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Stalinator
18-04-10, 22:09
Segnalate qui libri o saggi interessanti di analisi storica o filosofica sui temi del Marxismo-Leninismo

Stalinator
19-04-10, 21:37
ATOMO ROSSO
Autore: Alessandro Lattanzio
Fuoco Edizioni
Pagine 115
EURO 13,00
2009

http://digilander.libero.it/Archiviaurora/libri/atomorosso.jpg



Il saggio
Il saggio ricostruisce dettagliatamente la nascita e lo sviluppo dell’Unione Sovietica quale potenza mondiale attraverso i suoi programmi nucleari e missilistici per decenni tenuti top secret, descrivendo gli strumenti e la strategia che le hanno permesso di svolgere il ruolo di primo concorrente ed avversario degli Stati Uniti d’America nella seconda metà del XX° secolo. Il programma per la realizzazione della bomba atomica sovietica, solo recentemente è stato reso pubblico in Italia, con la pubblicazione del lavoro dello storico russo Roy Medvedev. L’URSS, benché devastata dall’aggressione nazista del 22 giugno 1941, nell’arco di quattro anni riescì a colmare il gap tecnologico-nucleare con gli USA. Nell’agosto 1949 venne fatto esplodere il primo ordigno atomico sovietico, mentre nel 1954 venne sperimentata la prima bomba all’idrogeno, superando gli USA nella corsa agli armamenti nucleari. In seguito, Mosca decise, nella scelta del vettore strategico principale, di adottare i missili balistici intercontinentali, al contrario di Washington, che puntò, invece sui bombardieri strategici. L’arsenale strategico-nucleare dell’URSS è la principale eredità dell’era sovietica che viene trasmessa alla Federazione Russa di oggi. Ed è grazie a questa eredità, che la Russia di Putin e Medvedev sta ricostruendo e riacquistando il suo ruolo di potenza mondiale.

L'Autore
Alessandro Lattanzio, laureato in Scienze politiche, indirizzo politico-Storico, presso l’Università di Catania; Redattore della Rivista di Studi Geopolitici - Eurasia; Autore dei libri: Terrorismo Sintetico, Insegna del Veltro, Parma, 2007; Potere Globale, Il ritorno della Russia sulla scena internazionale, Fuoco Edizioni, Roma, 2009. Gestisce i siti web: Aurora e SitoAurora).

ordini@fuoco-edizioni.it



ATOMO ROSSO di Alessandro Lattanzio (http://digilander.libero.it/Archiviaurora/libro3.htm)

Stalinator
19-04-10, 21:41
STALIN, UN ALTRO PUNTO DI VISTA
Autore: Ludo Martens
Zambon Editore
Titolo dell’opera originale: Ludo Martens, Un autre regard sur Staline. Éditions EPO
Traduzione di Susanna Angeleri e Adriana Chiaia
Introduzione a cura di Adriana Chiaia
Traslitterazione dei termini russi e glossario di Cristina Carpinelli
380 pagine € 19,80


http://www.pasti.org/stalin.jpg



Chi non ricorda le “verità” made in USA sull’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq, “informazioni” rimasticate dai governi cobelligeranti e amplificate dai mezzi di comunicazione di massa al loro servizio? Se è ragionevole ribellarsi alle spudorate menzogne sul presente, come non nutrire legittimi dubbi sulle deformazioni del passato, specialmente se si tratta di un passato “scomodo”?

Questo libro è una sfida lanciata all’intelligenza dei lettori che vogliono sottrarsi al predominio del “pensiero unico” che intossica le menti e ottunde le coscienze.

Questo libro è un antidoto contro la propaganda faziosa che cancella e stravolge la memoria storica e falsifica la realtà del passato, così come quella del presente.

Il suo autore, Ludo Martens, confuta scientificamente, con un uso puntuale e rigoroso sia delle fonti “occidentali”, sia degli scritti degli oppositori di Stalin , in primo luogo di Trockij, sia di testimonianze per lo più sconosciute al grande pubblico, le menzogne diffuse per decenni sulla costruzione del socialismo in URSS e sul suo principale protagonista, Giuseppe Stalin.

Il libro analizza e smentisce in modo inoppugnabile le falsità sui temi prediletti dalla propaganda nazista, riprese durante la guerra fredda dagli USA e dal mondo occidentale e divenute luoghi comuni: il genocidio per fame degli Ucraini, i 12 milioni di morti nei Gulag, il testamento di Lenin, la collettivizzazione dell’agricoltura e l’industrializzazione imposte da un Partito autoritario, il cieco terrore delle “purghe”, la collusione di Stalin con Hitler.

Dalla lettura del libro si ricava, in positivo, una convincente ricostruzione storica, veritiera e non agiografica, della prima esperienza socialista, capace di resistere e di vincere la macchina da guerra nazista e che trasformò profondamente, in qualche decennio, un Paese arretrato in una società tra le più avanzate industrialmente e culturalmente: dall’aratro di legno di una società contadina feudale al lancio dello Sputnik nello spazio.

Un autre regard sur Staline è alla sua seconda edizione in lingua francese. Inoltre è stato pubblicato in inglese, tedesco, neozelandese, ceco, arabo, portoghese e greco. Sono in preparazione le edizioni in russo e in spagnolo.

Ludo Martens è l’autore di Pierre Mulele ou la seconde vie de Patrice Lumumba (EPO, 1985), L’URSS et la contre-révolution de velours (EPO, 1991), Abo, une femme du Congo (EPO, 1992), Kabila et la révolution congolaise, panafricanisme ou néocolonialisme (EPO, 2002).



Ludo Martens, Stalin, traduzione italiana (http://www.pasti.org/stalin8.html)

Stalinator
20-04-10, 15:50
STATO E POTENZA
Autore: Gennadj Zjuganov
Edizioni all'Insegna del Veltro, Parma
1999

http://www.insegnadelveltro.it/immagini/copertine/StatoePotenza.jpg


"Chissà che cosa diranno a Ravenna, alla sede del club interista-leninista. Chissà che dolore. Non bastava la crisi della beneamata nerazzurra, il trauma dell'esonero di Gigi Simoni e il salto nel buio col romeno Mircea Lucescu. Ci mancava pure la rivelazione che uno dei soci più autorevoli del club ha tenuto rapporti con la destra neonazista europea ed italiana. Il colpevole? Il leader del partito comunista della Federazione russa Gennadij Andreevic Zjuganov. (...) Proprio lui che il 7 settembre 1998 aveva ricevuto dalle mani di Armando Cossutta, allora ancora presidente di Rifondazione comunista e capo di una delegazione del partito a Mosca, la tessera di interista-leninista. Ma come è possibile che l'ex consigliere speciale di Gorbaciov ed ex viceideologo del Pcus sia entrato in contatto con la destra più estremista?"

Questi interrogativi non se li è posti la "Gazzetta dello Sport", ma il "Corriere della Sera" del 9 dicembre 1998 (in una pagina di politica interna, non in una pagina sportiva), in seguito alla pubblicazione di un ben documentato articolo di Marco Montanari sul periodico di geopolitica "Limes". Quell'articolo tracciava una sintetica storia dei rapporti di Zjuganov con ambienti politici dell'Europa occidentale che sia il "Corriere" sia un "cappello" redazionale di "Limes" definivano sbrigativamente, demagogicamente e falsamente come "neonazisti".

Un tentativo di rispondere in maniera seria agli interrogativi formulati dal "Corriere della Sera" venne effettuato, dopo la pubblicazione di Stato e potenza presso le Edizioni all'insegna del Veltro, da Adriano Guerra su "L'Unità" del 30 maggio 1999.

"Che ci fa un libro di un comunista russo - scriveva Adriano Guerra - in una collana diretta da Mutti? Basta aprire il libro e leggere la prefazione dello stesso Mutti (...) per capire che non siamo di fronte ad una stranezza, ad un'operazione editoriale particolarmente spregiudicata. No, Stato e potenza ci sta bene fra i libri di Mutti perché nelle sue pagine circola davvero - filtrata forse attraverso gli scritti di Aleksandr Dugin (...) - quel pensiero "rosso-nero" che in Occidente ha avuto i suoi maestri, più che in Evola, in Jean-François Thiriart (...)".

Effettivamente, come scriveva il collaboratore dell'"Unità", nel catalogo delle Edizioni all'insegna del Veltro ci sono diversi titoli che possono ben rappresentare il retroterra culturale su cui si innesta il libro di Zjuganov.

Potremmo citare La setta mondialista contro la Russia, edizione italiana di Rusofobija dell'accademico Igor Safarevic, che assieme a Zjuganov fu uno dei dirigenti del Fronte di Salvezza Nazionale; potremmo citare la raccolta di documenti del gruppo Pamjat intitolata La rinascita del nazionalismo russo; oppure potremmo citare il volume collettaneo La Russia che dice di no, che tra l'altro comprende il manifesto intitolato La parola al popolo, diffuso in Russia dieci giorni prima del cosiddetto putsch dell'agosto 1991 e firmato da dodici esponenti dell'opposizione nazionalpatriottica: intellettuali, politici e militari di varie tendenze, tra i quali appunto Gennadij Andreevic Zjuganov.

Preferiamo invece parlare di Bizantinismo e mondo slavo di Konstantin Leont'ev e de La Terza Roma, uno studio dello slavista Aldo Ferrari sul pensiero di Leont'ev, ambedue pubblicati dalla nostra casa editrice tra il 1986 e il 1987.

La nostra edizione di Bizantinismo e mondo slavo è stata l'unica edizione in una lingua diversa dal russo, finché, nel 1999, ne è apparsa una traduzione romena, nella collana di un editore bucarestino che, oltre ai documenti di Pamjat, ha pubblicato anche lo studio di Aldo Ferrari dedicato a Leont'ev, La Terza Roma. Significativa riscoperta del pensiero di un dottrinario del tradizionalismo ortodosso in un paese dell'Est europeo sottoposto alla cocacolonizzazione e allo strangolamento usurocratico.

Aleksandr Yanov, un ebreo sovietico che, come si soleva dire alcuni anni fa, "scelse la libertà" trasferendosi negli Stati Uniti, in un suo saggio pubblicato nel 1978 dalla University of California attribuì proprio all'opera di Leont'ev un ruolo di primo piano nell'elaborazione dottrinale sviluppata da alcuni circoli russi non ufficiali, sia di ispirazione neobizantina sia di orientamento neostalinista e nazionalbolscevico.

Da Berkeley, Yanov informava che nel settembre 1968, su un giornale influente e popolare come "Molodaja Gvardija" (il mensile ufficiale del Komsomol, attestato su posizioni decisamente nazionaliste), era uscito un articolo che indicava esplicitamente nell'"idea bizantina" difesa da Leont'ev l'unico mito ("mito" in senso soreliano) in grado di far uscire la Russia dalla "flaccidità e dal torpore" dell'epoca brezhneviana, per prepararla allo scontro finale contro quella civiltà della "sazietà volgare" e della "prosperità materiale" che è l'americanismo.

Da parte nostra, in una nota editoriale preposta allo studio di Aldo Ferrari su Leont'ev, richiamavamo pure noi l'attenzione su quelle idee di Leont'ev che venivano rielaborate e tradotte in termini di prospettive attuali in alcuni circoli russi, sia del potere sovietico sia della stessa "dissidenza".

E quando, tredici anni fa, scrivevamo che "il rifiuto del supernazionalismo panslavista si accompagna in Leont'ev (...) a una scelta di campo in favore di un'alleanza della Russia con l'Oriente", indicavamo implicitamente in Leont'ev l'esponente della tendenza eurasiatista; quella tendenza che poi sarebbe stata consapevolmente rappresentata, nel catalogo della nostra casa editrice, da Aleksandr Dugin, con la raccolta di saggi che intitolammo Continente Russia.

In tale raccolta, dopo aver delineato le prospettive di uno studio della "questione russa" dal punto di vista della geografia sacrale, l'ex consigliere di Zjuganov affronta lo stesso tema traducendolo in termini geopolitici. Ed è così che egli ha modo di collocarsi nel solco dell'eurasiatismo, del quale pone in risalto l'aspetto più propriamente spirituale e tradizionale.

"Gli euroasiatisti e i loro predecessori, - scrive - come il barone Ungern Sternberg o il dottor Badmaev, non solo svilupparono il progetto teorico della rinascita dello spirito turanico all'interno delle frontiere dell'impero russo, ma anche pensarono di stringere le relazioni con la Mongolia e la Cina (...). Simili piani geopolitici (...) pretendevano di scoprire metafisicamente l'Oriente, restituire alla Russia antichi insegnamenti indù, taoisti, confuciani, buddhisti. Ciò avrebbe cambiato la coscienza russa, portando da un contesto ateo, utilitario, strettamente razionalista e già da molto tempo spiritualmente estenuato (...) al mondo vivo ed integro della tradizione totale d'Oriente (...) Questo progetto elaborato dagli euroasiatisti radicali non presupponeva affatto la scristianizzazione della Russia. Al contrario (...) dialogando con le tradizioni orientali, la Chiesa Ortodossa sarebbe tornata alle fonti metafisiche della fede (...)".

Il grande nemico del progetto imperiale nutrito dall'eurasiatismo - scrive Dugin - è il mondialismo cosmopolita, la cui manifestazione politico-militare consiste nell'atlantismo. Ecco dunque che Dugin osserva l'America, il vero "impero del male", dalla prospettiva del simbolismo geografico, sicché l'America, l'isola occidentale, ci appare come la terra del tramonto, della decadenza e della morte.

Oggi Aleksandr Dugin ha poco più di quarant'anni; tuttavia è una personalità molto importante, perché rappresenta il principale punto di intersezione tra il piano della pratica politica "nazionalpatriottica" e il cosiddetto pensiero tradizionale (quale esso è stato formulato in Russia soprattutto da Konstantin Leont'ev e fuori dalla Russia da autori come René Guénon e Julius Evola).

Dopo essere stato vittima della repressione del KGB, che lo perseguitò in quanto colpevole di "deviazionismo mistico", Dugin fu tra i fondatori del Centro Storico Filosofico EON e dell'omonima casa editrice, specializzata nella pubblicazione di libri che vanno dai testi sacri dell'antichità fino alle opere filosofiche di autori quali Nietzsche e Heidegger. Inoltre Dugin è stato redattore di "Den", il periodico dell'opposizione nazional-patriottica diretto dal narratore Aleksandr Prochanov, e ha fondato una rivista di geopolitica, "Elementy".

Nel comitato di redazione di "Elementy" figuravano inizialmente: Viktor Alsknis, Alain de Benoist, Dimitrij Makarov, Claudio Mutti, Aleksandr Prochanov, Andrej Sokolov, Robert Steuckers. Successivamente Alain de Benoist chiederà a Dugin di essere cancellato dalla lista dei redattori; gli subentrerà il giornalista serbo Dragos Kalajic.

In ogni caso, la rivista "Elementy" si è occupata di politica e cultura russa, ha tracciato accurati profili di dottrinari e uomini politici quali Moeller van der Bruck ed Ernst Jünger, Carl Schmitt e Julius Evola, e soprattutto ha pubblicato consistenti inserti di argomento geopolitico.

Nello specifico settore della geopolitica, Dugin si è potuto avvantaggiare della collaborazione del colonnello Evgenij Morozov, associato della cattedra di studi militari e strategici dell'accademia militare "Frunze" di Mosca, il quale ha introdotto nei quadri dell'esercito lo studio della geopolitica, precedentemente condannata come "pseudoscienza" (anche se Stalin dopo il 1937 liberò tutti i geopolitici sovietici che erano stati internati nel Gulag).

Il colonnello Morozov, così come gli altri geopolitici della nuova generazione, ritiene che al tentativo occidentale di porre l'ex URSS sotto controllo non sia realistico replicare con ripiegamenti piccolo-nazionalistici o con progetti panslavistici, ma che si imponga la necessità di creare una più vasta unità eurasiatica, attualizzando in tal modo l'idea del Kontinentalblock difesa da Haushofer. Le strade per giungere a ciò sarebbero essenzialmente due: una stretta intesa dell'Europa coi paesi musulmani e la creazione di un asse russo-tedesco, inteso come più salda e più leale ripresa del patto Ribbentrop-Molotov.

Per quanto concerne l'Islam, il col. Morozov concepisce il complesso dei popoli ex-sovietici come un blocco russo-turco, o, se si preferisce, come un condominio islamo-ortodosso. Morozov ci disse testualmente che una Unione Sovietica restaurata e rifondata su nuove basi avrebbe dovuto immediatamente sollecitare la propria ammissione nella Lega Islamica. Per quanto in particolare riguarda l'Iran, il col. Morozov lo definì "il nostro alleato geopolitico".

Per tornare a Dugin, quest'ultimo ci illustrò nei termini seguenti la linea di pensiero alla quale si ispirava l'azione culturale del Centro Storico Filosofico EON, del quale abbiamo fatto cenno.

"Il nostro punto di riferimento è costituito essenzialmente dal magistero di René Guénon e dall'opera di quanti, in un modo o nell'altro, ne hanno sviluppato le indicazioni, vale a dire autori come Julius Evola, Titus Burckhardt, Frithjof Schuon ed altri. Tra i pensatori russi, l'unico che possa essere accostato a questi interpreti delle dottrine tradizionali è, con qualche riserva, Konstantin Leont'ev".

Di Evola, in particolare, Dugin ha fornito una lettura alquanto diversa da quella che ne è stata data in Italia. Innanzitutto, nell'opera evoliana egli apprezza la formula ghibellina, perché, dice, "una veduta analoga si ritrova anche presso i Russi, il cui destino storico è profondamente legato all'Impero. (...) Per gli Ortodossi russi l'idea stessa di Roma rappresenta la sacralità e l'immanenza del sacro, quasi una 'sinfonia' necessaria e inseparabile di autorità spirituale e potere temporale. Per un tradizionalista ortodosso, la separazione cattolica tra il Re e il Papa non è immaginabile e costituisce un'eresia: l'"eresia latina", per l'appunto. Anche qui - conclude Dugin - si nota la convergenza perfetta tra la dottrina di Evola e la posizione 'normale' del pensiero conservatore russo".

Inoltre Dugin pone in risalto un altro aspetto di Evola: quel radicalismo intransigente che da un lato caratterizza gli aspetti distruttivi della sua "rivolta contro il mondo moderno" e dall'altro si manifesta sia nelle opere giovanili sia nel conclusivo Cavalcare la tigre. Questo risvolto di Evola, dice Dugin, "ricorda il paradosso politico della Russia attuale, dove i neocomunisti antiliberali fanno fronte comune coi conservatori cristiano-ortodossi. Si pensi anche a certi aspetti storici del bolscevismo russo, nei quali hanno trovato sviluppo, per vie eterodosse e contraddittorie, certe tendenze profonde dell'Ortodossia russa: l'odio per il mondo occidentale e borghese, la ricerca del Regnum, le attese escatologiche, l'esperienza diretta, rivoluzionaria e immediata della Verità". Da ciò Dugin conclude che "tra Evola e la Russia esistono delle corrispondenze relative alla corrente 'conservatrice', 'di destra', ma anche che certi aspetti della 'sinistra' russa, nella sua dimensione profonda e paradossale, possono essere confrontati con gli scritti di Evola".

Si ammetterà che questa lettura del pensatore tradizionalista italiano si colloca esattamente agli antipodi della lettura che ne è stata fornita, ad esempio in Italia, dagli ambienti della destra politica.

Quanto a Konstantin Leont'ev, Dugin vede in lui un esponente di quella linea eurasiatista che arriva fino a Zjuganov e costituisce un aspetto fondamentale del retroterra culturale di quest'ultimo.

Crediamo dunque che valga la pena ricostruire la linea di sviluppo della tendenza eurasiatista. Dopo Leont'ev, l'idea eurasiatista si manifesta in maniera organica e, direi, ufficiale nel 1921, quando il gruppo degli emigrati nazionalbolscevichi di Smena-Vech (accusato dagli altri gruppi dell'emigrazione russa ora di filofascismo ora di filocomunismo) pubblica a Sofia una raccolta di articoli che reca appunto il sottotitolo Manifesto degli eurasiatisti. L'idea centrale degli eurasiatisti era data dalla convinzione che la Russia costituisse un sistema culturale autonomo, né europeo né asiatico, ma, per l'appunto, euroasiatico. Un sistema, cioè, incentrato sulla specifica natura culturale, etnica e geografica della Russia, che, se nei suoi vertici culturali è "bizantina", nella sua base etnica è invece slavo-turanica.

D'altronde già il neobizantino e turcofilo Leont'ev, polemizzando contro gli slavofili aveva scritto in Bizantinismo e mondo slavo: "Non è opportuno auspicare una nostra fusione con gli Slavi"; e si era detto convinto che per i Russi "la fusione con popoli asiatici e di religione non cristiana {sarebbe} molto più conveniente, per il semplice fatto che tra di loro non è ancora irrimediabilmente penetrato lo spirito moderno".

Tornando agli eurasiatisti di Smena-Vech, questi insistevano sulla necessità dell'autarchia geoeconomica del continente eurasiatico in rapporto alle potenze marittime e talassocratiche; per loro ogni questione doveva essere considerata innanzitutto in una prospettiva continentale. Mentre Coudenhove-Calergi voleva unificare l'Europa contro l'Asia, gli eurasiatisti di Smena-Vech volevano unificare il continente eurasiatico contro l'Occidente anglosassone, portatore di una cultura materialista, individualista e liberale. Quanto alla Rivoluzione d'Ottobre, gli eurasiatisti nazionalbolscevichi di Smena-Vech oscillavano tra due posizioni: da un lato vedevano in essa una rivolta dell'anima russa contro l'Occidente materialista e capitalista, una rivolta proveniente dalle profondità dell'Eurasia; dall'altro accusavano l'utopismo marxista di avere imposto al popolo russo un altro modello di sviluppo altrettanto occidentale quanto il capitalismo. Accusando il marxismo di essere occidentale e materialista e rifiutando simultaneamente di considerare la Monarchia prerivoluzionaria come un modello politico ideale (la loro parola d'ordine era "né bianchi né rossi"), i nazionalbolscevichi di Smena-Vech rappresentarono, col loro tentativo di dar luogo a una "terza via" e ad un "socialismo eurasiatico", una sorta di "rivoluzione conservatrice" russa.

In seguito, elementi che potrebbero essere qualificati come "eurasiatisti" sono sempre esistiti nella storia sovietica, fino alla Perestrojka, ma è il periodo di Stalin quello più caratteristico sotto questo profilo.

Gli eurasiatisti, in particolare Vernadskij (autore di una Storia della Russia tradotta in varie lingue europee), videro nello stalinismo, soprattutto nella fase successiva al 1937, una forma di sviluppo naturale dello Stato russo. D'altronde è noto che anche Rodzaevskij, il capo dei fascisti russi di Kharbin, riconobbe Stalin come il Volksführer russo. (Vittorio Strada ha pubblicato recentemente la lettera di Rodzaevskij a Stalin).

La tendenza eurasiatista toccò invece i minimi livelli storici nel periodo di Khrushcev, il quale manifestò un maggiore interesse per la politica "oceanica" (Cuba, America Latina, Africa).

Breznev ritornò in qualche modo al modello staliniano, anche se in una forma fiacca ed inerte. Nel periodo brezneviano, la partecipazione dell'URSS ai conflitti euroasiatici (Vietnam, Vicino Oriente ecc.) e soprattutto la guerra in Afghanistan sono segni eloquenti di una coscienza geopolitica.

Si può aggiungere che le dottrine strategiche dell'URSS hanno sempre avuto un certo carattere euroasiatista, perché il nemico principale dell'URSS sono stati gli USA, la potenza oceanica e talassocratica per eccellenza. Lo stesso Patto di Varsavia aveva caratteristiche nettamente continentali, in contrasto con una NATO che si basava sulle potenze atlantiche.

La prospettiva euroasiatista è stata ripresa e divulgata negli ultimi decenni dell'era sovietica dallo storico Lev Gumilev, principale ispiratore del nuovo eurasiatismo. Gli attuali eurasiatisti hanno ben poco in comune con l'indirizzo dominante nel nazionalismo russo e in particolare con lo sciovinismo revanscista di uno Zirinovskij. Infatti, oltre a riprendere le tesi di Danilevskij, Leont'ev e Trubeckoj sulla natura "slavo-turanica" della Russia, il nuovo eurasiatismo sviluppa gli elementi della geopolitica attraverso l'acquisizione delle dottrine di Mackinder, Kjellén, Haushofer, Schmitt e, appunto, di Jean Thiriart, il quale nell'agosto 1992 ebbe a Mosca una serie di incontri con gli esponenti dell'opposizione nazional-patriottica e pubblicò sul periodico "Den" un lungo articolo di geopolitica dal titolo tipicamente eurasiatista: Evropa do Vladivostoka, "L'Europa fino a Vladivostok".

L'ultima generazione di eurasiatisti riprende così la dicotomia tra la terra e il mare, tra potenze continentali e potenze marittime, dicotomia che è posta alla base di due atteggiamenti psichici e quindi storici assolutamente inconciliabili: da un lato lo spirito imperiale, organico e tradizionale; dall'altro lo spirito del traffico, della mobilità, del progresso; da un lato Roma (o la Terza Roma), dall'altro Cartagine (gli Stati Uniti). In quest'ottica la Russia costituisce il nucleo di quella "Terra centrale", di quel Heartland (secondo la terminologia di Mackinder) il cui possesso è decisivo per il controllo dell'"Isola mondiale", del World Island.

La prospettiva geopolitica induce gli attuali eurasiatisti a minimizzare la frattura rappresentata dalla Rivoluzione d'Ottobre, sottolineando invece la continuità tra Impero zarista e Stato sovietico, e rivendicando alla nuova Russia lo stesso ruolo di "asse della storia universale" recitato in passato. Ciò, peraltro, non determina in teoria alcuna contrapposizione tra la Russia e le altre nazioni della "Terra centrale". L'eurasiatismo infatti preconizza un blocco continentale esteso da Dublino a Vladivostok, includente anche la Cina, l'India e il Vicino Oriente islamico.

Quest'ultimo punto è particolarmente importante, in quanto l'eurasiatismo vorrebbe una sorta di "santa alleanza" tra Ortodossia e Islam contro l'Occidente atlantista e mondialista. Il filoislamismo dei nuovi eurasiatisti deriva sì da Leont'ev (che già ai suoi tempi auspicava un asse russo-ottomano contro l'Occidente razionalista e liberale), da Trubeckoj e da Gumilev, i quali hanno sottolineato gli stretti legami etnici e culturali esistenti tra i Russi e i popoli turchi delle steppe eurasiatiche, ma si nutre anche del tradizionalismo di René Guénon, penetrato in Unione Sovietica già negli anni Sessanta.

Per quanto riguarda l'Islam, bisogna ricordare che le tesi eurasiatiste sono accolte da numerosi intellettuali musulmani, tra i quali mi limito a citare il politologo Shamil Sultanov, uno dei più stretti collaboratori di Aleksandr Prochanov nella redazione del periodico "Den", e soprattutto il filosofo Gejdar Dzemal, che è stato tra i fondatori del Partito della Rinascita Islamica ed ha avuto una parte di grandissimo rilievo nella formazione culturale di Aleksandr Dugin.

Che molti dei temi caratteristici dell'eurasiatismo siano presenti nel pensiero di Zjuganov, appare evidente a chi legga con attenzione Stato e potenza. È vero, come osserva Montanari nel suo saggio introduttivo, che lo scenario geopolitico disegnato da Zjuganov in questo libro è diverso da quello prospettato da Dugin, in quanto all'impero eurosovietico viene preferito il rapporto privilegiato con Pechino e Nuova Delhi. Tuttavia - e Montanari non manca di riconoscerlo - Zjuganov mantiene intatti i princìpi ispiratori dell'eurasiatismo, allorché afferma la necessità di costituire un Kontinentalblock avverso ai progetti delle potenze oceaniche.

Quanto ai temi caratteristici del nazionalbolscevismo, vorremmo ricordare alcune considerazioni che Zjuganov ebbe modo di svolgere nel corso di un'intervista rilasciataci il 17 giugno 1992, quando era presidente del Soviet di coordinamento delle forze nazionalpatriottiche di Russia.

Data l'incredulità e lo stupore suscitati in Occidente dal fatto che il Partito Comunista si era alleato, nel quadro del Fronte di Salvezza Nazionale, con forze politiche di destra, chiedemmo a Zjuganov di spiegare il senso e la ragione di tale alleanza. Ci rispose testualmente: "Tutti coloro che hanno costituito questo blocco, siano comunisti o monarchici, cristiani o conservatori, hanno capito che solo le idee di Stato e di Nazione possono salvare il nostro Paese".

E qui Zjuganov sviluppò un tema che poi ricevette ampio sviluppo nel nuovo statuto del Partito Comunista: il tema della sintesi del nazionale e del sociale.

"La nazionalità - disse - è una coordinata verticale nella struttura psicologica di un popolo. Il tipo russo è individuato da un profondo carattere comunitario, quello che si è espresso tradizionalmente nelle grandi assemblee religiose. Ma il tipo russo si esprime anche nella fedeltà, nella lealtà. Queste nostre principali qualità nazionali sono state gravemente colpite dalla Perestrojka. Ora, la giustizia nazionale consiste nel ridare al popolo russo, prima di qualunque altra cosa, ciò che gli appartiene intimamente: le sue basiliche, la sua architettura, le sue canzoni, la sua musica. Il potere che circonda Eltsin è antinazionale. Manca totalmente ad esso il colore russo. E questo discorso - continuò - vale perfettamente anche per la televisione e i mezzi d'informazione. L'altra coordinata, inseparabile dalla giustizia nazionale, è la giustizia sociale: il popolo russo non può esistere se non c'è la giustizia. Non può esistere nemmeno il collettivismo. Ebbene, se non si risvegliano queste due componenti, quella nazionale e quella sociale, io non riesco a vedere nessuna possibilità di rinascita".

Claudio Mutti



Claudio Mutti (http://www.claudiomutti.com/index.php?url=6&imag=4&id_news=84)

Stalinator
21-04-10, 00:25
NATURA E STORIA - MARX ED ENGELS INTERPRETI DEL DARWINISMO
Autore: Fernando Vidoni
Edizioni Dedalo
gennaio 1985
p.128

http://www.edizionidedalo.it/catalog/images/9788822038111.jpg




L'opera

Il rapporto darwinismo-marxismo è da oltre un secolo oggetto di dibattiti che si sono rinnovati negli anni recenti in seguito al nuovo interesse sviluppatosi per lo studio scientifico dell’uomo, del collegamento tra le sue basi biologiche, «animali», e i suoi comportamenti più specifici, «culturali», tra la natura e la storia.

Marx ed Engels hanno fatto consistenti riferimenti alla teoria darwiniana (qui accuratamente documentati). Ma come l’hanno interpretata? Hanno potuto connetterla armonicamente alle loro concezioni o ne hanno compiuto una deformazione? E quali sono stati i loro atteggiamenti nei confronti di certi sviluppi ideologici delle dottrine evoluzionistiche?

Di fronte a queste controversie il punto di vista qui adottato è rigorosamente storico. L’emergere di un’immagine complessa e pluralista del darwinismo ottocentesco permette infatti di evitare giudizi semplicistici. Il laborioso articolarsi delle posizioni di Marx ed Engels sulla teoria dell’evoluzione viene ricollegato alla loro formazione e alle loro problematiche storico-sociali e viene messo a confronto con vari ambienti e indirizzi culturali.



Fernando Vidoni - Natura e storia - Edizioni Dedalo - Bari (http://www.edizionidedalo.it/site/collane-scheda-libro.php?products_id=2210&categories_id=111&attive=0)

Stalinator
21-04-10, 23:27
KARL MARX - L'ALIENAZIONE
Autore: Marcello Musto
Edizioni Donzelli
2010
€ 7,00 p.128

http://www.donzelli.it/thumbs.php?Path=data/Books/2010/04/15/130853/coverfront_2152.jpg&W=200&H=&maxW=&maxH=


La teoria dell’alienazione è stata una tematica rilevante dell’opera di Marx e rappresenta uno dei suoi contributi più significativi alla critica della società borghese. Infatti, mediante i concetti di lavoro estraneato, reificazione, sussunzione del lavoro e feticismo, egli disvelò l’autentico rapporto di dipendenza che la classe lavoratrice, nelle condizioni sociali del mondo contemporaneo, subisce nei confronti del capitale. L’interesse verso i testi che contengono queste riflessioni è accresciuto dal fatto che, al loro interno, la critica dell’alienazione è accompagnata dalla descrizione della società post-capitalistica teorizzata da Marx, ovvero dall’esposizione di quello che egli riteneva un nuovo possibile scenario di emancipazione umana. Da questi brani emerge un Marx molto diverso da quello raffigurato da tanti suoi critici e presunti seguaci. Un autore per il quale il libero sviluppo delle individualità e la libertà hanno la stessa importanza dell’uguaglianza e della dimensione collettiva. In una fase in cui, dopo essere stato prima assimilato al cosiddetto «socialismo reale» e poi messo frettolosamente da parte dopo il 1989, Marx viene riscoperto e la sua opera torna a essere letta al fine di poter meglio comprendere la crisi e le contraddizioni del capitalismo odierno, la riproposizione di queste pagine sull’alienazione fornisce un prezioso strumento critico per la trasformazione del presente e può suscitare grande stupore e interesse sia in quanti credono di sapere già tutto di Marx, sia nelle nuove generazioni di lettori, che non hanno ancora avuto modo di avvicinarsi ai suoi scritti.


L'alienazione ~ Karl Marx ~ Donzelli Editore (http://www.donzelli.it/libro/2152/lalienazione)

gerty80
22-09-10, 16:11
I dieci giorni che sconvolsero il mondo di John Reed (1919)


http://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/551/9788817125512g.jpg

PREFAZIONE DI LENIN PER L'EDIZIONE AMERICANA
Ho letto con immenso interesse e con costante attenzione da capo a fondo il libro di John Reed I dieci giorni che sconvolsero il mondo. Lo raccomando vivamente agli operai di tutti i paesi. Vorrei che quest'opera fosse diffusa in milioni di esemplari e fosse tradotta in tutte le lingue perché essa dà un quadro esatto e straordinariamente vivo di fatti che hanno tanta importanza per comprendere la rivoluzione proletaria, la dittatura del proletariato. Tali questioni sono oggi assai discusse, ma, prima di accettare o di respingere le idee che esse rappresentano, è indispensabile comprendere tutto il valore della decisione che si prenderà. Senza alcun dubbio il libro di John Reed aiuterà a illuminare questo problema fondamentale del movimento operaio mondiale.
Lenin.


Questo è il libro completo MIA - Reed: I dieci giorni che sconvolsero il mondo (1919) (http://www.marxists.org/italiano/reed/10giorni/index.htm) anche se consiglio sembre la versione cartacea.

SteCompagno
22-09-10, 16:13
der blaue hai dei messaggi privati!

gerty80
03-10-10, 22:46
Avevo visto in libreria Atomo Rosso. Ho dato uno sguardo ed ho visto che l'autore scrive per Eurasia ed ha l'introduzione di un giornalista di Rinascita, giornale del partito di Sinistra Nazionale.

Ho evitato l'acquisto. Che pareri avete in merito, visto che devo ammettere di essere andato a pregiudizi?

Stalinator
04-10-10, 13:09
Avevo visto in libreria Atomo Rosso. Ho dato uno sguardo ed ho visto che l'autore scrive per Eurasia ed ha l'introduzione di un giornalista di Rinascita, giornale del partito di Sinistra Nazionale.

Ho evitato l'acquisto. Che pareri avete in merito, visto che devo ammettere di essere andato a pregiudizi?

Il libro io ce l'ho ed è tecnicamente ben fatto. Pochi cazzi. Se preferisci gli inserti di Liberazzzione sei libero di comprarli.

gerty80
04-10-10, 13:36
Il libro io ce l'ho ed è tecnicamente ben fatto. Pochi cazzi. Se preferisci gli inserti di Liberazzzione sei libero di comprarli.

Oh nono :D. Ho difatti detto di essermi fidato del mio pregiudizio, non del mio giudizio :D

Spetaktor
12-12-10, 23:50
Avevo visto in libreria Atomo Rosso. Ho dato uno sguardo ed ho visto che l'autore scrive per Eurasia ed ha l'introduzione di un giornalista di Rinascita, giornale del partito di Sinistra Nazionale.



Cazzi amari, quindi. Se compri il libro ti viene la rogna.

gerty80
13-12-10, 10:20
Cazzi amari, quindi. Se compri il libro ti viene la rogna.

Difatti ho detto pregiudizio. Poi sai, mi ritrovo Rinascita, Eurasia che per quanto ho potuto apprezzare l'utlimo volume ad esempio un po' mi puzza. Se non sbaglio fu fondata da Terracciano e Mutti, no? Poi nel primo numero mi ritrovo il manifesto metafisico di Dugin ad esempio, che ha ben poco a che vedere con il comunismo essendo un tradizionalista.
Se non sbaglio anche Thiriart è stato molto influente per la nascita del pensiero di questi autori, correggimi se sbaglio.
Sinceramente mi viene il sospetto anche se non voglio generalizzare, difatti ho preso Atomo Rosso ed ho apprezzato tantissimo il libro, ho anche fatto un paio di ordini dalla casa editrice di mutti comprando "Stato e potenza" (Zjuganov) e "la quarta guerra mondiale" (preve) (che devo ancora leggere).

Ma ripeto, sarò contento di cambiare opionione nei loro confronti, ma mi viene diffcile accettare Thiriart o Dugin o chi per loro.

Per la cronaca, non mi è venuta la rogna :giagia:

Spetaktor
17-12-10, 17:46
Difatti ho detto pregiudizio. Poi sai, mi ritrovo Rinascita, Eurasia che per quanto ho potuto apprezzare l'utlimo volume ad esempio un po' mi puzza. Se non sbaglio fu fondata da Terracciano e Mutti, no? Poi nel primo numero mi ritrovo il manifesto metafisico di Dugin ad esempio, che ha ben poco a che vedere con il comunismo essendo un tradizionalista.
Se non sbaglio anche Thiriart è stato molto influente per la nascita del pensiero di questi autori, correggimi se sbaglio.
Sinceramente mi viene il sospetto anche se non voglio generalizzare, difatti ho preso Atomo Rosso ed ho apprezzato tantissimo il libro, ho anche fatto un paio di ordini dalla casa editrice di mutti comprando "Stato e potenza" (Zjuganov) e "la quarta guerra mondiale" (preve) (che devo ancora leggere).

Ma ripeto, sarò contento di cambiare opionione nei loro confronti, ma mi viene diffcile accettare Thiriart o Dugin o chi per loro.

Per la cronaca, non mi è venuta la rogna :giagia:

Grazie ad Allah! :postridicolo::postridicolo:

gerty80
10-03-11, 20:07
Best Seller in Russia adesso è pronta la traduzione in inglese
Khrushchev Lied



http://www.erythrospress.com/store/images/khrushchev/small.jpg

In his “Secret Speech” of February 1956 Nikita Khrushchev accused Joseph Stalin of immense crimes. Khrushchev’s speech was a body blow from which the worldwide communist movement never recovered. It changed the course of history.

Grover Furr has spent a decade studying the flood of documents from formerly secret Soviet archives published since the end of the USSR. In this detailed study of Khrushchev's speech he reveals the astonishing results of his research: Not a single one of Khrushchev's "revelations" is true!

The most influential speech of the 20th century—if not of all time—a dishonest swindle? The very thought is monstrous; the implications for our understanding of Left history—immense. Basing their work on Khrushchev’s lies, Soviet and Western historians, including Trotskyists and anticommunists, have effectively falsified Soviet history.

Virtually everything we thought we knew about the Stalin years turns out to be wrong. The history of the USSR, and of the communist movement of the 20th century, must be completely rewritten.
http://www.erythrospress.com/store/furr.html (http://www.anonym.to/?http://www.erythrospress.com/store/furr.html)


___________

Purtroppo non so nulla riguardo una eventuale traduzione in lingua italia, se vogliamo leggerlo adesso dobbiamo accontentarci della lingua della perfida albione oppure in russo.

amaryllide
10-12-12, 01:32
L’austerità è di destra.
E sta distruggendo l'Europa
L’austerità è di destra | ilSaggiatore (http://www.ilsaggiatore.com/argomenti/economia/9788842817772/lausterita-e-di-destra)

Debiti illegittimi e diritto all’insolvenza
Quando sono le banche a dettare le politiche pubbliche
Debiti illegittimi e diritto all’insolvenza « Derive Approdi (http://www.deriveapprodi.org/2011/11/diritto-allinsolvenza/)

La crisi capitalistica, la barbarie che avanza
Ricerca avanzata: Libri (http://www.ibs.it/code/9788895146416)

La crisi globale, l'Europa, l'euro, la Sinistra
Ricerca avanzata: Libri (http://www.ibs.it/code/9788895146423)

Manifesto degli economisti sgomenti.
Capire e superare la crisi
minimum fax (http://www.minimumfax.com/libri/scheda_libro/539)

Senza democrazia. Per un'analisi della crisi
Senza democrazia « Derive Approdi (http://www.deriveapprodi.org/2009/03/senza-democrazia)

Titanic-Europa. La crisi che non ci hanno raccontato
http://www.alibertieditore.it/%3Fpubblicazione%3Dtitanic-europa-la-crisi-che-non-ci-hanno-raccontato

Il golpe europeo. I comunisti contro l'Unione
Il golpe europeo :: Marco Rizzo :: Baldini Castoldi Dalai editore (http://shop.bcdeditore.it/product.php?productid=17084)

Il capitalismo e la crisi. Scritti scelti di Marx
Ricerca avanzata: Libri (http://www.ibs.it/code/9788889969779)

Niente
09-03-13, 22:40
La fine dei Ceausescu. Morire ammazzati come bestie selvatiche

http://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/240/870/9788874248704.jpg

Tutto il mondo ha seguito, attraverso televisioni e giornali, i fatti accaduti in Romania nel dicembre 1989: la rivolta di Timisoara, l'ultimo discorso di Nicolae Ceausescu con al fianco la moglie Elena, poi la loro fuga, la cattura, il sommario processo e la morte per fucilazione. Poco meno d'un mese e mezzo prima, a Berlino crollava il Muro. Due anni dopo, nel 1991, anche l'impero sovietico sarebbe franato. S'era chiusa un'epoca, ed era stata archiviata con la morte brutale dell'ultimo dittatore comunista d'Europa. Sono trascorsi oltre vent'anni da quegli episodi e tutto sembrava essere così come ci era stato raccontato in tempo reale. Nient'affatto: l'inganno era, come sempre, legge incontrovertibile. Ma la verità, ancorché infossata dai vincitori, a poco a poco riemerge. Questo libro intende ricostruire i fatti di quel lontano 1989.
La fine dei Ceausescu. Morire ammazzati come bestie selvatiche - Cartianu Grigore C. - Aliberti - Libro - Libreria Universitaria - 9788874248704 (http://www.libreriauniversitaria.it/fine-ceausescu-morire-ammazzati-bestie/libro/9788874248704)

mirkevicius
01-04-13, 18:32
edit

mirkevicius
01-04-13, 18:33
Perché ancora comunisti. Le ragioni di una scelta
Rizzo Marco

http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788860733290

Comunista? Ancora questa parola? Oggi, dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica e la caduta del muro di Berlino, com'è possibile farne il punto di riferimento per la propria azione politica? In queste pagine Marco Rizzo, anche con racconti personali e inediti su alcuni episodi della storia italiana, compie una riflessione sulla ricerca di una via per il superamento del capitalismo. La storia dei comunisti è una storia breve, iniziata il secolo scorso. In alcuni momenti non furono molti, anzi a volte, come durante il fascismo, essi furono molto pochi, ma seppero trovare la forza di combattere e di non fermarsi. Essere comunisti oggi significa battersi per la giustizia sociale, per un avvenire di pace, ma soprattutto non essere divorati dall'ambizione e dall'arrivismo, i due ingredienti più gettonati nell'agone politico odierno. È necessario riaprire la questione comunista per ricostruire un punto di vista comune su alcuni temi fondamentali. Questo libro vuole essere un contributo per tessere un filo rosso, ma anche per innescare una vera politica di cambiamento al fine di creare un rinnovato conflitto di classe nel nostro paese.

Perché ancora comunisti. Le ragioni di una scelta - Rizzo Marco - Libro - IBS - Dalai Editore - I saggi (http://www.ibs.it/code/9788860733290/rizzo-marco/perche-ancora-comunisti.html)

mirkevicius
01-04-13, 18:41
Lotta comunista. Annata 2011

http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788896901083

Il volume raccoglie i 171 articoli pubblicati su Lotta Comunista da gennaio a dicembre 2011, corredati da una cronologia e da indici delle materie, dei nomi e dei soggetti economici.

Lotta comunista. Annata 2011 - - Libro - IBS - Lotta Comunista - (http://www.ibs.it/code/9788896901083/lotta-comunista-annata.html)

mirkevicius
01-04-13, 18:43
Marxismo e filosofia
Korsh Karl

http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788895563916

Nel 1923 vengono pubblicati "Marxismo e filosofia" di Karl Korsch e "Storia e coscienza di classe" di Gyòrgy Lukàcs. Per una singolare coincidenza le due opere escono nel medesimo anno e subiscono entrambe lo stesso destino. Contrastati dall'ortodossia socialdemocratica e comunista, tacciati di idealismo e revisionismo, i due più importanti contributi filosofici del "marxismo occidentale" verranno praticamente ignorati fino a qualche anno fa. Le due opere, così cariche di autentica sostanza filosofica, non potranno in tal modo giungere alla fondazione di un'autentica filosofia marxista. Korsch non ritrattò mai quanto aveva scritto. Invece di un"'autocritica", egli aggiunge per l'edizione del 1930 (su cui è condotta la presente traduzione italiana), un"'anticritica" che, acuendo ancor più il dissenso con il marxismo dogmatico di varia tendenza, indaga le ragioni storiche di tale dissenso. Sostanzialmente il libro di Korsch nasce in una temperie filosofica di "rinascita hegeliana". Marx viene riletto attraverso Hegel e non secondo lo spirito di un gretto materialismo di stampo positivistico. Ne consegue il rifiuto dell'affermazione, caratteristica del "marxismo volgare", secondo cui la sovrastruttura ideologica, e con essa la filosofia, avrebbe un carattere fittizio. Korsch ribadisce al contrario "l'influenza e il peso delle ideologie nella vita degli uomini e delle società, influenza e peso che fanno di esse non un etereo sovramondo, ma una forza reale, un agente storico".

Marxismo e filosofia - Korsh Karl - Libro - IBS - Pgreco - (http://www.ibs.it/code/9788895563916/korsh-karl/marxismo-filosofia.html)

amaryllide
03-04-13, 09:26
i due più importanti contributi filosofici del "marxismo occidentale" verranno praticamente ignorati fino a qualche anno fa.
L'opera di Korsch in italiano ebbe ben 4 edizioni dal '66 al '78, quella di Lukacs 8 edizioni (+ una Mondadori, che non era certo una casa editrice di sinistra) dal '67 al '91. Non proprio passati sotto silenzio. O almeno, lo furono fino a qualcosina in più di qualche anno fa.

mirkevicius
04-04-13, 00:27
L'opera di Korsch in italiano ebbe ben 4 edizioni dal '66 al '78, quella di Lukacs 8 edizioni (+ una Mondadori, che non era certo una casa editrice di sinistra) dal '67 al '91. Non proprio passati sotto silenzio. O almeno, lo furono fino a qualcosina in più di qualche anno fa.

Io ho della Mondadori un libro del 1945 su Stalin e stalinismo...molto interessante.

amaryllide
22-08-13, 22:31
L'imperialismo globale e la grande crisi Autore Ernesto Screpanti
Anno 2013
















La globalizzazione sta realizzando una nuova forma di imperialismo nella quale il grande capitale multinazionale, attraverso il mercato, priva di sovranità e di autonomia politica le organizzazioni locali, i sindacati, i partiti e le istituzioni deliberative. La grande crisi del 2007-13 ha fatto esplodere le contraddizioni tra stato e capitale. Nello stesso tempo sta accelerando il processo di affermazione dell’imperialismo globale. Si configura come una crisi di transizione fra il sistema delle relazioni e dei pagamenti internazionali tardo-novecentesco e un nuovo sistema basato sul multilateralismo e un Super-Sovereign Currency Standard.
http://www.deps.unisi.it/sites/sito02/files/allegatiparagrafo/22-07-2013/imperialismo_globale_collanaa5.pdf

amaryllide
19-03-16, 17:49
Mao Tse-tung, Opere. Scritti, discorsi, lettere e poesie dal 1917 al 1976

(ERS, Milano - 1997)

http://mail22a.webmail.libero.it/cp/ps/Mail/Downloader?uid=%24T8ezqQgww9w%3D&contentSeed=%245N1R7EYmcDwiOsgt3s56eWCCCE32Xg7W&pct=%24EPcSHHsPjI6WYbCKT3COTBVCKWC1U5W3&c=%24GxKtu1BCtD0%3D&_cpsa=idP0mkeiUFg%3D&an=%244Eb8Dq4TR%2F71GtY%2FIj%2F3YLoDDK%2BOF973&udh=%244St4uBuvOB8Tsw6H9Fa%2Fw2shUjvi9f1C&_cpiv=yEGChHhZstg%3D&disposition=%245w3FVESCiJw%3D&fp=%2475PWdDk4mqc%3D&dhid=%24yJS18rJ8kkrUMYMIg5wXzEH%2BocJus0g0&ai=1 (https://we.riseup.net/assets/285093/ERS+OpereMao+ridotta.png)

I 25 volumi delle Opere contengono tutti gli scritti, i discorsi, le lettere e le poesie attribuiti a Mao Tse-tung, disposti in ordine cronologico dal 1917 al 1976. È la raccolta sistematica più completa che esista al mondo.
Le Edizioni Rapporti Sociali con questa pubblicazione hanno voluto adempiere a una condizione indispensabile affinché i comunisti italiani possano conoscere, assimilare e applicare il maoismo e perché i lavoratori e i rivoluzionari italiani che lottano contro il capitalismo e l’imperialismo possano, attraverso il marxismo-leninismo-maoismo, diventare comunisti.
Questa pubblicazione ha visto le stampe tra il 1991 e il 1994. La sua nuova circolazione, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Mao Tse-tung e dell’inizio della Rivoluzione Culturale Proletaria cinese, avviene in un momento in cui tutto il mondo è coinvolto e sconvolto dalla seconda crisi generale del capitalismo, dal 2008 entrata nella sua fase acuta e terminale. Dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, la borghesia imperialista e il suo clero hanno ripreso in mano la direzione del mondo: il vortice di crisi, miseria, devastazione ambientale e guerra in cui siamo immersi è il risultato della loro direzione. In tutti i paesi la classe dominante sta eliminando le conquiste che il proletariato e le masse popolari avevano strappato. In tutto il mondo il potere dei capitalisti, degli imperialisti e dei loro lacchè è diventato nuovamente instabile e le classi dominanti sono alla ricerca di nuovi ordinamenti, relazioni e istituzioni per conservare il loro potere. Un nuovo periodo rivoluzionario è incominciato. Una conferma di ciò è proprio il dispiegamento di mezzi di distruzione, di terrore, di repressione e di condizionamento ideologico cui la classe dominante deve ricorrere e, in particolare, deve ricorrervi l’imperialismo americano che è la parte politicamente dirigente dell’intero sistema imperialista mondiale. Le masse popolari organizzate sotto la direzione dei comunisti possono porre fine la corso catastrofico delle cose imposto dalle classi dominanti: è l’unica via perché l’umanità abbia un futuro. A questo fine è determinante che la loro parte dirigente abbia una linea giusta, ossia conforme alle leggi oggettive del movimento della società. Il maoismo è il massimo aiuto che le viene offerto da quanti l’hanno preceduta nello stesso ruolo.
L’opera di Mao Tse-tung a tutt’oggi esprime il bilancio più avanzato che a livello mondiale è stato fatto delle lotte del proletariato e dei popoli oppressi per trasformare la società attuale. Marx ed Engels hanno tracciato la sintesi delle esperienze compiute dal proletariato ai suoi primi inizi come classe autonoma; hanno elaborato la teoria del movimento economico specifico della società borghese (del modo di produzione capitalista) che ne mette in evidenza il carattere storico (transitorio), le forze motrici, l'inevitabile trapasso nel comunismo; hanno dato forma organica alla concezione materialista dialettica della società secondo cui il movimento della struttura economica della società determina il movimento politico e culturale di essa e secondo cui il movimento della società (e in generale di ogni cosa) è determinato dalla contraddizione tra i due opposti che la compongono (di cui essa è l'unità). Lenin e Stalin hanno sviluppato queste concezioni facendo la sintesi delle esperienze della lotta del proletariato e dei popoli oppressi nel periodo in cui il capitalismo entrava nella fase imperialista (di declino) e il socialismo incominciava a divenire una realtà (il proletariato come classe già resasi autonoma entrava nel periodo delle rivoluzioni proletarie vittoriose). Nell’opera di Mao Tse-tung viene accolto, ripreso e sviluppato il marxismo e il leninismo in tutti gli aspetti principali che compongono la lotta del proletariato e dei popoli oppressi: la comprensione delle leggi oggettive del movimento economico e politico della società capitalista nella fase imperialista, la concezione del mondo funzionale ai compiti dirigenti e rivoluzionari del proletariato (il materialismo storico e dialettico), le forme di organizzazione, di lotta e di direzione del proletariato (il movimento politico della società e il movimento rivoluzionario: il partito comunista, le organizzazioni delle masse, la strategia e la tattica).
Ovviamente il maoismo non è la risposta a ogni problema, tanto meno è il ricettario già pronto per l’uso di chi non vuole impegnare la propria mente: è solo la migliore attrezzatura per chi osa avventurarsi in mare e aprire una strada.


L’intera pubblicazione è disponibile nelle principali librerie o se ne può fare richiesta direttamente all’editore, scrivendo a edizionirapportisociali@gmail.com.


Il prezzo per volume è di 13,00 euro. La pubblicazione completa è acquistabile al prezzo promo di 300,00 euro, in soluzione unica o a rate, versando l'importo sul CCP n. 60973856, intestato a M.Maj - via Tanaro, 7 - 20128 Milano, indicandone la causale.

Disponibile anche in CD-Rom al costo di 50,00 euro.




***





PCE(r)-Partido Comunista del España (reconstituido), La guerra di Spagna, il PCE e l’Internazionale Comunista

(ERS, Milano - 1997)

http://mail22a.webmail.libero.it/cp/ps/Mail/Downloader?uid=%24T8ezqQgww9w%3D&contentSeed=%245N1R7EYmcDwiOsgt3s56eWCCCE32Xg7W&pct=%24EPcSHHsPjI6WYbCKT3COTBVCKWC1U5W3&c=%24GxKtu1BCtD0%3D&_cpsa=idP0mkeiUFg%3D&an=%244Eb8Dq4TR%2F71GtY%2FIj%2F3YLoDDK%2BOF973&udh=%244St4uBuvOB8Tsw6H9Fa%2Fw2shUjvi9f1C&_cpiv=yEGChHhZstg%3D&disposition=%245w3FVESCiJw%3D&fp=%2475PWdDk4mqc%3D&dhid=%24yJS18rJ8kkrUMYMIg5wXzEH%2BocJus0g0&ai=2 (https://we.riseup.net/assets/285092/ERS+GuerraSpagna+ridotta.jpg)

Nell’anniversario dell’inizio della guerra civile spagnola (1936), promuoviamo un libro che - come si dice nella Presentazione ai lettori italiani - segna una svolta nella storiografia del “primo assalto al cielo” compiuto dalle masse popolari nella prima metà del secolo scorso. “Di contro ai libri di storia scritti dai denigratori del movimento comunista per consacrarne le sconfitte e dichiarale definitive, di contro ai libri di storia scritti dai protagonisti e ammiratori del movimento comunista che si limitano a raccontarne e illustrarne le conquiste e gli eroismi, questo libro dà ragione delle sconfitte e delle bassezze del movimento comunista, ne mostra la connessione dialettica con i successi e gli eroismi, ne spiega i motivi e ne trae insegnamenti per l’attività presente”.
In questo libro gli autori rispondono in sostanza alla domanda “perché il PCE non riuscì ad adempiere al suo compito, cioè a guidare la grande ed eroica lotta combattuta dalle masse popolari spagnole durante la prima crisi generale del capitalismo fino a liquidare il potere della borghesia imperialista in Spagna, ma al contrario quella grande ed eroica lotta si conclude con la liquidazione del PCE? Quali furono gli errori che il PCE non riuscì a correggere e i limiti che non riuscì a superare e che ne permisero la liquidazione? La domanda e la risposta non riguardano solo i comunisti spagnoli. Al contrario hanno un’importanza universale. La stessa domanda si pone infatti a proposito di gran parte dei partiti comunisti costituiti nel corso della prima crisi generale del capitalismo (1910-1945)”.
La risposta chiara ed esauriente al “perché in nessuno dei paesi imperialisti i partiti comunisti hanno instaurato il socialismo nel corso della prima crisi generale del capitalismo” è la base su cui tutti quelli che vogliono farla finita con la crisi del capitalismo e lottano per la rinascita del movimento comunista possono decidere in modo scientificamente fondato il “che fare” oggi. È la base per dare gambe solide su cui marciare all’aspirazione a “ricostruire il partito comunista” e alla “unità dei comunisti” che anima migliaia di compagne e compagni con la “falce e martello nel cuore”.


Il testo è disponibile nelle Sezioni del Partito dei CARC, nelle librerie militanti o facendone richiesta all’editore: edizionirapportisociali@gmail.com.


Si compone di 192 pagine in brossura.

Il prezzo di copertina è di 8,00 euro. È acquistabile versando l’importo sul CCP n. 60973856, intestato a M.Maj - via Tanaro, 7 - 20128 Milano, indicandone la causale.





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Teresa Noce, Rivoluzionaria professionale

(in corso di pubblicazione ERS - Red Star Press, Roma - marzo 2016)

Rivoluzionaria professionale è la vita di Teresa Noce e, come lei, dei tanti proletari, “semplici” operai e lavoratori che decisero di dedicarsi alla lotta per il socialismo e alla costruzione del movimento comunista, si misero alla scuola del Partito che http://mail22a.webmail.libero.it/cp/ps/Mail/Downloader?uid=%24T8ezqQgww9w%3D&contentSeed=%245N1R7EYmcDwiOsgt3s56eWCCCE32Xg7W&pct=%24EPcSHHsPjI6WYbCKT3COTBVCKWC1U5W3&c=%24GxKtu1BCtD0%3D&_cpsa=idP0mkeiUFg%3D&an=%244Eb8Dq4TR%2F71GtY%2FIj%2F3YLoDDK%2BOF973&udh=%244St4uBuvOB8Tsw6H9Fa%2Fw2shUjvi9f1C&_cpiv=yEGChHhZstg%3D&disposition=%245w3FVESCiJw%3D&fp=%2475PWdDk4mqc%3D&dhid=%24yJS18rJ8kkrUMYMIg5wXzEH%2BocJus0g0&ai=3 (https://we.riseup.net/assets/285094/ERS+TeresaNoce+ridotta.png)

li formò, li educò alla lotta, li trasformò in uomini e donne nuovi, in costruttori di un futuro nuovo, di una società nuova, libera dall’oppressione e dallo sfruttamento e, attraverso questa lotta, acquisirono i mezzi per emanciparsi, diventando quadri e dirigenti del movimento comunista, nel nostro paese e a livello internazionale. Questi combattenti rappresentarono la parte più generosa e avanzata della classe operaia del nostro paese che, anche su spinta delle conquiste e vittorie delle masse popolari in URSS, si assunsero la responsabilità di scrivere un nuovo capitolo della loro storia, da protagonisti. L’esperienza che condussero rappresenta, per i comunisti di oggi e per tutti coloro che vogliono porre fine al marasma in cui ci spinge la borghesia, un patrimonio di insegnamenti inestimabile e incancellabile da studiare e da cui attingere.
L’epoca che stiamo vivendo è simile, sotto molti aspetti, a quella vissuta da Teresa Noce. La natura della crisi generale del capitalismo è la stessa di allora. E, oggi come allora, viviamo in un’epoca di sconvolgimenti, di nuove militarizzazioni delle relazioni internazionali quando non proprio di guerra aperta, di disoccupazione e lutti. Oggi come allora la società si dibatte nella sua crisi, nella lotta tra il decadente sistema capitalista che muore e una nuova via di progresso che tarda a nascere. Allora le masse popolari e la classe operaia torinese si mobilitarono contro la guerra, per condizioni di vita migliori dentro e fuori dalle fabbriche, per avere un peso nella gestione e direzione della società, contrastando l’influenza dei dirigenti riformisti che erano alla guida delle organizzazioni sindacali, operaie e popolari: gli scioperi e le sommosse contro la guerra del 1917, la nascita del movimento dei Consigli di fabbrica e le occupazioni durante il “biennio rosso”. Oggi le masse popolari e la classe operaia si organizzano nei comitati di lotta territoriali e nelle aziende capitaliste e pubbliche: i movimenti ambientalisti, le organizzazioni operaie nei posti di lavoro, i comitati di quartiere, le organizzazioni giovanili e i collettivi studenteschi, le associazioni di immigrati. Le tante manifestazioni, scioperi, presidi, occupazioni che attraversano il paese da un capo all’altro dimostrano che le masse popolari sono pronte alla mobilitazione, si mobilitano e spontaneamente tendono a organizzarsi per far fronte agli effetti della crisi.
Elevare, allora, il loro grado di organizzazione e coordinamento, raccogliere e formare gli elementi più avanzati e generosi, educare le masse popolari alla lotta e all’organizzazione a ché imparino e si sperimentino nel governare e dirigere la loro azienda, il loro quartiere, la loro scuola, la loro città e il loro paese è la base, oggi, della costruzione di una nuova società, una società diretta e gestita dalla classe operaia e dal resto delle masse popolari: questa è la sfida e il compito che il nuovo movimento comunista e quanti oggi aspirano ad essere e fare i comunisti devono porsi come obiettivo, forti del bilancio storico della prima ondata della rivoluzione proletaria e della comprensione dei limiti ideologici e di concezione che ne esaurirono la spinta propulsiva.
L’avvincente e profonda autobiografia di Teresa Noce dimostra e insegna che la storia di ogni individuo è il complesso e il risultato dei rapporti sociali nei quali è inserito. È e fa parte della società e, pertanto, trasforma la società e, al tempo stesso, ne è trasformato. È nel movimento comunista, nella forza del collettivo, che i proletari trovano la loro libertà e la loro emancipazione, perché è il movimento comunista l’unica opportunità che ha ogni proletario destinato, nel capitalismo, ad essere sfruttato, ogni donna ad essere relegata tra le quattro mura domestiche, ogni giovane ad essere esubero e precario, ogni anziano ad essere abbandonato e inutile, per elevarsi intellettualmente e moralmente e diventare artefice del proprio futuro. Quel futuro che la Noce, con il suo esempio di vita e di condotta, ancora oggi ci consegna” (dalla Premessa alla nuova edizione).


Il testo è in corso di pubblicazione. Si compone di circa 500 pagine in volume unico in brossura. Nasce dalla collaborazione tra le Edizioni Rapporti Sociali e Red Star Press.

Sarà disponibile nelle principali librerie o se ne potrà fare richiesta direttamente all’editore, scrivendo a edizionirapportisociali@gmail.com.


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