porre in sicurezza il proprio laboratorio.

el cuntadin
26-10-08, 22:41
Un campano ed un albanese. Naturalmente stiamo parlando di rapinatori.


Anziani rapinati Due in manette


CUPRAMONTANA - Nuova importante operazione del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Fabriano. Proprio ieri, i militari dell'Arma, guidati dal comandante Benedetto Iurlaro, hanno tratto in arresto R.N., albanese di 25 anni, residente a Osimo, e A. G., 24enne di origine campane, residente a Castelfidardo, con l'accusa di rapina aggravata in concorso. I due giovani sono ritenuti responsabili della rapina messa a segno ai danni di una coppia di anziani di Cupramontana il 30 luglio scorso. In quella circostanza, due individui si introdussero nel cuore della notte nell'abitazione dei due anziani coniugi e, sotto la minaccia di un coltello, si fecero consegnare alcuni televisori, una macchina fotografica e altro materiale hi-fi, per un valore complessivo di circa 4.500 euro.

Le indagini dei carabinieri, scattate immediatamente, sono state lunghe e certosine e alla fine hanno consentito di appurare che uno dei due rapinatori (A. G.), qualche mese prima, aveva effettuato una consegna a domicilio presso l'abitazione della coppia cuprense per conto di una ditta operante nelle Marche. In quell'occasione, A. G. si rese conto che non avrebbe trovato ostacoli particolari, in caso avesse voluto tentare un'azione criminosa, considerando anche che il capofamiglia era deambulante, poiché affetto da una grave malattia.

Anche in seguito, l'attività investigativa è stata complessa ed i militari sono riusciti risalire al complice, R. N., grazie alle impronte lasciate da costui all'interno dell'abitazione.

Il gip del tribunale di Ancona, dopo un attento esame dei risultati investigativi dei carabinieri, ha emesso l'ordinanza della misura cautelare della custodia in carcere e così i militari sono entrati in azione, arrestando R. N. e A. G., che ora si trovano a Montacuto a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Anziani rapinati Due in manette


CUPRAMONTANA - Nuova importante operazione del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Fabriano. Proprio ieri, i militari dell'Arma, guidati dal comandante Benedetto Iurlaro, hanno tratto in arresto R.N., albanese di 25 anni, residente a Osimo, e A. G., 24enne di origine campane, residente a Castelfidardo, con l'accusa di rapina aggravata in concorso. I due giovani sono ritenuti responsabili della rapina messa a segno ai danni di una coppia di anziani di Cupramontana il 30 luglio scorso. In quella circostanza, due individui si introdussero nel cuore della notte nell'abitazione dei due anziani coniugi e, sotto la minaccia di un coltello, si fecero consegnare alcuni televisori, una macchina fotografica e altro materiale hi-fi, per un valore complessivo di circa 4.500 euro.

Le indagini dei carabinieri, scattate immediatamente, sono state lunghe e certosine e alla fine hanno consentito di appurare che uno dei due rapinatori (A. G.), qualche mese prima, aveva effettuato una consegna a domicilio presso l'abitazione della coppia cuprense per conto di una ditta operante nelle Marche. In quell'occasione, A. G. si rese conto che non avrebbe trovato ostacoli particolari, in caso avesse voluto tentare un'azione criminosa, considerando anche che il capofamiglia era deambulante, poiché affetto da una grave malattia.

Anche in seguito, l'attività investigativa è stata complessa ed i militari sono riusciti risalire al complice, R. N., grazie alle impronte lasciate da costui all'interno dell'abitazione.

Il gip del tribunale di Ancona, dopo un attento esame dei risultati investigativi dei carabinieri, ha emesso l'ordinanza della misura cautelare della custodia in carcere e così i militari sono entrati in azione, arrestando R. N. e A. G., che ora si trovano a Montacuto a disposizione dell'autorità giudiziaria.

el cuntadin
31-10-08, 21:35
Lo hanno preso. A Napoli, naturalmente. Un bravo ai nostri poliziotti.


http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=811469A8E815FC64A7563FC6041EF 636

Affiliato al clan degli “scissionisti”, aveva colpito la Bdm di Torrette. Arrestato a Napoli
In manette il rapinatore camorrista


ANCONA - Gli uomini della Squadra mobile sono andati a prenderlo a casa sua, nel cuore del Rione Berlingieri a Secondigliano. E’ legato al clan camorristico degli “scissionisti” Rosario Di Bello, napoletano di 40 anni, arrestato nella notte tra martedì e mercoledì scorso nel blitz degli agenti di Ancona agli ordini del dottor Luigi Di Clemente e dei loro colleghi del commissariato di Secondigliano. E’ accusato della rapina del primo agosto scorso alla Banca delle Marche di via Esino a Torrette, la stessa che più recentemente è stata al centro di un’incursione-bis conclusa con tre arresti lampo.

In due mostrarono taglierino ma anche sangue freddo e determinazione costringendo clienti e dipendenti a restare chiusi nel bagno per 50 minuti dopo l’irruzione scattata alle 13 e 15, nell’orario in cui l’ufficio bancario chiude al pubblico. Avevano poi costretto il direttore a digitare le combinazioni delle casseforti a tempo. Infine la fuga con un bottino di 140 mila euro. Il drappello di impiegati e clienti erano poi stati liberati dagli agenti di una Volante della questura insospettiti da un ombrello che spuntava da una finestra dell’istituto di credito.

Il fermo di Rosario Di Bello, accusato anche di sequestro di persona, è scattato dopo il provvedimento firmato dal sostituto procuratore Irene Bilotta, e a coronamento di indagini a tappeto alle quali hanno impresso un’accelerazione le immagini registrate dalle telecamere della banca, nelle quali il 40enne napoletano appare a volto scoperto.

L’operazione della Mobile evidenzia come i mordi e fuggi in banca non sono firmati da banditi di mezza tacca. Di Bello è pluripregiudicato e affiliato alla criminalità organizzata.

Ha parecchi precedenti sulle spalle anche un altro napoletano 31enne, ricercato in tutta Italia per aver preso parte al colpo di Torrette e pure a quello del 19 luglio scorso nella filiale di via Martiri della Resistenza della Unicredit.

Anche in quel caso sono entrati in due e con la minaccia di un cutter hanno rinchiuso in una stanza i presenti aspettando il timer della cassaforte e del bancomat. Un’ora di attesa inutile, il meccanismo si è inceppato lasciando ai rapinatori solo ventimila euro presi in cassa. Il complice Giuliano Paparo, 35 anni anche lui di Napoli, è già in carcere dopo essere stato acciuffato dai carabinieri nel secondo assalto alla Bdm di Torrette.

Dopo due mesi gli investigatori hanno identificato i responsabili di due rapine della raffica che aveva tormentato l’estate. Appartengono alle batterie che procurano alla camorra denaro da reinvestire nel traffico di cocaina.

el cuntadin
02-11-08, 00:27
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=7F2D82CD3D549FC339A5A86178F08 5F3
Narcotraffico e camorra, allarme doppio
Droga a fiumi e colpi in banca, la malavita organizzata allunga i tentacoli

ANCONA - S’incrociano le traiettorie criminali dei narcotrafficanti e dei clan della camorra. Sfregiano d’illegalità il nostro tessuto sociale e la percezione della sicurezza, e guidano il pennarello rosso dell’allerta che cerchia anche Ancona, punto a rischio sulla cartina della malavita organizzata. I 38 chili di eroina scovati sotto la pancia di un Suv grazie al fiuto infallibile di Belle, il labrador nero della Guardia di finanza, allungano l’ombra di organizzazioni che gestiscono i traffici di stupefacenti sulla tratta che collega l’Europa dell’est ai mercati dell’Europa centro-settentrionale. Dietro la montagnetta dei 72 panetti stipati nel doppiofondo del Grand Cherokee si celano le gang che sfruttano anche il porto dorico per immettere fiumi di droga destinati a sfociare nel continente. Nel solco tracciato dai mercanti di morte negli ultimi dieci anni i militari delle Fiamme gialle hanno pescato otto tonnellate di sostanze stupefacenti.

Impossibile azzardare previsioni sui carichi illeciti fatalmente sfuggiti ai controlli dei finanzieri sottobordo delle navi appena ormeggiate e dai funzionari della Dogana negli appositi spazi dello scalo. Prima transitavano anche droghe leggere, più di recente entrano grandi partite di eroina da Albania o Turchia ed esce cocaina, diretta nei Paesi orientali. Sullo sfondo del porto le attività illecite si diversificano.

Le consorterie criminali fanno affari sporchi con Tir e container stipati di griffe fasulle e carichi di tabacchi di contrabbando, e sfruttano i traffici umani e viaggi di disperati.

Di passaggio o mordi e fuggi, le unghie della criminalità organizzata graffiano anche le banche. La Squadra mobile ha individuato gli autori di alcuni tra i colpi a raffica che la scorsa estate ha tormentato gli istituti di credito della città. L’arresto a Secondigliano di Rosario Di Bello, napoletano di 40 anni affiliato al clan degli “scissionisti”, fa aleggiare i fantasmi della camorra sulle scorribande negli uffici bancari.

Era stato lui a firmare il blitz alla filiale di via Esino della Banca delle Marche il primo agosto scorso. Il suo complice, suo concittadino di 31 anni, aveva firmato anche l’assalto all’Unicredit di via Martiri della Resistenza il 19 luglio precedente.

E’ braccato dagli uomini al comando del dottor Luigi Di Clemente. Il primo colpo lo aveva messo a segno con Giuliano Paparo, altro partenopeo di 35 anni, già in carcere dopo essere stato preso dai carabinieri nell’irruzione-bis alla Bdm di Torrette.

Sangue freddo e determinazione hanno caratterizzato le due rapine quasi fotocopia. Due i banditi penetrati in banca, armati sempre di taglierino, in entrambi i casi attorno alle tredici, nell’ora di chiusura per la pausa pranzo. Medesima la spregiudicatezza dei malviventi, che hanno atteso una volta un’ora e l’altra cinquanta minuti l’apertura delle casseforti a tempo. Entravano senza troppi travisamenti in volto, nè tanti scrupoli nel modus operandi.

Alla Banca Marche di Torrette come all’Unicredit di via Martiri della Resistenza clienti e impiegati sono stati chiusi nel bagno nell’attesa del timer del bancomat. E’ contestato anche il sequestro di persona ai componenti del gruppo di Secondigliano sgominato dall’operazione degli agenti della Mobile nel cuore del Rione Berlingieri. La camorra allunga i suoi tentacoli anche su Ancona, e invia i pendolari delle incursioni in banca per procurarsi il denaro da investire nel traffico degli stupefacenti. I soldi che fluiscono nelle casse dei clan serve per acquistare partite di cocaina che poi vengono vendute sulla piazza degli sniffatori. E garantiscono lauti guadagni.

el cuntadin
11-11-08, 23:58
Ancora gente con "accento meridionale", ancora rapinatori che invece di lavorare, vengono a fare rapine nelle civili Marche.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=864F9F5AE546694797C04D409E957 441
In tre assaltano un supermercato


MONDAVIO - Hanno assaltato il supermercato all’ora di chiusura: pistola spianata, volti coperti dai passamontagna, tre banditi si sono fatti consegnare l’incasso e si sono dileguati nella notte.

E’ accaduto a San Filippo sul Cesano alle 20 di ieri. Nel mirino dei criminali è finito il supermercato A&O, che si trova lungo la provinciale cesanense. In quel momento non c’erano clienti, nel supermercato erano presenti solo quattro dipendenti che stavano chiudendo l’area di vendita e riordinando i conti.

E’ stata un’azione rapida e precisa. Tre figure maschili vestite con abiti sportivi si sono materializzate all’improvviso. Che avessero cattive intenzioni era evidente perché i tre avevano il volto nascosto dai passamontagna. Uno di loro impugnava la pistola, che è stata puntata contro la cassiera. Gesti erano fin troppo eloquenti: sono bastate poche frasi di rito, pronunciate con un accento meridionale, per ottenere la consegna del denaro: diverse migliaia di euro frutto della giornata di lavoro nel supermercato molto frequentato dai clienti della media valle del Cesano.

Il colpo è avvenuto in pochi minuti, ma sono stati minuti di pietra per i quattro dipendenti dell’A&O che non avevano mai subito una rapina. Uno choc per loro - soprattutto per la cassiera - tanto che un’ora dopo, mentre era in corso il sopralluogo dei carabinieri, non riuscivano a raccontare l’accaduto a causa della tensione accumulata.

Appena arraffato il denaro, i tre se ne sono andati rapidi come erano venuti. Nessuno ha visto quale direzione abbiano preso né in che modo si siano allontanati.

Il personale, una volta ripresosi dallo spavento, ha dato l’allarme al 112: sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Mondavio che hanno avviato le indagini in collaborazione con la pattuglia del nucleo radiomobile di Fano.

E’ partita la segnalazione alle altre forze dell’ordine per il piano antirapina ma la mancanza di indicazioni precise ha impedito ricerche efficaci.

Probabilmente i tre banditi avevano un complice che li attendeva in auto. La cesanense è una strada che non favorisce chi voglia far perdere le proprie tracce essendo facilmente controllabile dalle forze dell’ordine. Se i banditi avessero preso la direzione della costa avrebbero avuto molte probabilità di essere intercettati dai carabinieri. Perciò verosimilmente si sono indirizzati verso le strade interne, dileguandosi nel dedalo di vie secondarie che collega tra di loro le valli. Per l’orario e le modalità della rapina è poco probabile che i malviventi fossero dei “trasferitisti”, cioè criminali venuti appositamente da fuori regione per eseguire il colpo. In ogni caso avrebbero dovuto avere una solida base nella zona, magari in un paese dell’entroterra della provincia di Ancona decentrato rispetto al luogo della rapina. Fino a tarda sera i carabinieri hanno interrogato i dipendenti per raccogliere elementi utili alle indagini.

el cuntadin
13-11-08, 22:36
Fatale il tatuaggio sul bracciodi un componentedella banda che ha agito anche nell’Ascolanoe nel Pesarese I campani sono in carcere da gennaio a Civitavecchia dopoun blitz simile ma fallito
Identificati gli autori del colpo da 100 mila euro in superstrada. Il trasportatore venne picchiato
Assalto al furgone di tabacchi, quattro arresti


JESI - Il colpo l’avevano studiato in ogni particolare, e l’avevano eseguito con perfetta scelta dei tempi. D’altronde venivano da Secondigliano, dove la scuola di criminalità è qualificata e ben frequentata. Quindi quel bottino di circa 100 mila euro era, secondo il loro punto di vista, la giusta ricompensa della loro professionalità criminale. Invece no, perché i carabinieri li hanno identificati, anche se è trascorso oltre un anno. Fatale è stato un tatuaggio su un braccio di uno dei malvivente. Che sono: Pasquale Legnante di 24 anni, Raffaele Castelleone di 47 anni, Patrizio Monti di 37 anni e Biagio Marangio di 38 anni. Quattro partenopei che in galera già ci stanno dal gennaio scorso, a Civitavecchia, dove avevano compiuto un colpo analogo evidentemente finito male.

Era una mattinata calda quella del 21 giugno 2007. Il furgone Ducato, carico di sigarette e schede telefoniche, stava lasciando Monsano per tornare in Ancona. Alla guida c’era Edo Bartolucci, 75 anni, marito della titolare della tabaccheria Serfilippi. Sul sedile affianco un amico che aveva voluto fargli compagnia, come altre volte. Erano stati al magazzino Tabacchi di Monsano per il consueto carico di sigarette e schede telefoniche che avrebbe poi consegnato a diversi tabaccai. Come sempre.

Sotto il ponte della Barchetta, vicino alla rampa d’ingresso della superstrada per Ancona, un’utilitaria di colore scuro con due persone a bordo affianca il furgone. Marangio è al volante, mentre Monti ha in mano una paletta in uso alle forze dell’ordine e urla all’autista del Ducato di fermarsi. Ma Edo Bartolucci era stato carabiniere per 30 anni e capisce che quelli non sono poliziotti ma delinquenti, e cerca di reagire. Troppo tardi, perché Marangio, che era sceso dall’auto, lo colpisce alla testa con il calcio della pistola e lo tira fuori dalla cabina di guida.

Secondi frenetici, qualche automobilista plaude “alle forze dell’ordine”. Attimi. Perché arriva un’Alfa 164 guidata da Castellone e con a fianco Pasquale Legnante che indossa una maglietta a maniche corte e l’avambraccio sinistro fasciato. Bartolucci e il suo malcapitato amico vengono caricati velocemente sull’Alfa 164 che parte sgommando, mentre i due complici dell’utilitaria scura si dividono: Marangio sgomma via con l’auto mentre Monti sale sul Ducato e svanisce. Meno di tre minuti e tutto è finito. Colpo perfettamente riuscito.

Bartolucci e il suo amico vengono portati e abbandonati nella campagna di Ripa Bianca con l’ordine di non muoversi per un’ora. Non si sa se abbiano rispettato l’ordine, fatto sta che di ore ne passano due quando riescono ad arrivare in una casa abitata e dare l’allarme al 112. Posti di blocco, elicottero, pattuglie. Viene ritrovato il furgone, vuoto, vicino alla trattoria Da Carola ad Agugliano. Dei malviventi e del bottino neanche l’ombra. Colpo riuscito.

Dopo qualche giorno, il colpo delle bionde va in archivio. Ma non per i carabinieri. Che iniziano quel lavoro silenzioso e certosino di ricerca, di analisi, riscontri. Lavoro di intelligence in collaborazione con i colleghi di Ascoli Piceno e Pesaro dove si sono verificati altri colpi a danno di furgoni che trasportavano sigarette. L’ipotesi che si trattasse di una banda specializzata, sempre la stessa, prendeva sempre più consistenza.

Poi la svolta, raccontata ieri nel corso della conferenza stampa convocata dal capitano Carmelo Grasso comandante della compagnia carabinieri di Jesi. Nel gennaio scorso, ha detto il comandante, i quattro compari di Secondigliano finiro in galera, a Civitavecchia, per un colpo andato storto a un furgone che trasportava sigarette. Uno dei malviventi aveva un tatuaggio sul braccio sinistro. E tornava alla mente degli investigatori dell’Arma quel particolare strano: il malvivente con il braccio sinistro fasciato. Avute le foto segnaletiche dei quattro, seguiva una prima conferma, essenziale: il riconoscimento effettuato da Edo Bartolucci e dal suo compagno di sventura. Il volto dei quattro delinquenti lo avevano ben impresso nella memoria, sia perché la banda operava a viso scoperto, sia la tensione di quei momenti che può segnare tutta una vita.

Ma seppure fondamentale, il riconoscimento non poteva bastare per inchiodare i quattro di Secondigliano. Si doveva dimostrare che in quei giorni del giugno 2007 erano nella zona jesina. E pure questo i carabinieri sono riusciti a dimostrarlo senza ombra di dubbio.

Su richiesta del pm Irene Bilotta, il gip Francesca Grassi ha emesso i provvedimenti di custodia cautelare in carcere per i quattro compari di Secondigliano. Rapina aggravata il capo d’imputazione. Non viene menzionato il sequestro di persona, e non si capisce il perché.


BRUNO LUMINARI,
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=2EAE9227D18A015D81F90DE0CE928 E0E

el cuntadin
30-11-08, 22:20
Armato di coltello ha minacciato la cassiera di un bar. Ma la madre ha reagito
Rapinatore respinto a colpi di sgabello


CAMERANO – Due rapine nel giro di una settimana, tutte in centro a Camerano. Una andata a segno in un alimentari dove sono stati portati via 150 euro mentre l’altra, avvenuta venerdì sera intorno alle 21 in un bar, è finita invece decisamente male per il rapinatore, che ha dovuto darsi alla fuga per non continuare a prendere una serie infinita di sgabellate sulla schiena rischiando anche di poter finire in ospedale.

Erano circa le 21 quando l’uomo, una persona bassa di statura e con accento meridionale, è entrato al bar “L’altro mondo”, nella piazza principale di Camerano. Al bancone vi era una ragazza. L’uomo le ha chiesto se aveva sigarette ma lei ha risposto di no, che non le vendeva, indirizzandolo quindi al tabaccaio di fronte. A questo punto il rapinatore si è girato come per uscire, ha indossato in maniera fulminea un passamontagna e si è rigirato nuovamente brandendo questa volta un coltello. La giovane, per la paura, ha iniziato ad urlare talmente tanto e forte da attirare la madre, che lavorava nel retrobottega e che è subito uscita sentendo le grida di aiuto della figlia. In un attimo la donna ha capito tutto e senza alcun timore, ha preso uno sgabello in ferro che era vicino al bancone per poi alzarlo in aria e rivolgersi contro il bandito che, dopo le prime due botte, ha avuto la buona idea di girare i tacchi e darsi alla fuga. Di lui poi però nessuna traccia. Successiva la telefonata al 112 e l’arrivo di una pattuglia dei carabinieri. I militari hanno raccolto la descrizione dell’uomo ed avviato le ricerche. Questa volta il bandito è stato ben visto in viso e non è escluso che possa essere rintracciato quanto prima dalle forze dell’ordine. Inoltre, potrebbe trattarsi dello stesso malvivente che ha agito nel negozio di alimentari, sempre in piazza, qualche giorno prima. Anche in quell’occasione il malvivente era entrato tenendo in mano un coltello e rivolgendolo contro la titolare per poi farsi consegnare il denaro. Due eventi che hanno colpito la tranquilla cittadina di Camerano in una settimana decisamente nera, che ha visto anche il furto con tanto di incendio doloso all’interno degli uffici amministrativi della sede della Croce Gialla. Nella notte di martedì qualcuno era entrato negli uffici dell’associazione cercando di forzare la cassaforte, senza però riuscirvi. Poi aveva arraffato dai cassetti circa 400 euro e per cancellare le tracce del proprio passaggio aveva appiccato il fuoco rovinando arredi e attrezzature, con danni per circa 40 mila euro. Anche per questo episodio, le indagini sono in corso per cercare di individuare colui che ha commesso questa azione. Non è escluso, allora, che si possa trattare sempre della stessa persona.
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=148F3D96B1EF2CD731F8750449112 B49

el cuntadin
01-12-08, 00:55
Tenta uno scippo, subito arrestato


FANO - Aveva tolto il giubbotto nero per evitare di essere riconosciuto ma proprio il suo incedere all’aperto senza essere adeguatamente coperto contro il freddo ha attirato l’attenzione dei carabinieri. E’ stato arrestato nella tarda mattinata di ieri con l’accusa di tentato scippo S. R., 30 anni, residente a Saltara (è originario della Sicilia) ma domiciliato a Fano. Il giovane è stato riconosciuto dalla vittima come l’autore dello scippo tentato alle 13 in una vita laterale di corso Matteotti. Una fanese di 24 anni, che aveva frequentato il mercato del sabato in compagnia della madre, ha subito l’aggressione da parte di un giovane che voleva strapparle la borsetta. Lei l’ha trattenuta e ha gridato chiedendo aiuto. Un passante è intervenuto correndo verso lo scippatore che a quel punto ha mollato la presa ed è fuggito. La ragazza ha dato l’allarme col telefonino al 112 e l’operatore della centrale ha allertato le due pattuglie che erano nella zona: una è accorsa lungo il corso l’altra ha perlustrato l’area circostante, ricevendo poco dopo dai colleghi la descrizione del malvivente fatta dalla ragazza. Il trentenne è stato fermato nella zona della Lisca. Lui ha negato ogni responsabilità ma la ragazza l’ha riconosciuto. I carabinieri, anche in virtù di precedenti simili denunce, sospettano che il trentenne mercoledì scorso abbia aggredito sempre a scopo di furto lungo il canale Albani la donna di 49 anni che subì una violenza sessuale (palpeggiamenti nelle parti intime). Decisivo sarà il confronto con lei.


http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=DCAA2E07177D9A991C87B22BA16F4 60C

el cuntadin
14-12-08, 15:30
Ancora un meridionale arrestato per un furto commesso nella nostra civilissima Regione. Noi li sfamiamo ed ofriamo loro lavoro e dignità e loro ci derubano. Questi fatti spiacciono anche perchè mortificano i meridionali onesti e buoni lavoratori che sono da noi.
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=5D0D9358B72EBB2750214E94FA33D 77D

Preso con il bobcat rubato
L’uomo individuato dopo la segnalazione di un cittadino

SENIGALLIA - Hanno pensato che la pioggia torrenziale dell’altro giorno, potesse trasformarsi in complice involontaria dei loro traffici, ma non avevano fatto i conti con un abitante troppo curioso, che vedendo nella zona industriale di Corinaldo quell’insolito trasbordo di macchinari da cantiere, ha pensato di segnalare la cosa ai carabinieri. Una chiamata che ha aperto le porte del carcere anconetano di Montacuto a un autotrasportatore calabrese. L’uomo infatti è stato fermato poco dopo a un posto di blocco che i militari dell’Arma avevano organizzato lungo la strada provinciale Pergolese, nel tratto di Ponte Rio di Monterado e arrestato con l’accusa di ricettazione. Sull’autoarticolato Volvo che guidava, verosimilmente in direzione del casello autostradale di Marotta, i carabinieri della stazione di Ripe e del Nucleo radiomobile hanno scoperto un bobcat, cioè una piccola escavatrice, che dai controlli effettuati attraverso le banche dati dei veicoli rubati risultava trafugata il 15 ottobre scorso a Chiaravalle, in un cantiere edile nella zona della Grancetta. Una macchina operatrice dal valore commerciale di 50.000 euro, che ora è stata restituita al legittimo proprietario.

Sull’episodio sono in corso ulteriore indagini da parte dei carabinieri. C’è infatti da scoprire dove, in questi due mesi, il bobcat sia stato nascosto, anche se trattandosi di un mezzo utilizzando esclusivamente nel settore edile, da questo punto di vista non ha richiesto ai ladri particolari precauzioni. Non è da escludere infatti che sia stato impiegato normalmente in un qualsiasi cantiere della zona tra Chiaravalle e Corinaldo, ad esempio quelli per lavori stradali e che i ladri, per non farsi scoprire, abbiano contato sul fatto che raramente da parte delle forze dell’ordine vengono effettuati controlli specifici su mezzi del genere. Arrivare a dare un nome e un volto agli autori del furto di Chiaravalle, significa anche accertare chi ha trasportato il bobcat fino alla zona industriale di Corinaldo, probabilmente colui che fino ad oggi ha custodito il mezzo, in attesa dell’occasione giusta per poterlo “piazzare” sul mercato clandestino. Senza tralasciare a chi fosse destinato: se un acquirente in senso stretto o qualche impresa del settore che se ne sarebbe servita temporaneamente, contando anch’essa sul fatto che difficilmente le ricerche di tali mezzi si spingono nei cantieri.

Intanto l’altra sera, nell’ambito dell’attività di prevenzione in vista delle festività natalizie, i carabinieri hanno effettuato un controllo a tappeto del quartiere Porto, con particolare riguardo a via Carducci, via Dogana Vecchia, piazza Cefalonia. Un’operazione nella quale sono stati impegnati numerosi militari e le unità cinofile del Nucleo di Pesaro, specializzate nella ricerca di droga ed esplosivi. L’attenzione dei carabinieri si è soffermata in particolare nei locali pubblici e negli esercizi commerciali, che soprattutto nel tardo pomeriggio diventano luogo di ritrovo di extracomunitari. In questa maniera sono state controllate 24 persone, molte delle quali già note alle forze dell’ordine come responsabili di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. L’impiego delle unità cinofile ha permesso di setacciare quelle zone del quartiere, che per il fatto di rimanere decentrate rispetto al normale passaggio di persone e automobilisti, spesso sono utilizzate dagli spacciatori per nascondere dosi di droga. Va ricordato che proprio pochi giorni fa, sempre i carabinieri avevano sorpreso due extracomunitari clandestini nel cantiere edile della nuova sede della Banca Suasa, in via Dogana Vecchia. Un fenomeno non nuovo per questa parte della città, dove la forte presenza di extracomunitari finisce per essere un fattore che incoraggia fenomeni illegali di varia natura, come spesso segnalato da coloro che da sempre vivono e lavorano nel quartiere.


VINCENZO OLIVERI,