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TyrMask (POL)
20-06-08, 13:06
PIM PUM PAM: MA STAVOLTA NON E’ UN GIOCO…


Stiamo assistendo da dieci giorni ormai ad un totale caos, provocato dal nuovo PUM, Piano Urbano per la Mobilità di Perugia, introdotto dal Comune, al fine di rivoluzionare tutto il sistema della viabilità nei territori della nostra Acropoli e delle sue periferie. I vecchi bus “numerati” vengono allo stato attuale contraddistinti da lettere, ma ciò che più preoccupa, al di là delle in fin dei conti irrilevanti variazioni simbologiche, è la riduzione del numero e della frequenza di transito. Il vecchio orario, che, nella sua fascia invernale, prevedeva un autobus ogni venti minuti nelle zone a ridosso del centro, ed uno ogni trenta nelle zone periferiche, è stato sostituto con un orario uniformemente riformato, con periodi di transito dell’ordine di un autobus ogni trenta, quaranta o addirittura, in certi frangenti della giornata ed in certe zone, cinquanta minuti. Al problema temporale (se così possiamo nominarlo), si aggiunge indubbiamente persino il problema di tipo spaziale: riducendo il numero delle linee bus, viene da sé che il percorso effettuato un tempo da tre o quattro pullman, ora è quasi completamente sulle spalle di una sola linea, con gravi ripercussioni sui tempi di percorrenza, sia per eccesso che per difetto. Come possiamo facilmente intuire, i due problemi non sono né scindibili né analizzabili separatamente, dacchè vanno a compenetrarsi ed a condizionarsi a vicenda. In alcuni casi, i percorsi sono cambiati radicalmente, e non rispecchiano le precedenti tratte, che risultano persino spezzate in più aree, da dove si consiglia di proseguire per centinaia di metri a piedi, verso la più vicina stazione del fatidico Minimetrò. E, a dirla tutta, il vero e proprio nucleo della vicenda Pum, sembra esattamente situarsi in questa nuova struttura. Non ci pare aleatorio che molte delle fermate APM situate in prossimità dell’impianto del Minimetrò siano state cancellate, così come molti percorsi siano stati esattamente pensati in forza della nuova logica di unicità, o meglio dire, continuità, del trasporto intermediale. Lo stesso nuovo biglietto, definito Up (Unico Perugia), consente una percorrenza di settanta minuti, in qualunque mezzo di trasporto (pullman, treno FS cittadino e minimetrò), quante volte si preferisce, rendendo più varia la scelta del mezzo, ma più scarso, più discontinuo, maledettamente estenuante e meno efficiente il trasporto. Considerando le fasce di utenza del servizio di trasporto (principalmente anziani e studenti, tanto autoctoni quanto forestieri), possiamo comprendere l’enorme portata sociale, del problema, specie per i numerosi anziani, già notevolmente provati dall’insicurezza dei mezzi pubblici, specie in zone drammaticamente connesse all’alto tasso migratorio, alla criminalità comune, allo spaccio e consumo di droghe e alla presenza comunque indisponente di loschi ceffi, che nella comprensibile psicologia di un anziano, che vive a malapena di pensione, rappresentano sempre un motivo di preoccupazione preventiva. I primi giorni hanno in sostanza confermato tutte le previsioni peggiori, in un mare di disagi, di polemiche e di reclami, e un rimbalzo di voci più o meno verificate di gente che ha fatto due chilometri a piedi, o che ha impiegato quattro ore per arrivare al Silvestrini. Al di là dei casi eclatanti, che possono attribuirsi magari anche ad errori o sviste singole, è comunque registrabile un malcontento diffusosi ormai a tutti i livelli, investendo anche il settore degli esercenti, tra i quali, quelli del centro, da poco riunitisi in una comunità spontanea, riguardante le rivendite dei biglietti Up. Dal 23 giugno infatti, inizierà una dura serrata di sei giorni, da parte dei commercianti rivenditori del centro storico, che fino al prossimo sabato 29, si asterranno dal vendere i biglietti Up, in segno di protesta contro il Pum. Notiamo con soddisfazione e ammirazione questo spontaneismo sociale militante, forse il più nobile esempio di politica, quella vera, quella che oggi latita: quella sacra politica dal Popolo per il Popolo, che siamo soliti chiamare comunitarismo.

Associazione Culturale Tyr – Perugia
www.controventopg.splinder.com - www.cmperugia.org (http://www.cmperugia.org)
controventopg@libero.it

robdealb91
20-06-08, 15:33
Innanzitutto salve a tutti i membri del forum umbro, e a quelli perugini in particolare! pochi giorni fa ho sentito dire che si sarebbe potuto distruggere lo stadio S. Giuliana per costruirci al suo posto un parcheggio o un palazzo...potrebbe anche essere una bufala, ma volevo sapere se avevate sentito ciò e che cosa ne pensavate...certo è che se fosse vero, sarebbe una stronzata....la politica del comune per incentivare la mobilità alternativa è lodevolissima e ha il mio plauso, ma (sempre ammessa e non concessa la veridicità o meno del fatto) costruire un parcheggio, e pure in pieno centro, non ha lo stesso valore di dire "Vieni pure in macchina, a inquinare, tanto c'è un nuovo parcheggio, puoi pure fregartene degli autobus, del minimetrò o dei tuoi piedi"? già ci avevano provato a distruggere invece il cinema turreno per lo stesso scopo ma poi avevano desistito....speriamo sia solo una bufala o uno scherzo d'aprile molto ritardatario...

robdealb91
21-06-08, 10:31
niente? allora, meno male, può essere che era solo una bufala....

TyrMask (POL)
23-06-08, 21:37
Di voci ce ne sono anche troppe.
Il fatto principale però è che bisogna iniziare a fare qualcosa di realmente concreto.
Noi per questa settimana abbiamo in programma diverse iniziative, rimanete collegati...

www.controventopg.splinder.com

E per maggiori info:
controventopg@libero.it

TyrMask (POL)
04-07-08, 14:34
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TyrMask (POL)
11-07-08, 14:10
SCIOPERO PUM
A TU PER TU CON ANDREA, PORTAVOCE DELLA COMUNITA’ SPONTANEA DEI COMMERCIANTI DEL CENTRO

In seguito alle ennesime assurde disposizione del Comune di Perugia, riguardanti la mobilità, per merito di alcune attività commerciali del centro, si è dato vita ad una comunità spontanea dei commercianti del centro, con l’intenzione di costituire un fronte comune di protesta nei confronti delle amministrazioni locali. La prima importante iniziativa è consistita in una serrata di una settimana, lungo la quale venti esercizi del centro storico si sono astenuti dalla vendita dei biglietti UP, per il trasporto pubblico di Perugia.
Abbiamo raggiunto, Andrea, promotore e coordinatore dell’iniziativa, e gestore dell’edicola di Piazza della Repubblica, che ci ha rilasciato importanti dichiarazioni.

Ciao Andrea, anzitutto parlaci di questa iniziativa? Da quale bisogno nasce e come s’è sviluppata?

Anzitutto abbiamo potuto registrare un malcontento generale per quanto concerne numerose difficoltà di movimento… si tratta di problema diffuso (difficoltà di accesso al centro storico, disagi per le categorie più deboli e per lo stesso personale APM): una delle cui conseguenze è la ridotta circolazione di potenziale clientela per i commercianti del centro, con particolare riguardo a zone in evidente sofferenza, come Piazza Cavallotti e Via dei Priori, o Via Alessi e limitrofe, afflitta da un annoso stato di abbandono. Lo sciopero della vendita dei biglietti UP è nato come una inziativa spontanea, senza alcun riferimento politico, e di categoria, né il benché minimo appoggio di qualunque partito, svoltasi nell’arco di una settimana, con l’adesione di circa venti rivendite di biglietti UP, tra tabacchi ed edicole.

Parlaci dell’andamento dello sciopero…

L’adesione è stata totale ed entusiasta, in particolar modo da parte di quelle attività dislocate ai margini del flusso dei cittadini e che traevano il loro beneficio dalla presenza di capolinea e passaggi pedonali. La reazione della gente si è manifestata nella più totale solidarietà nei nostri confronti, grazie anche alla presa di coscienza che tale iniziativa era comunque rivolta al benessere comune, dei cittadini per ciò che concerne la mobilità in senso stretto ed i suoi risvolti sociali, e dei commercianti per quel che riguarda l’effetto più particolarmente economico. Questo sciopero mi ha dato modo di toccare con mano le difficoltà di ogni singolo cittadino utente del trasporto pubblico, verificando sul campo l’effettiva validità della nostra iniziativa.

Cosa hai potuto osservare, vivendo e facendoti inteprete di quel malcontento sociale che tu stesso hai detto essere generalizzato?

È stato come lanciare un sasso in uno stagno, provocando dei cerchi sempre più ampi, fino a raggiungere aspetti sempre più generali e delicati. Il sasso è caduto proprio nel… centro, e non in senso metaforico, la cui situazione è sotto gli occhi di tutti: dei comuni cittadini, dei turisti, e anche dei nostri politici e amministratori. Zone sempre più ampie subiscono una progressiva desertificazione, a causa della mancanza di servizi essenziali (generi alimentari, lavanderie, ferramenta ecc. …) e dell’avanzata indisturbata ed incontrollata della microcriminalità. Se a tutto questo aggiungiamo la difficoltà oggettiva di raggiungere il centro dalle periferie, ecco spiegata la situazione agonizzante in cui versa Perugia.

E le periferie?

È logico e consequenziale che lo svuotamento del centro abbia portato ad un sovrappopolamento delle periferie, a tutto vantaggio di costruttori pronti ad approfittare di quello che sembra quasi essere un piano premeditato di deportazione indotta dei residenti, dal centro verso le nuove terre promesse dell’ediliza residenziale e della grande distribuzione. Ma se la svalutazione immobiliare delle aree del centro può far comodo a quegli stessi privati che l’hanno generata attraverso la gestione pubblica, alle attività commerciali e alle decine di loro dipendenti chi ci pensa?

Associazione Culturale Tyr - Perugia
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- L'articolo uscirà nel prossimo numero di "Controvento", bollettino interno dell'Associazione. -