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Visualizza Versione Completa : Le tecniche di guerriglia sono davvero efficaci?



subiectus
20-04-10, 23:50
Come da titolo, a mio modesto avviso, la guerriglia può essere utile solo per lavorare ai fianchi il nemico, ma in campo aperto non può mai vincere contro un esercito regolare. Infatti quando ha vinto (ad es. nel caso dei movimenti resistenti nella 2GM) c'erano le formidabili armate alleate a dare man forte (forse l'unica eccezione è il caso jugoslavo, dove Tito riuscì a formare un vero e proprio esercito), ma negli altri si va avanti per anni, se non per decenni (i casi sono molti, si potrebbe citare quello colombiano, dove ormai la guerriglia è quasi un costume nazionale) e spesso i guerriglieri ne escono sconfitti. Altro caso in cui i guerrriglieri vincono è quello dello sfaldamento del nemico (come a Cuba, o nell'Etiopia di Menghistu), ma anche in questo caso credo che si vinca per il collasso nemico che non per forza propria. Voi che ne pensate?

Tatteo
21-04-10, 00:27
Mi sa che fai un po' di confusione nel definire il termine "guerriglia".
La guerriglia è un tipo di operazione militare che consiste proprio nel colpire rapidamente il nemico, principalmente attraverso piccole imboscate, in modo da logorarlo nel tempo.
La strategia della guerriglia è, esattamente come hai scritto, quella di portare il nemico al collasso, non avendo i guerriglieri pari capacità militari rispetto ad un esercito regolare.

La tua affermazione secondo cui la guerriglia non può mai vincere in campo aperto contro eserciti regolari è quindi un controsenso. Nel momento in cui si affronta il nemico in campo aperto, si cessa di fare guerriglia.

subiectus
21-04-10, 00:59
La tua affermazione secondo cui la guerriglia non può mai vincere in campo aperto contro eserciti regolari è quindi un controsenso. Nel momento in cui si affronta il nemico in campo aperto, si cessa di fare guerriglia.

Hai ragione, intendevo dire che a mio modo di vedere una guerriglia il più delle volte non ha mai sconfitto da sola il nemico, ma ha dovuto essere aiutata in qualche modo, magari alimentando un secondo fronte al nemico che già deve combattere con un altro esercito regolare. Quando ciò non avviene le guerriglie durano anni, senza speranza di una vittoria definitiva, in questo caso la guerriglia è troppo debole per affrontare il nemico in campo aperto, ma l'esercito regolare a sua volta difficilmente riesce a piegarla del tutto.

Tatteo
21-04-10, 10:43
E' vero. La guerriglia si basa sul presupposto che il nemico sia talmente logorato da piccole azioni di disturbo da essere costretto a ritirarsi. Questo procedimento può durare anni, o decenni.

Capisci bene che quindi tutto dipende da due fattori (spesso collegati):
1) La capacità dei guerriglieri di incalzare costantemente il nemico, senza dargli tregua
2) La volontà del nemico di mantenere il controllo del territorio
Hai citato il caso colombiano. Quello è emblematico. I guerriglieri non sono in grado di incalzare il nemico con continuità e, d'altra parte, le truppe governative sono ben motivate a non lasciare il territorio. La guerra, quindi, non finisce.

E' vero anche che la guerriglia spesso non riesce a sconfiggere, da sola, il nemico. Ma se ci pensi non è niente di strano: il guerrigliero parte da una posizione di svantaggio (non è armato, non è addestrato) e cerca di sopperire attraverso azioni di disturbo sul territorio. Quindi il solo fatto di tenere il nemico impegnato per anni, logorandolo, è da considerarsi un successo.

massena
21-04-10, 14:30
mi semra che il termine sia stato coniato durante l'occupazione napoleonica della penisola iberica. che rovinò napoleone tenendo occupati 250.000 francesi in maniera permanente per lunghi anni, fino a che vennero sconfitti sul campo da eserciti regolari.

le lotte di liberazione nazionale tipo algeria, che portano all'indipendenza, si basano sia sulla guerriglia che su scontri più convenzionali. infatti i miliziani devono dimostrare di non essere solo dei disperati ma di avere possibilità di organizzare un esercito, per "pesare" dal punto di vista politico.
spesso capita che si coagulino le forze guerrigliere per uno scontro sul campo (dove quasi sempre perdono) per poi sparire e ricominciare con la guerra clandestina.
in teoria, con l'appoggio della popolazione, la guerriglia può durare all'infinito. gli "occupanti", se stranieri, devono dividere il nemico con tutti i mezzi, favorendo una parte (classe sociale, gruppi etnici, gruppi politici) da usare come "ausiliari" per reprimere gli altri.

portsmouth
27-04-11, 22:43
:) Per quanto riguarda la Rhodesia (oggi Zimbabwe, Africa) alla fine degli anni sessanta e negli anni settanta la guerriglia degli insorti africani è stata totalmente sconfitta dalla contro-offensiva del piccolo ma efficentissimo esercito della ]Repubblica di Rhodesia guidata da una minoranza bianca, di europei.
I militari rhodesiani hanno fra l'altro compiuto raid vittoriosi in tutti i paesi africani confinanti (Tanzania, Bostwana, Zambia, Mozambico e un pò in Angola) che supportavano gli insorti africani locali.
La guerriglia africana sconfitta dalla contro-guerriglia dei rhodesiani.
Ma alla fine la politica internazionale ha deciso di premiare gli africani che non erano stati capaci di sconfiggere militarmente la minoranza bianca rhodesiana.

Von Righelli
28-04-11, 10:05
Occorrono alcune caratteristiche,principalmente il sostegno della popolazione,una guida unica e un ambiente che la favorisca. Se poi è rivolta contro un paese democratico,il cui Governo deve rendere conto dei suoi insuccessi e può avere un'opinione pubblica contraria alla guerra,può avere successo (vd. Algeria francese)

Cesare
28-04-11, 12:58
In Vietnam ha funzionato, anche se lì va detto che il terreno ha fatto gran parte del lavoro. In Iraq invece, essendo del tutto pianeggiante, le tecniche di guerriglia si sono rivelate inutili anche se fastidiose.

Diciamo che la guerriglia, o guerra asimmetrica che dir si voglia, si basa sul presupposto che l'opinione pubblica delle democrazie occidentali non sopporta tante perdite. Per gli Stati Uniti perdere 5.000 uomini non è un problema militarmente, neanche se ne accorgono i generali, ma è in grado di mettere il crisi politicamente il Governo influenzando le decisioni della Casa Bianca.

massena
13-05-11, 10:07
mantenere un apparato antinsurrezionale costa. meno di una guerra convenzionale, ma ha il problema che può durare all'infinito.
le democrazie hanno il problema che il popolo vede le proprie risorse spese per una operazione che spesso non condivide, e questo porta a cambiare gli orientamenti di voto.

Italiano
29-05-11, 23:10
Dipende dall'ambiente naturale che deve favorire i guerriglieri: se e' favorevole allora i guerriglieri possono sfiancare non solo una democrazia (USA-Vietnam) ma anche una dittatura (URSS-Afghanistan).

MightyMax
04-01-12, 16:43
:) Per quanto riguarda la Rhodesia (oggi Zimbabwe, Africa) alla fine degli anni sessanta e negli anni settanta la guerriglia degli insorti africani è stata totalmente sconfitta dalla contro-offensiva del piccolo ma efficentissimo esercito della ]Repubblica di Rhodesia guidata da una minoranza bianca, di europei.
I militari rhodesiani hanno fra l'altro compiuto raid vittoriosi in tutti i paesi africani confinanti (Tanzania, Bostwana, Zambia, Mozambico e un pò in Angola) che supportavano gli insorti africani locali.
La guerriglia africana sconfitta dalla contro-guerriglia dei rhodesiani.
Ma alla fine la politica internazionale ha deciso di premiare gli africani che non erano stati capaci di sconfiggere militarmente la minoranza bianca rhodesiana.

Esatto, la Rhodesia ha perso sul piano diplomatico perché è stata abbandonata dall'UK e Ian Smith giustamente non volere scendere a compromessi con quel covo di marxisti-terzomondisti dell'ONU.

massimo
16-10-12, 14:02
Hai ragione, intendevo dire che a mio modo di vedere una guerriglia il più delle volte non ha mai sconfitto da sola il nemico, ma ha dovuto essere aiutata in qualche modo, magari alimentando un secondo fronte al nemico che già deve combattere con un altro esercito regolare. Quando ciò non avviene le guerriglie durano anni, senza speranza di una vittoria definitiva, in questo caso la guerriglia è troppo debole per affrontare il nemico in campo aperto, ma l'esercito regolare a sua volta difficilmente riesce a piegarla del tutto.

E’ vero: la guerriglia non puo vincere su un piano militare ma puo vincere ugualmente
Distinguerei due casi
Combatte contro un esercito nazionale: i due campi sono permeabili a un certo punto i soldati regolari possono passare dalla parte dei guerriglieri o almeno non li combattono piu con decisione: : rivoluzioni come quella di Fidel Castro
Combatte soprattutto contro un esercito straniero: è il caso piu comune in tempi recenti: (Viet-nam, Afagnistan, i piu clamorosi) Alla disparita di forze militari pero corrisponde un’altra disparita: i guerriglieri combattono una guerra totale mentre la potenza straniera fa solo un intervento militare limitato. Se accade che le operazioni vadano troppo in lungo i costi umani ( morte di soldati) e anche economici (enormi) inducano al ritiro: in realta si fa un calcolo benefici- ricavi
Se invece è in gioco la sopravvivenza nazionale ( israele) allora si è disposti alla guerra totale e la guerriglia non vince .

massimo
16-10-12, 14:07
E' vero. La guerriglia si basa sul presupposto che il nemico sia talmente logorato da piccole azioni di disturbo da essere costretto a ritirarsi. Questo procedimento può durare anni, o decenni.

Capisci bene che quindi tutto dipende da due fattori (spesso collegati):
1) La capacità dei guerriglieri di incalzare costantemente il nemico, senza dargli tregua
2) La volontà del nemico di mantenere il controllo del territorio
Hai citato il caso colombiano. Quello è emblematico. I guerriglieri non sono in grado di incalzare il nemico con continuità e, d'altra parte, le truppe governative sono ben motivate a non lasciare il territorio. La guerra, quindi, non finisce.

E' vero anche che la guerriglia spesso non riesce a sconfiggere, da sola, il nemico. Ma se ci pensi non è niente di strano: il guerrigliero parte da una posizione di svantaggio (non è armato, non è addestrato) e cerca di sopperire attraverso azioni di disturbo sul territorio. Quindi il solo fatto di tenere il nemico impegnato per anni, logorandolo, è da considerarsi un successo.


Dalla esperienza del secolo scorso si constata che un esercito regolare è incapace di battere la guerriglia nella stessa misura che questa non puo battere un esercito regolare: le guerre continuano quindi all’infinito fino a che uno dei contendenti (in genere l’esercito regolare) desiste Il fatto è che l’esercito deve presidiare tutto il territorio ed è continuamente e dovunque esposto agli attacchi della guerriglia: ma non puo a sua volta attaccarla
Una tecnica nuova pero si sta sviluppando : i regolari non si limitano a respingere gli attacchi ma individuano attraverso spie elettroniche ed umane i guerriglieri e soprattutto i dirigenti e li colpisce: le “eliminazioni selettive” inventate dagli israeliani . In questo modo anche l’esercito regolare puo attaccare Cosi gli americani hanno eliminato bin laden e la maggior parte dei suoi seguaci

Supermario
17-10-12, 02:02
Gli eserciti occidentali spesso e volentieri oltre che con la guerriglia devono combattere anche il politically correctly delle "missioni umanitarie", "guerre di pace" ecc. ecc. che non aiutano per niente in una guerra assimmetrica.

Rispetto a 30-40 anni fa questo stà diventando ogni giorno un impedimento sempre più notevole.

massimo
17-10-12, 09:27
Gli eserciti occidentali spesso e volentieri oltre che con la guerriglia devono combattere anche il politically correctly delle "missioni umanitarie", "guerre di pace" ecc. ecc. che non aiutano per niente in una guerra assimmetrica.

Rispetto a 30-40 anni fa questo stà diventando ogni giorno un impedimento sempre più notevole.

Si è vero: si tratta di guerre asimmetriche ma sempre di guerre: se fossero operazioni di pace ci manderemmo i boy scout e non soldati con costosissimi armamenti.
L’equivoco non giova

Alexandri Magni
17-10-12, 11:56
In realtà dipende dalla competenza dei soldati in campo. Se si tratta di un moderno esercito iperaddestrato ed equipaggiato con tecnologia all'avanguardia oserei dire che è quasi impossibile per un movimento di guerriglia vincere anche se Hezbollah ad esempio ha dimostrato di saper resistere all'esercito Israeliano con l'ausilio di potenti armi anticarro. Poi nel caso della guerra tra Chad e la Libia invece ci ritroviamo un classico esempio di esercito convenzionale sconfitto da un movimento di guerriglia preparato e agguerrito, con una ottima conoscenza del terreno, armato con ATGM e armi a lungo raggio montate su Toyota che in agilità e velocità surclassavano i carri armati.

Le forze corazzate e le basi militari libiche venivano letteralmente fatte a pezzi perchè venivano aggirate e poi attaccate da tutti i lati. Spesso i soldati libici in preda al panico fuggivano in direzione dei campi minati preparati da loro stessi e lì vi trovavavano la morte.

massimo
18-10-12, 23:48
In realtà dipende dalla competenza dei soldati in campo. Se si tratta di un moderno esercito iperaddestrato ed equipaggiato con tecnologia all'avanguardia oserei dire che è quasi impossibile per un movimento di guerriglia vincere anche se Hezbollah ad esempio ha dimostrato di saper resistere all'esercito Israeliano con l'ausilio di potenti armi anticarro. Poi nel caso della guerra tra Chad e la Libia invece ci ritroviamo un classico esempio di esercito convenzionale sconfitto da un movimento di guerriglia preparato e agguerrito, con una ottima conoscenza del terreno, armato con ATGM e armi a lungo raggio montate su Toyota che in agilità e velocità surclassavano i carri armati.

Le forze corazzate e le basi militari libiche venivano letteralmente fatte a pezzi perchè venivano aggirate e poi attaccate da tutti i lati. Spesso i soldati libici in preda al panico fuggivano in direzione dei campi minati preparati da loro stessi e lì vi trovavavano la morte.

Veramente nel caso della Galilea gli Israeliani si trovarono di fonte a postazioni potentemente fortificate: non si trattava quindi di guerriglia anche se gli hezbollah vengono detti guerriglieri.
Nel caso del Ciad invece le forze in fondo erano abbastanza simmetriche anche se i libici avevano un migliore armamamento

Alexandri Magni
20-10-12, 15:25
Veramente nel caso della Galilea gli Israeliani si trovarono di fonte a postazioni potentemente fortificate: non si trattava quindi di guerriglia anche se gli hezbollah vengono detti guerriglieri.
Nel caso del Ciad invece le forze in fondo erano abbastanza simmetriche anche se i libici avevano un migliore armamamento

Ma guarda che difese del genere sono essenziali per qualsiasi forza di guerriglia anche perchè comunque la guerriglia ha bisogno di un territorio da controllare e difendere.

Nel caso della guerra Chad-Libia le forze non erano per nulla simmetriche, i Libici erano ben forniti di carri armati, artiglieria e cacciabombardieri. I guerriglieri invece avevano al massimo ATGM (che comunque nel deserto sono efficacissimi contro i carri armati) e qualche MANPAD.

La differenza è stata fatta dalla superiore conoscenza del territorio e dalla capacità di superare in velocità le pesanti forze convenzionali libiche che si vedevano piombare dal nulla da tutti i lati pick-up Toyota armati di armi a lungo raggio.

massimo
20-10-12, 18:46
Ma guarda che difese del genere sono essenziali per qualsiasi forza di guerriglia anche perchè comunque la guerriglia ha bisogno di un territorio da controllare e difendere.

Nel caso della guerra Chad-Libia le forze non erano per nulla simmetriche, i Libici erano ben forniti di carri armati, artiglieria e cacciabombardieri. I guerriglieri invece avevano al massimo ATGM (che comunque nel deserto sono efficacissimi contro i carri armati) e qualche MANPAD.

La differenza è stata fatta dalla superiore conoscenza del territorio e dalla capacità di superare in velocità le pesanti forze convenzionali libiche che si vedevano piombare dal nulla da tutti i lati pick-up Toyota armati di armi a lungo raggio.

Hai ragione , certamente: però forse bisognerebbe intendersi un po.
Anche gli eserciti regolari fanno azioni di guerriglia
Io pero qui intendevo per guerriglia quelle forze che non hanno basi riconoscibili, che non controllano apertamente un territorio che non vestono uniformi che si confondono con la popolazione Queste formazioni, non essendo riconoscibile non possono quindi essere attaccate ma bisogna solo difendersi dai loro attacchi a meno che , non si passa alla esecuzioni selettive , come dicevo prima.

Alexandri Magni
22-10-12, 10:39
Hai ragione , certamente: però forse bisognerebbe intendersi un po.
Anche gli eserciti regolari fanno azioni di guerriglia
Io pero qui intendevo per guerriglia quelle forze che non hanno basi riconoscibili, che non controllano apertamente un territorio che non vestono uniformi che si confondono con la popolazione Queste formazioni, non essendo riconoscibile non possono quindi essere attaccate ma bisogna solo difendersi dai loro attacchi a meno che , non si passa alla esecuzioni selettive , come dicevo prima.

Ma guarda che pure le cosidette guerriglie hanno bisogno di un territorio sul quale rifugiarsi per stabilirvi le basi. Un esempio sono le valli alpine controllate dai partigiani durante la II guerra mondiale o anche attualmente i villaggi afghani controllati dai talebani. Nel controllo del territorio includo anche quello della popolazione locale dalla quale poi ricavi le risorse necessarie per continuare la lotta. Che poi le formazioni di guerriglieri in campo aperto spesso si sciolgono come neve al sole lasciando il terreno a un esercito regolare questo è vero ma comunque senza un territorio nel quale rifugiarsi e la popolazione locale, linfa vitale per i guerriglieri, le speranze di successo sono nulle.