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Visualizza Versione Completa : GLI OT DI MCQUEEN E DEI SUOI ESTIMATORI



Mc Queen
22-05-10, 13:41
Mi spiace Martello, ma compi una suddivisione errata.


Non si direbbe. La derivazione de termini è chiara invece.


http://i48.tinypic.com/j6n2tf.jpg

occidentale
22-05-10, 13:50
Non si direbbe. La derivazione de termini è chiara invece.


http://i48.tinypic.com/j6n2tf.jpg

:mmm:
Questa carta mi sembra precedente all'epoca di Augusto.
Visto che riporta sotto lo stesso colore le Gallie e le provincie di Sicilia e Sardegna e Corsica.......................

Miles
22-05-10, 14:03
Non si direbbe. La derivazione de termini è chiara invece.


http://i48.tinypic.com/j6n2tf.jpg

Scusa Mc Queen, ma una cartina (trovata chissà dove e che dubito sia coeva) NON ha lo stesso valore delle parole di uno storico Romano.
Prenditela con Plinio il Vecchio (che era pure Comasco)

Mc Queen
22-05-10, 15:00
No, Martello.
Cercherò di farti un riassunto perchè la spiegazione è abbastanza complessa.


Non sei in grado di farla la spiegazione. Quindi ti coreggero io (senza offesa).




In un periodo compreso tra il 90 a.C. (Lex lidia de Civitate) e poi con Cesare prima ma soprattutto con Augusto viene posta in essere la piena unificazione dello status completamente Romano di tutto il NordItalia



Prima inesattezza. "Unificazione" è un qualcosa di soggetto a numerose interpretazioni.

Unificazione in questo caso significa semplicemente che è stata concessa ai popoli della Gallia Cisalpina la cittadinanza romana. Questo è quanto.

Cittadinanza che col passare del tempo è stata estesa a molti altri popoli.
Nello specifico, a buona parte dei territori del nord-italia fu concessa tale cittadinanza romana nel 49 A.C. (quando cesare necesitava di truppe di cittadinnza romana in vista dello scontro finale con Pompeo)


Mi dispiace dirlo, ma il tuo passaggio riflette una certa mancanza, non soltanto di basi, ma della compensine stessa di COSA fosse l'Impero romano.
Te lo ricapitolo perchè tu possa capire : quello che i testi scolastici ripotano col nome di "IMPERO ROMANO" , non era una nazione come la concepiamo oggi, bensì un aggregato di territori molto differenti tra loro per etnia, credenze e mentalità. Un aggregato venutosi a formare dopo decenni e secoli di un processo espansivo/federativo il cui epicentro era Roma.

Pià che una nazione in senso odierno.......potremmo definire lIMPERO romano quasi come una grande unità linguistico culturale caratterizzata dal LATINO, il cui solo paragone vicino a noi geograficamente è proprio l'ISLAM, sorto nei secoli successivi alla caduta dell'impero stesso.

Sì, la latinità è paragonabile solo all'elemento arabo-islamico, come dimensioni e significato storico.


Quindi tornando ai popoli che abitavano le loro terre prima della latinizzazione.....hanno cambiato lingua, ma mantenuto profonde differenze tra loro.
Si sono venuti formando differenti CEPPI : civilizzazione Ibero-romana, Italico-romana, Gallo-romana (per citare i principali)

Gli abitanti della Gallia cisalpina, a prescindere dalla volontà degli imperatori successivi di racchiuderli nell'"Italia", erano fondamentalmente Gallo-romani (e non italico-romani)




















(ed Augusto sancisce per primo lo status appunto particolare in ambito Giuridico e perciò di Sacralità della Romanitas che si estende a tutta la penisola con le alpi come Limes sacrale).
In questo caso Giuridico vuol dire anche Religioso, essendo il Diritto espressione più viva costante ed omnicomprensiva del Sacro nell'antichità.



Efficace sovrastruttura psicologica per consolidare il proprio potere su un determinato territorio.
Come se in era moderna i tedeschi dichiarassero di punto in bianco che il confine sacrale della germanicità a SUD si trova sul fiume PO (quindi tutto ciò che è sopra di esso è loro e tutto quanto sotto è italiano). Stessa cosa.
E naturalmente consacrerebbero con riti loro la cosa. Con tanto di approfondite elucubrazioni filosofiche e giuridiche. Detto fatto.






Oltre a fornire, ovviamente la Cittadinanza Romana tutta una serie di diritti che i burini delle Gallie e della Pannonia non avevano

Tratto letteralmente dalla UTET, uh ?




In soldoni cioè l'unità Religiosa è il vincolo a carattere sacrale con Roma.
Cosa che gli altri popoli si scordavano, o meglio mettevano in essere non con la partecipazione diretta ma con l'assoggettazione al patto ( Pax ).


In "soldoni" è unìespressione ce si addice al risvolto PRATICO di una faccenda. Lo usi un po a sproposito dunque.

Diciamo "in soldoni" che vista la posizione chiave della Val Padana (che permette di dilagare nella penisola, come aveva fatto a suo tempo Annibale e 100 anni dopo i Cimbri i tempi del console Mario), e forse temendo ulteriori ribellioni (ancora a più di un secolo dall'invasione) visto il residuo carattere alieno della regione alla romanità, i decise di latinizzare il più possibile quel territorio, per assicurarsene la fedeltà.

Fortunatamente però, ancora oggi il resiuo linguistico popolare della val padana e delle alpi, tradisce l'appartenenza ad un ceppo Gallo-romano dell'antichità.










Una cosa è essere membri appartenenti alla comunità Romana, una cosa è esserne esterni ed avere rapporti.


E i cisalpini da ESTERNI quali erano, divennero per primi appartenenti. Finchè un bel giorno la cittadinanza romana fu estesa a TUTTI i popoli dell'impero, secoli dopo (e questo chiarisce la natura dell'impero, che da meccanismo di assimilazione, alla fine fagocitava tutti e tutto, con tempistica diversa, a seconda della convenienza e degli interessi).




Ti sei domandato perchè gli Etruschi che , sul finire del VII secolo erano in Lombardia, Piemonte e Liguria, due secoli dopo sono viceversa cacciati di circa duecento chilometri verso sud?


Ehm.......togliamo Piemonte/Liguria (in primis ! :paura:) Lombardia (in secundis).

gli etruschi nel nord-italia erano in quella che gli storici ed archeologi han definito "Etruria padana", al massimo della su espansione (caratterizzata da bassa densità demografica tra l'altro), prima della loro cacciata di massa.


http://i47.tinypic.com/2dkfjn4.png




Se ti interessa i Galli si allearono anche coi Sanniti.



Non confondere le acque nel tentativo di dimotrare l'indimostrabile.

Ho pazienza con gli ideali di utenti che non la pensano come me, ma ndiamoci piano con le fesserie tipo o "Bavaresi in Calabria", "etruschi a Torino"o "bretoni in Abruzzo".





Il problema sarebbe definire innanzitutto un'identità celtica, visto che più che un popolo sono un'insieme di stirpi provenienti dal Danubio che al loro passaggio assemblano tutto ciò che trovano lungo la strada, dai modelli artistici di Sciti e Parti, allo stile di monetazione greca , alla scrittura etrusca.
[/quote]

Questo è il primo passaggio interessante sulla questione celtica. PErchè conferma ancor più la corretta interpretazione della romanità : un modelo di civilizzazione che si espande....e NON un popolo che si espande.




Andrebbe anche definita la differenza tra stanziamento stabile, autonomo ed autoctono in Italia (e lì notiamo praticamente solo la cultura di Golasecca ovvero la provincia di Varese) e viceversa quelle che sono le puntate offensive (e lì a sto punto anche Roma è celtica secondo il tuo punto di vista diacronico, giacchè Brenno fece quel che fece).



MALE (di nuovo). Con grossolana astuzia tiri a fare l'incontrario di quello che ti proponi : dici di voler fare chiarezza tra "stanziamento stabile" ed "invasione vulgaris", dopodichè ti adoperi sapientemente per confondere le due cose, dando ad intendere che gli insediamenti celtici nel nord-italia erano della stessa profondità dellepunte offensive arrivat a ROMA.

Bene, la differenza sta nel fatto he mentre per ROMA, lì sì che furono punte offensive, nel nord-italia gli insediamenti furono tanto diffusi e popolati da far assumere una nuova denominazione alla macro regione : Gallia Cisalpina.




Ma allora se vuoi fare una conta di tutti i popoli dell'Italia antica più che "Noi Celti e Longobardi" dovresti dire


Lascia perdere CIOLA, che non attacca (io non l'ho nemmeno mai letto, poi).



"Noi, Cromagnon, Villanoviani (importantissimi perchè sono loro l'ossatura in epoca protostorica dell'Italia )


Dell'Italia peninsulare (centro-sud). Al nord vi era d'altro, dalla cultura di golasecca a quella megalitica.




, Terramara, Liguri (che si scontrarono coi Celti)


Che si fusero coi celti (come avvenne per i Celtiberi)



, Euganei,Veneti (nemici mortali dei Celti)
[/quote]

Così nemici che condividevano il proprio territorio coi CENOMANI (forse la 3° tribù gallica per dimensioni)



.......Reti (stirpe Etrusca), Etruschi, Camuni, Focunati, Isarci, Iriati, Liburni, Medoaci, Orobi, Rugusci, Stoni, Suaneti, Triumpilini, Uberi, Vennoneti, Venosti, Veragri ecc. ecc. ecc. , inserire i Celti che come invasori si scontrarono con tutti i popoli autoctoni o di più antico insediamento sulla penisola.


Ok, sorvolando sui Reti (non-etruschi !) la tua stiracchiata interpretazione conicide perfettamente con una visione italianista delle cose. Come tuo diritto avere (soprattutto su codesto forum).




Poi parlando di Celti, di tutte le tribù di razziatori scese dalle alpi, dovresti anche scegliere quella di appartenenza, giacchè nonostante la presenza di alcuni tratti comuni, il loro lungo peregrinare lungo mezz'Europa fece sì che diventassero una specie di meltin pot. Motivo per il quale non riuscirono mai a trovare una forma politica / giuridica stabile.


No, amico........il vero melting pot è la romanità ad ssere precisi. Non cambiare le carte in tavola : non ne hai la facoltà.



Fermo restando , e mi ricollego al discorso iniziale, l'unità d'Italia in ambito Giuridico-Sacrale in epoca antica e la distribuzione delle terre demaniali e l'intensa opera di popolamento Romano (distribuzione di terre ai veterani , costruzione di strade, acquedotti et similia) ha fatto perdere ogni possibilità di mera identificazione del substrato fisico celtico (qual'ora poi tali differenze fossero veramente rilevantissime e non è detto

Fermo restanto, come sottolineato prima, che l'ambito "Giuridico-sacrale" cui sei attratto è una mera sovrastruttura politica, facciamo presenti 2 punti :

A) l'intensa opera di poplamento romano, non andò a costituire più del il 15-20% della popolazione finale della Gallia Cisalpina. Proporzione che diverrà poi parte del corredo genetico delle popolazioni locali (a seconda dei luoghi precisi beninteso) e che verrà in ogni caso ridimensionata ancora nei due secoli successivi al collasso dell'impero, quando la popolazione dell'Italia fu decimata ("guerra gotica" del 550, A.C. in primis), e le aree più decmate furono proprio quelle più floride e ricche che secoli prima avevano goduto del maggior apporto di coloni italici.

B) gli ITALICI di cui parli tanto non erano "indoeuropei" concetto cui sono affezionato peraltro), ma "indoeuropeizzati". Neolitici mediterranei, che assunsero la denominazione dei loro invasori/dominatoi indoeuropei. Ma mi ci vorrebb mezza giornata per spiegartelo.





Sarà per questo, ripeto, tra l'assenza di un'identità specifica celtica, il loro debellamento, l'irrilevanza numerica del loro apporto in ambito di popolazione (intesi come celti puri e non genti a loro assoggettate visto che stiamo parlando di elites guerriere, che per quel che concerne in NordItalia nessun autore rivendica o parla della civilizzazione celta (cosa che non avviene nè per Etruschi, nè per Veneti)



Come dimostrato dalla lingua popolare (che tu chiami dialetto) la parte settentrionale dell'Italia apartiene tenenzialmente ad uno spettro linguistico che non fa capo a quello Italo-romanzo, ma a quello Gallo-romanzo.

L'irrilevanza numerica che (solo tu) attribuisci ai celti, è qualcosa che si addice (come ragionevolmente stimato) ai coloni latini.

In ultimis, è chiaro che gli autori della "scuola italiana" diano maggiore enfasi ad Etruschi (considerati progenitri degl italiani dalla dottrina italianista),che non ai celti.




A meno che tu adesso , non possa dimostrare ad es. delle incontrovertibili somiglianze tra i costumi,la lingua, gli usi Bretoni e quelli Bergamaschi.

Ultima infamia intellettuale ("infamia" perchè conapevole) di MILES.

E' chiaro che una regione periferica ed isolata come la Bretagna non si può paragonre alla Lombardia che ha subito molte più invasioni. Del resto NESSUNO hai mai sostenuto un' "identità celtica" in maniera tanto grossolana e stupida quanto si tenta di suggerire qui, ora.

Il nord-italia è assimilabile, nel complesso, al continuum culturale Gallo-Romanzo. (vale a dire ad un paese come la Francia. Ed attenzione che comunque "Gallo-romanzo" non significa ancora "francofono").
Antiche terre Gallo-romane in definitiva. Questa è la sua identità che traspare a tutt'oggi e che differenzia la fascia alpina/sub-alpina e della val padana dal resto dell'Italia peninsulare, sprofondata nel mediterraneo (figlia, sì di uno spirito greco-romano che vede i suoi massimi picchi in Sicilia e nelle comunità grecaniche della Calabria).


Miles.........mi sono scocciato un pochino a scrivere tutto il post, ma volevo dimostarti, con cortesia, che vedersela con un "giovanissimo" del forum è un conto. Vedersela con gente come me è un altro (ma già lo sai).

Druso
22-05-10, 15:03
Non si direbbe. La derivazione de termini è chiara invece.


http://i48.tinypic.com/j6n2tf.jpg

Da questa cartina cosa dovremmo dedurre?Che i celtoliguri erano una popolazione mediterranea quanto corsi, sardi e sicani?

Mc Queen
22-05-10, 15:17
http://i50.tinypic.com/23jmucw.jpg

occidentale
22-05-10, 15:37
http://i50.tinypic.com/23jmucw.jpg

Ma sono ormai di fatto già suddivisioni amministrative di una più vasta entità.....e Gallia Cispadum sta già cedendo il posto ad Aemilia...la nozione etnica va scomparendo, a meno di due secoli dalla fine dell'indipendenza dei galli cisalpini. I sanniti tennero più duro......

Miles
22-05-10, 15:58
Non sei in grado di farla la spiegazione. Quindi ti coreggero io (senza offesa).


Scusi egregio e quali sarebbero i suoi titoli accademici nel merito (io non ne ho nel merito, ma non uso tanta supponenza)



Unificazione in questo caso significa semplicemente che è stata concessa ai popoli della Gallia Cisalpina la cittadinanza romana. Questo è quanto.

Cittadinanza che col passare del tempo è stata estesa a molti altri popoli.
Nello specifico, a buona parte dei territori del nord-italia fu concessa tale cittadinanza romana nel 49 A.C. (quando cesare necesitava di truppe di cittadinnza romana in vista dello scontro finale con Pompeo)


Per combattere non è mai stata necessaria in quanto tale la Cittadinanza Romana (motivo per il quale buona parte delle Forze Armate Romane eran costituite da ausiliari) cittadinanza sempre concessa con molta parsimonia (fino a Caracalla) per il semplice motivo che la stessa forniva una serie di benefici e vantaggi trasmissibili agli eredi, oltre a tutta la differenza di trattamento in ambito fiscale e giuridico.


Sì, la latinità è paragonabile solo all'elemento arabo-islamico, come dimensioni e significato storico.


Hai finito con le puttanate?



Gli abitanti della Gallia cisalpina, a prescindere dalla volontà degli imperatori successivi di racchiuderli nell'"Italia", erano fondamentalmente Gallo-romani (e non italico-romani)


Puoi fornirci una tantum un qualche dato storico/archeologico/linguistico/epigrafico/letterario o dobbiamo accontentarci della tua autoreferenzialità?



Efficace sovrastruttura psicologica per consolidare il proprio potere su un determinato territorio.
Come se in era moderna i tedeschi dichiarassero di punto in bianco che il confine sacrale della germanicità a SUD si trova sul fiume PO (quindi tutto ciò che è sopra di esso è loro e tutto quanto sotto è italiano). Stessa cosa.
E naturalmente consacrerebbero con riti loro la cosa. Con tanto di approfondite elucubrazioni filosofiche e giuridiche. Detto fatto.


Se non hai conoscenza del senso di Sacralità nel mondo antico, e di come questo, nella percezione dell'Uomo Tradizionale creasse di per sè l'efficacia dell'azione posta in essere, è una lacuna grave.
La tua spiegazione psicologica potrebbe avere validità nel mondo contemporaneo.
Spiegare la mentalità antica paragonandola a quella moderna è cosa che non ha nè capo nè coda.



visto il residuo carattere alieno della regione alla romanità, i decise di latinizzare il più possibile quel territorio, per assicurarsene la fedeltà.


Alieno?
Semmai ostile. Ben differente come termini.
A meno che non fossero "alieni" da Roma anche le tribù del Lazio che alle origini e per tre secoli furono costantemente ostili a Roma stessa.



Fortunatamente però, ancora oggi il resiuo linguistico popolare della val padana e delle alpi, tradisce l'appartenenza ad un ceppo Gallo-romano dell'antichità.


Fagli leggere ad un bergamasco ad un astigiano questo brano in lingua bretone e dicci cosa ci capisce:

Dieub ha par en o dellezegezh hag o gwirioù eo ganet an holl dud. Poell ha skiant zo dezho ha dleout a reont bevañ an eil gant egile en ur spered a genvreudeuriezh.



E i cisalpini da ESTERNI quali erano, divennero per primi appartenenti. Finchè un bel giorno la cittadinanza romana fu estesa a TUTTI i popoli dell'impero, secoli dopo (e questo chiarisce la natura dell'impero, che da meccanismo di assimilazione, alla fine fagocitava tutti e tutto, con tempistica diversa, a seconda della convenienza e degli interessi).

Fai un salto di tre secoli come se fossero acqua fresca, dalla Repubblica al medio Impero, come se nel frattempo non fossero accadute enormi trasformazioni.
Tanto varrebbe impostare, nell'odierno, la politica estera dell'Italia come se fossimo ai tempi di Luigi XIV




Ehm.......togliamo Piemonte/Liguria (in primis ! :paura:) Lombardia (in secundis).

gli etruschi nel nord-italia erano in quella che gli storici ed archeologi han definito "Etruria padana", al massimo della su espansione (caratterizzata da bassa densità demografica tra l'altro), prima della loro cacciata di massa.
http://i47.tinypic.com/2dkfjn4.png



Mc Queen non è colpa nostra se si trova materiale Etrusco in tutto il nordItalia.
Le tue cartine come sempre senza alcun riferimento cronologico alcuno e di ignota provenienza non valgono granchè.
Vuoi che ti riporti (è già stato fatto) tutte le presenze stabili, stanziali ed archeologicamente certificate degli Etruschi nel Nord Italia?


Gli Etruschi fuori d'Etruria
Giovannangelo Camporeale
Arsenale Editrice, pagg.320, Euro 25,00

IL LIBRO – La civiltà etrusca è la più grande fra quelle fiorite nell’ultimo millennio a.C. nel bacino occidentale del mare Mediterraneo, prima di quella romana. Senza dubbio le ricche risorse del suolo e del sottosuolo – prodotti agricoli, lana, legname, sale, minerali, metalli – sono state un fattore determinante per la sua genesi e la sua affermazione. Grazie a queste prerogative l’Etruria è diventata fino dall’VIII secolo a.C. il punto di arrivo sia di raffinati manufatti dell’artigianato artistico degli ambienti ellenico, vicino orientale e centro-europeo, sia di maestri arrivati dalle stesse regioni, che hanno operato per la clientela locale e hanno contribuito notevolmente alla nascita e allo sviluppo di un’arte riconosciuta come etrusca. L’influenza esercitata dal mondo orientale e greco sulla cultura etrusca è certamente uno dei problemi più studiati dagli archeologi; minor attenzione si è prestata, invece, a quello dell’apporto della civiltà etrusca alle altre culture. Il taglio particolare di questo volume consiste appunto nel trattare gli Etruschi nella loro proiezione al di fuori d’Etruria, più precisamente nell’offrire una panoramica dei commerci e delle aperture ideologico-culturali che da quel territorio si espandono verso altre regioni, secondo un’area di irradiazione sorprendentemente vasta, che a partire dall’Italia antica investe il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale. L’articolazione in capitoli, affidati a specialisti, consente di richiamare l’attenzione su questioni particolari, che variano da zona a zona, offrendo nuove prospettive sulla storia, sull’arte, sull’organizzazione politica di questo popolo, per certi aspetti ancora misterioso.

DAL TESTO – “Le ricche risorse del suolo e del sottosuolo dell’Etruria sono state un fattore determinante nella genesi e nello sviluppo della civiltà etrusca, che è senza dubbio la più grande fra quelle affermatesi nell’antichità nelle regioni che si affacciano sul bacino occidentale del mare Mediterraneo prima della romana. L’Etruria disponendo di materie prime molto apprezzate sui mercati (prodotti agricoli, legname, lana, sale, minerali e metalli), è entrata fin dall’VIII secolo a.C. in un circuito di scambi a largo raggio: è diventata il luogo di arrivo di manufatti del più raffinato artigiano vicino-orientale, greco, centro-europeo e anche di maestri provenienti dal Vicino Oriente, dall’ambiente egeo, dall’Europa centrale, i quali erano attratti dalle possibilità di lavoro e di buoni guadagni da una clientela locale abbiente. Talvolta se ne hanno testimonianze esplicite presso gli scrittori antichi: un ricco commerciante di Corinto, Demarcato, verso la metà del VII secolo a.C. avrebbe abbandonato la città d’origine per motivi politici e si sarebbe trasferito in Etruria a Tarquinia, con un seguito di artisti, di cui conosciamo i nomi (d’arte): Ekphantos (Corn. Nep. pr, Plin, Nat. Hist. XXXV 16), Eucheir, Eugrammos, Diopos (Plin., Nat. Hist. XXXV 152). La notizia, benché non abbia riscontri specifici nella documentazione figurata del VII secolo a.C. proveniente dall’Etruria, trova un supporto per così dire indietro nel gran numero di vasi di botteghe corinzie arrivati in Etruria durante lo stesso secolo. Altre volte è possibile ipotizzare con un altissimo grado di probabilità l’arrivo di maestri stranieri: si pensi alla lavorazione dell’avorio in Etruria che, almeno nei primi tempi (fine dell’VIII – inizi del VII secolo a.C.), non può non essere stata un’attività di maestri, dotati di esperienza professionale e forniti dei relativi attrezzi, arrivati insieme con la materia da lavorare dalla regione di provenienza di questa, cioè dal Vicino Oriente. Il mondo etrusco ha non solo ricevuto, ma anche dato sia materie prime che prodotti finiti. È ovvio che il movimento, scambio o commercio che sia stato, è ricco di risvolti culturali. Non è escluso che, come si vedrà nelle pagine seguenti, possa essere emigrato anche qualche mercante o qualche maestro”.

L’AUTORE – Giovannangelo Camporeale è professore ordinario di Etruscologia e Archeologia Italica all’Università di Firenze, membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto per l’Archeologia Etrusco-Italica, direttore scientifico degli scavi archeologici di Massa Marittima, membro di accademie italiane e straniere. Ha organizzato diverse mostre sulla civiltà etrusca e italica: “Prima Italia” (Bruxelles, Atene, Roma 1980-1981), “L’Etruria mineraria” (Portoferraio, Massa Marittima, Populonia 1985), “Gli etruschi e l’Europa” (Parigi, Berlino 1992-1993). E’ autore di numerosi articoli e di monografie, fra le quali si segnalono: “La tomba del Duce” (1967), “I commerci di Vetulonia in età orientalizzante” (1969), “La collezione alla Querce. Materiali archeologici orvietani” (1970), “Buccheri a cilindretto di fabbrica orvietana” (1972), “La caccia in Etruria” (1984), “L’abitato etrusco dell’Accesa. Il quartier B” (1997), “Gli etruschi. Storia e civiltà” (2000).

INDICE DELL’OPERA – Prefazione – La Civiltà Etrusca – Gli Etruschi nel Mediterraneo – Gli Etruschi in Europa – Gli Etruschi nel Veneto - Gli Etruschi in Area Leponzia e Retica – Gli Etruschi in Liguria - Gli Etruschi nella Pianura Padana – Gli Etruschi in Umbria – Gli Etruschi nel Piceno – Gli Etruschi nel Lazio Antico – Gli Etruschi in Campania – Gli Etruschi in Lucania - Gli Etruschi in Puglia - Gli Etruschi in Calabria - Gli Etruschi in Corsica - Gli Etruschi in Sardegna - Gli Etruschi in Sicilia – Bibliografia – Crediti fotografici






Questo è il primo passaggio interessante sulla questione celtica. PErchè conferma ancor più la corretta interpretazione della romanità : un modelo di civilizzazione che si espande....e NON un popolo che si espande.



Beh ma allora daccelo sto modello, sei te quello fissato con le pippe etniche.



MALE (di nuovo). Con grossolana astuzia tiri a fare l'incontrario di quello che ti proponi : dici di voler fare chiarezza tra "stanziamento stabile" ed "invasione vulgaris", dopodichè ti adoperi sapientemente per confondere le due cose, dando ad intendere che gli insediamenti celtici nel nord-italia erano della stessa profondità dellepunte offensive arrivat a ROMA.


Hai scoperto il complotto Romano .... La Sinarchia Latina alla conquista del mondo... :gluglu::gluglu::gluglu:



Bene, la differenza sta nel fatto he mentre per ROMA, lì sì che furono punte offensive, nel nord-italia gli insediamenti furono tanto diffusi e popolati da far assumere una nuova denominazione alla macro regione : Gallia Cisalpina.

Ma scusa Roma civilizza e colonizza con costante continuità costruendo e pianificando il territorio (centuriazioni, strade, ecc.) per secoli ed è una puntata offensiva e i Galli che fanno scorribande (perchè quelle sono) e sono "tanto diffusi e popolati".
Al che verrebbe domandare... su che basi affermi ciò?
E calò il silenzio...




Dell'Italia peninsulare (centro-sud). Al nord vi era d'altro, dalla cultura di golasecca a quella megalitica.


La cultura Megalitica infatti ha come centro d'irraggiamento il Mediterraneo.
Parliamo di Malta? Parliamo della Sicilia? Parliamo della Sardegna? di Creta?


Euganei,Veneti (nemici mortali dei Celti)



Così nemici che condividevano il proprio territorio coi CENOMANI (forse la 3° tribù gallica per dimensioni)


"Si dividevano" o semmai i Cenomani conquistarono Verona e cercarono di prendersi Vicenza? Tito Livio racconta che la cosa fu anche abbastanza sanguinosa e fu il motivo per cui i Veneti mandarono ambasciatori a Roma.
Ma ovviamente chi è Tito Livio di fronte a Mc Queen?



Ok, sorvolando sui Reti (non-etruschi !) la tua stiracchiata interpretazione conicide perfettamente con una visione italianista delle cose. Come tuo diritto avere (soprattutto su codesto forum).

Si ma cerca di dimostrare le cose, ogni tanto, non fare la solita solfa del gombloddo italianista.
Hai delle fonti, dei dati, delle referenze archeologiche o come sempre dobbiamo leggerti così, come se i tuoi pareri fossero autoreferenziali?
Ti spiego, su questo forum è invalsa la pratica di citare dati e fonti.
Le tue tirate "siete italianisti e scrivete perciò faziosamente" dopo un po' stufa.



non ne hai la facoltà.

P.S.

Ha rotto anche la tua supponenza.



A) l'intensa opera di poplamento romano, non andò a costituire più del il 15-20% della popolazione finale della Gallia Cisalpina. Proporzione che diverrà poi parte del corredo genetico delle popolazioni locali (a seconda dei luoghi precisi beninteso) e che verrà in ogni caso ridimensionata ancora nei due secoli successivi al collasso dell'impero, quando la popolazione dell'Italia fu decimata ("guerra gotica" del 550, A.C. in primis), e le aree più decmate furono proprio quelle più floride e ricche che secoli prima avevano goduto del maggior apporto di coloni italici.


Dato che continui sempre a sparare cifre a casaccio e percentuali già smantellate (come in questo thread di acchiappaignoranti che ti ripropongo) perchè alla fine non è che ogni volta puoi venire con le stesse medesime cose che ti vengono smantellate, passano due settimane e torni come se nulla fosse.


1

allora.... non può esistere una cultura celtoretica perchè non sono presenti luoghi di culto associativi , perchè i reti sono affini agli etruschi e questo è un fatto non controvertibile al contrario invece esistono numerosi luoghi di culto gallo italico e romano, segno evidente che si considerassero affini ai romani e agli abitanti della penisola

2 perchè il termine Celtico non è un termine etnico o culturale è un "non termine" keltoi significa semplicemente "straniero" (il generale franco gallo, di Cesare, l'erudito Stilicone, chiama keltoi sia piceni ed umbri, ritenendoli a suo modo di vedere appunto stranieri, (keltoi)non riconoscendoli come galli ( de bello gallico docet)



3 la stima odierna della popolazione etrusca a centro- nord si avvicina intorno
ai duemilioni di individui (macrosimulazione correlogrammi della densità locale modello BANDK )

4 brunt ?1970 (i siti archeologici dal settanta sono sestuplicati!)
l'indagine tecnica è stata sideralmente perfezionata (dalla cladogenesi all'allopratica,alla datazione assoluta dei diametri dentari,al gradualismo,dalle analisi isotopiche,al metodo parafiletico ai taxa di studio normali o sul paleomagnetismo et cetera


http://forum.politicainrete.net/patria-italiana/58548-unita-arcaica-italica-11.html#post1128664







B) gli ITALICI di cui parli tanto non erano "indoeuropei" concetto cui sono affezionato peraltro), ma "indoeuropeizzati". Neolitici mediterranei, che assunsero la denominazione dei loro invasori/dominatoi indoeuropei. Ma mi ci vorrebb mezza giornata per spiegartelo.



Mc Queen, ma il concetto di IndoEuropizzazione riguarda tutte le stirpi/genti/popolazioni in Europa, non solo gli Italici.
Sovrapporsi di elites su un comune substrato.
E quindi?
Si usa il termine Indoeuropei per i popoli presentanti le principali caratteristiche IE, in primis la tripartizione.
O i Celti son venuti dritti dritti dall'India? Magari con un mazzo di rose in mano?





In ultimis, è chiaro che gli autori della "scuola italiana" diano maggiore enfasi ad Etruschi (considerati progenitri degl italiani dalla dottrina italianista),che non ai celti.



Si il famoso complotto Etrusco.
Ancora però ci si deve spiegare perchè si può parlare di eredità Etrusca in ambito Latino/Romano e non di eredità Celtica.
Ma dati alla mano (archeologici, storici, epigrafici) non la solita e francamente pallosa storia "è un complotto unitario italianista risorgimentale).

Mc Queen , ma quante volte avevi scritto che non venivi più qua? 3? 4?

Miles
22-05-10, 16:01
http://i50.tinypic.com/23jmucw.jpg

Mc Queen, ma stai pigliando per il culo?
Ti si citano passi coevi di Tito Livio e te rispondi con una cartina fatta al computer l'altro ieri?
Tanto valeva che fosse indicata "Celtoliguria Felix" , il valore è lo stesso.

Miles
22-05-10, 16:14
Ultima infamia intellettuale ("infamia" perchè conapevole) di MILES.

Hai ripreso a drogarti?


E' chiaro che una regione periferica ed isolata come la Bretagna

Storicamente la Manica è una delle vie di scambio tra le più antiche, tieni presente che già i Fenici estraevano stagno in Scozia. Come pensi che i Normanni, i Sassoni, ecc. ecc. siano arrivati in Inghilterra? con lo Shuttle?
Alla faccia dell'isolato...


Del resto NESSUNO hai mai sostenuto un' "identità celtica" in maniera tanto grossolana e stupida quanto si tenta di suggerire qui, ora.

Ti posto qualche video di Borghezio?



Il nord-italia è assimilabile, nel complesso, al continuum culturale Gallo-Romanzo. (vale a dire ad un paese come la Francia. Ed attenzione che comunque "Gallo-romanzo" non significa ancora "francofono").

Cosa ci sia di mangiaranese in Lombardia, Veneto o in Friuli lo sai solo te.
Puoi trovarmi per favore le componenti morfologiche e sintattiche tipiche del Leponzio (linguaggio celtico già di per sè differente rispetto al Gallico continentale) che possiamo trovare pari pari nelle parlate locali Lombarde?



Vedersela con gente come me è un altro (ma già lo sai).

http://www.funbox.it/blog/img/jeeg.jpg

MIWA! Lanciami i componenti! E' arrivato Mc Queen!

Miles
22-05-10, 16:34
Non è che si può raccattare ogni cosa trovata su internet e pensare che abbia lo stesso valore delle fonti originali.
Io ho trovato questa:

http://img63.imageshack.us/img63/6888/23jmucw.jpg

Mc Queen
22-05-10, 16:41
Mc Queen, ma stai pigliando per il culo?
Ti si citano passi coevi di Tito Livio e te rispondi con una cartina fatta al computer l'altro ieri?
Tanto valeva che fosse indicata "Celtoliguria Felix" , il valore è lo stesso.


1) Non è stata fatta al computer e non è mia.

2) Tito Livio è un autore latino e di regime : grande amico di Ottaviano Augusto e precettore di suo figlio Claudio, tanto da ricevere poi l'ulteriore incarico prestigioso di scrivere l'opera "Ab urbe condita..." , a scopo celebrativo dell'imperatore e di Roma. Citarlo come bocca dell'imparzialità non è realistico.

3) Non ti azzardare ancora a rivolgerti a me in quel modo. Oppure fallo pure, ma dal vivo (se te la senti, chiaro).

Miles
22-05-10, 16:55
1) Non è stata fatta al computer e non è mia.

Ci si assume anche la responsabilità di quello che si posta. E' prassi nel mondo accademico (e vale per tutti gli ambiti accademici)





2) Tito Livio è un autore latino e di regime : grande amico di Ottaviano Augusto e precettore di suo figlio Claudio, tanto da ricevere poi l'ulteriore incarico prestigioso di scrivere l'opera "Ab urbe condita..." , a scopo celebrativo dell'imperatore e di Roma. Citarlo come bocca dell'imparzialità non è realistico.



Grazie per le note di wikipedia, ora sappiamo che anche Tito Livio faceva parte del complotto antiGallo.
Tacito afferma che era Repubblicano anche sotto Augusto (lo chiama "il Pompeiano) , vedi te.



3) Non ti azzardare ancora a rivolgerti a me in quel modo. Oppure fallo pure, ma dal vivo (se te la senti, chiaro).

No Comment.

occidentale
22-05-10, 17:15
Non è che si può raccattare ogni cosa trovata su internet e pensare che abbia lo stesso valore delle fonti originali.
Io ho trovato questa:

http://img63.imageshack.us/img63/6888/23jmucw.jpg

:crepapelle::crepapelle::crepapelle::crepapelle:

occidentale
22-05-10, 17:33
unisco qui a futura memoria.....

Ronnie
22-05-10, 17:56
3) Non ti azzardare ancora a rivolgerti a me in quel modo. Oppure fallo pure, ma dal vivo (se te la senti, chiaro).
Ehi galletto, il bullismo da tastiera lo fai nella lan di casa tua o in chat coi tuoi amici, non qui sul forum con gli altri utenti.

Ti sospendo per minacce, così te lo ricordi.