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Miles
22-04-10, 13:23
L'orgoglio italiano - Manifesto futurista (gennaio 1916)

Archivio Gira

Redatto in persona prima da Marinetti, e frutto delle esperienze belliche sul monte Altissimo, il manifesto intende ribadire le motivazioni della lotta interventista e antipassatista, facendo tutt'uno della "potenza" dell'l'impareggiabile" esercito e del "genio creativo" italiani.

Il 13 ottobre, nella prima perlustrazione fatta da me agli ordini del capitano Monticelli e del sergente Vasconi in terreno nemico, a 6 Km dalle nostre trincee, fra le alte roccie a picco, nelle boscaglie e nelle pietraie dell'Altissimo dopo esserci incontrati con una pattuglia austriaca che ci voltò le spalle e fuggì, constatammo con gioia la superiorità enorme della nostra artiglieria, i cui tiri meravigliosi, passando su di noi e sul lago, sostenevano la nostra avanzata in Val di Ledro. Il 14 ottobre, nella seconda perlustrazione fatta da me, dai miei amici futuristi Boccioni e Sant'Elia e dal pittore Bucci, esplorando e occupando la trincea delle Tre Piante, constatammo con quale gioconda disinvoltura dei giovani pittori e poeti italiani possano trasformarsi in audaci, rudi, instancabili alpini. Durante l'avanzata, l'assalto e la presa di Dosso Casina, compiuta dai Volontari ciclisti lombardi e da un battaglione di alpini, vedemmo le truppe austriache sgominate dalla baldanza di pochi italiani diciassettenni e cinquantenni, non allenati alla guerra in montagna. Dopo aver marciato per 7 giorni in un foltissimo nebbione, con vestiti quasi estivi malgrado la temperatura di 15 gradi sotto zero, i Volontari ciclisti pernacchiavano allegramente alle migliaia di shrapnels prodigati a loro da 5 forti austriaci. I nuovi raccoglitori di bossoli e di schegge micidiali facevano finalmente dimenticare gli stupidissimi e sentimentali raccoglitori di edelweiss. Constatammo che degl'italiani, già operai, impiegati o borghesi sedentari, sapevano vincere in astuzia qualsiasi pattuglia di Kaiserjagers. Constatammo che un corpo di 300 volontari ciclisti improvvisati alpini sapeva strategicamente manovrare su per montagne ignote, con tale abilità che il nemico si credette accerchiato da migliaia di uomini. Constatammo che uno studente italiano, trasformato in ufficiale, può comandare tutta l'artiglieria d'una zona e sfondare coi suoi tiri 6 o 7 forti austriaci, scientificamente preparati alla difesa in 20 o 30 anni. Constatammo come il popolo italiano, sotto la direzione geniale di Cadorna, abbia saputo improvvisare in pochi mesi la prima artiglieria del mondo e vincere di continuo nella più spaventosa e difficile guerra che sia mai stata combattuta. Singhiozzammo di gioia all'udire dalla viva voce di 20 o 30 giornalisti esteri, quali Jean Carrère e Serge Basset, che l'esercito capace di vincere e di avanzare sul Carso è sicuramente il primo esercito del mondo. Dopo aver visto il popolo italiano, "il più mobile di tutti i popoli", liberarsi futuristicamente, con una scrollata di spalle, dalla lurida vecchia camicia di forza giolittiana, vediamo ora nelle vie milanesi fervide di lavoro, come il popolo italiano, che sembrava avvelenato di pacifismo, sa guardare con fierezza questa nobile, utile e igienica profusione di sangue italiano.

Tutto questo ci conferma una volta di più che nessun popolo può uguagliare:


1. - il genio creatore del popolo italiano;
2. - l'elasticità improvvisatrice di cui sempre danno prova gl'italiani;
3. - la forza, l'agilità e la resistenza fisica degl'italiani;
4. - l'impeto, la violenza e l'accanimento con cui gl'italiani sanno combattere;
5. - la pazienza, il metodo e il calcolo degl'italiani nel fare una guerra;
6. - il lirismo e la nobiltà morale della nazione italiana nel nutrirla di sangue e denaro.


ITALIANI! Voi dovete costruire L'ORGOGLIO ITALIANO sulla indiscutibile superiorità del popolo italiano in tutto. Questo orgoglio fu uno dei principii essenziali dei nostri manifesti futuristi dall'origine del nostro Movimento, cioè da 6 anni fa, quando primi e soli (mentre l'irredentismo agonizzava e il partito Nazionalista non era ancora nato) invocammo violentemente, nei teatri e sulle piazze, la guerra come unica igiene, unica morale educatrice, unico veloce motore di progresso. Eravamo allora sicuri di vincere l'Austria e di centuplicare il nostro valore e il nostro prestigio vincendola. Eravamo soli convinti della prossima conflagrazione generale che tutti giudicavano impossibile, in nome di due pseudofatalità: lo sciopero delle Banche e lo sciopero dei proletariati. Eravamo convinti che coll'Inghilterra, la Francia, la Russia, noi dovevamo utilizzare le nostre inesauribili forze di razza e il nostro genio improvvisatore, collaborando allo strangolamento del teutonismo, fatto di balordaggine medioevale, di preparazione meticolosa e d'ogni pedanteria professionale. Apparve allora il mio Monoplan du Pape, visione profetica della nostra vittoriosa guerra contro l'Austria. Infatti noi soli fummo profetici ed ispirati, perché, più giovani di tutti, più poeti, più imprudenti, più lontani dalla politica opportunistica e quietista, traemmo la visione del futuro dal nostro temperamento formidabile, e pur constatando intorno a noi la vecchia mediocrità italiana, credemmo fermamente nell'avvenire grande dell'Italia, semplicemente perche noi futuristi eravamo italiani. ITALIANI! Voi dovete manifestare dovunque questo orgoglio italiano e imporlo in Italia e all'estero colla parola, e colla violenza, come facemmo noi in Francia, nel Belgio, in Russia, nelle nostre numerose conferenze battagliere. Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che non si manifesta spavaldamente orgoglioso d'essere italiano e convinto che l'Italia è destinata a dominare il mondo col genio creatore della sua arte e la potenza del suo esercito impareggiabile. Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che manifesta in sé la piu piccola traccia del vecchio pessimismo imbecille, denigratore e straccione che ha caratterizzata la vecchia Italia ormai sepolta, la vecchia Italia di mediocristi antimilitari (tipo Giolitti), di professori pacifisti (tipo Benedetto Croce, Claudio Treves, Enrico Ferri, Filippo Turati), di archeologhi, di eruditi, di poeti nostalgici, di conservatori di musei, di albergatori, di topi di biblioteche e di città morte, tutti neutralisti e vigliacchi, che noi, primi e soli in Italia, abbiamo denunciati, vilipesi come nemici della patria, e vanamente frustati con abbondanti e continue docce di sputi. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che si nasconde sotto il suo ingegno come fa lo struzzo sotto le sue penne di lusso e non sa identificare il proprio orgoglio coll'orgoglio militare della sua razza. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che vernicia di scuse la sua viltà, dimenticando che creazione artistica è sinonimo di eroismo morale e fisico. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che, fisicamente valido, dimostrando la piu assoluta assenza di valore umano, si chiude nell'arte come in un sanatorio o in un lazzaretto di colerosi e non offre la sua vita per ingigantire l'Orgoglio italiano. Mentre altri futuristi fanno il loro dovere nell'esercito regolare, noi futuristi volontari del Battaglione lombardo dopo essere stati semplici soldati in 6 mesi di guerra, ed aver preso cogli alpini la posizione austriaca di Dosso Casina, aspettiamo ansiosamente il piacere di ritornare al fuoco in altri corpi, poiché siamo piu che mai convinti che alle brevi parole devono subito seguire i pronti, fulminei e decisi fatti.

Marinetti-Boccioni -Russolo-Sant'Elia-Sironi-Piatti

acchiappaignoranti
01-06-10, 13:05
L'orgoglio italiano - Manifesto futurista (gennaio 1916)

Archivio Gira

Redatto in persona prima da Marinetti, e frutto delle esperienze belliche sul monte Altissimo, il manifesto intende ribadire le motivazioni della lotta interventista e antipassatista, facendo tutt'uno della "potenza" dell'l'impareggiabile" esercito e del "genio creativo" italiani.

Il 13 ottobre, nella prima perlustrazione fatta da me agli ordini del capitano Monticelli e del sergente Vasconi in terreno nemico, a 6 Km dalle nostre trincee, fra le alte roccie a picco, nelle boscaglie e nelle pietraie dell'Altissimo dopo esserci incontrati con una pattuglia austriaca che ci voltò le spalle e fuggì, constatammo con gioia la superiorità enorme della nostra artiglieria, i cui tiri meravigliosi, passando su di noi e sul lago, sostenevano la nostra avanzata in Val di Ledro. Il 14 ottobre, nella seconda perlustrazione fatta da me, dai miei amici futuristi Boccioni e Sant'Elia e dal pittore Bucci, esplorando e occupando la trincea delle Tre Piante, constatammo con quale gioconda disinvoltura dei giovani pittori e poeti italiani possano trasformarsi in audaci, rudi, instancabili alpini. Durante l'avanzata, l'assalto e la presa di Dosso Casina, compiuta dai Volontari ciclisti lombardi e da un battaglione di alpini, vedemmo le truppe austriache sgominate dalla baldanza di pochi italiani diciassettenni e cinquantenni, non allenati alla guerra in montagna. Dopo aver marciato per 7 giorni in un foltissimo nebbione, con vestiti quasi estivi malgrado la temperatura di 15 gradi sotto zero, i Volontari ciclisti pernacchiavano allegramente alle migliaia di shrapnels prodigati a loro da 5 forti austriaci. I nuovi raccoglitori di bossoli e di schegge micidiali facevano finalmente dimenticare gli stupidissimi e sentimentali raccoglitori di edelweiss. Constatammo che degl'italiani, già operai, impiegati o borghesi sedentari, sapevano vincere in astuzia qualsiasi pattuglia di Kaiserjagers. Constatammo che un corpo di 300 volontari ciclisti improvvisati alpini sapeva strategicamente manovrare su per montagne ignote, con tale abilità che il nemico si credette accerchiato da migliaia di uomini. Constatammo che uno studente italiano, trasformato in ufficiale, può comandare tutta l'artiglieria d'una zona e sfondare coi suoi tiri 6 o 7 forti austriaci, scientificamente preparati alla difesa in 20 o 30 anni. Constatammo come il popolo italiano, sotto la direzione geniale di Cadorna, abbia saputo improvvisare in pochi mesi la prima artiglieria del mondo e vincere di continuo nella più spaventosa e difficile guerra che sia mai stata combattuta. Singhiozzammo di gioia all'udire dalla viva voce di 20 o 30 giornalisti esteri, quali Jean Carrère e Serge Basset, che l'esercito capace di vincere e di avanzare sul Carso è sicuramente il primo esercito del mondo. Dopo aver visto il popolo italiano, "il più mobile di tutti i popoli", liberarsi futuristicamente, con una scrollata di spalle, dalla lurida vecchia camicia di forza giolittiana, vediamo ora nelle vie milanesi fervide di lavoro, come il popolo italiano, che sembrava avvelenato di pacifismo, sa guardare con fierezza questa nobile, utile e igienica profusione di sangue italiano.

Tutto questo ci conferma una volta di più che nessun popolo può uguagliare:


1. - il genio creatore del popolo italiano;
2. - l'elasticità improvvisatrice di cui sempre danno prova gl'italiani;
3. - la forza, l'agilità e la resistenza fisica degl'italiani;
4. - l'impeto, la violenza e l'accanimento con cui gl'italiani sanno combattere;
5. - la pazienza, il metodo e il calcolo degl'italiani nel fare una guerra;
6. - il lirismo e la nobiltà morale della nazione italiana nel nutrirla di sangue e denaro.


ITALIANI! Voi dovete costruire L'ORGOGLIO ITALIANO sulla indiscutibile superiorità del popolo italiano in tutto. Questo orgoglio fu uno dei principii essenziali dei nostri manifesti futuristi dall'origine del nostro Movimento, cioè da 6 anni fa, quando primi e soli (mentre l'irredentismo agonizzava e il partito Nazionalista non era ancora nato) invocammo violentemente, nei teatri e sulle piazze, la guerra come unica igiene, unica morale educatrice, unico veloce motore di progresso. Eravamo allora sicuri di vincere l'Austria e di centuplicare il nostro valore e il nostro prestigio vincendola. Eravamo soli convinti della prossima conflagrazione generale che tutti giudicavano impossibile, in nome di due pseudofatalità: lo sciopero delle Banche e lo sciopero dei proletariati. Eravamo convinti che coll'Inghilterra, la Francia, la Russia, noi dovevamo utilizzare le nostre inesauribili forze di razza e il nostro genio improvvisatore, collaborando allo strangolamento del teutonismo, fatto di balordaggine medioevale, di preparazione meticolosa e d'ogni pedanteria professionale. Apparve allora il mio Monoplan du Pape, visione profetica della nostra vittoriosa guerra contro l'Austria. Infatti noi soli fummo profetici ed ispirati, perché, più giovani di tutti, più poeti, più imprudenti, più lontani dalla politica opportunistica e quietista, traemmo la visione del futuro dal nostro temperamento formidabile, e pur constatando intorno a noi la vecchia mediocrità italiana, credemmo fermamente nell'avvenire grande dell'Italia, semplicemente perche noi futuristi eravamo italiani. ITALIANI! Voi dovete manifestare dovunque questo orgoglio italiano e imporlo in Italia e all'estero colla parola, e colla violenza, come facemmo noi in Francia, nel Belgio, in Russia, nelle nostre numerose conferenze battagliere. Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che non si manifesta spavaldamente orgoglioso d'essere italiano e convinto che l'Italia è destinata a dominare il mondo col genio creatore della sua arte e la potenza del suo esercito impareggiabile. Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che manifesta in sé la piu piccola traccia del vecchio pessimismo imbecille, denigratore e straccione che ha caratterizzata la vecchia Italia ormai sepolta, la vecchia Italia di mediocristi antimilitari (tipo Giolitti), di professori pacifisti (tipo Benedetto Croce, Claudio Treves, Enrico Ferri, Filippo Turati), di archeologhi, di eruditi, di poeti nostalgici, di conservatori di musei, di albergatori, di topi di biblioteche e di città morte, tutti neutralisti e vigliacchi, che noi, primi e soli in Italia, abbiamo denunciati, vilipesi come nemici della patria, e vanamente frustati con abbondanti e continue docce di sputi. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che si nasconde sotto il suo ingegno come fa lo struzzo sotto le sue penne di lusso e non sa identificare il proprio orgoglio coll'orgoglio militare della sua razza. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che vernicia di scuse la sua viltà, dimenticando che creazione artistica è sinonimo di eroismo morale e fisico. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che, fisicamente valido, dimostrando la piu assoluta assenza di valore umano, si chiude nell'arte come in un sanatorio o in un lazzaretto di colerosi e non offre la sua vita per ingigantire l'Orgoglio italiano. Mentre altri futuristi fanno il loro dovere nell'esercito regolare, noi futuristi volontari del Battaglione lombardo dopo essere stati semplici soldati in 6 mesi di guerra, ed aver preso cogli alpini la posizione austriaca di Dosso Casina, aspettiamo ansiosamente il piacere di ritornare al fuoco in altri corpi, poiché siamo piu che mai convinti che alle brevi parole devono subito seguire i pronti, fulminei e decisi fatti.

Marinetti-Boccioni -Russolo-Sant'Elia-Sironi-Piatti






http://i718.photobucket.com/albums/ww185/worldisbar/28afa812.jpg

occidentale
01-06-10, 14:40
Ragazzi parliamoci chiaro. Se persino Hemingway esaltava gli arditi una ragione ci sarà......

Miles
19-06-10, 01:18
Ragazzi parliamoci chiaro. Se persino Hemingway esaltava gli arditi una ragione ci sarà......

Per l'Italia in tanti, forse in troppi han dato il sangue.
Per la patagna il massimo sforzo è stato qualche come etilico alla sagra di Bovolone.

Una differenza ci sarà...

Il Sangue contribuisce alla legittimità di una rivendicazione. Crea realtà.
Non credo che sia paragonabile il senso di immanenza di Redipuglia con quello di Pontida.

vota dc
20-06-10, 16:34
Il Sangue contribuisce alla legittimità di una rivendicazione. Crea realtà.
Non credo che sia paragonabile il senso di immanenza di Redipuglia con quello di Pontida.

Tranne in casi limite (dove migliaia di persone se non milioni vengono prese per il naso e muoiono invano) è un discorso valido, però dura soltanto una generazione. Se non c'è coerenza la legittimità va a farsi benedire...basti pensare ai comunisti che sono morti nel tentativo di portare il comunismo e si sono ritrovati con i figli sessantottini che hanno trasformato la loro ideologia in chiacchiere da salottieri omofili.

Il caso di Redipuglia è emblematico. La collina dove sorge il sacrario è giustamente libera da costruzioni (con l'eccezione della casa del custode e di pochissimi edifici funzionali al sacrario) per ragioni di buonsenso (ogni tanto si trovano residuati bellici), rispetto (costruire accanto, o ancora peggio sui morti??) e convenienza (il sacrario con attorno i grattacieli spaventerebbe i turisti).
Eppure i partiti italiani hanno cercato mediante il loro sindaco prediletto (per giunta piemontese) di edificare l'intera collina del sacrario fino a dove era legale (o almeno pretendevano, io non mi intendo molto dei regolamenti edilizi, so solo che a poco meno di 200 metri dai gradoni volevano metterci dei condomini). Al punto che la gente si è infuriata e ha fatto voto disgiunto facendo vincere un tipo con una lista civica appoggiato dalla Lega e contemporaneamente votavano il centrosinistra alle europee...ma non il sindaco suggerito dal centrosinistra. Come risultato sono riusciti a rovinare "soltanto" il piazzale dove si brucia la befana (che è comunque già ai piedi del colle) mentre tutti gli altri lavori sono stati annullati dalla nuova giunta.