Metapapero
07-03-08, 10:46
Bergonzi in esilio e sotto scorta
minacciato dopo Napoli-Juventus
di FULVIO BIANCHI
Bergonzi in Napoli-Juve
ROMA - Nascosto, come un pentito di mafia. Protetto dalla polizia lontano da casa, per due settimane. Ma è successo a un arbitro, "assolutamente di prima fascia" come ha denunciato il presidente degli arbitri, e vicepresidente federale, Cesare Gussoni. Non fa nomi ma si tratta dell'assicuratore di Savona che fa parte però della sezione arbitrale di Genova, Mauro Bergonzi, protagonista contestatissimo di Napoli-Juve (del 27 ottobre scorso: 3-1 con due rigori molto dubbi a favore della squadra di casa) fermato per un lungo periodo da Pierluigi Collina. I più discussi ultimamente erano stati anche due internazionali, Paolo Dondarini di Finale Emilia e Stefano Farina di Roma. Il primo aveva sbagliato in pieno la partita Reggina-Juve (2-1), scatenando le proteste della società torinese sfociate nella famosa lettera ai vertici federali e arbitrali. Il secondo era stato protagonista di Catania-Inter, (0-2 per i nerazzurri) contestatissimo - ma in maniera civile e ironica - anche dal pubblico (tanto che poi Farina aveva saltato il terzo tempo).
"Ma adesso basta, prima che sia troppo tardi", ha tuonato Gussoni. Spiegando l'incredibile fatto: "E' successo un episodio pericoloso: un gruppo di persone ha circondato quello che credeva fosse un arbitro, ha tentato di sequestrarlo e di riempirlo di botte: solo che era uno che gli assomigliava, un sosia. Era un direttore di una filiale bancaria che si è rivelato alla fine, poveretto, salvandosi così dalle botte. Ma su consiglio della polizia quell'arbitro (Bergonzi, appunto ndr) è stato costretto a vivere protetto e trasferirsi in un'altra provincia per due settimane".
Prende fiato, Gussoni. E poi continua: "Non si può più vivere così: non solo il designatore Collina ha ricevuto minacce (due proiettili, da tre mesi vive sotto scorta, ndr) ma altri dirigenti arbitrali hanno ricevuto bossoli, pallottole... In più alcuni arbitri di serie A sono stati fatto oggetto di minacce, sms, lettere di insulti anche loro. Abbiamo subito avvertito le Digos, certo (soprattutto quelle di Roma e Catania ndr). Ma si può andare avanti così?".
E subito risponde: "No che non si può: noi diciamo basta. Ultimamente sono cresciuti gli episodi di violenza nei campi minori, di seconda e terza categoria. E la violenza è legata sempre più a certe dichiarazioni, a chi sparge i veleni. Quasi duecento arbitri finiti all'ospedale, prognosi superiore ai 5 giorni. Mica si parla di sputi o di schiaffi, qui. Le regioni più a rischio: Campania, Puglia e Calabria. In Puglia volevano fermarsi. Noi non abbiamo preso nessuna decisione, non ne abbiamo nemmeno parlato. Però ripeto: gli arbitri vogliono avere anche loro il diritto di sbagliare. Come i calciatori. Come certi allenatori che sembrano dei tarantolati, che si muovono come dei buffoni davanti alla loro panchina...".
E' molto preoccupato, Gussoni. Perché gli arbitri si vogliono fermare o, almeno, iniziare in ritardo le partite. Sono 26.000 in Italia: dirigono oltre 650.000 partite all'anno, costo medio a partita 60 euro, totale 39 milioni. Ma anche ai vertici c'è profondo, crescente, malumore. In tre guidano il gruppo: Rosetti, Farina e Rizzoli. Sono loro i capi riconosciuti della rivolta (sotterranea). Lo stesso Collina sta pensando seriamente di mollare a fine stagione.
Gussoni attacca anche il superprocuratore Stefano Palazzi ("una volta i deferimenti erano più rapidi, adesso hanno allargato le maglie") e si rivolge alle Leghe, al sindacato calciatori, all'Assoallenatori. "Scriverò a Matarrese: siamo stufi di certe trasmissioni tv fatte sulla pelle degli arbitri, le moviole a caldo che infiammano gli stadi. Che studiasse qualcosa la Lega, visto che vende lei i diritti tv. Che fissasse delle condizioni più precise...".
Gussoni è stato molto duro anche con la Juventus. "Ho pensato di non rispondere nemmeno alla loro lettera aperta che hanno scritto dopo Reggio Calabria: d'altronde, dovrei rispondere ogni anno a 12.000 lettere, a tutte le società che si lamentano e che mi scrivono". E a Zebina che parla di una "strage di punti" per colpa degli arbitri, il numero 1 dell'Aia replica: "Non so se conosce bene il vocabolario italiano. Da noi basta un errore per suscitare subito un sospetto: è uno sport tutto italiano, fa parte del nostro Dna. Ma i nostri errori sono sempre in buona fede".
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/sport/calcio/serie_a/arbitri-veleni/gussoni-esilio/gussoni-esilio.html
per quanto abbia arbitrato male, c'e' qualcuno che tifa per una squadra dalla divisa di carcerati che ha decisamente perso la testa (e lo vediamo anche in questo forum)
minacciato dopo Napoli-Juventus
di FULVIO BIANCHI
Bergonzi in Napoli-Juve
ROMA - Nascosto, come un pentito di mafia. Protetto dalla polizia lontano da casa, per due settimane. Ma è successo a un arbitro, "assolutamente di prima fascia" come ha denunciato il presidente degli arbitri, e vicepresidente federale, Cesare Gussoni. Non fa nomi ma si tratta dell'assicuratore di Savona che fa parte però della sezione arbitrale di Genova, Mauro Bergonzi, protagonista contestatissimo di Napoli-Juve (del 27 ottobre scorso: 3-1 con due rigori molto dubbi a favore della squadra di casa) fermato per un lungo periodo da Pierluigi Collina. I più discussi ultimamente erano stati anche due internazionali, Paolo Dondarini di Finale Emilia e Stefano Farina di Roma. Il primo aveva sbagliato in pieno la partita Reggina-Juve (2-1), scatenando le proteste della società torinese sfociate nella famosa lettera ai vertici federali e arbitrali. Il secondo era stato protagonista di Catania-Inter, (0-2 per i nerazzurri) contestatissimo - ma in maniera civile e ironica - anche dal pubblico (tanto che poi Farina aveva saltato il terzo tempo).
"Ma adesso basta, prima che sia troppo tardi", ha tuonato Gussoni. Spiegando l'incredibile fatto: "E' successo un episodio pericoloso: un gruppo di persone ha circondato quello che credeva fosse un arbitro, ha tentato di sequestrarlo e di riempirlo di botte: solo che era uno che gli assomigliava, un sosia. Era un direttore di una filiale bancaria che si è rivelato alla fine, poveretto, salvandosi così dalle botte. Ma su consiglio della polizia quell'arbitro (Bergonzi, appunto ndr) è stato costretto a vivere protetto e trasferirsi in un'altra provincia per due settimane".
Prende fiato, Gussoni. E poi continua: "Non si può più vivere così: non solo il designatore Collina ha ricevuto minacce (due proiettili, da tre mesi vive sotto scorta, ndr) ma altri dirigenti arbitrali hanno ricevuto bossoli, pallottole... In più alcuni arbitri di serie A sono stati fatto oggetto di minacce, sms, lettere di insulti anche loro. Abbiamo subito avvertito le Digos, certo (soprattutto quelle di Roma e Catania ndr). Ma si può andare avanti così?".
E subito risponde: "No che non si può: noi diciamo basta. Ultimamente sono cresciuti gli episodi di violenza nei campi minori, di seconda e terza categoria. E la violenza è legata sempre più a certe dichiarazioni, a chi sparge i veleni. Quasi duecento arbitri finiti all'ospedale, prognosi superiore ai 5 giorni. Mica si parla di sputi o di schiaffi, qui. Le regioni più a rischio: Campania, Puglia e Calabria. In Puglia volevano fermarsi. Noi non abbiamo preso nessuna decisione, non ne abbiamo nemmeno parlato. Però ripeto: gli arbitri vogliono avere anche loro il diritto di sbagliare. Come i calciatori. Come certi allenatori che sembrano dei tarantolati, che si muovono come dei buffoni davanti alla loro panchina...".
E' molto preoccupato, Gussoni. Perché gli arbitri si vogliono fermare o, almeno, iniziare in ritardo le partite. Sono 26.000 in Italia: dirigono oltre 650.000 partite all'anno, costo medio a partita 60 euro, totale 39 milioni. Ma anche ai vertici c'è profondo, crescente, malumore. In tre guidano il gruppo: Rosetti, Farina e Rizzoli. Sono loro i capi riconosciuti della rivolta (sotterranea). Lo stesso Collina sta pensando seriamente di mollare a fine stagione.
Gussoni attacca anche il superprocuratore Stefano Palazzi ("una volta i deferimenti erano più rapidi, adesso hanno allargato le maglie") e si rivolge alle Leghe, al sindacato calciatori, all'Assoallenatori. "Scriverò a Matarrese: siamo stufi di certe trasmissioni tv fatte sulla pelle degli arbitri, le moviole a caldo che infiammano gli stadi. Che studiasse qualcosa la Lega, visto che vende lei i diritti tv. Che fissasse delle condizioni più precise...".
Gussoni è stato molto duro anche con la Juventus. "Ho pensato di non rispondere nemmeno alla loro lettera aperta che hanno scritto dopo Reggio Calabria: d'altronde, dovrei rispondere ogni anno a 12.000 lettere, a tutte le società che si lamentano e che mi scrivono". E a Zebina che parla di una "strage di punti" per colpa degli arbitri, il numero 1 dell'Aia replica: "Non so se conosce bene il vocabolario italiano. Da noi basta un errore per suscitare subito un sospetto: è uno sport tutto italiano, fa parte del nostro Dna. Ma i nostri errori sono sempre in buona fede".
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/sport/calcio/serie_a/arbitri-veleni/gussoni-esilio/gussoni-esilio.html
per quanto abbia arbitrato male, c'e' qualcuno che tifa per una squadra dalla divisa di carcerati che ha decisamente perso la testa (e lo vediamo anche in questo forum)