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el cuntadin
06-03-08, 15:06
Marche colonia. Tra i probabili eletti del PD, ben cinque sono stati imposti da Roma. Al solito, noi marchigiani siamo buoni per lavorare, per pagar le tasse e per subire.
Leggo oggi sul Corriere Adriatico che la Sinistra Arcobaleno presenterà due capilista forestieri; l'ottuagenaria Menapace alla Camera ed il verde Lion al Senato. Altri romani inviati a rappresentare (sic) i marchigiani.
Aspettiamo con ansia le liste del PdL, ma se il buongiorno si vede dal mattino ..................

RobieT
06-03-08, 17:09
Questo è il modo con cui il Pd tratta le sue regioni più fedeli. D'altrondi gli elettori bue di Toscana, Umbria, Marche ed Emilia Romagna se lo meritano. Anzi, è troppo poco.

UMBRO
06-03-08, 19:28
forza Lega Nord Marche !!!

el cuntadin
07-03-08, 17:02
Il PdL, per non essere da meno, candiderà ed eleggerà alemno quattro forestieri. Popolo delle Marche, svegliaaaaaaaa!!!!!

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=514AD5AE84832983DF58863CD89EC 34B

P.S.- il Carlino riporta, tra i candidati sicuramente eletti nelle Marche, anche l'Elisabetta Gardini. In questo caso si tratta almeno di una bella fia!:D:D

el cuntadin
08-03-08, 15:01
Le liste del PD sembravano imbattibili almeno rispetto alla mortificazione dei marchigiani, ma il PdL è riuscito a far di peggio. Tra i primi nove in lista alla Camera, ben SETTE sono forestieri! Mi meraviglio come possano, i marchigiani, far propaganda per tale partito, senza provare vergogna.

Marchigiano, lavora, paga le tasse ed ubbidisci che a comandare ci pensano i romani, magari con l'aiuto di qualche milanese.

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=01FE75D4896AFFA32ECE5D25EAF61 1E2

ANCONA - Salvatore Piscitelli la spunta: terzo posto al Senato dopo Mario Baldassarri e Francesco Casoli. Le indiscrezioni trapelate ieri e pubblicate dal Corriere Adriatico hanno trovato, quindi, conferma: l’assessore di Forza Italia di Porto Recanati correrà per Palazzo Madama in quota Dell’Utri. Una clamorosa novità, visto che il nome di Piscitelli non era mai finito nel toto-candidature di queste settimane. E, un po’ come Francesco Casoli nel 2006, anche lui piazza lo spunto al novantesimo minuto dribblando tutta la fase delle trattative.

La giornata di ieri ha portato invece ad un ritocchino al quarto e quinto posto: Giulio Conti, veterano di Alleanza nazionale sale di posizione (quarto), Francesco Massi scende (era al quarto, ora sarebbe al quinto). “Mi spostate dalla Camera al Senato e va bene, lo accetto - si sfogava ieri mattina Conti, al telefono con Matteoli, l’uomo delle trattative per An - ma non posso accettare di stare al quinto posto, dietro a Massi. O mi mettete al quarto o niente”. Insisti insisti, il quarto posto per lui è arrivato. E Massi paga lo scotto di essere “matricola” del Pdl e cala al quinto. Sia la casella di Conti che quella di Massi risultano “buone” solo nel caso in cui il Pdl nelle Marche conquisti il premio di maggioranza al Senato, battendo il Pd.

L’ex candidato alla presidenza della Regione Marche per l’Udc ha ufficializzato ieri, con una nota, il suo passaggio dal partito di Casini a quello di Berlusconi e Fini. Attenzione però: non in quota Giovanardi. Nei giorni scorsi si era infatti da più parti ipotizzato che il passaggio fosse stato determinato da una certa vicinanza politica di Massi all’ex ministro dei Rapporti con il Parlamento. “Non è così - smentisce seccamente tutte le voci in tal senso la portavoce dell’area popolari liberali di Giovanardi Loriana Dichiara -. Ho parlato con Carlo (Giovanardi, ndr.) e mi ha detto che Massi con noi non c’entra. Siamo felici che sia passato al Pdl ma non è in quota Giovanardi”.

Qualche ritocchino anche alla lista per la Camera dei deputati. Non cambiano i primi posti. Confermati Berlusconi, Fini, La Malfa, Ceroni, Ciccioli, Baldelli. Al settimo posto Andrea Barbaro, di An, membro dell’esecutivo del Coni, all’ottavo Licia Ronzulli (non la Gardini come si è detto in un primo momento), al nono l’avvocato civilista di Roma Ignazio Abrignani, al decimo il consigliere regionale Giacomo Bugaro. Dietro di lui Fabio Pistarelli.

Ancora da sciogliere i nodi nell’Udc: la direzione regionale, guidata da Tonino Pettinari, ha fornito al presidente Pier Ferdinando Casini, l’elenco dei candidati. L’ordine di lista verrà discusso in queste ore. Sempre più forte l’impressione che i centristi punteranno sul tandem Ciccanti-Viventi, l’uno capolista alla Camera l’altro al Senato. Un modo per valorizzare le energie del partito sul territorio. Ma Alessandro Forlani, deputato uscente, forte dell’apprezzamento e del sostegno che gli è arrivato da molte sezioni marchigiane ha tenuto a ribadire: “Mi considero anch’io del territorio, mi batterò quindi per essere ricandidato nelle Marche che considero da sempre la mia terra. Rivendico infatti con forza la mia territorialità e il radicamento sul territorio, forte del sostegno di moltissimi amici. Ritengo che la mia candidatura “naturale” sia quella marchigiana”. Tra oggi e domani Casini comunicherà la scelta.


LOLITA FALCONI,




(info@corriereadriaticonline.it)

el cuntadin
09-03-08, 13:39
Aggiornamento a oggi 9 marzo 2008

http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=7419692&postcount=18

RobieT
09-03-08, 16:13
La Lega Nord nelle Marche presenta solo marchigiani. Credo che ci vorrebbe una piccola riflessione da parte dei marchigiani senza tante presunzioni.

el cuntadin
10-03-08, 14:48
Volano gli stracci nel PdL. Emblematica in tal senso la scelta dell'avvocato Magnalbò, già senatore, missino di antica data, poi in AN. Sarà capolista al Senato per il PLI. Magnalbò è una figura carismatica per la destra del Maceratese.


Ieri è iniziato il deposito delle liste: molti i partiti minori Magnalbò capolista al Senato per il Pli. Tra i grandi manca ancora all’appello l’Udc
Troppi candidati esterni nel Pdl, il coordinatore regionale di Fi nel mirino
Brini attacca: “Ceroni dimettiti”


ANCONA - Sono le liste del Popolo della libertà alla Camera (con Silvio Berlusconi candidato premier), e di Sinistra Critica (con Flavia D’Angeli premier) al Senato le prime liste depositate ieri presso la corte d’Appello delle Marche per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile.

Dopo il Pdl, presso l’Ufficio centrale circoscrizionale sono state presentate per la Camera le liste del Partito Liberale (che presenta come candidato premier Stefano De Luca) e di Sinistra Critica (capolista Franco Turigliatto).

Per quanto riguarda il Senato, l’Ufficio elettorale regionale ha ricevuto in consegna dopo quella di Sinistra Critica le liste elettorali di Pdl e Partito Liberale (che, colpo di scena, vede come capolista l’ex senatore di Alleanza nazionale Luciano Magnalbò). In seguito sono arrivate quelle di Italia dei Valori, Unione democratica per i consumatori (candidato premier Bruno De Vita), Partito democratico, Sinistra Arcobaleno, Movimento europeo diversamente abili e La Destra. Tutto si è svolto regolarmente.

Oggi gli uffici della Corte d’Appello resteranno aperti fino alle ore 20, termine ultimo per la consegna delle liste dei candidati che competeranno per le Politiche 2008. Tra le principali, manca ancora all’appello la lista della Lega Nord e quella dell’Udc. Finora sono trapelate soltanto indiscrezioni sui capilista di Camera e Senato dei centristi ma nessuna certezza. La verità si conoscerà quindi soltanto oggi. Tra le fitte maglie della riservatezza filtra un problema: la collocazione di Forlani, Camera o Senato?

Intanto monta la polemica all’interno di Forza Italia sulla gestione delle trattative elettorali da parte del coordinatore regionale Remigio Ceroni. In molti, dentro al suo partito, non gli perdonano l’eccessiva presenza nelle liste del Pdl di “paracadutati” da Roma. “Il presidente Berlusconi - dice Ottavio Brini, consigliere regionale che l’altro ieri aveva inviato con gli altri sette consiglieri del Pdl una lettera di protesta a Berlusconi - non ha alcuna colpa per i danni che ha fatto Ceroni, il quale ora deve farsi da parte”.

Brini chiede dunque esplicitamente le dimissioni da coordinatore dell’onorevole Ceroni, ricandidato alla Camera. Proposta pienamente condivisa anche dal collega Roberto Giannotti di Pesaro. “Ceroni - spiega - non è stato capace di garantire oltre che se stesso anche un ruolo alla classe dirigente marchigiana del partito. Dunque deve farsi da parte. E’ sindaco (del piccolo comune di Rapagnano), coordinatore regionale e parlamentare”. E insiste: “E’ ora che Ceroni lasci spazio ai giovani, come i consiglieri Franco Capponi o Giacomo Bugaro”. Comunque, benchè “le liste siano calate dall’alto e la territorialità non sia stata rispettata”, Brini fa appello “agli amici e ai colleghi affinchè si impegnino a dare il massimo in questa difficile campagna elettorale”.

Ceroni preferisce non fare commenti. “Comprendo perfettamente l’amarezza di alcuni aspiranti candidati, che hanno visto andare deluse le loro aspettative, ma proprio per questo non intendo replicare in alcun modo”.

“La rappresentatività del territorio si garantisce solo col ripristino delle preferenze - è invece la posizione del consigliere regionale di Alleanza nazionale Giancarlo D'Anna - il popolo deve tornare a scegliere chi lo deve rappresentare, altrimenti il distacco tra cittadini e politica non può che allargarsi. A suo tempo fummo in pochi a contestare la legge che nei fatti priva il cittadino di scegliere fra più candidati. Risultato: a sinistra come a destra squilli di rivolta. Troppo tardi”.


LOLITA FALCONI,

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=1F6AF3DF8D9A59E7FA3F2E845B7CC 175

Curioso
10-03-08, 17:22
Marche colonia. Tra i probabili eletti del PD, ben cinque sono stati imposti da Roma. Al solito, noi marchigiani siamo buoni per lavorare, per pagar le tasse e per subire.
Leggo oggi sul Corriere Adriatico che la Sinistra Arcobaleno presenterà due capilista forestieri; l'ottuagenaria Menapace alla Camera ed il verde Lion al Senato. Altri romani inviati a rappresentare (sic) i marchigiani.
Aspettiamo con ansia le liste del PdL, ma se il buongiorno si vede dal mattino ..................


Inutile lamentarsi ora.
La legge elettorale favorisce l'imposizione di candidati dall'alto. L'hanno voluta così nella CdL. C'è anche un referendum in ballo che la cancellerebbe, ma (forse) lo si voterà l'anno prossimo.
Se ci fossero le preferenze, l'elettore potrebbe votare per chi gli pare, privilegiando i candidati più popolari. Non risolverebbe il problema di una legge fatta davvero male, ma sarebbe meglio di niente.

UMBRO
11-03-08, 09:50
Inutile lamentarsi ora.
La legge elettorale favorisce l'imposizione di candidati dall'alto. L'hanno voluta così nella CdL. C'è anche un referendum in ballo che la cancellerebbe, ma (forse) lo si voterà l'anno prossimo.
Se ci fossero le preferenze, l'elettore potrebbe votare per chi gli pare, privilegiando i candidati più popolari. Non risolverebbe il problema di una legge fatta davvero male, ma sarebbe meglio di niente.

Quindi i Partiti possono fare iol loro porco comodo, con l'alibi della legge elettorale...?!?:eek:
La realtà è che l'unico movimento che ha presentato liste al 99% collegate al territorio è la Lega Nord... gli altri fanno i soliti giochini di potere.

RobieT
11-03-08, 15:30
Purtroppo i Marchigiani non lo capiscono, tant?è che per far arrivare in Parlamento il segretario nazionale leghista locale l'hanno paracadutato in Toscana...

el cuntadin
16-03-08, 14:33
Peccato però che non ci dicano che i sei forestieri verranno tutti eletti, mentre i marchigiani, ad andar bene, ad essere eletti, saranno in quattro.

Maa a chi credono di prendere per il c@@o!


ANCONA - Ventiquattro candidati, 16 alla Camera e 8 al Senato. Diciotto i marchigiani: 6 uscenti, 6 consiglieri regionali, una donna, cinque professionisti. Sono i numeri del Pdl che il coordinatore regionale di Fi Remigio Ceroni - candidato alla Camera dopo Berlusconi, Fini e La Malfa - snocciola parlando di una formazione “più grande di due squadre di calcio”. Aspiranti deputati e senatori in campo per giocare una partita che si annuncia, almeno nelle Marche, alquanto faticosa. Obiettivo, dice Ceroni, “è battere il Pd”. Ma con Liguria e Sardegna le Marche sono fra le regioni più toste. Anzi, fra quelle più “addormentate”, dice Baldassarri, dal “cloroformio” della sinistra. La campagna sarà allora, spiega Ceroni, di “poche parole ma con impegni seri”, aiutati dalla scelta “coraggiosa e coerente” di Massi (che dall’Udc è passato al Pdl, ndr), il coordinatore azzurro si dice “fiducioso di portare a casa un risultato sbalorditivo”. E se il successo è dato per sicuro alla Camera, è al Senato che il pallino è in mano ai marchigiani. In questo senso “ogni voto dato ad altre forze politiche minori è perso”, dice il coordinatore regionale di An e candidato alla Camera Carlo Ciccioli. “Al Senato - spiega - l’unico voto antagonista alla sinistra è quello dato al Pdl”. Ecco allora, interviene il senatore di Forza Italia secondo in lista dopo Baldassarri, Francesco Casoli, “riuscire a coagulare tutti i voti deve essere la nostra missione. Ci darebbe la possibilità di andare al tavolo del governo con un peso maggiore”.

E se un voto all’Udc, ribadisce anche il leader del Pri Giorgio La Malfa, è “un voto sprecato” perché “non ha nessuna possibilità di eleggere un senatore”, è soprattutto sul fronte del Pd che si concentrano gli attacchi. “Veltroni - dice La Malfa - è un uomo che non sottovalutiamo. E’ un uomo spregiudicato e sta cercando di fare un triplice salto mortale”. Ovvero: far dimenticare il governo Prodi, scaricare le responsabilità del fallimento su Rifondazione, dire “noi abbiamo un programma nuovo”. Slogan che, spiega La Malfa, ricorda la vecchia pubblicità di un detersivo che mostrava una camicia tagliata in due, una metà bianca e l’altra grigia. Lo spot non funzionò perchè uno poteva obiettare: “O mi freghi adesso, o mi hai fregato prima”. Come dire, spiega ancora La Malfa, “la base per chiedere voti non può essere l’ammissione dei propri errori”.

I voti all’Udc “serviranno a far vincere la sinistra”, sottolinea anche Giulio Conti di An. La scommessa è tutta sul Senato dove “il voto è politico” perché “sarà il primo colpo alla maggioranza di sinistra della Regione”. Sì perchè, rimarca Francesco Massi, “le Marche non sono di sinistra”, solo “una operazione di laboratorio ha portato a sbilanciare i governi di questa regione”. La battaglia sarà allora non solo “possibile” ma “propedeutica” per i Comuni e le elezioni regionali del 2010.

Portare a casa 9 deputati e 5 senatori non sarà facile, ammette Mario Baldassarri, “ma una battaglia deve porsi obiettivi alti”. La strategia impone “comunicare cosa ha detto o fatto il centrodestra quando era al governo e cosa si ripropone oggi, e cosa ha fatto o detto il centrosinistra”. Proponendo agli elettori, spiega il capolista per il Senato, una “tavola di Rosetta”. Il Veltronismo è infatti “ridisegnare un orizzonte apparentemente nuovo che si allontana man mano che ci si avvicina”, dice esordendo in inglese per ironizzare sull’americanismo (“We can? We weekend”) del candidato premier del Pd. L’accordo con la “parte massimalista e giustizionalista” di Di Pietro “è la prima smentita al percorso nuovo”. Altro “autogol” è quello dell’alleanza con i radicali. “Allora - prosegue Baldassarri - dobbiamo chiarire chi sono i moderati e chi i rivoluzionari. La sinistra è rivoluzionaria a parole, poi sparge il cloroformio”.

Bene allora il gioco di squadra per un “progetto - dice anche Simone Baldelli - che riguarda il Paese e le Marche”. “Siamo qui, chi in campo chi in panchina, per giocare la stessa partita”, dice il capogruppo di Fi in Regione e candidato alla Camera Franco Capponi. Non è “importante essere marchigiani doc ma - aggiunge - marchigiani domani”. E se la composizione della lista ha suscitato “tensioni inevitabili”, come fa osservare Ciccioli riconoscendo per altro il buon equilibrio raggiunto tra “rappresentanza del territorio e staff di governo”, è il consigliere di An Gianfranco D’Anna a puntare il dito. Proprio in situazioni dove la partita è sul filo di lana, ci vorrebbe, dice, “più rispetto alle realtà locali che hanno diritto ad avere maggiore rappresentanza”.


PIA BACCHIELLI,



http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=A140EC246017CCE44A11B7D129872 71E

el cuntadin
17-03-08, 14:38
Vedere il vecchio avvocato Magnalbò (che quando io votavo per il PLI, era un missino duro e puro) rappresentare il PLI marchigiano, la dice lunga su quanto sia inaffidabile oggi la politica italiana. Ciò non toglie che questa lista è da apprezzare, perchè almeno non presenta paracadutati da altre regioni.



La scaramanzia di Magnalbòcapolista al Senato
Il Pli a Civitanova presenta candidati e un piano per giovani e anziani
Con i liberali c’è l’ipotesi-casa


CIVITANOVA - Sarà che la continuità ha il suo valore, sarà che a volte il destino può concedere repliche. Sarà per questo che Luciano Magnalbò ha scelto Civitanova per presentare la sua candidatura nelle liste del Pli insieme ad altri colleghi di partito. Sarà forse stato per mettere un un pizzico di scaramanzia nella sua campagna elettorale, visto che la città prescelta per ripartire è la stessa dove aveva ottenuto, ben sette anni fa, l’elezione al Senato nelle fila di Alleanza nazionale. Chissà che l’elemento non giochi a suo favore.

Ieri mattina, nella sala convegni dell’hotel Miramare, è stato illustrato il “Programma per la Regione” elaborato dal Partito liberale italiano. Tra i punti salienti, proprio la proposta di uno “statuto speciale” per le Marche, sul modello di quanto avvenuto in altre regioni italiane.

E anche in questo caso storia e disagi si ripetono. Una particolare attenzione, come si registra in tutti i partiti, è riservata alla difficile situazione economica in cui sono costrette molte famiglie. Da qui scatta la proposta di un “piano case e banca per i giovani, le coppie appena sposate e gli immigrati con regolare permesso e con un lavoro”, ma anche “un piano case per anziani”.

Sistemati i conti, almeno nelle intenzioni, ecco che l’attenzione si sposta su strada. Con tanto di ricetta per non perdere le sfide del futuro, questo è l’impegno. Eccola: riguardo alle infrastrutture, il Pli ritiene prioritaria la realizzazione di una direttrice est-ovest e pedemontana nord-sud.

Oltre al programma ci sono i volti dei candidati. Detto di Magnalbò, capolista al Senato, erano presenti anche Patrizia Nicolini, imprenditrice e capolista alla Camera; Mauro Concetti e Daniele Lettina, anch’essi nella lista per la Camera, Mario Tacchetti, agente di commercio e rappresentante sindacale. All’incontro è intervenuto anche Gianfranco Sonaglioni, coordinatore regionale. Il Partito liberale nelle Marche è presente, come visto, sia alla Camera sia al Senato. E’ distinto dal Partito delle Libertà di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, ma partecipe della stessa idea di governo, tanto da garantire “pieno appoggio al candidato premier”. Perché, dunque, presentare una propria lista? Proprio per marcare “un tratto di distinzione dall’idea di un duopolio politico”, avverte la squadra scesa in campo a Civitanova. Per l’occasione è stato scomodato anche Davide che sconfisse Golia, tanto per ribadire “il sacrosanto diritto di una realtà come il Pli di presentarsi agli elettori, cercando di fare breccia in una situazione in cui ci sono due corazzate (anche qui usato il paragone dei piccoli sommergibili Mas, ndr) a dominare la scena elettorale”. Dunque, un motto per tutti: “Con il centrodestra ma senza rinunciare alla propria autonomia”.


EMANUELE PAGNANINI,
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=705104DA06C8EBFBE3E4A2D164AA9 7F6

el cuntadin
22-03-08, 23:16
La territorialità? La Costituzione dice che il parlamentare rappresenta l’intera nazione senza vincolo di mandato”
Lidia Menapace seconda in lista alla Camera per la Sinistra l’Arcobaleno
“Saprò rappresentare le Marche”


ANCONA - Senatore? Prego, senatrice. Puntualizza Lidia Menapace, 84 anni di Novara, figura storica della Resistenza e simbolo delle lotte femministe. “Si chiama linguaggio inclusivo”, spiega. Così guai a chiamarla “signora”, ma “compagna” come pretende dai militanti e simpatizzanti del partito. Pacifista convinta (anche se qualche polemica l’ha provocata votando il rifinanziamento della missione in Afganistan), è presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito. Simpatizzante del Pci, nel 1969 viene chiamata dai fondatori nel primo nucleo de Il Manifesto. Nel 2006 è stata eletta con Rifondazione comunista. Oggi è candidata alla Camera per Sinistra Arcobaleno, seconda in lista dopo Marco Lion.

La sua candidatura è piovuta come un fulmine a ciel sereno. Cosa sa delle Marche?

“Abbastanza. Sono sempre stata molto vicina alla condizione operaia dei cantieri di Ancona così come all’Udi (Unione donne italiane, ndr) di Fano e Pesaro. Le Marche per me sono non solo note ma molto amate”.

In molti avrebbero voluto una candidatura più rappresentativa del territorio.

“Non mi sono giunte notizie di contestazioni a riguardo. Ma in ogni caso, come dice la nostra Costituzione, il parlamentare rappresenta l’intera nazione senza vincolo di mandato. Spetta poi a Regione, Province e Comuni rappresentare gli interessi locali. Siamo un Paese dalla democrazia multilivello, ognuno faccia la sua parte. Sinceramente mi sembrano polemiche dal sapore un po’ leghista”.

Cosa farà per le Marche?

“Il problema delle coste adriatiche sono questioni nazionali, così come quello del ripascimento. Il mio programma in particolare punta sulle problematiche del lavoro, delle donne, della laicità dello Stato, della necessità della sindacalizzazione delle forze armate. Pronta a seguire i risvolti che avranno nelle Marche”.

Staffetta partigiana, tra i fondatori del Manifesto nel ’69, simbolo delle lotte femministe negli anni Settanta. Pensa che questi aspetti faranno presa sui giovani?

“C’è un grande interesse dei giovani per conoscere la storia italiana. Nelle scuole vengo chiamata spesso. Ed è un bene perché un popolo che perde la memoria è come colpito da un Alzheimer collettivo”.

Perché votare la Sinistra l’ Arcobaleno?

“Perché la sinistra deve sopravvivere. E la Sinistra l’Arcobaleno è l’unica lista di sinistra. Il che vuol dire attenzione alle classi subalterne, ai maltrattati, al lavoro che non sia solo assoggettato alle leggi di mercato, alla pace”.

Non crede che garantire la stabilità del governo sia importante? Mi riferisco agli appelli sul voto utile.

“Il voto utile è anche quello dato a se stesso. E, certo, ci auguriamo una forma di governo stabile. Ma con il Senato in bilico ci sarà bisogno di un sostegno. E, per quel che ci riguarda, se ci va bene lo sosterremo, sennò faremo opposizione”.

Chi vincerà?

“Tutti dicono di vincere ma nessuno sarà il vincitore. Tant’è che faranno il governo delle larghe intese. Noi ci proponiamo come interlocutori ma con obiettivi chiari ed espliciti. Altrimenti, ripeto, ci sta bene stare all’opposizione”.
http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=F538AFA79537932C53AF9DF629B04 EB0