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Manfr
02-01-09, 16:31
Sto studiando (sort of ) Storia del Pensiero Economico, ma il mio libro (Faucci) è un pò nebuloso su questo concetto friedmaniano . Potreste darmi una mano a comprenderne il significato ? Da come la mette giù Faucci, sembra quasi che Friedman sostenga una correlazione positiva tra crescita della massa monetaria disponibile e crescita economica. Il che è coerente con le politiche stampatrici di Greenspan :D, ma non mi pare tenga in considerazione i mostruosi rischi inflazionistici ... E' il libro poco chiaro o questa è proprio la teoria friedmaniana ??

PS: Comunque l'Economia è soggetto veramente affascinante, quantunque fortemente e perversamente matematizzato :D

Ronnie
02-01-09, 18:39
il moltiplicatore monetario non l'ha inventato Friedman, è un concetto contabile non una raccomandazione, non conosco il libro su cui studi... comunque significa semplicemente che se tu stabilisci un coefficiente di riserva frazionaria obbligatoria inferiore al 100% allora necessariamente qualsiasi iniezione diretta di moneta nuova nel conto di una banca presso la banca centrale genera per la stessa banca la possibilità di prestare un multiplo della quantità di moneta iniettata che è dato dal rapporto fra l'unità ed il coefficiente di riserva

in pratica

se la banca per prestare 100 deve avere 10 (e non 100) in un conto registrato presso la Banca Centrale come riserva allora nel caso la banca Centrale metta sul conto registrato una nuova quantità di moneta pari a 10 diventerà possibile per la banca raddoppiare il volume dei suoi prestiti, cioè prestare 10 volte la cifra di 10 miliardi, equivalente a quella che già prestava con metà della riserva.. un aumento di 10 della base monetaria determina quindi un aumento di 100 della quantità di moneta, e questo è l'effetto moltiplicatore monetario.

Keynes proponeva di stampare il più possibile, sostanzialmente, per avere piena occupazione... Milton Friedman sosteneva che l'aumento della massa monetaria andasse regolato in modo costituzionale al 2% annuo e che la piena occupazione fosse impossibile da raggiungere con la ricetta di Keynes (accusata di produrre inoltre inflazione, nel senso mainstream del termine), non che non dovesse esistere un moltiplicatore monetario, ma nemmeno sostenendo che dovesse esistere, quasi che non fosse esistente da decenni come invece era! Friedman non sosteneva l'esistenza di una correlazione positiva tra inflazione e crescita, semplicemente sosteneva che la massa monetaria dovesse essere "adeguata" al valore della ricchezza espresso in termini monetari depurati dell'inflazione, che è un po' diverso! Gli unici oppositori dell'esistenza del moltiplicatore monetario sono gli austriaci. Gli austriaci della corrente di Hayek non vogliono un moltiplicatore pubblico unico (i.e. sostengono il free banking eventualmente frazionale ma comunque diverso per ognuno contro al fractional banking uguale per legge per tutti), gli austriaci della corrente di Mises non vogliono proprio un moltiplicatore perchè sono contro il fractional banking.

Average Joe (POL)
02-01-09, 19:11
il moltiplicatore monetario non l'ha inventato Friedman, è un concetto contabile non una raccomandazione, non conosco il libro su cui studi... comunque significa semplicemente che se tu stabilisci un coefficiente di riserva frazionaria obbligatoria inferiore al 100% allora necessariamente qualsiasi iniezione diretta di moneta nuova nel conto di una banca presso la banca centrale genera per la stessa banca la possibilità di prestare un multiplo della quantità di moneta iniettata che è dato dal rapporto fra l'unità ed il coefficiente di riserva

in pratica

se la banca per prestare 100 deve avere 10 (e non 100) in un conto registrato presso la Banca Centrale come riserva allora nel caso la banca Centrale metta sul conto registrato una nuova quantità di moneta pari a 10 diventerà possibile per la banca raddoppiare il volume dei suoi prestiti, cioè prestare 10 volte la cifra di 10 miliardi, equivalente a quella che già prestava con metà della riserva.. un aumento di 10 della base monetaria determina quindi un aumento di 100 della quantità di moneta, e questo è l'effetto moltiplicatore monetario.???? Ronnie il rapporto si applica ai depositi non ai prestiti.:eek:

Average Joe (POL)
02-01-09, 19:22
Per renderla semplice nominiamo due aggregati monetari. M0 sono le banconote stampate che sono detenute dal pubblico (circolante o sono detenute dalle banche come riserve). Pertanto M0= circ+ris
M1 invece sono le banconote detenute dal pubblico più i soldi in c/c(depositi)
M1=circ+dep

Quando la banca centrale stampa moneta quindi incrementa M0, il moltiplicatore monetario è il rapporto tra l'incremento di M1 e l'incremento di M0.
Per esempio se le banche hanno una riserva obbligatoria del 50% e il denaro gira solo tramite c/c, a un incremento della base monetaria di 100, il possessore lo depositerà in banca pertanto il primo incremento dei depositi è di 100. A sua volta la banca tratterrà 50 come riserva e presterà le altre 50 che verranno utilizzate dal prestatore per i pagamenti e verranno accreditate su un conto corrente di un'altra banca. A questo punto l'incremento dei depositi non è più di 100 ma di 150, ma non è finita perchè la seconda banca potra di questi 50 accantonare 25 a riserva e prestarne altri 25... alla fine della fiera l'incremento dei depositi e pertanto di M1 è di 200 non 100.
Il moltiplicatore monetario è 2 (ovvero 1/50%), che è il rapporto tra l'incremento di M1 e l'incremento di M0

Ronnie
02-01-09, 22:08
Average mi rendo conto che ho scritto molto male il post ma se tu prendi una riserva del 10% e inietti un miliardo quel che ti viene fuori sono 10 miliardi. Se ne inietti 10 te ne vengono fuori 100. L'inverso del rapporto 1/R cioè 1/10% ti dice quanti te ne vengono fuori perchè lo metti in una formula questo termine, ed equivale appunto a quanto crei di moneta perchè lo devi moltiplicare per la nuova riserva prodotta (10x1/10%). Non stavo parlando con tecnicità volevo solo farmi capire quando ho fatto l'esempio della riserva aumentata ex abrupto su una sola banca. Se tu l'iniezione anzichè metterla magari in mano a qualcuno la spalmi sulle riserve delle banche quelle potranno comunque prestare 10 volte di più, insomma il ragionamento è rovesciabile (se ci pensi te ne rendi conto, pensa a un vaso comunicante). Peraltro è anche più attuale fare l'esempio in tal senso, visto che gli aiuti oramai li mettono diretti in riserva le BC arbitrariamente quasi quasi...

(Controcorrente (POL)
02-01-09, 22:14
Sto studiando (sort of ) Storia del Pensiero Economico, ma il mio libro (Faucci) è un pò nebuloso su questo concetto friedmaniano . Potreste darmi una mano a comprenderne il significato ? Da come la mette giù Faucci, sembra quasi che Friedman sostenga una correlazione positiva tra crescita della massa monetaria disponibile e crescita economica. Il che è coerente con le politiche stampatrici di Greenspan :D, ma non mi pare tenga in considerazione i mostruosi rischi inflazionistici ... E' il libro poco chiaro o questa è proprio la teoria friedmaniana ??

PS: Comunque l'Economia è soggetto veramente affascinante, quantunque fortemente e perversamente matematizzato :DQuella non è ovviamente la teoria friedmaniana.:p Anzi è proprio il contrario: non dimenticare che Friedman è quello che ha ripescato la teoria quantitativa della moneta, secondo cui nel lungo termine l'aumento dell'offerta di moneta causa aumento dei prezzi (è famoso l'affermazione "inflation is always and everywhere a monetary phenomenon").

Manfr
02-01-09, 22:38
C'è da dire che il mio libro è pesantemente keynesiano, e dedica a Friedman cinque pagine su 313 :D

Comunque cito dal libro stesso la frase incriminata :

Un altro tratto caratteristico della personalità scientifica di Friedman è stato quello di accompagnare all'indagine teorica quella econometrica, in coerenza con la sua concezione dell'economia come scienza "positiva" le cui ipotesi vanno sempre verificate empiricamente. Da solo o con altri collaboratori ha svolto una serie di ricerche - specialmente da ricordare la "Storia Economica degli Stati Uniti (1963) - che proverebbero a) che vi è correlazione tra tasso di crescita della quantità di moneta e del reddito nazionale nominale (correlazione chiamata da Friedman moltiplicatore monetario, per contrapporla al meno efficace, secondo lui, moltiplicatore keynesiano del reddito) b) che la velocità di circolazione è costante nel tempo. La stabilità della velocità di circolazione comporta per Friedman la sostanziale stabilità della domanda di moneta (in particolare, poco sensibile alle variazioni del saggio di interesse). Da notare che per Friedman la teoria quantitativa è essa stessa una teoria della domanda di moneta.

Testo : Riccardo Faucci, Breve storia dell'economia politica.

Manfr
02-01-09, 22:39
Rileggendo, penso di averla pesantemente fraintesa io, per rifarmi anche alla discussione tra Feliks e Nik Macchiavelli su crescita del PIL e inflazione.

però se mi date una spiegazione semplice vi amo lo stesso :D

-Duca-
03-01-09, 04:40
per quanto riguarda il punto a) significa che friedman si è reso conto che all'aumentare della massa monetaria, aumentano i redditi nominali e quindi il reddito nazionale nominale,(effetto inflazione) ma questa ovvia considerazione non ci dice nulla sull'aumento della ricchezza reale, che in condizioni di incremento di massa monetaria può aumentare o diminuire.
ergo nel post di apertura hai segnalato una correlazione errata, non vi è correlazione tra massa monetaria e crescita economica, vi è una correlazione tra massa monetaria e reddito nominale, ma all'aumentare del reddito nominale il reddito reale può anche diminuire.
non so come friedman chiami quaste correlazione, a mio avviso è la semplice constatazione che all'aumentare della massa monetaria aumentano i prezzi nominali e i salari nominali, ovvero si provoca inflazione.
Per quanto riguarda il moltiplicatore monetario mi sembra che Ronnie e Avarege Joe abbiano dato una buona spiegazione, in parole povere la creazione di moneta dal nulla.

[tralasciando la banca centrale] (tu porti in banca mille euro, la banca per effetto delle leggi vigenti deve tenerne in riserva il 10% e tutti gli altri può prestarli. Se io il giorno dopo vado in banca a chiedere 900 euro di prestito la banca mi presta quei 900 euro, parte dei 1000 che hai depositato te. In sostanza tu ti ritrovi un saldo attivo di 1000 euro e io 900 euro sotto forma di prestito, quindi 900 euro sono stati creati dal nulla, ma in realtà la banca ne possiede solo 1000 e non 1900 che corrispondono al mio prestito più il tuo deposito)

per quanto riguarda il punto b) penso che la velocità di circolazione della moneta oltre a essere di fatto incalcolabile credo abbia effetto solo sulla velocità di variazione dei prezzi, ovvero più aumenta la velocità di circolazione e più il prezzo varia velocemente, se in positivo o in negativo dipende da altri fattori.
su questo ultimo punto mi farebbe piacere sentire l'opinione degli altri.

Manfr
03-01-09, 10:48
Sehr gutt, avevo io frainteso malamanente PIL netto e PIL reale :D grazie mille a tutti :)

Tra l'altro sono un pirla, sugli appunti me l'ero scritto giusto :D

(Controcorrente (POL)
03-01-09, 17:08
C'è da dire che il mio libro è pesantemente keynesiano, e dedica a Friedman cinque pagine su 313 :D

Comunque cito dal libro stesso la frase incriminata :

Un altro tratto caratteristico della personalità scientifica di Friedman è stato quello di accompagnare all'indagine teorica quella econometrica, in coerenza con la sua concezione dell'economia come scienza "positiva" le cui ipotesi vanno sempre verificate empiricamente. Da solo o con altri collaboratori ha svolto una serie di ricerche - specialmente da ricordare la "Storia Economica degli Stati Uniti (1963) - che proverebbero a) che vi è correlazione tra tasso di crescita della quantità di moneta e del reddito nazionale nominale (correlazione chiamata da Friedman moltiplicatore monetario, per contrapporla al meno efficace, secondo lui, moltiplicatore keynesiano del reddito) b) che la velocità di circolazione è costante nel tempo. La stabilità della velocità di circolazione comporta per Friedman la sostanziale stabilità della domanda di moneta (in particolare, poco sensibile alle variazioni del saggio di interesse). Da notare che per Friedman la teoria quantitativa è essa stessa una teoria della domanda di moneta.

Testo : Riccardo Faucci, Breve storia dell'economia politica.Sul punto b provo a spiegare la posizione di Friedman con quello che mi ricordo: dall'equazione M*V=P*Y che dovrebbe essere riporta sul tuo libro (V è la velocità di circolazione della moneta, Y la produzione, P il livello dei prezzi, M è la quantità di moneta in circolazione) si deduce che:
i)Un aumento di M riduce i tassi nominali, quindi V si riduce anch'essa poichè le persone si avvantaggiano dei tassi più bassi per tenere più moneta
ii)Parimenti se M si riduce i tassi nominali aumentano e V pure siccome i tassi più alti fanno sì che la gente tenga più denaro invece che scambiarlo
(La domanda di moneta viene generalmente rappresentata con l'equazione Md=P*(Y/V)

Quindi se V è stabile e i tassi non influiscono molto come dice Friedman pure la domanda di moneta è stabile

Manfr
03-01-09, 18:43
Yup, questo c'era :) grazie della spiegazione, il libro ha la cattiva abitudine di dare scontate alcune cose (forse è collegato al fatto che Economia Politica la darò dopo, e non prima, di questo esame :D)