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Bisentium
21-04-10, 01:08
Orazio, "Carmen Saeculare"

O Febo, decoro luminoso del cielo,
e Diana, signora dei boschi, sempre
onorati e venerabili, esaudite le nostre preghiere
in questo tempo sacro,
nel quale i vaticini della Sibilla esortarono
le fanciulle elette e i casti fanciulli
a recitare un carme per gli dei, ai quali
furono graditi i sette colli.
O Sole che dai la vita, che con il carro lucente
mostri e celi il giorno, e che vecchio e
nuovo risorgi, possa tu mai vedere nulla
più grande della città di Roma.
Dolce schiudi secondo il rito i parti
maturi, o Ilitia, proteggi le madri,
o come gradisci essere chiamata,
Lucina o Genitale.
O dea, fa' crescere la gioventù e favorisci
i decreti del senato, e in più, con la legge sul matrimonio
e l'unione delle donne, la vita
per una nuova e fertile discedenza,
affinché al compiersi di centodieci anni
ritornino i canti e i giochi affollati
per tre giorni limpidi ed altrettante
tre notti piacevoli.
E voi, o Parche, sincere nel profetizzare
ciò che è deciso per sempre
aggiungete altri buoni destini
a quelli già compiuti.
La Terra fertile di frutti e di bestiame
regali a Cerere una corona di spighe;
le piogge salutari e le brezze del cielo
ne nutrano i prodotti.
Riposta l'arma, o Apollo, ascolta
sereno e tranquillo i fanciulli in preghiera;
o Luna, regina degli astri,
dà ascolto alle fanciulle.
Se Roma è opera vostra e gruppi di Troiani
hanno occupato la costa Etrusca,
salvaguardate gli ordini di emigrare
e di lasciare la propria città con un viaggio,
per il quale, senza inganno, il pio Enea,
superstite della patria, ha aperto ai rimanenti
un sicuro percorso attraverso Troia in fiamme
che gli avrebbe dato di più;
o dei, date buoni costumi alla docile gioventù,
o dei, concedete alla vecchiaia una placida quiete,
e donate al popolo di Romolo potenza, prole
e ogni gloria.
E che il sangue puro di Anchise e di Venere,
vittorioso su chi gli muove guerra e mite con il nemico
sconfitto, ottenga le cose che vi chiede
con tori bianchi.
Oramai per terra e per mare il persiano
teme la sua potente mano e le asce albane,
oramai gli Sciti e gli Indiani, recentemente superbi,
attendono la sentenza.
Che ormai la Fede, la Pace, l'Onore
e l'antica e perduta Virtù voglia tornare
e felice appaia l'abbondanza
con il suo corno ricolmo.
Febo, profeta ornato di un arco splendente,
seduto fra le nove Muse,
che con la sua arte risolleva
le stanche membra del corpo,
se guarda sereno gli altari Palatini
prolunga sempre di secolo in secolo
e in meglio il tempo della fortuna
dell'Impero Romano,
e Diana, che domina l'Aventino e l'Algido,
esaudisce quindici preghiere degli uomini
e porge orecchio benevolo
alle offerte dei fanciulli.
Torno a casa con la speranza viva e sicura
che Giove e tutti gli dei sentano queste cose,
e che il coro istruito canti le lodi
di Febo e di Diana.

Bisentium
21-04-10, 01:11
"Ora, è questo: conviene ricordare che se noi abbiamo un particolare destino di essere nati sul finire di questo secolo e vivere queste esperienze in questo particolare popolo, con questa particolare abitudine, dall’abitudine del vestirsi e del mangiare fino a quelle più spirituali, questo non è un caso. È veramente una electio deorum. Sono gli Dèi che ci hanno spinto a nascere in questo momento in questa cultura e in questo popolo. E dobbiamo, in un certo modo, restituire a Loro la grazia che Essi ci hanno dato. È necessario far rinascere la nostra razza, perché la nostra razza è stata sovente confusa con una razza animale. Noi non siamo degli animali. E anche se avessimo il volto di pellirossa o di persiani o di polinesiani, noi siamo Romani, perché abbiamo, prima di nascere, eletto di essere Romani. Altrimenti non saremmo nati Romani. E anche non parlo di Roma come città, ma dico Roma come realtà spirituale. Ora riconoscere questo implica tre ordini di doveri.
Costantemente mantenersi presenti dentro la propria pelle, esercitarsi, avere una condotta particolare, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere."

Pio Filippani-Ronconi

Bisentium
21-04-10, 01:52
21 APRILE, NATALE DI ROMA
Tipo: Festa - Festività
Inizio: sabato 17 aprile 2010 alle ore 20.00
Fine: mercoledì 21 aprile 2010 alle ore 23.00
Luogo: vari luogi ed orari
Città/Paese: Rome, Italy

Descrizione Cosa è l’ARSI?
L’ Accademia Romana di Studi Italici, è un sodalizio culturale che ha per finalità la diffusione della conoscenza, in Patria e nel mondo, del patrimonio culturale italiano, con attenzione particolare a quello che fu il il mondo delle origini italiche, prima e romane, poi.

Commemorazione per il 21 Aprile NATALE DI ROMA, MMDCClXIII a.U.c.

Sabato 17 Aprile
ore 20,00
in collaborazione con l'Associazione Tradizionale "PIETAS" presenta l'opera teatrale RUMON, SACRAE ROMAE ORIGINES di Roggero Musumeci Bravo della Compagnia "TeatroNonConforme" in Via Cassia 1768 presso il "Templum Minervae" . Illustrerà l'opera il dr. Umberto Bianchi.

Lunedì 19 Aprile
ore 20,00
in collaborazione con il "CIRCOLO FUTURISTA" presenta l'opera teatrale RUMON, SACRAE ROMAE ORIGINES di Roggero Musumeci Bravo della Compagnia "TeatroNonConforme" in Via degli Orti di Malabarba 15 (zona Casalbertone ). Illustrerà l'opera il prof. Mario Giannitrapani.

Martedì 20 Aprile
ore 20,00
presenta l'interessante opera pubblicata postuma di Marco Baistrocchi
"Il Cerchio Magico, riti deambulatori in Roma antica" presso la Libreria ASEQ, Via dei Sediari 10, tel 06 6868400. Presenteranno il libro il prof. Mario Giannitrapani ed il prof. Renato Del Ponte.

Mercoledì 21 Aprile
ore 9,30
visita guidata ai Fori Romani: appuntamento ingresso di Via dei Fori Imperiali, Piazza Romolo e Remo. Guideranno la passeggiata storico-archeologica-rituale il prof. Ernesto Roli ed il prof. Federico Gizzi.
ore 12,30
rappresentazione/ri-Evocazione presso il Tempio di Ercole Olivario,Piazza Bocca della Verità, sul tema: Natale di Roma.
Declamazione del "De reditu " di Rutilio Namaziano dell'attore Emidio Lavella;
conferenza della dr.ssa Domitia Lanzetta; a seguire officium .
ore 14,00
pranzo conviviale presso la trattoria "la forchetta" in Via San Martino ai Monti, traversa di Via Merulana.
ore 20,00
in collaborazione con il "FORO 753" presenta l'opera teatrale RUMON, SACRAE ROMAE ORIGINES di Roggero Musumeci Bravo della Compagnia "TeatroNonConforme" in Via Beverino 49 (zona Torrevecchia). Illustrerà l'opera il prof. Vittorio de Pedys, Presidente dell'ARSI, Accademia Romana di Studi Italici.

Atlantideo
21-04-10, 08:02
Roma divina, a te sul Campidoglio,
dove eterno verdeggia il sacro alloro,
a te, nostra fortezza e nostro orgoglio,
ascende il coro.
Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte
il Sol che nasce sulla nuova storia;
fulgida in arme, all'ultimo orizzonte
sta la Vittoria.


Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.


Per tutto il cielo è un volo di bandiere
e la face del mondo oggi è latina:
il tricolore svetta sul cantiere,
su l'officina.
Madre che doni ai popoli la legge
eterna e pura come il sol che nasce,
benedici l'aratro antico e il gregge
folto che pasce!


Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.


Benedici il riposo e la fatica
che si rinnova per virtù d'amore,
la giovinezza florida e l'antica
età che muore.
Madre di uomini e di lanosi armenti,
d'opere schiette e di pensose scuole,
tornano alle tue case i reggimenti
e sorge il sole.


Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.

occidentale
21-04-10, 08:11
Ave!

occidentale
21-04-10, 08:13
Ode a Roma
Di Erinna

Donna dei prodi, salve, o tu di guerra
Prole, cui cinge serto d'ôr la chioma,
Emulatrice de l'Olimpo in terra,
Possente Roma!

5Salve, o cui sola concedea l'Eterno
Scettro infrangibil da destino avverso,
Perchè si stenda l'immortal governo
Su l'universo!

Curvan la terra, e il mar fremente il dorso
10Sotto il gran pondo de le tue catene;
Tu le cittadi con sicuro morso
Reggi ed affrene:

E il Tempo anch'ei, lo struggitore, il fero
Trasformator d'ogni terrena cosa,
15Aura seconda al tuo crescente impero
Negar non osa!

Madre tu sola di guerrieri al mondo,
Germe produci di sublimi eroi,
Qual Cerer tragge da terren fecondo
20I frutti suoi.

occidentale
21-04-10, 08:17
dal De Reditu di Flavio Namaziano
Traduzione di Carducci

« Del tuo mondo, bellissima
regina, o Roma, ascolta;
ascolta, nell’empireo
ciel accolta
madre, non pur degli uomini
ma d’ celesti. Noi
siam presso al cielo per i templi tuoi.
Ore te, quindi cantisi
sempre, finché si viva;
dimenticarti e vivere
chi mai potrebbe, o diva?
prima del sole negli uomini
vanisca ogni memoria,
che il ricordo, nel cuor, della tua gloria.
Già, come il sol risplendere
per tutto, ognor, tu sai.
Dovunque il vasto Oceano
ondeggia, ivi tu vai.
Febo che tutto domina
si volge a te: da sponde
romane muove, e nel tuo mar s’asconde.
Co’ suoi deserti Libia
non t’arrestò la corsa;
non ti respinse il gelido
vallo che cinge l’Orsa;
quanto paese agli uomini
vital, Natura diede,
tanta è la terra che pugnar ti vede.
Desti una patria ai popoli
dispersi in cento luoghi:
furon ventura ai barbari
le tue vittorie e i gioghi;
ché del tuo diritto ai sudditi
mentre il consorzio appresti,
di tutto il mondo una città facesti. »

Miles
21-04-10, 09:14
Roma è e rimane il fondamento basilare a chiunque si voglia accostare alla missione di redenzione della Patria.

acchiappaignoranti
21-04-10, 09:14
"Ora, è questo: conviene ricordare che se noi abbiamo un particolare destino di essere nati sul finire di questo secolo e vivere queste esperienze in questo particolare popolo, con questa particolare abitudine, dall’abitudine del vestirsi e del mangiare fino a quelle più spirituali, questo non è un caso. È veramente una electio deorum. Sono gli Dèi che ci hanno spinto a nascere in questo momento in questa cultura e in questo popolo. E dobbiamo, in un certo modo, restituire a Loro la grazia che Essi ci hanno dato. È necessario far rinascere la nostra razza, perché la nostra razza è stata sovente confusa con una razza animale. Noi non siamo degli animali. E anche se avessimo il volto di pellirossa o di persiani o di polinesiani, noi siamo Romani, perché abbiamo, prima di nascere, eletto di essere Romani. Altrimenti non saremmo nati Romani. E anche non parlo di Roma come città, ma dico Roma come realtà spirituale. Ora riconoscere questo implica tre ordini di doveri.
Costantemente mantenersi presenti dentro la propria pelle, esercitarsi, avere una condotta particolare, disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso, essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. E nel fisico esercitarci a combattere."

Pio Filippani-Ronconi




"L'inerzia di questo tipo umano, che, sia in basso che in alto, fu responsabile ottant'anni fa della rotta di Caporetto, ha pesato in realtà lungo tutta la nostra storia, rifiutando - per il suo tornaconto particulare - l'Unità nazionale, odiatore anzi del medesimo concetto di Nazione per la piramide di responsabilità che questa comporta. Per questo tipo, di là dalla propria egoistica individualità, esiste solamente la massa indistinta degli "altri", altrettanti "tubi digerenti" come lui dominati dalle esigenze di ordine biologico: cibo, sonno, gioco e qualche vibrazione sentimentale, al posto di una vita spirituale autentica. I decreti del Sant'Uffizio tengono il posto di una costituzione laica e la severa presenza di un viceré spagnolo o austriaco conferisce al tutto la lustra di uno Stato."

pio filippani ronconi

La Cittadella n° 17, Radici storiche dell'Arditismo

Eric Draven
21-04-10, 14:57
mi unisco al tripudio per il Natale della Luce del Mondo