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Visualizza Versione Completa : Il contributo Veneto all'Unità d'Italia



Miles
05-05-10, 13:42
Un interessante lavoro, snello, agevole , documentatissimo, referenziato.

"Finchè Venezia salva non sia": garibaldini e garibaldinismo in Veneto (1848-1866)"

http://paduaresearch.cab.unipd.it/1588/1/Tesi_Angela.pdf

Maria Vittoria
05-05-10, 14:36
Molto interessante.

Vi si delinea il ritratto di generazioni animate da una forte idealità per valori come la relazione tra la famiglia (padre-madre-figli) & il territorio italiano: entrambe realtà di primaria importanza nell'autocoscienza risorgimentale.
L'identità personale mi sembra risulti profondamente caratterizzata sia dall'ambiente familiare che geografico (vissuto fino all'adolescenza): fa pensare al motto risorgimental-romantico "meglio poveri qui che ricchi altrove"

:chefico:

... a te cos'ha colpito di più i questa bella Tesi?

Miles
05-05-10, 14:45
... a te cos'ha colpito di più i questa bella Tesi?

L'analisi del dato che la coscienza nazionale risorgimentale/unificatrice non è stata tanto o solo patrimonio di giovani idealisti ma anche di persone che per pura analisi pragmatica costo/benefici hanno ritenuto migliore il progetto unificatore rispetto alla situazione preesistente. Toglie forse un poco di alone mitico, ma prospetta meglio l'idea di Risorgimento come processo necessario e obbligatorio per la creazione di uno strumento politico capace di vincere le sfide con i paesi confinanti (siam calpesti e derisi, perchè siam divisi) , oltre al fatto che comunque tale sentimento nazionale non era appannaggio di pochi nicchie sociali, ma un sentimento comune più che diffuso in quei ceti che avevano raggiunto un certo grado di autocoscienza

Da Veneto poi , si toglie in maniera netta quell'alone di terra Veneta covo di sonnolenti fessacchiotti o austriacanti part time, analisi la seconda ultimamente in voga tra padanisti (così furbi che in nome della libbbbertà rimpiangono un padrone che prese a cannonate la propria città)

In fine un ricchissimo patrimonio di citazioni, motti, canzoni dell'epoca. Spesso rendono meglio l'idea di un sentimento rispetto a tante considerazioni post factum

Maria Vittoria
05-05-10, 15:06
L'analisi del dato che la coscienza nazionale risorgimentale/unificatrice non è stata tanto o solo patrimonio di giovani idealisti ma anche di persone che per pura analisi pragmatica costo/benefici hanno ritenuto migliore il progetto unificatore rispetto alla situazione preesistente. Toglie forse un poco di alone mitico, ma prospetta meglio l'idea di Risorgimento come processo necessario e obbligatorio per la creazione di uno strumento politico capace di vincere le sfide con i paesi confinanti (siam calpesti e derisi, perchè siam divisi) , oltre al fatto che comunque tale sentimento nazionale non era appannaggio di pochi nicchie sociali, ma un sentimento comune più che diffuso in quei ceti che avevano raggiunto un certo grado di autocoscienza

Da Veneto poi , si toglie in maniera netta quell'alone di terra Veneta covo di sonnolenti fessacchiotti o austriacanti part time, analisi la seconda ultimamente in voga tra padanisti (così furbi che in nome della libbbbertà rimpiangono un padrone che prese a cannonate la propria città)

In fine un ricchissimo patrimonio di citazioni, motti, canzoni dell'epoca. Spesso rendono meglio l'idea di un sentimento rispetto a tante considerazioni post factum


Concordo.

Penso anche che l'autocoscienza necessaria per realizzare una democrazia debba passare per la formazione dello Stato - unico livello che garantisce da sudditanze ancora possibili a livello regionale -. Nel caso dell'Italia la realtà geografica e linguistica è stata antecedente alla maturità politica, ma ci stiamo lavorando

Maria Vittoria
05-05-10, 15:32
I tuoi antenati invece ancor più furbi da cambiare un dominatore (Asburgo), con un altro (Savoia).

Come dissi in passato.....contenti voi. (se la dinamica ti piace io non ti contesto di certo).


Solo in seguito al Trattato di Torino del 1860 il Ducato di Savoia e la Contea di Nizza vennero ceduti alla Francia.

Entrambe le regioni per centinaia d'anni avevano fatto parte dello Stato Sabaudo, condividendo con il Piemonte e la Sardegna sentimenti di fratellanza che spinsero tanti di loro a sacrificare la vita per compiere l'unità d'Italia.

Pace ai morti & onore ai martiri per la libertà d'Italia!

Druso
05-05-10, 15:34
l punto è un altro (è non è affatto una provocazione). Il fatto è che tu (ed altri) usi la denominazione di "dominatore" per taluni......e NON la usi per altri ! (quando invece oggettivamente sono tutti sullo stesso piano).

Il fatto che i Savoia si siano mascherati dietro un tricolore (per ingannare i "patrioti in buona fede" tuoi pari) e si siano fatti chiamare "italiani" (per ingraziarsi i popoli che stavano per invadere, ottenendo un collaborazionismo efficace) , non cambia la loro natura.
Erano come i Borboni o gli Asburgo (ne più ne meno). Sono stati più astuti, ad utilizzare e servirsi degli "italianisti in buona fede" per espandersi meglio).

Un po come se IO (governante sabaudo) mi dimostrassi interessato al problema dell'Istria (pur non fregandomene nulla), facessi MIA tale causadichiarandomi irredentista, ed in questo modo ottengo l'appoggio incondizionato di gente come te (col risultato che in questo modo li posso sfruttare a dovere per i miei scopi, facendo leva sulla loro emotività).


(guarda in questo momento, come veid, non sto affatto osannando i Savoia.....anzi faccio "autocritica")

Di solito il ''dominatore'' non fa entrare nel nuovo governo chi ha appena conquistato nel giro di qualche giorno, eh.
La tua teoria (che poi non è tua, l'hai presa paro paro da Prinz) è quindi sballata.

Miles
05-05-10, 15:38
Di solito il ''dominatore'' non fa entrare nel nuovo governo chi ha appena conquistato nel giro di qualche giorno, eh.
La tua teoria (che poi non è tua, l'hai presa paro paro da Prinz) è quindi sballata.

Concordo.
Si confondono le realtà storiche (processo pressochè immediato di integrazione di tutte le elites lungo lo stivale) con le fantasie di qualche utente.

Mc Queen
05-05-10, 15:45
Concordo.
Si confondono le realtà storiche (processo pressochè immediato di integrazione di tutte le elites lungo lo stivale) con le fantasie di qualche utente.


Ma ragazzo mio......il fare entrare le Elites è proprio PARTE di questo gioco.

Il nuovo dominatore ha permesso alle elites di entrare subito al governo, in cambio del loro appoggio (lasciare le porte aperte alle truppe sabaude e sostenerle).

Ok, diciamo che è stata una dominzione più intelligente, rispetto alle altre (come ho detto......più astuta). Si è venuti a patti con le popolazioni "indigene" anzichè sopprimerle.

Maria Vittoria
05-05-10, 15:53
Solo in seguito al Trattato di Torino del 1860 il Ducato di Savoia e la Contea di Nizza vennero ceduti alla Francia.

Entrambe le regioni per centinaia d'anni avevano fatto parte dello Stato Sabaudo, condividendo con il Piemonte e la Sardegna sentimenti di fratellanza che spinsero tanti di loro a sacrificare la vita per compiere l'unità d'Italia.

Pace ai morti & onore ai martiri per la libertà d'Italia!



Quello che dispiace è che la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia sia avvenuta a Torino il 24 marzo 1860, tramite un Trattato di annessione voluto da Napoleone III come pagamento per aver aiutato a cacciare gli Austriaci dalla Lombardia ... senza consultare la popolazione annessa.

Come dicono infatti i savoiardi che commemorano gli avi combattenti nell'Esercito Piemontese e nell'Armata Sarda:

"Noi siamo Savoiardi da mille anni e Francesi da cento cinquanta anni"

Atlantideo
05-05-10, 21:04
se volevo sorbirmi sermoni anti-italiani me ne andavo sui 4 forum secessionisti. chiarisco una cosa che magari ai moderatori non interesserà ma l'ho faccio lo stesso.

O l'accesso a questo forum viene precluso agli anti-italiani che vomitano la loro spazzatura secessionista o io smetto di leggere questo forum.

Atlantideo

Miles
05-05-10, 21:08
Bene.
Debifolchizziamo il forum


Il contributo veneto all'unità d'italia sono state : Custoza e Lissa,dove la “Oesterreich-Venezianische Marine” fa polvere della marina italiana.

Primo errore.
D'altronde se raixe venete scrive una cosa (http://www.raixevenete.net/documento.asp?ID=177) , qualsiasi altro libro è sicuramente da buttare vero?
Il termine Osterreich - Venezianische non è più in vigore ai tempi di Lissa, (che viceversa era Kaiser und Koenig Kriegsmarine).
E sai perchè?
Perchè fu tolto tale privilegio proprio perchè nel 1848 marinai e arsenalotti si ribellano contro l'Austrungheria contribuendo all'insurrezione e alla fondazione della Repubblica di San Marco (Repubblica di Venezia) e se ti posto la loro bandiera capirai cosa pensavano dell'Italia

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cd/Flag_of_the_Republic_of_Venice_1848-49.gif

Infatti è proprio a seguito di questi fatti che viene coercitivamente allargato l'arruolamento nella KuK Kriegsmarine a slaffi, ungari , e crucchi, proprio per evitare sbilanciamenti etnici.



La frase che colpisce del rapporto all'imperatore è la seguente : "uomini di ferro su navi di legno vinsero contro uomini di legno su navi di ferro".

Vuoi che ti spieghi perchè il monumento di tale battaglia si trova ora nei giardini dell'Accademia Navale di Livorno, o ci arrivi da solo?

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/5e/Monumento_Lissa_-_Italia_vincitrice.jpg



43 medaglie d'argento andarono ai marinai veneziani,4 ai marinai rodigini e sei ai marinai di Udine.

Medaglie d'argento?
Sicuro?
Vedi che è onorificenza del Regno di Sardegna.
Nell'Impero A.U. si usavano ben altre tipologie di medaglie.
Questo fa fede sul "valore " delle tue fonti.

Sui sentimenti della popolazione tieni presente che Bajamonti e Giovannizio, rispettivamente podestà di Spalato e grosso imprenditore il secondo all'imminenza della battaglia avevano già preparato ogni cosa per il pieno passaggio (esultante) di poteri tra l'Austria e l'Italia. Ed era cosa che il Bajamonti descriveva come "con esaltazione della popolazione che fino all'ultimo ha sperato nella vittoria delle armi italiane".

Miles
05-05-10, 21:12
Agli austriacanti come Quayag , perchè non si ricordano che l'ingresso della pellagra in Veneto, derivato dall'imposizione della monocultura del mais, coincide proprio con gli Asburgo?
Se nel 1866, preso il Veneto, si trova una situazione da terzo mondo, di chi è la colpa, di TOG?

Miles
05-05-10, 21:14
se volevo sorbirmi sermoni anti-italiani me ne andavo sui 4 forum secessionisti. chiarisco una cosa che magari ai moderatori non interesserà ma l'ho faccio lo stesso.

O l'accesso a questo forum viene precluso agli anti-italiani che vomitano la loro spazzatura secessionista o io smetto di leggere questo forum.

Atlantideo

A me interessa e mi trova concorde.
Non tanto per questioni ideologiche, ma in virtù del regolamento che questo forum ha

http://forum.politicainrete.net/patria-italiana/58734-codice-di-comportamento.html

Druso
05-05-10, 21:19
se volevo sorbirmi sermoni anti-italiani me ne andavo sui 4 forum secessionisti. chiarisco una cosa che magari ai moderatori non interesserà ma l'ho faccio lo stesso.

O l'accesso a questo forum viene precluso agli anti-italiani che vomitano la loro spazzatura secessionista o io smetto di leggere questo forum.

Atlantideo

Concordo con il buon atlantideo.
In ogni caso questo forum vuole essere un bastione italico, è normale quindi che venga posto sotto assedio da forze sovversive, non rimane perciò altro da fare che rimboccarsi le maniche per smontare i ''troll falsi e bugiardi'' o semplicemente confidare nel tempestivo intervento della moderazione.
Pregherei ai sovversivi però di non tempestare di off topic tutte le discussioni, in altre parole Lissa ora non c'entra una beneamata fava.

Miles
05-05-10, 21:20
Pregherei ai sovversivi però di non tempestare di off topic tutte le discussioni, in altre parole Lissa ora non c'entra una beneamata fava.

Adesso arriverà qualcuno a parlarci del Piemonte.
Confidiamo.

Druso
05-05-10, 21:55
Quindi, lo chiami così ?

Quindi ci sono due cose da dire : se sei messo con le spalle al muro reagisci con violenza sbraitando che ciò che riportano gli altri sono spazzatura.

Miles ha citato una tesi di dottorato, te hai postato lo scritto di un dilettante (non c'è di offensivo, eh, solamente che uno che scrive per hobby è appunto un dilettante), onestamente tra le due fonti mi sembra che abbia maggiori crismi di serietà la prima. Poi ognuno è libero di decidere con la propria testa, ma non te la puoi prendere se ti si fa notare che la l'autore di cui hai postato l'articolo è scientificamente inaffidabile.



Ti metti a rischio di denuncia nel caso il destinatario degli insulti dovesse leggere il tuo post.

Il 90% degli utenti padanisti di questo forum rischierebbe una denuncia per razzismo, eh.

Druso
05-05-10, 22:33
vale a dire coi sabaudi in questo caso.....

Loro consideravano l'etnia italiana tant'è che:
Corpo Volontari Italiani - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Corpo_Volontari_Italiani)

Miles
05-05-10, 22:33
vale a dire coi sabaudi in questo caso.....


I sabaudi cosa centrano?
Qua si parla di movimenti trasversali politici in tutta la penisola che parlano d'Italia e che combattono a Roma, a Venezia, nel regno delle Due Sicilie eccetera eccetera, non di pensate etnonazionaliste che arrivano 130 anni dopo con tangentopoli.

Mc Queen
05-05-10, 22:33
Prenditela con Radetzky quando dice......



Ma per compatrioti non intendeva i popoli del mezzogiorno italiano ! Quanto popoli più o meno affini, come i piemontesi.

Il concetto di "italiani" di Radtzky, non abbracciava tutta la penisola. Anche perchè.......in quel momento NON si saeva nemmeno con certezza fin dove sarebbero arrivati i confini dell'"italia" (secondo Plombières, non andavano oltre la Toscana......eh.)

Mc Queen
05-05-10, 22:37
I sabaudi cosa centrano?
Qua si parla di movimenti trasversali politici in tutta la penisola che parlano d'Italia e che combattono a Roma, a Venezia, nel regno delle Due Sicilie eccetera eccetera, non di pensate etnonazionaliste che arrivano 130 anni dopo con tangentopoli.


C'entrano in quanto sono coloro che hanno cavalcato e sfruttato i sostenitori dell'italianismo (gente in buona fede, certo) perchè sostenessero le loro invasioni e "blebisciti" (stendiamo un velo pietoso su qest'ultima cosa).

Anche tu sei in buona fede, Miles. Ma a me non frega un tubo. Non ti risparmio la verità solo perchè lo sei.

Miles
05-05-10, 22:38
Loro consideravano l'etnia italiana tant'è che:
Corpo Volontari Italiani - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Corpo_Volontari_Italiani)

Tra l'altro il più giovane dei volontari Italiani che partirono da Quarto esattamente 150 anni orsono era proprio Veneto, di Chioggia, teoricamente suddito austrungarico.

Miles
05-05-10, 22:40
C'entrano in quanto sono coloro che hanno cavalcato e sfruttato i sostenitori dell'italianismo (gente in buona fede, certo) perchè sostenessero le loro invasioni e "blebisciti" (stendiamo un velo pietoso su qest'ultima cosa).


No Mc Queen, non centra perchè prima tenti di millantare l'ipotesi che volessero fare la rivoluzione etnopadana, ti si dimostra il contrario e liquidi la cosa "ma tanto erano degli illusi".

Miles
05-05-10, 22:43
Ma per compatrioti non intendeva i popoli del mezzogiorno italiano ! Quanto popoli più o meno affini, come i piemontesi.


Gli hai telefonato e te l'ha detto lui?
Vuoi che ti facciamo un elenco di meridionali che hanno combattuto a Milano nel 1848, a Venezia, nella Repubblica Romana e che si sentivano (e ovviamente erano) Italiani come tutti gli altri magari nati a Bologna o a Milano?

Mc Queen è un enorme errore considerare i pensieri dei protagonisti della storia secondo non solo il pensiero oggi corrente, ma addirittura secondo il tuo personalissimo pensiero in merito.

Druso
05-05-10, 23:07
Ma per compatrioti non intendeva i popoli del mezzogiorno italiano ! Quanto popoli più o meno affini, come i piemontesi.

Il concetto di "italiani" di Radtzky, non abbracciava tutta la penisola. Anche perchè.......in quel momento NON si saeva nemmeno con certezza fin dove sarebbero arrivati i confini dell'"italia" (secondo Plombières, non andavano oltre la Toscana......eh.)

Le discussioni politiche sull'unità d'Italia, che risalgono anche a prima della rivoluzione francese, riguardavano la penisola in tutta la sua interezza.

Garat
06-05-10, 00:17
Certo.

A proposito...ma prima di bossi chi parlava di patagna?:D
Comunque, mc, ci sono 4, dico 4 forum secessionisti.
Va da loro a sfoggiare la tua "qultura", no?

occidentale
06-05-10, 00:24
Allora vedo che ci risiamo.
McQueen, ti faccio gentilmente presente che rischi il tristo destino che ti toccò su Destra Radicale.
Prima che tu cominci, diversi utenti, non solo Miles e Dux hanno rilevato la tua molesta presenza e la tua volontà di far "casino" a prescindere.
L'ultimo ha chiarito la sua visione poco prima che io postassi.
Spero che non vorrai tacciare di "fascista"Garat, perchè ti copriresti di ridicolo.
Di quayag e del suo cosiddetto intervento sul contributo veneto non val la pena di fare eccessivo caso.......la sua marchiana ignoranza sui fatti della Marina Imperiale e Reale Austro Ungarica lo liquida di fatto.

Credo che tu saresti invece un ottimo acquisto per Padania e Forum Carroccio....ne innalzeresti il livello.:ciaociao:

occidentale
06-05-10, 00:34
Invito gli utenti seriamente interessati a riprendere la discussione.:ciaociao:

Miles
06-05-10, 08:52
http://www.veja.it/wp-content/uploads/2009/12/manin-proclama-la-repubblica.jpg


La Repubblica di San Marco fu uno stato costituito a Venezia a seguito dell'insurrezione della città contro il governo austriaco il 17 marzo 1848. I due patrioti Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, che si trovavano rinchiusi nelle prigioni austriache, vennero liberati e si posero alla guida del nuovo Governo Provvisorio, proclamato il 22 marzo (Manin ne sarà il presidente). La Repubblica, che richiamava già nel nome l'antica Repubblica veneta, scomparsa cinquantun'anni prima, ebbe vita breve, venendo rioccupata dall'esercito asburgico il 24 agosto 1849, dopo un'eroica resistenza durata 17 mesi.

« [...] Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,

l'altrui nequizie e la sua gloria,
e grida ai posteri tre volte infame
chi vuol Venezia morta di fame!
Viva Venezia!
L'ira nemica la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria, ma il pan le manca...
Sul ponte sventola bandiera bianca! »

(Arnaldo Fusinato)

Gli insorti ricevettero inizialmente qualche aiuto dal Piemonte, ma dopo la sconfitta piemontese a Custoza il 27 luglio 1848 e il conseguente ritiro della flotta sarda da Venezia, rimasero soli a fronteggiare il ritorno degli austriaci, che verso la fine del 1848 avevano rioccupato quasi tutta la terraferma veneta. Un valido aiuto giunse invece dal generale napoletano Guglielmo Pepe, mandato inizialmente dal suo sovrano a combattere al fianco dei piemontesi, che rifiutò di obbedire all'ordine di rientro e si unì ai Veneziani con duemila volontari, prendendo il comando dell'esercito che difendeva la città.

La proclamazione della Repubblica di San Marco

http://cronologia.leonardo.it/gariba/gar22f.jpg

Di fronte alla minaccia dell'esercito austriaco, che era ormai giunto di fronte a Mestre e Marghera, mettendo il blocco alla città sia da parte di terra che da parte di mare, i Veneziani scelsero coraggiosamente di resistere ad ogni costo, ed affidarono i pieni poteri a Manin. Grazie all'abilità organizzativa di questi e di Pepe, ed al valore dei volontari, essi riuscirono non solo a difendere efficacemente Venezia per diversi mesi, ma anche a compiere coraggiose sortite, che permisero tra l'altro di impadronirsi di consistenti quantità di generi alimentari. Nonostante questo la fame cominciava a farsi sentire.
La battaglia di Forte Marghera in una litografia dell'epoca

Il 4 maggio 1849 gli austriaci iniziarono le ostilità contro il forte di Marghera, difeso da 2500 uomini al comando del colonnello napoletano Girolamo Ulloa. La difesa fu accanita, ma la notte del 26, d'accordo col governo, Ulloa dovette dare l'ordine di evacuare il forte. Gli austriaci avanzarono allora lungo il ponte della ferrovia, ma trovando anche qui una forte resistenza, iniziarono un pesante bombardamento contro la città stessa. Una prima richiesta di resa da parte del comandante in capo delle forze austriache, feldmaresciallo Radetzky, fu sdegnosamente respinta.

Alla lunga la situazione della città divenne insostenibile (a complicare le cose si aggiunse anche un'epidemia di colera), ed ai primi di agosto lo stesso Manin, vista l'impossibilità di resistere ad oltranza, iniziò a parlare di resa, e offrì anche di farsi da parte se invece si fosse deciso di combattere fino all'ultimo. L'Assemblea confermò la fiducia al Manin, e gli affidò pieni poteri per trattare la resa, che venne firmata il 22 agosto 1849. Il 27 gli austriaci entravano a Venezia, mentre Manin, Tommaseo, Pepe e molti altri patrioti prendevano la via dell'esilio.

Dopo la caduta della Repubblica Romana, Giuseppe Garibaldi, alla testa di un gruppo di volontari, fuggì da Roma alla volta di Venezia, unica città italiana che continuava la lotta, ma venne fermato dagli Austriaci presso Comacchio.

http://cronologia.leonardo.it/document/doc0800.jpg

Mc Queen
06-05-10, 11:56
Allora vedo che ci risiamo.
McQueen, ti faccio gentilmente presente che rischi il tristo destino che ti toccò su Destra Radicale.
Prima che tu cominci, diversi utenti, non solo Miles e Dux hanno rilevato la tua molesta presenza e la tua volontà di far "casino" a prescindere.
L'ultimo ha chiarito la sua visione poco prima che io postassi.
Spero che non vorrai tacciare di "fascista"Garat, perchè ti copriresti di ridicolo.
Di quayag e del suo cosiddetto intervento sul contributo veneto non val la pena di fare eccessivo caso.......la sua marchiana ignoranza sui fatti della Marina Imperiale e Reale Austro Ungarica lo liquida di fatto.
Credo che tu saresti invece un ottimo acquisto per Padania e Forum Carroccio....ne innalzeresti il livello.:ciaociao:


Seguo il consiglio (dato che sono anche stanco).

Non interverrò più, a meno che non ci siano dirette provocazioni (su quelle indirette mi vedo costretto a lasciar correre, altrimenti dovrei intervenire di continuo).

Solo una nota conclusiva (detta con calma) : avere le proprie idee ed ideali è un diritto............ma è un po troppo facile quando non esiste alcun contraddittorio (naturalmente vale per tutti, non solo per voi). Rammentatelo.


Saluti.

Maria Vittoria
06-05-10, 12:35
http://www.veja.it/wp-content/uploads/2009/12/manin-proclama-la-repubblica.jpg


La Repubblica di San Marco fu uno stato costituito a Venezia a seguito dell'insurrezione della città contro il governo austriaco il 17 marzo 1848. I due patrioti Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, che si trovavano rinchiusi nelle prigioni austriache, vennero liberati e si posero alla guida del nuovo Governo Provvisorio, proclamato il 22 marzo (Manin ne sarà il presidente). La Repubblica, che richiamava già nel nome l'antica Repubblica veneta, scomparsa cinquantun'anni prima, ebbe vita breve, venendo rioccupata dall'esercito asburgico il 24 agosto 1849, dopo un'eroica resistenza durata 17 mesi.

« [...] Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,

l'altrui nequizie e la sua gloria,
e grida ai posteri tre volte infame
chi vuol Venezia morta di fame!
Viva Venezia!
L'ira nemica la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria, ma il pan le manca...
Sul ponte sventola bandiera bianca! »

(Arnaldo Fusinato)

Gli insorti ricevettero inizialmente qualche aiuto dal Piemonte, ma dopo la sconfitta piemontese a Custoza il 27 luglio 1848 e il conseguente ritiro della flotta sarda da Venezia, rimasero soli a fronteggiare il ritorno degli austriaci, che verso la fine del 1848 avevano rioccupato quasi tutta la terraferma veneta. Un valido aiuto giunse invece dal generale napoletano Guglielmo Pepe, mandato inizialmente dal suo sovrano a combattere al fianco dei piemontesi, che rifiutò di obbedire all'ordine di rientro e si unì ai Veneziani con duemila volontari, prendendo il comando dell'esercito che difendeva la città.

La proclamazione della Repubblica di San Marco

http://cronologia.leonardo.it/gariba/gar22f.jpg

Di fronte alla minaccia dell'esercito austriaco, che era ormai giunto di fronte a Mestre e Marghera, mettendo il blocco alla città sia da parte di terra che da parte di mare, i Veneziani scelsero coraggiosamente di resistere ad ogni costo, ed affidarono i pieni poteri a Manin. Grazie all'abilità organizzativa di questi e di Pepe, ed al valore dei volontari, essi riuscirono non solo a difendere efficacemente Venezia per diversi mesi, ma anche a compiere coraggiose sortite, che permisero tra l'altro di impadronirsi di consistenti quantità di generi alimentari. Nonostante questo la fame cominciava a farsi sentire.
La battaglia di Forte Marghera in una litografia dell'epoca

Il 4 maggio 1849 gli austriaci iniziarono le ostilità contro il forte di Marghera, difeso da 2500 uomini al comando del colonnello napoletano Girolamo Ulloa. La difesa fu accanita, ma la notte del 26, d'accordo col governo, Ulloa dovette dare l'ordine di evacuare il forte. Gli austriaci avanzarono allora lungo il ponte della ferrovia, ma trovando anche qui una forte resistenza, iniziarono un pesante bombardamento contro la città stessa. Una prima richiesta di resa da parte del comandante in capo delle forze austriache, feldmaresciallo Radetzky, fu sdegnosamente respinta.

Alla lunga la situazione della città divenne insostenibile (a complicare le cose si aggiunse anche un'epidemia di colera), ed ai primi di agosto lo stesso Manin, vista l'impossibilità di resistere ad oltranza, iniziò a parlare di resa, e offrì anche di farsi da parte se invece si fosse deciso di combattere fino all'ultimo. L'Assemblea confermò la fiducia al Manin, e gli affidò pieni poteri per trattare la resa, che venne firmata il 22 agosto 1849. Il 27 gli austriaci entravano a Venezia, mentre Manin, Tommaseo, Pepe e molti altri patrioti prendevano la via dell'esilio.

Dopo la caduta della Repubblica Romana, Giuseppe Garibaldi, alla testa di un gruppo di volontari, fuggì da Roma alla volta di Venezia, unica città italiana che continuava la lotta, ma venne fermato dagli Austriaci presso Comacchio.

http://cronologia.leonardo.it/document/doc0800.jpg

Grazie, Miles
prosegui pure

Miles
06-05-10, 13:23
Grazie, Miles
prosegui pure

Lancio qui un'idea.
Ognuno documenti per la propria regione il contributo da essa data alle sorti dell'Italia, nella quasi trimillenaria unione di stirpi e destini.

Motivazione della Medaglia d'Oro concessa alla Città di Mestre (ora Comune di Venezia) per la sua lotta nelle campagne risorgimentali:





In ricompensa del valore dimostrato dalla cittadinanza alla presa del forte di Marghera la notte del 22 marzo 1848 e nella sortita di Marghera del 27 ottobre successivo. Entrambi gli episodi si riferiscono alla breve ma intensa stagione repubblicana di Venezia, iniziata il 22 marzo 1848 con l’occupazione del forte di Marghera, dell’arsenale e del palazzo del governatore. Sfiancata dal blocco posto alla città il 17 marzo 1849, distrutto il forte di Marghera il 27 maggio, la Repubblica Veneziana capitolò per fame il 23 agosto.

Idem per Chioggia




In ricompensa del valore dimostrato dalla cittadinanza nell’episodio militare dal 22 al 23 marzo 1848 ed in genere nella difesa dell’estuario veneto. Chioggia insorgeva il 18 marzo 1848; il 23 gli Austriaci abbandonarono la città, nella quale venne proclamata, il 24, la Repubblica. Di qui in avanti, Chioggia seguì le sorti di Venezia.

occidentale
06-05-10, 16:46
Una ultima nota:
Qui abbiamo contraddittorio a strafogarsi, basta vedere il thread sull'uniformità etnica dell'italia steso da Gio e da Acchiappaignoranti.
E' la polemica strumentale che non condividiamo.
Grazie per l'attenzione, proseguite pure.

Druso
06-05-10, 21:35
Stai dicendo che Venezia si è ribellata agli austriaci per unirsi al sud italia?

Basta biiiip, davvero, l'unica cosa buona che aveva l'impero asburgico era che i bifolchi se ne stavano nelle stalle a spalare biiiiip e non gli era permesso aprire bocca per dire stronzate, spalavano in silenzio, e nessuno sentiva il bisogno d'interpellarli.

Miles
07-05-10, 02:45
Stai dicendo che Venezia si è ribellata agli austriaci per unirsi al sud italia?

Vuoi esercitare una delle virtù da sempre riconosciute ai Veneti fin dai tempi di Tito Livio?
Allora rimembra cos'è il valore del rispetto e dell'onestà.
E ricorda i duemila volontari borbonici del Generale Pepe, che a Marghera, a Mestre, fin alll'ultima raffica sul ponte ferroviario han combattuto per Venezia e l'Italia nel 1848
Se poi vuoi fare il classico campagnoeo che te fa i conti in scarsea come a serva e cominciare a delirare su tasse e sud (e non attaccare discorsi sul nordest che produce, visto che anch'io son libero professionista e te scoreso nei oci se ti ghe provi ) ti dico solo che confondi una realtà (triste e sbagliata) ma transitoria con un discorso ben più profondo che abbraccia la realtà e la storia (quella vera, non le fantaputtanate stile festa dei Veneti a Cittadella col fantapatriota veneto meccanico dell'AntiCristo Simeoni) , realtà e storia che ci vedono legati ai destini dell'Italia (pardon che ci vedono primeggiare per l'Italia,come parte integrante, viva e vitale della stessa) dal III° sec. a.C.

Poi d'altronde, per ora cerco di fare un discorso sensato.
Se vuoi continuare con le patagnate è altro affare.

Miles
07-05-10, 02:51
Una ultima nota:
Qui abbiamo contraddittorio a strafogarsi, basta vedere il thread sull'uniformità etnica dell'italia steso da Gio e da Acchiappaignoranti.
E' la polemica strumentale che non condividiamo.
Grazie per l'attenzione, proseguite pure.

Questo forum, come ogni altra cosa che vuol essere manifesto del lavoro dell'uomo ha una finalità .
Tale finalità è implicita nel nome stesso che riporta (e integra inequivocabilmente anche le realtà locali, giacchè l'Italia è tale perchè somma sinergica di tali imprescindibili componenti ed io sono Italiano proprio perchè Veneto e Veneto proprio perchè Italiano).
Il contraddittorio esiste, visto che, tanto per fare esempi reali, io , Occidentale, Druso, Acchiappaignoranti veniamo da realtà politiche, religiose, culturali , generazionali ecc. tra le più disparate e ci siamo allegramente scannati su varie tematiche.
Però prima di essere Fazione, si è Nazione.
E quindi il contraddittorio è essenziale, necessario, ma subordinato comunque al raggiungimeto , rectius, alla volontà di operare in primis per la crescita di ciò che è Patria, non della visione del singolo.
Si è dato spazio a tutti.
Però non tutti son stati in grado di sfruttarlo degnamente.

Bisentium
11-05-10, 11:15
Pietro Fortunato Calvi
Pietro Fortunato Calvi (noto anche come Pier Fortunato C.; Briana di Noale, 15 febbraio 1817 – Mantova, 4 luglio 1855) è stato un patriota italiano del XIX secolo.
Visse nel Regno Lombardo-Veneto della prima metà dell'Ottocento,sotto dominazione austriaca degli Asburgo. Il padre di Pietro era commissario di Polizia e fedele suddito dell’Austria e quando venne trasferito a Padova portò con sè la famiglia, per cui Pietro venne iscritto al Ginnasio di Padova. Quando il padre ottenne per lui un posto gratuito presso il Collegio Militare del Genio di Vienna (Neustadt), Pietro si trasferì nella capitale dell’impero e a 19 anni uscì come Alfiere dell’esercito asburgico, distinguendosi per le grandi doti,che lo portarono in 11 anni di carriera a capitano mentre era di stanza a Wimpffen. Da qui venne inviato a Venezia, ma qui il comando dell'esercito austro-ungarico ebbe sentore che il giovane Calvi seguisse qualche appartenente ad alcune sette massoniche e nel 1846 venne trasferito a Gratz.
Moti rivoluzionari del Cadore nel 1848
Nei primi mesi del 1848 seppe del risorgere della Repubblica Veneta e perciò presentò lettera di dimissioni dall'esercito austriaco e evase in quanto considerato traditore a Trieste, per passare all'esercito di Venezia su invito di Daniele Manin e Niccolò Tommaseo con i quali era in contatto mentre si trovava di stanza nella città lagunare.
Daniele Manin, capo del Governo rivoluzionario veneziano, inviò Calvi a combattere in Cadore poiché, essendo territorio di confine con l’Austria e porta per raggiungere la città, avrebbe subito forti attacchi dall’Impero e necessitava, quindi, di un abile comandante nella difesa. Il 14 aprile 1848 Pietro Fortunato assunse ufficialmente il comando delle operazioni in quella zona. Per un mese Calvi con i cadorini, valorosi ma inesperti d'armi, tenne a bada il nemico tramite tecniche di guerriglia, riuscendo a battersi con un avversario enormemente superiore per numero ed efficacia delle armi. Quando, tuttavia, la difesa risultò impossibile, per evitare inutile spargimento di sangue sciolse il giuramento di fedeltà dei suoi soldati ed accorse a Venezia, dove la difesa disperata durò fino all’agosto del 1849.
Esilio a Torino
Caduta Venezia e ripristinato il governo austriaco sul Lombardo-Veneto, Calvi - come molti altri rivoluzionari - fuggì in esilio, prima in Grecia presso Patrasso e poi a Torino. Qui entrò in contatto con il cadorino Talamini Minotto e condusse tre anni di vita miserevole, grazie al povero sostentamento che il governo locale donava agli esuli, al lavoro saltuario di traduttore dal tedesco e alle donazioni del fratello Luigi. Alle difficoltà economiche si aggiungeva anche l’interruzione di qualsiasi rapporto con il padre, che lo considerava un traditore. A Torino, tuttavia, ebbe modo di incontrare altri esuli ed entrare in contatto con due dei più grandi rivoluzionari del tempo, Giuseppe Mazzini e l’ungherese Lajos Kossuth. Con la loro collaborazione Calvi organizzò un rientro in Cadore, da effettuarsi sul finire dell’estate del 1853, per accertarsi della possibilità o meno di portare nuovamente la rivoluzione. . A questo scopo alla fine dell'agosto del ’53 scelse quattro compagni, tra cui il padovano Roberto Marin e dalla Svizzera, paese nel quale era stato costretto a rifugiarsi a causa del suo coinvogimento nei moti di Milano del 6 febbraio, iniziò il cammino verso il Veneto, non sapendo che la polizia austriaca tramite una spia, conosceva il suo progetto e i suoi spostamenti.
Arresto e processo
Varcato il confine austriaco nei pressi della Valtellina il gruppo riuscì involontariamente a far perdere le tracce alla polizia austriaca. Giunti però a Cogolo, in Val di Sole (TN), il 17 settembre 1853, i cinque rivoluzionari si fermarono in un’osteria e qui i gendarmi, venuti a sapere che nel paesino si trovavano dei forestieri, scoprirono i passaporti falsi e una notevole quantità di armi, tale da giustificare il loro immediato arresto. Da qui furono trasferiti a Cles, Trento, Innsbruck, e infine Verona,per poi essere condotti nel castello di San Giorgio a Mantova dove vennero processati secondo due riti: il primo militare (Corte Marziale) estremamente duro, durante il quale subirono torture; il secondo condotto dall’autorità civile (Corte Speciale di Giustizia). Durante entrambi i processi, Pietro Calvi dimostrò una straordinaria forza d'animo, cercando di addossarsi tutte le responsabilità del piano rivoluzionario al fine di evitare ai quattro compagni la condanna a morte con l’accusa di “alto tradimento”. Questo comportamento salvò Morati, Chinelli, Fontana, Marin e Barozzi che furono condannati a qualche anno di carcere mentre a Calvi, reo confesso, fu negata la Grazia Sovrana e venne condannato alla pena di morte tramite impiccagione, eseguita il 4 luglio 1855. Al padre scrisse due giorni prima di morire affermando che “se tutti gli uomini venissero mossi da una sola opinione, il nostro soggiorno quaggiù sarebbe comparativamente, un Paradiso”.
Curiosità
Molto benvoluto dai suoi uomini, a lui sono dedicati tre monumenti:il primo a Noale in Piazza Castello e il secondo sotto i portici di Palazzo della Loggia ove sono contenute le sue ceneri. Infine Pieve di Cadore, cittadina che guadagnò la Medaglia d'Oro al valore per i fatti del '48, nel 1875 lo omaggiò di un busto sulla strada che conduce alle fortificazioni di Monte Ricco ad opera dello scultore Valentino Besarel.
Pietro Calvi è il nome di due sommergibili a lui intitolati, di cui il primo ha prestato servizio nella Regia Marina ed il secondo nella Marina Militare.
Al patriota veneziano sono inoltre dedicate alcune strofe dell'ode Cadore scritta da Giosuè Carducci nel 1892.
Fonti
Renato Zanolli, Cadore e suoi dintorni, Matteo editore s.p.a
Riccardo Berto, "Pietro Fortunato Calvi, da soldato a uomo", CLEUP Padova, 2005

Pietro Fortunato Calvi - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Fortunato_Calvi)

edera rossa
23-05-10, 22:19
Tra l'altro il più giovane dei volontari Italiani che partirono da Quarto esattamente 150 anni orsono era proprio Veneto, di Chioggia, teoricamente suddito austrungarico.

se non ricordo male Marchetti ed il padre pur trovandosi a Cioggia erano di origini lombarde, ovviamente questo non cambia molto anche perchè erano comunque sudditi austroungarici.

edera rossa
23-05-10, 22:31
Vuoi esercitare una delle virtù da sempre riconosciute ai Veneti fin dai tempi di Tito Livio?
Allora rimembra cos'è il valore del rispetto e dell'onestà.
E ricorda i duemila volontari borbonici del Generale Pepe, che a Marghera, a Mestre, fin alll'ultima raffica sul ponte ferroviario han combattuto per Venezia e l'Italia nel 1848
Se poi vuoi fare il classico campagnoeo che te fa i conti in scarsea come a serva e cominciare a delirare su tasse e sud (e non attaccare discorsi sul nordest che produce, visto che anch'io son libero professionista e te scoreso nei oci se ti ghe provi ) ti dico solo che confondi una realtà (triste e sbagliata) ma transitoria con un discorso ben più profondo che abbraccia la realtà e la storia (quella vera, non le fantaputtanate stile festa dei Veneti a Cittadella col fantapatriota veneto meccanico dell'AntiCristo Simeoni) , realtà e storia che ci vedono legati ai destini dell'Italia (pardon che ci vedono primeggiare per l'Italia,come parte integrante, viva e vitale della stessa) dal III° sec. a.C.

Poi d'altronde, per ora cerco di fare un discorso sensato.
Se vuoi continuare con le patagnate è altro affare.

credo che l'insurrezione di Venezia avesse , ma questo è piuttosto normale, un molteplicità di motivazioni; fu la sua sfortunata conclusione a rafforzare in Manin la convinzione che occoresse ,, analogamente a quandto pensava il pur repubblicanoi Garibaldi, far l'Italia anche con il diavolo se fosse stato necessario. Anche questo spiega la forte simpoatia dello stesso Garibaldi verso Manin che morì poco dopo aver firmato lo statuto della Società Nazionale di cui Garibaldi era parte importante.
Spero di riuscir a trasferire su Un repubblicano al mese ( nel forumm repubblicani) quanto da me scritto tempo fa sulla figura di Daniele Manin . ( nell'occasione mi permetterò di avvisare anche questo forum)

edera rossa
23-05-10, 22:34
C'entrano in quanto sono coloro che hanno cavalcato e sfruttato i sostenitori dell'italianismo (gente in buona fede, certo) perchè sostenessero le loro invasioni e "blebisciti" (stendiamo un velo pietoso su qest'ultima cosa).

Anche tu sei in buona fede, Miles. Ma a me non frega un tubo. Non ti risparmio la verità solo perchè lo sei.

non dimentichiamo che anche il federalista repubblicano , e fortemente critico coi Savoia, Carlo Cattaneo espresse ad Alberto Mario l'approvazione per la sua partecipazione alla campagna del 1866