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Visualizza Versione Completa : Diamo voce al silenzio. [Birmania]



TyrMask (POL)
02-09-08, 19:28
DIAMO VOCE AL SILENZIO

http://img365.imageshack.us/img365/3135/volantinopoppiccolool2.jpg (http://img365.imageshack.us/img365/3135/volantinopoppiccolool2.jpg)

A breve nuove iniziative per il Popolo Karen, per tenersi informati: www.controventopg.splinder.com (http://www.controventopg.splinder.com/)

robdealb91
03-09-08, 02:39
aspetto notizie, spero di poter fare qualcosa...intanto cercherò di diffondere notizie sulla birmania.....

TyrMask (POL)
03-09-08, 14:18
aspetto notizie, spero di poter fare qualcosa...intanto cercherò di diffondere notizie sulla birmania.....

Intanto ti lascio il sito della Comunità Solidarista Popoli dove puoi trovare informazioni sulla loro attività nel Myanmar - ex Birmania - : www.comunitapopoli.org

Poi, ti lascio la nostra mail: controventopg@libero.it qui puoi scriverci la tua mail così ti informeremo di tutte le attività che periodicamente dedichiamo al Popolo Karen - un popolo che veramente merita e che sacrifica il proprio sangue per aiutare il decadente mondo occidentale.

Possiamo anche vederci di persona così ti diamo del materiale.

Aspetto una tua mail, saluti.

TyrMask (POL)
13-09-08, 11:51
Terra e Identità

Si è conclusa la prima missione de "l'Uomo Libero" in Birmania. I volontari di Popoli e de l'Uomo Libero sono stati impegnati due settimane nel portare solidarietà e aiuti concreti al popolo Karen.


http://www.luomolibero.it/Humanitas/Birmania/foto%20-%20cronaca%20viaggio/pictures/041.jpg (http://www.luomolibero.it/Humanitas/Birmania/foto%20-%20cronaca%20viaggio/pictures/041.jpg)

http://www.luomolibero.it/Humanitas/Birmania/foto%20-%20cronaca%20viaggio/pictures/015.jpg (http://www.luomolibero.it/Humanitas/Birmania/foto%20-%20cronaca%20viaggio/pictures/015.jpg)

http://www.luomolibero.it/Humanitas/Birmania/foto%20-%20cronaca%20viaggio/pictures/040.jpg (http://www.luomolibero.it/Humanitas/Birmania/foto%20-%20cronaca%20viaggio/pictures/040.jpg)

www.comunitapopoli.org (http://www.comunitapopoli.org/)
www.luomolibero.it (http://www.luomolibero.it/)

robdealb91
13-09-08, 11:56
bravi!

TyrMask (POL)
13-09-08, 12:36
Si è conclusa qualche giorno fa una nuova missione condotta da medici e infermieri della nostra comunità nei territori Karen. La nostra presenza ha permesso di portare cure alla popolazione di alcuni villaggi nei pressi della clinica "Carlo Terracciano", e di proseguire con successo i corsi di training per il personale paramedico locale. Il bombardamento del villaggio di Boe Wae Hta, e le conseguenti operazioni militari che hanno coinvolto anche l'area della "Terracciano", hanno impedito di visitare altri gruppi di profughi interni che avrebbero estremo bisogno del nostro intervento. I medici di Popoli si sono messi a disposizione delle strutture sanitarie nella giungla per prestare soccorso ai feriti, e hanno compiuto diversi interventi chirurgici nei confronti di pazienti civili che hanno avuto accesso alla clinica dedicata alla memoria dell'amico e maestro Carlo. Il popolo Karen continua ad affascinarci per la dignità e la tenacia con cui affronta il suo destino. Gli infermieri locali sono stati i primi difensori della clinica di Boe Wae Hta anche lo scorso giugno, quando il villaggio fu attaccato dall'esercito birmano. I paramedici hanno evacuato i pazienti in territorio tailandese per poi partecipare alle operazioni di contrattacco nei confronti degli assalitori. Questo significa essere un popolo in lotta: civili e militari senza molte distinzioni quando si tratta di resistere all'oppressore e quando in gioco c'è la vita dei propri figli. I Karen ora dovranno affrontare l'offensiva della prossima stagione secca, quella "risolutiva" secondo i comandi birmani. Hanno bisogno del nostro aiuto. Se lo meritano, ve lo assicuriamo.

Comunità Solidarista Popoli
www.comunitapopoli.org

TyrMask (POL)
13-09-08, 12:42
bravi!
Bravi ai ragazzi della Comunità Solidarista Popoli che hanno dato alle troppe belle parole l'azione vera.

TyrMask (POL)
23-10-08, 14:41
http://www.comunitapopoli.org/images/manifestazioneroma24ottww5.jpg

ilGladiatore (POL)
23-10-08, 15:12
Caro Tyrmask,

sono certo che la vostra sia una campagna lodevole e giusta. Volevo semplicemente dire che se faceste qualcosa a Perugia per questo popolo io verrei molto volentieri all'appuntamento.

E la stessa cosa mi aspettavo sinceramente quando, come Circolo di Azione Giovani, abbiamo fatto venire alcuni esuli tibetani a Perugia, prima ad una conferenza stampa in Regione e poi per una partita di solidarietà alla Pallotta.

Mi aspettavo che gente della nostra "area" (che poi facciamo parte di un grande universo e noi siamo in pianeti magari distanti anni luce..non so se ho reso il paragone) potesse interessarsi non solo alle proprie battaglie, come quella che avete intrapreso per il popolo Karen, ma per le battaglie di tutti i popoli repressi dai regimi autoritari socialisti.

Così ci è dispiaciuto molto che nessuno dei difensori del popolo karen si sia preso la briga di venire ad ascoltare la testimonianza di un altro popolo, quello tibetano: è stato veramente un bel momento di raccoglimento, solidarietà e informazione su ciò che sta accadendo in Cina, su come trattano la popolazione di etnia tibetana e come è possibile contrastare l'omertà internazionale sul tema Tibet.

Che dire, forse avete perso una occasione: però volevo sapere da te se sapevi di questa iniziativa (pubblicizzata su giornali, qui sul forum ecc.) e sul perchè non ve ne siete interessati, fermo restando che noi abbiamo invitato TUTTI a partecipare anche solo per ascoltare chi ha subito queste violenze, senza ovviamente badare al colore politico, visto che qui non conta più la politica ma la solidarietà verso un popolo. Questo è quanto.

Grazie in anticipo per la risposta.

TyrMask (POL)
23-10-08, 19:36
Caro Tyrmask,

sono certo che la vostra sia una campagna lodevole e giusta. Volevo semplicemente dire che se faceste qualcosa a Perugia per questo popolo io verrei molto volentieri all'appuntamento.

E la stessa cosa mi aspettavo sinceramente quando, come Circolo di Azione Giovani, abbiamo fatto venire alcuni esuli tibetani a Perugia, prima ad una conferenza stampa in Regione e poi per una partita di solidarietà alla Pallotta.

Mi aspettavo che gente della nostra "area" (che poi facciamo parte di un grande universo e noi siamo in pianeti magari distanti anni luce..non so se ho reso il paragone) potesse interessarsi non solo alle proprie battaglie, come quella che avete intrapreso per il popolo Karen, ma per le battaglie di tutti i popoli repressi dai regimi autoritari socialisti.

Così ci è dispiaciuto molto che nessuno dei difensori del popolo karen si sia preso la briga di venire ad ascoltare la testimonianza di un altro popolo, quello tibetano: è stato veramente un bel momento di raccoglimento, solidarietà e informazione su ciò che sta accadendo in Cina, su come trattano la popolazione di etnia tibetana e come è possibile contrastare l'omertà internazionale sul tema Tibet.

Che dire, forse avete perso una occasione: però volevo sapere da te se sapevi di questa iniziativa (pubblicizzata su giornali, qui sul forum ecc.) e sul perchè non ve ne siete interessati, fermo restando che noi abbiamo invitato TUTTI a partecipare anche solo per ascoltare chi ha subito queste violenze, senza ovviamente badare al colore politico, visto che qui non conta più la politica ma la solidarietà verso un popolo. Questo è quanto.

Grazie in anticipo per la risposta.

Sinceramente quando avete fatto l’iniziativa sul Tibet né ero a Perugia né sapevo nulla. Ho saputo poi tramite internet o tramite un quotidiano locale della cosa.

Noi già da tempo avevamo fatto un comunicato sul perché bisognava essere dalla parte dei tibetani, te lo copio qua:

Il perché sostenere la lotta dei Tibetani

Le rivolte dei monaci e della popolazione scoppiate nel mese di marzo hanno riportato sulla ribalta mediatica la situazione tibetana. L'irrisolta questione dell'oppressione cinese sul Tibet si ripresenta, così, in un momento storico particolare, che vede la Cina imporsi sempre di più come potenza economico finanziaria e si appresta ad ospitare un importantissimo evento che la porrà al centro dell'attenzione mediatica mondiale, i Giochi Olimpici.
In questo contesto prendono forza le tesi di chi vede i moti anticinesi e le relative prese di posizione occidentali come le mosse di quella strategia messa in atto dagli Stati Uniti e dagli organismi sovranazionali del mondialismo al fine di perseguire i propri scopi geopolitici, economici e strategici.
Tale strategia è del resto abbastanza chiara e in atto da tempo, e recentemente ne abbiamo avuto assaggio con le "rivoluzioni arancioni" nell'ex Unione Sovietica, e in Kosovo, nel cuore dell'Europa.
E' innegabile quindi che le spinte autonomiste, in determinate zone strategiche del globo, vengano all'occorenza incoraggiate e strumentalizzate dalla lobby mondialista per trarne vantaggio.
Si potrebbe ben supporre che anche nel caso del Tibet un meccanismo di questo tipo si sia messo in moto, vista anche l'esposizione mediatica che gli ultimi avvenimenti hanno avuto e il verificarsi degli stessi proprio alla vigilia di un avvenimento importante, per la Cina e non solo, come le Olimpiadi.
Preso atto di ciò, noi riteniamo comunque sacrosanto il diritto del Popolo Tibetano a lottare per il proprio paese e le proprie radici.
Esistono certo, come abbiamo detto, interessi occidentali nella regione, ma non dobbiamo dimenticare che il Tibet è già sotto una dominazione imperialista, quella della potenza cinese, la quale, è innegabile, ha portato avanti una politica di annientamento delle millenarie tradizioni del popolo tibetano.
Oltretutto, se è vero che esistono conflitti geopolitici, è altrettanto vero che la Cina fa parte orami a pieno titolo del progetto mondialista, con il suo enorme bacino economico, industriale e finanziario che la lega a doppio filo all'economia statunitense.
Sarebbe quindi insensato in questo caso schierarsi dalla parte della Cina in contrapposizione agli interessi americani, negando la legittimità delle istanze del Popolo Tibetano, quando sappiamo bene che ambedue le potenze perseguono il medesimo progetto globalizzante. Quel progetto mondialista che ha fra i suoi fini anche quello della distruzione delle società Tradizionali.
Soprattutto, riteniamo sacro il diritto dei popoli a lottare per la propria terra, le proprie radici e le propria Tradizione.
In questo senso quindi riteniamo doveroso sostenere la lotta dei tibetani volta a recuperare la loro sovranità, la loro indipendenza e le loro millenarie tradizioni.
Sostegno al popolo Tibetano, quindi, ma senza cadere nella propaganda occidentale, e consci che il legame dei popoli con le proprie radici sia un punto irrinunciabile nella lotta al mondialismo.

Associazione Culturale Tyr Perugia


Per quanto riguarda il Popolo Karen in città abbiamo fatto due iniziative, la prima, molto interessante è stata la presentazione della Comunità Solidarista Popoli che dal 2001 porta aiuto concreto (scuole e cliniche mobili) nella ex-Birmania. Alla conferenza, con una mostra fotografica, delle proiezioni video e una testimonianza di chi ogni anno si reca la per dare aiuto ai Karen hanno partecipato una quarantina di persone. Successivamente è stata fatta una cena di raccolta fondi e anche qui la presenza non è stata male. Inoltre alla Festa degli Italiani al lago trasimeno – che doveva essere una festa per tutta l’ ”area” (come la chiami te) – avevamo un nostro banchetto informativo.

A tutte le iniziative hanno partecipato persone attive della tua parte politica e con alcuni si è parlato di un interessante discorso che nel tempo potrà magari avere un seguito.

Noi però, al contrario di voi, possiamo pubblicizzare le nostre iniziative solo tramite internet, volantinaggi e affissioni e ti assicuro che questo è stato fatto al meglio.

Tornando ad ora, stiamo organizzando di nuovo un’iniziativa a Perugia, appena i dettagli saranno completi sarai subito informato e sarò ben lieto di avere la tua presenza.

TyrMask (POL)
23-10-08, 19:40
Concludo nel sottolineare che ogni nostra iniziativa è aperta a TUTTI... gli UOMINI LIBERI.

ilGladiatore (POL)
24-10-08, 09:50
Ci sto. Io dal lunedì al venerdì dopo le 6:30 sono libero. Altrimenti nei weekend.

Comunque anche il prossimo anno organizzeremo un'altra giornata a Perugia interamente dedicata al Tibet, vi faremo sapere.

ps: sono un uomo libero ;)

Massimo Piacere
24-10-08, 10:47
Libero Tibet In Libera Cina!

TyrMask (POL)
24-10-08, 14:16
Libero Tibet In Libera Cina!

Non è da legge le stronzate degli eurasisti su ste cose!

Massimo Piacere
24-10-08, 21:39
e chi cazzo li legge?
E' l'cervello mio che frulla!

TyrMask (POL)
26-10-08, 12:03
BILANCIO MOLTO POSITIVO DELLA MANIFESTAZIONE DEL 24 OTTOBRE.
La manifestazione svoltasi a Roma, davanti all'Altare della Patria, venerdì 24 ottobre, ci ha permesso di portare a conoscenza di un vasto pubblico la situazione della regione Karen in questi giorni di offensiva militare birmana. I numerosi ragazzi che hanno distribuito volantini, sventolato bandiere e esposto diversi striscioni che chiedevano libertà per i Karen e denunciavano le politiche mondialiste che fanno affari sul sangue dei popoli, hanno attirato l'attenzione del TG2, che nella edizione delle 20.30 ha trasmesso un accurato servizio sulla vicenda birmana e sulle necessità della resistenza patriottica Karen. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta ufficialmente in Campidoglio, e qui ha potuto esporre una serie di urgenti richieste affinché la lotta per la libertà dei Karen non venga soffocata nel sangue e nel silenzio. Vi aggiorneremo sugli sviluppi che siamo certi ci saranno a seguito di questo incontro con importanti rappresentanti dell'amministrazione romana.

Il volantino distribuito alla manifestazione riportava il seguente testo:

BIRMANIA: ADESSO BASTA !

Li avete accusati di trafficare in droga, di reprimere con la violenza i movimenti politici che chiedono maggiore libertà, di perseguitare i monaci buddhisti che osano schierarsi dalla parte del popolo, di praticare la pulizia etnica e lo stupro sistematico nei confronti delle minoranze. Avete organizzato manifestazioni per denunciarne le pratiche brutali di tortura, per chiedere la solidarietà dell'opinione pubblica nei confronti dei dissidenti che subiscono persecuzioni intollerabili. Avete denunciato il criminale comportamento tenuto durante la sciagura del ciclone che la scorsa primavera ha provocato decine di migliaia di vittime alle quali le autorità non hanno fatto giungere gli aiuti necessari.

COSA AVETE OTTENUTO?

Nulla. In queste ore i generali narcotrafficanti al potere in Birmania hanno lanciato una offensiva militare nelle regioni dell'est, abitate dal popolo Karen. Infischiandosene ovviamente delle generiche e timide denunce degli organismi internazionali la soldataglia brucia i campi coltivati e i villaggi dei Karen, etnia di 5 milioni di persone. I civili vengono utilizzati come scudi umani, e migliaia di essi sono già stati deportati verso "aree di reinsediamento", vere e proprie riserve in cui vivranno sotto il tallone brutale della giunta militare. Nell'offensiva sono state coinvolte anche cliniche mediche e scuole create da organizzazioni umanitarie italiane, unica speranza per la gente bisognosa di indispensabili servizi di assistenza.

FATE SEGUIRE ALLE PAROLE I FATTI

Uomini del governo, politici, amministratori. Volete veramente fermare il cammino della giunta militare birmana ? Volete dimostrarci che le vostre parole d'ordine contro il traffico internazionale di stupefacenti non sono soltanto truffaldini slogan elettorali ? Volete provare che credete nel vero diritto di autodeterminazione dei popoli, e non soltanto in quello di comodo propagandato con successo dalle mafie del Kosovo ? Prendete una netta posizione a sostegno del Popolo Karen e delle sue istanze di libertà. Aiutateli concretamente affinché possano resistere alla pulizia etnica. I Karen combattono con coraggio contro la produzione e il commercio di eroina e di anfetamine, piaghe della nostra società. Difendono i loro figli dal laido mercato dello sfruttamento sessuale. Chiedono soltanto di essere rispettati nella loro
terra, dalla quale non vogliono emigrare. Ma non possono più aspettare. In queste ore si gioca il destino di 5 milioni di persone.

La Comunità Solidarista Popoli ringrazia tutti gli amici che si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione, ringrazia chi era presente fisicamente e in spirito, chi ha preparato striscioni e vessilli, chi li ha tenuti in alto, per dare visibilità alla lotta di un popolo in guerra contro le logiche mondialiste che vorrebbero un pianeta omologato, in mano a finanzieri, ad organizzazioni criminali e ad entità
apolidi dalla spiccata vocazione per l'usura e la speculazione. La nostra Patria è laddove si combatte per la nostra idea!

www.comunitapopoli.org (http://www.comunitapopoli.org/)

http://www.comunitapopoli.org/images/Manifestazione%20Roma%2024%20ottobre.jpg (http://www.comunitapopoli.org/images/Manifestazione%20Roma%2024%20ottobre.jpg)

Massimo Piacere
26-10-08, 12:47
ho visto il servizio sul tg2

TyrMask (POL)
26-10-08, 12:58
ho visto il servizio sul tg2


Per chi non l'avesse visto:

http://it.youtube.com/watch?v=mQAUOxsQXeA

TyrMask (POL)
01-11-08, 17:21
AIUTIAMO IL POPOLO KAREN - SOSTENIAMO POPOLI. (http://controventopg.splinder.com/post/18912342/AIUTIAMO+IL+POPOLO+KAREN+-+SOS)

Il campo Kler Law Seh in mani birmane. La clinica Carlo Terracciano sarà costruita altrove.

http://www.comunitapopoli.org/images/Capitano%20Karen.jpg (http://www.comunitapopoli.org/images/Capitano%20Karen.jpg)

La 3° compagnia rompe l'accerchiamento. Il campo di Kler Law Seh cade nelle mani dei birmani e dei partigiani filogovernativi.
La clinica Carlo Terracciano verrà ricostruita altrove.

31 ottobre 2008. Dopo cinque ore di intenso combattimento quasi tutti gli uomini della 3° compagnia del 201° battaglione Karen sono riusciti a lasciare il campo di Kler Law Seh, rompendo l'accerchiamento delle truppe birmane e delle bande partigiane al soldo di Rangoon. Isolati dal resto dei reparti dell'Esercito di Liberazione Nazionale, a corto di munizioni e senza più alcuna speranza di ottenere rifornimenti, i giovani soldati Karen si sono fatti strada attaccando proprio il settore tenuto dai miliziani del DKBA. Numerose le perdite tra i partigiani, mentre l'esercito patriottico conta per il momento soltanto tre dispersi. La clinica Carlo Terracciano, che dall'inizio del 2007 ha garantito assistenza sanitaria a migliaia di abitanti del distretto di Dooplaya, è caduta definitivamente nelle mani dei collaborazionisti. Come già avevamo detto, ricostruiremo ciò che le forze di occupazione vorranno distruggere. Non riusciranno a piegare un Popolo che da sessant'anni dimostra con i fatti di credere profondamente alle parole d'ordine che si è dato. Una nota di tristezza scende su tutti noi che abbiamo a cuore le sorti della rivoluzione Karen e le speranze di libertà di questi leali e coraggiosi amici. Per anni abbiamo visitato i villaggi che ora conoscono l'occupazione birmana. Due delle scuole di Popoli erano lì. Ripensiamo ai tanti visi sorridenti che ci davano il benvenuto quando i nostri medici e i nostri infermieri arrivavano nei templi buddisti, trasformati per l'occasione in ambulatori per centinaia di disciplinati pazienti. Il Colonnello Nerdah Mya, che sta ora cercando di far ricongiungere i suoi soldati alle truppe di stanza a Boe Wae Hta (probabile prossimo obiettivo dell..avanzata birmana), ci ha contattati, ringraziandoci per aver tentato nei giorni scorsi di attirare l..attenzione della pubblica opinione e del mondo politico sulla grave situazione in cui versa il suo popolo. “Oggi abbiamo perduto una battaglia” - ha dichiarato Nerdah - “come molte volte è successo in tanti anni di guerra soltanto perché i nostri ragazzi non avevano sufficienti risorse. Ma siamo ancora qui, sulla nostra terra. Pronti come sempre a rialzarci in piedi di fronte all'invasore.”..

www.comunitapopoli.org (http://www.comunitapopoli.org/)

TyrMask (POL)
29-01-09, 18:31
“Popoli” in lotta! (http://controventopg.splinder.com/post/19708812/%E2%80%9CPopoli%E2%80%9D+in+lotta%21)

http://img441.imageshack.us/img441/4641/restyling2020popoli20coew0.jpg

“Popoli” in lotta!
Di Anna Le Rose per Novopress (http://it.novopress.info/?p=11046#more-11046)

Nella palude che tenta di soffocarci esistono ancora personalità e soprattutto persone capaci di lottare e di tramutare le parole in Azione contro i mostri del Mondialismo e della Globalizzazione. Questo è l’esempio della Comunità Solidarista Popoli, che attraverso le parole del suo infaticabile presidente, Franco Nerozzi, ci ha raccontato la sua storia e i suoi progetti.

Prima di partire con la nostra chiacchierata, voglio ringraziarti Franco per aver concesso a Novopress questo spazio. Inizio subito chiedendoti, soprattutto per chi ancora non conoscesse questa realtà, come, quando, da quali presupposti e con che finalità nasce la Comunità Solidarista Popoli…

Sono io a ringraziarvi per l’opportunità che ci date. Far conoscere “Popoli” è per noi di vitale importanza. Per venire alla tua domanda: la nostra Comunità nasce da un gruppo di vecchi (anzi devo dire vecchissimi) amici che un giorno decidono di passare dalle chiacchiere e dalle sterili invettive (contro la società malata di egoismo, contro il mondialismo e i suoi servitori, contro l’edonismo imperante in un sistema votato alla religione del denaro e della futilità) ai fatti. Questi amici, in breve, pensano che potrebbe avere più senso mettersi fisicamente a disposizione di chi, senza magari aver letto nemmeno un testo dotto in vita sua, incarna di fatto la lotta al sistema mondialista.

Quali sono attualmente i Paesi in cui Popoli porta avanti la sua missione e perché avete scelto proprio questi?

Al momento siamo attivi in prima persona soltanto in Birmania, nello stato Karen, mentre abbiamo un progetto ancora in fase di ideazione in Afghanistan (Valle del Panjshir). Poi abbiamo iniziato dei sopralluoghi in Libano, per iniziare una attività a favore dei profughi palestinesi nel sud del Paese. Per finire, stiamo raccogliendo fondi da destinare alla popolazione di Gaza, vittima dei bombardamenti sionisti.
Abbiamo scelto queste realtà perché tra i principi ispiratori della nostra azione c’è quello della difesa dell’Identità. In Birmania i Karen lottano per mantenere la propria specificità a fronte del tentativo di sterminio condotto nei loro confronti dal regime di Rangoon. Nel Panjshir vivono la famiglia e i mujaheddin del Comandante Massoud, che si sono sacrificati per la libertà dell’Afghanistan, prima contro l’imperialismo sovietico, poi contro il tentativo Talebano di imporre una visione dell’Islam che non è quella tradizionale afgana. Opponendosi ai Talebani, va ricordato che Massoud bloccava anche i progetti del Dipartimento di Stato USA, che puntava sulla “normalizzazione” del Paese da parte degli uomini del Mullah Omar, allo scopo di consegnare alle multinazionali statunitensi importanti contratti legati allo sfruttamento delle risorse energetiche dell’area. I più stretti collaboratori del Comandante sostengono che ad armare la mano degli arabi che hanno assassinato Massoud siano stati i servizi americani, poiché avevano ricevuto da Massoud la dichiarazione della sua totale opposizione ad un intervento statunitense in Afghanistan. Per quanto riguarda i progetti in Libano e Palestina possiamo dire che soltanto chi è al servizio degli interessi sionisti può negare che la lotta per l’autodeterminazione dei Palestinesi sia sacrosanta. E che le vere vittime della questione mediorientale siano le popolazioni che vedono negato il diritto a vivere dignitosamente sulla loro terra.

Le missioni della Comunità sono tutt’altro che facili. Quali sono le difficoltà maggiori che s’incontrano?

Le missioni in territorio Karen presentano molteplici difficoltà. La prima è senza dubbio quella relativa alla sicurezza. I volontari che entrano a Kawthoolei (lo stato Karen) lo fanno clandestinamente. Sono considerati dalle autorità birmane dei “terroristi”, poiché agiscono in zone in cui è attiva la resistenza. Sono così esposti ai pericoli che esistono in una regione in guerra, in cui sono frequenti gli attacchi improvvisi da parte delle truppe governative contro i villaggi Karen. Ci si deve muovere sempre con la protezione dei guerriglieri, che cercano di garantire la sicurezza, almeno temporanea, durante le visite dei nostri medici alla popolazione dei villaggi e ai profughi nascosti nella giungla. Ci sono poi aspetti che definirei “minori”, riguardanti una certa scomodità della vita oltre confine, a cui non siamo molto abituati, noi “animali borghesi” che nelle nostre case abbiamo tutto a disposizione. Ma l’aspetto forse più difficile della nostra attività è quello relativo alla sostenibilità dei progetti che intraprendiamo. Mi spiego: dal 2001 i nostri progetti (costruzione e gestione di cliniche e di scuole, training al personale medico, costruzione di villaggi agricoli per i profughi che rientrano in Patria) proseguono senza sosta. Da questo punto di vista siamo molto soddisfatti, e i Karen ci considerano ormai una presenza indispensabile nel distretto in cui operiamo. Al tempo stesso però, a causa delle offensive birmane, siamo di tanto in tanto costretti a muovere le cliniche e le scuole (di fatto a spostare in aree più sicure farmaci, strumenti, pazienti e insegnanti). Questo potrebbe dare l’idea di una certa precarietà. Di fatto si tratta soltanto di essere flessibili operativamente, veloci nelle decisioni da prendere, e disponibili a seguire i consigli di chi vive quotidianamente in questo stato di guerra.

Viviamo in un mondo sopraffatto da un business apolide, narcomafie in continuo incremento, politiche assassine prive di scrupoli dove a dettare la trama dell’esistenza sono i mostri del Mondialismo e della Globalizzazione. La Comunità ha l’opportunità di osservare da un punto di vista quasi privilegiato gli effetti devastanti di tutto ciò in Paesi dove oltre a quest’aggressione è molto forte la resistenza ad essa. In Italia, come in tutto l’Occidente d’altra parte, esiste invece un’accettazione passiva e forse anche incentivante verso questi mostri. Cosa pensi a tal proposito?

Penso che ci sia un atteggiamento rassegnato di fronte a questa offensiva mondialista che hai ben descritto. Qui da noi si dà per scontato che il mondo sarà questo, e che non ci sia nulla da fare. A molti va bene così, sia chiaro. Andate un po’ a chiedere in giro, soprattutto alle nuove generazioni, quali sono le principali esigenze dell’ uomo globalizzato. Pensate che vi rispondano “la sopravvivenza della nostra cultura” ? Oppure “giustizia sociale” ? O ancora “la difesa delle nostra tradizioni” ? Fatta eccezione per alcuni ambienti che ritengo “sani” intellettualmente e spiritualmente, il resto della società globalizzata pone al primo posto della sua lista della spesa disvalori che ci sono stati imposti dalle volpi del mondialismo. E dobbiamo fare attenzione ad una cosa: proprio in quelle realtà in cui la resistenza al mondialismo è più accesa, l’attacco verrà portato con scientifica efficacia. Il caso più concreto che posso portare è quello che conosciamo in prima persona. La lotta dei Karen non si basa sullo studio di testi di approfondimento politico sull’autodeterminazione dei popoli, o sulla lettura delle opere di Evola. La lotta dei Karen è piuttosto primitiva dal punto di vista politico. E’ una resistenza naturale e spontanea ad una aggressione brutale condotta dal regime militare birmano. Il problema è che chi vuol trarre vantaggi economici dal sangue dei popoli è solitamente qualcuno che ha studiato nelle migliori facoltà del mondo i sistemi per raggiungere questo scopo. Vengono quindi utilizzati tutti gli stratagemmi possibili al fine di eliminare gli ostacoli che incontrano sulla loro strada.
Ecco che allora concetti come “identità” e “tradizione” vanno minati, privati di significato. Al loro posto si introducono parole d’ordine come “benessere”, “democrazia”, “partecipazione”. In pratica, chi sta facendo affari con un regime che garantisce miseria alla sua gente e impedisce qualsiasi confronto democratico e qualsiasi partecipazione, al tempo stesso lavora per indebolire la resistenza spontanea di chi desidera esclusivamente continuare a parlare la propria lingua, seguire le proprie tradizioni, coltivare la propria terra e difenderla dallo stupro delle multinazionali.
Il miraggio di una nuova Birmania, retta dal rassicurante sorriso di Aung San Suu Kyi, protetta dalle grandi democrazie occidentali, sembra tanto uno specchietto per le allodole, utilizzato per favorire l’affermazione di forze politiche birmane che un giorno continueranno a concedere alle multinazionali ciò che già i generali narcotrafficanti garantiscono al momento.
Nei campi profughi Karen inoltre, assistiamo ogni giorno all’emorragia di questo popolo. Organizzazioni occidentali favoriscono l’emigrazione dei giovani verso paesi “ricchi”, prospettando loro una vita in pace, agiata e piena di divertimenti.
I leader Karen sembrano incapaci di contrastare questo flusso migratorio, che porta fatalmente alla morte di ogni speranza di autodeterminazione.
La parte più “resistente” è ovviamente quella militare, quella che fa capo a comandanti come Nerdah Mya: chi è sul campo di battaglia ogni giorno, chi sta a contatto con la popolazione oppressa, chi non è “contaminato” dalle lusinghe e dalle mollezze della vita in esilio, ha ben presente quale sia la via da percorrere. Difendere il territorio, difendere la gente che ci vive, respingere il nemico, ottenere libertà. Infischiarsene di quello che si sta escogitando a Londra o a Washington. Infischiarsene di ciò che accadrà a Rangoon. Per i comandanti militari più lungimiranti, il messaggio da dare è chiaro. I Karen non saranno sudditi ne’ dei Generali, ne’ delle future oligarchie politiche. Mi pare una ottima sintesi del concetto di lotta al mondialismo.

Identità e Tradizione contraddistinguono l’operato di Popoli. Osservando la nostra situazione sembra quasi un’utopia il recupero di tali punti di riferimento, ma forse proprio grazie all’esempio di popoli come quelli a cui la Comunità offre il suo sostegno, possiamo sperare in una riflessione che porti linfa e stimoli alla condizione occidentale. Credi che questo esempio concreto possa essere sprone per le nostre generazioni e coadiuvante di secoli di letteratura “d’area” che, ora più che mai, ha bisogno di essere accompagnata dall’azione?

Spero proprio di si, anche se il contesto in cui viviamo rende difficile la ricezione di questi messaggi. Se viene spacciata per vita reale quella infame paccottiglia di idiozie che esce dai mezzi di comunicazione tutti i giorni, è facile che molti resteranno insensibili di fronte a situazioni in cui è in gioco la vita e la dignità di milioni di persone. Insomma, chi freme e si dispera per le facili lacrime che Maria De Filippi ci propina dal teleschermo non potrà mai sintonizzarsi sull’onda di chi vuol fare dell’azione il naturale sbocco di spinte ideali di un certo livello. Per quanto riguarda “l’area”, va detto che sicuramente quel contesto offre un terreno molto fertile. Abbiamo avuto delle risposte di grande generosità. Giovani che sono partiti con noi e che poi, ed è questa credimi la parte più difficile dell’impegno con “Popoli”, si sono sacrificati per il duro, ma indispensabile lavoro di raccolta fondi e di propaganda. E meno giovani, che hanno ritrovato nel lavoro con la Comunità Solidarista quell’entusiasmo che anni di delusioni politiche avevano soffocato.
Se posso fare anche un appunto però, e credo che sia giusto essere chiari e sinceri proprio con quelli che crediamo amici o fratelli, bisogna dire che un po’ di retorica in meno e un po’ di concretezza in più, porterebbe a risultati straordinari. Riceviamo spesso messaggi di solidarietà che sembrano usciti dalla penna di Starace: e magari a queste ridondanti parole che ricordano il ventennio non fa seguito alcun sostegno “concreto”. I Karen, o i Palestinesi hanno bisogno di mangiare e di curarsi, per sopravvivere e resistere. Gli slogan alla “Credere. Obbedire. Combattere. “ non sono sufficienti.

Negli ultimi giorni ha suscitato interesse il tuo articolo provocatorio “Perché stiamo con Israele”. Raccontaci qualcosa in merito…

Una semplice (anche semplicistica, va ammesso) e immediata reazione ad una dichiarazione di Gasparri che in televisione lanciava un appello affinché si ponesse fine al “massacro dei bambini israeliani”. Direi che con un ispiratore di così grande talento l’articolo poteva già considerarsi fatto.
La cosa più sconcertante è che qualcuno mi ha scritto per dirmi che finalmente avevo messo la testa a posto e riconoscevo le ragioni di Israele. E non scherzava…

Rimanendo sull’argomento, l’Italia come sta accogliendo la campagna di sostegno per la popolazione palestinese della striscia di Gaza?

Risposta immediata da numerosissimi gruppi che si sono attivati, con “Popoli” e con “ Soccorso Sociale” con volantinaggi e raccolte fondi. E’ presto per dire quanto in concreto potremo offrire alla popolazione di Gaza. Ma siamo fiduciosi.

Approfitto di questa occasione per soddisfare una curiosità sulla quale probabilmente molti avranno riflettuto: data la natura della Comunità, ovvero la non appartenenza a quella cerchia di associazioni pubblicamente antifasciste ad esempio, come sono i rapporti con le altre realtà associazionistiche di aiuto umanitario e con le istituzioni?

Mettiamola così: chi ci conosce personalmente e chi vede quello che facciamo ci rispetta al di là delle differenze ideologiche, se di questo ha ancora senso parlare. Le istituzioni hanno per fortuna un approccio tecnico nei nostri confronti: valutano la bontà del progetto sottoposto. E rispondono di conseguenza, anche se (non siamo nati ieri) alcune amministrazioni tendono ad ascoltare con più disponibilità chi è considerato politicamente “vicino” ad esse.
Grandi organizzazioni umanitarie, inequivocabilmente schierate a sinistra, non hanno alcun interesse a mischiarsi con noi. E’ un peccato. In fondo non credo che i profughi Karen, se riusciranno a non morire perché riceveranno le nostre cure, saranno un domani elettori di Berlusconi. Una cosa ci tengo a specificare: “Popoli” non è antifascista, e quindi non è una organizzazione “di destra”.

Progetti futuri della Comunità?

In un blog che degli amici mi hanno segnalato, alcuni zelanti difensori dell’ortodossia mondialista (sedicenti antifascisti che passano le giornate a guardare cosa fanno i “mostri” in camicia nera e a proseguire l’opera di delazione inaugurata dagli sciacalli molti anni fa), ho trovato che “Popoli” starebbe costruendo in Birmania villaggi “etnicamente puri”, una sorta di laboratori in cui preservare la purezza della razza Karen . A parte il fatto che su questo argomento potrebbero chiedere informazioni al partigiano Giorgio Bocca, solitamente non perdo tempo con le chiacchiere postate sui blog da onanisti che si nascondono dietro l’anonimato. Ma questa volta credo che la cosa meriti un minuto. La dice lunga su come venga sempre rovesciata la frittata: il progetto di “Popoli” è quello di continuare a costruire villaggi per dare rifugio e possibilità di rendersi autosufficienti dal punto di vista alimentare alle vittime di una pulizia etnica. Per questi perditempo che sono già diventati ciechi insistendo con certe pratiche di autoerotismo, la nostra è un’ operazione di chiara matrice razzista. I commenti li lascio a voi…

Prima di concludere… C’è un messaggio che vorresti lasciare a chi ci legge? Soprattutto ai giovani che più degli altri hanno la possibilità e il dovere di agire…

Vorrei solo ricordare che da qualche giorno sulla testa del Comandante Karen Nerdah Mya, è stata posta una grossa taglia da parte dei narcotrafficanti che agiscono lungo il confine birmano-thailandese. Lottare onestamente e con dedizione per una causa significa rischio, fatica, privazioni e sacrifici. Chi vive in contesti meno problematici e dichiara di avere certi ideali ha il dovere, come hai giustamente detto tu, di agire. Non importa se lo fa aiutando “Popoli” o altre realtà dell’universo solidaristico che “l’area” ha espresso. Si lavora tutti per lo stesso obiettivo. L’importante è non mollare mai chi sta in prima linea.

Salutandoti e ringraziandoti ancora ti lascio lo spazio per fornire le informazioni necessarie per sostenere Popoli…

Tutti possono sostenere Popoli, organizzando manifestazioni di raccolta fondi (cene, concerti, incontri sportivi ecc.), oppure versando offerte tramite i nostri conti correnti.
Quello postale è il n° 27183326
Quello bancario, codice iban n° IT19R0518811703000000057192
Di grande, grandissimo aiuto è destinare e far destinare al maggior numero di conoscenti il 5 x 1000 della dichiarazione dei redditi. Come sappiamo non costa nulla, sono cifre già versate all’ufficio delle entrate, e vanno semplicemente assegnate a “Popoli” indicando negli appositi moduli il codice n° 03119750234
Ti ringrazio a nome della Comunità Solidarista per questa intervista e per lo spazio che ci avete concesso.

TyrMask (POL)
29-01-09, 18:32
http://www.ladestra.info/public/wordpress/wp-content/uploads/2008/12/copertina-karen-fronte-300.jpg (http://www.ladestra.info/public/wordpress/wp-content/uploads/2008/12/copertina-karen-fronte-300.jpg)

Un Popolo in lotta
Il libro, redatto in collaborazione con l’Associazione “Popoli”, nasce con lo scopo di essere un’agile guida divulgativa - l’unica in italiano - e uno strumento di massima diffusione sulla tragica situazione del popolo Karen.
L’intero ricavato sarà naturalmente devoluto al progetto “Terra e Identità”, la cui seconda fase sarà avviata la prossima primavera.

DISPONIBILE A PERUGIA, 10 €
Info: controventopg@libero.it