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Visualizza Versione Completa : 05.05.1981 - 05.05.2008: Bobby Sands.



TyrMask (POL)
03-05-08, 11:47
http://img210.imageshack.us/img210/2145/volbobbyev9.jpg (http://img210.imageshack.us/img210/2145/volbobbyev9.jpg)

05.05.1981 - 05.05.2008: Bobby Sands.
Era il cinque maggio del 1981, quando, tra le tristi mura di una prigione, si spengeva la vita di Bobby Sands, nell’imminenza del sessantottesimo giorno di sciopero della fame, indetto da lui e dai suoi militanti, in segno di protesta contro le disumane condizioni di detenzione carceraria cui erano costretti. In quei tristi giorni, che videro in sequenza le successive morti di tutti gli altri suoi camerati dell’Ira-provisionals, l’ala autonoma dell’Ira, ormai spezzata dall’interno e divisa tra loro e gli officials (la dirigenza del movimento indipendentista), il pianeta intero si fermò commosso, quasi a ricordarsi di quel giovane, in un secondo di riflessione, tra una frenesia e l’altra di quella che si apprestava a delinearsi come la decade più disimpegnata e cinica degli ultimi decenni della nostra storia. Come se millenni di tradizione e secoli di lotta, di reazione ai soprusi e al torbido colonialismo monarchico, fossero stati dimenticati da tutti: ‘ragazzacci eversivi che non avevano nulla da fare, quegli irlandesi…’ possiamo immaginare i frasari e i giudizi dei commentatori liberal e radical di ogni luogo. Il cittadino/consumatore medio, suddito in una plutocrazia usurocrate occidentale, liberalborghese, che si rispetti, non può non esprimere il suo giudizio libero nella parvenza, ma nella realtà inculcato quasi invisibilmente dalle armi del padrone: armi infallibili e impietose come i mass media, l’educazione mediatica e la pubblicità. Nato e creciuto tra i presidi militari, in una terra, storicamente occupata dalle truppe britanniche, e colonizzata sin dai primi vagiti dell’anno mille, Bobby era un ragazzo, semplice, amico di tutti e molto gioviale. Lo stato di cose, l’arroganza degli orange (dei filo britannici), la vile prepotenza dei militari, le disposizioni speciali, le risse e gli atti di intolleranza etnica e religiosa, lo portarono col tempo a capire che non poteva esistere un’Irlanda così, non poteva esistere una terra, nata libera, ma resa schiava, in cui diventava pericoloso anche uscire di casa. Non era giusto: non stiamo qui a disquisire o a prendere difese del cattolicesimo, che, in ultima istanza è probabilmente e paradossalmente il primo vero responsabile del disastro e della frammentazione dell’Europa, sempre più indebolita, sin dal medioevo, da contrasti nazionali e regionali, creati più o meno spontaneamente dalla chiesa. Quello che sappiamo è che Bobby e la sua famiglia erano irlandesi e cattolici, come molti altri irlandesi del nord, e che solo per questo, non erano visti di buon occhio. Ciò che si nascondeva dietro un velo di religiosità, era in realtà un sentimento che andava a finire nell’aspetto politico, e che si trascinava a sè ruggini ed odio feroce da almeno sei secoli: l’indipendenza dell’Irlanda, quale nazione autonomamente determinata, forte di etnia (celtico-gaelica) e lingua (gaelica) sue legittime, era stata ottenuta con il sangue, solo parzialmente. L’arroganza della corona britannica, tradizionalmente sanguinaria e assassina, non aveva fine, e fino all’ultimo si protraeva in una situazione che aveva del grottesco. Tutt’ora le sei contee dell’Ulster che compongono la cosiddetta Irlanda del Nord, sono sotto scacco britannico. La patria Irlandese, la Frontiera Selvaggia (la Wild Frontier, che ci descriveva proprio negli anni ottanta il grandioso chitarrista Gary Moore, attraverso le sue note suggestive), l’isola verde, che tanto ha dato e tanto deve ancora dare in termini di storie, saghe, miti e leggende sempre in qualche maniera intersecati con la realtà, ancora piange e reclama orgogliosa la sua personale libertà. Una libertà mai concessa, e sempre osteggiata, e non solo negli anni duri della repressione tatcheriana, ma anche in quelli più mesti e parimenti dolorosi delle apparenti distensioni laburiste. Il sacrificio indipendentista di Bobby Sands non va dimenticato, e a ventisette anni dalla sua epifania, non può e non deve assolutamente scalfire la sua enorme portata etica: valori come la nazione, la famiglia, la comunità, l’appartenenza, l’identità si vanno via, via spegnendo tra le nuove generazioni, vittime del cancro internazionalista e capitalista, mercificatore di anime e di spiriti che da ribelli diventano schiavi, se non lo erano già. Il ricordo di eroi e martiri come Bobby Sands potrebbero aiutare a riequilibrare le nostre più autentiche percezioni esistenziali, a renderci nuovamente consapevoli di un sentimento antico ma rivolto al futuro, fatto di ragione ed emozione, slancio e gerarchia, fermezza e dinamismo… un pò per non morire, vivendo in ginocchio…

Comunità Militante Perugia – Associazione Culturale Tyr

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http://www.cmperugia.org (http://www.cmperugia.org/)

Terni_Tricolore
04-05-08, 22:37
Onore a Bobby Sands : presente!

Patriota Rosso
05-05-08, 20:44
Onore a Bobby Sands e a tutti i compagni irlandesi caduti per mano dell'imperialismo britannico!
Nonostante fiumi di inchiostro siano stati versati per chiarire la reale appartenenza politica della lotta irlandese,continuate ad appropiarvi di lotte che non vi appartengono...

A pugno chiuso!

Lucio
05-05-08, 21:26
Ma che cosa stai cianciando?

TyrMask (POL)
06-05-08, 13:41
Ma che cosa stai cianciando?

No Luciooooo! Il termine "cianciare" non si può sentireeeee :fru:fru:fru:ue

Lucio
06-05-08, 14:05
"Ma che cazzo stai dicendo???"


:D:D

TyrMask (POL)
06-05-08, 14:13
"Ma che cazzo stai dicendo???"


:D:D


Bravo, molto meglio! :-01#44:D