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Henry1028
10-04-10, 02:32
Stato
L'organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente. Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito La Costituzione non è applicata. I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.
- Abolizione delle province
- Accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti
- Abolizione del Lodo Alfano
- Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico
- Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
- Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo
- Divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato
- Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali
- Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari (esempio: sindaco e deputato)
- Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
- Partecipazione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web, come già avviene per Camera e Senato
- Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action
- Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum
- Obbligatorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa popolare
- Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria
- Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i commenti dei cittadini.

Energia
Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più.
Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano.
Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno.
Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti:
- Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici
- Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti
- Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti
- Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava
- Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.

Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60%. La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97%.
Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile.

Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica.
Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti:
- Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
- Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc.
- Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
- Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
- Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano
- Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
- Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
- Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
- Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.

Informazione
L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale.
Se il controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive antidemocratiche.
Se l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli interessi delle multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del singolo.
L’informazione quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale.
Il cittadino non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano.
Le proposte:
- Cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
- Eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
- Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
- Le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un'asta pubblica ogni cinque anni
- Abolizione della legge del governo D'Alema che richiede un contributo dell'uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisione
- Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
- Abolizione dell'Ordine dei giornalisti
- Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
- Un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai partiti
- Abolizione della legge Gasparri
- Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale
- Statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia, e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonico
- Introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete
- Eliminazione del canone telefonico per l’allacciamento alla rete fissa
- Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee
- Tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo soggetto economico privato
- Riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni - Abolizione della legge Urbani sul copyright
- Divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a società editoriali
- Depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in anticipo in via cautelare all'atto della querela)
- Abolizione della legge Pisanu sulla limitazione all'accesso wi fi.

Economia
- Introduzione della class action
- Abolizione delle scatole cinesi in Borsa
- Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate
- Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
- Abolizione della legge Biagi
- Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno
- Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
- Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite
- Impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se questa si è resa responsabile di gravi reati
- Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
- Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
- Abolizione delle stock option
- Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato
- Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei
- Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari
- Vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa
- Favorire le produzioni locali
- Sostenere le società no profit
- Sussidio di disoccupazione garantito
- Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia).

Trasporti
- Disincentivo dell'uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane
- Sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana
- Istituzione dii spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette
- Istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane
- Introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo
- Potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car sharing) con motori elettrici alimentati da reti
- Blocco immediato del Ponte sullo Stretto e della Tav in Val di Susa
- Proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane
- Sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo
- Copertura dell'intero Paese con la banda larga
- Incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro
- Sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme di trasporto pubblici
- Incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a Internet
- Incentivazione dei mercati locali con produzioni provenienti dal territorio
- Corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane
- Piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.

Rasputin
10-04-10, 09:04
C' est une vaste programme, come direbbe De Gaulle.
Ci sono tante cose positive, altre discutibili.
Però francamente sono scettico solo sulla questione dei referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum: pensate alla questione minareti in Svizzera.
Una democrazia referendaria rischia di favorire anche le forze più xenofobe: quindi questo punto secondo me è populista.

Henry1028
10-04-10, 12:31
C' est une vaste programme, come direbbe De Gaulle.
Ci sono tante cose positive, altre discutibili.
Però francamente sono scettico solo sulla questione dei referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum: pensate alla questione minareti in Svizzera.
Una democrazia referendaria rischia di favorire anche le forze più xenofobe: quindi questo punto secondo me è populista.

anche io non sono d'accordo sul referendum senza quorum.
I referendum sono decisioni importanti e c'è bisogno di una gran partecipazione, il problema sta nella mancata partecipazione, appunto.
Come fare a stimolare i cittadini? A far capire che un referendum è molto importante, sopratutto per noi, perchè insieme al voto ci da la possibilità di scegliere direttamente cosa è giusto e bene per il nostro paese.

Comunque il programma non è finito devo ancora copiare ed incollare :)

Frankie D.
10-04-10, 12:41
C' est une vaste programme, come direbbe De Gaulle.
Ci sono tante cose positive, altre discutibili.
Però francamente sono scettico solo sulla questione dei referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum: pensate alla questione minareti in Svizzera.
Una democrazia referendaria rischia di favorire anche le forze più xenofobe: quindi questo punto secondo me è populista.


anche io non sono d'accordo sul referendum senza quorum.
I referendum sono decisioni importanti e c'è bisogno di una gran partecipazione, il problema sta nella mancata partecipazione, appunto.
Come fare a stimolare i cittadini? A far capire che un referendum è molto importante, sopratutto per noi, perchè insieme al voto ci da la possibilità di scegliere direttamente cosa è giusto e bene per il nostro paese.

Comunque il programma non è finito devo ancora copiare ed incollare :)

Non concordo con voi. Dovete ragionare in questi termini secondo me: quando c'è un referendum la gran parte degli italiani non va solitamente a votare. Il problema è che non si capisce perchè non lo faccia. Può essere che si comporti così perchè è contraria alla modifica della legge ma è più probabile che sia perchè è indifferente a quel tipo di legge. Per quest'ultimo motivo io ritengo che sia necessario che le persone indifferenti alla legge in discussione non pesino sul risultato del referendum. Faccio un esempio. Pensate ad un referendum abrogativo della legge che impone i crocifissi nei luoghi pubblici. A metà del paese della cosa interessa ben poco, mentre all'altra metà potrebbe interessare molto di più. Se metà del paese non va votare, il quorum non si raggiunge e vince concretamente quella frangia di popolazione che vuole mantenere quest'usanza del crocifisso. Ma non vince perchè è maggioranza, ma perchè il nostro sistema comporta che anche l'elettore menefreghista incida sul risultato. Questa secondo voi è democrazia?:)

Henry1028
10-04-10, 12:46
Non concordo con voi. Dovete ragionare in questi termini secondo me: quando c'è un referendum la gran parte degli italiani non va solitamente a votare. Il problema è che non si capisce perchè non lo faccia. Può essere che si comporti così perchè è contraria alla modifica della legge ma è più probabile che sia perchè è indifferente a quel tipo di legge. Per quest'ultimo motivo io ritengo che sia necessario che le persone indifferenti alla legge in discussione non pesino sul risultato del referendum. Faccio un esempio. Pensate ad un referendum abrogativo della legge che impone i crocifissi nei luoghi pubblici. A metà del paese della cosa interessa ben poco, mentre all'altra metà potrebbe interessare molto di più. Se metà del paese non va votare, il quorum non si raggiunge e vince concretamente quella frangia di popolazione che vuole mantenere quest'usanza del crocifisso. Ma non vince perchè è maggioranza, ma perchè il nostro sistema comporta che anche l'elettore menefreghista incida sul risultato. Questa secondo voi è democrazia?:)

Interessante. Non ci avevo pensato.
Da questo punto di vista allora forse è meglio abrogare il quorum. E' il modo migliore per "ricompensare" chi si interessa alle decisioni del paese.

Frankie D.
10-04-10, 13:00
Interessante. Non ci avevo pensato.
Da questo punto di vista allora forse è meglio abrogare il quorum. E' il modo migliore per "ricompensare" chi si interessa alle decisioni del paese.

Esatto. A quel punto la gente alza le chiappe e va a votare se è interessata. Inoltre c'è un altro punto di vista interessante. Sapendo che in un modo o nell'altro un ipotetico referendum arriverà comunque a un risultato chiaro e netto è probabile che le persone inizino a prendere l'iniziativa per proporne uno loro. Quindi questo aumenterebbe la partecipazione e l'interesse del paese.

Ovviamente se si abolisse il quorum si dovrebbero adottare dei criteri più rigidi per quanto riguarda le condizioni necessarie perchè il referendum venga riconosciuto lecito. Magari più firme, un limite di tot referendum all'anno (magari votati nello stesso giorno cosi' per risparmiare sulle spese) e così via.

L'unico tipo di argomento che io escluderei dai referendum privi di quorum sono quelli che si occupano di modifiche costituzionali.

gianmarcobondi
11-04-10, 05:37
Sulla questione del referendum si potrebbe discutere, ma anche su molto altro! Cio che manca sono i diritti civili sulla agenda e l' esperienza (vedi i referendum falliti per esempio) ed e per questo che credo in una alleanza tra radicali e MoVimento...

SEMPRE LIBERO
11-04-10, 10:36
Programma largamente condivisibile, anche se, chiaramente, non tutto; andrebbe un momentino smussato per togliere qualche "asperità", però decisamente buono.

Per quanto riguarda la questione quorum referendario, sarei anche io del parere di togliere il quorum, anche se non ne faccio una questione di vita o di morte, quello di cui mi preoccuperei è la ricerca di strumenti idonei per impedire ai partiti e al potere di vanificare i risultati referendari, come successo, quasi sempre, nel passato.

Sulla collaborazione coi radicali, ho parecchi dubbi, visto il loro liberismo sfrenato e l loro filoamericanismo sfegatato, però sono d'accordo con Gianmarco in generale, e cioè nel rifiutare assolutamente il ghetto e la ghettizzazione. Collaborazione quindi, anche coi partiti, però con paletti ben chiari. Questo del referendum anti-privatizzazione dell'acqua è un ottimo modo per iniziare l'entrata del M5S nell'agone politico di "tutti i giorni" e cioè dello sporcarsi le mani, come si dice.

Gualerz
11-04-10, 10:43
anche io non sono d'accordo sul referendum senza quorum.
I referendum sono decisioni importanti e c'è bisogno di una gran partecipazione, il problema sta nella mancata partecipazione, appunto.
Come fare a stimolare i cittadini? A far capire che un referendum è molto importante, sopratutto per noi, perchè insieme al voto ci da la possibilità di scegliere direttamente cosa è giusto e bene per il nostro paese.

Comunque il programma non è finito devo ancora copiare ed incollare :)

Il problema è che le forze politiche, se sono contrarie, non è invitano ad andare a votare no ma a stare a casa. Negli anni recenti tutti i referendum tranne quello sulla devolution non hanno raggiunto il quorum proprio perchè chi si opponeva ha detto al proprio elettorato di non andare a votare.

Quello della devolution era troppo importante per rischiare quindi chi si opponeva è andato a votare il NO che infatti ha vinto nettamente.

Una solutione comunque va trovata perchè continuare ad invalidare tutto quanto giocando con il quorum è antidemocratico.

SEMPRE LIBERO
11-04-10, 11:19
Il problema è che le forze politiche, se sono contrarie, non è invitano ad andare a votare no ma a stare a casa. Negli anni recenti tutti i referendum tranne quello sulla devolution non hanno raggiunto il quorum proprio perchè chi si opponeva ha detto al proprio elettorato di non andare a votare.

Quello della devolution era troppo importante per rischiare quindi chi si opponeva è andato a votare il NO che infatti ha vinto nettamente.

Una solutione comunque va trovata perchè continuare ad invalidare tutto quanto giocando con il quorum è antidemocratico.

Errorone Gualerz, sicuramente sei più giovane di me e paternamente ti do uno scapaccione metaforico, il Referendum di cui parli era un referendum CONFERMATIVO, in quanto riguardava la modifica della Costituzione e per i referenda (plurale di referendum) confermativi, per essere validi, basta che vada a votare anche uno sola persona.

Ciao

Zefram_Cochrane
11-04-10, 11:31
Non concordo con voi. Dovete ragionare in questi termini secondo me: quando c'è un referendum la gran parte degli italiani non va solitamente a votare. Il problema è che non si capisce perchè non lo faccia. Può essere che si comporti così perchè è contraria alla modifica della legge ma è più probabile che sia perchè è indifferente a quel tipo di legge. Per quest'ultimo motivo io ritengo che sia necessario che le persone indifferenti alla legge in discussione non pesino sul risultato del referendum. Faccio un esempio. Pensate ad un referendum abrogativo della legge che impone i crocifissi nei luoghi pubblici. A metà del paese della cosa interessa ben poco, mentre all'altra metà potrebbe interessare molto di più. Se metà del paese non va votare, il quorum non si raggiunge e vince concretamente quella frangia di popolazione che vuole mantenere quest'usanza del crocifisso. Ma non vince perchè è maggioranza, ma perchè il nostro sistema comporta che anche l'elettore menefreghista incida sul risultato. Questa secondo voi è democrazia?:)

Precisamente...guardiamo cosa è successo al referendum sull'Articolo 18, o a quello sulla Fecondazione Assistita...
Considera anche che i politici ci marciano sulla questione del quorum, primo puntando sul menefreghismo della gente poco informata invitando a non andare a votare, secondo puntando sullinutilità dell'istituto del referendum, commento che più volte è uscito da autorevoli esponenti della casta sia di destra che di sinistra...e terzo evitando di parlare in tv e altrove degli argomenti oggetto del referendum, favorendo la mancanza di informazione al cittadino medio.
Così è facilissimo far fallire qualsiasi referendum, per questo bisogna abolire il quorum.

Gualerz
11-04-10, 13:08
Errorone Gualerz, sicuramente sei più giovane di me e paternamente ti do uno scapaccione metaforico, il Referendum di cui parli era un referendum CONFERMATIVO, in quanto riguardava la modifica della Costituzione e per i referenda (plurale di referendum) confermativi, per essere validi, basta che vada a votare anche uno sola persona.

Ciao

:mmm:

Sai che hai ragione? Mi ricordavo male...

Beh però, involontariamente, facendo questo errore ho avvalorato ancora di più la tesi che una soluzione va trovata. Lì si era obbligati ad andare a votare e infatti tutti quelli interessati ci sono andati, con una schiacciante vittoria del NO.

Non so se sia giusto o meno togliere il quorum, ma togliendolo magari si avrebbe lo stesso effetto su tutti tipi di referendum.

Halberdier
11-04-10, 17:47
C' est une vaste programme, come direbbe De Gaulle.
Ci sono tante cose positive, altre discutibili.
Però francamente sono scettico solo sulla questione dei referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum: pensate alla questione minareti in Svizzera.
Una democrazia referendaria rischia di favorire anche le forze più xenofobe: quindi questo punto secondo me è populista.
In Svizzera la percentuale di votanti nei referendum è all'incirca pari a quella dei votanti nelle elezioni. Chi non va a votare, inoltre, accetta implicitamente qualunque risultato possa uscire dalle urne, e questo garantisce la partecipazione molto di più del quorum.
Non vedo in che modo questo favorisca un qualunque schieramento politico-sociale-eccetera (come i citati xenofobi, ma anche gli xenofili).
Mi sembra inoltre strano che per te basti il risultato di un singolo referendum, sulle migliaia che si sono svolti da quando esiste un simile strumento, per affermare che tutto un sistema politico nazionale (che nello specifico va avanti da settecento anni senza un intoppo) non funziona o è pericoloso. Posso capire che non approvi il risultato di questo specifico referendum, ma sputare a più riprese e con molta convinzione sulla democrazia diretta e sul concetto di sovranità popolare solo per questo, appellandosi a teorie degne di molti dittatori, è quasi infantile.

Rasputin
11-04-10, 20:52
In Svizzera la percentuale di votanti nei referendum è all'incirca pari a quella dei votanti nelle elezioni. Chi non va a votare, inoltre, accetta implicitamente qualunque risultato possa uscire dalle urne, e questo garantisce la partecipazione molto di più del quorum.
Non vedo in che modo questo favorisca un qualunque schieramento politico-sociale-eccetera (come i citati xenofobi, ma anche gli xenofili).
Mi sembra inoltre strano che per te basti il risultato di un singolo referendum, sulle migliaia che si sono svolti da quando esiste un simile strumento, per affermare che tutto un sistema politico nazionale (che nello specifico va avanti da settecento anni senza un intoppo) non funziona o è pericoloso. Posso capire che non approvi il risultato di questo specifico referendum, ma sputare a più riprese e con molta convinzione sulla democrazia diretta e sul concetto di sovranità popolare solo per questo, appellandosi a teorie degne di molti dittatori, è quasi infantile.
In un contesto come quello italiano o europeo attuale, proporre una "democrazia referendaria" potrebbe essere deleterio su temi come l'immigrazione o la libertà religiosa in senso lato.
Mi sono limitato a segnalare il pericolo

gianmarcobondi
11-04-10, 21:19
Programma largamente condivisibile, anche se, chiaramente, non tutto; andrebbe un momentino smussato per togliere qualche "asperità", però decisamente buono.

Per quanto riguarda la questione quorum referendario, sarei anche io del parere di togliere il quorum, anche se non ne faccio una questione di vita o di morte, quello di cui mi preoccuperei è la ricerca di strumenti idonei per impedire ai partiti e al potere di vanificare i risultati referendari, come successo, quasi sempre, nel passato.

Sulla collaborazione coi radicali, ho parecchi dubbi, visto il loro liberismo sfrenato e l loro filoamericanismo sfegatato, però sono d'accordo con Gianmarco in generale, e cioè nel rifiutare assolutamente il ghetto e la ghettizzazione. Collaborazione quindi, anche coi partiti, però con paletti ben chiari. Questo del referendum anti-privatizzazione dell'acqua è un ottimo modo per iniziare l'entrata del M5S nell'agone politico di "tutti i giorni" e cioè dello sporcarsi le mani, come si dice.

Inevitabile...

Halberdier
11-04-10, 23:58
In un contesto come quello italiano o europeo attuale, proporre una "democrazia referendaria" potrebbe essere deleterio su temi come l'immigrazione o la libertà religiosa in senso lato.
Mi sono limitato a segnalare il pericolo
La libertà religiosa appartiene ad ogni cittadino. È la libertà di essere cristiano (cattolico o protestante), musulmano, ebreo, buddhista, induista, ..., ma anche ateo. Questo rende tecnicamente impossibile abolirla.
L'immigrazione è un argomento ben più complesso, che spesso sottostà ad accordi internazionali (Schengen e Libera Circolazione nell'UE tra i primi) che non possono, per motivi pratici, essere proposti per referendum (te la vedi una popolazione intera che si mette d'accordo, vota una proposta di accordo internazionale che poi deve essere discussa dalla controparte, rivotata, riproposta, eccetera? :D ), ma al massimo approvati o respinti per voto popolare.
Pericolo scongiurato, direi.

Tra l'altro, sarei curioso di sapere cosa avrebbe votato la popolazione italiana a proposito degli accordi con la Libia, primo tra tutti il regalo di 5 miliandi di Euro fatto da Berlusconi a Gheddafi.
O anche la legge elettorale, il ponte sullo stretto, il Lodo Alfano, e chissà quanti altri ancora.

Frankie D.
12-04-10, 14:37
In un contesto come quello italiano o europeo attuale, proporre una "democrazia referendaria" potrebbe essere deleterio su temi come l'immigrazione o la libertà religiosa in senso lato.
Mi sono limitato a segnalare il pericolo

E' vero, possono esserci pericoli. Ma la democrazia presuppone che la maggioranza degli elettori possa far prevalere la sua opinione senza ovviamente andare contro a quei principi universali e costituzionali regolati appunto dalla costituzione e dalla carta dei diritti dell'uomo. Non possiamo transigere dal concetto di democrazia anche se questo mezzo viene utilizzato per vessare il prossimo. Però ricordati anche che un referendum senza quorum sopratutto su questi argomenti porta le persone ad assumersi la responsabilità della propria scelta di voto o di non voto (visto che sarebbero comunque corresponsabili) e di conseguenza ciò comporterebbe una presa di coscienza maggiore sull'argomento. E senza presa di coscienza, senza l'imput per questo processo mentale, le persone non saranno mai capaci di modificare e far evolvere le proprie idee perchè vivrebbero nell'indifferenza e si sentirebbero estranee a determinate scelte.

dedelind
12-04-10, 22:26
programma quasi completamente condivisibile

Buccia
13-04-10, 11:02
programma quasi completamente condivisibile

mi fa piacere questo tuo appoggio Dedelind;
su alcune cose (ad esempio abolizione della legge Biagi) mi trovo in disaccordo ma la generale voglia di diminuzione dello stato, di diminuzione della partitocrazia e di trasparenza del sistema politico mi trovano in totale sintonia