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Visualizza Versione Completa : Scritti di Dagoberto Bellucci 2010



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Lupo
22-05-10, 18:36
Dopo qualche mese di inattività in seguito ad un grave incidente con la moto Dagoberto ha ricominciato a scrivere e dietro autorizzazione del Mod. MaxRed II che ringrazio d'ora in poi posterò i suoi articoli su questo sito.

Lupo
22-05-10, 18:43
BAU BAU BABY

FENOMENOLOGIA DI UNA RIPARTENZA ‘STRATEGICA’….AL DI LA’ DEL BENE E DEL

MALE!

di Dagoberto Husayn Bellucci

“Tu sai difendermi e farmi male

Ammazzarmi e ricominciare

A prendermi vivo

Sei tutti i miei sbagli.

A caduta libera

In cerca di uno schianto

Ma fin tanto che sei qui

Posso dirmi vivo.

Tu affogando per respirare

Imparando anche a sanguinare

Nel giorno che sfugge

il tempo reale sei tu

A difendermi a farmi male

Sezionare la notte e il cuore

Per sentirmi vivo

In tutti i miei sbagli.

Non m’ importa molto se

Niente è uguale a prima

Le parole su di noi

Si dissolvono così.

Tu affogando per respirare

Imparando anche a sanguinare

Nel giorno che sfugge

Il tempo reale sei tu

A difendermi e farmi male

Sezionare la notte e il cuore

Per sentirmi vivo

In tutti i miei sbagli….

XwTFp2XypaE
( Subsonica – “Tutti i miei sbagli” – album Controllo Del Livello Di Rombo

Disc 1 (2003) )

“Dentro il futuro

sospinti da venti del nord

tra forze selvagge

che le chiamano e le portano con sè

tra stelle cadenti

speranze che volano via

nei ricordi sbiaditi di un domani

naturale follia.”

( Nomadi – “Lontano” – album – “Ci penserà poi il computer” – 1985 )

A distanza di cinque mesi torniamo a ‘scrivere’….o – per esser più chiari -

‘ricominciamo’…. (…”non mollo lo giuro

perché sono nel giusto…ricominciamo” ‘cantava’ un certo Adriano Pappalardo

oltre un quarto di secolo or sono e anche più…) …. Perchè? …ma perchè

serve sempre un “perchè”?…. ‘Forse’ un “perchè” potrà servire a chi, – loro,

voi, gli uni e gli altri - non ha più sogni da sognare….chi può

permetterselo – anche se, dev’essere evidente, siamo rimasti in pochi (…”

ancora una volta ho rimasto solo”….don backy anno 1963…) – vive ancora tra

realtà e fantasia…. “dormendo sospeso a due stelle nel cielo”…’rotta’ verso

l’ignoto e col vento in poppa sfidando l’insondabile destino… Fantasia che

non significa, sia chiaro, “realtà virtuali”, pippeggiamenti alienanti o

castrazioni ideali… ma, per dirla con il compianto Augusto Daolio, “La vita

è un fiume lento/ ricama la poesia/ ti prende per la mano solo/

se tu hai tanta fantasia/ se vedi oltre le nubi/ il sole che non c’è/ se

senti dentro voci forti/ che gridano la verità….”…Voci ‘antiche’…voci

del passato…di quel passato che – alla faccia di chi nella post-modernità

intende sguazzarci paciosamente – non passa nè intendiamo far passare o

dimenticare.

Oggi non discutiamo ciò che fu – giacchè ciò che fu per altri sarà d’esempio,

domani, per le generazioni che sapranno idealmente raccoglierne in maniera

degna il testimone – e non entriamo più nel merito in termini d’idee ma

esclusivamente di ‘metodi’…Le idee sono quelle di ieri…anzi di sempre!

Inutile soffermarsi su quelli che saranno invece gli ‘orizzonti’ di analisi

considerando che, almeno nelle intenzioni, cercheremo di ‘coprire’ – a 360

gradi – tutto lo ‘scibile’ della nostra “lucida follia”…L’eresia di una

rivoluzione che non c’è … di idee che, in un passato lontano (lontanissimo,

anni luce, da questa vuota contemporaneità nichilisticamente devastante),

favorirono e plasmarono una generazione…La generazione sconfitta…la

generazione che andava “a cercar la bella morte”…la generazione di quella

cultura della crisi e del superamento dell’umano che avrebbe lasciato – a

testimonianza eterna – ai posteri le sue ‘memorie’…pagine di vita scritte con

il sangue di un’idea….o, per dirla con Pierre Drieu La Rochelle, di quelli

che avrebbero scritto prima di morire qualcosa che le generazioni future si

sarebbero chinate incuriosite e ammirate per riscoprire, per cogliere e

avvertire o anche soltanto percepire un suono diverso da quello di un presente

sterile, vuoto, privo di tensione ideale, devastante carattere e psiche di

un’umanità sospesa nel nulla… Parole d’ordine palsmate dal ferro e l’acciaio

di un conflitto che stravolse l’Europa e ridimensionò il mondo… Parole di

fuoco che mutarono il destino di chi visse quell’epopea, l’ultima nella

plurimillenaria storia del vecchio continente, armi in pugno e sacrificio

portato all’estremo di uomini di altra tempra, altra razza, altra fede….Non i

vuoti blateramenti di un’attualità informe e cloroformizzante ma parole

d’ordine che riuscivano a fascinare, emozionare, far vibrare all’unisono

milioni di cuori.

Perchè ricominciare? Diciamo semplicemente che avevamo ancora ‘voglia’ (…le

‘voglie’ ce le togliamo…sempre…) di ‘ticchettare’ su una tastiera

computeristica dopo diversi tre mesi di sostanziale silenzio e , ad

intermittenza e anche a ‘fatica’, qualche lettera-computatoria alias “mail”

scritta di malavoglia qua e là ai ‘contatti’ ancora rimasti vivi e vegeti al di

là del Mediterraneo…nella italica “terra dei cachi”… E riprendiamo anche

perchè, ammesso e non concesso che sussistano le ‘premesse’ conformi, siamo

‘chiamati’ a fare ciò che deve essere fatto senza pretendere dall’altrui

capacità intellettiva maggior ‘comprensione’ di quanta ne potremmo trovare

all’interno dell’ottavo padiglione degli Spedali Riuniti di Livorno o al

Cottolengo ….diciamocelo pure…non confidiamo granchè nel ‘prossimo’ e -

sovente – diffidiamo abbondantemente di chi ci sta d’intorno: questa rigorosa

‘condotta’ d’azione, esistenziale prim’ancora che ‘politica’, è servita

abbondantemente – se non proprio a ‘salvarci’ la ‘pelle’ – perlomeno a evitare

grane, noie, scocciature e, più in generale, rotture di coglioni …che ci sono

‘sempre’ e sempre – pare inevitabile ma tant’è oramai siamo assuefatti

all’”idea” – ci accompagneranno nell’attraversamento-superamento dell’attualità

e delle sue miserevoli comparse…

Sono passati dunque cinque mesi da un non proprio simpatico ‘accidente’

motociclistico condito da una solida ‘scorta’ di ‘cure infermieristiche’: un

periodo ‘salutare’ per rimettersi saldamente in forma (…come sempre “in piedi

tra le rovine”…) e riprendere a ‘pensare’… Già che ‘dire’ di quest’ultimo

periodo che non sia già stato detto e quali analisi trarre dall’attuale

situazione politica (a livello locale – italiota o libanese – e a livello

mondiale)? Intanto possiamo dire che in Libano tutto tace. O perlomeno questa è

l’impressione: al di là di qualche ‘scaramuccia’ interna (il mercenariato

‘alqaedista dei ruffiani dell’America non manca mai neanche sulle sponde

meridionali del Mediterraneo) e delle non nuove violazioni dello spazio aereo

libanese compiute dai kippizzati d’oltreconfine diciamo che potrebbe andar

meglio ma…non ci lamentiamo! Le ultimissime dichiarazioni “bellicistiche”

provenienti dall’emporio criminale sionista non dovrebbero preoccupare

eccessivamente…

In Italia invece no…abbiamo avuto, nell’ordine, l’aggressione al premier in

piazza del Duomo a Milano (….con lo strascico di polemiche su una

vera/presunta “alzata” di tensione politica nel ‘belpaese’….trent’anni fa a

uno come Berlusconi, se gli andava bene, l’avrebbero gambizzato le Brigate

Rosse…ma si sa…i ‘tempi’ sono cambiati e pure gli uomini e i mezzi

d’”interazione” estremistica…ci si fa le pippe con i “gruppi” anti-premier su

Facebook rischiando pure una denuncia …demenzialità contorta della deriva

politica italiota e, più in genere, occidentale…), la disfida Berlusconi-

Magistratura (che di fatto ha occupato saldamente le prime pagine dei

quotidiani offuscando tutto il resto…campagna elettorale compresa), la

vittoria della Lega Nord nelle recentissime amministrative con – nel mezzo -

qualche polverone sapientemente alzato qua e là sui più ‘bischeri’ fra color

che intrallazzano beatamente in questa terra di nessuno denominata

I’tal’yà…

Un paese di ladri e di ruffiani, di puttane politiche e pagliacci elettorali,

di effimeri ed innocui analisti della domenica, di commissari tecnici mancati e

veline alla ribalta, saltimbanchi populisti e cicisbei intellettual-chic,

radical-chic, democratici, progressisti, di sinistra…(che diamine!

rigorosamente di sinistra ..altrimenti che ‘radical-chic’ sarebbero?) …

l’italietta , colonia dell’Impero a stelle e strisce, che ancora non ha trovato

una sua stabilità politica decente, che continua riottosa a barcamenarsi fra

“centro-destra” e “centro-sinistra” , opache variabili del panorama politico

fotocopia molto pallida e stinta dei modelli di democrazia anglo-sassone…

Oltre al modello istituzionale d’impianto anglosassone (…ancora mancano le

‘convenscion’ all’ameregana con i ‘palloncini colorati’, la banda e le

majorettes ma…il Silvio nazionale – bontà sua – c’aveva già provato alcuni

anni or sono….ricordate la “Nave Azzurra” delle ‘libertà’? ….banalità e

scempiaggini di una società mediatica che raccatta di tutto e di più

confondendo la realtà con il virtuale e dimenticando volontariamente i

problemi, quelli si reali, del paese che annaspa in una crisi che,

principalmente, è crisi d’identità prima di essere crisi di valori o di

qualsivoglia altro genere…ma poi di che vi ‘preoccupate’? C’è Berlusconi che

ha sostenuto, nel gennaio 2009 che “la crisi è finita” o, tutt’al più, è

semplicemente “psicologica”….vaglielo a raccontare a quanti hanno perso il

posto di lavoro, operai e imprenditori, e a quelli che, impossibilitati dal

trovarne un altro, si son fatti magari saltare le cervella….).

Una nazione che non è più nazione ….o forse non lo è stata mai….

(escludendo l’”intermezzo” rappresentato dal ventennio fascista) …”fatta

l’Italia facciamo gli italiani!”….Addavvenì ancora lo ‘sconigliolatore’ di

“uomini nuovi”…il collaudamento antropologico-razziale italiota ha dimostrato

i suoi limiti manifesti…all’originaria razza ario-romana si è – secolarmente

intendiamoci – sommata e sovraplasmata la razza levantino-semitica ….si è

giudei prima nell’anima oggidì…prim’ancora di esserlo nel sangue (e su questo

punto concordiamo, praticamente, con Karl (Mordechai) Marx quando asseriva che

la funzione sociale del “popolo eletto” fosse quella di prestamonete al

servizio del capitale….venuto meno quel ruolo gli ebrei si ritrovarono

‘costretti’ all’assimilazione nelle società goyim in quanto “i cristiani si

erano fatti ebrei”….giustappunto!) ….pur ‘mantenendosi’ stabilmente e

operando come quinta colonna una solida ‘colonia’ di più o meno originari

‘eredi’ (…i ‘virus’ interni…) rappresentata dalla plurisecolare presenza

della Kehillah capitolina occupante l’Urbe fin dai tempi della Repubblica

romana…

L’Italia non esiste o, se proprio vogliamo dircela tutta, esiste

un’espressione geografica che riporta questo nome…tutto il ‘resto’ oggi è

melassa, meticciato spirituale e sciabordamento etnico, compressione di

esistenze lacerate uscite a pezzi dal secolo delle ideologie: da un lato lo

sfiguramento razziale dell’immissione massiccia di allogeni di ogni tipo,

genere e razza (anche religione ma questo dovrebbe essere, in teoria, un

problema secondario per un paese che si è autoproclamato laico e ha fondato le

basi per il suo ‘risorgimento patrio’ sull’anti-clericalismo più oltranzista e

sul ‘daje al papato’ di rigorosa limpida massonica osservanza) che ci porta

alle responsabilità di tutti – nessuno escluso – i partiti presenti nell’arena

parlamentare (Lega Nord compresa …i ‘legaioli’ ‘sbavano’ di “cacciate

extracomunitarie” a destra e a manca dimenticando poi di guardarsi in ‘casa’…

sindaci ed esponenti del Carroccio ‘colored’ in ogni dove…perchè si sa…alla

fine “siamo italiani” …quindi “brava gente” …mandiamone a casa qualcuno,

magari clandestino, ma quelli buoni, bravi e onesti – possibilmente lavoratori

indefessi al pari dei ‘fabbrichetta’ nostrani – nominiamoli pure responsabili

del partito o candidiamoli alle elezioni…e poi si sa…va di ‘moda’ e fa

tanto, ma proprio tanto, ‘politically correct’); dall’altro lato abbiamo il

disastro ontologico-razziale di una nazione ‘piccola’ in tutte le sue forme e

manifestazioni: piccoli politici, piccoli mercanti, piccoli industriali,

piccoli sindacalisti, piccoli borghesi. Piccoli per ‘status’, censo, casato ma

soprattutto, e prim’ancora, piccoli per formazione, per interessi e per

aspirazioni ….Piccoli in particolar modo per mentalità: restiamo una

‘provinciale’ delusa….senza alcun retaggio storico, senza passato, destinati

a non avere alcun avvenire….siamo sempre quelli del “Franza o Spagna purchè

se magna” ….l’adagio, mutandolo un pò, non ‘cambia’.

Berlusconi è un piccolo uomo , una mezza nullità. Eppure da quindici anni

condiziona totalmente la vita politica nazionale. I ‘colonnelli’ del Silvio

nazionale sono omuncoli ancor più piccoli del ‘padrone’….eppure ‘galleggiano’

tutt’attorno al Cavaliere di Arcore. L’opposizione centrista o di sinistra è

ancor più frammentata, divisa, litigiosa e piccola della maggioranza: gente

come Bersani, Di Pietro, Franceschini, Veltroni, la Bindi – giusto per fare

qualche nome – sono politici di serie C2 girone ‘Z’ rispetto ai loro

predecessori democristiani e comunisti (…i due “partiti-Chiesa” che si

divisero e assieme amministrarono il secondo dopoguerra nazionale come, del

resto, i loro padroni di Washington e Mosca si spartirono il mondo….Teheran,

Yalta, Potsdam, Reyikiavik…un quarantennio di imperialismo unitario e

neocolonialismo …)….il confronto non ‘esiste’…e non perchè i vari

Andreotti, Forlani, Fanfani, Zamberletti o Moro da un lato o i Berlinguer, i

Natta, gli Occhetto e i Pajetta dall’altro lato fossero chissà quali ‘cime’…

tutt’altro…ma se ipoteticamente dovessero esser messi i primi su un piatto di

una bilancia al pari dei secondi rischierebbero ‘voli’ cosmici per la futilità

e banalità che questa classe politica attuale dimostra rispetto anche al

recentissimo passato….Questi fan rimpiangere Craxi e Cossiga….altro che!

E quest’Italia in piena crisi, dove si tira a campare (l’arte plurisecolare

nella quale da sempre eccelle questo popolo-bue) e dove chi può può e chi non

può si arrangi (…il napoletanissimo “chi ha avuto ha avuto…chi ha dato ha

dato….” sempre ‘efficacemente utile per sopravvivere senza farsi troppo

male…), dove hanno eliminato anche Cristo e Marx pur di entrare a piè pari

nella post-modernità de-ideologizzata, dove le stragi di ieri sono un pallido

ricordo (…di cui sembra proprio ‘cattivo gusto’ continuare a parlare….anche

perchè ‘tanto’ son passati trenta/quarant’anni…chissenefrega no?…) e

l’importante è ‘apparire’ …dove la politica è ‘delegata’ ai talk-show di

Bruno Vespa e al più o meno sapiente uso massmediatico dell’effimero spazio

catodico…dove l’arroganza diventa regola, la prevaricazione è d’obbligo, il

mercimonio una garanzia di ‘carriera’ e lo scambismo clientelar-mafioso una

pratica diffusa e ‘di successo’….quest’Italia marcia e putrescente continuerà

ad osannare l’antifascismo, ‘collante’ nazionalpopolare dei senza-patria di

ieri, di oggi e di domani, e riverire il potente di turno. Abbiamo ‘esperienza’

da vendere come popolo e ‘arte’ da ‘insegnare’ come paese….

L’Italia è morta! Defunta …e non da oggi. Non esiste più un’identità

nazionale perchè non esiste, semplicemente, una nazione degna di questo nome.

Nè esiste un popolo italiano ….esiste , da noi, la fatidica, immancabile,

indistruttibile ‘gente’….(che ne pensa “la gente”? che vuole “la gente”? che

dirà “la gente”?). Gente che non è popolo, paese che non è Nazione e un

banalissimo sentimento finto-patriottistico che si manifesta con lo

sbandieramento dei tricolori in occasione delle partite di calcio quando la

nazionale azzurra segna o – su ‘imput’ sistemici – durante un qualche ‘evento

catalizzatore’ (terremoti e disastri naturali o funerali di un qualche

‘rilievo’ per qualche attentato subito dal mercenariato ‘tricolore’ compiuto da

autentici patrioti – in Irak e Afghanistan che ci stiamo a fare? ancora ce lo

dovrebbero spiegare…e ancora dovremmo capire che stiamo a fare anche nei

Balcani e altrove…- che i media ribattezzando ‘terroristi’ hanno assunto

quale stereotipi malefici del Terzo Millennio…dopo i ‘nazi’ di ieri e di

sempre ovviamente)…

Dopo il belar di pecore e i ‘battimenti’ di petto di rito come niente fosse

ognuno se ne tornerà tranquillamente alle fiction, alle programmazioni

decerebrate alla MTV o alle polemiche sull’eliminato di turno di questo o

quell’altro talk-show, gara o ‘giochino’ teledemenziale di turno …..E’ il

“tifo” calcistico-sportivo trasportato nell’arena massmediatica del nulla

contemporaneo… l’arena di un paese senz’arte nè parte, senza idee e identità,

senza miti, senza storia, privo di idealità, che ‘galleggia’ senza un obiettivo

e avanza, nei mari in tempesta della politica internazionale del terzo milleno

senza bussola…

Occupiamoci dunque delle vicende di ‘casa-Italia’….sempre premettendo che

stiamo parlando di un paese sotto occupazione militare da sessantacinque anni,

semi-colonia degli interessi statunitensi (…l’apparente ‘autonomia’ dei

poteri ‘tricolori’ è la risultante comunque di un conflitto civile e di una

guerra fratricida ….sulla quale posero la parola ‘fine’ i carri armati dei

vaccari a stelle e strisce nella primavera del ’45…); un paese privo di reale

sovranità nazionale in campo politico ed economico e maldestramente gestito da

una classe politica d’infimo livello che ha suddiviso mansioni e ruoli di una

casta di servi genuflessi alle direttive provenienti d’oltreoceano e

contrabbandato la funzione della Politica, quella con la ‘P’ maiuscola,

prostituita da parecchi anni a nient’altro che sede ‘istituzionale’ (…i

partiti sono i presidi oligarchici secondari del Sistema ‘preposti’

all’amministrazione della ‘cosa pubblica’…nient’altro che questo e

nient’altro di diverso da questa è la loro funzione…) ove si ‘dibattono’ le

contrapposizioni interne del partito unico della borghesia di un paese

capitalista agganciato dai poteri forti della finanza mondiale al ‘carro’

europeo trainato dal ‘bue’ americano….

Un paese ‘strano’ il nostro…molto strano…talmente strano da assecondare -

sommergendolo di voti a più non posso – un presidente-magnaccia e la sua

‘corte’ degli stracci (escort, veline, velette, ministre e candidate…tutte ai

piedi del teleimbonitore da quattro soldi…il quale ha saputo vendere sè

stesso come una sgualdrina di seconda categoria saprebbe ‘donarsi’ senza

difficoltà); un presidente attorno al quale sono confluiti tutti gli ex di

tutte le risme riciclati sotto le bandiere del Partito delle Libertà, soggetti

evanescenti, annacquati, ‘stinti’ nella strenua difesa del berlusconismo più

servile (…altro che “Piave mormorava” …hanno venduto tutto e il contrario

di tutto gli ‘ex’ aennini…non ultima la dignità …quella ‘persa’ molti

secoli fa in un lontanissimo congresso in quel di Fiuggi…). Le ultime vicende

Fini-Berlusconi con il clamoroso (…ma clamoroso poi per chi? e soprattutto

perchè? a noi francamente è sembrato il ‘teatrino dell’assurdo’…) confronto

in diretta all’assise del Popolo della Libertà ha semplicemente riacutizzato i

tanti, forse ‘troppi’, mal di pancia di una fazione non irrilevante di ex

‘aennini’ ai quali evidentemente è andato di traverso qualche pezzo di colomba

pasquale: le elezioni regionali hanno sancito i nuovi rapporti di forza interni

alla coalizione governativa e confermato, ce ne fosse stato bisogno, chi detta

‘legge’ tra PDL e Lega Nord. E se a Fini hanno risposto ‘picche’ sia Berlusconi

che, forse non a torto, i suoi ex ‘colonnelli’ e gregari di un tempo (i

Gasparri, i La Russa, i Matteoli, gli Alemanno) si domandi da sè come mai, le

sue conclamate “necessità” di ‘verifiche’ e di dialettica interna al partito

padronale sono cadute letteralmente nel vuoto. Da uno che per arrivare dov’è ha

venduto e svenduto tutto e tutti (a cominciare da quel poco di patrimonio

ideale e culturale che poteva ancora essere rappresentato da un reducismo

consunto ma che aveva il merito, forse il solo, di rappresentare una casa-madre

per i tanti che identificavano nel Msi-AN un segno di continuità con il

passato…un equivoco in meno….per un voltafaccia opportunista in più…) non

ci si poteva aspettare altro: non si lamenti oggi se pochi gli danno credito!

Da questo punto di vista, pur sollevando questioni reali, ha ragione il premier

e forse non hanno torto quelli al premier vicini che ne hanno chiesto la

cacciata, perchè a forza di vendersi si perde inevitabilmente di credibilità e

quella di Fini si è, da tempo immemorabile, ridotta all’osso.

Naturalmente c’è – e si ‘vede’ …e , soprattutto, si ‘sente’ (…’sbraitano’

abbastanza…sufficientemente forte da farsi sentire…) – la Lega Nord. Ben

‘venga’ comunque la vittoria leghista …sarà ‘divertente’ ora che questi

coerentissimi difensori della padanità hanno fatto manbassa di voti vedremo

quello che ci ‘aspetta’….onestamente non ci aspettiamo niente…niente che

non sia già visto e niente che non sia stato già detto e fatto da soggetti che,

dieci anni fa, sbavavano merda a più non posso all’indirizzo del ‘mafioso

Berlusconi’ per poi immergersi – testa in giù e naso turato – nella porcilaia

pidiellina e nel ‘polo’ centro-destrista….Non daremmo un soldo di cacio di

fiducia a questi omuncoli rappresentanti della piccola-media imprenditoria

gretta e populista, xenofoba e bassamente qualunquista, del settentrione

italico (…quello del “Roma ladrona” per intenderci….Roma dove oggi siedono

‘fior’ di ministri e sottosegretari legaioli…che ovviamente lo stipendio

intascano bellamente al pari dei loro colleghi più o meno ‘terun’)…come

d’altronde non ne davamo ai loro ‘colleghi’ aennini. Prendete il ministro degli

interni…Roberto Maroni…(il capo dei ‘birri’) quello dei provvedimenti

restrittivi contro la “violenza” negli stadi, le tessere e i daspo

che…’pare’…vorrebbe elargire a destra e a manca perfino ai calciatori

troppo ‘esuberanti’ (…e chi la giudicherà l’”esuberanza” dell’atleta di

turno? Il capo della Polizia….’pensatevi’ invece alle ‘esuberanze’ di quello

spaccarotella …l’assassino di Gabriele Sandri… ripetiamolo a lettere

cubitali …ASSASSINO ….e che nessuno dimentichi…) …Chissà cosa ci

direbbe il ‘buon’ Maroni (…ma voi ve lo ricordate con il ‘collarino’

ortopedico nelle vesti di “primo martire della Padania” o no?…) se

iniziassimo a sciorinare le centinaia di migliaia di dichiarazioni, appelli,

interviste dei suoi compagni di partito ….(dal cappio penzolante a

Montecitorio ai 300mila bergamaschi pronti a marciare su Roma…alle

‘pallottole’ di Bossi o alle ‘sparate’ cafone di tal Borghezio che con il

tricolore voleva pulircisi …lui, ex neofascista di Ordine Nuovo nei Settanta

che chissà quante volte davanti allo stesso tricolore s’era irrigidito tutto ,

petto in fuori e panza indentro, a slogarsi i ‘braccini’ nei saluti

romani……). La Lega Nord….altrove un partito al ‘limite’ della

costituzionalità…da noi pulcinella della politica…si, proprio Pulcinella -

la maschera di Napoli – ….che è più seria, molto più seria, dei “quaquaraqua”

leghisti che – a sentirli – avrebbero ‘virilmente’ (ce l’avevan duro no?)

proclamato la secessione e fondato…la Padania!

…E questi oggi ‘cianciano’ e vorrebbero pure dar lezioni di “legalità

democratica”……..Mah…che dire? Che siamo un paese di ipocriti, ruffiani,

opportunisti e voltagabbana!

Ma se questo è il ‘centro-destra’ ….con il contorno dei ‘minori’ (e pure

minorati) fra i quali si ‘contano’ i residui socialisti, i pensionati, gli

storaciani, i No Eur, i movimenti pro-contro-anti- tutto e il suo contrario

(…se si pensa che c’è in ballo pure l’idea di riportare il nucleare in Italia

si potrà immaginare …c’è da farsi prendere da un attacco di brividi dietro la

schiena solo a pensare a che succederebbe se riaprissimo Caorso…per fortuna

abbiamo deciso di lasciare per sempre l’Emilia….)….dall’altra parte c’è

poco da ‘scherzare’ ….il ‘centro-sinistra’ ….sembra una ‘sciarada’ tanto

sia impossibile identificarne contenuti, azione e leadership… Il progetto P.

D. è sonoramente (anche somaramente ‘volendo’) fallito: in ordine Veltroni (…

un ‘genio’…della lampada!), Franceschini e oggi Bersani sono miseramente

naufragati alla guida di un partito che non c’è , che di nuovo ha solo il

simbolo e di vecchio la muffa post-comunista il che, anche qui a grandi linee,

equivale ad una miscela di progressismo obamista (…il PD ha puttaneggiato del

resto con tutto quanto di ‘liberal’ provenisse dall’America…ieri Clinton, poi

in ordine Al Gore, John Kerry o qualcun altro fra i pagliacci democratici

presentatisi come novità elettoralistica di quel crogiulo di rampantismo

yuppies, buonismo liberal, trasformismo antipatriottico, ecologismo e

trasversalismo laicistico che caratterizza da sempre il carrozzone della

sinistra statunitense…), sufficientemente annacquato, riformismo di

second’ordine, miti kennediani ‘made in USA’ esportati da chi , fino all’altro

ieri, diceva peste e corna dell’America e, infine, una base militante

probabilmente stanca e arcistufa di perdere anche giocando in ‘casa’….(hanno

perso Sassuolo…ci ‘mancano’ roccaforti ‘rosse’ storiche quali Modena, Reggio

Emilia, Livorno per conchiudere un ciclo discendente che sembra, attualmente,

inarrestabile…la crisi di voti della “sinistra post-comunista” riflette una

profonda crisi d’identità sulla quale nessun improvvisato segretario PD

potrebbe riuscire a metter seriamente mano).

Avanzano , o comunque si attestano su posizione ‘note’ magari retrocedendo di

qualche spicciolo percentuale qua e là, l’UDC ,l’Italia dei Veleni e – unica

nota ‘nuova’ (…ma perchè in questo paese le novità sembrano già vecchie

prim’ancora di ‘scartare’ la ‘confezione’? …mah…) di queste regionali 2010

- il movimento Beppe Grillo ….un voto di protesta come si è detto, ma sempre

un voto…e laddove questa ‘new entry’ ha fatto parlare di sè (Piemonte ed

Emilia Romagna) probabilmente la sua influenza avrà un qualche rilievo e magari

potrebbe rappresentare un banco di prova per i futuri , lontanissimi, test

elettorali…quelli nazionali del …2013!. Sembra dunque che un ‘abisso’ di

anni-luce ci separi dalle prossime consultazioni ….ancora un triennio di

berlusconismo imperante: vai con le riforme dalla scuola alla giustizia, dal

nucleare al federalismo, dalla cementificazione ad oltranza alla tassazione e

al fisco…strada in discesa per i piani della Loggia Propaganda 2 dalla quale

proviene, tout court, l’intero impianto programmatico (si chiamava “Piano di

Rinascita Democratica” un trentennio or sono) del centro-destra (nemmeno la

‘briga’ di modificare una virgola a quanto pare)…

Bene, benissimo…auguri a lorsignori (…gli ‘eletti’…) e ai loro elettori

che speriamo non dovranno mai pentirsi di quanto hanno votato…Questa, madame

et messieurs si chiama ‘democrazia’…questo è quanto…niente di nuovo …

copione ‘vecchio’, pellicola già vista, ‘attori’ consumati….

Qualcuno potrà obiettare (…ci ‘mancherebbe’ che qualcuno non ‘obietta…c’è

una ‘sfilza’ di obiettori quando si tratta del sottoscritto…probabilmente se

esistesse un’obiezione militante potrebbero tranquillamente prenderci a

‘modello’ quale tirasegno preferenziale…) che non c’è proposta

“alternativa”….solo critiche e polemiche….oddio un bel colpo di Stato di

quelli fatti come Dio comanda ci starebbe benissimo…una selva di cannonate

sul parlamento e sui palazzi del potere altrettanto bene…ma…’prima’…ci

vorrebbero “i militari” ….(….non quelli targati da sessantacinque anni

NATO…non quelli della repubblica “democratica e antifascista”…non, di

sicuro, i carabinieri…)….militari che, da sessantacinque anni, comunque

fanno bene a starsene nelle caserme. “Vogliamo i colonnelli” (…”maestria” e

vis comica elevatissima quella di Ugo Tognazzi-Beppe Tritoni….”lo

sfasciatope” di Livorno…) è un film..augurandoci che rimanga tale…

Ma allora perchè ‘ripartire’ proprio dalla politica italiota? Perchè , di

fatto, non c’è nient’altro di interessante sul quale ‘metter’ le ‘zampe’ per

ripartire da un’analisi conforme e quanto passa il ‘convento’ della politica

internazionale non è migliore di ciò che si sia visto sui ‘lidi’ italioti…

La situazione vicinorientale è fluida (nel senso che tutto potrebbe, a breve-

medio termine, succedere…un attacco sion-statunitense all’Iran, l’apertura

dei ‘fronti’ sempre ‘caldi’ e mai completamente domati a Gaza e Cisgiordania,

il rischio del coinvolgimento di Hizb’Allah in Libano e della stessa Siria di

Assad che sonnecchia , lancia messaggi a destra e manca e intanto si prepara a

qualunque evenienza…) nella penisola coreana pare che le due repubbliche

omonime siano lì lì pronte a cominciare qualcosa che, sicuramente, non sarebbe

solo un episodico conflitto regionale…la Cina sorniona si accaparra pezzi di

capitalismo qua e là al pari dell’India….i nuovi equilibri geostrategici

dell’economia planetaria si sono, e non da oggi, spostati dall’Atlantico al

Pacifico e le tigri del sud-est asiatico lo sanno benone che, un giorno non

lontano, il dragone cinese potrebbe risvegliare i suoi mai sopiti appetiti…

La Cina è vicina…vicinissima! I neocapitalisti di Pechino sulle orme dei loro

predecessori moscoviti….a Mosca ci pensò Krusciov con la destalinizzazione a

proiettare l’URSS sui mercati mondiali (del resto era già un capitalismo di

Stato sotto il vecchio Maresciallo…la spartizione bipolare del pianeta doveva

affrettare l’allineamento del Cremlino tra le grandi nazioni capitalistiche

come in realtà avvenne) …a Pechino non hanno ancora buttato a mare i ritratti

di Mao…ma stan lì a prendere polvere. Il capitalismo cinese è diventato

adulto…il dragone è pronto per la concorrenza a Wall Street…

A nord, alle estremità della massa eurasiatica continentale, la Russia non sa

ancora che pesci prendere pur di cercare di mantenere ‘stranissimi’

equilibrismi tra America, Iran e Cina….un giorno Putin dice una cosa e il

giorno dopo Medvedev racconta esattamente il contrario…mah….affaracci

loro….onestamente dei russi non ce n’è mai fregato granchè nè l’altro ieri

quando si chiamavano URSS nè ieri quando hanno ‘inventato’ la CSI e son tornati

ad un flaccido e abbastanza penoso pseudo-imperialismo e tantomano oggi che non

‘pare’ sappiano che ‘pesci’ prendere sulle rive del Caspio e ‘dintorni’… ….

ci sono il Caucaso e altre zone limitrofe dove la tensione rimane altissima e i

dirigenti del Cremlino non hanno ancora una strategia compiuta per domare i

‘fondamentalismi’ locali eterodiretti dall’intelligence occidentale….

figuriamoci se a Mosca hanno una strategia globale da opporre agli Stati Uniti

d’America (…in realtà non ce l’hanno mai avuta…nè l’avranno probabilmente

mai…i ritardi sovrastrutturali dell’economia russa sono abissali…l’America

resta il loro ‘mito’…da eguagliare …come nei Cinquanta quando i tecnocrati

del Cremlino blateravano di “parità” economica…e i dati della bilancia

commerciale e degli investimenti dicevano che il rapporto era di 4/5 a 1 per il

più vecchio e maturo capitalismo yankee…)….i quali, dulcis in fondo,

saranno mezzi tramortiti dalla crisi economica che le loro multinazionali e le

loro ‘officine bancarie’ hanno creato (…e quando intendiamo ‘loro’

intendiamo, giusto per capirci, banche e multinazioni ebraiche…) ma, sia come

sia, non sono affatto così rincoglioniti da lasciare ad altri le redini della

politica mondiale…non ora e , probabilmente, neanche fra vent’anni…

‘Questa’ in sintesi la politica internazionale, o situazione geopolitica

globale che dir si voglia, in poche , più che sufficienti, righe…perchè alla

fine a ‘sprecar’ inchiostro son tutti buoni ma , stringi stringi, il ‘senso’

delle analisi dev’essere diretto, chiaro e preciso! Al diavolo le ‘ciancie’

geopolitiche e le analisi più o meno ‘pertinenti’ dei luminari ‘scientifici’

delle relazioni internazionali…quanto ‘serve’ per capire (ammesso che si

‘voglia’ capire…ma questo ovviamente è un altro discorso) basta semplicemente

trascriverlo senza mezzi termini e senza voli pindarici, come ci riferiva -

chiaro, asciutto, pacatamente ma con estrema lucidità – un carissimo

interlocutore libanese che dinanzi all’eventualità di un conflitto regionale

storceva profondamente il naso e sosteneva la prevedibilissima ripetizione di

quanto già visto in almeno tre-quattro occasioni…”noi libanesi oramai

diffidiamo”….iniziava più o meno così il ‘refrain’ non nuovo del nostro

amico…”diffidiamo di noi stessi prima ancora di iniziare a diffidare degli

altri…tutti gli altri”. Non aveva tutti i torti….specialmente quando

proseguiva laconico “siamo rimasti soli a scannarci quindici anni mentre altri

occupavano il nostro paese…abbiamo lasciato che lo trasformassero nel loro

campo di battaglia e lo sapevamo benissimo di essere diventati pedine di un

gioco infinitamente più grande delle nostre misere inutili vite…è successo

allora …non potrà accadere di nuovo…nessuno lo desidera, nessuno ne ha

veramente bisogno. La posta libanese non vale un conflitto generale che

coinvolgerebbe altri…tutti poco propensi a morire per Beirut!”.

In effetti una disamina alquanto realistica della situazione. Che, volendo

allargare gli orizzonti, sarebbe tranquillamente applicabile all’Iran che

rimane indiscutibilmente al centro delle mire e delle ‘strategie’ di

contenimento dell’imperialismo sion-statunitense che cercherebbe, in virtù di

una onnipervadente idea di “esportazione planetaria” della democrazia

(ovviamente quella che pare a ‘loro’ e che, soprattutto, è funzionale ai loro

interessi), clamorose ‘revanches’ nei confronti della Repubblica Islamica dopo

esser tenuta in iscacco per quasi un decennio nel vicino Afghanistan e, dal

2003, anche in Iraq.

Eppure se guerra sarà – e che guerra a questo punto (se ne ‘blatera’ ormai da

anni) sia! – a rimetterci saranno prevalentemente proprio le ‘armade’ a stelle

(di Davide) e strisce ed il mercenariato filo-sionista che oserà allinearsi ad

un’avventura che più che tragica risulterebbe assolutamente disastrosa per

tutti. A cominciare dal popolo iraniano che non si tirerebbe sicuramente

indietro dinnanzi a un’aggressione che, per modalità e per obiettivi,

risulterebbe senz’altro difforme – viste anche le caratteristiche geopolitiche

del ‘target’ – rispetto a tutte le precedenti ‘spedizioni’ occidentalistico-

imperialiste.

Ma, realismo vuole, che si ponga la ‘fatidica’ domanda: chi credete che

morirebbe per Teheran? Chi, dove, come e quando qualcuno si sacrificherebbe per

Teheran?

Mosca? Pechino? suvvia non prendiamoci per i fondelli….ognuno ne avrebbe da

guadagnare e questo, per loro fortuna, gli iraniani lo sanno perfettamente da

almeno…trent’anni!. Così come sanno perfettamente che anche dall’altra parte

- Usrael – non c’è poi tutta questa ‘smania’ di “attaccare”…i rischi

sarebbero enormi!

Premesso che l’Iran è autosufficiente in materia di difesa e che il Libano ha

già dimostrato a chi di dovere di sapersela cavare abbondantemente bene quando

chiamato a ‘rispondere’ non vediamo onestamente dove e come le forze US-

raeliane potrebbero riaprire la ‘partita’…a meno che non abbiano intenzione

(…le intenzioni poi si devono anche ‘tramutare’ in volontà e la volontà in

azione …l’azione dev’essere sostenuta dalla forza e dalla potenza necessarie

…la strategia dev’essere sufficientemente abile da ‘generare’ una tattica

efficace eccetera eccetera…’sembra’ un ‘piano’ sostanzialmente un pò

‘complicato’ per lorsignori a stelle – di Davide – e striscie….insomma

qualche ‘rischio’ esiste…e allora …cui prodest rischiare quando già tra

Iraq e Afghanistan gli uni e Gaza e Libano gli altri le cose non sembrano

essere filate proprio liscie?…) di dare il via ad un conflitto generale che

investirebbe come uno tsunami l’intero Vicino Oriente spazzandosi via

probabilmente diversi regimi e ‘certezze’ garantite da un pluridecennale

sfruttamento delle risorse petrolifere dell’area del golfo ad opera delle

Multinazionali… I rischi in questa prospettiva esistono e laggiù a Washington

come a Tel Aviv lo sanno perfettamente. Una simile prospettiva non minerebbe

soltanto il ‘prestigio’ militare statunitense – quello probabilmente è

l’ultimo, ma senz’altro non dei più irrilevanti, dei problemi che si sognano di

prendere in considerazione ai piani alti dell’Establishment (..a loro che

volete ‘interessi’ quanti ‘marines’ ci lasciano la pelle sui campi di

battaglia..) – ma potrebbe rimescolare definitivamente le ‘carte’ in una

regione vitale per gli interessi della Plutocrazia mondiale.

Altro? Beh ci sarebbero i ‘lazzi e cazzi’ nostri….dei quali non sappiamo

quanto si potrà ‘sparlare’ ma sui quali, ne siamo ‘certi’ anche dal numero di

‘contattisti’ e ‘contattiste’ che hanno provveduto a ‘interessarsi’ a noialtri

via informatica….(…’strano’…quando ancora ‘scarabocchiavamo’ qualcosa

nessuno ci cercava e i più, possibilmente, si facevano di ‘lato’…misteri del

‘mestiere’ di giornalista….che un giorno o l’altro, quando e se incontreremo

un vero giornalista, avremo modo di farci svelare…perchè tutto siamo o

vorremmo essere tranne che un “giornalista” nell’accezione del termine…al

massimo abbiamo fatto per un dato periodo il “corrispondente” senza neanche

esser troppo “corrisposti” …fra l’altro…ma questa è un’altra ‘storia’…o

no?…) , esiste un ‘certo’ interesse……. Che scrivere in proposito? ….Ma

perchè occorre ‘anche’ scrivere? Non ‘basta’ – e avanza – il richiamo melodico

in alto a sinistra?

Noi diciamo …basta eccome …senza nient’altro aggiungere e senza ‘dediche’

(…..non servono stavolta…chi deve capire ha già capito….in ‘abbondanza’

diremmo…).

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Rileviamo casomai - a scanso di equivoci – l’assolutezza ‘fonica’ della

versione rock di un pezzo (“You spin me round”) ‘datato’ anni Ottanta remixata

magistralmente da Marilyn Manson (…non ci ‘piace’ nient’altro della sua

produzione…tantomeno il ‘personaggio’ …tant’è ‘salviamo’ almeno questa

cover…sarà perchè ci è ‘piaciuto’ il video-britneyano in ‘sottofondo’…

cercatelo su ‘youtube’…Britney Spears è sempre un belvedere di ‘chica’…) e

l’indiscutibile, realistica e ‘pregevole’ conformità del testo della canzone

“Tutti i miei sbagli” dei Subsonica… che ci volete fare….è quanto di più

‘idoneo’ attualmente in circolazione ci sentissimo di ‘dedicare’… (…l’altro

‘testo’, dei Nomadi, è un riferimento obbligato all’epoca presente…)

Bau bau Baby….parafrasando gli Skiantos…. Il ‘resto’ è assolutamente,

palesemente e indiscutibilmente soltanto noia!

07 MAGGIO 2010
BAU BAU BABY « Dagobertohb's Blog (http://dagobertohb.wordpress.com/bau-bau-baby/)

Lupo
22-05-10, 18:56
“La fantasia dei popoli che è giunta fino a noi

non viene dalle stelle…

alla riscossa stupidi che i fiumi sono in piena

potete stare a galla.

E non è colpa mia se esistono carnefici

se esiste l’imbecillità

se le panchine sono piene di gente che sta male.

wlLaotCEUI8&translated=1

L’Impero della musica è giunto fino a noi

carico di menzogne

mandiamoli in pensione i direttori artistici

gli addetti alla cultura…

e non è colpa mia se esistono sciacalli sulle disgrazie umane

se i palinsesti sono pieni di morti da filmare.

( Disciplinatha – “Up patriots to arms” feat. Franco Battiato – album “Un

mondo nuovo” 1994 )

“Questa campagna contro il popolo americano,contro la cultura e i valori

tradizionali del popolo americano,è una strategia sistematica di tipo

psicologico.E’ orchestrata da una vasta rete di gruppi di pressione,espressione

non solo della “Costa Est”,ma anche del radicalismo di sinistra.Tra di loro,

possiamo citare il Dipartimento di Stato,quello del Commercio,le banche

centrali ,le multinazionali ,i mass media, l’establishment della cultura ,

l’industria dell’intrattenimento e le maggiori organizzazioni no-profit.Signor

Presidente,un attento esame di ciò che sta accadendo dietro le quinte degli

avvenimenti mondiali,rivela che tutti questi gruppi di potere stanno lavorando

per creare quello che alcuni chiamano il “nuovo ordine mondiale”. Le

organizzazioni private,come il “Council on Foreign Realtions” ,la “Dartmouth

Conference” , l’Aspen Institute for Humanistic Studies” ,l’Atlantic Insitute e

il Bilderberg Group” servono a diffondere e a coordinare i piani di questo

“nuovo ordine mondiale”,nei settori vitali degli affari,della finanza,della

cultura e dell’amministrazione…L’influenza dei loro membri all’interno del

nostro establishment politico sta diventando un dato di fatto,nella nostra

realtà quotidiana.Questa influenza cosi forte lavora,a lungo termine,contro la

sicurezza della nostra nazione.Rappresenta un’ingerenza che,se non controllata,

potrebbe,in ultima analisi,sovvertire il nostro ordine costituzionale”.

( sen. Jesse Helms – alla Commissione Affari Interni del Senato degli Stati

Uniti – Dichiarazione del 15 dicembre 1987 )

“Il nostro ordinamento politico viene definito democratico e dovrebbe

dipendere dalla maggioranza. Un ideale magnifico, se si potesse applicarlo. Il

popolo elegge i candidati, ma sono gli apparati dei partiti che li nominano, e

per essere efficienti gli apparati dei partiti devono spendere somme enormi di

denaro. Qualcuno deve pur versare tali somme e questo qualcuno, si tratti di

individui, di gruppi finanziari, di organizzazioni sindacali o di quello che

preferite, pretende in cambio una certa considerazione. Io e le persone come me

pretendiamo di poter vivere in un decente isolamento. Sono il proprietario di

parecchi giornali, ma non mi piacciono. Li considero una costante minaccia a

quel pò di indipendenza che ci è rimasta. Le loro incessanti vociferazioni

sulla libertà di stampa significano, tranne poche onorevoli eccezioni, la

libertà di speculare sugli scandali, sui delitti, sul sesso, sul sensazionale,

sull’odio, sulla diffamazione, la libertà di fare propaganda a scopi politici e

finanziari. Un giornale è un’impresa finanziaria che si propone di guadagnare

denaro mediante il reddito degli annunci pubblicitari. Ciò dipende dalla

tiratura e voi sapete bene da che cosa dipenda a sua volta la tiratura.”

( Harlan Potter – ricco magnate americano , personaggio del volume di Raymond

Chandler – “Il lungo addio” – (originale “The Long Good-Bye” 1953) – ediz.

italiana “Tutto Marlowe investigatore” – Vol. 2 – “Arnoldo Mondadori Editore” -

Milano 1988)

Eravamo ancora nei primissimi anni Ottanta quando – con una puntualissima e

geometrica precisione evocativo-melodica – Franco Battiato dava alla ‘luce’ il

suo album “Patriots”, traccia musicale di una stagione che sarà contrassegnata

da una serie di indiscutibili avvenimenti che avrebbero ‘scombussolato’ per

diversi lustri la politica internazionale: iniziava la guerra del golfo tra

l’Iran islamico-khomeinista e l’Irak ba’athista di Saddam Hussein che per otto

lunghi anni avrebbe opposto le due nazioni in una estenuante e logorante guerra

fratricida mentre – poco distante – i sovietici occupavano stabilmente (così

almeno credettero al Cremlino) e prendevano posizione in Afghanistan ….

l’Armata Rossa avrebbe conosciuto il suo Vietnam impantanandosi in un

invincibile conflitto contro la resistenza dei muhjaeddin targati (ma all’epoca

pochi se ne ‘accorsero’ o finsero di non accorgersene) CIA.

A quel tempo il mondo si trovava nel pieno della contrapposizione bipolare e

della guerra fredda – mentre i russi se ne andavano incontro alla loro disfatta

accuratamente ‘preparata’ dalla banda Brzezinski-Kissinger e

dall’amministrazione Carter – e gli americani iniziavano a riprendersi dal post-

Vietnam, dal Watergate (che tanto aveva fatto parlare dell’influenza

“sproporzionata” e dell’altrettanto intollerabile – per l’Establishment -

“potere” della “carta stampata” e , più in generale, dei media da far correre

ai ‘ripari’ le teset d’uovo dell’Establishment a stelle e strisce) e da altre

mille storture del loro sistema politico fradiciamente corrotto e palesemente

marcio -…erano gli anni che avrebbero preparato l’oligarchia mondialista

all’applicazione, in salsa reaganiano-neocons, della nuova politica estera del

Gendarme ‘democratico’, portando i veritici della piramide del potere alla

realizzazione pratica di quel documento di realismo politico e cinica

ambivalenza ….documento ‘double-face’ ad uso interno e, soprattutto,

esterno… denominato “la crisi della democrazia” e redatto nel 1974 da Samuel

Huntington (politologo di Harvard) ,da Michel Crozier (un sociologo francese,

membro della Accademie des sciences morales et politiques) e da Joji Watanuki

(membro giapponese della Trilateral) -; realizzazione alla quale i solerti

funzionari targati CFR avrebbero provveduto raddrizzando le sorti della vecchia

baldracca d’oltreoceano….

L’America ….il ventre profondo della sovversione. La democrazia per

eccellenza. Sulla quale ‘stendevano’ le loro analisi e i loro rimedi gli

esponenti ‘trilateralisti’ tutti presi al salvataggio della Grande Meretrice

arrivando a sostenere “il bisogno di instaurare un dialogo tra il Dipartimento

di Stato e le multinazionali” mediante una tattica che prevedeva che “il primo

eserciterà pressione sui Paesi sviluppati,affinchè adottino legislazioni

liberiste e contrarie ai nazionalismi; le seconde forniranno al Dipartimento di

Stato le loro conoscenze sui Paesi in cui operano” (1).

Una visione coerentemente fiduciosa in un avvenire giudicato ‘radioso’ per i

nuovi orizzonti della politica statunitense proiettata, di lì a poco, a

svolgere quel ruolo di gendarme planetario che – de facto – già esercitava in

maniera più o meno incontrastata sin dalla fine della seconda guerra mondiale:

il ‘condominio’ planetario con i sovietici era lo specchietto per le allodole

per i ‘gonzi’ di ogni risma e gli idioti di tutte le latitudini ‘interessati’

ad ‘avallare’ – quand’anche a compiacere in toto – l’anticomunismo sbandierato

quale nemico metastorico dalla ‘cricca’ plutocratica a stelle e strisce.

Gli americani sapevano perfettamente che l’URSS era stata ‘addomesticata’

abilmente dopo le conferenze di Teheran e Yalta, l’avevano foraggiata e

sostenuta per quattro anni durante il conflitto, l’avevano finanziata a suon di

dollari e armata con fior di mezzi e tecnologia…Nessuno a Washington si

preoccupava realmente della sovrastruttura ideologica con la quale a Mosca si

cercava di tenere nascosta una verità lapalissiana che vedeva oramai l’URSS

pienamente integrata nell’economia capitalista mondiale, nell’affannosa ricerca

di mercati (quelli dell’est europeo e del sud-est asiatico) da sfruttare, di

salvare il salvabile di una barcarola (quella del capitalismo di Stato russo)

che altrimenti sarebbe affondata nel volgere di qualche settimana. La

destalinizzazione – come avremo occasione di vedere prossimamente – servì anche

ai burocrati del Politburo e al potere politico del Cremlino per fuoriuscire

dall’equivoco dell’”economia socialista” (…inesistente…)….

L’America fin dagli anni Quaranta aveva abbondantemente dimostrato al mondo

intero – solo che lo si volesse vedere – “chi” comandava e perchè….Il ‘resto’

- compresi quarantacinque anni di “guerra fredda” con annesse e connesse guerre

‘guerreggiate’ qua e là (… sempre comunque ‘lontano’ ….alla periferia

dell’Impero…in Corea o Vietnam, nell’Africa subsahariana o nell’America

Latina … mai troppo vicino comunque alla ‘stanza dei bottoni’, nel ‘centro’

nevralgico del capitalismo mondiale… che diamine …un pò di ‘privacy’ per i

nostri loschi affari e i morti ammazzati possibilmente seppelliteli ‘bene’ e

che non diano troppi ‘disturbi’ ritornando, un domani foss’anche lontano, a

‘galla’…..ne abbiamo ‘conosciuti’ tanti anche noialtri ‘colonizzati’,

provincia sperduta ma fondamentale nel cuore del Mediterraneo, ….morti

‘scomodi’…i Mattei, i Moro, i Dalla Chiesa e tanti tanti altri ancora…meno

‘noti’ ma non per questo meno ammazzati…) erano quisquillie, apparenti

diversioni più o meno ‘strategiche’, necessità per chi – da ‘leader’ mondiale

sapeva che occorre sempre agitare qualche ‘spauracchio’ ….ieri il Comunismo,

oggi il “Terrorismo Internazionale”, domani chissà…. Che bel ‘teatrino’ e con

quante ‘comparse’ ….copioni ‘scritti’ oltreoceano da registi ‘attenti’ e

premurosi’ … il ‘cast’ del ‘kolossal’ (…assolutamente “made in USA”….)

hooliwodiano della ‘battaglia planetaria’ tra le forze del bene (democratiche,

progressiste, liberal e talmente ‘eccitate’ dalla loro missione di esportare la

democrazia e la libertà nei quattro angoli del pianeta da dimenticarsi, qua e

là, i soliti morti ammazzati…meglio se ‘di sinistra’….ma – quando

necessario …cioè spesso e volentieri – anche di ‘centro’ o di ‘destra’….che

importa chi crepa quando di mezzo ci sono la democrazia da salvare e la libertà

da esportazione? ….e un mucchio di dollari, tanti da far venire il capogiro e

notti insonni perfino a un imbianchino intento a ‘spennellare’ un muretto nella

principale arteria stradale di Jew York City…a dieci centimetri di

marciapiede dall’asfalto …) e le ottuse, ciniche, pericolose, violente,

melliflue, occulte “forze del male” ….(…i ‘rossi’ , il Cremlino, il KGB…

Mosca come alter-ego del male….ma anche, all’occorrenza, tutto quanto avesse

a che spartire con la “centrale delle tenebre” in servizio permanente ed

effettivo…sia che si chiamasse panarabismo sia che fosse un presidente troppo

socialisteggiante vincente le elezioni in Cile….che importanza poteva avere?

E quanta ne poteva rivestire agli occhi dei ‘solerti’ membri CFR che un

Lumumba, un Gheddafi, un Arafat, un Nasser o un Mandela aspirassero, o

potessero a malapena aspirare - o più semplicemente ‘desiderare’ -

all’indipendenza nazionale per i loro rispettivi popoli? Quale possibilità

aveva, agli occhi di un agente CIA “in mission”, e soprattutto quanto gli

servisse sapere o meno quanto poco fosse ‘comunista’ l’Imam Khomeini o quanto

ancora meno comunista fosse un Saddam Hussein? ….se non erano ‘nostri’ - a

‘volte’ anche se lo erano…si veda il caso-Nicaragua dove il narcotrafficante

ed ex agente CIA, Manuel Noriega, alla fine evidentemente tirò un pò troppo la

‘catena’…e quando il ‘cagnetto’ ‘scalcia’ e abbaia c’è sempre il ‘rischio’

che , prima o poi, morda il padrone….- dovevano necessariamente lavorare per

il nemico….quindi erano ‘wanted’ ….eliminabili ad ogni occasione e, chissà

perchè, automaticamente diventavano tutti “comunisti”).

In mezzo a questo ‘palcoscenico’ ovviamente non mancavano le ‘comparse’

dell’anticomunismo militante: i ‘gladiatori’, i ‘neofascisti’, i ‘contras’, i

mercenari del Katanga, i ‘colonnelli’ greci e i ‘marescialli’ CC italioti….ma

questa, ‘forse’, è un’altra ‘storia’…o no? Tant’è questa era l’epoca con le

sue contraddizioni, le sue magagne internazionali, i suoi tentativi

“insurrezional-sovversivi” e i suoi controtentativi golpisti…Un periodo che

in Italia, a partire dalla metà degli anni Sessanta o giù di lì, avrebbe

‘prodotto’ il Sifar ‘deviato’ (…in realtà non c’era alcuna ‘deviazione’ dal

compito-missione di impedire la scalata al potere dei comunisti…anzi…) di

De Lorenzo, l’Istituto Pollio con le sue conferenze sulla strategia contro-

rivoluzionaria (e i ‘libercoli’ annessi e connessi su vere, o presunte, “mani

rosse sulle forze armate”), certi ‘strani’ viaggi nella Grecia dei colonnelli

(…non che abbiamo niente in contrario alle comitive ‘alpitour’ e alla

Grecia…ma diciamo pure che non è di questo che stiamo propriamente

‘parlando’…) e poi il ’68′ con la contestazione giovanile, le università

occupate, il movimento studentesco e la successiva stagione delle bombe: bombe

nere, bombe rosse, bombe rosso-nero anarchiche, bombe di Stato e strategia

della tensione…. (2)

‘Dunque’ questa la ‘stagione’ in questione…non propriamente idiliaca nè

felice…sicuramente non per i morti ammazzati in questione nè per le tante,

troppe, vittime “collaterali” (…ci sono sempre vittime collaterali in questi

casi…e di mezzo, chissà perchè, c’è quasi sempre la CIA…). Una stagione che

darà origine a numerose, nuove, forme di coordinamento tra le diverse

strutture, gli ‘apparati’, dello Stato e – in Italia come all’estero – vedrà

progressivamente delinearsi l’egemonia planetaria a stelle e strisce che, sul

finire del decennio in questione (…i ‘meravigliosi’ anni Ottanta…secondo

una ‘vulgata’ dell’epoca…quelli della “Milano da bere”, della ripresa

economica italiana, del craxismo imperante e dominante e, soprattutto,

dell’edonismo reaganiano onnipervasivo che sembrava tagliare di netto con i

recenti ‘rovesci’ statunitensi nel sud-est asiatico e riproponeva l’immagine di

un’America nazione-guida dell’Occidente e del capitalismo internazionale,

pronta a dare battaglia al comunismo e nuovamente fiduciosa del suo spirito di

frontiera, delle sue libertà e della sua forza militare che, di lì a poco,

avrebbe dato prova di sè a Grenada e in Nicaragua per “ristabilire l’ordine”

….perchè, per gli americani quando le ‘cose’ altrove non vanno propriamente

come desiderano, c’è sempre un “ordine” da ristabilire…) trionferà nettamente

imponendosi in tutto l’Est europeo ex sovietico…sgretolando in un batter

d’occhio il muro d’oltrecortina, i regimi filo-russi e le diverse “ceke” locali

(…si chiamassero pure Stasi, Securitate o pincopallo qualsiasi….il

risultato ottenuto dagli americani nell’Europa Orientale fu di

settecentoventiquattromila a zero…come del ‘resto’ si evince anche

dall’attualità …’odierna’ (3) ….e quello bulgaro è semplicemente uno dei

‘tanti’, anche ‘troppi’, ‘casi’ di servizi “nazionali” dell’Europa orientale

sotto controllo yankee…) in attesa, non passerà troppo tempo (…giusto un

paio di anni…) di abbattersi come uno tsunami contro il “nemico”…e

spazzando via, nel volgere di qualche giorno, l’intera nomenklatura sovietica,

il Politburo, il comitato centrale del PCUS, la Lubianka, le bandiere rosse con

l’”Internazionale” e …per farla ‘breve’…settantadue anni di comunismo ….

Onestamente non una gran perdita….’anzi’…nè – d’altro canto – fu una gran

perdita “l’anticomunismo”.

Andò così. Limpidamente, semplicemente e se vogliamo – considerando come

l’URSS fosse, già nell’immediato primo dopoguerra mondiale, in piena

“rivoluzione bolscevica”, e successivamente durante la seconda guerra mondiale,

l’eterna assistita dell’Occidente – coerentemente il ‘giocattolino’ sovietico

andò in frantumi davanti all’avanzata ‘travolgente’ dell’imperialismo-

McDonalds, al fascino ‘seducente’ del Coca-colonialismo yankee, alla marea

consumistico-capitalista che avrebbe provocato quel disastro geopolitico-

strategico e militare che, nelle alte sfere dell’Establishment ebraico-

statunitense, venne ‘sinteticamente’ ribattezzato con la ‘formuletta’ del Nuovo

Ordine Mondiale…come se i dirigenti ‘trilateralisti’ , CFR o Bilderberg Group

(o qualunqu’altro sovra-organismo multinazionale ‘generato’ dall’intelligenza

senza fine di questi plutocrati straricchi, straviziati e stramaledettamente

onnipotenti e onnipresenti nella vita delle nazioni) non sapessero già che ciò

sarebbe accaduto, prima o poi, e non fossero sufficientemente ‘preparati’ (…

ogni tanto però anche a loro le ‘ciambelle’ non riescono propriamente con il

buco …a volte ‘pisciano’ fuori…a volte eccedono…altre volte non

accelerano al punto giusto…) a ‘dirigere’ il ‘timone’ della politica,

dell’economia e della storia.

Se ciò non fosse ancor più vero non si spiegherebbero altrimenti queste lucide

considerazioni prodotte nel documento ‘trilateralista’ in questione (datato, si

badi bene, 1974….mica ieri…): in questa analisi si afferma,per esempio,

che una repubblica democratica “è l’unica via per imporre l’autorità, ma non

necessariamente è applicabile in tutti i suoi aspetti…E’ auspicabile porre

dei limiti a un’estensione troppo ampia della politica democratica…Un buon

governo dovrà avere la capacità di prospettare una crisi clamorosa,in modo da

poter richiedere ai propri cittadini dei sacrifici per poterla fronteggiare…

In diverse situazioni,l’esperienza,la maturità e i talenti particolari dovranno

superare il valore della democrazia,al fine di imporre l’autorità…Gli scenari

in cui si possono adottare le procedure democratiche sono,in poche parole,

limitati”. (4)

Che ‘bellezza’! Par di ‘sentirli’ mentre ne discutono “lorsignori” ‘timonieri’

del mondo… E, a rileggere quelle righe con un pò di attenzione, sembra pure

che vi siano coincidenze assolutamente ‘casuali’ (…come no? ….il ‘caso’

ovviamente….se non fosse tutto “casuale” che gusto sarebbe la vita? … o no?

….Beato chi ci ‘crede’…) con, per fare un esempio, il Piano di Rinascita

Democratica del Gran Maestro pidduista Licio Gelli e con tutte le altre

‘formulazioni’ teorico-scrittorie dei vari

organismi/apparati/organizzazioni/partiti che – in quell’epoca o nei dintorni

di quel periodo – si ‘trastullavano’ in elaborati e in ‘indicazioni’ di

potere….(del resto si sa…la Loggia Massonica Propaganda 2 era niente più ,

all’incirca, di una sorta di “circolo della briscola” per vecchi amici, una

specie di ‘bar-sport’ , un circolo ricreativo del dopolavoro portuale….

un’”accrocco” – come direbbero a Viterbo e ‘zone’ limitrofe – di fannulloni,

idealisti, filantropi in vacanza, avventurieri senz’avventura, sognatori e

ciarlatani vari…’certo’, ‘certo’….come no? ci ‘crediamo’ ….guarda un pò

uno di questi ‘pensionati’ senz’arte nè parte è finito a fare il premier….già

la “Repubblica delle Banane”….e non ci si venga a raccontare ‘storie’….

anche questo è , nient’altro, nulla più, senza dubbio… un ‘caso’….

Così i plutocrati elaborarono il New World Order e , sapientemente non c’è che

dire, abilmente, celermente visto il ‘gap’ che esisteva tra USA e resto del

pianeta …l’America divenne il Gendarme Planetario che tutti conosciamo…

E, sfacciatamente ma pur legittimamente (…hanno o no il ‘potere’ nelle loro

mani “lorsignori”? …altrimenti che ‘gendarmi’ sarebbero?…), incominciarono

a ‘fuoriuscire’ dichiarazioni e asserzioni su quanto andava delineandosi da

tempo:

“”Ogni gruppo geografico della Trilateral – scrisse nel 1991 ( in piena

apoteosi post-Golfo e post-Guerra Fredda e nel vivo del ‘dibattito’ sul Nuovo

Ordine Mondiale ) Doug Henwood ,economista ed editore di “The Nation’s”, in

un articolo sul “Left Business Observer” ,un giornale da lui fondato nel 1986

- ha posto sotto il suo controllo una serie di nazioni povere,per avere

manodopera,terre e miniere da sfruttare.Gli Stati Uniti hanno preso l’America

Latina,la Comunità europea ha l’Europa Orientale e l’Africa Mediterranea,il

Giappone invece il Sudest Asiatico.In qualche caso,un Paese è “gestito” da due

gruppi.Taiwan e Singapore sono divisi tra Giappone e Stati Uniti,l’Argentina è

divisa tra Stati Uniti e Comunità Europea ,la Malesia tra Comunità Europea e

Giappone; infine l’India tra tutti e tre.

La strategia di Rockfeller-scrive Will Banyon-svela anche qualcosa di

fondamentale nel rapporto tra ricchezza e potere:non conta quanti soldi hai,ma

quanto sei in grado di organizzare e gestire queste organizzazioni,che

orientano le idee e le politiche delle varie nazioni,lasciando ai rispettivi

governi,e ai loro membri,solo responsabilità di facciata”.

Tutto vero e tutto peraltro già abbondantemente ‘discusso’, dibattuto e

‘tritato’ dall’opinione pubblica statunitense. Già agli inizi degli Ottanta per

‘difendere’ il buon nome e l’onorabilità della Trilateral Commission il suo

‘ideatore, l’ebreo David Rockfeller, presidente della Chase Manhattan Bank e a

capo di altre decine di ‘public company e multinazionali ‘varie’ , si prese la

‘briga’ (…se lo poteva abbondantemente permettere…) di scrivere alla

rubrica delle “Lettera al Direttore” del “New York Times” e far pubblicare

nell’edizione del 20 agosto 1980 questa dichiarazione: “La Trilateral

Commission” consiste,in realtà,in un gruppo di cittadini,che si riuniscono

perchè interessati a creare la maggiore comunità di intenti e cooperazione

possibile tra alleati internazionali”.

Appunto! Un gruppo di semplici, onesti, ‘laboriosi’ cittadini….che diamine!

Mica un’associazione per delinquere di stampo mafioso (…al massimo i mafiosi

sono utilizzati come ‘riserve’ ….i ‘rincalzi’ malavitosi per i lavori

‘sporchi’…è sempre stato e sempre sarà così…altrimenti a che servirebbe, ai

governi di mezzo mondo, tenere in vita e alimentare le diverse ‘piovre’ e i

circoli criminali se non esistesse quella ‘zona grigia’, il ‘cono d’ombra’, di

cui parlava Kissinger nei Settanta?)…

Come la P2, come le associazioni filantropiche, come tutto del resto! Magari

che si trattasse di “un gruppo di cittadini” stramiliardari questo era

semplicemente un ‘dettaglio’…e altrettanto innocenti erano i mezzi, le

strategie e le tecniche per “creare al maggiore comunità di intenti e

cooperazione possibile tra alleati internazionali”… e magari, giust’appunto

che capita a fagiolo, fra questi figuravano organizzazioni quali “Stay Behind”

o altri meccanismi coercitivi per il controllo dei media, per influenzare

l’opinione pubblica, per indirizzare un dato corso della politica di un dato

paese… (…alla ‘bisogna’ anche qualche televisione può andar bene…e magari

pure un pò di quotidiani, periodici, una squadra di calcio e un impero edile…

tant’è tutto fa ‘brodo’ vero Silvio? …)….

Del resto questa ‘onesta’ combriccola di “cittadini” statunitesi così tanto,

ma proprio tanto, ansiosi di “creare la maggiore comunità di intenti e

cooperazione possibile tra alleati internazionali” non ha più neanche bisogno

di ‘nascondersi’ ….anzi…su internet (…è già…menomale che c’avete

‘internet’ che vi dice tutto…che è sempre ‘prodiga’ di citazioni, consigli,

aneddoti e cianfrusaglie…un bel ‘giocattolino’ quello computeristico

destinato alle masse…) “lorsignori” trilateralisti hanno anche il loro bel

sito ( The Trilateral Commission (http://www.trilateral.org) ) con riportati, uno dietro l’altro, tutti i

‘membri’….

E la storia della ‘Commissione’ è bell’e pronta, disponibile sempre ‘online’,

per chiunque voglia andare a curiosare e leggersi che questa organizzazione

vide la luce il 23 giugno del 1973 per iniziativa di David Rockefeller

coadiuvato da altri dirigenti del Bilderberg Group (5) e del Council on Foreign

Relations, conta di 300 influenti privati cittadini ‘raccattati’ nel mondo

della finanza, della politica e della cultura in Europa, Giappone e Nord

America e ha sede sociale a New York.

Promuove, si ‘legge’ nella ‘nota informativa’ presente sull’enciclopedia

informatica wikipedia, l’ideologia mondialista e l’atto costitutivo spiega come

questa “ideologia” sia «Basata sull’analisi delle più rilevanti questioni con

cui si confrontano l’America e il Giappone, la Commissione si sforza di

sviluppare proposte pratiche per un’azione congiunta. I membri della

Commissione comprendono più di 200 insigni cittadini, impegnati in settori

diversi e provenienti dalle tre regioni».

Lo scrittore francese Jacques Bordiot affermò, riguardo ai membri della

commissione, che “il solo criterio che si esige per la loro ammissione, è che

essi siano giudicati in grado di comprendere il grande disegno mondiale

dell’organizzazione e di lavorare utilmente alla sua realizzazione” e che “il

vero obiettivo della Trilaterale è di esercitare una pressione politica

concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a

sottomettersi alla loro strategia globale”.(“Prèsent”, 28 e 29 gennaio 1985).

Per altri la Trilaterale è semplicemente l’espressione di una classe

privilegiata di tecnocrati: «La cittadella trilaterale è un luogo protetto dove

la techné è legge e dove sentinelle, dalle torri di guardia, vegliano e

sorvegliano. Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la

possibilità di mettere la società di fronte a sé stessa. Il maggiore benessere

deriva solo dai migliori che, nella loro ispirata superiorità, elaborano

criteri per poi inviarli verso il basso» (Gilbert Larochelle, «L’imaginaire

technocratique» Montreal, 1990, p.279).

Che cosa esattamente fosse la Commissione Trilateral lo scrive chiaramente

l’ebreo Charles Levinson in un libro troppo frettolosamente ‘dimenticato’ ed

altrettanto poco ‘celermente’ recensito – “Vodka-Cola”….’vedremo’ di colmare

questa ‘lacuna’…- nel quale si può leggere che “Si tratta di un austero

consiglio di famiglia che da alcuni anni giudica con severità i nostri eccessi

troppo democratici. I suoi duecento componenti sparsi tra Stati Uniti, Europa e

Giappone si interrogano sul nostro senso di responsabilità, chiedendosi se, in

fondo, non sarebbe meglio porci sotto tutela. I principali protagonisti sono,

una volta ancora: Alden Clausen, presidente della Bank of America; J.A. Austin,

presidente della Coca-Cola; Peter Petersen, presidente della Lehman Brothers e

il suo collaboratore George Ball, entrambi già ministri; J.K. Jamieson,

presidente della Exxon; Lee Morgan, presidente della Caterpillar; David

Packard, presidente della Hewlett Packard Company; Robert Rose, già ministro

delle Finanze, collaboratore di Averell Harriman; Michael Blumenthal, direttore

della fondazione Rockefeller, presidente della Bendix; Cyrus Vance, direttore

della fondazione Rockefeller, collega di Simpson Thatcher. Sul fronte europeo

troviamo: Giovanni Agnelli, presidente della Fiat; Kurt Birrenbach, deputato

tedesco, già ministro CDU e presidente del gruppo siderurgico Thyssen; Pierre

Jouven, presidente della Pechiney-Usine-Kulhlmann; il barone Lambert,

banchiere; John Loudon, presidente della Royal Dutch Petroleum; sir Eric Roll,

direttore esecutivo della banca Warburg e, prima, presidente della Banca

d’Inghilterra; Hans Gunther Sohl, presidente dell’Unione Federale

dell’industria tedesca; sir Ready Genner, presidente della Dunlop; Giuseppe

Glisenti, già direttore della Rinascente; Jacques de Fouchier, presidente della

Paribas; sir Franck Roberts, presidente della Unilever e dei Lloyd’s; Edmond de

Rothschild; Olivier Giscard d’Estaing, presidente della Compagnia finanziaria,

Raymond Barre, primo ministro francese. (…) L’operazione che prende il nome

di “Commissione Trilaterale” è stata ideata, finanziata e ispirata da un uomo,

David Rockefeller, dopo alcune discussioni avute, verso la fine del 1972, con

l’olandese Marx Konhstam (presidente del comitato Jean Monnet, responsabile

dell’Istituto universitario europeo di Firenze) e con George Francklin.

Attualmente Konhstam e Francklin sono i direttori europeo e nordamericano della

Trilaterale, che comprende tutti coloro che si considerano custodi e difensori

dei valori occidentali di fronte agli attacchi della sinistra.” (6)

Secondo il Senatore degli Stati Uniti, Barry Goldwater, la Trilateral non

rappresenta nient’altro che una autentica “cupola di potere” interna al sistema

politica statunitense o – utilizzando le sue stesse parole – “La nuova setta

internazionale di David Rockfeller vuole essere il veicolo con il quale

consolidare,a livello globale,gli interessi delle multinazionali e delle grandi

banche,attraverso il controllo politico degli Stati Uniti”.

“Il 18 giugno 1974, in un trafiletto del “New York Times”, si poteva leggere

che “la vita e la sorte di grandi masse di esseri umani sono appese all’esito

di decisioni prese da un piccolo gruppo di dirigenti nazionali”. Non si

trattava di dirigenti politici, nè di capi militari, e neppure di scienziati

atomici, ma dei circa 200 massimi esponenti dell’alta finanza di Stati Uniti,

Europa e Giappone – i tre fulcri dell’economia mondiale – invitati da David

Rockfeller a costituire, intorno alla sua famiglia, una stabile struttira

organizzativa: era nata la Trilateral Commission. – scrive Sergio Gozzoli (7) -

Naturalmente, fra i membri del gruppo vi erano anche dei politici, e qualche

militare. Ma il nerbo era rappresentato dalle famiglie di banchieri e

finanzieri internazionali più ricche del mondo. Il primo Direttore – ed

ideologo ufficiale – fu Zbigniew Brzezinski, un alto funzionario del CFR di

origine ebrea polacca, mentre alla carica di Presidente fu chiamato Gerard C.

Smith – altro funzionario del CFR – che per assumere questo incarico lasciava

la direzione della prestigiosa Agenzia per il disarmo ed il controllo degli

armamenti. La prima riunione ufficiale era già stata tenuta a Tokio,

nell’ottobre 1973. Da allora le riunioni si susseguono periodicamente nei più

diversi paesi. Con estrema gradualità – un attento osservatore direbbe con

cautela – gli incontri si sono andati facendo via via più esposti, più

pubblicizzati, più ufficiali. Negli ultimi anni è persino accaduto che la

televisione di alcuni Paesi abbia avuto l’onore di potere riprendere le

immagini dell’alto consesso; in prima fila i grandi protagonisti e poi via via,

dalla seconda fila alle successive, i comprimari a scalare secondo rango e peso

specifico: la Commissione ha una sua precisa gerarchia, che la forma rispetta

puntigliosamente. Naturalmente, le immagini sono quelle dei convenuti prima o

dopo i lavori, giacchè i lavori si svolgono a porte chiuse. (…) Al di là dei

pesanti portoni, possiamo solo immaginarli: le mogli restano fuori a

chiacchierare coi giornalisti e i boss , attorno a lunghi tavoli ricoperti da

enormi carte geografiche, contrassegnati dai simboli della situazione politica

ed economica dei singoli Paesi, decidono a chi si debba prestare e a chi no,

chi debba rimanere in sella e chi finir nella polvere, chi possa essere armato

e contro chi, in quale area è bene che gonfino i torbidi, e quale altra debba

gioire di una breve pausa. Qualche Paese non ha reso appieno, un altro è

vergine d’ogni sfruttamento, il terzo è da punire, del quarto bisogna vincere

la resistenza. Si provveda: a questo si strozzi il credito, a quest’altro lo si

rinnovi con riserva, a tutto il mondo si presenti il fantasma di un’economia

sull’orlo del crolo. (…) A dimostrazione della loro sicurezza, della loro

sprezzante indifferenza da incontestati padroni nei confronti di tutte le forze

politiche ufficiali di qualsiasi Paese, stanno le loro esplicite dichiarazioni

d’intenti, formulate alla stampa sia dalla Trilateral che dal Bilderberg.”.

Questo più o meno l’obiettivo e queste le finalità dell’”associazione”…una

delle ‘tante’ che presiedono alle decisioni relative al funzionamento di quelle

che devono essere le politiche economiche, finanziarie, estera e interna, degli

Stati Uniti d’America…Assolutamente niente di nuovo nè di particolare se,

come è vero, esisteva già più che funzionanante, il C.F.R. – sorta di ‘casa-

madre’ delle altre ‘filantropiche’ organizzazioni mondialiste sparpagliate

negli ‘States’ , fondato nel 1919 in occasione dei cosiddetti “colloqui di

pace” di Versailles e a sua volta emanazione statunitense del britannico Royal

Institute of International Affairs (RIIA) che, ad essere onesti, nient’altro

era che un’altra ‘fotocopia’ di una potente associazione segreta anglosassone…

la Round Table. ‘Questi’ ‘filiano’ come coniglioli …a quanto ‘sembra’.

La Round Table ovvero l’epicentro delle attività mondialiste, la casa-madre di

tutte le successive ‘scuole per leaders’ forgiate dall’Establishment ‘white

anglo-saxon protestant’ al di quà e al di là dell’Atlantico… Una creatura

quella della Round Table realizzata da Cecil Roth , fervente sionista della

primissima ora, il quale attorno all’Università britannica di Oxford

incomincerà un’opera capillare di reclutamento e selezione dei futuri

‘statisti’ sotto il benevole e influente ‘contributo’ monetaristico di Lord

Rothschild il quale, per oltre un trentennio, sovvenzionerà alacremente la

costruzione di questa “scuola-quadri” dell’Impero il cui nucleo formativo -

impostato sul tradizionale esempio delle società segrete di settecentesca,

britannica e massonica memoria – vedrà uomini quali Thomas T. Stead (uno se non

il più prestigioso giornalista inglese dell’epoca), Alfred Milner (Governatore

in Sud Africa nonchè elemento di collegamento fra la ricca colonia e la potente

famiglia Morgan) e Lord Ethel (della famiglia finanziaria dei Brett)

rappresentare il vertice esecutivo al fianco del quale si porrà una sorta di

“sovra-cupola” direttiva della quale oltre al già menzionato Rothschild farà

parte anche un ‘certo’ Lord Balfour (rimasto tristemente celebre per una ‘nota’

dichiarazione in favore dell’instaurazione di una “home-land ebraica” in

TerraSanta). Si deve a Alfred Milner l’idea di spostare completamente l’asse

della politica mondiale (e quindi le ‘fortune’ dell’organizzazione della Tavola

Rotonda…non propriamente ‘cristiana’ nè ‘cavalleresca’ come si vedrà poi…)

da Londra a Nuova York.

“Il proselitismo della Round Table – commenta Gozzoli (8) – fra i gradi di

vertice della società vittoriana e dell’alta finanza americana fu rapidissimo:

proprietari di concentrazioni bancarie, editori di catene giornalistiche,

vacche sacre dei parlamenti e della diplomazia – tutti legati dalla segreta

omertà della struttura giurata, al di qua e al di là dell’Atlantico -

costituirono presto quel che fu detto il “Rhodes-Milner Axis”, teso fra le due

sponde dell’Oceano. Tutti i paesi dell’Impero, dal Canadà all’Australia, erano

infiltrati, e i nomi degli Initiates e degli Helpers includevano ormai gli

Astor, i Beit Brothers, gli Abe Bailey, il Carnegie United Kingdom Trust e,

naturalmente – oltre ai Rothschild – i Rockefeller, i Morgan, gli Withy, i

Lazard ed affiliati, gli Schiff, i Ginzburg, i Warburg. Una caratteristica

dinamica di questa società segreta, che ritroveremo poi come abituale routine

in tutta la seguente strategia dei Grandi Burattinai, fu quella di associare al

proprio destino, facendone uomini di ricchezza e di potere, giovani di umili

origini ma di sicuro spicco per le doti intellettuali, culturali, professionali

e di carattere. (…) Fu Alfred Milner, nel frattempo divenuto baronetto, ad

orchestrare il sostegno finanziario e diplomatico – e forse anche spionistico -

del ramo inglese della Round Table alla rivoluzione di Lenin e di Trotzky.”

E così giunti alla Conferenza della pace di Parigi, alla fine della prima

guerra mondiale che aveva visto la distruzione fratricida dell’Europa – e la

dissoluzione di quattro imperi (quello zarista russo, quello ottomano, quello

tedesco e quello austro-ungarico) con l’avvento della rivoluzione giudeo-

bolscevica a Mosca ed il trionfo delle nazioni democratiche dell’Occidente -

che nacquero tre nuove ‘creazioni’ (….nomi diversi per identiche volontà di

egemonia planetaria e tutte sulla stessa ‘lunghezza d’onda’ ideologico-

politica…tanto per i ‘signori del vapore’ mondialista l’importante era

tenersi al di sopra, discretamente occultati, di qualsivoglia esecutivo e da

occhi ‘indiscreti’…) ovvero tre diversi ma complementari strumenti di

dominio: il Royal Institute for International Affairs ‘britannico’ , l’

Institute for Pacific Relations (9) e il Council on Foreign Relations.

Il C.F.R. è l’organismo incaricato di presiedere interamente alla politica

americana….Di fatto è il C.F.R. che decide i presidente degli Stati Uniti e

le amministrazioni (poco importa siano democratiche o repubblicane) che

‘amministeranno’ la White House….ed è sempre il CFR che manipola le notizie,

condiziona il corso degli eventi, influenza l’opinione pubblica e suggerisce

le direttive all’esecutivo. Il CFR è, senza alcun dubbio, l’organismo del

Potere, il centro nevralgico dell’Autorità della società statunitense.

Nell’Harper’s Magazine del luglio del 1958 si trova un articolo intitolato

“school for statesman” (scuola per statisti), scritto da Joseph Craft, membro

del CFR, che identifica il Colonnello americano Edward Mandell House come uno

dei fondatori del gruppo. Nello stesso articolo Craft afferma che membri del

CFR sono anche grandi banchieri americani, rettori universitari, direttori

giornalistici, direttori delle fondazioni Ford, Rockefeller (10), i presidenti

americani Hoover, Eisenhower, Johnson e Nixon, i segretari di stato americani

Stettinius, Acheson, Dulles, Herter e Rusk.

Ovviamente anche il ‘Council’ ha il suo bell’indirizzo con relativo sito in

rete: Council on Foreign Relations (http://www.cfr.org) ….basta cliccarci sù e – ‘abracadabra’ (…si , lo

‘sappiamo’, è espressione ‘jewish’ ma…poco ‘conta’…ci stava benone…) – le

porte , o meglio il portale, della politica internazionale mondialista e

statunitense si aprirà in un battibaleno dinanzi ai vostri ‘occhiucci’ avidi di

chissà quali informazioni… E invece no…non c’è niente da ‘scoprire’, nessun

‘mistero’, nessun segreto da svelare ….oramai ‘lorsignori’ si sentono

talmente potenti che si possono permettere (…loro si…su questo c’è da

dormire sogni tranquilli…) di scarabocchiare qualsiasi cosa (11) che , in

ogni caso, oramai non susciterebbe alcun ‘moto’ nè protesta e tantomeno

modificherebbe di una virgola la politica mondiale…hanno in mano il ‘pallino’

e sono pronti – in qualsiasi momento – a ‘bocciare’…. Non gli andrà sempre in

‘buca’ ma neanche gli è mai andata male…’anzi’…

Il Nuovo Ordine Mondiale dunque è alle porte? All’incirca è così….

all’”incirca”….è questione di tempo ma probabilmente siamo molto , troppo,

vicini alla ‘lieta’ novella….E francamente non vediamo, anzi ora come ora non

ci sforziamo più neanche di far ‘finta’ di vedere, cosa potrebbe ‘trattenere’

la nascita del Governo Mondiale. In Occidente siamo pronti , ‘usi’ e

‘vaccinati’ a dovere (…diciamo pure…’sodomizzati’ ad hoc che è ‘meglio’…)

, all’evento. Altrove , malgrado qualche ‘sforzo’ più o meno titanico e la

volontà di resistere di qualche settore non propriamente ‘allineato’ (…almeno

non ‘ancora’…ci vuole poco comunque ad ‘allineare’ i riottosi…) , non

sembrano esserci fossati o mura di cinta invalicabili…tutto sta a trovare un

‘accordo’ equo e vantaggioso per tutti e alla fine potrà nascere – con la

‘benedizione’ delle settemila chiese di Cristo presenti in ogni dove, dei muftì

o imam di qualsivoglia madrasa o al suono trionfante di qualche shofar

proveniente dalle mille sinagoghe d’Israele – questo ‘benedetto’ nuovo ordine

mondiale….e poi, scusate se è poco, ma la potenza, il fascino, la

suggestionante e confortevole idea di dormire sogni tranquilli – sogni

‘democratici’ ‘of course’ mica ‘bazzecole’ – all’ombra del vitello d’oro

dovrebbe ‘garantire’ che la marcia di avvicinamento procederà alacremente…

ostacoli, francamente, non se ne intradeve all’orizzonte anzi…a dir la verità

pare proprio che ce la stiano mettendo proprio tutta per regalarci questo One

World mondializzato, globalizzato, uniformato all’american way of life…se

hanno ‘aderito’ (perche, di fatto, hanno ‘aderito’…eccome se hanno aderito…

praticamente non ne sono mai stati realmente fuori) russi e cinesi – vabbè ci

sarà sempre quell’esotica isola ‘felice’ di marxismo-leninismo-maoismo , e

tutti gli ‘ismi’ rossoideologici di questo pianeta, che è la Corea del Nord -

significa che il Governo Mondiale è lì alle porte….

In quanto a noi….oramai ci abbiamo fatto il ‘callo’ ad ogni sorta di

‘avvenimento’ (…le cronache del niente…) ….La politica – nazionale,

continentale, internazionale o di qualunque altro genere – ci interessa sempre

meno e ci comincia a lasciare del tutto indifferenti… ‘Scriviamo’ per

scrivere….per noi stessi e per pochi ‘intimi’ che prenderanno la ‘briga’ di

leggerci …e magari pure darci ragione… Non ‘sforzatevi’ troppo che comunque

non ne abbiamo bisogno.

Si dice che gli ubriachi si sbronzino spesso e volentieri perchè annoiati o

che la noia sia un ottimo pretesto per sbronzarsi….Personalmente ci

‘sbronziamo’ abbondantemente – e non da oggi – delle nostre idee che, fatto

piuttosto irrilevante per la stragrande maggioranza dell’umanità ma

assolutamente fondamentale per chi scrive, non ci annoiano mai.

In ‘attesa’ dell’”evento” (la Grande Parodia….il Governo Unico Mondiale) e

dei mille altri che lo precederanno non possiamo che continuare ad ‘invitare’

Lupo
22-05-10, 18:58
CQqgRBGmF0Q

(…no non ci è mai passato per l’anticamera di invitare, come fece oltre un

decennio or sono Franco Battiato (12) , alcun ‘aspirante’ a rinviare il

suicidio…se volete ammazzarvi fate pure…c’è ‘posto’ a sufficienza…) tutti

coloro che ci ‘credono’ ancora a ‘svegliarsi’….possibilmente con un buon

caffè….alzarsi in piedi, mettersi a lottare -…. sempre che ne abbiate

‘voglia’….che non abbiate altri ‘impegni’ per il fine-settimana….che

qualcuno vi dia l’”autorizzazione” necessaria (….”dice chi te l’ha data

‘quella’….come chi me l’ha data? …c’ho il porto d’armi io…sò

tranquilissimo….” ….geniale comicità di un giovanissimo e spassosissimo

Carlo Verdone…) – e, ‘preferibilmente’, prendere in mano un’arma e

cominciare a divertirvi… Un consiglio soltanto: mirate ‘bene’….dove non ha

nessuna importanza…”ndocojo cojo” difficilmente sbaglierete ‘bersaglio’…

E’ quanto ‘propose’ il ‘sulfureo’ Battiato agli inizi di quei ‘fatidici’ anni

Ottanta e quanto ri-proposero – un quindicennio più tardi – in versione rock i

Disciplinatha.. …(13)

Non sapete chi sono? ….Beh…che aspettate? Ascoltateli!

Up Patriots to Arms!

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

08 Maggio 2010

Note -

1 – Documento della Commissione Trilaterale – “La crisi della democrazia”

2 – in merito consigliamo sempre i tre volumi del soldato-politico Vincenzo

Vinciguerra: “Ergastolo per la libertà – Verso la verità sulla strategia della

tensione” (ediz. “Arnaud” – Firenze 1989) , “La strategia del depistaggio”

(ediz. “Il Fenicottero” – Bologna 1993) e “Camerati addio – Storia di un

inganno in cinquant’anni di egemonia statunitense in Italia” (ediz. di

“Avanguardia” – Trapani 2000). Rappresentano sinteticamente e illustrano

analizzandone cause e origini quelle che furono le motivazioni politico-

strategiche per le quali lo Stato italiano assecondò, avallò e sostenne le

attività eversive del micro-cosmo neofascista (analogamente a quanto allo

stesso modo, e per le identiche ragioni, sarà fatto con i gruppuscoli

sovversivo-terroristici d’estrema sinistra). Utili in proposito al fine di

favorire una più dettagliata visione d’insieme le dichiarazioni rilasciate

dall’autore, reo confesso, della strage di Peteano in merito all’attentato di

Piazza Fontana a Milano ( si veda al link il documento estratto dal capitolo nr

31 del volume “La strage di Stato” : la strage di stato sentenza capitolo 31 (http://www.uonna.it/salvin33.htm) ) e più

in generale alla complessità dei rapporti neofascismo/apparati di Stato ( si

tratta di un’intervista rilasciata dal carcere di Opera nell’estate 2000 e quì

riprodotta: http://www.ecn.

org/antifa/article/446/leveritadivincenzovinciguerrasullestragi ).

3 – Interessante in proposito questo documento sull’agenzia di servizi bulgara

del DANS sulle cui attività di lobbying e estorsioni “di Stato” ha scritto la

giornalista Tanya Mangalakova questo illuminante articolo: “Rapporti segreti

smarriti e scritti col ‘copia-incolla’ dai giornali, lotte interne, accuse di

lobbying e di racket nei confronti del mondo economico. In Bulgaria l’agenzia

DANS, i servizi segreti nati nel 2008 per combattere corruzione e criminalità,

si sono trasformati in una “fabbrica di scandali”. Alla fine dello scorso

ottobre Sofia è stata scossa dall’ennesimo scandalo legato ai servizi segreti,

e più precisamente ad un rapporto filtrato su “persone e circoli, con azione

distruttiva nei confronti del funzionamento di ministeri e altre strutture

dell’amministrazione pubblica”. Il 24 ottobre, in una conferenza stampa

convocata d’urgenza, il premier Boyko Borisov ha comunicato ai media che il

giorno prima l’ex consigliere dei nuovi servizi (DANS) Aleksey Petrov, nei

panni di “cittadino leale alle istituzioni” gli aveva consegnato la copia di un

rapporto segreto con data 8 ottobre 2008.

Borisov ha dichiarato che il documento è stato prodotto originariamente in

cinque copie e che quella consegnatagli da Petrov è quella inviata al tempo al

suo predecessore, Sergey Stanishev. “Questa copia sarebbe dovuta essere

restituita al DANS, ma questo non è successo. Non so proprio in che stato

abbiamo vissuto, e come si è lavorato fino ad oggi nei servizi segreti, se

assistiamo a tali violazioni della legge. Stanishev ha creato il DANS come

strumento di polizia politica”, ha dichiarato ai giornalisti Borisov. Il

rapporto, segnalato come “top secret” è divenuto presto elemento di discussione

e polemica sui media: due giorni dopo ben 26 pagine del documento sono apparse

su internet: da queste emerge che il consulente energetico Stefan Gamizov,

insieme al proprio collaboratore Konstantin Sirleshtkov avrebbe esercitato

pressioni per la realizzazione di una accordo di consulenza da 18 milioni di

euro tra l’azienda americana specializzata in sicurezza “GRS” e il DANS.

Nel 2008 Gamizov avrebbe tentato di convincere Stanishev ad approvare il

progetto, e nel rapporto incriminato risultano numerose conversazioni tra i

due. Gamizov viene anche indicato come uomo del tycoon energetico Hristo

Kovachki, personaggio spesso avvicinato al boss serbo Sreten Josic. Aleksey

Petrov, ex consigliere del DANS e ex membro dei servizi di sicurezza, ha

affermato che l’autore del rapporto è l’ex vice direttore dei servizi, Ivan

Drashkov. Nel frattempo lo stesso Drashkov ha deciso di fare ricorso ai media,

dichiarando in una intervista televisiva che il DANS “è guidato col pilota

automatico”, e che nel passato “le sue strutture hanno agito come bande di

strada”, ricavando milioni di leva da racket esercitato su numerose aziende.

Una fabrica di scandali

Quello di queste settimane è l’ennesimo scandalo legato al DANS, agenzia

creata nel gennaio del 2008 per combattere la corruzione e la criminalità

organizzata, con inizialmente a capo il citato Petko Sertov. I risultati sono

stati però disastrosi. L’anno scorso i servizi segreti hanno speso 140 milioni

di leva, e i loro dirigenti sono permanentemente al centro di scandali e

intrighi.

All’inizio di settembre Aleksey Petrov ha dichiarato di essere a conoscenza di

un rapporto che contiene i nomi di dieci ministri accusati di corruzione. Il 15

ottobre è uscito il primo numero di un nuovo settimanale, “Galeriya”, diretto

da Zoya Dimitrova, ex portavoce del DANS, su cui è stato pubblicato il primo

riferimento riguardo a tale rapporto, in cui i ministri accusati compaiono

sotto pseudonimo.

Nell’estate del 2008 erano poi cominciate a comparire sul sito “Opasnite”

storie “piccanti” su politici e ufficiali dei servizi segreti. Petko Sertov

ordinò allora di indagare sul sito, mentre in una speciale indagine dei

servizi, denominata anche questa “Galeriya”, compaiono intercettazioni a

giornalisti ed esponenti politici.

Lo stesso DANS ha poi reso pubblica l’informazione secondo cui dietro il sito

“Opasnite” si nascondeva in realtà il giornalista Ognyan Stefanov, direttore

del portale “Frog news”. Due settimane dopo lo stesso Stefanov verrà attaccato

da alcuni sconosciuti e picchiato a sangue. Nell’ottobre 2008 il vice direttore

del DANS Ivan Drashkov è stato licenziato, insieme ad altri membri dei

servizi.

Polizia politica

Uno dei primi atti del nuovo esecutivo del premier Boyko Borisov, nell’agosto

2009, è stato un cambio ai vertici del DANS. L’8 ottobre 2009 la commissione

parlamentare di controllo sul DANS ha redatto un rapporto sul caso “Galeriya”,

con l’indicazione di cercare le responsabilità del caso nell’ex direttore

Sertov per le intercettazioni illegali. Borisov ha dichiarato che Sertov, oggi

console generale a Salonicco, verrà chiamato a rispondere.

Ivan Kostov, leader dei Democratici per una Bulgaria Forte e presidente della

commissione parlamentare di controllo sul DANS, ha dichiarato che nella forma

ereditata dal precedente esecutivo, il DANS è discreditato e ha perso ogni

autorevolezza. “I colpi diretti al DANS vengono dal suo ex direttore. Il

servizio è stato trasformato in una polizia politica, e questo è uno dei motivi

del crollo della suo autorità”. Lo scandalo è divenuto ancora più complesso con

la decisione del tribunale di respingere il provvedimento di licenziamento di

Ivan Drashkov.

Il premier Borisov ha comunicato che sono stati smarriti una decina di

rapporti segreti. Tutto lascia credere che la “fabbrica di scandali” produrrà

ancora molti problemi con l’etichetta “top secret”.

Negli ultimi due anni gli scandali che riguardano i servizi segreti sono parte

della crisi delle istituzioni, governate dal precedente esecutivo della

“coalizione a tre” tra socialisti (BSP), monarchici (NDSV) e partito della

minoranza turca (DPS), durante il quale sono stati congelati milioni di euro di

fondi europei a causa di corruzione e malversazione.

La nuova struttura del DANS, che aveva l’obiettivo di analizzare e combattere

la corruzione relativa ai fondi di Bruxelles, ha esaurito presto il suo credito

di fiducia. Gli ultimi scandali hanno mostrato che all’interno del DANS

esistono almeno due potenti “clan” che, invece di lottare contro la

criminalità, combattono tra loro per appoggiare varie lobby affaristiche.

Invece di collezionare indizi e prove su truffe e scandali, in grado di

reggere in tribunale, parte dei membri dei servizi segreti hanno sprecato

milioni per spiarsi l’un l’altro e per utilizzare i media come armi politiche.

Basti ricordare l’assurdo di una portavoce dell’agenzia che due mesi dopo aver

abbandonato il DANS diviene redattore capo di un settimanale che pubblica

rapporti segreti…

Ma c’è anche qualcos’altro. Lo stile del rapporto pubblicato in internet

ricorda quello delle storie più o meno fantasiose della “teoria della

cospirazione”, e mancando riferimenti precisi, sembra essere opera più di un

giornalista che di un ufficiale del DANS.

Il rapporto abbonda di pettegolezzi, ipotesi, e conclusioni non basate sui

fatti. Arrivato in fondo, il lettore si chiede cosa ci sia in realtà di tanto

segreto in questo chiacchierato rapporto, che racconta di voci di corridoio che

possono essere trovate in tutti i forum in rete o nei caffè fumosi della

capitale Sofia.

Le citazioni dai media fanno nascere una domanda: quanto è giustificata la

spesa di milioni da parte dei servizi segreti, se alla fine il loro lavoro si

riduce a quello del “copia – incolla”? “. ( Articolo “Servizi copia-incolla”

del 16 novembre 2009 disponibile al link informatico: http://www.balcanicaucaso.

org/ita/aree/Bulgaria/Servizi-copia-incolla/(language)/ita-IT )

Più che altro, ci verrebbe da domandarsi dopo aver letto quanto sopra, cosa ci

sia di più marcio di un ‘apparato’ che – oltre al proprio ‘mestiere’ di

‘informarsi’ e contro-informare – riesca a far la ‘cresta’ perfino ai

quotidiani e all’opinione cosiddetta pubblica che – …non sia mai…-

dev’essere informata (come no…per diamine…altrimenti che ‘opinione

pubblica’ sarebbe?…) o ‘frastornata’ dalle informazioni che riceve….

‘Questo’ del resto è uno degli ‘aspetti’ – e neanche il meno ‘sporco’ – per i

quali, da che mondo è mondo e da quando iniziarono a costituirsi “uffici

segreti”, sono pagati gli uomini dei ‘servizi’…Giornalisti compresi. In

Italia – ma perchè poi ‘scandalizzarsi ‘tanto’ di quanto succede altrove? -

abbiamo da anni una strisciante ‘faida’ interna condotta dagli uomini dell’una

o dell’altra ‘fazione’ a colpi di rivelazioni ‘sensazionali’, scandali,

‘gossip’, intrallazzi pubblici e privati del politico-imprenditore-vip di turno

….e , cosa assolutamente demenziale, c’è pure una “Autorithy” che ci viene a

squagliare i coglioni ‘raccontandoci’ – una ‘tantum’ sia chiaro – di

“privacy”…. quando tutti sappiamo di essere controllati, straosservati,

spiati e stra-monitorati in ogni minimo rilevante o meno ‘momento’ ….E

siccome c’è chi potrebbe magari ‘dimenticarsene’ ….meglio far scoppiare , qua

e là…un pò a destra un pò a sinistra, qualche ‘scandaletto’ ….(…un paese

di ipocriti che poi, quando arriva al ‘dunque’, si ‘scandalizza’ se tizio, caio

o sempronio vanno a puttane, a trans, a fanculo su tal panfilo o in tal

locale…se tirano di coca o si iniettano eroina…se son dediti all’alcool o

‘spacciano’ banconote false….magari in compagnia di qualche ‘boss’ che non fa

mai male…). Ma per favore …concedeteci almeno il ‘gusto’ dell’indifferenza

….perchè , francamente, di ‘scandalizzamenti’ proprio non è il caso di

parlarne…Premesso che siamo ‘sufficientemente’ ‘adulti e vaccinati’….ci

sarebbe ben poco di cui esser scandalizzati in un paese privo di morale, etica,

leggi e dove il costume nazionale – l’imputtanimento di massa – è ‘sport’

‘gradito’ e largamente diffuso in tutti i ceti e presso tutte le ‘razze’,

‘religioni’ e ‘parrocchie’… Tant’è questo è il ‘belpaese’ e questa la

situazione…(peraltro abbiamo anche ‘largamente’ usufruito di determinati

‘giochetti’ – informatico-computeristico-telefonici – per ‘accentrare’ le

‘altrui’ attenzioni sui nostri ‘spostamenti’ …’recenti’ e ‘passati’…

giocherellato con i ‘controllori’ e diversificato le nostre ‘conoscenze’ ad una

‘fauna’ umana piuttosto eterogenea e multiforme…perchè, talvolta, ‘servono’ i

più impensabili dei ‘giocatori’….gli/le outsider’s del ‘resto’ ci sono sempre

piaciuti/e….e , talvolta, hanno dimostrato maggior ‘riconoscenza’ e saputo

“giocare” molto meglio di tanti pseudo, presunti, ‘professionisti’….così

‘funziona’….niente di nuovo sul ‘fronte occidentale’…). In fondo Alberto

Sordi e Monica Vitti, interpreti notevoli della commedia all’italiana, avevano

già ‘previsto’ e reso ‘cinematograficamente’ la realtà ‘nazionale’ in un loro

capolavoro…”Io so che tu sai che io so”….da ‘rivedere’ come molte altre

pellicole (…su ‘golpe’ e ‘strategie’ dell’eversione non sarebbe male

rimettere le ‘mani’ su “Vogliamo i Colonnelli” di Mario Monicelli con un

superlativo Ugo Tognazzi….così come, d’altronde, aspettiamo il ‘recupero’ dei

video – ….i dvd non ci ‘piacciono’ ‘troppo’….siamo di un’altra ‘epoca’ …

un pò come gli mp3 per ‘ascolto-musica’ o i cellulari ‘fotografici’….quando

uscirà un ‘portatile’ dotato di annessa doccia forse, diciamo ‘forse’,

abbandoneremo il nostro stravecchissimo Nokia di un’altra era e di un’altra

dimensione rispetto agli ‘attuali’ ‘aggeggi’ in circolazione….- di ‘perle’

cinematografiche quali “L’Alpagueur” ( “Lo Sparviero” con Jean Paul Belmondo

anno di uscita il lontano 1976), “Due sporche carogne – Tecnica di una rapina”

( con l’eccellente accoppiata Alain Delon/Charles Bronson ….’datato’ 1968),

“Gli Spietati” (…”un film per ‘educande’!” come ci ‘ammonì’ ironico quasi un

ventennio fa l’amico Eugenio Manzini prima di prenderne visione….’allora’

c’erano solo le videocassette…i dvd sarebbero arrivati molti ‘secoli’

dopo…) girato e realizzato in veste di regista e attore da Clint Eastwood

oppure “Marlowe indaga” (…con un Robert Mitchum strepitoso e una Joan Collins

deliziosa…’questo’ è del 1978 …). Insomma per farla ‘breve’ ci

‘dedicheremo’ abbondantemente al ‘cinema’ e anche a qualche buon romanzo…(…

abbiamo da ‘riprendere’ in mano – giustappunto – l’intera ‘serie’ (al momento

abbiamo solo dato una veloce ‘sfogliata’ a “The Long Good-Bye” – Il lungo addio

…probabilmente la più ‘sentimentale’ e riuscita tra le otto ‘spy-story’ di

Marlowe) dei romanzi ‘dedicati’ da Raymond Chandler al ‘detective’ americano

per autonomasia…e , per nostra fortuna, abbiamo tanto tempo a disposizione….

praticamente un’eternità…).

4 – Documento della Commissione Trilaterale – “La Crisi della Democrazia”

5 – Daniel Estulin – “La verdadera historia del club bilderberg” – per una

recensione si veda quanto già scritto da Olghina De Robilant per il sito www.

noreport.org la quale a proposito del “club” scrive: “Non una lobby, non una

loggia massonica ma un vero e proprio Club ideato nel 1954 in un palazzo

olandese a Oosterbeckl dal principe Bernardo d’Olanda, padre dell’attuale

regina Beatrice, e da David Rockefeller; un’associazione formata da eminenze

grigie, politici, imprenditori, teste coronate e potentissimi di tutto il mondo

i cui nomi includono Juan Carlos di Spagna e sua moglie la regina Sofia,

Filippo del Belgio, Carlo d’Inghilterra, George Soros, Henry Kissinger, Gianni

Agnelli, Niarchos, i Rothschild e tutti i più noti personaggi dell’ultimo mezzo

secolo. In breve, un concentrato di potere che pare si sia mosso in tutte le

direzioni scegliendo e favorendo addirittura l’elezione di Capi di Stato, Bill

Clinton pare, stabilendo l’utilità di armamenti e guerre, facendo rotolare

molte teste ed eleggendone altre, sostenendo i conflitti in Irak e Afghanistan,

sostenendo gigantesche operazioni imprenditoriali con le loro “Advising

Committee” o “ Steering Committee” ed altri tantissimi comitati per ogni

diversa causa.”. ( crf http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?

id_articolo=6252 );

6 – Charles Levinson – “Vodka-Cola” – ediz. “Vallecchi” – Firenze 1978;

7 – Sergio Gozzoli – “Sulla pelle dei popoli – Viaggio nel labirinto del

potere mondialista” – “L’Uomo Libero” – Rivista Trimestrale – Anno IX – Nr 27 -

Milano Giugno 1988;

8 – Sergio Gozzoli – ibidem ;

9 – L’Institute for Pacific Relations rappresenta una branca specializzata di

10 Consigli Nazionali stanziati in 10 diverse nazioni e interessati agli affari

e al commercio nella zona del Pacifico. Con sedi negli Stati Uniti questo

Istituto ricevette quasi esclusivamente i suoi fondi dalle fondazioni Carnegie

e Rockefeller, dalla Standard Oil Company, dall’ITT, dall’International General

Electric e dalle banche National City Bank e Chase National Bank sempre di

proprietà del Rockefeller. Fin dalla sua fondazione quest’organismo è

incaricato di progettare la politica in Estremo Oriente delle amministrazioni

americane.

Si veda sull’ I.P.R. le opere:

Tomoko Akami, Internationalizing the Pacific: The United States, Japan, and

the Institute of Pacific Relations in War and Peace, 1919-45 (London; New York:

Routledge, 2002).

Paul Hooper, Elusive Destiny: The Internationalist Movement in Hawaii

(Honolulu: University of Hawaii Press, 1980)

John Thomas, Institute of Pacific Relations (Seattle: University of

Washington Press, 1974) is limited to the IPR experience under McCarthyism.

Paul Hooper, “The Institute of Pacific Relations and the Origins of Asian and

Pacific Studies,” Pacific Affairs 41 (Spring 1988): 67-92 Paul Hooper, ed.,

Rediscovering the IPR: Proceedings of the First International Research

Conference on the Institute of Pacific Relations (Honolulu: Department of

American Studies, University of Hawai’i at Manoa, 1994). Paul F. Hooper, ed.,

Remembering the Institute of Pacific Relations: The Memoirs of William L.

Holland (Tokyo: Ryukei Shyosha, 1995).

Paul F. Hooper, “The McCarthy Era and the Financial Crisis of the Institute

of Pacific Relations,” Towards the Construction of a New Discipline:

International Conference Proceedings on the Re evaluation of the Institute of

Pacific Relations (Tokyo: Ronsosha, 2005), pp. 146–51

. William Holland, “Source Materials on the Institute of Pacific Relations,”

Pacific Affairs 58.1 (Spring 1985): 91-97. John B. Condliffe, “Reminiscences of

the Institute of Pacific Relations,” (Institute of Asian Research, University

of British Columbia, 1981)

Frederick V. Field, From Right to Left: An Autobiography (Westport, Conn.:

Lawrence Hill, 1983)

Michio Yamaoka, ed., The Institute of Pacific Relations: Pioneer

International Non-Governmental Organization in the Asia-Pacific Region (Tokyo:

Waseda University, Institute of Asia-Pacific Studies, 1999). Hearings before

the Senate subcommittee investigating the Institute of Pacific Relations

Orientato su posizioni di sostanziale benevolo beneplacito delle attività

comuniste e filo-comuniste nel sud-est asiatico (tolleratissime dai ‘socialisti

fabiani’ dei piani alti dell’Establishment di ‘sinistra’…democratici,

progressisti e ‘liberal’ di ogni risma e ‘ideologia’ tanto tolleranti quanto

interessati a fare affari ovunque e comunque con tutti i despoti del pianeta

specie quelli ‘tinti’ di marxistiche ‘vesti’) l’I.P.R. si è contraddistinto

anche per un particolare zelo nella gestione, affidamento e supervisione del

traffico di oppiacei e stupefacenti come riporta Orio Nardi nel suo

“Mondialismo e Trilaterale” nel quale sottolinea che: “L’IPR (Institute for

Pacific Relations) costituiva la versione americana degli intenti del RIIA,

Come il CIIA (Canadian Institute of International Affairs) ne costituiva la

filiale canadese. In armonia con il RIIA agirono i centri di influsso

filomaoista, rispettivamente in USA e Canada. Nel 1949, quando MAO entrò a

Shanghai, i britannici conclusero un accordo per tenere Hong Kong sotto il

controllo di Londra, e aprirono una linea di comunicazioni confidenziali tra la

Cina continentale e Hong Kong. E i britannici cominciarono una campagna

propagandistica ufficiale, filomaoista. Keswick aprì quella serie dì canali tra

Pechino e Hong Kong che ha il nome di Peking Connection.

Fin dagli inizi della Repubblica Popolare Cinese, Mao e il suo ministro Ciu En-

lai intuirono l’importanza che avrebbe potuto avere il traffico della droga per

la causa rivoluzionaria. Nel 1952, in un discorso pronunciato a Wuhan, Ciu En-

Lai disse: «Noi stiamo cercando di appoggiare in ogni modo la coltivazione del

papavero da oppio. Dal punto di vista della rivoluzione, l’oppio è uno dei

mezzi per aiutare la causa rivoluzionaria, e dev’essere usato attivamente. Se

affrontiamo la questione dal punto di vista di classe, vediamo che l’oppio

costituisce una delle armi più potenti della rivoluzione proletaria… Per noi

è della massima importanza esportare eroina e morfina in grandi quantità,

usarle per indebolire la capacità di combattere dell’avversario e distruggere

il nemico senza fargli guerra” (Isvestia, 17 febbraio 1978; in Kd 156).

L’arrivo di Pechino a Hong Kong ha trasformato la Cina da semplice produttore

di oppio nel socio internazionale della Gran Bretagna nella distribuzione e in

seguito nel finanziamento e nel commercio della droga, che offre a Pechino un

reddito di 80 miliardi di dollari all’anno. La Repubblica Popolare Cinese è

socio di minoranza al 40% dell’oligarchia britannica nel traffico dei narcotici

nell’Estremo Oriente. Il traffico della droga, inoltre costituisce la rete di

collegamento dello spionaggio cinese.Il più colossale affare del mondo. Il

traffico della droga comporta un giro di affari di circa 200 miliardi di

dollari, cioè un quinto del commercio mondiale complessivo, valutato sui 1000

miliardi. Rappresenta il più grande affare del mondo, diciotto volte maggiore

di quello dell’oro (11 miliardi), quaranta volte maggiore di quello dei

diamanti (5 miliardi). Da un secolo e mezzo si svolge sotto il controllo

dell’oligarchia bancaria, anglo-olandese soprattutto tramite le banche di Hong

Kong (Hong-Shang, Jardine Matheson, Charterhouse Japhet).” ( Orio Nardi -

“Mondialismo e Trilaterale” – si veda il volume “Il Vitello d’Oro – L’altra

faccia della storia ovvero la verità sull’ebraismo, sulla massoneria e sul

comunismo” – Salpan Editore 2007 )

Ovviamente anche l’I.P.R. pubblica una rivista (“Pacific Affairs”) anch’essa

‘consultabile’ on-line al seguente indirizzo ‘informatico’: OVH.net (http://www).

pacificaffairs.ubc.ca/

10 – Per dare una giusta dimensione del ‘peso’ che hanno nella società

americane queste “fondazioni” – che sono tutto fuorchè semplici ‘circoli

filantropici’ , “club amici della briscola” o bocciofile convenzionate con il

comune di Nuova York – basti pensare che “Negli Stati Uniti le 25.000

fondazioni hanno 20 miliardi di dollari di capitale, completamente esente da

imposte. (…) Il reddito delle 596 fondazioni più importanti è superiore di

oltre il doppio ai guadagni netti delle prime 50 banche commerciali del paese.

Il reddito attuale (….si parla dell’inizio degli anni ’70….ndr) della

fondazione Ford, prima inter pares, supera quello delle maggiori banche

mondiali e arriva ai 2 miliardi per gli ultimi trent’anni. Nel 1973, il cuore

“grosso come una casa” di questo mammuth della generosità calcolata, batteva al

ritmo annuale di oltre 3 miliardi di dollari di attivo netto, una cifra

superiore alle possibilità finanziarie di un buon numero degli Stati membri

dell’ONU. I Rockefeller dispongono di due organismi: una fondazione, i cui

introiti netti, sempre nel 1973, arrivavano a 980 milioni di dollari e il

Rockefeller Brothers Fund, con un attivo di 200 milioni di dollari, ma la cui

situazione finanziaria non è mai stata resa pubblica. (…) L’esistenza e il

funzionamento delle fondazioni si basano su un insieme di ambiguità legislative

e di compiacenze finanziarie le cui caratteristiche principali meritano di

essere menzionate:

- Possono utilizzare il loro attivo per prestare denaro o acquistare azioni.

- Il reddito così ottenuto può essere conservato dalla famiglia che sostiene

la fondazione.

- Il legatario designa le persone che dirigeranno la fondazione e mantiene il

controllo sugli investimenti effettuati.

- Ogni compagni può prelevare il 20% sui suoi redditi (20% charity deduction)

donando dei fondi o trasferendo una parte importante della sua proprietà ad una

fondazione, il che permette di sfuggire all’imposta sul profitto.

Sin dall’inizio questi organismi assomigliano più a banche internazionali che

non a società di beneficienza, e la loro sbandierata indipendenza rispetto ai

sovvenzionatori più importanti, sembra una favoletta a lieto fine per adulti

ritardati. Henry Ford aveva trasferito alla sua fondazione il 90% delle azioni

della Ford Company, senza perdere minimamente il potere economico che questo

trasferimento di denaro avrebbe dovuto implicare. Quindi i nove decimi dei beni

della terza più grossa compagnia su scala mondiale diventavano esenti da tasse;

questa saggia misura permetteva agli eredi dell’impero di Detroit di evitare di

pagare la tassa di successione. Un abile gioco di prestigio: “Nulla tra le

mani, tutto nelle tasche”, difficile da accettare se si ha una mentalità

formalistica che crede nella separazione dei poteri e nelle virtù del controllo

statale. Uniformandosi all’evoluzione della mentalità corrente, la fondazione

Ford ha rimpinguato con gli anni il proprio portafogli vendendo, prestando o

investendo 92,7 milioni di azioni della Ford Motors Company per un valore di 4

miliardi di lire. Nello stesso periodo la fondazione ha comprato azioni della

Time Inc., Magnovox General Mills, Pepsi-Cola, American Motors, Exxon, Gulf

Oil, IBM, Lockheed, Boeing, Dow Chemical; dal 1950 al 1962, essa ha concesso

prestiti a società commerciali per oltre 300 milioni di dollari. (…) I

Rockefeller hanno manifestato la stessa abilità nel superare con disinvoltura i

meandri del formalismo giuridico, conservando intatti proprietà, potere e

capacità di controllo. La fondazione Rockefeller venne creata nel 1913, con il

fine essenziale di salvaguardare il controllo della famiglia sul suo impero

petrolifero, smembrato due anni più tardi in sette società diverse, dopo una

sentenza della Corte Suprema che condannava la Standard Oil per attività

monopolistica. Attualmente la fondazione è la più grossa azionaria della

Standard Oil Company (Exxon) del New Jersey, di cui detiene 4.300.000 azioni

per un valore di varie centinaia di dollari. Essa possiede anche 2 milioni di

azioni della Standard Oil californiana, 300.000 della Mobil Oil, e 300.000

della Continental Oil. Altre fondazioni Rockefeller di minor importanza

detengono altri 3 milioni di azioni della Exxon, 300.000 della Mobil e 450.000

della Standard dell’Ohio. Gli attivi di queste compagnie, di cui i Rockefeller

sono i maggiori azionisti, ammontano a oltre 50 miliardi di dollari. (…) Tra

gli altri interessi Rockefeller compresi nell’ambito della fondazione occorre

ricordare la Chase Manhattan Bank (terza banca per ordine di importanza a

livello mondiale, 18 miliardi di dollari); la Metropolitan e l’Equitable

(seconda e terza tra le compagnie di assicurazioni, rispettivamente con 25 e 13

miliardi); la Eastern Airlines (830 milioni di dollari); la Consolidated

Natural Gas (1 miliardo di dollari); il Rockefeller Center (300 milioni di

dollari). L’attivo complessivo di queste società ammonta a 58 miliardi di

dollari. In pratica, le fondazioni Rockefeller e Ford esercitano un’influenza

determinante sulle questioni politiche e sociali, controllano e modificano a

seconde del bisogno l’evoluzione dei costumi, delle idee, dei valori e delle

istituzioni. Queste agenzie private si sostituiscono al governo, alla

collettività e costituiscono un’amministrazione parallela con strumenti di

pressione e possibilità di influenza l’opinione pubblica che sono enormi. La

tolleranza degli ambienti politici nei loro riguardi è determinata dal fatto

che esse rappresentano un’emanazione del potere reale. A partire dal 1945,

negli Stati Uniti, non si trova più alcuna personalità importante del mondo

politico che non sia stata, per un certo periodo, impiegata e retribuita da una

di queste due fondazioni.” (crf – Charles Levinson – “Vodka-Cola” – op.

cit.)…..

11 – Già Maurizio Lattanzio, in un articolo assolutamente conforme pubblicato

per un numero “monografico” sul Revisionismo ‘Olocaustico’ dal mensile

“Avanguardia” nel giugno 1993 sottolineava come qualora, per ‘sbaglio’ o anche

per ‘volontà’, il principale quotidiano della penisola italiota , “Il Corriere

della Sera”, decidesse di uscire con un titolo a nove colonne in prima pagina

riportando a caratteri cubitali che “L’OLOCAUSTO EBRAICO E’ UNA CAZZATA

INTERPLANETARIA!” ciò non susciterebbe alcunchè nè di emotivamente nè di

politicamente ‘apprezzabile’ ‘sorpresa’…Oramai le masse – i belanti greggi di

pecore matte ‘aduse’ a tutto e al suo contrario – dell’Occidente giudaico-

mondialista non riuscirebbero ad esprimere alcuna ‘reazione’ …nè di sorpresa,

nè di indignazione, nè di altro genere…al massimo continuerebbero

paciosamente a belare…

12 – Franco Battiato – “Breve invito a rinviare il suicidio” – dall’album

“L’ombrello e la macchina da cucire” , 1995 ….Testo assolutamente ‘conforme’

e da ‘riascoltare’…

“Va bene, hai ragione,

se ti vuoi ammazzare.

Vivere é un offesa

che desta indignazione…

Ma per ora rimanda…

E’ solo un breve invito, rinvialo.

Va bene, hai ragione,

se ti vuoi sparare.

Un giorno lo farai

con determinazione.

Ma per ora rimanda…

E’ solo un breve invito, rinvialo.

Questa parvenza di vita

ha reso antiquato il suicidio.

Questa parvenza di vita, signore,

non lo merita…

solo una migliore. “

13 – Dall’enciclopedia multimediale di wikipedia: “I Disciplinatha sono stati

un gruppo di rock industriale prodotto dal Consorzio Produttori Indipendenti

(CPI), la casa discografica di Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo,

gruppo che ha pubblicato tre album tra gli anni ottanta e novanta. Hanno fatto

un rock energico, acido e graffiante, soprattutto agli esordi. Un loro brano,

“Addis Abeba”, ha come introduzione un frammento di un discorso di Benito

Mussolini.

Il primo lavoro “Abbiamo pazientato 40 anni. Ora basta!” del 1988 viene

pubblicato per l’etichetta Attack Punk Records, la stessa dei primi CCCP Fedeli

alla linea. L’approccio musicale è molto simile ai CCCP, ma mentre questi usano

icone filosovietiche, i Disciplinatha si ispirano provocatoriamente alla

dittatura fascista per far emergere le contraddizioni di un’epoca, sia quella

del ventennio che quella degli anni Ottanta di Bettino Craxi, facendo spesso il

verso agli stessi CCCP.

Il secondo EP “Crisi di valori” del 1991 viene pubblicato per l’etichetta I

dischi del mulo del CPI. Nella canzone che dà il titolo all’EP viene usata e

campionata la voce di Papa Giovanni Paolo II. In copertina, per far tacere le

voci che affibbiano loro l’appartenenza alla destra fascista, sotto il nome

Disciplinatha appare la dicitura “Non siamo di destra, anzi, siamo buoni”.” .

Sulla copertina del disco compare la scritta non siamo di destra, anzi, siamo

buoni. I testi finalmente in italiano sono un atto di accusa contro lo stato

delle cose “preoccupante. non si sente più pensare. preoccupante. ricominciano

a sparare. “Figli della grassa pace continentale”. Nazioni è un grido

strozzato, rivela le radici più industrial del gruppo, alternando campionamenti

a velocissimi stacchi hardcore. Sono gli anni della guerra in jugoslavia e

frasi come “fate presto voi a parlare, europa unita, indipendente! cadaveri al

risveglio, smaniosi di ricominciare a morte! guardano dietro di sé per imitare”

disegnano un triste parallelo con un passato di cui tutto è “già visto, già

detto, già fatto, provato, razze, pure, etnie, frontiere”. crisi di valori

riprende gli stessi schemi inserendo ancora voci campionate a ripetere l’

estenuante ritornello crisidivaloricrisicrisicrisidivalori, e rappresenta lo

sbandamento di una generazione svuotata di tutto, quella uscita dagli anni ’80

e che si affaccia ai ‘90.

(…ci sembra fin troppo ‘evidente’, legittima e onnicomprensiva la presa di

‘distanza’ – la faremo anche noi , ufficializzandola in carta da bollo e con

quattro o cinque timbri ad hoc – dalla ‘destra’….perchè mai ‘passare’ per

“brutti, sporchi, cattivi” e pure “fascisti”?…Già …perchè mai?…a che

serve? A niente! Ma sono in tanti che ancora ci ‘credono’…) Ovviamente noi

ascoltavamo i Disciplinatha fin dalla fine anni Ottanta… e altrettanto

ovviamente noi non siamo di “destra”! Peccato solo che si siano sciolti e di

loro resti solo un lontano, pur sempre ottimo, ‘sound’….


Link alla pagian:
UP PATRIOTS TO ARMS! « Dagobertohb's Blog (http://dagobertohb.wordpress.com/up-patriots-to-arms/)

Lupo
22-05-10, 19:06
IL SABOTAGGIO DELLA GUERRA FASCISTA CONTRO LE DEMOPLUTOCRAZIE OCCIDENTALI

di Dagoberto Husayn Bellucci

http://www.tropicalisland.de/italy/rome/vittoriano/images/FCO%20Rome%20-%20Piazza%20del%20Campidoglio%20with%20the%20Palaz zo%20Senatorio%2003%203008x2000.jpg

”Roma divina, a Te sul Campidoglio dove eterno verdeggia il sacro alloro a Te nostra fortezza e nostro orgoglio, ascende il coro Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte il Sol che nasce sulla nuova storia; fulgida in arme, all’ultimo orizzonte sta la Vittoria. Sole che sorgi libero e giocondo sul colle nostro i tuoi cavalli doma; tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma.

Per tutto il cielo è un volo di bandiere e la pace del mondo oggi è latina: il tricolore canta sul cantiere, su l’officina. Madre che doni ai popoli la legge eterna e pura come il Sol che nasce, benedici l’aratro antico e il gregge folto che pasce! Sole che sorgi libero e giocondo sul colle nostro i tuoi cavalli doma; tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma.

Benedici il riposo e la fatica che si rinnova per virtù d’amore, la giovinezza florida e l’antica età che muore. Madre di uomini e di lanosi armenti, d’opere schiette e di penose scuole, tornano alle tue case i reggimenti e sorge il sole. Sole che sorgi libero e giocondo sul colle nostro i tuoi cavalli doma; tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma.” ( Inno a Roma )

Una delle principali menzogne storiche, abilmente propagandate dalla propaganda franco-britannico, e prim’ancora che l’Italia Fascista entrasse direttamente nella seconda guerra mondiale – falsità e invenzioni propagandistiche sulle quali continuano a premere il tasto tutti gli “storici” sistemici (ai quali ovviamente non interessa un fico secco di ristabilire la verità storica nè tantomeno avallare in alcun modo forme di riabilitazione o revisione dei giudizi storici e politici sull’esperienza fascista) – è quella relativa ad una presunta inferiorità militare italiana rispetto alle forze britanniche e più vastamente “alleate” nel corso dell’ultimo conflitto mondiale che consegnerà l’Europa intera tra le grinfie della demoplutocrazia statunitense da una parte e del giudeo-bolscevismo sovietico dall’altra parte.

Ora è fuori discussione che la capacità bellica italiana non potesse minimamente competere contro il “blocco alleato” allargato alla supremazia tecnologica-industriale statunitense ma, senz’altro, avrebbe – fintanto che gli Stati Uniti fossero rimasti fuori dal conflitto – provocato parecchi problemi alle forze britanniche nel Mediterraneo, in Africa e nel Levante se sufficientemente ‘sorretta’ all’unisono dalla volontà dell’intera nazione. Il capitalismo italiano e quindi per conseguenza la produzione industriale e bellica nazionale erano senz’altro in ritardo rispetto a quello che, potenzialmente e fattivamente, poterono disporre gli eserciti franco- britannici: il primo verrà liquidato rapidamente con il blitzkrieg tedesco che nella primavera 1940 porterà in 40 giorni le armate del Reich a marciare su Parigi; il secondo avrebbe probabilmente continuato a resistere fintanto che ‘approvigionato’ dagli alleati d’oltreoceano. In merito comunque alla partecipazione italiana al secondo conflitto mondiale occorre fare chiarezza e spazzare via il campo dagli equivoci, dalle bestemmie falsificanti e dalle numerose frasi fatte che una propaganda d’accatto di quint’ordine resistenzial-antifascista ha prodotto e continuato a ampliare nell’arco degli ultimi 65 anni.

Contrariamente a ciò che ‘disegneranno’ gli storici ‘democratici’ e antifascisti nostrani e stranieri dopo il conflitto l’Italia mussoliniana aveva potenzialità militari e eroismo da vendere – come dimostreranno esemplarmente i paracadutisti della Folgore a El Alamain o i nostri fanti e cavalieri nelle steppe gelate sul Don nel fronte russo e come non mancarono di far valere i marinai, gli aviatori i carristi, gli alpini e tutti gli altri corpi delle nostre forze armate quando chiamati a compiere il loro dovere – inficiate da un’opera di vile sabotaggio e dalla guerra sotterranea dichiarata dai vertici militari, dalla Casa Reale sabauda e da importanti settori dell’industria nazionale già operanti contro il Regime Fascista e attivatisi alacremente per far perdere la “guerra di Mussolini” e dei fascisti.

Questo ovviamente i libri di testo ‘scolastico-universitari’ sistemici non lo racconteranno mai nè tantomeno può essere sostenuto da quella corte (degli stracci) rappresentata dai cosiddetti storici contemporanei allevati al culto dell’antifascismo e coccolati dal Sistema democratico fuoriuscito vittorioso al lato delle armate anglo-americane e al soldo del capitalismo d’oltremanica e d’oltreoceano. La deformazione storica sugli avvenimenti che hanno interessato le vicende belliche italiane costituisce ancora oggi oggetto di una necessaria opera di revisione contro le menzogne che continuano ad essere vomitate ad ogni piè sospinto dagli interessati antifascismi di ogni ‘colore’, risma e appartenenza politica (compreso l’”antifascismo” neo-fascista che, nel dopoguerra, ha scarabocchiato migliaia di pagine per dimostrare l’insostenibilità della tesi della “guerra parallela” o del “salvataggio dell’onore” di chi, dopo l’8 settembre 1943, effettuerà la “scelta di campo” di militare tra le fila della RSI…anche questa è una diversione storica abilmente camuffata sotto una spennellata di retorica patriottico-tricolore in funzione anti-germanica).

Falsità e menzogne che sono state erette a verità con il contributo più o meno interessato anche di numerosi settori tra quelli che, teoricamente, dovevano rappresentare gli “eredi” politico-ideologici dell’esperienza fascista…. Vedremo successivamente come e perchè vi fu questa convergenza di giudizi che ha stabilito infine di ascrivere tutte le responsabilità della sconfitta nel conflitto al solo Mussolini e alla sola parte uscita perdente (il fascismo) senza curarsi minimamente di andare alle ‘fonti’ della storia e alle cause prime che contribuirono a quel tracollo militare, politico e ideologico che resterà impresso nella storia – italiana e non solo – quale supremo marchio di viltà e ignominia sotto le due date del 25 luglio e, soprattutto, dell’8 settembre 1943: i giorni del disonore di un intero paese posto da una cricca di opportunisti e voltagabbana alla mercè delle forze nemiche e dello straniero. Stranieri e nemici che, si badi bene onde non ripetere errori madornali che furono abilissimamente sbandierati per decenni dalla storiografia missina e, genericamente, “di destra”, non erano i tedeschi alleati bensì gli anglo- americani occupanti le zone meridionali italiane che risalivano a stento la penisola dopo lo sbarco, ai primi di luglio, in sicilia. Una considerazione necessaria ed anche un rilievo di notevole interesse in quanto su quella truffa si è per anni giocato equivocando sul significato storico, e prim’ancora politico, dell’esperienza fascista: la partecipazione italiana alla 2.a guerra mondiale fu essenzialmente e legittimamente la naturale continuazione di un conflitto ideologico, politico e militare che – dalla guerra civile spagnola e fino al ’45 – per un decennio oppose le Rivoluzioni Nazionali incarnate superbamente dal fascismo italiano e dal nazionalsocialismo tedesco alle demoplutocrazie capitaliste dell’Occidente e alla Russia bolscevica.

Ogni altra considerazione su pretese/presunte “guerre per l’onore” o a tinte patriottiche che furono ‘disegnate’ per anni a giustificare la scelta di quanti, dopo l’8 settembre ’43, aderirono alla Repubblica Sociale per continuare la guerra al lato della Germania devono essere rifiutate come mezze-verità. Sono le stesse mezze verità che, non a caso, vedranno i dirigenti del MSI affannarsi fin dalla costituzione del partito per una impossibile e assolutamente demenziale “pacificazione nazionale” così come saranno proprio questo tipo di ragionamenti che fungeranno da base ideologica per un ambiente, quello neo-fascista, che rinuncerà pressochè in toto a riprendere la battaglia anticapitalistica e anti- imperialistica del “fascismo immenso e rosso” che pure aveva, con la socializzazione e la Carta del Lavoro di Verona, avuto tanto spazio nell’ultimo tragico epilogo dell’esperienza fascista. Crediamo che uno tra i più rilevanti contributi in merito al ruolo e alla oggettiva politica filo-occidentale esercitata dai dirigenti del neofascismo sia stato scritto da Vincenzo Vinciguerra (1) il quale ha posto in essere il problema della funzionalità di scelte politiche e di posizioni che verranno assunto man mano negli anni dal dopoguerra fino a metà Ottanta dal partito di Almirante. Niente di nuovo sul fronte occidentale e nessuna particolare novità. Ciò che emerge con chiarezza è, oggi, l’assoluta uniformazione degli ex missini, poi aennini, alle politiche conservatrici e di destra tipicamente pro- statunitensi al di là di pagine alquanto discutibili del più o meno recente passato di collusione con questo o quell’apparato di polizia e con servizi di sicurezza atlantici…il che ovviamente non deporrà mai – qualunque fosse, e ammesso ve ne fosse una, la “strategia” che si riteneva di seguire – a favore di quei dirigenti un tempo impegnati ad ingannare vecchi e ,soprattutto, giovani con le parole d’ordine “Nè Usa Nè Urss Europa Nazione”… Ma queste diversioni strategiche appaiono ben poca cosa se confrontate con il palese tradimento ordito e scientificamente attuato da una consistente parte dei vertici militari delle nostre forze armate nei confronti della guerra “fascista” (percepita cioè come guerra del solo Regime e di chi a quel modello ideologico e politico credeva e per il quale fedelmente operava) ovvero la squallidissima e altrettanto silenziata storia del sabotaggio posto in essere fin dai primi mesi di guerra dagli Stati Maggiori di Esercito, Marina e Aeronautica. Sono pagine tristissime di squallida viltà contro la quale si ergono ancor più fulgidi gli esempi eroici di quanti – fanti, marinai e avieri – diedero negli stessi anni la vita per l’Italia e per il Fascismo. Perchè la ‘fola’ dell’incapacità e dell’impreparazione dell’Italia mussoliniana a sostenere un conflitto nel giugno 1940 ripetila oggi e ribadiscila domani ha finito per contaminare anche parecchi che non conobbero i fatti e non seppero tirarsi indietro dal perseverare nel ripetere l’errore. Un pò come per il preteso “olocausto” di sei milioni di soggetti di razza ebraica…. anche la menzogna dell’impreparazione bellica italiana dev’essere smontata alla luce dell’incontrovertibile, perchè documentata e documentabile, verità storica che vedrà nel tradimento e nel sabotaggio di autentiche quinte colonne antifasciste infiltrate nell’esercito italiano il vero responsabile della sconfitta patita dinnanzi alle armi britanniche.

Alquanto rappresentativa di questa vicenda è la figura ignobile dell’ammiraglio Franco Maugeri (uno dei tanti che tradirono) il quale verrà decorato a fine conflitto dal nemico “per la condotta eccezionalmente meritoria nell’esecuzione di altissimi servizi resi al governo degli Stati Uniti come Capo dello spionaggio navale italiano…” come recitava il “certificato” di collaborazionismo di cui fu ‘omaggiato’ dal Governo degli Stati Uniti questo traditore. Uno dei tanti, come dicevamo, e uno fra i tanti che contribuirono alla sconfitta nè più nè meno puttaneggiando con il nemico. Maugeri divenne il simbolo del disonore delle nostre forze armate perchè nel dopoguerra diede alle stampe un libro “From the Ashes of Disgrace” con il quale rivendicava la sua collaborazione al nemico ed il suo tradimento alla patria in armi. L’uscita in America del volume “Dalle ceneri della disfatta” fu semplicemente l’ammissione bella e buona di come un numero considerevole di ammiragli della marina e generali di aeronautica ed esercito aveva consapevolmente tradito. Quando l’allora periodico “L’Asso di Bastoni” intentò una causa contro il Maugeri ( riuscendo a vincerla perchè – come riportò la storica sentenza della Corte di Appello del Tribunale di Roma – “Il Collegio (riconobbe ndr) che sussistono sufficienti prove per ritenere che il Maugeri, anche anteriormente all’8 settembre 1943, aveva intelligenza con le potenze contro le quali l’Italia era allora in guerra” ) la notizia del tradimento di alti ufficiali divenne di pubblico dominio confermando quanto già si era scritto negli ambienti fascisti durante la RSI.

La sentenza arrivò in un momento particolarmente opportuno perchè, nel frattempo, l’Ammiraglio Maugeri era assurto alla carica di Capo di Stato Maggiore della Marina e a quella di Comandante del Dipartimento Basso Tirreno a Napoli. Il traditore venne silurato e sostituito e il 3 giugno 1950 la Corte di Cassazione, a camere riunite, riconfermò quella sentenza. Il problema più che altro fu che quella fu una delle poche che furono stabilite dai tribunali della repubblica (nata “antifascista” e dalla “resistenza”) quando centinaia e centinaia di altri elementi ai vertici delle Forze Armate tradirono in egual maniera senza per questo subire alcun provvedimento nè freni alle ‘onorate’ carriere. Scriverà Antonino Trizzino in proposito della guerra condotta silenziosamente dagli ammiragli contro il Fascismo in armi: “Supermarina e l’Ufficio informazioni non hanno mai voluto ammettere che la loro organizzazione fosse difettosa per quanto riguarda la riservatezza e tendevano ad attribuire la colpa ad elementi periferici”.

Dunque: ministero, Supermarina, Ufficio informazioni. Era evidentemente in malafede l’Ufficio in formazioni quando rassicurava l’ammiraglio Jachino. Il suo capo, l’ammiraglio Maugeri, sapeva bene come stavano le cose: infatti, a guerra finita, nel suo libro di memorie pubblicato in lingua inglese From the Ashes of Disgrace, egli ha rivelato che l’ ammiragliato britannico contava tra gli ammiragli italiani e nello stesso ministero della marina persone devotissime, sulle quali poteva fare il massimo assegnamento, non vedendo esse l’ora di finire comunque la guerra, per liberare l’Italia dal fascismo. C’era anche lui nel numero di quelli che volevano la fine a tutti i costi e con qualsiasi mezzo? Non possiamo dirlo, ma è certo che egli fu ricompensato con la decorazione americana della Legion of Meni, che porta sul petto, in riconoscimento dei meriti acquisiti appunto mentre era capo dell’Ufficio informazioni.” (2) Ed ecco come, per sua stessa ammissione e di suo pugno, l’ammiraglio Maugeri (supertraditore) scriverà della sua condotta a favore del nemico in un libro, pubblicato dopo la guerra, che avrà una vasta eco per lo scandalo che susciterà anche negli ambienti militari: “”L’inverno del ’42-’43 trovò molti di noi, che speravano in un’Italia libera, di fronte a questa dura, amara, dolorosa verità: non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l’Asse fosse stato vittorioso”. -

E poco più avanti nel libro From the Ashes of Disgrace Reynal & Hitchcock, New York 1948 Franco Maugeri esplicita in maniera definitiva tale concetto: “Più uno amava il suo Paese, più doveva pregare per la sua sconfitta nel campo di battaglia… Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costo.” Personalmente ricordiamo di aver letto, fra i tanti altri volumi bellici lasciatici in ‘consegna’ da nostro nonno (già capitano della Guardia Nazionale Repubblicana in quel di Piacenza durante la RSI e prim’ancora ufficiale di stanza sul fronte greco…i racconti in merito al sabotaggio operato già in quell’occasione, come praticamente per tutta la durata delle ostilità dal 40 al 45, si ‘sciupano’….come ci riferì chi l’aveva toccato con mano alle truppe italiane impegnate nell’offensiva contro i greci arrivavano per fare qualche esempio scarponi tutti di una sola taglia oppure tutti destri o sinistri, cartucce ‘bagnate’ inutilizzabili, materiali scadenti anche per quanto riguardava il vettovagliamento o l’abbigliamento…nelle rigide montagne che separavano l’Albania italiana dall’Epiro sarebbe stato un pò troppo chiedere ai nostri combattenti di indossare i pantaloncini kaki che arrivavano a pacchi anzichè destinarli, com’era previsto, alle truppe impegnate nell’Africa settentrionale sul fronte libico-egiziano…anche – soprattutto – questa fu la realtà delle truppe italiane sabotate dai loro comandanti antifascisti imboscati a Roma); la storia ripugnante e vile di questo Ammiraglio Franco Maugeri decorato con attestati di “benemerenza” dalle autorità anglo-americane per i “servizi resi” durante il conflitto e di aver sentito i racconti di ex ufficiali questa triste, tristissima, realtà che vedrà operare incoscientemente ed irresponsabilmente gli alti comandi delle nostre forze armate (soprattutto della marina e dell’esercito) contro la guerra “fascista” come si dirà poi dal ’45 in avanti… Volete altri esempi di questo vile tradimento: “Carlo Bergamini: motivazione della medaglia d’oro: Comandante in capo delle Forze navali da battaglia, sorpreso dall’armistizio in piena efficienza materiale e morale, trascinò con la autorità e con l’esempio tutte le sue navi ad affrontare ogni rischio pur di obbedire, per fedeltà al Re e per il bene della Patria, al più amaro degli ordini. E nell’adempimento del dovere scomparve in mare con la sua nave ammiraglia colpita a morte dopo accanita difesa dal nuovo nemico, scrivendo nella storia della Marina una pagina incancellabile di dedizione e di onore. —

Acque dell’Asinara, 9 settembre 1943.” Occorre forse sottolineare – riprendendo quanto scritto dal Trizzino, che, vedi il ‘caso’ (che non esiste!): “Delle 5 corazzate, 15 incrociatori (7 ausiliari), 23 sommergibili, una settantina di MAS e 37 cacciatorpediniere e torpediniere, alla fonda nei porti della Liguria e di Taranto, l’unica ad andare perduta, col suo comandante Carlo Bergamini, è la Roma. Dopo un colloquio telefonico tra Bergamini, comandante la squadra, e il capo di S.M. della marina, ammiraglio De Courten, la mattina del 9 settembre la squadra navale, prende il mare alla volta dell’Isola della Maddalena. Nelle primissime ore del pomeriggio la squadra è in procinto d’entrare nell‘estuario dell’isola quando giunge all’ammiraglio Bergamini un messaggio urgente di Supermarina con l’ordine di invertire la rotta e di puntare in direzione di Bona, in Algeria. E’ successo che in mattinata i tedeschi hanno occupato la Maddalena e predisposto un piano per impadronirsi delle unità italiane. Sfuggita la preda si passa ai siluri. Poco dopo le 15 una formazione di Junker attacca la squadra navale senza risultati. Verso le 16 un altro gruppo di bombardieri DO-217 è sulle unità italiane. L’attacco questa volta ha successo, e ne fa le spese proprio l’ammiraglia, la corazzata Roma che, colpita da due bombe-razzo teleguidate alle 15,52. Cola a picco in 28 minuti. Dei 1849 uomini dell’equipaggio, 1253 perdono la vita: tra questi il comandante Carlo Bergamini e tutto lo stato maggiore. La squadra fa rotta in direzione sud e nella mattinata del 10 settembre entra nel porto della Valletta a Malta.” (3)

E che le perdite subite dalla nostra marina a causa dei tradimenti e dell’attività di questi sciagurati “ammiragli antifascisti” fossero state rilevanti (e avessero irrimediabilmente pregiudicato la condotta bellica sul fronte mediterraneo e africano) si può tranquillamente dedurre anche dal fatto che, come riportano fonti britanniche e americane, “Si calcola che sulla perdita di 185 navi, 85 siano attribuibili a Ultra il computer decrittatore di Enigma di Bletchley Park (vedi nei personaggi Alan Turing). Il primo Enigma a cadere nel maggio 40 è quello della Luftwaffe (aeronautica), un anno dopo quello della Marina e nel settembre (41) la Wehrmacht. Si trattava di macchine leggermente modificate nell’Hardware (rotori). Nel 1942 si arrivò a decrittare già più di 80.000 messaggi al mese !! ma non erano tutti, erano solo una parte. I comandanti italiani, come diceva Rommel che sospettava spie a Roma, cambiavano rotta in alto mare rispetto agli ordini ricevuti e gli andava anche bene. L’incrociatore Pola non aveva potuto cambiare rotta a Capo Matapan e il suo comandante, da prigioniero, aveva visto sulla plancia inglese le copie dei nostri dispacci dell’operazione del 28 marzo 1941.

Quando nel 45 Il comandante Brengola di ritorno dalla prigionia lo rivelò, non gli credette nessuno. Il segreto che circondava Enigma doveva durare ancora 30 anni, quello sui contenuti dei dispacci resterà in piedi fino al 2015 !!. (ma anche l’Italia e i tedeschi violavano e intercettavano messaggi) – la notte di Taranto in inglese.” (4) Fondamentale in proposito sarà una voluminosa raccolta antologica – che comprenderà un trentennio di storia italiana – curata negli anni Sessanta dall’ex direttore de “L’Asso di Bastoni, Pietro Caporilli. In questa antologia critica, suddivisa in due volumi, scriverà nel capitolo (XXXVIII) dedicato a “Spie e servizi ‘segreti’”: “Ovviamente l’ammiraglio Maugeri non era il solo personaggio ragguardevole al servizio del nemico contro la Patria in armi. Come abbiamo visto è lo stesso Maugeri ad avvertire che l’ammiragliato britannico contava una quantità di “amici” fra gli ammiragli di alto rango e che gli inglesi erano in condizioni di ottenere informazioni autentiche direttamente dalla fonte.” (5) Il perchè esistesse quella che non può neanche essere definita una “falla” (… un’autentica voragine casomai…) all’interno dei nostri servizi segreti militari è presto detto: tutti i principali comandanti, generali ed ammiragli, appartenevano a quella casta che traeva le sue origini dall’epoca risorgimentale ed aveva combattuto la prima guerra mondiale. Si trattava cioè di ufficiali di carriera, in massima parte appartenenti alla Frammassoneria e infeudati per questi legami ‘fraterni’ ai loro colleghi britannici, che avevano prestato giuramento nelle mani della Casa regnante dei Savoia aderendo di facciata e mai con convinzione al nuovo corso fascista. La maggior parte di questi rappresentanti ed alti quadri delle forze armate avevano alle spalle un passato liberale e conservatore che mal si prestava a compromessi con il Fascismo.

E tutti, soprattutto, maldigerivano la guerra contro l’Inghilterra condotta al fianco del Terzo Reich; posizione assunta dalla Casa Savoia e da altri noti circoli dell’aristocrazia italiana e dagli ambienti industriali. “L’11 giugno 1948 il segretario di Stato alla Marina degli Usa conferì a Maugeri la “Legion of Merit” per gli eccezionali servizi resi alle forze navali militari alleate. Gli Usa poi minimizzeranno sia sul valore della decorazione che sulla motivazione, definita standard dal tempo di George Washington. Nello stesso tempo era uscito il libro intervista in inglese che qualcuno si peritò di tradurre. A pagina 76, per esempio, si legge che la Marina italiana non aveva piani per una guerra contro l’Inghilterra. .Tutti i nostri calcoli ed il lavoro dello Stato maggiore era basato sul presupposto che in ogni futuro conflitto non avremmo mai combattuto contro la Marina britannica e quando iniziò la guerra non avevamo alcun piano di operazione contro Malta. Altri spezzoni sono già scritti, ma il monocorde assolo di Maugeri non cambia. Sorprendente, per esempio, il ricordo di un episodio del 17 agosto 1942: . Questa mattina alla riunione di Supermarina sono stato solo io a protestare, e violentemente, contro la pretesa del comando aereo tedesco di cambiare le rotte dei nostri convogli in mare. Si trattava dei convogli verso l’Africa, i cui frequenti disastri preoccupavano da tempo l’Alto comando italiano e i tedeschi che non erano tonti: appariva incomprensibile come l’avversario riuscisse a individuarne il più delle volte il percorso quasi ne fosse precedentemente informato. I sospetti di talpe annidate nella capitale tormentarono a lungo l’ ammiraglio Luigi Sansonetti, sottocapo di stato maggiore della Marina, tanto da indurlo a riferire al supremo vertice militare italiano, Ugo Cavallero.

Difficile però muoversi con efficacia fra i corridoi su un argomento così delicato.” (6) Che i tedeschi non fossero ‘tonti’ e che molti, ai vertici delle forze armate italiane, stessero tradendo la guerra fascista era chiaro e risultò ancor più evidente nell’immediato dopoguerra quando vennero fuori altre rivelazioni in merito all’aiuto offerto agli “alleati” anglo-americani: “L’elenco delle spie italiane al servizio del nemico – scriverà Pietro Caporilli (7) – non si saprà mai, ma è storicamente accertato, per ammissione dello stesso avversario, che tale elenco dev’essere molto lungo e che tali spie erano annidate in tutti i settori della vita nazionale. Il Capo del Servizio Segreto Navale americano, ammiraglio Zacharias, nel suo “Secret Missions”, libro sconosciuto in Italia, scrive testualmente: “La flotta italiana fu attaccata con mezzi psicologici. Era un facile bersaglio. Già si sapeva che la loro marina era fondamentalmente contraria ad una guerra a fianco della Germania contro gli alleati. Ciò era dovuto alla conoscenza che la flotta aveva della sua stessa debolezza, ed in parte alle tremende sconfitte che essa aveva sofferto all’inizio della guerra. Parte di queste sconfitte furono causate dal brillante lavoro di informazione dell’”Intelligence Service” e della Royal Navy. Alla vigilia dell’entrata in guerra l’”Intelligence Service” si era procurato in Roma varie informazioni che permisero l’affondamento di oltre 20 sommergibili italiani tra il giugno e il novembre 1940. L’attacco degli aerosiluranti nel porto di Taranto fu una altro colpo da cui la marina italianma si riebbe con difficoltà.”. Al di là della pretesa “debolezza” delle nostre forze navali – del resto lui, ammiraglio americano vincitore, poteva pure scriverlo a guerra finita – risulta chiaramente come ben lungi da questa presunta inferiorità fossero da addebitarsi i rovesci subiti esclusivamente al sabotaggio interno che, come ci confessano gli stessi americani e i loro complici britannici, iniziò ben prima delle ostilità: il nemico sapeva tutto e anticipatamente perchè c’era chi informava e tradiva!

Altro che invincibilità britannica sui mari!

Continua lo stesso ammiraglio sottolineando che “durante la campagna in Italia la guerra psicologica fu intensificata allo scopo di causare la resa della flotta italiana intatta nelle nostre mani. I piani di questa resa furono preparati a Londra in collaborazione col “Foreign Office” che era tenuto costantemente informato della situazione. Agli inizi di giugno (del 1943 ndr) i nostri esperti furono avvisati che la caduta di Mussolini era imminente, e che dietro tale caduta si profilava la totale disfatta italiana. In questo periodo noi mantenevamo i contatti con vari elementi dissidenti dei più alti ranghi della Marina Italiana e attraverso questi preparavamo la resa della flotta. La valutazione dei nostri rapporti informativi ci convinceva che la flotta era favorevole alla resa e agli inizi di luglio noi preparammo un proclama da emananre al momento opportuno per spingere la flotta italiana a raggiungerci. Il momento giusto venne quando nella tarda estate furono aperti i negoziati segreti e paralleli con il maresciallo Badoglio, allora capo del governo italiano, ed i comandanti della resistenza italiana.” (8) E qui si può ben parlare di aperto tradimento e di complotto ai danni del Fascismo e contro la Patria! Un complotto che non passò certamente inosservato tra i vertici delle forze armate dell’alleato tedesco che, difatti, oltre a diffidare totalmente delle ‘rassicurazioni’ del traditore Badoglio e del suo proclama del luglio precedente sulla “continuazione” del conflitto, si guardò bene dall’abbandonare le postazioni in vista del tradimento che, a Berlino e nelle alte sfere militari germaniche, era dato come scontato.

L’alleato italiano si era dimostrato inaffidabile ed i tedeschi lo sapevano perfettamente che, caduto il Fascismo e incarcerato Mussolini, gli italiani avrebbero trovato un modo per svincolarsi dal conflitto e andare ad abbracciare i loro nuovi “alleati” e futuri “liberatori”. A conferma di come fosse diventata ingestibile la guerra sul fronte africano e nel Mediterraneo fin dall’inizio ci viene incontro anche la testimonianza del generale in capo delle truppe tedesche nel nord-africa, il Gen. Rommel, il quale nei suoi diari personali scriverà: “estate 41. … E’ Necessario che il massimo segreto sia mantenuto sulla preparazione dell’offensiva: ho fondati motivi di ritenere che in Italia è illusione il supporre di mantenere il riserbo sui propositi più confidenziali: Comandanti e Capi parlano e chiacchierano e non conoscono riservatezza. Roma è una specie di Shangai, un bazar levantino in cui le informazioni si scambiano, si vendono, si barattano, si regalano, si inventano. D. mi ha comunicato in 24 ore, pettegolezzi banali che riguardano, fatti in Africa e riferiti, dopo poche ore, sulle rive del Tevere: del resto gli inglesi sono informatissimi, al minuto delle partenze dei convogli dai porti italiani. Si deve alla machiavellica manovra degli ammiragli e dei Comandanti delle scorte – ormai duramente provati dall’esperienza – se le perdite non sono maggiori; infatti mi riferiscono che i comandanti italiani contravvengono regolarmente agli ordini di operazioni che vengono loro comunicati, sicuri come sono di trovare subito sulla rotta stessa, appuntamenti con sommergibili ed aerei inglesi. -14/11/42 – alla moglie (estratto): “Da Roma ci sono giunte preoccupanti notizie sulla situazione italiana.

Al Comando Supremo italiano l’atmosfera è oscillante, grigia e gravida di elettricità. Le ostilità contro di noi aumentano. Si teme, negli ambiente della Corte vi siano correnti che premono sul Re d’Italia perché prenda in mano la situazione interna italiana e limiti l’autorità del Primo Ministro (Mussolini). Voci darebbero sicuro al nostro servizio informazioni che la Principessa ereditaria, MARIA JOSE’, abbia avuto, tramite una sua amica francese, dei contatti con diplomatici americani ed inglesi in Svizzera per una pace separata. Sarebbe mostruoso!” ….”Il Maresciallo Cavallero, capo del Comando Supremo italiano sarebbe stato silurato “per ordine del Re d’Italia” . “Non mi mandano rinforzi. Ma come potremo vincere questa guerra se perdiamo qui in Africa? ” (9) Questo con buona pace di tutti coloro i quali continuano a blaterare di “inefficienza”, “irresponsabilità”, “impossibilità” dell’Italia fascista di condurre abilmente la guerra contro la Gran Bretagna e i cosiddetti “alleati” …menzogne storiche come quelle, a ‘fiumi’ d’inchiostro, che vennero scritte sul valore e sull’eroismo dei “partigiani”. Menzogne oltremodo avallate anche da una pubblicistica ‘di parte’ – che si definiva erede dell’esperienza fascista (sic!) – che in nome di una “pacificazione nazionale” finirà per consegnare alla Seconda Repubblica – che diciamocelo francamente fa ancor più schifo della Prima – il partito dei venduti e dei rinnegati di Alleanza Nazionale. Bontà loro che si dichiarino ancora oggi “anticomunisti”….ma – che diamine! ci mancherebbe altro! – solidamente e indiscutibilmente “democratici”… Logico ‘attracco’ terminale dell’esperienza missina…

La tesi della “pacificazione nazionale” fu uno dei tre cavalli di battaglia (nazionalismo e anticomunismo gli altri due) principali adottati dal MSI fin dalla sua fondazione (10). Non devono poi stupire le assurde iniziative golpiste che – per quasi un ventennio (dai primi Sessanta fino ai primi Ottanta circa) – attraversarono la galassia “neo-fascista”….Facciamo i colpi di Stato anticomunisti con l’ausilio delle Forze Armate …quelle nate dalla Resistenza e dalla lotta partigiana dei Sogno e dei Pacciardi….

Brividi!

Un pò come pensare di appoggiarsi alla L.E.D. (Lega Ebraica di Difesa) per fondare un movimento anti-ebraico e condurre una battaglia rivoluzionaria…o scorgere nell’attuale sottosegretario agli Esteri, l’ebrea ultra-sionista Fiamma Nirenstein, un valido elemento per una tenace politica anti-sionista! Ma non divaghiamo e ‘proseguiamo’ con le testimonianze ‘scomode’: “Dopo la guerra – prosegue Caporilli (11) – , due ufficiali del Servizio Segreto americano, hanno pubblicato, con il patrocinio morale del loro capo gen. Donovan, la storia della missione condotta da Marcello Girosi portato in volo da New York in sicilia per consegnare al fratello un messaggio custodito nella rilegatura di un libro e che il Presidente Roosevelt aveva approvato e personalmente riveduto e corretto. Messaggio che venne regolarmente consegnato. Ma questo non è che un episodio. Più chiaro e più eloquente è quanto risulta dal testo della motivazione della “Silver Star” conferita a Marcello Girosi (attualmente produttore cinematografico a Roma) “per aver contribuito a staccare il comando della flotta italiana dal Regime Fascista e per aver assicurato alla maria Americana importanti piani che si rivelarono di enorme importanza per la flotta USA”. Oltre al “canale vaticano” – del quale fa menzione lo stesso Caporilli – occorre sottolineare che furono i vertici dei nostri servizi i principali artefici di queste ‘veline’ che passavano indisturbati al di là della Manica prima e dell’Atlantico poi ma che ciò fu possibile – e ampiamento auspicato e sostenuto – grazie alle connivenze di importanti esponenti e della stessa casta militare e della politica non da ultimi coloro i quali aspiravano a diventare i nuovi amministratori del paese e, tra tutti, il maresciallo Badoglio: “Rivelazioni interessanti – scrive ancora il Caporilli (12) -, se ve ne fosse bisogno, sull’opera di Badoglio come sabotatore della Patria in armi, si possono leggere anche in un libricino dell’avv. Guido Cassinelli, “Appunti sul 25 luglio”. E’ una fonte non sospetta giacchè si tratta di un fedele sostenitore di Badoglio al corrente di molti retroscena.

Difatti il Cassinelli avverte di aver avvicinato con frequenza Badoglio nel novembre 1942 rivelando come fin da allora costui avesse tessuto la sua trama al punto che già si discuteva sui nomi di coloro che avrebbero dovuto formare il primo governo antifascista con scioglimento della Camera, epurazione della magistratura e della burocrazia, smantellamento del sindacalismo fascista e nomina di prefetti regionali. La confidenza più interessante di Badoglio e che Cassinelli annota è questa: “Ci sganceremo con o senza l’iniziativa della Monarchia”. Traditore per sadica inclinazione, è chiaro che accarezzava l’idea di assidersi lui al Quirinale, naturalmente sulle rovine della Patria. Eravamo nel novembre 1942. (….) Lo stesso nemico ci ha fornito una preziosa testimonianza in proposito attraverso il libro di Wallace Carrol, un’alta personalità militare, intitolato “Persuade or perish” , nel quale si può leggere: “Primi del gennaio 1943. Sei mesi prima dell’invasione dell’Italia noi ponemmo in opera quello che speravamo sarebbe stato il piano migliore della lotta psicologica per porre l’Italia fuori della guerra. In quel mese vi erano pochi pacifisti fra gli italiani. Il più importante di questi era il Maresciallo Pietro Badoglio, l’ultimo Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano. Badoglio propose di mandare un rappresentante in Cirenaica per discutere con gli alleati un piano coordinato di azione per buttar fuori Mussolini. Allora egli ed altri ufficiali ebbero costituito un governo militare per fare la pace con gli alleati.”. Lo stesso supertraditore Badoglio ammetterà candidamente questo progetto scrivendo in un libro di memorie che: “Io avevo potuto prendere, per mezzo di persone fidate, contatto con personalitò inglesi in Svizzera. Ma nessun affidamento esse avevano potuto dare, ed unico risultato era stato di far sapere al Governo inglese che io cercavo ad ogni modo di accordarmi con lui.” (13) Abbiamo già avuto modo di vedere dalle memorie di Rommel come in Germania ci si facesse ben poche illusioni sulla tenuta dell’alleato italiano.

Erano ‘percezioni’ che investivano i tedeschi ai più alti gradi e delle quali sono riportate numerose testimonianze. Nel volume di Karl Abshagen , “Lo spionaggio nel Terzo Reich” ( scritto anti-nazista di propaganda che intendeva giustificare l’operato dell’ammiraglio Canaris e dei suoi congiurati che miravano ad abbattere il Fuhrer e che prepararono e realizzarono il fallito attentato contro Hitler del 20 luglio 1944 ), si può leggere alcune interessanti note. Tra le altre che i congiurati e traditori d’Italia e Germania “…sapevano di essere soggetti alla vigilanza degli agenti dei rispettivi partiti politici e quindi di dover moderare il tono delle conversazioni ufficiali. Il modo di esprimersi “eclittico” di Canaris veniva ben compreso dai suoi colleghi italiani. Succedeva però talvolta – specialmente quando tutti si trovavano in compagnia ristretta od a quattr’occhi – che gli italiani si esprimessero assai chiaramente parlando di Canaris.

L’ambasciatore von Hassel ha annotato nel suo diario un colloquio da lui avuto col giudice di tribunale von Dohnanyi, uno degli intimi di Canaris, il quale gli aveva affermato che fin dall’autunno 1941 alcuni ufficiali italiani (probabilmente appartenenti al S.I.M.) gli avevano dichiarato che Mussolini sarebbe stato rovesciato per opera dell’esercito nel corso del prossimo inverno. (…) Se ce ne fosse bisogno, la conferma di quanto testè riferito, ce la offre lo stesso Capo del controspionaggio tedesco Schellenberg nel suo libro di “Memorie” narrando delle irrefutabili prove da lui raccolte sul tradimento di Canaris. E’ un’altra “pezza d’appoggio” utile ad illuminare meglio il lettore su questo diabolico doppio e triplo gioco. Scrive Schellenberg: “Nel 1943 su Canaris cadde il sospetto di complicità in una grave azione di sabotaggio compiuta in Italia. Badoglio aveva iniziato i contatti con gli alleati occidentali per cessare le ostilità e il generale Amè, capo del servizio segreto italiano, d’accordo con Canaris tentata in tutti i modi di nascondere ai capi tedeschi il voltafaccia che si preparava in Italia. Tutti i rapporti che arrivavano ai nostri servizi politico e militare parlavano del mutamento imminente, ma i rapporti di Canaris al suo diretto superiore,feldmaresciallo Keitel, continuavano ad essere rassicuranti. (…) Nella parte che riguardava l’Italia , Schellenberg così conclude la sua narrazione: “Nel 1941 e 1942 la mia organizzazione aveva dovuto occuparsi soprattutto di ridurre al silenzio una quantità di spie in Italia. Fino alla capitolazione dell’Afrika-Korps, avvenuta nel maggio 1943, non ci fu una sola petroliera, non una nave o un aereo da trasporto di cui gli Alleati non conoscessero l’esatta posizione. E’ un fatto provato!” (14). Posizione esatta delle nostre unità di marina, dei nostri mezzi di trasporto truppe e vettovagliamento, delle rotte delle navi da guerra, codici decrittati tranquillamente a Londra e poi passati a Washington, documenti consegnati al nemico, aperta violazione delle minime norme di segretezza e palese sabotaggio della condotta bellica furono questi i reali motivi che porteranno alla sconfitta italiana o, per esser chiari – repetita juvant – al tradimento perpetrato dagli antifascisti vertici della marina italiana. I rovesci di Taranto, capo Matapan, l’affondamento dello Scirè e di decine di altri sommergibili (15) così come altre dolorose pagine della guerra sui mari condotta con ardimento ed eroismo dalle nostre unità si devono esclusivamente a questa vera e propria guerra alla guerra fascista ed all’infame voltafaccia di chi – accettando la resa senza condizioni – porterà l’intera nostra flotta ad arrendersi senza colpo sparare e sottomettersi al nemico a Malta (dalle cui carceri – si narra – gli italiani arrestati dagli inglesi che aspettavano la libertà dalle armi tricolori sputeranno tutto il loro odio contro la viltà che fece tradire e l’ignominia che fece cessare di combattere). Una delle pagine più tristi e più ignobili dell’ultimo conflitto mondiale quello delle vicende della marina italiana che, sia ben chiaro, non fu la sola ad essere tradita dai voltagabbana filo-occidentali delle alte sfere militari (16) ‘Questa’ è la genesi dalla quale nacque e si fondò la Repubblica nata dalla resistenza e dal tradimento.

Senza un’approfondita opera di revisione storica sarà assolutamente impossibile qualsivoglia ipotesi di “antagonismo”….ammesso – e non ‘concesso’ – che ci sia oltretutto qualcuno che sia interessato seriamente ad opporsi ad un regime corrotto e corruttore, iniquo e alienante, qual’è quello della democrazia imperante da oltre sessant’anni in questa nostra Italia! E – nel riaffermare che la Patria è Una, indivisibile e eterna (…alla ‘faccia’ di chi sbava di secessionismo e “indipendenze” più o meno infarcite di mitologie celtico-padaneggianti buone solo per qualche decerebrato o per i piccoli interessi della borghesia “lumbard”…) – crediamo non irrilevante rimandare alla maestosità imperiale dell’Urbe….Roma: maestra di vita e di civiltà! Altro che “fratelli d’Italia” (…l’inno di Mameli delle coccarde tricolor- massoniche risorgimentali…il Risorgimento italiano una pagina ancora tutta da scrivere…e sulla quale forse sarebbe opportuno stendere un pietoso velo…) o – …all’imbecillità non c’è mai fine …-, peggio, un improbabile “Va Pensiero…” verdiano….- roba da israeliti e cripto-giudei! – si esalti la grandezza patria, si esalti Roma e la sua inimitabile eccelsa volontà d’imperio!

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

13 MAGGIO 2010

Note -

1 – Vincenzo Vinciguerra – “”Ergastolo per la libertà – Verso la verità sulla strategia della tensione”, Edizioni “Arnaud”, Firenze 1989 – “La strategia del depistaggio”, Edizioni “Il fenicottero”, Bologna 1993; e “Camerati, addio”, Edizioni di Avanguardia, Trapani 2000,

2 – Antonino Trizzino – “Navi e Poltrone” – Ediz. “Longanesi” – Milano

3 – Antonino Trizzino – op. cit.;

4 – si veda all’indirizzo informatico: http://www.nwc.navy. mil/press/Review/2006/summer/art5-su06.htm

5 – Pietro Caporilli – “Trent’anni di vita italiana” Vol. 2 – Ediz. “Michele Nastasi” – Roma 1967;

6 – Antonio Trizzino – op. cit.;

7 – Pietro Caporilli – op. cit. ;

8 – Pietro Caporilli – op. cit. ;

9 – in particolare si veda dello storico inglese David Irving – “The Trail of fox – La pista della volpe” (1977).

10 – In proposito scriverà Maurizio Lattanzio: “Il MSI è il ‘luogo’ parlamentare della destra sistemica che ‘fissa’ gli equilibri ‘meccanici’ del Sistema ‘sulla destra’ della convenzione oligo-amministrativa di controllo e di repressione correlata con la ‘programmazione’ di ‘difesa’ degli interessi plutocratici riconducibili agli apparati strutturali della istituzionalità occulta giudaico-mondialista, nonchè alle ‘sedi’ di ‘mediazione’ organizzativa dell’Alta Finanza ebraica internazionale. Esso è ‘propaggine’ storica che costituisce esito di ‘derivazione’ dell’antifascismo di destra – savoia e vaticano, giudaismo e massoneria, risorgimentalismo e liberalconservatorismo, borghesia finanziaria e imprenditoriale, professionale e commerciale – strutturalmente ‘contiguo’, intellettualmente ‘miscidato’ e soggettivamente ‘insinuato’, sul piano politico-culturale, con e negli organismi ‘potenzialmente’ rivoluzionari del Fascismo tendente all’assorbimento – invece che alla ‘eliminazione’ – di ambiti ‘opinionistici’ e di fattori oligo-sociali ‘inseriti’ nella esperienza ‘totalista’ fascista al fine di ‘erodere’ dall’interno la sua dinamica politica rivoluzionaria mediante ‘collaborazione di sabotaggio’. Il MSI costituirà l’apparato organizzativo di ‘trasferimento’ del consenso elettorale neofascista nell’area anticomunista occidentale che individuerà l”ubicazione atlantica’ dell’Italia, quale ‘effetto’ territorial- coloniale dell”assetto’ imperialistico-condominiale di Yalta: “Il Movimento Sociale Italiano – scrive Vinciguerra – nasce con il fine di imprigionare la massa dei reduci fascisti, spegnendone le velleità rivoluzionarie, in una gabbia dalla quale indirizzarli, elettoralmente e, se e quando necessario, fisicamente e militarmente contro i ‘bolscevichi senza Dio’ di Palmiro Togliatti e del Fronte Popolare. Il magma incandescente che fuoriusciva in mille rivoli dal vulcano fascista, non ancora spento, venne riunito in un’unica colata incanalata verso obiettivi funzionali al rafforzamento e al consolidamento del nuovo regime.” ( crf Maurizio Lattanzio – Ricognizione Scrittoria – Vincenzo Vinciguerra – “Camerati addio” – da “Islam Italia” – Anno 2 Nr. 19 – Luglio 2003 )

11 -Pietro Caporilli – op. cit. ;

12 – Pietro Caporilli – op. cit. ;

13 – Pietro Badoglio – “L’Italia nella seconda guerra mondiale (1940-1945)” – Ediz. “Mondadori” – Milano 1982. Si consultino anche, sempre del supertraditore Badoglio, i volumi: “La via che conduce agli alleati”, Edizioni Erre, 1944 e “Rivelazioni su Fiume”, Ediz. Donatello De Luigi, Roma, 1946;

14 – Pietro Caporilli – op. cit. ;

15 -in proposito sono assolutamente da leggere i libri di Teucle Meneghini – “Cento sommergibili non sono tornati” – Ediz. “Centro Editoriale Nazionale” – Roma 1980 e di Nino Arena “Bandiera di combattimento – Storia della Marina Militare Italiana” sempre edito dal Centro Editoriale Nazionale di Roma e soprattutto di Antonino Trizzino il fondamentale già citato “Navi e poltrone” – Ediz. “Longanesi” – Milano 1953 nel quale sono esaurientemente riportati i principali avvenimenti relativi al sabotaggio condotto dall’ammiragliato italiano contro la guerra fascista. Scriverà in proposito, presentandolo al pubblico, “Controstoria”: “Il libro conobbe un successo straripante, la casa editrice Longanesi ne stampò 20 edizioni, Trizzino si concesse l’enorme soddisfazione di essere assolto in appello dall’accusa di aver vilipeso il ministero della Difesa e di aver diffamato gli ammiragli Leonardi, Pavesi e Brivonesi. E dire che Trizzino non disponeva delle prove prodotte 50 anni dopo da De Risio e Fabiani, aveva soltanto annusato l’aria e capito bene quale vento spirasse. A differenza dell’aeronautica, la marina era stata sempre permeata di sentimenti antigermanici. E di massoni era composto quasi l’intero vertice della nostra flotta. Di conseguenza sussisteva una generale propensione verso la gloriosa marina britannica. Su un simile comune sentimento pesavano poi altri fattori: 67 alti ufficiali erano sposati con donne straniere, quindi facilmente avvicinabili; due importanti ammiragli – Mario Farangola, alla guida dei sommergibili, e Vittorio Tur, titolare d’incarichi molto delicati – avevano mogli inglesi, mentre due capitani di vascello destinati a una folgorante carriera, Brivonesi e Alberto Lais, erano coniugati con un’inglese e un’americana, ma anche Carboni lo era.”

16 A proposito del comportamento dei vertici dell’Aeronautica italiana alcuni anni più tardi, sempre sulla stessa lunghezza d’onda, sarebbe stato Giuseppe D’Avanzo a fornire nel suo “Ali e poltrone” – Ediz. “Ciarrapico” – Roma 1976; uno spaccato del tradimento perpetrato contro la “guerra fascista” nei cieli;


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Lupo
22-05-10, 19:12
”Se una sola ragione il Fascismo ed il Nazismo avessero di combattere così energicamente l’influenza ebraica e di volerla annichilire, tale ragione va desunta dalla formidabile frode degli “immortali principi” altrimenti detti i diritti dell’uomo così fragorosamente affermati dalla Rivoluzione Francese.” ( Paolo Orano – “Inchiesta sulla razza” – 1939 )

http://www.ilculturista.it/cultura/wp-content/uploads/Razzismo-fascista1-300x172.jpg

”Le leggi del codice mosaico che si riferiscono ai rapporti interpersonali costituiscono la prima dichiarazione dei diritti dell’uomo” ( Pol Castel – “De Moìsè à la Declaration des Droits” – in “Le Monde” – 4 Luglio 1979 citato da Guillaume Faye , articolo “Genesi di un’ideologia” in “Diorama Letterario” nr. 127 – Giugno-Luglio 1989 )

Una ricognizione d’analisi relativa ai rapporti esistenti, da un lato, tra il movimento fascista prima – ed il Regime fascista dopo – e l’elemento ebraico era stata già abbozzata in uno dei capitoli del nostro “I’tal’yà – Ebrei e lobbie’s ebraiche in Italia” (ediz. “Effepi” di Genova, 2003).

Occorre sottolineare prima di qualsiasi altra considerazione almeno due fattori che portarono migliaia di ebrei a identificarsi con il Fascismo:

a) da un lato il carattere speficamente “double-face” della ‘morale’ ebraica (si dovrebbe qui parlare più che morale di ‘atteggiamento’ psico-attitudinale in quanto gli ebrei e qualsivoglia ordine a carattere morale fanno già a cazzotti) ovvero quello spirito particolaristico proprio di un substrato razziale risultato nel corso dei secoli il principale vettore di tutte le tendenze disgreganti e sovversive di cui l’”ebraicità” è prodotto e non conseguenza.

b) la peculiarità antinazionale, quindi internazionalista e cosmopolita, dell’ebraismo e del suo humus “culturale”, un retroterra di un ambiente che è – per sua stessa ammissione – diversità e particolarità antitetica a quella delle altre comunità nazionali, razziali o etniche e che favorisce inevitabilmente posizioni disfattiste e sovversive contro qualunque ordinamento non ebraico.

Quando si parla di “ebraicità” crediamo sia necessaria una puntualizzazione: questa caratteristica dello spirito viene a maturare in una visione anti- tradizionale che esercita la sua azione nel dominio della visione del mondo, della mentalità, dell’etica ovvero laddove si manifestano più nitidamente i caratteri psichici e le manifestazioni che, nel caso dell’ebraicità, non sono altro che l’insieme di atteggiamenti contrari e invertiti tipici dell’ebraismo sedimentato, sul piano legislativo, attraverso la fedeltà al Talmud e alla solidarietà di razza.

Nel caso dell’ebraicità , per dirla con un autore di origine ebraica, non si tratta “nè di una nazione, nè di una razza, nè di una confessione religiosa, nè di una data letteratura” (1) bensì di una “tendenza dello spirito, una costituzione psichica la quale rappresenta per ogni uomo una possibilità e che nell’ebraismo storico ha avuto solamente la sua realizzazione più grandiosa” (2)

Questa realizzazione di una razza-virus è proceduta ininterrottamente e progressivamente si è andata delineando nel corso dei secoli attraverso il rigorismo legislativo del Talmud che divenne insieme lo strumento di dominio della casta sacerdotale e il simbolo più rappresentativo della solidarietà tra gli ebrei dispersi della cosiddetta “diaspora”. Occorre ora sottolineare che anche quando parliamo di “diaspora” ebraica serve far chiarezza: neanche durante “l’apogeo” israelita, all’epoca del secondo Tempio, tutti gli ebrei vivevano sotto il Regno d’Israele; ne esistevano già a migliaia a Roma e in altre zone dell’Impero così come nella Media e nella Persia.

Parlare quindi di “diaspora” appare oltremodo deformante la realtà storica che, con riferimento alla Palestina, indicherebbe chiaramente l’assoluta falsità di qualsivoglia rivendicazione più o meno “legittimistica” su territori che se furono ebrei lo furono per un periodo storico estremamente circoscritto e non videro mai l’edificazione di un’entità statale puramente ebraica nè razzialmente nè religiosamente in quanto anche all’epoca di Salomone vivevano, gli ebrei, circondati da popolazioni semitiche praticanti altri culti rispetto al monoteismo mosaico.

Il Talmud comunque fu quello strumento che mantenne unita la marmaglia ebraica accampata nei quattro angoli del pianeta in distinte comunità. “Il Talmud è la raccolta giurisprudenziale costituita dall’esegesi e dal commento rabbinico del Vecchio Testamento: la codificazione dei rabbini diventerà quindi la depositaria dell’identità cultural-razziale dell’ebraismo.” scrive Maurizio Lattanzio (3) e, citando fonti ebraiche, sottolinea come “Secondo l’ebreo Graetz, storico del giudaismo, “il Talmud è stato il simbolo che ha tenuto assieme i Giudei dispersi nei vari paesi, custodendone l’unità del Giudaismo”.

Un altro ebreo, I. Epstein, scrive: “…ed è il Talmud che ha formato le dottrine religiose e morali del giudaismo odierno.” (4). Si può qui affermare quindi che i vincoli unitari che per secoli mantennero solidali gli uni agli altri gli ebrei sparpagliati tra gli altri popoli furono quelli di natura legislativo-confessionale o, per dirla con un altro ebreo – James Damesteter -: “L’ebreo è stato formato, per non dire fabbricato, dai suoi libri e dai suoi riti. Come Adamo è uscito dalle mani di Jehovah, così egli è uscito dalle mani dei suoi rabbini” (5) il che ci riporta al problema fondamentale per cui il “tipo ebraico”, inteso come razza più dell’anima che del corpo, è stato plasmato e modellato da quell’azione formatrice e ordinatrice della sua èlite sacerdotale: “una ‘legge’ quasi in forma di una violenza, ha cercato di tenere uniti degli elementi assai eterogenei e di dar a essi una certa forma, cosa che, fin quando Israele si mantenne sul piano de una civiltà di tipo sacerdotale, sembrò perfino riuscire.” (6)

Con tali premesse è inevitabile che l’elemento ebraico sarà percepito – oltre a percepire sè stesso – nel corso dei secoli e presso tutti i popoli con i quali sarà a contatto come un elemento alieno ed estraneo, per confessione religiosa, per usi e costumi, ma – in special modo – per l’attitudine e la mentalità che imporranno all’ebreo di mantenersi rigidamente distaccato quale corpo separato dalle altre nazioni.

Il giudeo,massone e comunista, Moses Hess, precursore con i suoi scritti del moderno sionismo e intimo di Karl Marx, scriverà in proposito che “Ogni ebreo appartiene alla propria razza e non ha importanza alcuna che egli stesso o i suoi antenati abbiano rinnegato la propria fede religiosa” (7): sempre ebreo rimarrà indipendentemente da quale siano le sue idee esteriori in politica o in economia.

La doppia fedeltà ebraica è tema sul quale siamo tornati sovente; ora occorre sottolineare che quest’atteggiamento mentale ha prodotto da un lato la doppia verità di una razza che non perde occasione per fabbricare e creare ad arte una propria realtà a suo uso e consumo; dall’altro lato la doppia morale – rigidamente conservatrice ad uso interno che diviene progressistico-libertaria nei confronti dei Goyim = non ebrei – che favorirà l’infiltrazione e l’assimilazione ebraica che avverrà come il prodotto di una serie di dinamiche e di fattori storici fra i quali l’estensione dei cosiddetti “diritti civili” e di cittadinanza alle comunità ebraiche (con l’affermazione della rivoluzione massonico-illuminista di Francia nel 1789) e l’avvento della “casta commerciale” della borghesia alla guida delle società europee. Questi eventi produrranno un processo storico dinamico, la rivoluzione sociale, che il giudeo Karl (Mordechai) Marx analizzerà sottolineando che “i cristiani si erano fatti ebrei” imbevendosi di principii materialisti e modificando sostanzialmente la funzione di classe che era fino a quel momento destinata agli ebrei.

Ci sembra evidente che fosse necessario partire da queste premesse prima dell’affrontamento diretto dei rapporti che si sarebbero venuti instaurando tra gli ebrei e il Fascismo italiano. Come logica vuole anche nei confronti del nuovo movimento rivoluzionario creato dalla sintesi mussoliniana di un socialismo nazionale e della trincerocrazia fuoriuscita dall’esperienza bellica del 15-18; gli Ebrei assunsero un’atteggiamento di apertura e parteciparono in massa fin dalle origini alal costruzione dello Stato fascista assurgendo a ruoli di primissimo piano che – unitamente ai massoni infiltratisi all’interno delle strutture di potere del Regime – ne faranno delle quinte colonne in seno al Fascismo.

Lo storico Renzo De Felice nei suoi studi ha aperto un interessantissimo fronte di indagine in merito alle relazioni ebraico-fasciste mettendo in luce gli aspetti più caratteristici di questa simbiosi che vedrà frotte di ebrei accorrere sotto le bandiere del fascismo trionfante: “Abbiamo già visto come Mussolini – scriverà (8) – avesse sin dal 1919 vari ebrei nel suo entourage immediato: l’adesione e l’appoggio degli ebrei al fascismo andò però ben oltre questi casi. Alcuni ebrei ebbero, a quanto è dato sapere in una materia così delicata, parte notevole nel finanziamento dei primi gruppi fascisti. Nelle prime – tutt’ora ben poco chiare – vicende economiche de “Il Popolo d’Italia” parte notevole ebbe il commendator Elio Jona e , stando a molte voci e, come avremo occasione di vedere a suo luogo, alle esplicite accuse formulate dagli ebrei antifascisti di Tunisi in occasione dei provvedimenti razziali, tra i maggiori finanziatori del fascismo sarebbe stato addirittura il tanto bistrattato Giuseppe Toeplitz.

E così come al centro anche in periferia, in particolare nelle zone dove più massiccia era la presenza dei ‘rossi’ , a Livorno, ad Ancona, in Romagna. Nel ferrarese non vi è dubbio che molti ebrei sostennero attivamente il fascismo e le squadre di Italo Balbo; alcuni latifondisti ebrei ebbero in questo senso un ruolo tutt’altro che trascurabile. Del resto alcune cifre sono nella loro aridità già di per se stesse significative; tra i partecipanti alla fondazione dei fasci di combattimento a Milano, il 23 marzo 1919, i famosi sansepolcristi, furono certamente almeno cinque ebrei (uno dei quali, anzi, Cesare Goldmann, fu quello che procurò la sala); così pure tre ebrei (Duilio Sinigaglia, Gino Bolaffi, Bruno Mondolfo) figurano nel martirologio ufficiale della ‘rivoluzione fascista’ (…) alla marcia su Roma parteciparono (o almeno ricevettero il brevette che ne attestava la loro partecipazione) duecentotrenta ebrei (…) a questa stessa data ne erano iscritti al PNF o al partito nazionalista (e confluiti con questo in quello fascista nel marzo 1923) circa settecentocinquanta.”. E se è vero che ebrei militavano attivamente nelle file dell’antifascismo e, dopo il 1924-25, a frotte in quelle del fuoriuscitismo antifascista in Europa e che un notevole contributo daranno alla resistenza contro il governo di Mussolini fino ai giorni della “liberazione” è altrettanto vero che saranno in massa pronti ad iscriversi o sostenere il Fascismo nella sua scalata al potere. Negli anni Venti il nascente movimento nazionalsocialista tedesco dubitava fortemente delle intenzioni e della reale natura del fascismo tanto che non furono pochi gli attacchi, all’epoca, sulla stampa di partito contro quello che veniva definito, tout court, “il fascismo ebraico”. In realtà più che di vero e proprio “fascismo ebraico” si dovrebbe parlare di opportunismo ebraico che favorirà una sapiente operazione di infiltrazione nei gangli vitali del Partito e del Regime fascisti (nell’amministrazione dello Stato gli ebrei già pullulavano da decenni, praticamente indisturbati, fin dall’epoca dell’unificazione nazionale).

Furbi come volpi e opportunisti come pochi gli ebrei mantennero fede alla loro ‘pratica’ doppiogiochista tenendo saldamente i piedi in due staffe e, come si vedrà, non certo per “amor di patria” o convincimento ideologico. “Il giornalista comunista Davide Lajolo, ha recentemente sentenziato in un suo retorico articolo che la resistenza, in Italia, c’è sempre stata durante tutto il Fascismo. Ciò è vero, ma non fu organizzata dai comunisti che, come Lajolo stesso, sfoggiavano la camicia nera e facevano legnare i “sovversivi”.

Furono ebrei e massoni, che infiltratisi coll’ingenuo beneplacito di Mussolini nelle più alte sfere del Partito, ne tramavano la rovina o peggio l’utilizzazione a propri fini. Parodiando il valore di Mussolini e l’imbecillità apparente dei suoi gerarchi, qualcuno in quel tempo definì il Fascismo come fegato e cervello con contorno di rape. Oggi diremmo fegato e cervello con contorno di compasso e squadra (simbolo massonico)” (9) Massoneria e Ebraismo saranno due nemici inconciliabili per il Fascismo ma, mentre contro il primo furono presi provvedimenti quasi immediatamente dopo la presa totalitaria del Fascismo nel 1926 – con la chiusura delle logge massoniche -; nei confronti dell’altro polo di destabilizzazione e sovversione, l’ebraismo, non venne condotta alcuna azione di rilievo fino al 1938 e – quando ciò avvenne con il varo della cosiddetta legislazione razziale – con risultati assolutamente inefficaci frutto di miopia politica, opportunismo e conformismo tipicamente nazionali.

Avremo senz’altro modo di ritornare adeguatamente sulla scelleratezza di quei provvedimenti (scellerati per i modi e i mezzi usati per il loro varo e per i risultati, catastrofici, che queste misure frenanti l’invadenza ebraica, ottennero…gli ebrei mantennero saldamente le loro posizioni, almeno quelli che ovviamente contavano qualcosa) al momento crediamo più che sufficiente e rilevante quanto ebbe già occasione di scrivere, all’epoca, Giovanni Preziosi (“forse l’unico vero e coerente antisemita italiano del XX secolo e certo uno dei pochissimi antisemiti italiani che non ripeteva pappagallescamente le parole e gli slogan altrui, ma che indubbiamente, per oltre trent’anni “studiò” l’ebraismo italiano…” come giustamente scriverà (10) lo stesso Renzo De Felice) il quale, in occasione dei “provvedimenti razziali” invierà una nota polemica – dalle colonne de “La Vita Italiana” – a Telesio Interlandi per porre la non certo relativa questione ‘numerica’ dell’influenza ebraica in Italia: “La tua nota sul “Censimento degli ebrei” mi induce a fare alcune osservazioni che io credo fondamentali per il censimento di tutti gli ebrei in Italia. – scriverà (11) – Perchè quello del 22 agosto non può essere considerato il censimento ma una prima tappa del vero censimento, che deve essere preceduto dalla ricerca di tutti i cognomi usati da ebrei in Italia, al presente e in passato. Per questa ricerca non sono sufficienti nè gli elenchi delle Comunità Israelitiche, nè l’elenco dei cognomi degli ebrei in Italia di Schaerf. Non i primi perchè contengono solamente i cognomi degli ebrei partecipanti alle Comunità, e perciò degli ebrei che “vogliono” essere considerati tali; non il secondo perchè contiene solamente 1650 cognomi rispondenti a 9800 famiglie; quelli cioè registrati presso l’Ufficio Statistico del Keren Hajeshod d’Italia (fondo di ricostruzione palestinese). Anche qui siamo di fronte a cognomi di coloro che “vogliono” essere considerati ebrei. Il numero maggiore dei cognomi non è perciò in questi elenchi. Devo a questo proposito fare una dichiarazione che è anche un avvertimento. Nell’elenco di Schaerf vi sono moltissimi cognomi che sono comuni ad ebrei ed a non ebrei, perchè, come avverte Schaerf stesso, sono stati elencati anche cognomi cattolici, dovuti a matrimonio misto con una ragazza ebrea.

Quando, nell’aprile del 1930, scovai questo elenco e lo pubblicai ne “La Vita Italiana”, tenni a fare osservare ciò, appunto per evitare facili confusioni. Questa dichiarazione era necessaria. Dunque le due maggiori fonti del censimento, del 22 agosto – che poi si riducono ad una sola, perchè sono le stesse comunità che danno i numeri all’Ufficio statistico del Keren Hajeshod – sono insufficienti per la ricerca di tutti i cognomi usati dagli ebrei in Italia. Come completarla? Posso subito dire che il maggiore lavoro è già fatto, in quanto v’è chi al problema si è dedicato non da oggi ed ha raccolto poco meno che 12mila cognomi, e cioè sette volte quelli contenuti nell’elenco di Schaerf.

Le fonti dalle quali sono stati tratti questi cognomi sono delle più sicure.

Su 71 ne cito alcune:

“Educatore Israelita; poi: “Vessillo Israelitico”, 1853 e segg – “Corriere Israelitico”, 1862 e segg – “Mosè: Antologia Israelitica” , 1879 e segg – “Rassegna mensile Israel” , Livorno 1925 e segg – “La settimana Israelitica”, Firenze 1910-15 – Balletti: “Gli Ebrei e gli Estensi” – Reggio Emilia 1930 – Pesaro: “Memorie comunità israelitiche” 1878 – “Rivista Israelitica”, Parma 1845-47 – Blustein: “Storia degli ebrei in Roma” – Cammeo – “Comunitone israelitica di Napoli”, 1890 – Castiglioni: “Istituto scol. comunità israel.”, Trieste 1886 – Ciscato: “Gli Ebrei in Padova”, 1901 – Colleggio Rabbinico Italiano: “Relazione 1899-1900″, Firenze – “Censimento Comunità israelitiche – Privilegi degli ebrei di Livorno”, (Manoscr. circa 1750) – Vivoli: “Annali di Livorno” 1842-46 – “Lunario Israelitico” – ecc ecc.

Ma vi sono anche altre fonti ancora da consultare per completare il lavoro e che porteranno alla conoscenza di altri cognomi.

Le ricerche dovrebbero esterndersi:

a) alle Amministrazioni delle città che hanno cimiteri israelitici, per avere i cognomi degli ebrei defunti negli ultimi 50 anni;

b) agli archivi delle principali regioni abitate da ebrei, per cercare i nomi degli ebrei sottoposti a vincoli (dal 1700 al 1850);

c) ai bollettini delle Prefetture per quanto riguarda i cambiamenti autorizzati dei cognomi;

d) non è da dimenticare lo spoglio degli annunzi mortuari, specialmente nel “Corriere della Sera” degli ultimi 50 anni. Da questi annunci verranno fuori le parentele;

e) soprattutto è necessario scovare gli ebrei di razza, fattisi cattolici di religione (i Marrani), i quali si sono sempre sposati tra loro.

Perciò cattolici di religione, ma di razza pura ebraica.” Domanda: chi ha mai pensato, dopo Preziosi, a riprendere le ricerche con questi criteri statistici di selezione? Nessuno ovviamente! E …nessuno ci ‘pensa’…anche perchè, sia detto en passant, ebrei, cripto-ebrei, ebraicizzanti, marraneggianti di ogni ‘risma’ e colore, falsi conversi di tutte le latitudini abbondano e prosperano bellamente in quest’Italia post-bellica democratica e antifascista (quanti sono gli ebrei al di là della favoletta raccontata dall’UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche in Italia – sui 35mila ‘osservanti’? …e i non osservanti? e tutti quelli ebrei, e sono un mucchio, non praticanti e non appartenenti all’UCEI dove li mettiamo? ….secondo calcoli più o meno approssimativi gli ebrei oggi in Italia non dovrebbero esser meno di centomila *…senza ovviamente contare tutti i ‘cripto’ e chi – “arianizzato”, all’epoca delle leggi “razziali” del Fascismo, o ‘asceso’ all’aspersorio cristiano sempre nello stesso periodo – ha continuato occultamente a spargere sangue e seme ‘kosher’ quà e là….).

L’ibrido connubio ebraico-fascista sarebbe comunque andato avanti tranquillamente per oltre tre lustri indisturbato prima che si pensasse ad allineare l’Italia alle politiche della razza che maturavano in Germania ed altri paesi dell’Europa centrale: responsabilità fasciste e tattiche ebraiche come evidenziò all’epoca e, nella pressochè totale solitudine, denunciava Giovanni Preziosi mettendo, dalle colonne della sua rivista “La Vita Italiana”, in guardia il Fascismo e Mussolini stesso dal liberarsi da quello che, giustamente, riteneva un “abbraccio mortale” con il suo peggior nemico.

“L’attività giudeo-massonica cominciò fin dalla Marcia su Roma. E’ noto infatti che Mussolini la sera del 25 ottobre 1922 si incontrò a Roma col capo della Massoneria di Piazza del Gesù, Raul Palermi, che gli promise l’appoggio dei Massoni da lui dipendenti fra i quali i già infiltrati Grandi, Balbo, Bottai, Acerbo, Farinacci (che poi lasciò la setta e fu vicino a Evola), Finzi, Costanzo Ciano, De Bono, Rossoni, il Generale Cittadini, aiutante di campo del Re, il Generale Fara, il Grande Ammiraglio Paolo Thaon De Revel. (…) Quando poi Mussolini si rese conto dei veri fini della setta la fece mettere al bando con una legge che entrò in vigore parecchio tempo dopo essere stata annunciata, permettendo ai massoni di chiudere in pace le logge e di “ritirarsi” nel Partito, nei Ministeri e negli Enti locali.

Per gli ebrei la sorte fu ancora più rosea. Ci furono ebrei anche alla Marcia su Roma e alla Campagna d’Etiopia. Andarono a Fiume con D’Annunzio come il futuro membro del Gran Consiglio Aldo Finzi che abbiamo visto tra i “fratelli tre puntini” o seguirono Mussolini nell’alcova come la scrittrice Margherita Sarfatti (peraltro prima biografa ufficiale del Duce ndr); o fino alla avventura dell’ultima guerra come lo squadrista Ettore Ovazza; saranno Ministri come Guido Jung (“un Ebreo è quello che ci vuole alle Finanze” disse Mussolini nel 1922) e come Carlo Schanzer; oppure portavoci all’Estero al tempo delle sanzioni come il poeta Angiolo Orvieto e il sionista Dante Lattes. Porteranno in cinquemila su quarantamila la ‘cimice’ del PNF all’occhiello e contribuiranno alla raccolta dell’oro alla Patria; si pavoneggeranno come “sansepolcristi” come Eucardio Momigliano. Saranno infine esportatori di lavoro italiano come Almagià, finanziatori come l’industriale Federico Jarach e Oscar Senigallia e rettori d’Università come Giorgio Del Vecchio; generali ed ammiragli come Ettore e Aldo Ascoli, Angelo Modena, Guido Liuzzi, Paolo Moroni, Renato Senigallia, Walter Hirsch, Guido Segre (cognome risorgimentale) e Umberto Pugliese.” (12)

Mussolini inoltre favorirà – almeno fino al 1936 – contatti con gli ambienti sionistici internazionali, incontrerà Chaim Weizzmann ed avrà ampi scambi cordialissimi con i suoi emissari italiani che agiva in nome e per conto del Sionismo come movimento che l’Italia fascista favorirà più per motivi di ordine geopolitico e strategico in funzione anti-britannica nel Mediterraneo che per reale convincimento: venne anche creata la sezione di cadetti sionisti presso la Scuola Marittima di Civitavecchia intorno ai primi anni Trenta. E’ dalla nostra università del mare che sarebbero stati formati i futuri quadri dirigenti della marina israeliana in vista dell’occupazione territoriale della Palestina: la nave-scuola sionista “Sara” solcherà per qualche tempo i mari d’Italia ed il Mediterraneo…. “Alla conquista del potere da parte del fascismo seguì la nomina di Aldo Finzi a sottosegretario agli Interni e di Dante Almansi a vicecapo della polizia; seguì il sostegno dell’Italia fascista al sionismo con vari incontri fra Mussolini, “astro del sionismo” (13), e i maggiori esponenti sionisti… (…) Vi fu poi la nuova legge sull’ordinamento delle Comunità ebraiche, a proposito della quale il governo fascista “accettò pressochè in toto il punto di vista ebraico” (14); vi fu la nomina di Guido Jung a ministro delle Finanze; vi fu l’asilo offerto agli ebrei provenienti dalla Germania e dall’Est europeo; vi furono le campagne di stampa contro le misure profilattiche adottate dal regime nazionalsocialista e l’azione del Duce in favore dell’esodo degli ebrei della Sarre “con tutti i loro beni”; vi fu, infine, la creazione di una scuola marittima a Civitavecchia, destinata ad addestrare militarmente i sionisti di Jabotinsky nel quadro dell’appoggio dato all’invasione ebraica della Palestina.” (15) E infine arriveranno le “leggi razziali” dell’autunno 1938….quelle che – secondo una storiografia deficiente e asservita a tutte le menzogne partorite dalla feconda propaganda sionista – avrebbero provocato così tanti “lutti e rovine” all’ebraismo italiano e sancito l’abbraccio “mortale”, così come ‘racconta’ la vulgata popolar-resistenzial-antifascista post-bellica, con Hitler e la Germania nazionalsocialista. Ancora oggi sono in ‘tanti’ (…diremmo i più…), soprattutto tra i “fascisti”, che ritengono che il fascismo sarebbe sopravvissuto alla 2.a Guerra Mondiale e magari avrebbe potuto mantenersi saldamente in sella e al potere se non avesse ‘optato’ per l’alleanza con la Germania hitleriana sottoscrivendo l’Asse Roma-Berlino e avallando l’ordine nuovo europeo che andava realizzandosi in tutto il continente sotto le insegne nazionalsocialiste….

’Favoletta’ sionista che ha imbevuto per sessant’anni i libri e la cultura cosiddetta ‘anticonformista’ incapace di scorgere nell’azione erosiva della Massoneria e dell’Ebraismo due dei principali gangli di tendenze anti-tradizionali e i due fondamentali centri di irradiazione di anti-fascismo militante…. No…il fascismo non sarebbe sopravvissuto alla Guerra …non almeno nella forma e nella sostanza di un Regime autenticamente fascista ovvero rivoluzionario, socialista e nazionale…Non con le sue caratteristiche di sintesi e superamento del materialismo marxista da un lato e di quello liberalcapitalista dall’altro lato… Non glielo avrebbe permesso la Frammassoneria. Non glielo avrebbero mai permesso gli ebrei e l’ebraismo internazionale… Il destino del Duce era già ‘segnato’ fin dall’espulsione dei massoni dalla vita politica nazionale: con il tentativo di eliminazione dell’elemento ebraico, tentativo fallito per l’incapacità di guardare avanti con lungimiranza e andare a fondo con determinazione – come sottolineò (16) sovente Giovanni Preziosi fin dal ’38 – nell’affrontamento radicale del problema plurisecolare rappresentato dalle quinte colonne ebraiche e da quelle della Frammassoneria che sediziosamente opererà indisturbata per tutto il Ventennio fascista. E ebrei e massoni, di lì a poco, avrebbero scagliato le loro ultime ‘frecce’ contro il fascismo e il suo Duce della cui esecuzione si incaricheranno emissari del “potere segreto”.

Scrisse Paolo Sella di Monteluce: “Chi fu il vero giustiziere del Duce? In quei giorni lontani, Italo Pietra che era stato allievo di mio padre a Genova, mi presentò un misterioso personaggio: “Guardalo bene” mi disse il giorno prima di farmelo conoscere, “poi ti diro chi è”. L’uomo, un essere piccolo, bruno e silenzioso, ripiegato su di sè come su un segreto terrore, non parlava. Quel “Comandante Guido” restò impresso nella mia memoria per la curiosità che me lo fece guardare bene lungo tutta un’ora. Il giorno dopo Pietra mi disse: “Era l’uomo che ha giustiziato Mussolini”. Non lo rividi più e non ne ho più sentito parlare. E non ci pensai finchè non venne il lancio giornalistico del Colonnello Valerio. Non era il comandante Guido! Cosa celava questa colossale manovra di mascheramento? E se il giustiziere era stato ignorato fino a quel momento, perchè ora lo si personificava in un altro? E vorrei fare la stessa domanda a Eddie Consolo (ebreo) che durante la guerra ha introdotto in Italia dalla Svizzera oltre cinquanta miliardi di lire per finanziare il movimento partigiano in Italia.” (17) La Resistenza antifascista, sulla quale avremo modo di stendere un’altra e più dettagliata analisi, fu quella che ottenne cospicui finanziamenti dall’industriale ebreo Falk e dagli altri ambienti di quei settori dell’antifascismo fra i quali si situa il vertice della Banca Commerciale e quei settori laici che si opponevano dall’interno al Regime; ebrei pullulanti di giudei e massoni: Guido Carli (Carlì) già presidente nel dopoguerra della Banca d’Italia o il Cefis….”Cefis in ebraico significa “pietra”. Pietra in ebraico si pronuncia Cefis. La speculare relatà, rappresentata nei giorni della liberazione da questi due fratelli nella diversità del nome, inquadra un macabro evento: la morte di Mussolini.” (18) Sul rapporto ebrei-fascismo occorre infine rilevare quanto scritto da Preziosi nell’immediato periodo successivo proprio al varo delle cosiddette “leggi razziali” in un articolo fondamentale che ripercorreva quasi vent’anni di attività del futuro Ispettore dell’Ufficio Demografia e Razza della RSI.

Scriveva Preziosi: “Gli ebrei italiani sono stati dal 1919 in poi messi costantemente sull’avviso. Occorre un volume per riportare tutte le invocazioni in proposito. Limitiamoci a quella del 15 agosto 1920, contenuta in un articolo riprodotto in tutte le edizioni del libro più odiato dagli ebrei “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion”. Fin da allora (1920) invitammo formalmente gli ebrei italiani a “scindere la propria responsabilità dalla internazionale ebraica e dal sionismo”, e scrivevamo: “Signori della Federazione Sionista Italiana noi rendiamo omaggio al patriottismo di molti ebrei in Italia. Tanti di costoro hanno benemerenze che non si distruggono: essi hanno occupato nella nostra storia pagine gloriose; e perciò noi teniamo a veder divisi questi ebrei patrioti da coloro che dissolvono il nostro e l’altrui paese” (La Vita Italiana, agosto 1920 – “L’Internazionale Ebraica”). E ancora: “In nessun paese gli ebrei si trovano a loro agio quanto in Italia. Agli ebrei non negheremo mai il diritto di libertà politica fino a quando non diventeranno strumento di dissoluzione italiana” (settembre 1920). Era l’epoca in cui l’ebraismo mondiale delineava la propria azione. Non l’avessimo scritto. Aprite le collezione de “La Vita Italiana”, consultate i fogli ebraici, soprattutto “Israel”, sfogliate le circolari del rabbino Dante Lattes. Insulti, boicottaggio della rivista, diffamazione contro il direttore da una parte; dall’altra, affermazione del dovere per ogni ebreo di essere sionista, negazione dell’esistenza di una internazionale ebraica, inconfondibilità e superiorità della razza, destino del popolo eletto che deve salvaguardarsi dal pericolo dell’assimilazione.

Si delineò dal marzo 1934 l’atteggiamento decisamente antifascista dell’ebraismo mondiale, e noi rivolgemmo un appello agli ebrei italiani sotto il titolo: “La risposta ora tocca agli ebrei”. Ai quali domandavamo accoratamente di scindere la loro responsabilità da quella dell’ebraismo mondiale e scrivevamo: “No. Voglio ricordare il patriottismo di molti ebrei in Italia…Del triste fatto di cronaca odierno io non mi servirò per giuoco polemico o come conferma di quanto da venti anni vado documentando; ma ne userò per riprospettare brevissimamente i termini della questione ebraica dal punto di vista italiano di difesa nazionale…Non v’è nessun paese , io penso, nel quale una chiarificazione del problema ebraico si impone oggi più che mai che in Italia. La risposta tocca ora agli ebrei.”. Apriti cielo. La risposta fu tutta una nuova valanga di insolenze che ebbero la manifestazione più caratteristica in “Nostra Bandiera” organo degli “italiani di religione ebraica”., che si volevano distinguere dagli ebrei sionisti. (…) Continuarono così gli ebrei nella loro logica e nel loro razzismo millenario , accentuandolo ogni giorno di più e, nel giugno 1937 gli ebrei italiani lanciarono questo guanto di sfida: “Malgrado le incertezze interne, malgrado le ostilità interne, con la sua “legge” e per la “sua legge” Israele continuerà la “sua storia”.”. Rispose a questa affermazione “Il Popolo d’Italia” del 19 giugno 1937 con un corsivo che tutti attribuirono a Mussolini e che chiudeva così: “Quello d’Israele è un riuscitissimo esempio di razzismo che dura da millenni, ed è un fenomeno che suscita ammirazione profonda. Gli ebrei, però, non hanno diritto alcuno di lagnarsi quando gli altri popoli fanno del razzismo.” Tutto in una volta? Senza preavviso? Nessuno poteva prevedere?” (19) Tutt’altro…. E un quarto di secolo di pagine de “La Vita Italiana”, per chi fosse interessato a ‘resuscitarle’, stanno lì, dinnanzi a noi a testimonianza! Gli ebrei e la ‘favoletta’ del “sostegno ebraico” al Fascismo…. Gli ebrei sostenevano il Fascismo…si…come l’albero sostiene un impiccato! Questo a ‘buon intenditor’….

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

15. MAGGIO 2010

Note -

1 – Otto Weininger – “Sesso e carattere” – Roma 1956;

2 – Otto Weininger – ibidem;

3 – Maurizio Lattanzio – “Il Mondialismo” articolo pubblicato sul mensile “Orion” – Nr. 15 del dicembre 1985 (ripubblicato dal mensile “Avanguardia” negli anni Novanta);

4 – Maurizio Lattanzio – ibidem;

5 – James Damesteter cit in Julius Evola – “Il mito del sangue” – Milano 1941 pp 219;

6 – Julius Evola – “Sintesi di dottrina della Razza” – Milano 1941 pp. 173;

7 – Moses Hess – “Roma e Gerusalemme”; sulla figura di Hess si consulti anche la biografia di Shlomo Avineri, “Moses Hess: Prophet of Communism and Zionism” ;

8 – Renzo De Felice – “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo” – Ediz. “Einaudi” – Torino 1961;

9 – Carlo Alberto Roncioni – “Il potere occulto” – Ediz. “Sentinella d’Italia” – Monfalcone (Go) 1974;

10 – Renzo De Felice – op. cit.; (*) – A titolo d’esempio l’UCEI riporta la cifra di …750 (sic! dicasi settecentocinquanta!) ebrei per la Sionne italiana, Livorno. Ora, ad essere buoni, gli ebrei a Livorno – che nella metà dell’Ottocento erano quasi cinquemila – saranno 750 in un solo quartiere! E non parliamo della cifra assolutamente risibile e falsa dei 15mila ebrei romani. Comunque ricordiamo di aver letto, in un articolo comparso su “Il Resto del Carlino” edizione di Bologna nel periodo precedente alle elezioni legislative del 1994 (quelle per le quali le kehillah d’Italia insorsero contro la data stabilita per il voto in quanto si ritennero “discriminati” perchè coincidente con la loro pasqua ebraica che proibiva loro di recarsi alle urne – verranno prontamente accontentati con l’estensione al lunedì del voto grazie all’immediato intervento dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e di tutta la classe politica), che una giornalista (ebrea tra l’altro…questi se le cantano e se le suonano da sè) riportava le lamentele e – apriti cielo! – i pianti isterici e la “rabbia” di quelle che definiva le 400 famiglie ebree bolognesi… Ora considerando che l’UCEI per Bologna da una cifra di circa 500 ebrei….è facile capire che siamo davanti ad un falso considerando che dimostra: a) come minimo – se si parla di 400 “famiglie” – gli ebrei di Bologna dovrebbero essere perlomeno un migliaio abbondante; b) che, considerando l’alta natalità notoria tra le famiglie ebree, è possibile far ascendere questa cifra a oltre 2mila unità nel solo capoluogo emiliano; c) che i dati relativi agli ebrei in Italia non sono reali oltre a non considerare tutti gli ebrei residenti in svariate città e anche in cittadine di provincia che non figurano assolutamente fra i “35.000″ “ufficialmente” riconosciuti dall’UCEI.

11 – Giovanni Preziosi – “Quanti sono gli ebrei in Italia” da “La Vita Italiana” del 15 Novembre 1938;

12 – Carlo Alberto Roncioni – ibidem;

13 – l’espressione qui evidenziata è dell’americano M.A. Leeden nel suo “L’Internazionale fascista” – Ediz. “Laterza” – Bari 1973;

14 – crf Renzo De Felice – op. cit.;

15 – crf Claudio Mutti – “Ebraicità ed Ebraismo” – prefaz. ai “Protocolli dei Savi Anziani di Sion” – ;

16 – si vedano di Giovanni Preziosi – “Come il giudaismo ha preparato la guerra” – Ediz. “Tumminelli” – Roma 1939; “Giudaismo, Bolscevismo, Massoneria, Ebraismo” – 1942 e le prefazioni a “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion” (edizioni 1938 e 1944 rispettivamente ediz. de “La Vita Italiana” e “Mondadori”);

17 – Paolo Sella di Monteluce – “La Rivolta del Popolo” (crf Carlo Alberto Roncioni op. cit.);

18 – Carlo Alberto Roncioni – op. cit. ;

19 – Giovanni Preziosi – “Gli ebrei italiani furono avvertiti (dedicato ai “piagnoni”) – da “La Vita Italiana” – (crf G. Preziosi – “Come il giudaismo ha preparato la guerra” op. cit.);


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Lupo
22-05-10, 19:18
«Pochi problemi sono difficili da risolvere, come quello del governo interno del popolo ebreo. Non vi è mistero più tenacemente tenuto segreto… Il governo del popolo ebraico è una vera società segreta. E come in tutte le società segrete vi sono iniziati che… non giungono mai ai primi ranghi… Così nel Giudaismo vi sono dei circoncisi in totale buona fede che ignorano la costituzione ed anche l’esistenza stessa del Kahal, vale a dire dell’autorità che governa nell’ombra il popolo ebreo» ( Gustavo Martinez Zuviria, Direttore della Biblioteca Nazionale dell’ Argentina, nonché Ministro della Giustizia e della Pubblica Istruzione – citato in H. Wast – “El Kahal” – Editorial “Aldecoa” , Burgos, 1954.)

http://www.cristiandadfm.com/WEB2008/programacion/kahal.JPG

“L’ebraismo è sicuramente la prima grande rivoluzione della storia occidentale, la cui vicenda inizia proprio con Abrahamo, il grande patriarca ineguagliato rivoluzionario che frantuma gli idoli di ogni specie, rompe lo scettro di ogni possibile tiranno, e prosegue con Mosè, che spezza le catene della schiavitù per inaugurare una nuova visione della vita basata sulla libertà.” (Moni Ovadia)

”Il “Judische Volksblatt” – giornale ebraico tedesco – stampava nel luglio 1899: “Noi dobbiamo favorire la democrazia sociale ovunque e in tutti i modi, ma dobbiamo nel medesimo tempo operare con prudenza perchè la massa operaia non si deve accorgere che la democrazia sociale è soltanto una tenda dietro la quale si nasconde Israele.” (1) La realtà oggettiva relativa alla prassi di sfruttamento, accampamento e occupazione oligarchico-mafiosa da parte dell’Internazionale Ebraica all’interno delle amministrazioni degli Stati dell’Europa e, più vastamente, del mondo occidentale continua ad essere disconosciuta alla stragrande maggioranza della cosiddetta “opinione pubblica” la quale – rincoglionita da sessant’anni di menzogne propagandistiche ebraiche e dalla prassi di stordimento delle coscienze e occultamento della verità – non risulta suscettibile di alcuna particolare ‘reazione’ neanche di fronte alla più grande fandonia creata dalla sconfinata immaginazione dei detentori del potere reale: la truffa olocaustica! Inutilmente quindi risulterebbe pensabile che le masse contemporanee – obnubilate da decenni di giudaizzazione strisciante e dormienti oramai il sonno di chi, per noia o assuefazione, alienazione o pacioso vivere, ha delegato ai mass media sistemici di ‘raccontare’ la realtà – trovassero un barlume di coscienza di sè e raccogliendo le ultime forze denunciassero ciò che, palesemente, è chiaro come la luce del sole dalla fine della 2.a Guerra Mondiale: l’asservimento alle direttive e l’uniformità di opinioni favorevoli alla causa ebraica e la totale kippizzazione della vita politica, culturale, sociale ed economica delle società “goyim” ( = non ebraiche ). E se ciò è tanto più vero da quando tutti i principali organi d’informazione sono passati nelle mani di ebrei andando a suonare, ogni qualvolta possibile, la grancassa delle ‘lamentazioni’ e sostenere il piagnucolio isterico che si innalza da ogni Sinagoga allora occorre riflettere ancor più sulla situazione di assoluto servilismo che la politica ha rivolto ossequiosa nei confronti di qualsivoglia “affare ebreo”. In qualunque occasione siano presenti elementi ebrei o polemiche relative a interessi giudaici ecco che, come per ‘magia’, all’unisono tutti i principali organi d’informazione, le televisioni e gli altri canali per veicolare opinioni e idee diffondono un’unica, identica, verità: quella che fa ovviamente comodo agli ebrei e a “Israele”! Da dove può essere esercitata una così totale autorità condizionante? Quali enormi pressioni devono arrivare sugli esecutivi del Vecchio Continente (… l’America si sa è un feudo ebraico…e non da oggi…) e quante indicazioni direttive sono abilmente fatte passare nei parlamenti quando si tratta di “ebrei-ebraismo” e dintorni?

A quali ‘regie’ più o meno occulte si devono l’elaborazione, l’estensione e infine l’applicazione di misure legislative restrittive nei confronti di chiunque osi mettere in discussione – non diciamo l’operato dei massacratori del cosiddetto “governo” di occupazione sionista…i criminali di Tel Aviv….che questo è già passabile di pubbliche gogne e ghigliottinamenti massmediali pressochè unanimi – la semplice verità fattuale che vede operativo, operante e onnicompresivo, un potere extra-politico ed extra-economico raccolto sapientemente nelle diverse “kehillah” (comunità ebraiche) disparse per ogni dove? Al malcapitato di turno che osasse rimproverare un qualsiasi esponente della comunità ebraica, ovunque si trovi, toccherebbe l’immediata scomunica nonchè l’eventuale piagnucolante ed assieme arrogante pretesa di “mea culpa” collettivi dei quali francamente saremmo oltremodo stanchi… Non vi sembra eccessivo? Qualora qualcuno per una qualche ragione dovesse criticare – già la sola critica è di per sè inammissibile per coloro i quali si considerano, sbraitano e si affannano a scarabocchiare di essere nientepopò di meno che “il popolo eletto” – l’ultimo prodotto artistico dell’infinita produzione hooliwodiano-giudaica…o quanto stonato sia il cantante ebreo di turno, quanto brutto il grugno dell’attorucolo hooliwodiano circonciso sfornato dall’industria ebraica del cinema o quanto demenziale l’ultima ‘trovata’ jewish nella moda o in un qualsivoglia altro settore (non prendiamo poi l’arte che è, notoriamente, feudo ebraico per eccellenza, laddove imperante è lo ‘slogan’ del “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”…ovvero l’inversione dei valori che ovviamente ai giudei non poteva bastare confinata nei soli ambiti artistici) ; orbene questo ‘malcapitato’ si ritroverebbe inesorabilmente costretto a coprirsi il capo di cenere battendosi il petto in cerca di perdono…perdono che peraltro gli ebrei non concederanno mai! Perchè l’ebreo non dimentica: nè tollera che l’opinione pubblica dimentichi specialmente quando si tratta di presunti-pretesi “antisemiti” …. Poi, ovviamente, per una già considerata “doppia morale” (e doppia verità) gli ebrei vorrebbero imporre il silenzio più totale e difendere a spada tratta obbligando all’oblio il resto del pianeta quando qualcuno dei loro viene colto sul fatto: Lapo Elkann….ma in fondo che ha fatto di male? I rabbini-pedofili? Mica fanno ‘notizia’ come i preti o i cardinali….I soldati di ‘tsahal’ (l’esercito dei mercenari sionisti fatti arrivare da ogni angolo del pianeta per sostenere l’esistenza di un governo di occupazione nato sul terrorismo e sull’espropriazione violenta, la confisca e l’estorsione ‘dinamitarda’ di territori e lo stragismo indiscriminato ai danni delle popolazioni palestinesi) che si sono resi responsabili di eccidi e stragi neanche loro fanno notizia! E non devono assolutamente far notizia truffe e malaffare che hanno contrassegnato le vicende della cosiddetta “alta finanza” ebraica alla quale si deve, tra le altre porcherie, anche l’ultima crisi economica globale… Già ma tutto questo non deve far notizia! Si (s)parla oramai da diversi mesi e quasi quotidianamente in merito ai, reali o presunti che siano, reati di pedofilia dei quali si sarebbero macchiati diversi esponenti del clero cattolico…e giù paginate sui principali quotidiani contro la Chiesa e il Papa….

Ma di quanto emerso, per fare semplicemente un esempio, negli Stati Uniti su un’indagine dell’Fbi condotta contro esponenti di primo piano della comunità religiosa e finanziaria ebraica per analoghe accuse (e pure per traffico di organi) se escludiamo qualche raro trafiletto qua e là su organi di stampa o siti internet semi-catacombali….chi pensate ne sappia qualcosa? Sia detto per inciso: la pedofilia è un crimine ed un delitto orrendo perpetrato contro l’infanzia! E su questo niente da obiettare, ci mancherebbe! Un cappio probabilmente non basterebbe nè sarebbero sufficienti tutti gli alberi d’Italia per ‘appenzolare’ questi maiali! Ma questo quotidiano putiferio mediatico contro l’autorità del Papa e del Vaticano onestamente ‘puzza’ di una non disinteressata manovra condotta dai soliti ‘noti’: ambienti massonici, ambienti giudaici, ambienti anti-clericali e dell’estremismo laicista sempre pronti, sulle ‘barricate’ della polemica anti-ecclesiastica, a sparare sentenze e gridare allo scandalo… Parliamo di queste vicende così come potremmo prendere a pretesto la drammatica situazione dei palestinesi, a Gaza o nella Cisgiordania, il loro continuo, quotidiano, stilicidio e la situazione di instabilità dell’intera area vicino-orientale determinata dalla presenza di un’entità che continua ad utilizzare il terrorismo indiscriminato andando ad ammazzare – peraltro sotto gli occhi di numerose telecamere d’albergo – un leader di Hamas a Dubai… E identiche considerazioni ci porterebbero, per rimanere in I’tal’yà , a occuparci delle “schedature” periodicamente stilate da interessati organismi di controllo dei quali l’A.D.L. (Anti-Defamation League) statunitense è la punta di diamante (in ogni nazione occidentale esiste comunque anche tutta una serie di organizzazioni ‘minori’ che si occupano di aggiornare queste demenziali “liste di proscrizione” riguardanti veri o presunti “antisemiti”…in I’tal’yà oltre al “Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea” – sede a Milano e indirizzo in ‘rete’ a questa pagina: Fondazione CDEC - Milano (http://www.cdec.it) …si ‘noti’ il “portale sul pregiudizio antiebraico contemporaneo”…la “caccia alle streghe” mutatiis mutandis i tempi al ‘contrario’…- esistono poi le iniziativa della apposita Commissione interparlamentare presieduta e diretta, guarda un pò, dall’ebraica sottosegretaria agli Esteri Fiamma Nirenstein….i ‘commenti’ si ‘sprecherebbero’…)…. Gli ebrei hanno in mano l’Occidente ma hanno sempre un gran timore, una paura matta a dirla tutta, che qualcosa possa cambiare… L’allarmismo “antisemitistico” (…ma poi che significa “antisemita”?….) a ogni piè sospinto invocato da qualche solerte ‘censore’ con o senza kippa – in genere quando ‘delegano’ ad altri …per esempio a qualche gruppuscolo di estrema sinistra…sono comunque presenti , dietro le quinte…- è un qualcosa che farebbe, in sè e per sè, ridere se non fosse esistente e tutt’altro che ‘latente’ la possibilità che dalle liste di proscrizione un domani si passasse a stilare liste di “enucleandi” da eliminare fisicamente… ( sull’esempio del volterriano “Esacrez l’infame!” ….Gli “antisemiti al rogo!”….Lex Judaica per una novella Inquisizione yiddish….forche caudine dell’umanità sottoposta a kippizzazione pena scomunica eterna….ossia il mondo ‘rovesciato’…). Tant’è considerando che questa è la realtà nella quale si dibattono le società occidentali c’è poco da stare allegri. Ora viene da chiedersi: chi dirige il ‘coro’? Chi è che decide e soprattutto quali sono i meccanismi di controllo sinagogico che sovraintendono alla prassi ebraica di regolamentazione dell’informazione e della sua diffusione a senso unico? Esiste, per dirla con Henry Ford che di queste questioni si occupava novant’anni or sono analizzando la situazione statunitense, un organo supremo e direttivo dell’ebraismo cosmopolita disperso tra le nazioni? La domanda appare finanche superflua: esiste e opera tra le nazioni un vero e proprio organismo di potere ebraico. Esiste ed è attivo in tutto l’Occidente – e non solo in Occidente – una sovrastruttura, extra-nazionale ed extra- governativa posta al di fuori di qualsivoglia controllo, che rappresenta gli interessi dell’ebraismo a livello internazionale. Esiste ed è operativo quello che possiamo chiamare il Centro dirigente dell’Internazionale Ebraica. “Che il “popolo eletto” d’Israele sia controllato da un suo vero potere centrale, non può mettersi in dubbioda quanti hanno potuto osservare come in certi momenti tutta la stampa ebraica o ebraizzata, tutti gli oratori politici ebrei o simpatizzandi, abbiano istintivamente lo stesso motto d’ordine e lo stesso contegno di fronte a una data questione che interessa Israele – scriveva Giovanni Preziosi (2) – Tale potere è il Kahal (dal nome ebraico Khl = potere) , mentre il governo regionale o locale si chiama Kehillah (Kllh).

L’origine del Kahal rimonta all’epoca della Dispersione ebraica al tempo di Vespasiano, quando cadde l’ultimo vestigio del potere sacerdotale farisaico del Tempio a Gerusalemme. Ma già il Kahal era delineato nel suo tipo fin dal tempo dell’Impero di Alessandro Magno, seguito dai regni dei Seleucidi (Siria) e dei Tolomei (Egitto). Caduta la speranza di una restaurazione del Regno d’Israele, dopo il crollo dei Maccabei i politicanti e trafficanti si scissero in due tendenze cosmopolite, iniziarono la serie dei moderni “assimilati”; cioè degli ebrei che trovano opportuno dissimulare la congenita xenofobia per la quale ogni popolo goy è uno straniero da sfruttare con ogni mezzo, facendo essi gli adatti e gli spregiudicati. Al tempo di Cristo si chiamarono Sadducei (da un Sadoc, loro organizzatore) ed Erodiani, perchè accettavano il re Erode, ebreo senza scrupoli adattato al dominio romano. Invece i politici aristocratici della razza, s’irrigidirono nel nazionalismo xenofobo; e siccome ormai il loro popolo era disperso per il mondo, quei politici detti Farisei (dal verbo “farah” , separare) , combatterono soprattutto l’assimiliazione della Dispersione (in greco Diaspora) e con essa tutti i pericoli che evidentemente ne sarebbero derivati per un popolo materialmente disperso attraverso tutto il mondo. Fu così che i capi farisei montarono una enorme bardatura rituale contro la cui ipocrisia tuonò Cristo. Bardatura tendente a tenere separato da ogni contatto morale estraneo il popolo ebraico: con il pensiero che egli era il “puro”, mentre tutti i goym erano “impuri” e rendevano tali gli israeliti con il loro contatto. Perciò il fariseo purificava ritualmente il cibo, la bevanda, la stoviglia, mangiava soltanto carne di bestie uccise ritualmente (koscer) ecc. In tal modo il materialmente disperso popolo ebraico poteva essere tenuto riunito nella mentalità giudìa di essere il Popolo Eletto al dominio del mondo, e quindi odiatore, disprezzatore, sfruttatore degli altri popoli, che per allora e poi dominavano Israele. Il Talmud, o raccolta dei libri dottorali dei rabbini di quel tempo, ha fissato indelebilmente nella massa dei Beni-Israel questo sentimento ispiratore della sua vita plurimillenaria fra i popoli della terra. Ecco la radice atavica, ecco il “sangue” d’Israele. Da ciò ne abbiamo la prova tangibile nei due opposti malanni mondiali di oggi; il capitalismo parassitario e la demagogia dissolvente, ambedue controllati in maggior parte dagli ebrei, misera minoranza nel totale dei popoli della terra. Fu il Kahal farisaico che organizzò la mirabile rete ebraica fin dal primo tempo della Dispersione e creò i “nodi del serpente” nelle varie epoche. Citiamo qualche esempio, solamente qualcuno: ed anche qui prendiamo a prestito la “loro” parola: Quando la Comune di Parigi (1871) terrorizzò la capitale della Francia e le truppe nazionali dipendenti dal governo provvisorio di Versailles si apprestavano alla riconquista di Parigi, il vecchio Rothschild sussidiava tanto lo sfinito governo versagliese quanto il governo comunista di Parigi il quale destinava un servizio di guardia per salvare il palazzo del barone. E’ la regola del kahal: controllare il movimento prominente del momento, ma tenere i piedi nell’opposizione per guardagnare o …non perdere. Banchieri kahalici (Jacob Schiff ecc.) diedero i primi milioni a Leini e a Trotsky per la rivoluzione bolscevica del 1917: essi si sussidiarono e poi la sfruttarono largamente; il famoso piano quinquiennale è opera del kahalista Kaganovich. I principali organi sovversivi sono un “affare” loro; basti rammentare che l’organo comunista parigino “L’Humanitè” fu fondato da Levy, Bruhl, Brahms, L. Dreyfus, Louys, Blum, Rouff, Sevitz, Reinach… Ma simultaneamente altri ebrei massoni sussidiano e controllano organizzazioni antibolsceviche a Ginevra, a New York ecc facili a riconoscersi perchè in esse è proibito toccare l’ebreo e il frammassone allorchè si parla dei primi responsabili degli orrori russi. (…) L’ebreo massone Reinach dava 30000 franchi ad un giornale monarchico francese e ne passava 100.000 ad un giornale socialista (proprio come un banchiere ebreo in Italia faceva con “La Tribuna” e con “L’Avanti”. Più una staffa è forte e più la zampa kahalica vi pesa.”. La situazione, inevitabilmente, a distanza di settant’anni da quando furono scritte queste parole – dal più lucido e coerente degli studiosi italiani della questione ebraica – non potrebbe esser peggiore se anche numerosi fogli pseudo- antagonisti e finto-rivoluzionari sono eterodiretti da ebrei, cripto-ebrei e massoni o la loro opera si pone al servizio indiscutibilmente di soggetti giudei o giudaizzanti. Premettiamo subito che laddove è ebreo non potrà mai esservi che una politica filo-ebraica e filo-massonica anche se occultata dietro alla propaganda nazionalista anche laddove si presenti quale “foglio di battaglia” patriottico. Vista e considerata la situazione presente noi sosteniamo che il controllo esercitato da ambienti collusi con le diverse kehillah della penisola italiana sia pressoche onnicomprensivo e totale avendo quale fine ultimo la distorsione degli avvenimenti, la delimitazione delle opinioni ‘scomode’ in recinti finto-rivoluzionari e la diversione tattico- strategica attuata mediante evidenti posizioni ideologiche che hanno la funzione di deviare e spostare l’attenzione di un’opinione pubblica – seppure minoritaria e inoffensiva quale può essere quella costituita da poche migliaia di individui e da altrettante poche migliaia di ipotetici ‘ricettacoli’ delle suddette posizioni “antagoniste” – su problematiche ‘altre’ irrilevanti o su fattori geopolitici ininfluenti per gli interessi e la causa d’Israele. Chi si occupa realmente e concentra le sue attenzioni verso la situazione palestinese, o il quadrante geopolitico-strategico-militare del Vicino Oriente, potrà comprendere perfettamente quanto andiamo dicendo: occuparsi oggigiorno di Palestina e dintorni (ovviamente non fossilizzando esclusivamente su questa questione la sua attenzione ma allargandone l’orizzonte a tutte le inevitabili ripercussioni di politica e di economia inerenti l’attività di sciacallaggio dell’usurocrazia finanziaria mondiale pro-sionista) risulterà oltremodo ‘scomodo’ rispetto a disamine più o meno illuminanti su tutto e il contrario di tutto, oggi si dice ‘globali’, a 360 gradi caratterizzate da una pedanteria professoral-intellettualistica che veicola concetti distorti a fini di evidente distorsione dal fronte principale di combattimento laddove esiste una prospettiva di lotta rivoluzionaria che altrove è inesistente! A queste considerazioni erano giunti, peraltro con lucidità di analisi e con straordinario tempismo, venticinque anni or sono i più qualificati ambienti della “sinistra comunista internazionalista” (o per esteso i seguaci di Amedeo Bordiga raccolti nell’allora Partito Comunista Internazionalista) i quali, pur da prosettive completamente difformi alle nostre, ragionavano sull’opportunità di un sostegno alle forze rivoluzionarie “extra-metropolitane” del Vicino Oriente – leggasi resistenza palestinese – con particolare riferimento all’inesistenza di un’organizzazione rivoluzionaria sul territorio metropolitano (ossia sull’inattuabilità di lotte rivoluzionarie in seno alle società capitalistiche occidentali). Ciò succedeva in un periodo storico, quello dei primi anni Ottanta, che ancora viveva della luce riflessa delle ‘scintille’ pseudo-rivoluzionarie, agitatorio-movimentistiche dei cosiddetti “anni di piombo” (un dramma e una tragedia assieme per tutto il movimento rivoluzionario). Nè ci si venga a raccontare che in Europa non sia necessaria un’opera di contro-informazione (…unica prospettiva reale e attualmente anche sola possibilità offerta a chiunque intenda ancora operare in termini di politica… rapporti di ‘forza’ improponibili: 100 a 1 per ‘loro’…) rispetto alle vicende vicino orientali: lo è tanto più quando questi avvenimenti vanno nella direzione di una radicalizzazione che investe anche gli interessi europei e dell’Occidente… Il mondo ‘guarda’ mentre Israele continua indisturbato la sua mattanza quotidiana.

Ora che l’autoproclamatosi “popolo eletto” imponga ovunque la propria lex judaica questo non dovrebbe sorprendere più nessuno: uscito vincitore assoluto dal 2.o conflitto mondiale l’ebraismo – inteso come un movimento attorno al quale si sono fossilizzate le posizioni dello sciovinismo nazionalista sionistico, il piagnisteismo olocaustico-vittimistico, le recrudescenze di uno spirito vendicativo e il fondamentalismo confessione ebraico che fanno da portabandiera dell’attuale schieramento imperial-sionista e identificano tout court qualsivoglia elemento della cosiddetta “diaspora” con gli sgherri di tsahal (…e non esiste ragione alcuna perchè ciò non avvenga considerando che l’identificazione ebreo/Israele è diventata leit motiv delle più piagnucolose campagne di stampa e di disinformazione condotte, proprio in nome delle rispettive comunità ebraiche, da abilissimi agenti provocatori in sostegno della causa sionista…) – ha continuato progressivamente a tessere i fili della propria ragnatela imbrigliando la matassa e monopolizzando “per diritto divino” e ragione politica il dibattito intorno alla funzione di quinta colonna dell’imperialismo dell’entità criminale sionista e aumentando a dismisura il suo pressochè incontrastato dominio sulle nazioni europee oramai kippizzate a dovere e rese inoffensive e partecipi della grande frode olocaustica. Ciò che dovrebbe far pensare è l’assoluta uniformità di vedute quando si tratta di dibattere di “questione ebraica”: considerazioni di vario genere hanno impedito finora che esistesse la volontà di spezzare l’omertà sinagogico-sistemica che irretisce chiunque, tranne forse qualche spirito libero qua e là (…a suo rischio e pericolo ovviamente…), dall’affrontamento vis a vis del ‘problema ebreo’. E allora diciamolo senza mezzi termini: talvolta non nascondiamo di avere l’impressione di assecondare i desiderata ed i “fini antisemitici” della stessa sinagoga quando ci ‘dilettiamo’ di ebrei ed ebraismo e, non senza timore di far loro più di un piacere, ciò indipendentemente da come si scriva e di che cosa ci si occupi: non foss’altro per una ragione semplice semplice che investe le coscienze ovvero il ‘ragionevole dubbio’ che ad un’azione (in buona fede) di smascheramento delle menzogne si sovrapponga (in malafede) una re-azione volta a giustificare e perpeturare all’infinito i ‘peana’ e le lamentazioni vittimistiche dell’altrui ‘barricata’. Da un lato perchè per gli ebrei sono necessarie “voci critiche” e “antisemiti” di comodo; dall’altro lato perchè, oltretutto, quest’azione di testimonianza e disinformazione risulta fine a se stessa nè trova alcun riscontro plausibile nella società italiana addomesticata e dormiente…così come peraltro aveva lucidamente evidenziato anni or sono Maurizio Lattanzio laddove – in una “lettera di scuse agli ebrei” (per ulteriori informazioni si veda l’articolo “La leggenda dell’Oder” dello stesso Lattanzio pubblicato su “Islam Italia” Anno 2 Nr. 16 Aprile 2003) mai pubblicata ma indirizzata alla redazione di “Avanguardia” nella primavera 1997 – sottolineava l’inesistenza di qualsivoglia reazione di fronte al “problema eterno” rappresentato da “Israele” e dalla questione ‘maledetta’. Anzi si potrebbe constatare che l’”antisemita di comodo” ha una sua funzione ed una sua precisa ragione d’essere laddove rappresenta per “Israele” un identificabile ‘parafulmine’ sul quale scaricare ‘strali’ e piagnistei d’ogni sorta accompagnati da più o meno lacrimevoli invocazioni alla repressione e sottolineando l’esigenza di liste di proscrizione oramai di dominio pubblico sia nella rete informatica sia a livello di più o meno carta straccia sistemica (…del resto si sa che oramai i giornalisti usufruiscono abbondantemente dello stesso mezzo informatico quindi….è tutto un ripetersi…decine di libri pubblicati raccattando e sacchieggiando wikipedia e ‘dintorni’…). Ora non nascondiamo dietro ad una peraltro inutile foglia di fico: il problema c’è e si pone laddove oltretutto abbiamo appurato la prassi ebraica di infiltrazione ed occupazione ‘campale’ (…si ‘accampano’ ovunque…) all’interno delle stesse redazioni e dei gruppi dirigenti delle riviste e periodici “anti-sionisti” e perfino anti-ebraici (si potrebbe qui citare una nota ‘massima’ che recita che fatto un partito antisemita il segretario, il tesoriere e l’addetto stampa sono ebrei!). Tant’è questo è quanto avviene ‘normalmente’…quindi invitiamo sempre a far riferimento anche – soprattutto – ai nomi (nomen est omen) dei responsabili con attenta opera di ‘selezione’. In quanto a noi possiatene stare certi: fino ai trisnonni abbiano preventivamente appurato di non aver sangue ‘impuro’ nei rami familiari paterno e – soprattutto – materno (è la linea matrilineare quella che ‘conta’)….e questo – a scanso di ‘equivoci’ – proprio perchè proveniendo dalla “Sionne” d’Italia… Dunque perchè continuare ad occuparci di “questione ebraica”? Per lo stesso motivo per cui non sarebbe conforme dibattere o discutere alcunchè della politica – nazionale come internazionale – senza rilevare l’asfittica, onnipervadente e onnicomprensiva presenza dell’elemento ebraico che il vero motore immobile della storia contemporanea.

Qualcuno, in fondo, di ebrei ed ebraismo dovrà pur parlarne e – considerando che non ci siano ‘file’ di soggetti disposti a ‘spingere’ per occupare uno spazio culturale di approfondimento fondamentale qual’è quello relativo alla ‘questione maledetta’ – qualcuno dovrà continuare a testimoniare…. Altro, onestamente, non è pensabile almeno in queste condizioni: rapporti di forza improponibili! Tant’è esiste comunque un organo direttivo del Giudaismo Mondiale ovvero il Kahal ed è sulla sua funzione e sulla sua influenza che concentriamo la presente ricognizione analitica: “Come è possibile – si chiedeva novant’anni or sono Henry Ford (3) – che un gruppo numericamente inferiore possa esercitare un’influenza così decisiva sul resto dell’umanità? …Due organizzazioni ebraiche entrambe interessanti tanto per la loro segretezza come per la loro potenza sono la Kehillah novaiorchese e il Comitato giudeo-americano. Dicendo “segretezza” ci riferiamo al fatto che sebbene i loro membri raggiungano un numero altissimo e prendano parte attiva alla vita americana, la loro esistenza e il loro modo di agire permangono del tutto sconosciuti all’immensa maggioranza del popolo americano. Se si facesse un referendum a Nuova York, risulterebbe che forse un solo abitante su cento risponderebbe di “aver sentito pronunciare quel nome. Eppure è accertato che la Kehilla rappresenta il più forte fattore politico della vita ufficiale di Nuova York.”. Ci fermiamo un momento prima di rilasciare la parola al fondatore della casa automobilistica statunitense per l’esposizione sul ruolo e le funzioni del Kahal quale organismo centrale dell’Internazionale Ebraica: pensate se si potesse realizzare un sondaggio analogo (…di quelli che piacciono ‘tanto’ al giudeo Renato Mannheimer….il telesondaggista più famoso d’Italia….e, assieme e dietro di lui – pronto domani a prenderne il posto – all’altro giudeo Klaus Davi….e poi non ci si ‘dica’ che li ‘vediamo’ ovunque….’sono’ ovunque! ….ora è la ‘volta’ – fanno a ‘turno’ – della onnipresente Monica Setta che ‘raccontano’ “piaccia” anche a qualcuno per qualche scosciamento di ‘troppo’…mah…de gustibus non est disputandom si usa ‘dire’ ….’tenetevela’ voi l’ebrea Setta, che – abbiamo ‘letto’ – “litiga” con la Ventura (altro cognome non propriamente ‘ario’) – ….che in ‘giro’ c’è senz’altro di meglio…molto meglio!) nell’Italietta senza sovranità, identità, storia e cultura del Terzo Millennio e si ponesse la domanda ‘fatidica’ all’uomo “della strada” su, per fare un semplice esempio, “il B’nai B’rith” o “la Lega Ebraica di Difesa” organismi rappresentativi della kehillah capitolina? Quale pensate sarebbe la percentuale di coloro che risponderebbero positivamente dichiarando di conoscerne l’esistenza e sapere esattamente cosa siano queste due istituzioni ebraiche (…non parliamo poi di ‘fini’, ‘obiettivi’ e attività…)?….Zero virgola e qualcosa probabilmente… Perchè di ebrei/ebraismo si (s)parla troppo e a sproposito e normalmente solo ed esclusivamente in maniera ossequiosa soprattutto a livelli di istituzioni politico-socio-economiche e nel mondo accademico-culturale quest’ultimo, come quello giornalistico ovviamente, vero e proprio feudo ebraico. Non sia mai che qualcuno si azzardi a mettere in discussione gli ebrei e le loro verità sacrosante in una società che ha innalzato la leggenda olocaustica a dogma assoluto e si è prostituita intellettualmente alla storiografia sterminazionista! Tutto è relativo nella società del permissivismo ad oltranza e del relativismo; tutto è da rimettere in discussione e dibattere; tutto è aleatorio e contingente meno l’olo-dogma e le menzogne della propaganda sionista! Sull’”olocausto” hanno espresso infine la loro insindacabile opinione (in questo caso “infallibile” per tutto il resto ovviamente no) le più alte gerarchie vaticane e lo stesso Pontefice per il quale “chi nega l’Olocausto nega Dio!”….E che la scomunica ci fulmini noi poveri stolti ‘bestemmiatori’ dell’infallibilità vaticana! Cinquant’anni di pressioni continue sulla Santa Sede hanno evidentemente lasciato più di un ‘segno’….hanno semplicemente giudaizzato i vertici ecclesiastici! E non ci si racconti che non esiste “la testa del serpente”…. il Gran Sinedrio Ebraico che tutto controlla e tutto dirige! Prosegue Ford: “La Kehillah novaiorchese ha grandissima importanza per due ragioni: perchè non solo rappresenta un esempio vivo e palpitante dell’esistenza di uno “Stato dentro lo Stato” ma anche perchè, per mezzo della sua Giunta amministrativa, forma il 12.o distretto del Comitato giudeo- americano, il quale, a sua volta rappresenta il focolaio della propaganda pro- ebrei e antiamericana. Detto con altre parole, l’amministrazione giudea di Nuova York forma parte essenziale del Governo giudeo negli Stati Uniti. (…) Il Kahal rappresenta la forma genuinamente ebrea di governo e amministrazione del popolo disperso. (…) La Kehilla novaiorchese è la maggiore e più potente organizzazione ebraica di tutto il mondo. (…) I membri della Kehilla appartengono a tutte le classi sociali. Dal presidente del dipartimento delle Assicurazioni di guerra – ente che appartiene al Governo degli Stati Uniti – fino agli agitatori del gruppo più rosso del quartiere Est di Nuova York. In quella grande associazione sono, fra l’altro, rappresentati: la Conferenza centrale dei rabbini americani; il Consiglio dei rabbini riformati dell’Est; gli ordini indipendenti del B’nai B’rith, B’nai Scholom, Figli liberi d’Israele, B’rith Abraham; le Associazioni di Sionisti americani, gli ebrei ortodossi e riformisti, gli “apostati”, assimilati, ricchi, poveri, lealisti e rivoluzionari.” (4) Un pò come, su scala ridotta, avviene presso tutte le altre organizzazioni ebraiche internazionali: indipendentemente dal loro ceto sociale, dall’adesione o meno alla fede, dal loro ‘credo’ politico esteriore e da altre considerazione di ordine sociale, politico o economico gli ebrei formano un tutt’uno con la loro comunità all’interno della quale possono dissentire e polemizzare quanto vogliono e più gli garberà ma che li vedrà uniti – come un solo elemento – quando gli interessi superiori d’Israele verranno messi in discussione! E se per i loro fini risulterà necessario farsi passare per “antisemiti” (come peraltro accadrà sovente nel corso della storia – e come è stato lucidamente ‘svelato’ in un testo del quale ci riproponiamo una recensione scrittoria ‘conforme’ (5) – che vedrà ‘frotte’ di ebrei aizzare l’anti-ebraismo dalle più disparate vesti e dai più diversi ‘pulpiti’) non lesineranno di essere tra i più accesi nemici dei loro correligionari dimenticando fedeltà di razza e prostituendosi a ‘dirigere’ eventualmente il ‘coro’ del peggior “antisemitismo” di facciata (a che cosa ‘corrisponda’ un simile comportamento ovviamente è questione che lasciamo al lettore ‘sviscerare’…si ritorna invariabilmente al “cui prodest” ed alle esigenze di un antiebraismo di ‘comodo’). Ma ritorniamo al Kahal…che altrimenti ci si accuserà di ‘sviare’ discorso (…mah…sarà…di ‘sviamenti’ e ‘diversioni’ strategiche noi ne vediamo invece ‘altre’…). Ha scritto Luca Fantini in merito all’anti-ebraismo di Dostoevskij – ed alla sua “scoperta” dell’esistenza di un supergoverno ebraico dominante la vita socio-culturale russa del XIXmo secolo – che ” Riguardo la potenza internazionale del “Gran Kahal”, Dostoevskij, con ogni probabilità, si basava sulle rivelazioni del libro di Jacob Brafman (1824-1879), Il Libro del Qahal, che possedeva nella propria biblioteca. Brafman, figlio battezzato – poiché convertitosi trentaquattrenne al cristianesimo – di un rabbino, docente al seminario ortodosso di Minsk e censore di libri ebraici a Vilna, nel suo saggio, “Il Libro del Kahal”, “attaccò l’organizzazione ebraica ( Kahal ).. descrivendola…come uno Stato nello Stato ed affermò che faceva parte di una cospirazione internazionale ebraica..

Sebbene Brafman sia stato accusato di falso, in realtà il suo libro era una traduzione abbastanza accurata di documenti, ed è servito a molti studiosi come fondamento storico per la conoscenza della vita intima dell’Ebraismo russo nel diciannovesimo secolo”.” (6) Anche in questo caso, come si noterà, siamo di fronte ad un “figlio d’Israele” che – dopo aver ripudiato le proprie origini ebraiche passa al “contrattacco” dell’organizzazione/comunità di appartenenza con l’obiettivo precipuo di fomentare l’”antisemitismo”… Accadrà molto spesso. Non solo in Russia. Prosegue nella sua interessante disamina il Fantini sostenendo che ” Il Kahal è uno stato occulto ultra-talmudista, non solamente talmudista, in quanto, secondo le rivelazioni di Brafman, i suoi atti e le sue decisioni avrebbero un valore addirittura superiore al Talmud, che si sovrappone universalmente agli stati in cui vivono gli Ebrei sparsi per il mondo. Brafman fornisce una rilevante documentazione scientifica circa l’esistenza d’un “governo mondiale segreto” ebraico, un misterioso Tribunale mondiale riservato agli Ebrei: Il posto d’onore nella mia raccolta è occupato dal materiale costituito da mille e più delibere, decisioni e atti dei kehalim (direttori sociali) e dei bet-din (tribunali ultra-talmudici, NDC) ebraici, sinora ignoto alla scienza e che questo libro farà conoscere al lettore… Come si comporta un ebreo, dal suo punto di vista etnico-religioso, con i beni, mobili e immobili, di un non-ebreo ?.. Nei trentasette atti da noi ricordati nella quinta postilla il lettore si convincerà che il Qahal vende ai singoli ebrei nella loro provincia la hazakah e la meropie, cioè il diritto al possesso dei beni immobili degli abitanti non ebrei e allo sfruttamento di ogni non-ebreo… Disposizioni e decisioni di queste istituzioni, confermate da un cherem (la scomunica, l’anatema, la più grave sanzione comminata dal bet-din, NDC), per un ebreo sono assai più importanti del Talmud.” (7). A proposito dell’esistenza di un vero e proprio Tribunale inquisitoriale ebraico mondiale – rispondente a quanto tratteggiato dallo stesso Henry Ford nella sua definizione della onnipotente kehillah novayorchese – precisiamo che l’ebreo Henry Kissinger, segretario di Stato americano presso l’amministrazione del coltivatore di noccioline, Jimmy Carter (esponente anch’egli del CFR), sarà sottoposto a giudizio e ‘scomunicato’ da un organismo simile per aver permesso gli accordi “di pace” di Camp David con i quali l’allora presidente egiziano Anwar el Sadat ed il primo ministro sionista Menachem Begin siglarono, il 17 settembre 1978, la restituzione del Sinai all’Egitto occupato dal 72 dalle truppe di Tel Aviv (8). Kissinger subì supino la ‘reprimenda’ – a nulla valsero gli autodafè – dinnanzi al Kahal novayorchese. Il Gran Sinedrio Ebraico Mondiale è una realtà operativa esistente dall’epoca della “cattività” babilonese….Affermarlo sarà pure “complottismo” – come riterranno i miliardi di poveri decerebrati per i quali la politica mondiale e quella specifica dello “stato” sionista in Palestina sarebbero frutto degli ‘eventi’ della storia e ‘casualità’ determinate esclusivamente dalle volontà piccolo-imperialistiche di un gruppuscolo di criminali chiamati Irgun o Banda Stern -; negarlo – per quanto ci riguarda – è invece palese dimostrazione di idiozia cronica, pressapochismo e riduzionismo politici quando non dichiaratamente cripto-sionismo foss’anche mascherato da “ragioni” nazionalistico-patriottiche (…in merito si vedano le tesi sostenute dal De Vries De Heekelingen nel suo “Israele il suo passato il suo avvenire”…). Ancora sul Kahal: “Nella celeberrima e prestigiosa Revue Internationale des Societés Secrètes (9) si può leggere un interessante articolo sul Kahal, che apre vasti orizzonti e spinge ad andare alle fonti. In tale articolo si apprende che per gli ebrei il Talmùd è la legge, ma per quanto riguarda la sua applicazione, occorre che esista un potere esecutivo e giudiziario, e questo appartiene ad un gruppo ristretto di magistrati. Il collegio sovrano di tali giudici è il Kahal, che significa: assemblea, riunione, comunità.

Il Kahal è perciò l’assemblea dei rappresentanti d’Israele. Tale istituzione risale ai tempi più antichi, per esempio ai tempi di Mosè. Malgrado la Dispersione (130 d. C.) il Kahal non perse né influenza né autorità, tuttavia non funzionò più alla luce del giorno ma restò confinato all’ombra dei ghetti e delle sinagoghe. Oggi come ieri, il Kahal è il regolatore della vita ebraica. «Rappresenta il governo di una nazione senza territorio [almeno fino al 1948 n.d.a.], ma nondimeno reale e attivo. È uno Stato che si sovrappone, e spesso si oppone, agli Stati nei quali vivono gli ebrei» (10). Suo fine è mantenere intatto e isolato il popolo ebraico disperso nel mondo, affinché da un lato non sia discriminato e dall’altro non perda la sua identità con l’assimilazione; fino al giorno in cui il popolo d’Israele avrà il dominio assoluto sul mondo intero.

Come scriveva nel 1925 l’Albrecht, tale giorno secondo i cabalisti dovrebbe iniziare con il 1966! (Un anno dopo Nostra Aetate).” Questo ci riporta ovviamente alla questione della “doppia fedeltà” ebraica: se esiste, ed esiste, ed è operativo un Governo Mondiale Ebraico – una sovrastruttura degli interessi ebraici internazionali – è ovvio che non sia assolutamente pensabile pretendere fedeltà da elementi – siano essi laici o religiosi, ortodossi o riformati – che riconosceranno sempre altre istituzioni, altre leggi ed altre autorità rifiutando quelle degli Stati goyim come peraltro evidenzia la storia stessa di un popolo che, per una sua caratteristica precipua (psichico-attitudinale) rilevabile in tutte le epoche e presso tutti i popoli ai quali si mantennero saldamente estranei, sarà straniero tra le genti e nazione tra le nazioni sempre in conflitto tra la fedeltà alle leggi ebraiche (Torah, Talmud) e mai disinteressati tentativi di “assimilazione” ovvero ad una lenta penetrazione nel corpo sociale ed economico delle nazioni non ebraiche che, nonostante tutto, non tradiva i precetti comunitari e le direttive kahaliche superiori. L’ebreo rimane per sua natura un “rivoluzionario” nel senso di elemento sovversivo, disgregatore e disintegratore di qualunque ordine costituito non ebraico: la sua natura, la sua indole, la sua psicologia lo rende il principale virus d’infezione in seno a qualsiasi società ‘goyim’ in quanto risiede nella sua ebraicità quell’autentica smania di rivalsa, di vendetta e di isterico malessere per tutto quanto non sia conforme all’identità e visione del mondo rovesciata proprie dell’ebraismo. Ebraismo che lungi dall’essere monolitico e organico si dirama proprio come un’idra dalle mille teste in differenti entità riuscendo tranquillamente a presentarsi sotto vesti – apparentemente e solo apparentemente – contrapposte: ecco il segreto di “Israele”!

Sarà attraverso questa strategia di occultamento e mimetizzazione che gli ebrei potranno assurgere alle più alte cariche nelle amministrazioni pubbliche e nelle istituzioni delle nazioni militando, indisturbati e mascherati, sia nei partiti d’ispirazione democratica che in quelli socialcomunisti, divenendo nazionalisti qualora ciò servisse ai loro calcoli e ai loro tatticismi (… maestri di tattiche e di manovre oscure non smetteranno mai di usare le loro quinte colonne disseminate in ogni dove per la causa d’Israele…) e non per sincero spirito di fedeltà (che, d’altronde, gli ebrei non riconoscono nei confronti di tutto ciò che ebraico non è). “Il calcolo di Israele – scriverà sotto pseudonimo uno studioso fascista (11) in pieno conflitto mondiale – era altrettanto semplice che scaltro. Giocare simultaneamente sul rosso e sul nero ed avere in mano il banco in modo tale da essere sicuro di guadagnare sempre, sia sui numeri rossi, che sui neri, che sullo zero. Israele non manca certo di intelligenza.

Non per nulla l’ebrea è stata definita la “razza di sughero” perchè non va mai a fondo. Con tutte le tempeste riesce sempre a star più o meno a galla”. Pertanto che l’ebreo sia praticante o ateo, che segua alla lettera i precetti talmudici o sbandieri il suo laicismo ai quattro venti, che si professi fedele di qualunque dottrina e arrivi a proclamarsi perfino nazionalista ‘convinto’ non s’inganni il Gentile ( = non ebreo ) saranno sempre, tra noi, come olio nell’acqua….nemici e profanatori! Perchè, per dirla con Arthur Schopenhauer, “la patria dell’ebreo sono gli altri ebrei”….Il ‘resto’ sono solo ‘ciancie’ e blateramenti di crani ebraici, di cripto-ebrei e di simpatizzanti d’Israele!

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

18 MAGGIO 2010

Note -

1 – Giovanni Preziosi – “La testa del serpente: il Kahal” – (crf G. Preziosi – “Come il giudaismo ha preparato la guerra” – Ediz. “Tumminelli” – Roma 1939)

2 – Giovanni Preziosi – ibidem;

3 – Henry Ford – “L’Ebreo Internazionale” – Ediz. di “Ar” – Padova 1971;

4 – Henry Ford – ibidem;

5 – Il testo in questione è quello dell’ebreo anarchico Camillo Berneri relativo a “L’Ebreo antisemita” pubblicato in francese nel lontano 1935 e tradotto e pubblicato in lingua italiana dalla casa editrice Carucci di Roma nel 1983. Nel testo in questione sono prese in esame alcune delle figure più controverse del ‘panorama’ ebraico: dal prototipo di ebreo “antisemita” rappresentato da un Paolo (Saul) di Tarso passando per i molti “inquisitori” della Chiesa cattolica di origini ebraiche, dall’antiebraismo di Otto Weininger a quello “di difesa” di un Benjamin Disraeli, dall’antisemitismo materialista di Karl Marx al razzismo di un Cesare Lombroso. Non mancheranno ovviamente considerazioni sui “convertiti” al cristianesimo passati ad un feroce antisemitismo. Scrive Berneri nella sua premessa: “Il lettore che si aspetta un saggio brillante, perfino divertente, resterà a bocca asciutta e più ancora resterà deluso chi vorrebbe una monografia storicamente completa su l’ebreo antisemita. (…) I documenti facilmente accessibili non sono molti. Pur non volendo sventagliare l’hic sunt leones dei vecchi cartografi, penso di essere brutale dicendo che molto raramente mi è successo nel corso delle mie ricerche di imbattermi in veri e propri consistenti “filoni”. Qualche piccolo esempio: un articolo del Dr. L. Caze su “Quello che sono divenuti gli Israeliti convertiti nel XIX secolo” (da “La Revue de Revues” – Paris 1896 p. 430-436) finisce con queste parole: Vi sono (ebrei) persino tra gli antisemiti e soprattutto tra quelli che credono all’influenza nefasta della razza ebrea e all’eredità dei vizi.”. (crf C. Berneri – “L’ebreo antisemita”) ….occorrerà senz’altro una ‘ricognizione’ recensoria!

6) Luca Fantini – “Dostoevskij e il Gran Kahal” – articolo pubblicato per il sito Terrasantalibera in data 26 Ottobre 2008;

7) Luca Fantini – ibidem;

In merito agli accordi di Camp David occorre sottolineare che vi furono due accordi stabiliti in quella famosa assise del 78: uno relativo al “quadro per la pace in Medio Oriente” (sappiamo tutti come è finita …solo 4 anni più tardi “Israele” lancerà la sua operazione militare – che con una certa dose di fantasia ed ironico cinismo i dirigenti sionisti denominarono nientepopò di meno che “pace in Galilea” – contro il Libano….da allora possiamo dire che la ‘mattanza’ di arabi, palestinesi o libanesi che fossero, non è mai cessata) l’altro relativo invece alla conclusione di un “trattato di pace fra Egitto e Israele”. Sui due accordi ‘riporta’ l’enciclopedia informatica di wikipedia: “Il primo accordo aveva tre parti. La prima parte è stata un quadro per i negoziati di istituire una autonoma autorità auto-disciplinante in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, ed attuare pienamente la Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza ONU. E ‘stato meno chiaro accordi relativi al Sinai, e più tardi è stato interpretato diversamente da Israele, Egitto, e gli Stati Uniti. Il destino di Gerusalemme è stato deliberatamente escluso dal presente accordo. La seconda parte, affrontava le relazioni israelo-egiziane. La terza parte dei “Principi associati” dichiarava i principi che devono applicarsi alle relazioni tra Israele e tutti i suoi vicini arabi. Il secondo accordo delineava una base per il trattato di pace sei mesi più tardi, in particolare, di decidere il futuro della penisola del Sinai. Israele aveva accettato di ritirare le sue forze armate dal Sinai, evacuare i suoi 4.500 abitanti civili, e il ripristino di Egitto in cambio di una normale relazioni diplomatiche con l’Egitto, la garanzia della libertà di passaggio attraverso il Canale di Suez e di altri corsi d’acqua nelle vicinanze (come lo Stretto di Tiran), e una restrizione sulle forze Egitto potrebbe posto sulla penisola del Sinai, in particolare all’interno di 20-40 km da Israele. Israele ha altresì convenuto di limitare le proprie forze una piccola distanza (3 km) dal confine egiziano, e di garantire il libero passaggio tra l’Egitto e la Giordania. Con il ritiro, Israele ha perso la Abu-Rudeis campi petroliferi nella parte occidentale del Sinai. L’accordo ha portato anche negli Stati Uniti l’impegno a diversi miliardi di dollari di sovvenzioni annuali per i governi di Israele e l’Egitto, i contributi che continuano tutt’oggi, e sono indicati come un miscuglio di sovvenzioni e aiuti pacchetti impegnata a Stati Uniti d’acquisto di materiale. Dal 1979 (anno di accordo di pace) al 1997, l’Egitto ha ricevuto 1,3 miliardi di $ l’anno, che ha anche contribuito a modernizzare il militare egiziano. In confronto, Israele ha ricevuto $ 3 miliardi all’anno dal 1985 in sovvenzioni e aiuti militari pacchetti.” ( crf si veda al link: Accordi di Camp David - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Accordi_di_Camp_David) ) Di fatto restituendo il Sinai “Israele” ha eliminato il principale Stato arabo dal fronte del cosiddetto “rifiuto”, lasciandosi libero lo spazio geostrategico e militare occidentale (resta la striscia di Gaza…il che è tutto un dire) e assestando un colpo non indifferente alle speranze arabe di una vittoria contro l’odiata enclave ebraica occupante la Terra Santa ed uno apparentemente (… occhio…le ‘apparenze’ ingannano …sempre) alle speranze dei rifugiati palestinesi di tornare a casa loro.

9) – Mons. E. Jouin – dalla “R. I. S. S.” (Revue Internationale des Societés Secrètes) , 5ème, “Le péril judéo-maconnique” , deuxième partie; – (si veda anche: “Les actes de la Contre-Eglise I , Discipline de l’Imperialisme Juif, IV”) , QAHAL, a cura di A. Albrecht, Paris, 1925, pagg. 89-122

10) – A. Albrecht – op. cit., Paris 1925;

11) – M. Appelius – “Parole dure e chiare” – Ediz. “Mondadori” – Milano 1942;


Link alla pagina:
http://dagobertohb.wordpress.com/il-kahal-–-il-sinedrio-mondiale-ebraico/

Nazionalistaeuropeo
22-05-10, 20:10
Non sapevo avesse avuto un incidente.
Spero si sia completamente rimesso.
In alto i cuori!

Freezer
23-05-10, 22:50
Dopo qualche mese di inattività in seguito ad un grave incidente con la moto Dagoberto ha ricominciato a scrivere e dietro autorizzazione del Mod. MaxRed II che ringrazio d'ora in poi posterò i suoi articoli su questo sito.

Mi chiedevo che fine avesse fatto :gratgrat: , comunque son ben lieto di leggere i suoi articoli !

MaxRed II
24-05-10, 18:57
Aggiungo che per me è un piacere ospitare Lupo e gli scritti di Dagoberto Bellucci, e dico anche che qua dentro censure di un certo tipo non ce ne saranno finchè sarò moderatore.

Lupo
26-05-10, 17:13
Aggiungo che per me è un piacere ospitare Lupo e gli scritti di Dagoberto Bellucci, e dico anche che qua dentro censure di un certo tipo non ce ne saranno finchè sarò moderatore.
Grazie Mod.
Per intanto posto il link del blog di DHB:
Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/)

Lupo
26-05-10, 17:22
IL BA'ATH IRACHENO VERSO LA RIFONDAZIONE SCEGLIE DAMASCO PER LA SUA PRIMA APPARIZIONE PUBBLICA POST-SADDAM

di Dagoberto Husayn Bellucci (15/05/2010)

http://media.panorama.it/media/foto/2007/07/23/482ed55407346_normal.jpg

A distanza di sette anni dalla guerra d'aggressione lanciata dagli americani

contro l'Iraq saddamista i nostalgici e gli eredi del vecchio Ba'ath irakeno si

sono dati appuntamento, lo scorso 29 aprile, nella capitale siriana Damasco per

quella che è stata definita come la prima fase costituente per la

"rifondazione" del partito.

Un evento storico se consideriamo che, da quando cadde Baghdad e con essa

tutte le strutture del vecchio regime saddamista, i reduci ba'athisti furono

costretti all'esilio, alla latitanza o alla resistenza in clandestinità.



Il Ba'ath irakeno intende ripartire da questa assemblea costituente ospite di

quello che, un tempo, veniva considerato un paese "ostile", quella Siria di

Assad dove fin dalla fine degli anni Sessanta un'altra fazione del Ba'ath, filo-

sovietica e aderente inizialmente alle teorie marxiste, aveva costituito un

proprio modello statale di sviluppo autonomo dalla linea della continuità

perpetrata da Baghdad. La spaccatura tra i due partiti Ba'ath - rispettivamente

al potere in Iraq con Saddam Hussein e in Siria con Hafez el Assad prima e con

il figlio Bashar (dal 2000 ad oggi) - non si è mai ricomposta nei quarant'anni

che videro spesso opposte le due leadership: capitò nel settembre 1980 quando

Saddam lanciò l'aggressione contro l'Iran sollevando le ire di Damasco (alleata

di Teheran) che accusò il vicino di fare il gioco dell'imperialismo sviando

forze e l'attenzione pubblica del mondo arabo dal conflitto palestinese;

successe un decennio più tardi quando l'armata statunitense si apprestava a

"riportare" ordine nel Golfo e "democrazia" nel Kuwait invaso (2 agosto 1990)

dalle truppe irakene. La Siria nell'occasione fece buon viso a cattivo gioco e,

in cambio di un contingente simbolico di uomini che peraltro non presero

neanche parte alle ostilità della coalizione mondialista nei 42 giorni della

prima guerra del golfo (gennaio-febbraio 1991), ottenne il nulla osta di

Washington per la normalizzazione del vicino Libano e l'instaurazione nel paese

dei cedri di una "pax siriana" che durò fino al febbraio 2005.



Il Partito Ba'ath Arabo Socialista in arabo حزب البعث العربي الاشتراكي‎), o

semplicemente Ba'ath (بعث, ossia "Resurrezione") venne costituito nel secondo

dopoguerra dal siriano Michel Aflaq e dal suo conterraneo Salāh al-Dīn Bītār.

Un'importante azione di quello che a lungo è rimasto l'unico partito politico

arabo di massa fu però svolta anche da Zākī al-Arsūzī di Alessandretta: un

alawita siriano che espose un programma irredentistico per la sua città (che,

in base agli accordi di pace nel primo dopoguerra, era stata attribuita alla

neo-costituita Repubblica di Turchia), in nome di un ideale panarabo che poi si

travaserà nel programma del partito Ba'ath. Un programma socialista e

nazionalista di rinascita araba 'puntato' sia contro il colonialismo europeo

sia contro i nuovi oppressori sionisti.



La dimensione nazionalista e le caratteristiche eminentemente borghesi della

prima cellula ba'athista estrometteranno quella che fu l'originario nucleo,

precedente la fondazione stessa del partito, che si ispirava anche alla

letteratura marxista. Gli stessi due padri-fondatori, Aflaq e Bitàr, pare

avessero trovato conforto nelle tesi di Karl Marx, di Friedrich Engels, di

Lenin e dei francesi Andrè Gide e Romain Rolland nel periodo nel quale,

entrambi, si trovarono a studiare - dal 1929 - all'Università della Sorbona a

Parigi. Al loro rientro in Siria si avvicinarono anche al Partito Comunista

locale salvo poi distaccarsene quando fu evidente che la stessa Unione

Sovietica sotto la direzione stalinista stava abbandonando la "solidarietà

internazionalista" a vantaggio di una prospettiva di allineamento ideologico

con i partiti comunisti. Questo iniziale interessamento al materialismo

dialettico d'ispirazione marxista sembra che cessò immediatamente dopo la

costituzione, in Francia, del Fronte Popolare di Leon Blum quando apparve

evidente l'asservimento ideologico e programmatico dei comunisti siriani alle

tesi dei loro "compagni" francesi.



La nascita ufficiosa del Ba'ath è del 1940 anche se le sue dimensioni saranno

inizialmente quasi irrilevanti per la stessa ammissione di Michel Aflaq e per

le vicissitudini del 1.o Congresso del partito (1947) al quale parteciparono

appena una decina di membri regolari fino a raggiungere la cifra rispettabile

di 4500 unità soltanto nel 1952 con l'ingresso di numerosi esponenti della

media borghesia siriana. E' del novembre di quell'anno che avvenne la fusione

tra Ba'ath e Partito Socialista Arabo (diretto da Akram el Hourani) che portò

come dote un gran numero di iscritti provenienti dalle campagne. Nel primo

convegno Ba'ath da lui organizzato ad Aleppo nello stesso 1952 i partecipanti

saranno oltre 40mila. Hourani era di umili origini, aveva alle spalle una

militanza nel Partito Socialista Siriano ed era stato l'animatore fino a quel

momento di un piccolo movimento d'ispirazione lontanamente fascisteggiante (il

Partito della Gioventù - Hizb al-shabāb).



La storia del Ba'ath iracheno si distinse da quella del suo omologo siriano

sia per le difficoltà incontrate inizialmente sia per la diversa dialettica

politica sviluppatasi in seno alla fazione che si arrogherà il titolo di

"ortodossa" e prenderà il potere a Baghdad soltanto negli anni Sessanta. Tra i

pionieri del nazionalismo ba'athista iracheno ricordiamo Fayez Ismā'īl,

originario di Alessandria d'Egitto e di origine alawita, e Wasfī al-Ghānim,

studente universitario fratello di un ba'athista di un certo rilievo siriano:

Wahīb al-Ghānim. Un terzo personaggio fu Sulaymān ‘Īsà, un poeta sunnita di

Aleppo.

La prima base fu Baghdad, nel suburbio di Ahdhamiyya ma presto l’azione si

allargò a Nāsiriyya, Ramādī, Basra, Najaf e nel resto delle provincie iracheno.

Quest'opera di penetrazione tra le masse popolari inizialmente lenta divenne,

con gli anni Cinquanta, un'inarrestabile movimento d'opinione, culturale e

politico, che mirava tout court alla presa del potere mediante la tecnica del

colpo di Stato di cui sarà maestro, qualche anno dopo, il Gen. Abdel Karìm al

Qassem.

E' da sottolineare come molti dei quadri dirigenti della prima ora erano

passati dalle fila dell'Istiqlàl ("Indipendenza") un partito politico iracheno

che aveva avuto un notevole seguito durante il periodo bellico e si nutriva di

ideali nazionalisti panarabi e da una decisa connotazione anti-britannica e

anti-imperialista che lo avvicinarono alle forze dell'Asse durante il periodo

della reggenza del Quadrato d'Oro di Rashid al Kailani.

Fra i primi organizzatori destinati ad assolvere dal 1951 un compito assai

rilevante per circa 8 anni all’interno del nuovo partito del Ba'a, ricordiamo

proprio un “istiqlaliano”, Fu’ād Rikābī, studente d’ingegneria sciita di 20

anni, essendo nato nel 1931 a Nāsiriyya.

La fazione irachena del Ba'ath nacque dopo quella originaria siriana (1947) e

dopo quella giordana sorta due anni dopo.



Il primo Comando Nazionale del Ba'ath fu votato nel marzo 1954 e l’Iraq, il

Libano, la Giordania e la Siria furono rappresentati rispettivamente in base ad

un rapporto 1:1:2:3. Alcuni dati dimostrano la realtà dinamica di un movimento

che, proprio relativamente all'instaurazione del suo consiglio direttivo

(Comando Nazionale) rimase per molti anni (compresi tra il 1954 e il 1970) la

forza popolare più incisiva del Vicino Oriente con una penetrazione lenta ma

costante in tutti i gangli politici, amministrativi e decisionali dell'Iraq e

della Siria dove infine prenderà il potere con due rivoluzione 'sorelle' e,

insieme, avversarie.

Rivoluzioni che hanno, da allora, visto marciare divisi i due regimi

ba'athisti al potere in Iraq e Siria: da un lato Saddam Hussein iniziava

l'accentramento del potere attorno alla sua persona ed al clan sunnita di

Tikrit; dall'altro lato Hafez el Assad proponeva una propria leadership

carismatica fondata essenzialmente attorno al nucleo alawita; i due partiti si

erano già divisi per programmi e indirizzi ideologici (accettando il marxismo-

leninismo i siriani e perseverando nel tradizionale panarabismo nazionalista

gli iracheni) e i due Stati avrebbero da allora condotto politiche anti-

imperialiste seguendo propri indirizzi storici, interessi geopolitici e

militari condizionanti inevitabilmente le scelte e le strategie che portarono

la Siria ad intervenire contro l'espansionismo israeliano nel vicino Libano (di

cui rivendicava storicamente l'unione alla madre-patria siriana) e l'Iraq alla

disastrosa avventura bellica contro l'Iran (avvertito come estraneo alla

nazione araba in quanto "persiano" e alla sua maggioranza confessionale sunnita

in quanto "sciita").

Attualmente il partito Baath, ufficialmente disciolto in Iraq, in realtà conta

ancora quattro milioni di membri ed è in ottimi rapporti con l’omonimo partito

fratello in Siria contrariamente a quanto abbia sostenuto, non da oggi, la

propaganda occidentale che ha forzatamente e pretestuosamente alimentato le

diversità tra le due fazioni ba'athiste per i propri interessi neo-

colonialistici.

A questo proposito occorre sottolineare come numerosi sono gli esponenti del

Consiglio di Governo Iracheno (IGC) che si trovavano in Siria prima della

guerra.

Il riavvicinamento delle relazioni tra Irak e Siria ha progressivamente

prodotto anche il nuovo corso del Ba'ath irakeno che da Damasco viene tollerato

e sostenuto dalle locali autorità sempre attente alle vicende del vicino da

quando, nella primavera 2003, l'Irak finì sotto occupazione militare

americana.



Oggi a distanza di sette anni dalla scomparsa del regime saddamista e con un

paese ancora sotto occupazione i vecchi dirigenti del Ba'ath irakeno sono

ricomparsi pubblicamente per avviare un "nuovo corso" come ha spiegato Ghazwan

Qubaissi, numero due della formazione di cui rimane leader l'ex governatore di

Mossul all'epoca di Saddam quel Mohammad Yunes al-Ahmad che figura tra i

principali sospettati di terrorismo dall'attuale esecutivo filo-americano che

governa il paese.

Secondo Qubaissi esistono le prospettive per una pacificazione responsabile

del paese e a questo scopo - parlando dinnanzi a oltre 500 militanti (ex

dirigenti e semplici simpatizzanti di quello che fu un tempo il partito più

potente del Vicino Oriente e l'unica voce dell'Irak - "abbiamo avviato le

trattative per la rifondazione del partito". Secondo Qubaissi "non esistono

differenze tra i membri del Ba'ath che operano a Damasco e coloro che

combattono in Iraq una battaglia di libertà. Tutti infatti stiamo contribuendo

alla liberazione del nostro paese". Riferimento dovuto a Ezzat Ibrahim al Duri,

all'epoca numero due di Saddam Hussein e il più alto grado fra gli ex militanti

Ba'ath ancora a piede libero e ricercato dalle forze d'occupazione oramai da

oltre sette anni. Qubaissi ha accusato i nuovi politici irakeni di essersi

venduti alla "democrazia importata" e di "aver deviato dalla riconciliazione

nazionale" estromettendo dalle nuove leve del potere gli ex ba'athisti e tutti

i quadri dirigenti nazionalisti dell'era Saddam.



Questa accusa arriva dopo che, alle ultime elezioni del paese dello scorso 7

marzo, la Commissione Giustizia aveva estromesso oltre 500 candidati dalle

legislative perchè sospettati di appartenere a formazioni della resistenza e

per il loro passato ba'athista.

Diversi funzionari del Ba'ath irakeno abbandonarono immediatamente il paese

dopo l'arrivo degli americani e , anche in seguito, raggiunsero la vicina

Siria. Ricordiamo come all'indomani dell'ennesimo attentato nell'agosto scorso

Irak e Siria vennero ai ferri corti per le accuse reiterate del governo di

Baghdad al vicino siriano di ospitare elementi compromessi con il terrorismo.

La Siria, dal canto suo, ha sempre negato qualunque responsabilità e ha

ribadito che sono le centrali di propaganda del nuovo regime irakeno che

cavalcano accuse infondate favorite dagli occupanti statunitensi. Secondo i

dirigenti siriani esiste una regia americana dietro alle accuse irakene:

Damasco ha ribadito anche recentemente - per la questione dei presunti missili

Scud inviati in Libano a Hezb'Allah - che "Washington intende alzare il tono

della polemica" pretestuosamente e utilizza l'opinione pubblica internazionale

per screditare la Siria. "Queste accuse sono ridicole" è stato più volte

sostenuto dai siriani che hanno peraltro sottolineato come l'attuale

amministrazione americana inizi a "trattare la Siria analogamente a come

trattava ieri l'Irak di Saddam". Propaganda che nessuno intende nè avallare nè

prendere sul serio se non nascondesse ovviamente la strategia

dell'accerchiamento e quella di tentare un isolamento diplomatico e

internazionale del governo Assad reo, agli occhi dell'America, di mantenere

l'equilibrio di forze nel Vicino Oriente per la sua alleanza con la Repubblica

Islamica dell'Iran e il suo sostegno alle resistenze palestinesi e libanese.

Tra l'altro le accuse americane di presunti rifornimenti di missili scud a

Hizb'Allah sono state clamorosamente smentite anche dal Gen. Alberto Asara

Cuevas, spagnolo attualmente al comando dell'UNIFIL operante nel paese dei

cedri, il quale ha sostenuto che non esistono arsenali missilistici in Libano.





Appare ovvio che qualunque analisi in merito all'influenza che potrebbero

esercitare gli ex ba'athisti irakeni nel quadrante geopolitico e strategico

vicino orientale sia al momento assolutamente avventata: anche limitandoci al

solo Irak questa riorganizzazione dovrebbe innanzitutto trovare un accordo di

massima con le autorità al potere a Baghdad. Accordo che ovviamente appare una

chimera fintanto che proseguirà l'occupazione militare statunitense e verranno

favoriti il clientelismo e il faziosismo religioso ed etnico di quei gruppi

maggiormente legati alle forze d'occupazione statunitensi che continuano a

pilotare ovviamente a loro favore la situazione irachena.



Appaiono invece chiare proprio da questo punto di vista le reiterate accuse

rivolte dall'amministrazione Obama, che in questo persegue l'identico obiettivo

della precedente diretta dal guerrafondaio Bush e dai neocons del partito

repubblicano, contro Damasco. Le relazioni bilaterali siro-irachene sono una

nota dolente per gli obamisti - con particolare riferimento al segretario di

Stato USA, Hillary Clinton, che non ha perso occasioni e palcoscenici per

invitare la Siria a rompere i suoi rapporti con Teheran pena rappresaglie anche

militari alle quali Washington continua a propendere per tutte quelle nazioni o

movimenti rivoluzionari che si oppongono al loro disegno di

normalizzazzione/democratizzazione, o meglio americanizzazione, dell'area.



La politica statunitense nei confronti della Siria non è modificata rispetto

all'epoca Bush: Washington tende a mantenere alta la pressione nei confronti di

Damasco come si è visto recentemente con la conferma delle sanzioni economiche

prorogate dal presidente Obama. La proroga delle sanzioni americane contro la

Siria è stata presa sulla base delle reiterate accuse di "aiuto alle

organizzazioni terroriste e la sua ricerca di armi di distruzioni di massa e

missili.". Mossa quest'ultima che deve intendersi più come un vero e proprio

tentativo di staccare la Siria dall'Iran che da una effettiva volontà di

inasprire un contenzioso che, per quanto riguarda gli americani, oramai

continua da cinque anni a questa parte senza sosta.



Il presidente Obama ha dichiarato che la Siria "rappresenta un grande pericolo

per gli Stati Uniti" (...il che è tutto un dire...), anche se ha ammesso che il

governo siriano ha fatto dei miglioramenti nella lotta al terrorismo. Le

sanzioni vennero imposte da George Bush, nel 2004, dopo che il Consiglio di

Sicurezza delle Nazioni Unite intimò a Damasco il ritiro del suo contingente

militare dal Libano (avvenuto nella primavera 2005), e prevedono la restrizione

delle esportazioni statunitensi verso la Siria. In aggiunta, i siriani non

possono navigare liberamente sul web tanto che non possono accedere al

programma open-source SourceFourge, al social network Linkedin e al browser

Google Chrome.



E' in questa situazione di perenne instabilità generata dai ricatti

dell'imperialismo statunitense che si devono inquadrare e positivamente

rilevare la visita dell'ottobre scorso a Damasco del leader del Consiglio

Supremo della Rivoluzione Islamica in Iraq (SCIRI) , Abdel Halim Khaddam al

Hakim il quale ribadì che "la Siria svolge un ruolo importante nella

ricostruzione dell'Iraq" richiedendo ai dirigenti siriani di operare “per

rafforzare i rapporti tra il popolo iracheno e quello siriano” e di “sostenere

lo sforzo del popolo iracheno per recuperare l’indipendenza, la sovranità e la

stabilità”. A Teheran è stato inoltre reso noto che l’Iran darà alla Siria

tutta l’assistenza che occorre nel caso in cui l’Accountability Act comporterà

delle sanzioni USA contro Damasco. I due governi a questo punto coordinano

molto strettamente ogni iniziativa e la 'connection' irano-siriana pro-Irak

ovviamente è fonte di notevole preoccupazione ai piani alti dell'Establishment

statunitense.


Link alla pagina:
Italia Sociale (http://www.italiasociale.net/alzozero10/az150510-3.html)

Lupo
26-05-10, 17:38
APOCALISSI PROSSIME FUTURE…
25/05/2010
… UN ‘GIOCO’ AL MASSACRO ALLE PORTE…
…MA ANCHE SE TUTTI NOI NO!

di Dagoberto Husayn Bellucci (25/05/2010)

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( Ligabue – “A che ora è la fine del mondo” – album “A che ora è la fine del
mondo” 1994 )


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( Vasco Rossi – “Buoni o cattivi” – album “Buoni o cattivi” 2004 )

Al di là del riduzionismo meccanicista sistemico e dell’individualismo
assuefante e ‘confortante’ il quieto vivere che hanno determinato un
superamento delle ideologie ed una deriva esistenziale e militante che
riducendo le ‘estreme’ a mera rappresentanza di sè, spesso a testimonianza
indegna di un passato diventato trapassato remoto e oggettivamente ‘avvertito’
quale ‘antiquariato politico’ dall’opinionismo sinagogico-sistemico alias “la
gente” – soggetto indefinito, indefinibile e ‘saggiamente’ creato
artificialmente per ‘determinare’ il sondaggismo spastico-kippizzato che tanto
‘piace’ ai moderni …(ci si ‘dilettano’ con ‘sondaggi’ e ‘proiezioni’ i peones
berlusconiani, i ‘kahalici’ opinionisti alla Mannehimer, i pippeggiamenti
televotanti delle varie De Filippi, internauti virtuali in astinenza e le
infinite schiere di massaie stanche e assenti mentre ‘zappeggiano’ con il
telecomando alla ‘cerca’ di una telenovela, dell’ultimo reality o delle
televendite promozionali dei canali privati…tutto è un sondaggio e tutte le
opinioni fanno ‘brodo’ nella società del nulla massificata contemporanea…
all’”ameregana”…) – restiamo, più o meno ‘romanticamente’, saldamente
ancorati ad una concezione del mondo e della vita che trascenda la finzione
sistemico-rappresentativa dell’oligopolio capitalistico denominato ordinamento
democratico il quale favorisce l’affermazione degli interessi mercantilistico-
economicistici del partito unico della borghesia sapientemente ramificato nelle
diverse ‘sigle’ elettoral-partitocratiche ‘concorrenti’ , tutte,
all’edificazione della lottizzazione di idee culturali ‘veicolate’ dai moderni
strumenti di condizionamento di massa informatico-televisivi (…lo ‘spaccio’
delle coscienze…) ai quali sarà affidato il compito di presiedere al
condizionamento dei meccanismi del pensiero contemporaneo conformista dal quale
verranno partoriti gli usi e i costumi, le mode e le ‘opinioni’ necessarie per
l’addomesticamento depauperizzante che ‘cloroformizzerà’ – castrazione
cerebrale di massa – le invertite comparse del terzo millennio….dopo gli
esperimenti ‘ovini’ siamo vicinissimi alla clonazione umana…(…la famosa
pecora Dolly in confronto a quanto ci riserverà il futuro prossimo venturo sarà
un pallido ricordo…siamo già all’uomo-incinto ovvero la scienza dell’ibrido e
dell’orrore… “in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore”
legittimamente affermava oltre trent’anni or sono Franco Battiato…sul ponte
sventola bandiera bianca…’resa’ senza condizioni…l’umanità ‘galleggiante’ -
come gli stronzi – su mari inondati di escrescenze putride….a paragone di
quanto accade oggi il diluvio universale assume le dimensioni di una mezza
mareggiata davanti alla terrazza Mascagni sul lungomare labronico….gli
‘schizzi’ non arrivano nemmeno a sfiorare il gazebo…).
Il Sistema Mondialista ovvero, parafrasando le risoluzioni strategiche delle
Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente, lo Stato Imperialista delle
Multinazionali (S.I.M.) contro il quale occorre l’edificazione di movimenti di
resistenza ‘reali’ al di là del virtuale dominante e dell’indifferenza di
massa….’impresa’ sostanzialmente titanica considerati i rapporti di forza
permanenti e il livello di coscienza politico-culturale che oramai caratterizza
l’informe agglomerato umano dei belanti contemporanei.
Abbiamo sentito solerti assessori delle formule geopolitico-strategiche
definire la politica internazionale come “scienza” da ‘analizzare’ con
metodologia…’strana’ attitudine, oltretutto se considerassimo da quali
pulpiti si calano simili definizioni, che – dispiace sottolinearlo – non ha
alcuna valenza laddove si intenda la Politica – quella con la ‘P’ maiuscola -
come l’arena di combattimento di forze (politico-culturali, socio-economiche,
teo-ideologiche e etnico-razziali) contrapposte miranti , nè più nè meno, il
predominio più o meno assoluto… Non c’è niente di ‘scientifico’ nella natura
del Potere e in quella dei rapporti internazionali…così’ come non esiste
alcuna ‘metodologia’ inerenti la prassi determinata dai diversi soggetti
politici per la conquista del potere. Queste divagazioni le lasciamo ai vetero,
ai post o ai neo-marxisti…per i quali tutto è scienza e tutto, alla fine, si
risolve nell’economia e per l’economia…La geopolitica è l’insieme delle
dinamiche di evoluzione, sviluppo e decadenza di uno Stato in relazione con
altri Stati. In ultima analisi infatti è sempre, e soltanto, di rapporti di
forza dei quali si parla ogni qualvolta si intenda ‘analizzare’ sia la politica
nazionale di uno Stato (i rapporti istituzionali, la conflittualità dei
partiti, la sfera d’influenza degli attori ‘comprimari’ – siano i sindacati o
la confindustria, le aziende multinazionali o i trust’s lobbistici – i quali
nelle moderne democrazie assurgono a fattori determinanti le linee-guida la
politica di una nazione) sia le relazioni internazionali fra i diversi
Stati…. E laddove è politica esiste una conflittualità quindi rapporti di
forza e , necessariamente, un ‘tasso’ più o meno elevato – a seconda delle
caratteristiche specifiche del paese/partito/movimento oggetto dell’analisi -
di partecipazione collettiva alle vicende e agli sviluppi della vita
politica….’questa’ è la ‘sfera’ emotiva che , da sempre, ha ‘fascinato’ le
masse…. e questa, almeno così dovrebbe essere, la realtà di ogni
contrapposizione politica: aspra, violenta, dura, determinata, decisiva.
Altrimenti, escludendo il peso della politica si deve, giocoforza, ricadere
nell’analisi marxista e quindi nella sola sfera economica…la quale potrà
spiegare qualcosa, potrà capitalizzare le analisi e eventualmente identificare
le variabili ma non sarà mai in grado di comprendere nè valutare adeguatamente
i fattori emotivo-ideologico-politici che modificano eventi e strutture in
funzione di e per obiettivi superiori (…dinamiche verticali di formazione e
sviluppo della politica in contrapposizione a quelle orizzontali e livellatrici
dell’economia…).
Ciò che chiamiamo Politica è l’insieme di sentimenti, passioni, ‘tifo’ che
sono immesse nei rapporti di forza tra due ‘duellanti’….Un pò come allo
stadio…un pò come in guerra…senza slancio emotivo, senza passione e senza
violenza la politica non esiste…esiste il suo surrogato che è quello,
appunto, creato ad hoc dal Mondialismo ovvero la sublimazione dell’ideale e
dello spirituale nella sfera economicistico-materialistica dell’esistenza…le
‘guerre commercial-mercantili’ del chi ha più navi, missili, aziende, operai e
fabbriche ‘vince’…. Non che navi, missili, aziende, operai e fabbriche non
siano sostanziali quando si voglia prendere in esame la realtà dei rapporti di
forza di due o più soggetti nazionali ma…non sono tutto…nè lo saranno mai!
Senza l’ardore eroico, lo slancio patriottico, la passione ideologica e la
violenza politica (…’rileggetevi’ Sorel…) non sarebbero minimamente
pensabili nè ammissibili le guerre ed i conflitti i quali – come ricordava quel
maestro di tattica e strategia militare che fu il Von Clausevitz – non sono
altro che la continuazione con altri mezzi della politica…
Si prenda in considerazione la Germania nazionalsocialista…..superiore
ascetica metafisica forma spartana del XXmo secolo…( “Renè Guènon più le
divisioni corazzate” come sarà definito il nazionalsocialismo da due autori
‘occultisti’ che, fra i primi (1), ‘indagheranno’ il fenomeno dell’ascesa
hitleriana al potere da un’ottica prevalentemente demonizzante ) …pensate
forse che Hitler avrebbe ‘fascinato’ 70 milioni di tedeschi senza il
Fuhrerprinzip e l’avvento di un Reich millenario fondato su quello che,
lucidamente, Rosemberg definì come “il mito del XXmo secolo” ma semplicemente
dicendo loro ” armatevi fratelli, andate al fronte e combattete per i Krupp
altrimenti patiremo la fame”?
Si consideri la stessa Unione Sovietica “rivoluzionaria” del giudeo-
bolscevismo…ai miti internazionalisti propri del marxismo ‘scientifico’ il
“Maresciallo” Stalin unì la retorica della “guerra patriottica” per salvare
capra e cavoli di un impero costruito sul sangue dell’odio di classe e sullo
sterminio sistematico di milioni di “contro-rivoluzionari” (…che poi tali non
erano..anzi..semplicemente rappresentavano quelle classi medie che, per un
motivo o l’altro, i bolscevichi avevano preventivamente deciso di eliminare o
le nazionalità “scomode” alla politica insostenibile di pianificazione totale
che avrebbe rilanciato la sgangherata macchina produttiva sovietica a costo di
indicibili sacrifici…’altrui’ ovviamente…come si dice…’facile’ fare il
frocio con il culo degli altri!….bontà ‘loro’ questi erano i dirigenti
bolscevichi…).
Si guardi infine anche agli stessi Stati Uniti d’America…la demoplutocrazia
occidentale per eccellenza…quando ‘occorre’ (e da quando i ‘vaccari’
dell’Ovest sono ‘scesi’ in campo per il dominio planetario…dalla prima guerra
mondiale in poi…è purtroppo ‘occorso’ diverse volte) ai ‘bei principi’
democratici e alle favole “liberatrici” pure loro hanno dovuto mobilitare la
enorme macchina propagandistica per ‘disegnare’ stereotipi razzisti e
classisti….(dal crucco crociuncinato al comunista trinariciuto, dal ‘muso
giallo’ …prima giapponese poi indocinese…all’arabo fanatico e, più o meno,
‘pazzoide’…quante volte avete ‘visto’ i film di propaganda hooliwodiana
utilizzare questi stereotipi in decine, centinaia, migliaia di occasioni? E
quante volte queste fisime hanno proiettato nell’immaginario collettivo
mondiale sentimenti d’odio – e di paura – che hanno favorito gli interventi
yankee nei quattro angoli del pianeta…rafforzando nel contempo l’immagine dei
“liberatori” d’oltreoceano…buoni, belli, forti, tolleranti e – che diamine! -
liberatori e democratici gli americani… tutti dei ‘combattenti’ indomabili
questi ‘marines’…tutti dei Chuck Norris in sedicesimo….che
‘film’…’appunto’…finzioni cinematografiche e nient’altro …buone comunque
per mietere consensi alla causa americana)…il che ci riporta ad un
‘delicatissimo’ problema….quando ‘serve’ al di là delle ‘ciarle’ più o meno
materialistico-economicistiche si deve dare a chi combatte (al fronte come
dietro le linee, alla propaganda come all’opinione pubblica) idee-forza per le
quali morire…il ‘resto’ sono – appunto – ovvietà indegne persino di essere
‘discusse’ (nessuno può seriamente pensare che i conflitti si generino dal
‘caso’ e non siano sovra-ordinati e studiati proprio per rispondere ad esigenze
di natura economica).
Il Sistema del Mondialismo per come si presenta e palesa è una abilissima,
funzionalissima e oliatissima macchina per la fabbricazione di finzioni. La
società contemporanea del monopolio mercantilistico-finanziario, che proietta
immagini imbellettate ad arte di sè e del suo benessere materiale, vive di un
riciclo continuo di menzogne: da quelle storico-propagandistiche (si pensi
all’”olocausto ebraico”, alla fola dei sei milioni di ‘poveri’ ebrei gasati e
alla lucrosa attività di sciacallesca ‘monetizzazione’ delle presunte/pretese
vittime operata fino ai giorni nostri dai centri nevralgici del sionismo
internazionale) a quelle massmediali, da quelle relative alla cultura (una
cultura a senso unico, pensiero unico neo-liberista dominante…c’è posto solo
per chi ha il ‘pedigree’ ideologico in ‘ordine’…internazionalismo,
progressismo, scientifismo, materialismo di ogni risma sono – ad ogni
latitudine e sotto ogni ‘bandiera’ – benvenuti…qualunque altr’idea viene
tacciata immediatamente di razzistico-reazionaria, oscurantista, retrograda
quand’anche non dichiaratamente assolutamente criminosa qualora si propugni
superiorità razziali o confessionali, etniche o religiose…insomma lo si
voglia o meno l’accusa di “fanatismo” e “estremismo” è sempre lì, pronta dietro
l’angolo, fa capolino in qualsiasi modo, vorrebbe imporre la sua verità -
illuministico-massonica-pacifinta – e pretendere severe sanzioni dei
‘colpevoli’ di lesa maestà ideologica) a quelle inerenti la spiritualità (che
ovviamente si pretende portatrice di messaggi umanitaristico-salvifici
possibilmente privatistici ovvero la ‘New Age’ …non una rivelazione di verità
ma…un pout-pourri, una melassa informe e amorfa, un crogiulo indistinguibile
di appelli più o meno credibili ad un auspicato, massonicissimo,
onnicomprendente “volemose bene”) passando per i quattromiliardi e
cinquecentoventisettemilioni di mea culpa e genuflessioni di ogni categoria e
al rinnegamento ‘militante’ di tutte le bandiere, le fedi, le storie…’sport
nazionale’…anche ‘internazionale’ volendo di masse informi e amorfe private
di qualsivoglia facoltà…a ‘malapena’ sanno usare ancora un telecomando…
anche se, come sempre, sono gli ‘altri’ a decidere che ‘spettacoli’ farvi
vedere….
“Estremismo” che poi qualche solerte imbecille ( di quelli che – per
intendersi – scarabocchiano fiumi d’inchiostro dalle colonne di “Libero”, del
“Giornale” da un lato della ‘barricata’ politica ‘destro’ o del “Fatto
Quotidiano” o di “Repubblica” dall’altro versante, il ‘sinistro’…bipolarismo
sistemico ) vorrebbero ricondurre all’anti o al pro-berlusconismo…come se
Berlusconi rappresentasse qualcosa di più o di diverso del semplice
“amministratore” (delegato della fazione ‘destra’ del partito unico della
borghesia) e dell’”esecutore” di direttive ‘altre’…
Quindi occorrerà essere chiari, netti e categorici: noi siamo la “chiesa di
tutte le eresie” (per dirla con Benito Mussolini), il Fascismo originario,
socialista e nazionale, rivoluzionario e repubblicano di San Sepolcro è un’idea
radicalmente, totalmente, rigorosamente avversa a tutto il mondo moderno, alle
demoplutocrazie capitaliste, al modello social-marxista, all’internazionalismo
sotto ogni bandiera esso si ripresenti (…internazionalismo che non ha niente
a che spartire ovviamente con la visione universalistico-imperiale di quelle
manifestazioni conformi alla Tradizione informale venute alla luce nel corso
della storia…), ai principi giacobini dell’89, a tutto il mondo della
massoneria cosmopolita, all’Internazionale dei mercanti affaristico-
finanziaria, al Giudaismo ovunque si annidi.
E se qualche altrettanto solerte idiota aveva pensato che fossimo ‘altro’ ,
che fossimo ‘sinistri’ o ‘destri’ a seconda di ciò che stoltamente veniva
percepito per fini ed obiettivi che non ci appartenevano dunque rimettiamo le
‘idee’ al suo posto: “”È inevitabile che in questo mondo di sfruttatori e di
sfruttati non sia possibile alcuna grandezza che per ultima istanza non abbia
il fatto economico. Vengono bensì contrapposte due specie di uomini, di anni,
di morali, ma non occorre avere molto acume per accorgersi che unica è la
sorgente che le alimenta. Così è anche da un medesimo tipo di progresso che i
protagonisti della lotta economica traggono la loro giustifi cazione. Essi si
incontrano nella pretesa fondamentale di essere ognuno il vero autore della
prosperità sociale per cui ognuno è convinto di poter minare le posizioni
dell’avversario quando riesce a contestargli ogni diritto di presentarsi come
tale.” La ragione fondamentale che ci ha indotto a convocare questo Congresso è
determinata dal profondo convincimento – mio e vostro – che il momento presente
imponga alla nostra organizzazione l’esigenza di “serrare i ranghi” attorno ai
motivi centrali della nostra idea della vita e del mondo. L’esigenza, in primo
luogo, adi riconoscere quali siano realmente i piani di riferimento, i cànoni
da cui derivare la nostra presenza politica – di scorgere la direzione ideale
da assumere. In secondo luogo – o, meglio, conseguentemente e simultaneamente -
, l’esigenza di articolare in uno schieramento elastico, agile, senza
complessi, senza inibizioni – in una parola: spregiudicato -la nostra
vocazione, la nostra volontà di lotta politica.” (2)
Niente di più ma niente di meno…quelle che saranno le linee programmatiche
rivoluzionarie ‘tracciate’ da Freda nella “Disintegrazione del sistema” sorgono
da una visione metapolitica che ha identificato nella società moderna, in tutte
le sue forme e manifestazioni, il nemico da abbattere. La programmazione
teoretica del soldato-politico antagonista al Nuovo Ordine Mondiale,
trascendendo il piano della realtà contemporanea e muovendo sulle coordinate
originarie pre-esistenti del mondo della Tradizione, dovrà concretizzarsi in
una nuova sintesi fanaticamente consapevole di ritrovarsi a combattere nella
quotidianità contro un mondo ostile, avverso e avversato: la società degli
‘altri’, il mondo politico-economico e socio-culturale costruito dagli ‘altri’,
il sistema di potere e di sfruttamento dell’uomo che ‘altri’ hanno creato,
‘altri’ dirigono, ‘altri’ hanno l’ambizione di difendere e custodire…La
società borghese di massa, capitalistico-consumista, non è il nostro mondo; non
ci appartiene idealmente, politicamente, culturalmente e – soprattutto -
spiritualmente. Se qualcuno ‘ambisce’ a viverci affari suoi…L’obiettivo
principale del soldato-politico antagonista resta la disintegrazione del
sistema, il suo sradicamento totale, la tabula rasa del mondo borghese
moderno….senza ma e senza se!
Occorre dunque la coscienza di combattere una guerra di logoramento….dura,
lunga, infinita, terrificante…una guerra quotidiana contro tutto e tutti
senza risparmiare colpo, senza arretrare di un centimetro se non per re-
impostare ripartenze conformi e assestare nuovi colpi. Una guerra di
liberazione nazionale certo. Una guerra di ribellione sociale per restituire
dignità e onore ad un popolo-bue soffocato e imbecillito da sessantacinque anni
di coca-colonialismo a stelle e strisce. Occorre una rivolta nazionale e
sociale. E’ necessario ribellarsi perchè la ribellione è il primo dovere di
ogni individuo che aspiri alla propria libertà: noi europei viviamo da
sessantacinque anni nel mondo degli ‘altri’, soffocati in casa nostra dalle
politiche socio-economiche e finanziarie imposteci dagli ‘altri’, debilitati
dalle direttive di ordine culturale e dai modelli di riferimento che ci sono
stati instillati da ‘altri’. L’Europa ha bisogno oggi come mai di ribelli, di
soldati-politici consapevoli, di eversori dell’ordine costituito: “Il Ribelle,
dunque, deve possedere due qualità. Non si lascia imporre la legge da nessuna
forma di potere superiore nè con i mezzi della propaganda nè con la forza. Il
Ribelle inoltre è molto determinato a difendersi non soltanto usando tecniche e
idee del suo tempo, ma anche mantenendo vivo il contatto con quei poteri che,
superiori alle forze temporali, non si esauriscono mai in puro movimento. A
queste condizioni, potrà affrontare il rischio del passaggio al bosco.” (3)
A chi serve, a che cosa servono, a quali obiettivi risponderebbero dunque la
difesa dell’ordine costitutivo, l’invocazione di leggi più o meno d’emergenza
inerenti l’ordine pubblico (anche in funzione anti-immigratoria) quando ciò
precluderebbe definitivamente una piena consapevolezza del ruolo e della
funzione dell’antagonismo radicale? L’immigrazione è un problema….e su questo
non abbiamo dubbi…ma un problema prodotto, voluto, fomentato e foraggiato da
chi? E per conto di chi? E soprattutto a vantaggio di chi? ….Sono affari
‘loro’…degli ‘altri’…del mondo degli ‘altri’. E’ vero: a pagarne i costi è
tutta la società. A pagarne i costi sono il popolo e le fasce più deboli di
questo popolo. Ma nella malaugurata ipotesi che domani masse di immigrati
conquistassero la maggioranza nell’Europa ‘bianca’ e decidessero un’assetto di
potere diverso dal presente, una riorganizzazione delle strutture di potere
interne alla società capitalistica, sarebbe la scomparsa – pur sempre – del
mondo borghese, della società degli ‘altri’, del sistema che ha permesso questo
meticciato e che paga dazio alle sue politiche di sconcertante
internazionalismo terzomondista!
Volete buttare qualche immigrato a mare? Benissimo….iniziate pure! Non è
affar nostro nè ci interessa quale sarà, domani, il ‘risultato’….non è
questione di ‘ottusità’ o di magnanimità, terzomondismo o cripto-comunismo (…
cripto che? ma quando? ma chi? …)….è semplicemente la constatazione che -
da ‘difendere’ in ‘giro’ (ma ci siete andati in ‘giro’ per una qualunque città-
cittadina-borgo del ‘belpaese’?) ci sia ben poco, quasi niente…anzi
sicuramente niente che meriti “difese” dell’”Occidente” – non c’è niente da
salvare se non un potere, un sistema di potere e una struttura di potere che,
da oltre sessant’anni, ha coniugato l’antifascismo più o meno militante con la
democrazia, svendendo sovranità nazionale, dignità nazionale, identità
nazionale….E di ‘razze’ da ‘difendere’ non se ne intravede nemmeno l’ombra…
al massimo feccia…feccia ‘tricolored’ – meticciato levantino eredità di
ondate secolari di immigrazioni commistionanti – e feccia ‘allogena’…. E non
sia mai che ci si accusi di scarso “patriottismo” laddove ci riferiamo,
indistintamente, alla ‘feccia’ tricolore: già i rapporti della polizia di Jew
York dei primi anni del Novecento parlavano – nei documenti rinvenuti
dall’ufficio doganale per l’immigrazione di europei – degli italiani ponendosi
il dubbio che fossero realmente europei (troppo bassi, malnutriti, scuri di
carnagione e neri)…. Già i nazionalsocialisti, nel varare la loro
legislazione razziale a Norimberga, avevano provveduto a sanzionare qualsiasi
rapporto carnale tra appartenenti alla stirpe germanica e italiana (e i
matrimoni tra tedeschi e italiani vennero di fatto proibiti) …Questi,
‘signori’, sono fatti e dati storici. Poi qualora si volesse parlare di
“sfiguramento razziale” o “meticciamenti etnici” siamo d’accordo che il rischio
c’è e che ciò possa realizzarsi (magari nell’arco di qualche generazione). Ma
anche questa è questione di ‘identità’ e di ‘spirito razziale’: ammesso e non
concesso che si riesca a ‘ributtare’ a mare l’insieme multicolored presente e
deambulante in ogni dove dalle alpi alla sicilia ….sarebbe pur sempre da
rifondare uno spirito su basi razziali che, da settant’anni oramai, è
assolutamente assente. Ovvero se anche non esistessero gli immigrati resterebbe
il ‘problema’ delle tante “senorita’s” che, per interesse o ‘diletto’,
troverebbero la via dell’alcova ‘compagnate’ dal metecio di turno….E non
dimenticandoci dell’eterno problema del sangue d’Israele ‘abilmente’ consumato
da ebrei, mezzi-ebrei e giudaizzanti di ogni risma contraenti matrimoni
‘bastardi’…. Anche questo è aspetto da tenersi in considerazione qualora si
voglia affrontare seriamente la Questione della ‘Razza’.
Dunque occorre parlar chiaro: nè con gli immigrati (tutti gli immigrati) nè
con i degradati italioti contemporanei nè – soprattutto – con questo Sistema! E
occorre parlar chiaro su un altro punto essenziale: a chi ci accusa di
‘sinistre’ fascinazioni rispondiamo con le parole pronunciate in occasione del
Congresso di Norimberga nel 1935 dal ministro della propaganda
nazionalsocialista tedesca dr. Goebbels: “Ai primi d’agosto di quest’anno, uno
dei più autorevoli giornali inglesi pubblicava, col titolo “Due dittature” , un
articolo di fondo nel quale si faceva il tentativo – tentativo ingenuo e
totalmente vano di fronte alla realtà effettiva – di additare le pretese
analogie manifeste tra il bolscevismo russo e il nazionalsocialismo germanico.
(…) L’autore del suddetto articolo riteneva di poter affermare che, oggi, i
due opposti estremi del bolscevismo e del nazionalsocialismo “sventolano su
regimi che, affini nella loro struttura essenziale, sono identici in molte
delle loro leggi, che ne costituiscono le colonne maestre. Quindi una
somiglianza crescente.”. Lo scrittore affermava inoltre: “In entrambi i paesi è
istituita la medesima censura sull’arte, la letteratura e naturalmente la
stampa. Eguali la guerra contro l’intelligenza, gli attacchi alla religione e
l’ostentazione di miriadi di armati, così sulla Piazza Rossa come sul
Tempelhofer Feld.”. Con finto stupore egli rilevava: “il fatto strano e
spaventoso che sia possibile educare due nazioni, un tempo tanto diverse, ad un
tipo d’organizzazione sì disperatamente simile, e di costringervele a forza.”.
Come vedete: tante parole, tante sciocchezze. L’anonimo scrittore non si è
nemmeno dato il fastidio di studiare i principi essenzialissimi e fondamentali
nè del nazionalsocialismo, nè del bolscevismo. Egli si attiene alla mera
esteriorità – …modus operandi tipicamente ebraico…nella stampa e non solo…
e , ‘stranamente’, tipica attitudine rimbalzata tranquillamente nelle ‘estreme’
di ogni colore e ideale dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri…’gente’
che si è immedesimata, nel corso degli anni, con i ‘marines’ , con i militi di
Pinochet ( perchè avevano (sic!) divise simili ai tedeschi…roba da sparargli
in bocca ) , con quelli della DDR comunista (…per l’identico motivo…) o
con i maosti cinesi della rivoluzione culturale… se dovessimo attenerci alle
semplici ‘somiglianze’ saremmo immediatamente da arruolare fra i più sfegatati
‘ultrà’ di ‘tsahal’ e della loro ‘disciplina’ militare….che pure, fra i
‘destri’ ha esercitato tanto tanto ‘fascino’….il ‘fascino del brutto’….
perchè…laddove è ebreo è brutto…laddove è ebreo è capovolgimento di
valori….laddove è ebreo è sovversione….hic et nunc! ndr -, e nemmeno di
questa sa apprezzare e classificare i veri caratteri con quella classica
oggettività giornalistica di cui tanto suole vantarsi la grande stampa
mondiale. (…) Dal canto nostro, cercheremo di scomporre il bolscevismo nei
suoi elementi fondamentali, mostrandolo del tutto smascherato al pubblico
germanico ed europeo. (….) Essi ignorano l’essenziale; mentre, infatti, il
comunismo internazionale cerca di sopprimere tutte le peculiarità di nazione e
di razza, che son date da natura, mentre esso scorge nella proprietà la causa
primissima della decadenza capitalistica dell’economia mondiale, e quella
espropria quindi sistematicamente con un’opera di confisca radicale, svolta con
raffinatezza e brutalità, mentre esso non vuole ammettere il valore della
personalità e si sforza di affogar questa in un vuoto e morto ideolo, la massa;
mentre esso sostituisce ed uccide tutti gl’impulsi idealistici e superiori
degli individui e dei popoli con un ottuso e squallido principio
materialistici; il nazionalsocialismo, invece, scorge nella proprietà, nella
personalità, nella nazione, nella razza e nell’idealismo quelle forze che
sorreggono ogni civiltà umana e la determinano fondamentalmente. Il bolscevismo
mira con piena consapevolezza a rivoluzionare tutti i popoli. Reca in sè una
tendenza aggressiva internazionale. Il nazionalsocialismo, invece, si limita
alla Germania e non è un articolo d’esportazione, nè come idea, nè come azione.
Il bolscevismo nega la religione in linea di principio, radicalmente,
aprioristicamente. Non ravvisa in essa altro che un “oppio per il popolo”. Il
nazionalsocialismo, invece, nella propria tolleranza verso le confessioni,
professa un idealismo deista e trascendentale, che sorge naturalmente
dall’anima della razza. Mentre il nazionalsocialismo inizia un tipo e una forma
nuova della civiltà europea, il bolscevismo è la dichiarazione di guerra della
barbarie internazionale, capeggiata da ebrei, contro la civiltà stessa.” (4)
Il ‘resto’, tutto il ‘resto’, non ‘conta’….non contano l’URSS di Stalin nè
la Cina di Mao, Pol Pot e Ho Chi Min e non hanno rilievo – se non in funzione
anti-imperialistica e di sopravvivenza nazionale dei singoli popoli - le
guerre di liberazione condotte dai partiti comunisti di mezzo mondo. Perchè
questi avvenimenti, sia chiaro, sono seguenti al crollo dell’Europa e alla
disintegrazione-decomposizione delle società europee abilmente, cinicamente e
spietatamente condotte con assoluta abilità dall’Internazionale Ebraica.
Se poi qualcuno aveva qualche dubbio in merito…affari suoi! Non siamo mai
stati nè mai saremo comunisti in quanto, in ultimissima analisi, il comunismo è
un prodotto giudaico, elaborato, teorizzato, applicato e realizzato da crani
ebraici per la sovversione mondiale….
Inoltre occorre sottolineare che se parlare di giustizia sociale, controllo
dello Stato sull’economia, partecipazione dei lavoratori alle imprese o
socializzazione che dir si voglia, controllo dei prezzi e contrasto dei
monopoli questo voi lo chiamate “comunismo” beh…evidentemente qualcuno non ha
capito – o preferibilmente non vuole capire – cosa sia stato il Fascismo…
superamento della visione materialistico-classista marxista e unità
nazionale… Ma questa non è una novità (o se preferite è una novità solo per
chi ha fatto finta di capire o evidentemente non aveva letto ‘bene’)… O,
qualora vi sembrasse ‘utile’ una qualche disamina d’ambienti ideologicamente a
noi lontani anni-luce, ecco cosa scrivevano i compagni internazionalisti agli
inizi degli anni Ottanta quando sostenevano che un esercito “a direzione
proletaria (…) potrebbe nascere anche (…) grazie al lavoro organizzativo
dei comunisti fra i “combattenti delusi, fra i proletari radicalizzati”… -
ovvero si chiedevano in una polemica ‘interna’ – se “potrebbe, cioè, esistere
una direzione proletaria che foss’altro che comunista?” arrivando a sostenere,
per quanto relativo alla situazione palestinese dell’epoca in profonda
mutazione (5), che fosse necessario il sostegno al “carattere rivoluzionario di
quelle lotte anche quando non comportino “la presenza attiva e organizzata di
comunisti” e anche quando, perciò, questa circostanza negativa non lasci adito
ad altra possibilità che non sia quella del raggiungimento di obiettivi
socialmente legati al quadro borghese, ma egualmente rilevanti sotto il
rapporto politico in quanto fattori di indebolimento dei blocchi
imperialistici, al cui interno introducono elementi di frattura e di
attrito….”. Niente da ‘eccepire’….anzi!
Ma torniamo a ciò che abbiamo appena finito di sottolineare: la nostra
alterità al mondo degli immor(t)ali principii, all’egualitarismo,
all’internazionalismo, al mito progressista che si accompagna con quello
evoluzionista, alla selva di ramificazioni che da quel fatidico ’89 si
sarebbero dipanate ideologicamente favorendo, tra l’altro, anche l’utopia
marxista con il suo ‘contorno’ di materialismo più o meno scientifico….
Tutto già scritto, vergato, ritrascritto, ribadito mille e più volte e
inserito lucidamente e profeticamente su quello che rimane, a tutti gli
effetti, il programma di dominio mondiale dell’Internazionale Ebraica ovvero “I
Protocolli dei Savi Anziani di Sion”….Vi ‘piaccia’ o meno ….questo è quanto
abbiamo sempre affermato….se – per esigenze ‘tattiche’ – abbiamo
polemicamente e strumentalmente utilizzato ‘aggeggi marxisti’ – e se ciò
foss’anche avvenuto aveva appunto una esigenza ‘tattica’ in contrapposizione
con le ‘destre’ ed i ‘destri’ di ogni risma e colore…, allora è bene
sottolineare – una volta di più – che il Nazionalsocialismo e il Fascismo
furono ‘altro’ rispetto tanto al giudeo-bolscevismo quanto al giudeo-
capitalismo…
E se al fascismo abbiamo ‘rimproverato’ ( …ci voleva ‘poco’ in fondo… )
una ‘magnanimità’ a dir poco “ottusa” – e sicuramente un approccio
superficiale e assolutamente irresponsabile visti anche gli esiti terminali -
rispetto alla questione ebraica ed al suo affrontamento radicale, al
Nazionalsocialismo (ciò che per noi rimane l’indiscutibile rappresentazione
fascinosa e la massima realizzazione del Fascismo compiuto, organico, totale…
senza se e senza ma..perchè il Nazionalsocialismo non fu solo Idea e Dottrina,
Milizia e Azione fu, principalmente, fede e metafisica apparizione di un ordine
spartano, militare, socio-politico ed economico irradiatisi dall’ultimo sospiro
vitale della Tradizione ario-europea) possiamo solo rimandare chiunque intenda
‘comprendere’ i nessi di causa ed effetto relativi alla sodomizzazione kahalica
alla quale è stato sottomesso il Vecchio Continente all’indomani del più
grande, terrificante e distruttivo conflitto della storia mondiale (…la
Totalkampf crociuncinata condotta con lucida spregiudicatezza dal Fuhrer contro
le potenze bestiali e assassine dell’Occidente e dell’Oriente eterodirette
dall’Internazionale Ebraica…).
Non servono paraplegiche stampelle marxiste per affermare che il Fascismo fu
superiore – per realizzazioni, per storia, per civiltà e per assoluta visione
politica – al marxismo. No ‘cari’ ….non serve alcun “stalinismo metodologico”
per rendere il fascismo “la dottrina più formidabile della storia nelle
realizzazioni assolute”: c’era ed era “assoluto” e assolutamente formidabile il
Nazionalsocialismo – chiamatelo pure ‘super-fascismo’ se vi pare – che dalla
metodologia del rapinatore di banche di Tiblisi non ha niente nè da apprendere
nè da spartire.
Nè ci si venga a raccontare la storiella assurda di un’URSS “antagonista” alle
democrazie occidentali…tutt’al più concediamo ai sovietici di essersi
spartiti l’Europa e il mondo in quel di Yalta assieme ai supercapitalisti
dell’Occidente. L’URSS …la grande “assistita” …l’eterna ‘accattona’ della
politica mondiale (…sul punto di implodere – come riconobbe Lenin fin dal 23
sottolineando l’impossibilità di fuoriuscita del modello bolscevico al di fuori
dei confini russi – e sempre sostenuta dalle ‘palanche’ occidentali…). Una
nazione vastissima e pure ridotta quasi alla fame durante gli sforzi di
collettivizzazione selvaggia imposta dalla “N.E.P.” staliniana. Uno Stato dalle
potenzialità vastissime che, per resistere all’urto cingolato dell’offensiva
tedesca dell’estate 1941, ricorse all’aiuto capitalistico dell’America
rooseveltiana come sottolinea Piero Sella: “Prevedendo a quell’epoca lo scoppio
delle ostilità tra URSS e Giappone, gli Occidentali decisero di aprire una
nuova strada che permettesse di far affluire i rifornimenti alla Russia da Sud
attraverso il Golfo Persico e l’Iran. La neutralità di quel regno era l’unico
ostacolo da superare; a fine agosto ’41, Russi ed Inglesi invadono il paese e
si impossessano dell’importantissima transiraniana da poco ultimata che si
snodava da Abadan sul golfo, fino al Caspio, su un percorso di 1.400 km con 200
gallerie e quasi 2000 viadotti. Attraverso tale itinerario, a soli due mesi
dall’attacco tedesco, prendono ad affluire ai comunisti i generosi aiuti
americani: migliaia di locomotive, di carri armati, di cannoni. Nel settembre
’41 Harriman e Lord Beaverbrook sono a Mosca per prendere nota delle necessità
sovietiche; li accompagna un primo credito di un miliardo di dollari. Il
presidente Roosevelt, in una lettera del 7 marzo 1942, stabilisce che le
spedizioni alla Russia debbano avere la precedenza assoluta, non solo nei
confronti degli alleati, ma, persino, sulle forze armate USA. Nel corso del
conflitto, si mossero per la Russia dai porti americani 2.660 navi che
portarono a destinazione oltre venti milioni di tonnellate di armamenti e
rifornimenti. Di queste navi solo 77 furono affondate. Notevole fu anche la
quantità di rifornimenti che prese il via dai porti inglesi. Churchill
riferisce la spedizione di migliaia di aerei e di carri armati. Considerando
che la Gran Bretagna aveva una produzione bellica superiore a quella tedesca e
un dispendio di mezzi nettamente inferiore, la cosa non deve meravigliare.
Dagli Stati Uniti giunsero ai Sovietici 13.303 carri armati e autoblindo, 8.212
cannoni, 2.328 trattori per artiglieria, 11.000 carri ferroviari, 427.284
automezzi di vario tipo, in prevalenza autocarri. Kruscev, a proposito di
questi ultimi, disse: “Provate ad immaginare come avremmo potuto avanzare da
Stalingrado a Berlino senza questi mezzi. Le nostre perdite sarebbero state
enormi perchè non avremmo avuto possibilità di manovra.” (6).
Ora ciò potrebbe risultare oltremodo “fazioso” proveniendo, lo scritto in
questione, dall’analisi del “destro” (o neofascista o quel che vi ‘pare’…
chiamatelo come volete…ci siamo ‘capiti’) Piero Sella tra i fondatori e
animatori della rivista di approfondimenti storico-culturali de “L’Uomo Libero”
di Milano. Vediamo dunque cosa scriveva, qualche anno prima (…intorno al
Sessantotto o giù di lì…), un “sinistro” in merito alle collusioni
intercapitalistiche tra le democrazie plutocratiche occidentali e l’URSS
(capitalismo di Stato). Analizzando i rapporti intercapitalistici tra blocco
occidentale e blocco orientale nel secondo dopoguerra mondiale e l’assoluta
preponderante supremazia americana rispetto ai ‘rivali’ (…inesistenti….)
sovietici scriverà Arrigo Cervetto, teorico marxista della linea
internazionalista attorno alle cui tesi prenderà vita il sodalizio politico di
“Lotta Comunista”, quanto segue: “Durante la 2a guerra mondiale imperialistica
gli Stati Uniti , che erano il concorrente-predone più forte, stabilirono una
vastissima rete di basi militari in quasi tutti i continenti. Costruirono ben
450 basi con 925 aeroporti nei paesi alleati e nemici, spendendo per la sola
costruzione qualcosa come 2 miliardi e mezzo di dollari. Non solo nessuna
potenza imperialistica era mai giunta a stabilire una rete così vasta e fitta
di basi militari fisse e soprattutto mobili (flotte aero-navali), ma è certo
che senza il grande conflitto imperialistico neppure gli Stati Uniti vi
sarebbero riusciti. Le basi militari statunitensi che avvilupparono tutto il
mondo non furono altro che i depositi regionali di smercio di un fiume
incessante di produzione bellica che dal 1940 al 1945 straripò dall’immensa
macchina capitalistica degli USA: 86.000 carri armati, 297.000 aerei, 315.000
cannoni, 64.500 battelli da sbarco, 6.500 navi da guerra, 5.400 navi da
trasporto. La strategia militare statunitense, come le stesse cifre sulla
produzione bellica indicano, era basata da un lato contro l’imperialismo
tedesco che aveva cercato di occupare con la violenza il mercato europeo e
contro quello giapponesi che si era impossessato dell’Asia, ma d’altro lato era
tesa a stabilire il predominio sugli stessi alleati. Non a caso la strategia
militare USA era il riflesso della potenza “motoristica”: con 11 milioni di
uomini in campo gli Stati Uniti gettarono bn 300.000 aerei! Il capitalismo
europeo, indebolito e stremato, si riparò all’ombra di questa superpotenza. Da
questa scelta nacque la NATO. Gli staliniani la contestarono dopo la rottura
dell’alleanza USA-URSS e dopo aver per 7 anni acclamato come liberatrice la
mastodontica macchina bellica americana che con le sue potentissime basi si
andava insediando in tutto il mondo. Ancor più che in Europa gli Stati Uniti si
indesiarono massicciamente in Asia. Alla data odierna gli USA hanno dislocato
nel Pacifico 780mila uomini, 6.050 aere, 560 navi. Nel Vietnam hanno 440mila
uomini, 40mila in Corea, 40mila in Thailandia. La sola VII flotta conta 175
navi, 75mila uomini e 700 aerei. La base nucleare di Guam conta 50 bombardieri
e 6 sottomarini Polaris. (…) La base di Korat in Thailandia può diventare un
centro logistico di 100.000 soldati e 40.000 addetti ai servizi. E così via. Da
un punto di vista generale si può dire che il baricentro della potenza militare
statunitense si è andato consolidando, dalla 2.a guerra mondiale, in Asia, cioè
sul mercato ove gli USA hanno meno concorrenti e dove la pur forte ripresa del
capitalismo giapponese non è ancora in grado di rovesciare, o di modificare
sensibilmente, il predominio americano. (…) Solo un rovesciamento delle
alleanze dell’imperialismo giapponese ed un blocco asiatico o russo-giapponese
potrebbe, nei prossimi anni e fintantochè la Cina non giunga a collocarsi tra
le prime cinque potenze mondiali (traguardo molto lontano), capovolgere gli
attuali rapporti di forza asiatici. Ma l’attuale “coesistenza diseguale”, cioè
l’alleanza USA-URSS, copre il fianco europeo agli Stati Uniti. E la “coesisteza
diseguale” non esprime altro che il rapporto economico-militare di 2 a 1 a
favore degli USA nei confronti dell’imperialismo sovietico che non riesce più
neppure a controllare la zona dell’Europa Orientale ottenuta nella spartizione
del bottino nell’alleanza contro l’imperialismo tedesco.” (7).
Nient’altro da aggiungere salvo sottolineare ulteriormente un dato di fatto
storico – lapalissiano per chiunque salvo per l’ottusità e la cretineria
stalinista (e funzionalissimo agli allarmismi da ‘caccia alle streghe’
dell’anticomunismo di matrice maccartista) e di chi davvero credeva che i
“cosacchi di Stalin” sarebbero arrivati un giorno ad abbeverarsi alla fontana
di piazza San Pietro in Vaticano (metafora delle ‘paure’ indotte da decenni di
propaganda filo-occidentale ‘esaltante’ oltremodo la “potenza” sovietica) -
ovvero la totale dipendenza del capitalismo statale sovietico dal capitale
multinazionale occidentale particolarmente da quello di matrice ebraico-
americana.
E questo è quanto, da sempre, andiamo sostenendo ossia l’esistenza fin dalle
origini, fin dall’inizio della storia dell’URSS, di una simbiosi organica,
assoluta e totalizzante tra liberalcapitalismo occidentale e bolscevismo
marxista entrambi creazioni giudaiche ed entrambi eterodirette da elementi
ebraici.

(Segue)

Lupo
26-05-10, 17:39
http://bristol.indymedia.org/attachments/feb2008/hezbollah.jpg

Come sottolineerà lucidamente Giovanni Preziosi: “Quando la rivoluzione russa
scoppiò, quasi sotto gli auspici degli alleati, in un primo periodo fu
infiammata di patriottismo; ma in seguito, per l’opera dei tedeschi e per la
debolezza dell’ebreo retore Kerensky, prevalse la demagogia bolscevica di
Lenin: lo zar rosso circondato da Trotszy, Zinoview, Kamenew, Radek, Litvinow
ed altri tiranni, tutti ebrei. Perciò non è esagerato dire, come hanno fatto
alcuni patrioti russi, che “oggi la Russia agonizza sotto la dittatura e il
terrore degli ebrei”. Ora l’ideologia bolscevica è di sua natura
internazionale. Perchè trionfi essa non può contentarsi di avere sottomessa la
Russia, ma deve organizzare e assoggettare il resto del mondo. A questo fine il
tesoro dello Stato russo, caduto nelle mani dei tiranni ebrei russi e
accresciuto da innumerevoli furti è messo al servizio d’una intensa propaganda
all’estero, e i fondi sono ripartiti in tutti i paesi da abili agenti. E qui va
ricordato che non solo lo stato maggiore del bolscevismo moscovita è composto
di ebrei, ma i suoi propagandisti all’estero sono anch’essi ebrei, salvo rare
eccezzioni, tutti ebrei, i quali hanno reclutato tra “le nazioni” numerosi
discepoli. Qualcuno forse potrà meravigliarsi come l’alta finanza e la
rivoluzione, nemiche mortali, possano andare d’accordo; eppure spesso si è
verificato che l’egualitarismo sociale, sotto qualsiasi forma – radicalismo
democratico, socialismo o comunismo – è stato il regime più favorevole agli
uomini d’affari e a coloro che maneggiano denaro, perchè spezza i quadri
politici sociali e familiari che fanno ostacolo alla preminenza e
all’assolutismo dell’oro.” (8)
Qualcuno potrà obiettare che una simile riproposizione di anti-comunismo nel
XXImo secolo non ha alcun senso…. Ne ha! Ne ha eccome! Serve a prendere le
‘distanze’ ulteriormente da ambienti e soggetti con i quali non intendiamo
avere più niente a che spartire…nè lo abbiamo probabilmente avuto ieri, nè
l’avremo mai domani! Al presente questo per ‘chiarire’….se qualcuno ha
disertato un ‘fronte’ ideale per passare dall’altro lato della barricata sono
affari suoi…verrà trattato, nè più nè meno, come un nemico…anzi…come un
traditore passato alle ‘fila’ nemiche! E questo anche in considerazione di
quanto, a suo tempo, aveva sottolineato lucidamente Maurizio Lattanzio il quale
scriverà: “Con Stalin “…si risentono – scrive E.H. Carr (9), pur usando un
termine improprio: antisemitismo – gli accenti del vecchio anti-semitismo
russo, duramente riprovato da Lenin e dai primi bolscevichi. (…) Nell’arte e
nella letteratura, il vivace sperimentalismo dei primi anni della rivoluzione
fu abbandonato a favore di un ritorno ai modelli russi tradizionali. (…) Le
scuole marxiste di storia e di diritto furono guardate con sospetto; cercare
una continuità con il passato russo non fu più motivo di rimprovero. Il
socialismo in un solo paese rimandava all’antico esclusivismo nazionale russo,
respinto da Marx come da Lenin. Non era più del tutto incongruo situare il
regime di Stalin nel contesto della storia russa”. C’è allora contraddizione
fra i tratti neozaristi del potere stalinista da una parte, e una Russia
governata da una classe dirigente ebraica legata a filo doppio con l’Alta
Finanza occidentale dall’altra? Noi riteniamo di no. Infatti l’apparente
antinomia tra queste tendenze può e deve essere risolta in un quadro
interpretativo unitario, ispirato da una logico unificante che integri i vari
elementi considerati. Il marxismo così come è stato “pensato” da Marx, cioè il
complesso delle dottrine economiche, politiche e filosofiche risultanti dalla
elaborazione teorica e dalla organizzazione ideologica del pensiero di Carlo
Marx (alias Kissel Mordechai), NON PUO’ ESISTERE NE’ SPERARE DI REALIZZARSI.
Maturato nell’ambito di una sfera meramente razionale che si articola in
coordinate di pensiero assolutamente astratte, cioè prescindenti dalle realtà
spirituali ed etiche, caratteriali e psicologiche, culturali e storiche
relative agli uomini e ai popoli, il marxismo si pone quale omogenea
derivazione dalla cultura illuministica, dai suoi contenuti egualitari e dai
suoi schematismi livellatori.” (10).
Un’utopia, un vaneggiamento intellettualistico di ottocentesca memoria, un
sogno forse per qualcuno (un incubo per altri) questo è stato e sarà
irrimediabilmente e sempre il marxismo…l’ideologia materialista che sfrutta i
più bassi istinti (l’invidia sociale e di classe, le recriminazioni accidiose
dei diseredati di ogni razza e dei paria di ogni religione, l’ignoranza della
plebe di ogni continente) per favorire una nuova forma di capitalismo statale
che – come avverrà con l’URSS e come sta avvenendo, e non da oggi, con la Cina
- inevitabilmente porteranno a nuove forme di imperialismo ed oppressione.
E il marxismo così come il mondo degli Immortali Principii dell’89 e della
Rivoluzione Francese – dal quale peraltro il bolscevismo idealmente nasce e si
genera al pari della democrazia e del liberalismo - devono essere considerati
per ciò che sono sempre stati: nemici da abbattere e disintegrare!
Ciò non ci ‘arruolerà’ – non si ‘capisce’ oltremodo il ‘perchè dovrebbe’ …
solo qualche mente malata o in perfetta malafede potrebbe ‘pensarlo’…ammesso
che pensino…- di ‘diritto’ sotto alcuna “bandiera” occidentale….anche
perchè sia detto come vuol detto… qualche ‘annetto’ prima della “caccia alle
streghe” e del senatore Joseph McCarthy, anni luce prima dell’avvento della
politica reaganiana yankee e delle astruse teorie neoconservatrici
dell’oligarchia plutocratica di Washington a ‘fronteggiare’ il bolscevismo
c’erano le Rivoluzioni Nazionali: il Fascismo italiano e , soprattutto, il
Nazionalsocialismo tedesco.
Non discutiamo, non dibattiamo, non tolleriamo nè critiche nè accettiamo
polemiche sul Nazionalsocialismo! A chi ‘piace’ bene…a chi non ‘piace’
….’meglio’….spostatevi altrove e fatevi pure i conti in ‘tasca’….quì
abbiamo la coscienza pulita! Noi affermiamo il superamento della dicotomia
destra/sinistra, capitalismo/comunismo, consumismo/collettivismo….affermiamo
la sintesi nazionale e sociale della Rivoluzione popolare come realizzatasi in
Italia e in Germania durante i due conflitti mondiali ossia l’insuperata ed
insuperabile teofania razziale dell’avvento di un Reich millenario.
Affermiamo il “fascismo immenso e rosso” di Berto Ricci e della ‘Sinistra’
Fascista…(sinistra si ma fascista!)…affermiamo l’idea anti-capitalistica
del Fascismo anarchico e socialista di Piazza San Sepolcro e di quello della
RSI….un fascismo come superamento reale del “socialismo scientifico”
marxista….e – piaccia o dispiaccia poco, pochissimo, importa – l’eresia
suprema di Nicola Bombacci lui, fondatore del Partito Comunista d’Italia morto
- appeso ai piedi come un cane dalla plebaglia ‘resistenzial-antifascista’ ( i
servi di Stalin …i Togliatti, i Tasca, i Nenni e i Pajetta…) di tutti i
colori – nella primavera del 1945 sulle rive del lago di Garda per un’idea (il
Socialismo) per la quale aveva speso una vita. Quando si ha dinnanzi la
grandezza, la passione, l’ardore rivoluzionario di un esempio quale fu la vita
e l’azione di un Nicola Bombacci, quali furono le sofferte intuizioni
intellettual-militanti di un Berto Ricci o le applicazioni socializzatrici
sperimentate nella Repubblica Sociale c’è poco da soffrire di “inferiorità
culturale” rispetto alla Si(o)nistra marxista (…ma dove? ma quando? ma
chi?…) Ma di quale inferiorità culturale andiamo cianciando se neanche si
conoscono le storie che contrassegnarono migliaia, decine di migliaia forse
milioni di italiani che alla sintesi fascista guardarono con ammirazione,
rispetto ed esempio (e verso il quale rivolsero i loro sguardi tanti altri
milioni di individui in Europa e nel mondo)….
Vite ‘vissute’…non ‘ciancie’ conformiste e pippeggiamenti socio-
intellettualoidi! Politica vera: Politica con la P maiuscola…la P di
passione…. Quella passione che avvolse, e insieme travolse, animi inquieti di
uomini sulle barricate della storia nel periodo compreso tra l’inizio del
Novecento e la fine del secondo conflitto mondiale: un conflitto totale che
vedrà l’URSS ed i comunisti di tutte le nazioni servilmente alleati del
capitalismo occidentale….
Perchè quell’epoca storica fu l’epoca delle rivoluzioni: quella bolscevica
russa del ’17 (che tradì le speranze dei lavoratori di mezzo mondo e assoggettò
nel clima di un regime sanguinario e repressivo le nazionalità e le minoranze,
massacrando milioni di russi accusati di “deviazionismo”, “revisionismo”,
“posizioni contro-rivoluzionarie” e “eterodosse” il tutto perchè, la svolta
stalinista, impose nient’altro che un semplice, ruffiano e imperialistico
capitalismo di Stato…quell’URSS!), quella fascista italiana del ’22 (che
elaborò per prima un tentativo di sintesi tra i valori della Nazione e quelli
del Socialismo) e quella nazionalsocialista del ’33 (che realizzerà l’archetipo
organico di uno Stato socialista prussiano impareggiabile esemplare di comunità
totale conforme agli ideali Volkisch dell’anima, della storia e della
civilizzazione germanica).
Un’epoca profondamente diversa dall’attuale…mondi lontanissimi…anni luce e
distanze siderali ….E per chi riesce, poveri idioti, a “entusiasmarsi” per le
‘beghe’ intra-sistemiche degli attuali “amministratori” della politica italiota
ed occidentale; per chi pensa che Berlusconi sia una specie di novello
Mussolini o uno “statista di rilievo”, per tutti quelli che riconoscono
un’identità “ribellistica” al partito della piccola-borghesia del nord Italia
(e qualcuno pure doti da ‘leader’ di quel paraplegico di Umberto Bossi che già
sbavava quindici anni fa…) o per coloro che poi – oltre il limite del
ridicolo – riescono pure a identificare nei Bersani, Di Pietro, Bertinotti&
compagnucci rosso-stinti “radici di sinistra” o anche solo un briciolo di
lontana ‘parentela’ con quella che fu la Sinistra comunista rispondiamo facendo
nostre le parole con le quali l’ex deputato missino Giuseppe Niccolai ricordò
la figura di Bombacci in una conferenza tenuta il 14 maggio 1988 a Palazzo
Gaddi in Forlì:

“Si vive il tempo delle demonizzazioni. Si criminalizza la storia per farne
strumento di lotta politica. È toccato a Mussolini, è toccato a Bombacci. Tocca
ora a Togliatti. La demonizzazione investe perfino la Chiesa di Cristo. Chi è
nel giusto?
Comunque questo: gli uomini di allora possono essere stati scossi, nel
tentativo del riscatto umano definitivo, da passioni, sogni disperati, ma hanno
scritto -perdenti o vincenti che siano risultati- storia, sanguinosa quanto
volete carica di dolore, ma storia che ha tentato di cambiare il mondo, e con
quella storia gli uomini di oggi devono, volenti o no, fare i conti.
Non saranno, certo, ricordati per il fascino della tangente. La tangente, per
i politici di oggi è l’occasione più gratificante di una grigia vita politica.
Non si riesce a costruire storia. La tangente, il furto, è il surrogato di una
Storia che non si riesce più a scrivere.
I rossi fiumi della Storia. Di oggi si può dire, perdonate la crudezza delle
parole con Louis Ferdinand Cèline, “L’Ecole des Cadavres”:
«Noi spariremo, corpi e anime, da questo territorio al pari dei Galli, questi
folli eroi, i nostri grandi antenati in futilità, i peggiori zimbelli del
cristianesimo. Non ci hanno lasciato neppure una ventina di parole del loro
linguaggio. Di noi se si conserverà la parola “merda”, sarà già una grande
cosa»
Pier Paolo Pasolini: «Noi ci troviamo alle origini di quella che sarà la più
brutta epoca della storia dell’uomo: l’epoca della alienazione industriale»
(“Vie Nuove”, 69)
Per capire Bombacci e i suoi tempi, è necessario partire da questi tempi,
quanto essi siano lontani da quelli.
Siamo su un altro pianeta. Le mollezze del consumismo del darvinismo tipo
“Dallas”, “Dinasty” che spesso ci portano nel benessere, (non nella felicità,
che è un’altra cosa!), alla noia e i nostri figli alla droga, rendono difficile
capire quegli uomini che vissero il secolo del ferro e del fuoco, ma la loro
vita non fu certo squallida” (11)
E a tutti coloro i quali si contorceranno pur di raccontare, inventare,
blaterare e ‘scarabocchiare’ di “svolte a destra”, di “idee di destra” e
fors’anche di “ritorno al neofascismo” per quanto ci riguarda si diano pace….
noi al massimo siam propensi esclusivamente a quello che – non senza ragione -
uno storico del calibro di Paolo Buchignani ha definito “un fascismo
impossibile”… Non abbiamo bisogno di cercar lontano quando si tratta di
esempi: ce ne sono stati, in abbondanza (…”abbondatis abbondantum” ‘diceva’
il Grande Totò a Peppino De Filippo nella famosa “lettera” al ‘minatore’….),
nell’esperienza sociale e politica del Fascismo italiano ma, se proprio si
‘deve’, tanto vale ricordare ai ‘sinistrati’ di ogni risma e ‘cultura’ le
parole con le quali Amadeo Bordiga sosteneva che “i marxisti, non potendo oggi
essere protagonisti della storia, nulla di meglio possono augurare che la
catastrofe politica, sociale e bellica della signoria americana sul mondo
capitalistico” perchè – come ricordava un certo Lenin (che non ci ‘pare’
proprio fosse “fascista”) “Guerra nazionali contro le potenze imperialistiche
sono non soltanto possibili e probabili, ma anche inevitabili. Esse sono
progressive e rivoluzionarie anche se il loro successo dipende da un concorso
particolarmente favorevole di condizioni internazionali” (12) con buona pace di
quanti, a 360 gradi nella palude del riformismo e del rifugio nel privato,
hanno rinnegato o dimenticato (o forse neanche mai minimamente letto nè
compreso) l’essenza rivoluzionaria del socialismo …. Socialismo che sarà
nazionale o non potrà essere! Socialismo che dovrà assumere la direzione
politico-amministrativa delle nazioni proletarie contro le nazioni
imperialistiche: un socialismo nazionale europeo!
E l’Europa che si vuole…l’Europa che si ‘desidererebbe’…l’Europa sognata
non esiste più ….dalla primavera 1945. Sepolta nel rogo di fuoco della
Cancelleria del Reich di Berlino, l’Europa combattente per l’Ordine Nuovo,
nella Battaglia di Berlino…(…rileggetevelo lo ‘scritto’ di Maurizio
Lattanzio…”Berlino1945 – Nel nome della Razza”…) contro le orde slavo-
mongole dell’Armata Rossa; l’Europa morta sul lago di Garda nel bagno di sangue
delle “radiose giornate” della “liberazione”….Perchè gli assassini dalla
stella rossa italiani erano fratelli gemelli di quelli che avanzavano stuprando
e distruggendo a destra e a manca in nome di Stalin e della “rivoluzione” (il
golpe ebraico) bolscevica! Quell’Europa non esiste più! Nè esistono le passioni
della politica…disintegrate dall’”american way of life”, dalle convenscion
berlusconiane all’ameregana…dal teatrino dell’assurdo della politica
contemporanea…dai modelli elettorali bipolari….dalla oscena parodia del
Nazionalsocialismo offerta per un decennio dall’idiozia cosmica dei padan-
celtico-ario-gallico legaioli…(…quelli che odiavano Roma….e che a Roma
oggi siedono al Governo ….stipendiati dallo Stato Italiano che blateravano di
abbattere….)…dal ripudio della storia dei Fini e degli Occhetto….
dall’asservimento totale di un intero continente alle logiche imperialistiche e
al dominio militare statunitensi che hanno annullato ogni forma di sovranità
nazionale e continentale!
L’Europa si salva esclusivamente imponendo un nuovo ordine razziale,
spirituale e politico-sociale modellato sui valori e sugli ideali dell’Imperium
il quale dovrà strutturarsi continentalmente in un blocco politico, economico e
militare capace di confrontarsi con gli attuali affamatori planetari: la
finanza internazionale cosmopolita, l’internazionalismo ebraico-massonico e la
paccottaglia progressistico-illuminista che trovano negli Stati Uniti d’America
e nella Gran Bretagna i loro oramai ‘noti’ bracci armati.
Ma di quale Europa stiamo parlando? Dov’è la nostra Europa? A chi ci
rivolgiamo quando parliamo di Europa? “È giunto il momento di terminare di
baloccarci col fantoccio “Europa” o di fare i gargarismi colla sua espressione
vocale. – prosegue Freda - Con l’Europa illuministica noi non abbiamo nulla a
che fare. Con l’Europa democratica e giacobina noi non abbiamo nulla a che
vedere. Con l’Europa mercantilistica, con l’Europa del colonialismo
plutocratico: nulla da spartire. Con l’Europa giudea o giudaizzata noi abbiamo
solo vendette da fare. Eppure, allorché si parla in termini di “civiltà
europea”, si considera tutto questo: non ditemi che si parla anche di questo:
si parla, purtroppo, solo di questo! O, forse, noi “volevamo” mirare ad altro?
Comunque, se si voleva mirare ad altro, noi di quest’”altro”, fi nora, non
abbiamo mai realmente, compiutamente parlato. E io sono sicuro che se avessimo
veramente considerato e posseduto quest’”altro”, noi non avremmo a questo
contenuto fornito un contenente, o, meglio, un’etichetta, o, meglio ancora, una
“immagine di marca” rappresentata dalla parola “Europa”. Sono affiorate tali e
tante componenti spurie, da respingere, da sotterrare; sono intervenuti tanti -
oso dire: troppi – fattori, che hanno adulterato e corrotto questo liquido
europeo sino a renderlo liquame, perché esso possa ancora subire positivamente
un processo di decantazione. L’Europa e una vecchia baldracca che ha
puttaneggiato in tutti i bordelli e che ha contratto tutte le infezioni
ideologiche – da quelle delle rivolte medievali dei Comuni a quelle delle
monarchie nazionali antimperiali; dall’illuminismo al giacobinismo, alla
massoneria, al giudaismo, al sionismo, al liberalismo, al marxismo. Una
baldracca, il cui ventre ha concepito e generato la rivoluzione borghese e la
rivolta proletaria; la cui anima e stata posseduta dalla violenza dei mercanti
e dalla ribellione degli schiavi. E noi, a questo punto, vorremmo redimerla,
sussurrandole parole magiche: dicendole, per esempio, che essa deve concedersi
esclusivamente agli “europei”… da Brest a Bucarest??!! ” (13)
Dunque “che fare?”Già …il leninistico antico “che fare?” che si deve,
necessariamente, porre oggi come non mai a fondamentale quesito per i tempi
prossimi futuri…..Che fare dell’Europa che non esiste più e della sua
genuflessione ai poteri forti. Che fare della nostra identità e della battaglia
di civiltà che intendiamo continuare a portare avanti in nome di valori che
siano insindacabilmente razziali? Restare in piedi in un mondo di rovine
lavorando per l’obiettivo che, indiscutibilmente, dovrà portare alla
disintegrazione del sistema borghese – non importa quali siano i ‘vettori’
determinanti il crollo dell’ordinamento oligarchico capitalistico-consumista…
fossero anche gli zulù del botswana sarebbe già un passo avanti dinanzi alla
stagnazione presente….- al suo sfaldamento definitivo, alla soppressione
sistematica di tutte le sue istituzioni!
Parlamentarismo, partitocrazia, conflittualità intra-sistemica dovranno
sparire in quanto sarà necessario rifondare da zero un ordinamento ‘altro’….
Quando il “signor onorevole” Antonio Di Pietro, questurino togato in servizio
permanente effettivo a difesa della democrazia legalitaristico-sbirresca nonchè
guitto populista e capopopolo dei viola (…movimento così “spontaneo” quasi
quanto le B.R…..le rivoluzioni ‘colorate’ di ogni risma e latitudine hanno
finanziatori neanche troppo occulti…), sbraita e sparla di “dittatura” non ha
tutti i torti…Esiste, è vero, una dittatura….non quella che intende
l’illustre “letterato molisano” che mescola avverbi e congiunzioni alla cazzo
di cane ..non quella berlusconiana (..Berlusconi non è il “male” nè Satana
incarnato…oddio non è neanche propriamente un ‘bene’….diciamo che è quello
che è ….un manipolatore di opinioni e un fraudolento affarista della
politica…’degno’ premier di ‘degno’ paese…)….ma quella ben più sottile e
semi-occulta che viene esercitata contro il popolo nella sua integrità dalle
forze della Finanza cosmopolita, dalle lobbies industrial-capitalistiche, dalle
multinazionali, dai consigli di amministrazione delle grandi industrie laddove
si riunisce il gotha del Potere ‘delegato’ ad aderire e conformare lo Stato ai
voleri dell’Internazionale giudaico-massonica autentico motore immobile dei
programmi di rieducazione socio-culturali e di riforma politica di ogni
nazione.
Dietro ai partiti, dentro ai parlamenti, all’interno dei consigli di
amministrazione di banche e multinazionali il Potere Segreto esercita la sua
‘discreta’ attività di controllo, direzione, censura laddove necessario e
programmazione! Per disattivare, sabotare e disintegrare il mondo politico così
come strutturato all’interno degli ordinamenti democratici occorre riconoscere
quali siano i principali gangli vitali del Sistema e, da questa analisi
ricognitiva, concepire un’idea politica che sia radicalmente opposta e
fanaticamente avversaria di tutta la sovrastruttura borghese: quest’idea
politica è razziale, nazionale e socialista, altrimenti non è!
“L’idea politica oggi diffusa si fonda sulla concezione che si debba
attribuire allo Stato una capacità di creare e di civilizzare, ma che lo Stato
non abbia niente in comune con premesse di razza. Lo Stato sarebbe invece il
risultato di bisogni economici, o meglio, il frutto spontaneo di forze e di
tendenze politiche. Questa idea di base porta, nella sua manifestazione logica,
non solo a negare le prime forze etniche ma a sottovalutare il singolo
individuo. Perchè se si nega la diversità delle razze in relazione alle loro
capacità di diventare civili, si deve per forza ricadere in questo grosso
sbaglio nel giudizio dell’individuo. L’ammissione dell’eguaglianza delle razze
diviene il fondamento di un eguale giudizio dei popoli e, per di più, del
singolo. E il marxismo internazionale non è altro che il trasferimento, fatto
dall’ebreo Carlo Marx, di una idea che in realtà c’era già da molto tempo, ad
una data professione di fede. Se non ci fosse stato questo avvelenamento
ampiamente divulgato, non sarebbe stato possibile lo sbalorditivo successo di
questa dottrina. Carlo Marx, in verità, fu solo uno fra i moltissimi, che nella
situazione disperata di un mondo in distruzione, individuò coll’occhio
lungimirante del profeta i principali veleni e li trasse fuori, per
distruggerli, come negromante, in una miscela destinata a distruggere subito la
vita indipendente di libere nazioni sulla terra. (…) Così la dottrina
marxista è l’essenza, la caratteristica tipica della mentalità corrente. Già
per questa ragione è irrealizzabile, anzi comico, ogni combattimento del nostro
mondo borghese contro di esse; poichè questo mondo borghese è imbevuto di
questi veleni ed ha un concetto del mondo che differisce da quello marxista
solo per le sfumature e per gli individui. La società borghese è marxista, ma
ritiene possibile un dominio di alcuni gruppi umani (la borghesia) mentre il
marxismo tende regolarmente a mettere il mondo nelle mani degli ebrei.” (14)
Questa indiscutibilmente rimane la direzione di marcia, invariabile,
immutabile ed eterna! Alle soglie dell’”apocalisse” del mondo (…ci sono
ovviamente anche le ‘sette’ millenaristiche e i polpettoni cinematomessianici
in ‘merito’…2012? oh…yeessssss ….”all right”…e c’è chi ci
‘crede’…)….di un mondo senza storia e senza tempo, senza identità e senza
ideali, privo di valori, etici e morali, privo di coordinate….Noi intendiamo
ripartire dai ‘fondamentali’ per quella ridefinizione netta, categorica e
assoluta di una identità attualmente andata ‘persa’ nei meandri
dell’alienazione omologante di massa di una società che ha liquidato valori e
sciabordato esistenze nel delicatissimo passaggio post-ideologico che ha
contrassegnato gli anni post-guerra fredda…in vent’anni di ‘sapiente’
logoramento il Sistema ha disattivato qualsivoglia dinamica di uno spazio di
riferimento culturale e di un ‘luogo’ di accoglienza politico che si
preannuncia quale oggettiva necessità e strumento esiziale per una comunità
umana e militante che non intende soccombere all’usura del tempo! E se la
comunità “umana” e “militante”, “politica” e “rivoluzionaria” non esiste più e
si è spenta – più o meno ‘annacquandosi nella società liquida e in liquidazione
del nichilismo imperante – saremo ‘costretti’ a restarcene in beata solitudo a
goderci lo spettacolo…in piedi sulle rovine ….le ‘loro’ rovine!
Ricordava Julius Evola: “Conta solo il silenzioso tener fermo di pochi, la cui
presenza impassibile da convitati di pietra serva a creare nuovi rapporti,
nuove distanze, nuovi valori; a costruire un polo il quale, se di certo non
impedirà a questo mondo di deviati di essere quello che è , varrà però a
trasmettere a qualcuno la sensazione della verità-sensazione, che potrà
fors’anche essere principio invisibile di qualche crisi liberatrice”.
La ‘baraonda’ caotica e informe post-modernista la lasciamo agli
‘altri’….’giocateci’ voi alle ‘guerre razziali’, al risiko geopolitico-
demenziale futuribile prossimo venturo da intellettuali ‘impegnati’, al
faziosismo anacronistico dell’anti-fascismo o dell’anti-comunismo militanti dei
cessi sociali o alle cloroformiche ‘mutazioni’ della politica-spettacolo…
votateli voi i ‘facciotti’ sorridenti dei partiti-aziende contemporanei…..
seguitele voi le contorsioni elettoralistiche bipolari….godeteveli voi i
‘successi’ del tizio, caio o sempronio di turno (…in Spagna li ‘chiamano’
Fulano, Zutano y Mengano….tutto il mondo, come si ‘vede, è ‘paese’…)….
Per noi la Politica…come la vita del resto…è passione….Altrimenti non
è!
Anche se tutti…Noi no!

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

25 MAGGIO 2010

Note -

1 – Louis Pauwels/ Jacques Bergier – “Il mattino dei maghi” – Ediz.
“Mondadori” 1997 (rist);

2 – Franco Freda – “La disintegrazione del sistema” – ediz. di “Ar” – Padova
1969;

3 – Ernst Junger – “Trattato del Ribelle” – ediz. “Adelphi” – Milano 1990;

4 – Josef P. Goebbels – “Il comunismo senza maschera” – ediz. “Sentinella
d’Italia” – Monfalcone (Go) 1982;

5 - AaVv – “Sionismo e Medio Oriente – Israele, il sionismo, gli ebrei -
Considerazioni sulla questione palestinese” – A cura del Gruppo Comunista
Internazionalista Autonomo – suppl. al nr 12 dei “Quaderni de
L’Internazionalista” – Milano 1984;

6 – Piero Sella – “L’Occidente contro l’Europa” – ediz. de “L’Uomo Libero” -
Milano 1984;

7 – Arrigo Cervetto – “Lotta internazionale contro i blocchi militari” da
“Lotta Comunista” n. 19/20 del Settembre-Ottobre 1967 (crf A. Cervetto -
“L’Imperialismo Unitario” – Ediz. di Lotta Comunista – Milano 1988 (2.a ediz.)
pp 969/970). Con riferimento al capitalismo di Stato sovietico si veda anche,
nello stesso volume, l’articolo “La vera spartizione del mondo tra USA e URSS”
apparso su “Lotta Comunista n. 29/30 del Settembre-Ottobre 1968;

8 – Giovanni Preziosi – articolo “I principali strumenti dell’Internazionale
Ebraica: la massoneria e la demagogia” apparso su “La Vita Italiana” del 15
maggio 1921 (crf Giovanni Preziosi – “Come il giudaismo ha preparato la
guerra” – ediz. “Tumminelli” – Roma 1939;

9 – E.H. Carr – “Storia della rivoluzione russa” – Edizioni “Einaudi” -
Torino;

10 – Maurizio Lattanzio – saggio “Stalinismo ed Ebraismo”, Ediz. “Barbarossa”
- Saluzzo (Cn) 1986;

11 – Giuseppe Niccolai – “Nicola Bombacci – Passione e Rivoluzione” – si veda
all’indirizzo informatico: Nicola Bombacci (http://www.beppeniccolai.org/Bombacci.htm)

12 – citazione dal frontespizio del volume “Sionismo e Medio Oriente -
Israele, il sionismo, gli ebrei – Considerazioni sulla questione palestinese” -
A cura del Gruppo Comunista Internazionalista Autonomo – suppl. al nr 12 dei
“Quaderni de L’Internazionalista” – Milano 1984;

13 – Franco Freda – “La disintegrazione del sistema” – ediz. di “Ar” – Padova
1969;

14 – Adolf Hitler – “Mein Kampf” – ediz. “Sentinella d’Italia” – Monfalcone


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Lupo
28-05-10, 20:58
http://img163.imageshack.us/img163/2555/dagobertobellucciinliba.jpg

Dagoberto Husayn Bellucci

Nato a Livorno il 25 Giugno 1970 , residente a Modena, Dagoberto Husayn Bellucci vive a Beirut dall’estate 2004.
Militante del MSI-DN nel triennio 1988-90 ha aderito successivamente alla Comunità Politica di “Avanguardia” di cui è stato collaboratore e responsabile della redazione emiliana del mensile omonimo pubblicato a Trapani pubblicando articoli dal 1988 al 1995.

http://img534.imageshack.us/img534/9548/dago1pd8.jpg

Ha aderito all’Islam sciita nell’estate 1994. Saggista e autore di articoli di politica internazionale, religione e sulla questione ebraica e il sionismo.
Direttore Responsabile dei periodici “La Legione” e “Proiezioni Future” pubblicati a Modena tra il 1989 e il 1990 ha collaborato con i periodici:
- “Italia Tricolore” (settimanale di politica di Lugo di Romagna) nel 1992 con articoli di revisionismo storico;
- “Il Puro Islam” (mensile islamico sciita di Napoli) nel 1994-96;
Direttore Responsabile del mensile “Islam Italia” pubblicato a Modena dal 2002 al 2004 ha avuto uno spazio dedicato alle tematiche di geopolitica e politica internazionale nella rubrica “Observer” a Telestudio Modena (2002/2003).

http://img12.imageshack.us/img12/2108/dhbghedi.jpg

Collabora con il periodico “Assadakah” (organo del Centro Italo-Arabo e del Mediterraneo di Roma), con la Radio di Stato iraniana in lingua italiana (Irib- Radio Italia) di Teheran e con il trimestrale “Eurasia”.
Collabora recentemente e stabilmente anche con TerraSantaLibera-HolyLandFree (http://www.TerraSantaLibera.org) quale corrispondente ed esperto di questioni libanesi, oltre che mediorientali, islam e giudaismo.
Corrispondente da Beirut (Libano) per il quotidiano “Rinascita” di Roma (2006/2007) e per il trimestrale di studi geopolitici “Eurasia” (2006/2009).

http://img594.imageshack.us/img594/5108/ldago.jpg

Suoi articoli e interviste sono apparse sui siti internet: Italiasociale, Altermedia, Novopress, Il Dialogo, Ambienteweb, InfoPal, Assadakah, AriannaEditrice, Al Jaziira, Irib-Radio Italia, Aurora, Cpe (Coordinamento Progetto Eurasia).
Interviste a Bellucci sono comparse anche su “La Gazzetta di Modena”, “Il Resto del Carlino”, “L’Unità”.
Durante l’aggressione sionista al Libano del 2006 è stato spesso ospite intervistato dalla radio “Al Nour” e alla tv “Al Manar” di Beirut (legate a Hizb’Allah) mentre altre interviste da Beirut sono andate in onda sulle televisioni di stato della Siria, del Pakistan, sulla tv satellitare italiana “Arcoiris” e in un dossier realizzato da una tv privata francese con i giornalisti stranieri presenti in Libano nell’estate 2006.
Altre interviste sono apparse sul quotidiano algerino “al Chourouk” e sulla televisione privata libanese “New Tv”.
Bellucci è autore dei volumi “L’Islam e l’occidentalizzazione del mondo” (ediz. “Effepi” – Genova 2002) , “Iraq 2003: la seconda guerra giudaica contro Saddam Hussein” (ediz. “Effepi” – Genova 2003), “Islam e Globalizzazione” (ediz. “Il Cerchio” – Rimini 2003), “I-tal-yà: Ebrei e lobbies ebraiche in Italia” (ediz. “Effepi” – Genova 2003), “Conoscere l’Islam” (ediz. “Il Cerchio” – Rimini 2005), “Introduzione storica alla questione palestinese” (ediz. “Noctua” – Molfetta , Bari – 2006) e “Gli assassini della verità: Revisionismo, Olocausto e Questione Ebraica” (pubblicato on-line dal sito delle Aaargh edizioni – 2007).

L’ultimo libro pubblicato da Bellucci è “Il Governo Mondiale Ebraico“, 18 capitoli in formato PDF disponibili gratuitamente on line al seguente link:

GOVERNO MONDIALE EBRAICO (http://www.terrasantalibera.org/DagoHB_governo_mondiale_ebraico.htm)

PER VISIONARE ALCUNI DEGLI ARTICOLI PIU’ VECCHI DI DAGOBERTO H. BELLUCCI ANDARE AL LINK:

TSL-testi DagobertoHB (http://www.terrasantalibera.org/Dagoberto_Husayn_Bellucci_testi.htm)


Link alla pagina:
Dagoberto Husayn Bellucci (http://belluccidago.wordpress.com/about/)

Lupo
28-05-10, 21:29
Non so chi sia la ragazza nell'ultima foto insieme a Dagoberto ... però trovo che sia molto bella ed abbia un sorriso solare e dolcissimo. :D

Lupo
29-05-10, 08:54
http://www.mondialisti.net/Eye.jpg

di Dagoberto Husayn Bellucci (25/05/2010)

http://www.thexplan.net/XZone/plan/foto/pentacolo.jpg

“Per questa aristocrazia il Tempio sarà uno solo, per tutto il mondo cosmico
abitato dall’uomo. E si edificherà nel segreto dei conciliaboli bancari, nella
Banca del Mondo, centro di emissione dove la cabala degli iniziati trasformerà
la carta in oro. Là celebreranno il rito della inversione di tutti i valori. Il
prodotto che diventa valore, oro. Affinchè il lavoro produca la miseria e la
miseria intellettuale dei parassiti, si trasformi nel controllo di tutte le
ricchezze del mondo. Freddi, spietati, razionali come calcolatrici, essi
domineranno così, per tutti i secoli dei secoli. E trasformeranno i maschi in
femmine e le femmine in maschi. I preti in contestatori e in predicatori degli
istinti, e il matrimonio in un rito di ampio respiro che benedirà la unione dei
maschi coi maschi, delle femmine con le femmine, dei padri con le figlie e dei
figli con le madri, in attesa di congiungere i Goim anche con i cercopitechi,
coi ramarri e con le lucertole. Affinchè così annegati nella irrazionalità
degli istinti, preda di folli speranze, di terrificanti paure, di scatenati e
non inibiti appetiti, siano incapaci anche solo di un barlume di riflessione e
di razionalità. Poichè la razionalità deve essere il privilegio loro, che per
rendersi intangibili e forti si sono fatti incidere il prepuzio prima
dell’ottavo giorno e si sono protetti con una “insensibilità programmata nel
vertice del prepuzio” sede della stimolazione sessuale, di ogni stimolazione
istituzionale.”

( Carlo Alberto Roncioni – “Appello di Commiato” da “Il Potere Segreto” citaz.
da “La Rivolta del Popolo” )

Il mondo viaggia alla rovescia! Non è una gran scoperta anzi…è semplicemente
una constatazione! Dinanzi all’eclisse del sacro e alla profanazione del divino
assiste l’umanità disorientata e abbandonata a sè stessa ed alle proprie brame
materiali. Ogni dottrina e qualunque programma, tutti i politici e i principali
oratori, dai canali pubblici e privati d’informazione e da qualunque fonte di
notizie sono oramai diffuse le demenziali mode ed i costumi immorali di un
mondo sprofondato nell’iniquità e avviluppato dalla lascivia e dalla brama di
potere. “Fa ciò che ti pare!” proclamava la “Grande Bestia” Aleister Crowley -
fra i maggiori ‘sperimentatori’ di pratiche iniziatiche discendenti ovvero uno
degli esemplari a noi spazio-temporalmente vicini di vettore sovversivo e
rivoluzionario in seno alla società occidentale del XXmo secolo – il quale si
‘beava’ del suo uso sfrenato di droghe e allucinogeni vantandosi di essere
l’ultima manifestazione di un potere demoniaco che, dalla preistoria dell’uomo,
giunge fino ai nostri giorni incontrastato ed incontrastabile…. Il Regno
d’Iniquità dovrà affermarsi ed estendersi perchè, del ‘resto’, siano compiute
le profezie. Questo è ciò che ogni uomo di fede conosce e deve assolutamente
tener presente sforzandosi di operare forme di resistenza attive per
contrastare l’abominio avanzante.

Di fronte allo scenario di perdizione e allo sconquasso ontologico che ha
colpito la fase attuale delle società umane neanche i sette peccati capitali -
dei quali vi potrà ‘ragguagliare’ abbondantemente l’ebrea Monica Setta con la
sua trasmissione ad hoc (…quando si dice ‘l’uomo giusto al posto giusto”…
qualcuno ‘obbietterà’ che si tratti di ‘donna’….noi rispondiamo che si tratta
semplicemente di un’ebrea….niente a che ‘spartire’ con una donna…) – di un
tempo (accidia, ira, superbia, gola, avarizia, invidia e lussuria) riescono ad
assumere un valore ‘negativo’…siamo ben oltre e oltre continuiamo a
precipitare in un baratro senza fine.

Un tempo per determinare i ritmi di espansione dell’onda magmatica e caotica
della Sovversione venivano identificate nelle ‘classi’ le principali forze ed i
vettori propagatori di disordine e al servizio permanente ed effettivo
dell’anti-Tradizione. Dalla rivolta del Terzo Stato (quello borghese) contro
l’ordine feudale all’avvento del Quarto Stato (proletariato) con l’”assalto al
cielo” bolscevico-materialista finendo ai più reventi tentativi di emersione
del Quinto Stato (i sub-umani senza identità) che ‘vivranno’ i loro momenti di
‘gloria’ durante le fasi contestatario-conformistiche delle “rivolte”
sessantottine caratterizzandosi come un qualcosa di alienante, selvaggio,
informe una sorta di magmatica escrescenza criminalizzante ogni ordinamento,
qualunque istituzione e soprattutto ogni forma di valore. Il magma umanoide-
suinesco che concepirà la regressione dell’individuo nella “demonia del
collettivo” regredendo ad uno stadio semi-larvale, preistorico, eversivo e
perennemente gaudente di ogni distruzione/disintegrazione dell’esistente.
Scriverà in proposito Julius Evola: “…è abbastanza evidente che nella storia
a noi nota questa piramide è franata, che si è avuta una discesa dall’uno
all’altro di questi quattro livelli. Da civiltà improntate dal sacro dove il
capo o la classe dominante esercitava un diritto dall’alto su basi
prevalentemente spirituali e un “diritto divino” si è passati a società rette
soltanto da aristocrazie guerriere; fase questa, che doveva concludersi col
ciclo delle grandi dinastie europee. Con la Rivoluzione Francese, la
democrazia, il liberalismo e l’industrialismo è stato il Terzo Stato ad
assumere, fattualmente, il potere come la borghesia capitalista e plutocrazia,
i capi effettivi essendo ora i signori del danaro, i vari “re” del carbone,
dell’acciaio, del petrolio ecc. I movimenti socialisti e proletari, che si
concludono col comunismo e col sovietismo, preludono all’avvento dell’ultimo
strato, del Quarto Stato, che cerca di scalzare le civiltà del Terzo Stato (in
via di principio, è sotto questa luce che si deve essenzialmente vedere lo
scontro fra “Oriente” e “Occidente”, fra gli Stati comunisti e gli Stati Uniti
, coi loro satelliti) e di assicurarsi il dominio mondiale: il Quarto Stato
contro ciò che sussiste del mondo del Terzo Stato.” (1)

Ora occorre sottolineare e ribadire che anche queste classificazioni appaiono
stereotipi antichi e passati: non esiste una linea di demarcazione del male che
ha oramai pervaso in tutto il suo corpo la comunità e le società moderne con
particolare riferimento a quelle dell’Occidente giudaico-mondialista laddove
più avanzata traspare l’opera di erosione di qualsivoglia valore e di qualunque
etica. La morale poi è diventata ‘merce’ fuorimano contro la quale chiunque può
permettersi di ‘alzare’ il ‘tiro’.

Noi non facciamo una questione di ‘morale’ nè, giunti a questo ‘livello’, di
‘etica’: ne facciamo una questione, casomai, di realismo politico; un sano
lucido fanatico realismo che ci impone una analisi critica a 360 gradi
dell’estensione livellatrice dell’azione tellurico-sovversiva di tutte quelle
forze che compongono la contro-Chiesa di Satana.

Forze che, sia detto per inciso, agiscono e sono libere di agire oramai alla
luce del sole, senza più alcun freno inibitore a trattenerle e a trattenerne
l’opera; forze che rappresentano quegli etat’s d’esprits latenti presenti allo
stato più infimo dell’anima e dello spirito di ogni individuo. Si tratta di
forze che hanno una loro natura nell’ordine psichico delle cose e rispondono a
influenze e influssi esteriori se particolarmente sollecitate: che senso
avrebbe altrimenti parlare di degenerazione e sovversione quando non si
comprendesse quell’apertura del diaframma che, di norma, dovrebbe andare a
occludere provvidenzialmente il sottosuolo sub-personale di ogni
individualità.

La scomparsa di forme di resistenza di ogni genere ed ordine (spirituali,
etiche, morali) all’interno delle società contemporanee occidentali (ma altrove
la situazione non è affatto migliore…se l’Occidente è su una linea più
avanzata del ‘fronte della Sovversione’ ciò dev’essere inteso esclusivamente
per la sua particolare vicenda ed involuzione storica che ha determinato nel
suo seno la teorizzazione prima e la realizzazione pratica di tutte quelle
formule ideologiche fondate su basi materialistico-edonistiche che ne hanno
semplicemente favorito e anticipato – rispetto per esempio all’”Oriente” – la
decadenza) ha sostanzialmente aperto una breccia, ben presto trasformatasi in
voragine, per il ‘passaggio’ di questa tendenzialità rovesciata e di natura
autenticamente luciferina.

Tali ‘tendenze’ si manifestano in modo disorganico e caotico com’è nella loro
natura ma, nella loro manifestazione o al completamento di questa, devono
trovare necessariamente una qualche forma di ‘organizzazione’. Occorre qui
sottolineare come abbiano giocato un ruolo preponderante nello scatenamento di
questi ‘istinti’ primordiali caotici e sovversivi anche le moderne scienze che
si sono rivolte allo studio dell’individuo nella sua sfera “psichica”. Partendo
da una critica in sè più che corretta e legittima contro il feticismo della
ragione e l’astrattismo intellettuale abbiano avuto, con il freudismo ed i suoi
più o meno kahalici prosecutori, un rovesciamento dell’oggetto dell’indagine:
dalla critica alle superstrutture dell’Io cosciente si è progressivamente
cercato di andare ad investigare nel subcosciente, nel profondo, nel torbido
della psiche individuale. Anzichè cercare un’apertura dell’uomo verso l’Alto si
è voluto scardinare le zone d’ombra psichiche interiori stravolgendo
completamente le finalità iniziali della ricerca, esponendo l’individuo a
pericolosissime aperture verso il Basso. “Contro il “razionale” – scriverà
Evola (2) – si è fatto valere il semplice irrazionale,, la “vita”; contro il
conscio, l’inconscio, e solamente in questo si è voluto vedere la vera forza
motrice della psiche. Così anche quì il risultato è stato una regressione, una
traslazione del centro di gravità umano verso il basso. La causa è analoga a
quella indicata nel campo politico-sociale: si è fatto come se fuor dal
“razionale” e delle sue eventuali prevaricazioni esistesse solo il sub-
razionale (l’inconscio, il vitale, l’istintivo ecc.), e non anche il super-
razionale: il super-razionale, attestato da tutto ciò che nella storia della
civiltà si è legato alla vera grandezza umana”.

Il vero problema è rappresentato da una discesa che oramai non pare
arrestabile nè trovare sbarramenti idonei a modificarne la direzione ed il
senso di marcia…al di là e ben oltre quelle che sono considerazioni di natura
psichico-sociologiche la realtà circostante appare come una forma quasi
perfetta di “regno dell’anticristo” in via di consolidare il suo cinico e
dispotico potere di assorbimento di qualunque collettività (ed è anche questa
una delle caratteristiche precipue della fase discendente onnicomprensiva,
quella cioè di essere non più limitata ad un determinato Stato, ad una singola
o a più nazioni o foss’anche a un continente bensì di essere oramai avvertita
come fase discendente uniformante ed omologante tutto e tutti su basi
universali…ciò che, con un termine abusato, si è voluto definire o
rappresentare come “globalizzazione” che, fuor di metafora, è nient’altro che
l’occidentalizzazione alias americanizzazione e giudaizzazione del pianeta);
realtà tanto più onnipervasiva da inglobare nella sua ‘catarsi’ al rovescio
tutte le discipline e le scienze di ogni ordine e rango, qualunque
manifestazione e qualsiasi piano di realizzazione e – soprattutto – di
ricomprendere e fagocitare tutte le forme di quella che un tempo veniva
definita l’arte, l’inventiva e la tecnica espressioni del sapere e del genio
umano.

E quando tutto ribolle, quando tutto freme, quando ogni cosa diviene instabile
e ciò che ne esce sono prodotti usurati, già logori prim’ancora di essere messi
in circolazione, quando di fronte si hanno materiali umani schiantati dal “male
di vivere” – il nichilismo che avanza – allora occorre considerare questa
situazione come il sintomo più evidente di un’epoca discendente, di una
condizione che non è soltanto innaturale perchè inumana (o sub-umana che dir si
voglia) in quanto avversa alla natura dell’individuo ed alla sua capacità di
sviluppo ma anche di un periodo che, nei Testi Sacri e nella Tradizione
Informale, viene riconosciuto come quello dei “Tempi Ultimi” o , per essere più
esatti, dell’ultimo ciclo cosmico di realizzazione (quella massimamente
involutiva), sottoregno materiale condizionato da influenze telluriche e dalla
fuoriuscita magmatica di elementarità disorganiche, sovversive, irrazionali e
regressive.

Siamo se non proprio al “pianeta delle scimmie” (metafora dell’ultimo stadio
dell’abbiezione umana) non molto lontani dal regno d’Iniquità.

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

20 MAGGIO 2010

NOTE -

1) – Julius Evola – articolo – “L’avvento del “Quinto Stato” – in
“Ricognizioni – Uomini e Problemi” – Ediz. “Mediterranee” – Roma 1974;

2) – Julius Evola – articolo – “Rivoluzione dall’Alto” – in “Ricognizioni -
Uomini e Problemi” – op. cit.;
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Link alla pagina:
LA CONTRO-ASCESI MONDIALE (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/25/la-contro-ascesi-mondiale/)

Lupo
29-05-10, 09:23
di Dagoberto Husayn Bellucci (20-05-2010)

http://laconoscenzarendeliberiblog.files.wordpress.com/2010/01/rivisterazziste.jpg

“Il nostro atteggiamento di fronte alla Internazionale Ebraica è determinato
non solo da cause lontane, storiche e psicologiche, ma da cause recenti che ci
hanno additato il pericolo ebraico.”

http://digilander.libero.it/classicomanzoni/Immagini/ProtocolliSion.jpg

( Giovanni Preziosi – “I Principali strumenti dell’Internazionale Ebraica: la
Massoneria e la Demagogia” – da “La Vita Italiana” del 15 Maggio 1921 )

Una ricognizione analitica relativa al massiccio apporto ebraico ai partiti
cosiddetti antifascisti e alla altrettanto cosiddetta “resistenza antifascista”
risulta funzionale per estendere il raggio d’azione all’attività ebraica lungo
tutto l’arco di tempo della vita sociale e politica italiana dal Risorgimento
ai giorni nostri. Non è un mero esercizio statistico nè storico in quanto da un
rilievo di quella che sarà l’organica presenza di elementi ebrei nelle file
dell’antifascismo militante sarà possibile evidenziare sia la preponderante
caratterizzazione in senso offensivo, quindi nemico, dell’ebraismo nei
confronti del fascismo (e per estensione degli interessi nazionali che questo
rappresenterà per oltre un ventennio) sia l’indagine a più vasto raggio della
presenza fattuale giudaica in seno alla politica.

Presenza che non solo è aumentata ma che, pur nelle dovute condizioni di
tempo, ha assunto forme di vera occupazione campale laddove si voglia
seriamente ravvisare il pericolo di un’infiltrazione siffatta in seno ai
principali organi dirigenti del paese: ebrei ed ebraicizzanti sono, con
l’avvento della Repubblica antifascista nata dalla resistenza, assurti alle
principali cariche dei partiti e dei sindacati, delle organizzazioni
dell’amministrazione pubblica, della Corte dei Conti e della Magistratura.
Quanti sono, oggidì’, gli ebrei avvocati, i giudici e quelli presenti tra le
alte cariche degli organi esecutivi? A nostro avviso una ricerca, in questa
come in altre direzioni, si impone con una certa urgenza.

In merito all’antifascismo ebraico occorrerà partire dalle considerazioni,
peraltro notevoli, poste dal De Felice: “Prima dei provvedimenti antisemiti del
1938 è infatti – scriveva lo storico del fascismo (1) – a nostro avviso
impossibile parlare di un “antifascismo ebraico” e anche per gli anni
successivi al 1938 ci pare si debba andare molto cauti nell’usare una simile
espressione e un simile metro di giudizio della posizione politica di tanti
ebrei italiani. Non vi è dubbio che molti furono sin dall’inizio gli ebrei
antifascisti . Ne troviamo attivi in tutti i partiti e in tutte le maggiori
organizzazioni che contro il fascismo lottarono sin dal suo primo apparire
sulla scena politica italiana: nel partito socialista (Treves, Modigliani,
ecc.), in quello comunista (Terracini, Sereni, ecc.), in quello repubblicano
(Levi, Donati, ecc.), nell’Unione Democratica (Momigliano, ecc.) , nella
massoneria, nelle organizzazioni sindacali e in quelle di categoria. E, ancora,
dopo che il fascismo era giunto al potere , tra coloro che presero
pubblicamente posizione contro di esso (basti pensare al “manifesto Croce” in
cui ne figurano oltre una trentina), tra coloro che collaborarono agli ultimi
giornali liberi (“La Rivoluzione Liberale”, “Il Mondo”, “Rinascita Liberale”,
“Quarto Stato”, “Il Caffè”) e ai primi clandestini (“Non mollare”) che si
pubblicarono in Italia, tra coloro che rifiutarono il giuramento loro richiesto
dal fascismo. Uno dei primi e più caustici pamphlets contro il fascismo, “La
ficozza filosofica del fascismo e la marcia di Leonardo” (Roma, 1923), fu di un
ebreo, del Formiggini.”

Occorre premettere che, indipendentemente da quanto affermato da De Felice, è
realtà parlare di un vero e proprio “antifascismo ebraico” proprio nella misura
in cui gli ebrei furono attivissimi, e fin dalle origini del fascismo,
essenzialmente sul fronte dei partiti antifascisti. E’ da ricordare oltretutto
che l’opera di revisione storica sul movimento fascista condotta fin dagli anni
sessanta da Renzo De Felice andava ad inserirsi in un programma che, se da un
lato intendeva rivalutare e scoprire le opere del Regime e la figura del suo
fondatore in modo meno partigiano e fazioso di quanto fino a quel momento
proposto dalla cultura dominante, mirava essenzialmente alla disattivazione di
quei postulati rivoluzionari, sociali e popolari, propri del Fascismo
attraverso la sua de-ideologizzazione e storicizzazione. Obiettivo peraltro
raggiunto più che ottimamente con la co-partecipazione anche di diversi autori,
se non proprio di tutti, della cosiddetta “area” neo-fascista o missina fra i
quali, in questa sede, occorre ricordare il ruolo svolto fin dalla metà anni
Ottanta da elementi ebraicizzanti fra i quali impossibile non ricordare
Marcello Veneziani tutto teso a dimostrare l’”italianità” del fascismo
(…’buono’, riformatore, ordinatore delle italiche genti…) in
contrapposizione al nazionalsocialismo tedesco (…’brutto, sporco e cattivo’
“ovviamente”…): anche questi aspetti “destri” della politica di de-
ideologizzazione sarebbero ulteriormente da analizzare in maniera compiuta.

Al di là delle considerazioni storiche occorre ricordare i motivi per i quali
moltissimi ebrei andranno ad ingrossare le fila dell’antifascismo – prima,
durante e dopo l’avvento di Mussolini al potere – e fra queste ve ne sono
alcune che già Preziosi all’epoca ebbe modo di sottolineare con estrema
lucidità, rigore analitico e dati incontrovertibili: “Allorchè fu dalla stampa
anglo-ebraica scatenata contro il Duce – scriveva Preziosi (2) -
l’indimenticabile oscena campagna di volgarità e di ingiurie in nome della
“morale”, in “La Vita Italiana” (febbraio 1925, pag. 160), io riportai per la
storia un articolo apparso nel giornale inglese “British Guardian” del 23
gennaio 1925 nel quale veniva da fonte inglese, con impressionante chiarezza,
precisata la posizione assunta dalla stampa ebraica contro Mussolini nell’atto
stesso chen veniva delineata la posizione di Mussolini nei confronti
dell’Internazionale ebraica. Voglio ripubblicare ora, a distanza di quindici
anni, il giudizio del “British Guardian, non per dimostrare l’antifascismo
costante dell’ebraismo internazionale, ma per offrire un nuovo documento a
quanti han parlato di “imitazioni”.”

Quell’articolo, che riproponiamo integralmente, sottolineava le radici
autentiche ed il vero volto dell’antifascismo ebraico d’oltremanica. Può
tranquillamente essere utilizzato quale metro di misura per comprendere meglio
l’antifascismo ebraico interno che trae origine proprio da identiche
considerazioni e da convergenti vedute:
” Gli urli e le imprecazioni della stampa contro il governo di Mussolini -
scriveva il “British Guardian” – sono addirittura nauseabondi, e avranno
attirato su di noi inglesi le derisioni dell’Italia, dove s’ignora che la
stampa britannica è nelle mani del giudaismo (…’bontà’ “loro”..qualcuno se
ne accorgeva anche all’epoca…del ‘resto’ avran buon gioco le vignette dello
“Sturmer” o degli altri periodici nazionalsocialisti a rilevare, con un facile
gioco di parole, il ‘punto’ della questione rovesciando semplicemente ad uno
specchio la testata più influente tra quelle pubblicate oltremanica…”
Times”…. ndr). Dal giorno in cui Mussolini prese le redini del potere e salvò
la sua patria dal caos in cui l’avevano immersa i politicanti ebraici che
governavano il paese, la stampa colse tutte le opportunità per diffamare la sua
personalità e la sua opera. Periodicamente si è alzato il grido che i giorni di
Mussolini erano contati e che di ora in ora bisognava aspettarsi il ritorno
alle condizioni normali in Italia. E’ inutile spiegare che quest’ora non è
giunta, ed è irritante spiegare per le lunghe perchè queste normali condizioni
non sono state prese. Non sappiamo che cosa significhi condizioni normali a
meno che non s’intenda il governo dei politicanti dell’ebraismo contro il quale
Mussolini ha le sue obbiezioni da far valere. Anche il Punch è stato invitato a
prestare aiuto della sua satira ignominiosa. Che cosa ha fatto Mussolini per
seminare tanti torbidi nel mondo giornalistico?….EGLI PREPARA DELLE LEGGI PER
SOPPRIMERE LA POTENZA DEL GIUDAISMO E DELLA MASSONERIA GIUDAICA IN ITALIA , UNA
POTENZA CHE E’ UN GRAVISSIMO PERICOLO PER GLI ITALIANI. Nella sua azione egli
ha dovuto sopprimere certi giornali ebraici o ispirati dal giudaismo. Ecco
l’abominevole oltraggio perpetrato da Mussolini contro il costituzionalismo E’
un disastro che noi non abbiamo avuto in Inghilterra un Mussolini capace di
schiacciare la potenza dell’ebraismo e di sopprimere quella propaganda giudaica
di cui sono piene tutte le colonne dei nostri giornali quotidiani.” (3)

Alla faccia di un De Felice che scriveva di “andarci cauti” a parlar di
“antifascismo ebraico”. E Preziosi di antifascismo e, ancor più, di ebraismo se
ne intendeva a sufficienza per ricordare quanto già aveva rilevato Adolf Hitler
nel suo “Mein Kampf” fin dal 1925 ovvero che “la lotta che l’Italia fascista
svolge contro le tre maggiori armi del giudaismo, forse inconsciamente (io però
credo che la svolga consapevolmente), è ottimo indizio del fatto che – sia pure
per vie indirette – a questa velenosa potenza superstatale si possono spezzare
i denti. Il divieto della massoneria e delle società segrete, la soppressione
della stampa supernazionale e la demolizione del marxismo internazionale – e
viceversa, il costante consolidamento della concezione statale fascista -
permetteranno col tempo, al Governo fascista, di servire più gli interessi del
popolo italiano senza curarsi delle strida dell’idra mondiale ebraica.” (4)

Dunque non “imitazione” nè fotocopia d’importazione fu la battaglia del
fascismo contro l’antifascismo e il giudaismo internazionale ma una lucida,
chiara e tenace lotta tra due concezioni del mondo che, del resto, lo stesso
Duce aveva nitidamente compreso in tutta la sua ampiezza e portata (almeno
teoricamente) allorquando parlando al direttorio (leggasi Gran Consiglio del
Fascismo) del PNF in data 7 aprile 1926 aveva sentenziato: “Noi rappresentiamo
un principio nuovo nel mondo, noi rappresentiamo l’antitesi netta, categorica,
denitiva di tutto il mondo della democrazia, della massoneria: di tutto il
mondo, per dirla in una parola, degli immortali principi dell’89. Sismondi il
grande storico, diceva che i popoli che, in un certo momento della loro storia
prendono l’iniziativa politica, la conservano per due secoli. E, difatti, il
popolo francese, che nel 1789 prendeva la iniziativa politica, l’ha conservata
per 150 anni. Quello che nel 1789 ha fatto il popolo francese, ha fatto oggi
l’Italia fascista, che prende l’iniziativa nel mondo, che dice una parola nuova
al mondo e che conserverà questa iniziativa” (5)

Varrà la pena qui sottolineare che tra le cause prime del fallimento fascista
in questa sua missione storica non saranno – come hanno strombazzato per
decenni e scribacchiato più o meno l’uno sodale con l’altro i principali
storici del fascismo sia “anti” sia “filo” o dichiaratamente autoproclamatisi
“eredi” di quell’esperienza storico-politica – certamente la politica di
avvicinamento e di alleanza con la Germania hitleriana (logica e assolutamente
conforme ad una prassi di riconquista dei nostri diritti storici e di sovranità
limitata dalle iniquità di Versailles oltre a indiscutibili motivi di
revisionismo geopolitico che avrebbe visto l’Italia tentare una nuova
proiezione, dinamica e rivoluzionaria, nel Mediterraneo, in Africa e nei vicini
Balcani) nè l’attuazione delle cosiddette “leggi razziali” del ’38 bensì
proprio quella costante, intensa e palese opera di erosione della coesione
interna, del consenso popolare e dell’unità nazionale che i centri del potere
occulto (Massoneria e Ebraismo in primiis) opereranno anche attraverso l’opera
di camuffamento-mimetizzazione dall’interno delle stesse istituzioni fasciste
dentro le quali finiranno fratelli frammassoni e ‘cugini’ ebrei per meglio
condurre la loro attività sediziosa e calunniatrice, disgregatrice e
disintegratrice dell’ordinamento fascista.

Ebrei e frammassoni saranno in prima fila contro il fascismo fin dalle origini
di questo e, attivamente, durante il periodo bellico che vedrà interi nuclei
dirigenti dello Stato Maggiore dell’Esercito, della Marina e dell’Aviazione
operare un vile tradimento a favore del nemico (6). Una delle più ignobili
menzogne partorite nell’immediato secondo dopoguerra mondiale, e fino ai giorni
nostri sempre “rivendicate” dalla storiografia sistemico-antifascista, è quella
relativa all’irresponsabile condotta bellica del Fascismo e all’incapacità
delle nostre forze armate di contrastare il nemico britannico…Si dica una
buona volta che se ciò fu possibile, se fu cioè bloccata sostanzialmente
l’azione offensiva della nostra marina e delle forze armate per vincere la
perfida Albione nel “mare nostrum”, una fetta consistente di questa
responsabilità è da ascrivere assolutamente all’opera di sabotaggio e
all’abnegazione con cui un numero non irrilevante di ammiragli e generali
italiani tradirono la Patria in armi ponendosi alacremente al lavoro al fianco
dei futuri “alleati” (…’loro’ ovviamente…). Una pagina infame di storia
nazionale sulla quale torneremo compiutamente tra qualche giorno.

Ma torniamo al ruolo svolto dagli ebrei all’interno dell’antifascismo.
Escludendo al momento, per ovvie ragioni, la parte che avrà nella tragedia
italiana una figura tanto meschina e vile quale quella del maresciallo Pietro
Badoglio (per il quale, unico caso crediamo di ‘trasmissione’ grammatical-
verbale oltreoceano, gli yankee’s coniarono il verbo “to badogliate” = tradire
stupidamente) che, non va dimenticato, era riconosciuto come noto frammassone
fin dall’epoca del primo conflitto mondiale (7); occorre ricordare come fin
dall’inizio della cosiddetta “Concentrazione antifascista” in esilio a Parigi
(1927) emersero numerosi ebrei ai vertici delle organizzazioni politiche che
avevano quale unico scopo l’abbattimento del regime fascista. Tra questi
ricordiamo il ruolo svolto nella più importante ed attiva di tutte, “Giustizia
e Libertà”, dai fratelli Rosselli e la parte avuta da altri ebrei sparpagliati
per tutti i principali partiti antifascisti che conteranno fra i loro dirigenti
gli ebrei Sion e Marco Segre, Carlo e Leo Levi, Nello Rosselli, Raffaele
Cantoni, Vittorio Foa, Emilio Sereni, Leone Ginzburg e Umberto Terracini

“Come si vede – scrive il De Felice (8) – il contributo degli ebrei
all’antifascismo fu numericamente e qualitativamente veramente imponente.(..)
L’ebraismo (…) ha indubbiamente un certo sostrato democratico e liberale che,
in alcuni casi, può aver facilitato una certa maturazione politica, non
crediamo però che l’abbia potuta determinare. Se l’ha determinata, l’ha
determinata in senso non immediatamente antifascista, ma sionistico.”

Ora occorrerebbe anche ricordare come i sionisti italiani, per quanto
Mussolini cercasse di ingraziarsene i capi e intavolasse con i dirigenti delle
loro organizzazioni numerosi incontri e iniziative per disturbare la politica
britannica nel Mediterraneo, furono tendenzialmente – com’era naturale che
fosse – antifascisti perchè nazionalisti ebraici.

Il movimento che maggiormente si distinse tra il fuoriuscitismo antifascista
fu quello, come detto, di “Giustizia e Libertà”: all’interno di questa
formazione operavano numerosi intellettuali ebrei che ben presto ne divennero
la spina dorsale (e qui può bastare il nome di Bruno Zevi che nel periodo
bellico diede alle stampe negli Stati Uniti i suoi “Quaderni Italiani”). Negli
Stati Uniti gli emigrati ebrei italiani si trovarono dal ’38 in poi a militare
in gruppuscoli della sinistra radicale ed anarchicheggiante gravitanti intorno
alla figura di Gaetano Salvemini (è il caso di E. Tagliacozzo,M. Carrara, L.
Borghi e altri) mentre va ricordato il documento, redatto da Andrea Mortara,
pubblicato alla fine del ’38 a Tunisi col titolo “Ebrei italiani di fronte al
“Razzismo”" con cui sono attaccate le nuove disposizioni in materia di razza
del Governo Mussolini.

“Confusi nel movimento antifascista, gli ebrei parteciparono attivamente alla
sua lotta, in Europa, nelle Americhe, in Australia e in Africa settentrionale.
Alcuni ebbero parte notevole nella stampa: in “La controcorrente”, nelle varie
edizioni de “L’Italia libera”, in “Nazioni Unite”, ne “L’Unità del popolo”, nel
“Corriere d’Italia”. Negli Usa parecchi fecero parte della Mazzini Society,
che, fondata nel 1941 da Max Ascoli, fu la maggiore e più attiva organizzazione
antifascista italiana in terra americana. Un certo numero prestò la sua opera
nei servizi di propaganda e nelle forze armate anglo-americane, assolvendo
delicati incarichi politico-militari.” (9)

I nomi , a ‘frotte’, degli ebrei militanti nelle formazioni della cosiddetta
resistenza non si contano (rimandiamo al nostro “I’tal’yà – Ebrei e Lobbie’s
ebraiche in Italia” – Ediz. “Effepi” – Genova 2003) ma scriverà in proposito
del loro contributo “armato” Carlo Alberto Roncioni: “La resistenza come
guerriglia cominciò, da parte del Potere Occulto, subito dopo la costituzione
della RSI, il cui governo aveva imparato la lezione del 25 luglio e aveva
cominciato ad agire seriamente in senso antiebraico e antimassonico. Restava
però Farinacci che, pur essendo filo-tedesco e antisemita, aveva appartenuto a
“Piazza del Gesù”. Lo stesso dicasi per Buffarini-Guidi ed Ezio Maria Gray. Per
dere un esempio della purezza d’animo degli agenti del potere occulto, citiamo
un fatto. E’ noto, e questo fatto ce lo dimostra che per gli Ebrei c’è prima il
denaro e poi c’è Dio. Infatti essi sono pronti a far uccidere dei conrazziali
(purchè onesti ed innocui ai Gentili) per intascar denaro. Al comando tedesco
della Roma occupata nel ’43, c’era un viavai ininterrotto di delatori, un tanto
a ebreo e un tanto a …”peso”. Dalle cinque alle cinquantamila lire a seconda
del valore. Le spie più temibili, perchè non sbagliavano le delazioni, erano
ovviamente le spie ebree, i cosiddetti kapò. Una volta fatto ammazzare il
correligionario, altro premio gli toccava dalle centrali del Potere Occulto,
per aver contribuito a rendere odiosi i Tedeschi e a favorire l’insurrezione
popolare. In Via Catalana, fino a qualche anno fa, si cantava una canzone
popolare che incitava a vendetta. Denunciava ai posteri, ai soprvvissuti, la
cosiddetta Pantera Nera, che non era una nazifascista, ma un’israelita di nome
Stella Di Porto, una ragazza bella e perfida. Aveva vent’anni quando di sera
giungeva al ghetto seguita dalle SS pronte ad acciuffare ogni persona che la
giovane salutava per strada. Era il suo modo di denunciare, come il suo
conrazziale Giuda Iscariota. Consegnò ai Tedeschi anche un cugino e un cognato.
A guerra finita mentre le CAS mandavano a morte decine di fascisti innocenti,
Stella non veniva toccata. Dopo un processo si eclissò, protetta da grossi,
misteriosi, pesci. E’ ancora viva? Dov’è?” (10)

Sulla figura di Celeste (Stella) Di Porto scrive en passant anche il De Felice
parlando della “famosa Pantera Nera che tanto male fece ai suoi correligionari
romani” (una riga e mezzo e non di più su un personaggio che evidentemente era
bene lasciar stare…anche questa vicenda dovrebbe far riflettere le anime
belle che vorrebbero tutta lineare la storia degli avvenimenti italiani
dell’ultimo secolo).

Occorre aggiungere altro per dimostrare l’indiscutibile connubio ebraico-
antifascista sempre attivo prima e durante la seconda guerra mondiale?
Occorrono forse altre prove oltre a quelle di testimonianza che annualmente,
ogni 25 aprile, offrono i reduci ‘partizan’ della Brigata Ebraica regolarmente
presenti a tutte le celebrazioni resistenziali?

Noi diciamo che ‘basta’ e ‘avanza’ quanto tracciato….ce n’è in abbondanza
per continuare eventualmente nel dettaglio in altro spazio nuove ricognizioni
analitiche. Al momento questo è il dato saliente: che ebrei e frammassoni
furono, sempre, fin dal principio i nemici più ostinati e irriducibili del
Fascismo italiano.

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI


Note -

1 – Renzo De Felice – “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo” – Ediz.
“Einaudi” – Torino 1961;

2 – Giovanni Preziosi – “L’Ebraismo e Mussolini” – (crf G. Preziosi – “Come il
giudaismo ha preparato la guerra” – Ediz. “Tumminelli” – Roma 1939);

3 – dal “British Guardian” riprodotto da G. Preziosi – ibidem;

4 – Adolf Hitler – “Mein Kampf” (citaz. in G. Preziosi – “Il Genio” -
ibidem);

5 – Benito Mussolini – (citaz. in G. Preziosi – “Il Genio” – ibidem);

6 – fondamentali in proposito i volumi di Antoni Trizzino – “Navi e poltrone”
- Ediz. “Longanesi” Milano; di Teucle Meneghini – “Cento sommergibili non sono
tornati” – Ediz. “Centro Editoriale Nazionale” Roma, di Gianni Rocca -
“Fucilate gli ammiragli” – Ediz. “Mondadori” Milano (quest’ultimo di taglio
nettamente antifascista);

7 – Carlo Alberto Roncioni nel suo “Il Potere Occulto” dedica un intero
capitolo alla figura del ‘maresciallo’ scrivendo: “Il Maresciallo d’Italia
Enrico Caviglia, scrivendo il suo famoso libro dedicato alla Dodicesima
Battaglia, cioè alla storia vera di Caporetto, non solo ha documentato che la
responsabilità di quel disastro ricade tutta su Badoglio (e ciò nonostante egli
fu premiato, diventanto Sottocapo di Stato Maggiore con Diaz), ma , in un
allegato, dimostrò che tutte le promozioni di Badoglio furono scroccate; e
furono potute scroccare perchè, essendo egli in Massoneria di grado superiore
ai suoi superiori militari, potè sostituirsi nelle promozioni a quei comandanti
che avevano preparato le operazioni del Sabotino, poi del Vodice, poi della
Bainsizza. L’allegato n. 7 , dedicato alla carriera massonica di Badoglio, fu
dal Maresciallo Caviglia affidato all’ufficio storico del Ministero della
Guerra ed a qualche scrittore militare. Dopo la guerra italo-austriaca,
Badoglio ebbe un solo scopo: scavalcare il suo capo, il Maresciallo Diaz, e
divenire così Capo di Stato Maggiore. E ci riuscì durante il ministero
massonico ebraico di Francesco Saverio Nitti (il ministero cioè che ebbe tre
ebrei in una sola volta: Mortara alla Giustizia, Schanzer agli Esteri, Alessio
all’Agricoltura), passando poi innanzi ai generali vittoriosi della guerra.”.

8 – Renzo De Felice – op. cit.;

9 – Renzo De Felice – op. cit. che ricorda tra le altre pubblicazioni quelle a
firma dell’ebreo Limentani “Radio Londra durante la guerra” in “Inghilterra e
Italia nel 900″ – Firenze 1973; G. Padovano – “Appunti sulle origini e gli
sviluppi dell’O.W.I. e della “Voce dell’America” in “L’antifascismo italiano
negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale” Roma 1984 e di M.
Montagnana – “I rifugiati ebrei in Australia e il movimento antifascista
“Italia libera” (1942-1946)” in Notiziario dell’Istituto Storico della
Resistenza in Cuneo e provincia, Gennaio-Giugno 1987;


Link alla pagina:
EBRAISMO E RESISTENZA ANTIFASCISTA (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/25/ebraismo-e-resistenza-antifascista/)

Lupo
29-05-10, 09:33
RECENSIONE MUSICALE * MATIA BAZAR….”PALESTINA” E ALTRO…

http://www.pdci-ibarruri.it/palestina18.JPG

di Dagoberto Husayn Bellucci (27/05/2010)

J4xr8rH67yA

( Matia Bazar – “Palestina” – album “Tango” 1983 )

Nemmeno adolescenti ricordiamo una lontanissima serata contrassegnata dalla
tonalità e dall’acustica devastante di un gruppo allora in voga nel ‘belpaese’:
i Matia Bazar… Livorno primissimi anni Ottanta…era l’anno (forse l’82 o giù
di lì) di un tour che avrebbe visto il gruppo principe di quel genere che,
critici e recensori, chiameranno con il nome di pop ‘sintetico’ esibirsi nella
città labronica con il loro “Parigi, Berlino, Londra Tour”…
I Matia Bazar, band genovese formatasi a metà dei Settanta, avranno nella voce
solista, Antonella Ruggiero – una delle più sensuali, acute e suadenti voci del
panorama canoro nazionale (…erano ancora gli anni in cui l’industria musicale
italiana oltre alla superlativa Mina riusciva a sfornare voci quali quelle di
Loredana Bertè, Giuni Russo, di Alice e, qualche anno più tardi, di Anna Oxa …
peccato che programmi demenziali quali “X Factor” non si ricordino chi e,
soprattutto, ‘come’ si cantava venticinque/trent’anni fa…. Giusy Ferreri
bah….) – la loro miglior interprete per una serie progressiva di cambi di
formazione che dall’originaria muterà nel corso degli anni comprendendo,
peraltro, le ultime ‘scoperte’ vocali della modenese Silvia Mezzanotte e di
Roberta Faccani….niente a che vedere…nemmeno lontanamente…con i
virtuosismi vocali della Ruggiero…assoluti (…da riascoltare “Io ti voglio
adesso”, “Fantasia”, “Ti sento”, “Che canzone è”, “Io ti voglio adesso” o
“Noi”…ce ne fosse ‘mezza’ oggigiorno che raggiungesse certi acuti da
brividi…).
La prima produzione dei Matia Bazar sarà sostanzialmente alla ‘cerca’ di un
proprio stile per contraddistinguere il gruppo in un paese nel quale – come
scriverà Matteo Losi (1) – “era consentito parlare – musicalmente – solo tre
lingue: cantautorato, progressive di quarta mano, o un soave quanto indistinto
“soft pop” (Homo Sapiens, Santo California, Giardino Dei Semplici) sovraccarico
di provincialismi che sarà, per oltre un lustro, la strada prescelta dalla band
genovese (si ascoltino la “pinkfloydiana” “Cavallo Bianco” o “Per Un’Ora D’
Amore”, piccoli gioielli di questa prima fase). L’italo-disco era allo stadio
embrionale (per usare un eufemismo…), non ci sono santi. Battiato ancora non
aveva ancora messo mano alla sua “rivoluzione copernicana” del pop della
penisola. Battisti era impantanato in un adocchiante spaghetti-soul (“Ancora
Tu” ne è l’archetipo) lontano eoni dalla poesia elettro-melò di “Don Giovanni”,
primo atto della collaborazione con Pasquale Panella.”.
Battiato all’epoca, metà settanta, era ancora alla sua ‘fase’ di
sperimentazione acustica (…Fetus e Pollution sono del ’72 anno in cui avverrà
per il cantautore siciliano l’incontro con il musicista Karl Heinz Stockhausen
dal quale sarebbero derivati, come influenza artistica, i successivi “Sulle
corde di Aries” l’anno dopo, “Clic” e “M.elle le Gladiator” rispettivamente del
74 e 75….Sgalambro era ancora di là da venire…)
“Eppure – prosegue Losi (2) – già dal ’78 le cose iniziavano a cambiare
leggermente, con i primi recepimenti di istanze punk e new wave (F’austo, i
Chrisma di “Chinese Restaurant” – quest’ultimo addirittura del ’77 (!) –, il
germogliare della scena post-punk avantgarde di Pordenone) e l’inizio della
nostra “marcia danzante”, domiciliata alla leggendaria discoteca Cosmic sul
Lago di Garda, che con Capricorn e Klein & MBO avrebbe attecchito in tutta
Europa e perfino negli States. Da quel momento, i Matia Bazar non hanno più
alcuna scusante per giustificare il declino che li ha portati all’indecenza de
“Il Tempo Del Sole” (1980), ben oltre il sottile confine che separa il kitsch
dal trash puro e semplice.”
La carriera dei Matia Bazar si snoderà da quel momento tra qualche successo
“avantgardiste” e il definitvo approccio al synth-pop: è del 1980 “C’è tutto un
mondo intorno”, ma sarà con il singolo “Fantasia” – poi inserito nell’album
“Berlino Parigi Londra” – che avviene il definitvo rilancio che li porterà a
comporre nell’83 “Vacanze Romane”, una delle loro canzoni più famose, che varrà
loro il premio della Critica al XXXIIImo Festival di Sanremo e il primo
Telegatto del settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni” come miglior gruppo italiano.
Sarà proprio il ‘lato b’ di quel fortunato successo a contenere “Palestina”…
canzone davvero d’altri ‘tempi’…canzone – come ricorderà qualcuno – con
diversi spunti d’attualità e senza troppe pretese che ricordiamo, non
foss’altro per il titolo, più che volentieri anche perchè, in poche frasi,
conchiude l’atmosfera (…anche se starebbe bene quale colonna sonora di un
film anni cinquanta…magari di un giallo di Agatha Christie con l’immancabile
messieur Poirot…) d’incertezza che all’epoca contrassegnava la politica
internazionale (…”il leone in gabbia vecchia America…la muraglia invecchia
e perde fascino…”…) …ma vediamo di non vederci troppo ‘impegno’ ….se
proprio lo si vuol ricercare si ‘ascolti’ il combat-rock, mutuato dai
britannici Clash, dei compagni di “The Gang” (…”La lotta continua”…”
Kowalsky”…e altre che adesso non ‘ricordiamo’…)…eventualmente se proprio
ci ‘tenete’ a ‘riascoltare’ l’eco di suoni ‘lontani’ di guerre dimenticate del
passato remoto europeo conviene orientarsi su “Fantasia” (…”Una stanza, una
casa, una città/ Strade vuote e ombre nell’oscurità/ A Berlino soldati stanchi
e d’ogni età/ Sopra i muri con le donne che gli stanno vicino/ Fantasia che
tra poco tutto finirà/ A Parigi, Londra e in tutte quante le città…” …).

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Per i Matia Bazar inizia l’epoca dei successi: nel 1984, alla vigilia
dell’uscita dell’album Aristocratica, Mauro Sabbione lascia il gruppo per
dedicarsi a progetti sperimentali (Melodrama) e collaborare con gli amici
Litfiba e in seguito sarà tra gli artefici del lancio della band The
Transistors per i quali scriverà e suonerà nel loro album d’esordio Atelier. A
lui subentra Sergio Cossu e un anno dopo vincono un nuovo Premio della Critica
al Festival di Sanremo con Souvenir. Dello stesso anno è una delle loro canzoni
più conosciute, Ti sento, con la quale il gruppo, già famoso in tanti paesi del
mondo, si afferma definitivamente a livello internazionale, ed incide la
canzone in diverse lingue.
Per il mercato anglosassone Ti sento diventa I Feel You, singolo pubblicato
con successo anche in Italia. Grazie ad un sound d’avaguardia che miscela le
tastiere elettroniche ai sintetizzatori, Ti sento rimane un classico del gruppo
ligure ed una delle canzoni più conosciute degli anni ’80.
Nel 1987 vincono nuovamente il Telegatto come migliore gruppo italiano secondo
TV Sorrisi e Canzoni, e l’anno successivo partecipano al Festival di Sanremo
con il brano La prima stella della sera.
Nel 1989, al colmo del successo, Antonella Ruggiero lascia il gruppo, sia a
causa della sua maternità, sia per seguire strade personali; verrà sostituita
da Laura Valente….Per noi la storia dei Matia Bazar finisce qui…un pò come
quella di Sergio Caputo dopo aver realizzato “Storie di whisky andati” (1988)
…si è vero abbiamo ascoltato anche “Lontano che vai” e “Sogno erotico
sbagliato” ma di lì in avanti qualcosa non ci ‘quadrava’ più…Comunque
l’ultimo album che meriti ‘attenzione’ per il cantautore romano è, per quanto
ci riguarda, quello di “Non bevo più tequila” e “Anche i detective piangono”…
comprendiamo perchè si sia infine dato al jazz scegliendo la California come
patria d’elezione… (…”io con questa faccia e il mio passato da
dimenticare”….si ‘raccontava’ di sue ‘frequentazioni’ politiche non proprio
politically correct in gioventù …ma questa è un’altra storia…).
Tant’è ….ascoltatevi – o riascoltatevi per i più ‘vecchi’… -
“Palestina”….’merita’ ancora!


Link alla pagina:
RECENSIONE MUSICALE (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/27/recensione-musicale/)

Lupo
29-05-10, 09:43
FATTI E ANTEFATTI DELL’ITALIA MUSSOLINIANA
E DELLA BATTAGLIA FASCISTA
CONTRO LA GIUDEO-MASSONERIA INTERNAZIONALE

http://www.terrasantalibera.org/propaganda-fascista-antiebraica.jpg

di Dagoberto Husayn Bellucci (25/05/2010)

“Colla sinagoga trescava il Mazzini, i frutti dè cui amori al Campidoglio di
Roma non sono ignoti, colla sinagoga il Garibaldi, colla sinagoga il Cavour,
colla sinagoga il Farini, colla sinagoga il De Pretis; ed umili servi della
sinagoga sono stati e sono molti di quei “grandi” ai quali la dabbenaggine
pubblica ha eretto ed erige lapidi, busti e monumenti per glorificarne l’amore
alla “libertà” e alla “patria”.”

(don E. Rosa – “Della Questione giudaica in Europa” – 1891)

http://digilander.libero.it/livuso/negozio%20ariano.gif

Una storia del Fascismo, della sua evoluzione da partito armato e milizia
avanguardistica a organizzazione di massa prima e a modello statale poi, deve
inquadrare in modo organico l’insieme delle componenti e delle funzioni assunte
dai suoi organi dirigenti e dai suoi uomini; premessa indispensabile per
qualsivoglia ricognizione analitica che intenda effettivamente considerare
quella che rimane la sola, l’unica, esperienza rivoluzionaria avuta dall’Italia
nel XXmo secolo e il più importante tentativo di coniugazione e sintesi del
socialismo con la nazione.

Socialismo e nazione che saranno una componente fondamentale sia nella vita
del suo fondatore, Benito Mussolini (già agitatore socialista nella Romagna dei
primi del secolo e direttore de “L’Avanti” quotidiano che diverrà nel 1912-14
la punta di diamante dello schieramento massimalista all’interno della sinistra
italiana) che dei postulati ideologico fondanti il Fascismo di piazza San
Sepolcro, originaria formula di convergenza di spinte e tensioni ideali uscite
dall’esperienza della ‘trincerocrazia’ e dai campi di battaglia della prima
guerra mondiale.

Ideologicamente nato “a sinistra” il movimento fascista sposerà, nel periodo
della sua ascesa al potere (1920-22), tematiche conservatrici; assumendo
posizioni di difesa dei ceti produttivi (agrari e piccola borghesia)
funzionalmente all’obiettivo di conquista del potere. Sarà poi nel successivo
decennio che verranno poste le radici e fissate le basi dello Stato fascista
che riprenderà i suoi originari connotati e le parole d’ordine anticapitaliste
che caratterizzeranno anche l’ultimo periodo della RSI.

Il discorso del 23 marzo 1936 tenuto da Mussolini in Campidoglio all’Assemblea
Nazionale delle Corporazioni – strumento del Regime per avviare una nuova fase
di sviluppo industriale e base istituzionale di rappresentanza della vita socio-
economica nazionale – dimostra lucidamente come il Fascismo non si fosse
completamente appiattito o annacquato sull’impalcatura del vecchio stato
liberale ed agisse in maniera coerente con la propria visione del mondo
cercando di mettere in moto le dinamiche sociali per il rilancio della nazione
italiana. Dal discorso del Duce era inoltre emersa nitidamente la grande
opportunità che lo Stato assumesse direttamente la gestione delle grandi
imprese che lavoravano per la difesa nazionale, con un risultato di un loro
allineamento ai programmi stabiliti dagli organi preposti dal Fascismo e
soprattutto con l’obiettivo dell’eliminazione delle sacche di profitto
capitalistico (“il triste fenome del pescecanismo” come aveva affermato
Mussolini). La protezione che lo Stato poteva al limite concedere ad alcune
aziende ed industrie private non doveva significare protezione del capitale a
danno dei consumatori ma protezione del lavoro il che avrebbe comportato, in
ambito politico come in quello economico, il superamento dell’”astrattismo
libeale” che al fianco di un cittadino assolutamento libero teoricamente,
poneva un lavoratore schiavo del capitalismo.

Commentando questo discorso rivoluzionario del Duce scrisse all’epoca Nicola
Bombacci nel primo numero della sua rivista “La Verità”: “Non è concepibile,
non è ammissibile, che nel secolo ventesimo le materie prime indispensabili
alla vita moderna, siano monopolio di alcuni stati, che ne abusano per
perpetuare un’egemonia, che contrasta, non di rado, con le ragioni più profonde
dell’evoluzione e del progresso. C’è un conservatorismo nella politica interna
degli stati, che si oppone all’ascensione delle classi nuove, che sorgono dal
lavoro; ma c’è anche, ed è infinitamente più pericoloso, un conservatorismo
nella politica internazionale, che resta immobile sulle posizioni acquisite,
che fa un dogma dello status quo e che si rivela come una vera e propria forza,
che tende alla paralisi della storia. (…) Che esistano delle nazioni
“proletarie” accanto a nazioni “capitalistiche” è un dato di fatto
ineccepibile, che cade sotto la nostra esperienza quotidiana. (…) Solo una
rivoluzione mondiale, potrebbe ristabilire l’equilibrio mondiale; ma finchè il
problema non sia risolto in modo generale e totale, è giuocoforza che i vari
popoli, come i vari proletariati, si difendano sul terreno e sulle posizioni
che che sono loro offerte dal caso e dalle circostanze che risultano dalla
stessa lotta dei diversi nazionalismi. Nessun dubbio che, da questo punto di
vista, Mussolini serve anche la causa della giustizia internazionale. Non si
può ragionevolmente chiedere a nessun Capo di governo di astenersi dal tutelare
i lavoratori del proprio paese in attesa di una rivoluzione di là da venire e
quando tutti gli stati si chiudono in irragionevoli egoismi.” (1).

Questa considerazione che peraltro non fa che riproporre e legittima
pienamente il giudizio sulla natura originaria (“l’essenza”) del Fascismo quale
rivoluzione sociale organica e orginaria deve inserirsi – tra le altre -
all’interno di un più ampio dibattito che non sia il grimaldello utilizzato per
la de-ideologizzazione e la disintegrazione delle tematiche rivoluzionarie di
un’ideologia che troverà le più ampie resistenze ed i suoi nemici implacabili
essenzialmente all’interno della vecchia cricca liberale e democratica, nel
conservatorismo della grande industria concepito quale asse fondante gli Stati-
Nazione fuoriusciti da quella vera e proprio intemperie culturale che saranno
le rivoluzioni risorgimentali e borghesi dell’Ottocento.

Rivoluzioni fatte da una classe e per una classe (quella borghese) e contro le
quali si era già eretto il muro della Chiesa cattolica a difesa di quello che
si riteneva un primato – quello spirituale – che il nuovo Stato ad ordinamento
laico pretendeva di subappaltare ai vecchi poteri clericali ritenendosi libero
di operare indisturbato per tutte le altre questioni di ordine politico e
materiale. “La Civiltà Cattolica”, organo della confraternita del Gesù, sarà in
prima linea nel ritenere che questa deriva laicista avrebbe determinato la
frantumazione del corpo sociale e denunziandone nitidamente fin dalla fine del
XIXmo secolo i principali responsabili: “Dell’Italia non accade ragionare -
scriveva l’organo dei padri gesuiti (2) – dal 1859 in qua, essa è divenuta un
regno degli ebrei, che hanno saputo gabbare la moltitudine dei grulli,
spacciandosi pè più sfegatati patriotti della Penisola…I circa 50.000 giudei
che si annidano nella Penisola, vi hanno il centro principale nel Veneto, nel
Mantovano, negli antichi Stati Estensi e nel Ferrarese. In questa regione, che
si può chiamare la Giudea italiana, sono essi i sopracciò in tutto e per tutto.
Non si spende quasi una lira senza il loro beneplacito. Il commercio,
l’industria, il cambio, la proprietà rustica e urbana dipende da loro. Basti
notare, che il territorio della provincia di Padova è per quattro sue parti
posseduto da ebrei, e sopra l’altra quinta vi hanno così il diritto
coll’ipoteca alla mano. Ancona, Livorno, Firenze vivono sotto il giogo usuraio
degli israeliti. Fra costoro già vagheggiano il giorno, nel quale le ville più
sontuose, le tenute più pingui ed i palazzi più celebri del patriziato cadranno
in loro balia, per essere pegni di prestiti da essi fatti agli sconsigliati o
imbecilli padroni, inabili a liberarsene…Nulla diciamo di Roma più che dalle
baionette italiane occupata dai lacci della grande rete giudaica, la quale vi
serra dentro ogni sorta di pesci piccoli e grandi: che poi restano ingoiati in
una successione di guai, di pianti e di miserie che muovono a pietà. L’usura, i
questa capitale ben più del giudaismo che dell’italianità, vi regna sovrana; e
coll’usura vi passeggiano fastose la frode, la camorra e la rapina…Milano,
Torino, Venezia, Modena, Bologna, Firenze vivono dell’opinione pubblica
fabbricata nei ghetti e nele sinagoghe. I giornali così detti officiosi sono
tutti, o poco meno, merce ebraica, venduta al governo. Non parliamo di Roma,
dove si stenta a imbattersi in un diario liberalesco, che non dipenda da
Israello.”.

Avrebbe il Fascismo spazzato via i residui del vecchio mondo liberale e
democratico (dopo aver distrutto la sua struttura istituzional-
parlamentaristica ed i partiti, autentiche sanguisughe al servizio permanente
effettivo degli interessi capitalistici) come richiedevano i tanti assertori di
una “seconda rivoluzione”? Avrebbe Mussolini affrontato la questione sociale in
senso rivoluzionario e infine debellato il pescecanismo capitalistico che, fuor
di retorica, era nient’altro che il tradizionale parassitismo ebraico dotatosi
di maggiori spazi di manovra per meglio operare sui mercati nazionali occupando
i principali gangli dell’amministrazione dello Stato liberale?

Mussolini aveva le idee chiare in merito sebbene non avesse probabilmente la
forza sufficiente per opporsi energicamente e affrontare direttamente il nemico
che, tronfio e borioso, si ergeva dinnanzi al Fascismo minacciandolo e
ricattandolo. Già sul “Popolo d’Italia” del 4 giugno 1919, analizzando gli
sviluppi della rivoluzione bolscevica russa, aveva sottolineato la convergenza
di interessi tra i rivoluzionari di Lenin e i plutocrati capitalisti di Wall
Street (“Se Pietrogrado non cade, se Denikin segna il passo, gli è che così
vogliono i grandi banchieri ebraici di Londra e di New York, legati da vincoli
di razza cogli ebrei che a Mosca come a Budapest, si prendono una rivincita
contro la razza ariana (…) La razza non tradisce la razza. Il Bolscevismo è
difeso dalla plutocrazia internazionale”) tornando qualche tempo più tardi
sulla questione. Ma rispetto agli ebrei italiani il Duce fu costretto, volenti
o nolenti, a muoversi con estrema cautela – quand’anche con enorme diffidenza -
alternando parole di biasimo e rassicurazioni di sorta (“…in Italia non si fa
assolutamente nessuna differenza fra ebrei e non ebrei, in tutti i campi, dalla
religione alla politica, alle armi, all’economia…La nuova Sionne gli ebrei
italiani l’hanno qui, in questa nostra terra, che del resto, molti di essi,
hanno difeso, eroicamente, col sangue.”) garantendo che “l’Italia non conosce
l’antisemitismo”.

Vedremo come alla fondazione dei Fasci di Piazza San Sepolcro contribuissero
diversi ebrei e moltissimi altri militassero, fin dalla prima ora, nelle
squadra d’azione fasciste e infine nel Partito. Il nodo gordiano che, a nostro
avviso, Mussolini doveva sciogliere era quello se o meno affrontare
direttamente il nemico o procrastinare a tempi migliori e più idonei quella
che, comunque la si fosse vista, sarebbe stata la più importante, ed urgente,
delle decisioni prese dal Fascismo: eliminare l’influenza nefasta dell’ebraismo
dal corpo sociale, economico e politico della nazione e limitarne e frenarne
l’azione disintegrativa e sovversiva. Un nodo gordiano che verrà sciolto solo,
e solo apparentemente tra l’altro, con il varo della legislazione razziale del
1938 come lucidamente sottolineerà Giovanni Preziosi e come, purtroppo, sarà
evidente dalla progressiva e continuata azione sabotatrice di ebrei e massoni
(questi ultimi longa manus dell’Internazionale Ebraica inseriti nei circoli
direttivi del Fascismo dopo la chiusura ufficiale delle Logge decretata dal
Regime nel 1926).

“Il Fascismo – scriverà Preziosi (3) in un famoso “Memoriale” inviato da
Monaco di Baviera al Duce in data 31 Gennaio 1944 – ha un solo vero e grande
nemico: l’ebreo, e con lui il suo maggiore strumento, il massone. L’ebreo-
massoneria domina tutta la vita nazionale ed è il vero Governo d’Italia. Voi
sapete – proseguirà rivolgendosi a Mussolini – quali armi, ebrei e massoni,
hanno adoperato per metterVi in condizioni di non darmi ascolto. Tutto fu messo
in opera contro di me, dal giorno (22 febbraio 1923) in cui mi feci promotore,
d’accordo con Michele Bianchi (lui che non avrebbe mai tradito!) di una
riunione agli Uffici della Camera per far portare a Voi la proposta – sapendo
il Vostro pensiero ed i Vostri precedenti in materia – della dichiarazione di
incompatibilità tra massoneria e Fascismo. La presenza di un avvocato che noi
ritenevamo non massone (il Sottosegretario ai LL.PP Alessandro Sardi) fece sì
che la sera stessa, prima ancora di Voi , fossero informate della riunione
ambedue le massonerie, le quali provvidero subito a mettere al sicuro i loro
archivi. Intuirono allora i massoni che le finalità prime della Relazione sulla
Riforma delle Pubbliche Amministrazioni, che io ero stato chiamato a svolgere
in Gran Consiglio, avrebbero avuto per scopo la eliminazione dei massoni dalla
burocrazia e dall’esercito. (….) Voi sapete che in ogni occasione che mi si
offriva Vi ho detto e scritto LA VERITA’. Vi ho detto e scritto che l’ebraismo
e la massoneria erano in Italia, anche in Regime Fascista, padroni della
situazione. La soppressione delle Logge e le leggi razziali avevano avuto il
solo effetto di rafforzare l’ebreo-massoneria che non voleva l’alleanza con la
Germania e non voleva questa guerra. Ad alleanza rafforzata e a guerra iniziata
la massoneria mise in opera tutte le sue forze con lo scopo preciso di far
perdere la guerra e rovesciare il Fascismo. Voi sapete che fin dal novembre
1939, in base ad una conversazione con un Cardinale, io Vi scrissi della
esistenza di un piano ben preciso e noto al Vaticano, tendente a non fare
uscire l’Italia dalla neutralità, per portarla poi allo sganciamento dall’Asse,
indi ad una intesa con Inghilterra e Francia, e non si disperava di portarla
poi in guerra contro la Germania. Il piano era attribuito al Ministro degli
Esteri e sarebbe stato concordato a Lione. Il discorso alla Camera di Ciano,
nel quale, senza consenso della Germania, rese noto un impegno segreto sulla
data in cui l’Italia si sarebbe dichiarata pronta alla guerra, sembrò l’inizio
dello sganciamento dall’Asse; anche perchè in quei mesi la parola “Asse” sparì
dal vocabolario giornalistico. (…) Voi sapete che allorchè Vi fecero dire che
“la questione ebraica in Italia si poteva considerare risoluta” e che “gli
arianizzati si potevano contare sulle dita di una mano”, io presi posizione con
un articolo ne “La Vita Italiana” del 15 settembre 1942 e dissi che questo
significava “nascondere le piaghe”, e aggiungevo: “Un giorno o l’altro le
piaghe faranno cancrena e l’opera di coloro che avranno contribuito a
nasconderle apparirà opera di tradimento. Io non voglio contribuire a
nasconderle.”. E, dopo, questa premessa, dimostrai che non solo la questione
ebraica non era stata risoluta, ma s’era aggravata in quanto costituiva “il
vero e proprio Cavallo di Troia della città assediata”. E dissi quale era il
modo di risolverla. Il solo effetto di quella presa di posizione furono la
irritazione del Sottosegretario Buffarini-Guidi che governava in materia
ebraico-massonica, e una comunicazione del Ministro della Cultura Popolare
Pavolini che minacciava gravi provvedimenti, naturalmente contro di me.”.

Non avrà vita facile nè avranno per anni e anni ascolto le parole intemerate
di Preziosi che avvertiva, ammoniva e lanciava l’allarme a non abbassare la
guardia sul fronte della questione più spinosa e fondamentale per una nazione
che voglia seriamente impegnarsi a conquistare la propria sovranità nazionale
in campo politico e soprattutto economico…perchè senza sovranità economico-
monetaria non esiste sovranità politica e senza un’approccio diretto ad
affrontare la questione “maledetta” in tutti i suoi aspetti nessun popolo,
nessuna nazione, potrà mai dirsi al riparo dai ricatti dell’usurocrazia
finanziaria internazionale che determina da almeno due secoli la storia
mondiale.

Esiste un potere segreto, occulto, che – al di sopra di governi ed istituzioni
nazionali – opera con l’obiettivo di pervenire ad un governo unico mondiale: il
governo della tirannia ebraica, l’asservimento completo del genere umano ai
diktat della sinagoga, da realizzarsi attraverso la kippizzazione
dell’umanità….

Niente di nuovo insomma…. Non c’è assolutamente niente di nuovo nè di
diverso sul quale formulare analisi politiche conformi a percorsi di milizia
antagonista…

E noi, difatti, continuiamo a scrivere le stesse identiche cose….
‘Annoiatevi’ pure….

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

Note -

1 – Nicola Bombacci – articolo “Il discorso del Campidoglio” – da “La Verità”
- Anno 1 Nr. 1 – Aprile 1936;

2 – “Della questione giudaica in Europa” – Prato 1891;

3 – “Memoriale di Giovanni Preziosi a Benito Mussolini” – Monaco 31.01.1944 -
(crf Renzo De Felice – “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo” – Ediz.
“Einaudi” – Torino 1961);


Link alla pagina:
IL FASCISMO E IL POTERE SEGRETO (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/25/il-fascismo-e-il-potere-segreto/)

José Antonio
29-05-10, 15:17
Aveva proprio bisogno di mettersi un nome arabo per professare il proprio anti-israelismo..? :conf:

Lupo
29-05-10, 16:32
Aveva proprio bisogno di mettersi un nome arabo per professare il proprio anti-israelismo..? :conf:
Il cambio di nome non è obbligatorio ma è pur tuttavia un'usanza quando ci si converte all'Islam come Bellucci.
Ad esempio il grande pugile americano Cassius Clay dopo la conversione è diventato Mohammed Alì.
Tanto la conversione quanto il cambio (aggiunta) del nome sono cose personali che riguardano Bellucci e solo lui.

Comunque circa il cambio/aggiunta va detto che negli USA è permesso il cambio di nome anche all'anagrafe, la normativa italiana è diversa e prevede il cambio di nome e, soprattutto, cognome solo per gravi e validi motivi (es. omonimie con persone condannate per crimini efferati, cognomi formati da parole oscene, ecc.). Quindi un italiano che si converte all'islam cambierà nome e cognome solo nell'ambito della comunità religiosa, ma lo manterrà inalterato all'anagrafe.

Boris
29-05-10, 16:41
Dopo qualche mese di inattività in seguito ad un grave incidente con la moto Dagoberto ha ricominciato a scrivere e dietro autorizzazione del Mod. MaxRed II che ringrazio d'ora in poi posterò i suoi articoli su questo sito.

Ringrazio Lupo per la segnalazione di questa discussione. Ho avuto modo di leggere e apprezzare le interviste realizzate dal Bellucci all'epoca in cui collaborava come corrispondente dal Libano con "Rinascita" e con "Eurasia". Ottimo riproporre quì i nuovi articoli. Darò un occhiata anche a questo forum di cui non conoscevo l'esistenza (fino a due settimane fa scrivevo i miei interventi solo su Eurasiatisti). Un saluto a tutti i forumisti etnonazionalisti.

Freezer
29-05-10, 19:19
Un saluto a tutti i forumisti etnonazionalisti. Ricambio i saluti con :) piacere ciao :14: !

Lupo
31-05-10, 08:25
http://www.ciccsoft.com/archives/lupo.jpg

di Dagoberto Husayn Bellucci (22 MAGGIO 2010)

Wu47nXhg6OE

( Stadio – “Sorprendimi” – Album “Occhi negli occhi” – 2002 )

“…Siamo qui
tante vittorie, giorni bellissimi
sconfitte stupide, giorni difficili
tristezze ed euforia, gioie e dolori

http://img241.imageshack.us/img241/918/55284129.jpg

Ma sento sempre che tu ci sei
che anche quand’è dura non te ne vai
che anche coi denti combatterai
sempre accanto a me non mi abbandonerai

2jcmX79EJHM

( Max Pezzali – “Sei Fantastica” – Album “Time Out” – 2007)

“Sono loro che in definitiva hanno partita vinta, perchè l’uomo, l’amore lo
impara sui libri e resta inguaribilmente libresco in questa materia; e le
donne…Le donne sanno già tutto, per istinto e per natura. Tuttavia
nell’amicizia, io le ho trovate di gran lunga migliori degli uomini”
( Nino D’Aroma – “Mussolini segreto” )

Avevamo già avuto occasione di dedicare una ricognizione scrittoria ad una
persona che ritenevamo e continuiamo a ritenere degna di considerazione ed
attenzioni (si veda il nostro “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

pubblicato sul sito Terrasantalibera.org al link New Page 1 (http://www.terrasantalibera.org/insostenibile_leggerezza.htm)) ritorniamo ad ‘occuparcene’ perchè -
mutatis mutandiis determinate condizioni – resta immutata la nostra
irriducibile ammirazione per chi, su un piano umano prima di qualunque altro
‘livello’ (…quello politico ha oggettiva importanza laddove ‘interseca’
percorsi esistenziali conformi ma deve palesarsi anche, soprattutto diremmo, in
azioni ‘concrete’…laddove ciò non avvenga rimane, appunto, il piano
d’attuazione di interessi coincidenti personali…coordinate esistenziali
dell’anima…), ha dimostrato di conoscere la ‘consegna’ di ‘razza’ o,
fascisticamente parlando, “il nostro onore si chiama fedeltà”.
Fedeltà fattuale, non di facciata nè di interesse (…quale oltretutto? non
avremmo un giudeuro neanche se cominciassimo – abracadabra – per ‘magia’,
condita di pratiche cabalistiche, a ‘tentare’ un ‘rito’ propiziatorio….manne
dal cielo, per fortuna, a noi Goy, non ne arrivano…) e soprattutto non le
ipocrite dabennaggini adulatorie che tante, pure ‘troppe’, volte abbiamo visto
nei ‘dintorni’ nostri (…gli adulatori non ci piacciono…nè ci interessano
‘allievi’ o ‘alunni’….di ‘maestri’ – ammesso e non affatto concesso che
volesse esser riconosciuto come tale…e non crediamo proprio – ne abbiamo
conosciuto soltanto Uno, ‘U’ maiuscola più che doverosa, e tanto ci è
bastato….a sufficienza per mantenere intatta tutta la nostra stima e
ovviamente sottolineare il debito di riconoscenza per averci fatto apprendere
l’abc della Politica…il resto invece l’abbiamo ‘visto’….). Preferibilmente
dunque riconosciamo il valore laddove questo è manifestazione coerente e
conforme a determinate premesse che sono anche espressione di un carattere, di
uno stile, di un’atteggiamento proveniente dalla “razza”….
In questo caso pura razza toscana! E, il caso non esiste, tra toscani ci
s’intende sempre che è una meraviglia al di là e oltre le tante inopportuni
intromissioni altrui. Toscanità che, sia chiaro, ‘differisce’ fra un “vecchio”
lupo “di mare” (…nato sugli scogli labronici, quartiere Sa’ia’opo – detta
alla ‘livornese’ - ormai quaranta estati fa…) ed una lupacchiotta aretina ma
non preclude un’intesa che, progressivamente nel tempo, giorno dopo giorno è
andata consolidandosi e aumentando risultando oltremodo eccellente. E toscani e
fascisti perdipiù! Ora trovatecene un’altra “toscana e fascista” (ma fascista
‘doc’ s’intende ossia “fascisti a modo nostro” ….fascisti rossi….fascisti
polemici…fascisti eretici come e più potrebbe essere eretico e polemico un
fascista toscano!) così e forse riuscirete a convertici pure al talmudismo più
oltranzista…. Onestamente non esiste! E come non esiste, appunto, un’altra
Lupacchiotta che ha imparato, col tempo e non poche occasioni polemiche (..se
non si polemizza un pò un siamo contenti noialtri…) – del resto anche la
polemica è sintomo di ‘tempra’, ‘carattere’…razza soprattutto – a conoscerci
e seguirci anche nei nostri ‘deliranti’ (…non è un ‘caso’ che gli ‘altri’ ci
percepiranno sempre come ‘deliranti’…con un bel “ecchisenefrega” dietro che
ci sta sempre benone…) saliscendi ideologico-politico-esistenziali. A
seguirci, sia chiaro, non supinamente nè stupidamente come abbiamo visto fare
altrove – presso altri lidi ed altri soggetti e/o soggette ‘assoggettati/e’ -
bensì con arguzia, interesse, critica costruttiva quasi mai vana ed inutile,
mai ambigua e soprattutto mai fuori luogo.
Onestà vuole che, se abbiamo un debito di riconoscenza verso qualcuno, questo
qualcuno sia la Lupa in questione: per intensità, per affetto, per stima e
rispetto reciproci ci lega una visione del mondo ed una sintonia che -
indiscutibilmente – va assai oltre l’”entente” cordiale che può nascere fra
soggetti affini…siamo ad una totalità organica che si riflette anche,
soprattutto, nella quotidianità, nella percezione del vivere quotidiano, nelle
cose semplici, un tempo si diceva ‘genuine’, che poi sono quelle più rilevanti.
Come rilevante è il rapporto e l’interazione stabilita su di un piano personale
che, ne siamo sicuri, non potrà essere scalfita da eventi o condizionamenti
esterni di alcuna natura e genere perchè – sostanzialmente- oltre a nutrire
sentimenti di assoluta e profonda amicizia (…cameratismo è parola oramai stra-
abusata in ogni dove e sotto tutte le latitudini e, oltretutto, non renderebbe
assolutamente l’idea visto che – e l’abbiamo visto in abbondanza – “camerata
camerata fregatura assicurata”….) non nascondiamo un affetto reale e concreto
nei di Lei confronti.
Qualcuno – chi? perchè? e soprattutto a che pro? – potrà obiettare che c’è
anche il fascino femminile in ‘mezzo’….E difatti non abbiamo mai nascosto di
esserne ‘fascinati’. Perchè dovremmo oltretutto? Il rispetto non verrebbe
comunque meno nè sarebbero inficiati i rapporti di stima reciproca.
E’ forse un reato essere belle? Da quando? “Essere belle e piacere – disse
Benito Mussolini (1) – è il primo diritto di queste creature adorabili, per le
quali soltanto mette conto di stare al mondo noi uomini.”. Sottoscriviamo
totalmente questa legittima osservazione del Duce sull’universo femminile e la
facciamo nostra. Oltretutto la nostra Lupacchiotta non ha bisogno di
‘sviolinate’ del genere nè le interessano più del necessario. Sa perfettamente
quanto apprezziamo la forma estetica ‘scolpita’ e la geometrica perfezione
della sua bellezza. Perchè la bellezza è un fattore innato e naturale che non
ha alcun bisogno nè di ‘sostegni’ nè di ‘panegirici’ e tantomeno di
‘ritocchi’….’Vista’ in condizioni di salute precarie, febbricitante, ci è
apparsa ancor più bella e deliziosa di sempre!
Mussolini dichiarò: “A me le donne piacciono allo stato brado!” (2)…e chi è
più ‘brada’ di una lupacchiotta toscana, fascista e irrispettosa, polemica e
irriverente di lei ?
Al di là dunque di considerazioni estetiche resta e matura un rapporto che si
basa su rispetto, stima e fedeltà reciproche che, in fondo, sono le sole basi
reali sulle quali – tranne che per i ruffiani e gli imbecilli – dovrebbero
costruirsi tutti i rapporti di qualunque natura essi siano.
“La fedeltà è più forte del fuoco!”(e aggiungiamo pure dell’invidia, dell’odio
e delle imbecilli estroversioni di massa altrui) ….noi abbiamo
abbondantemente ‘incendiato’ e sottoposto a rigorosa ‘riprova’ la altrui
fedeltà….Lupa Nera ha superato – più e meglio di tanti e tante – la
‘prova’.
Qualcuno potrà farci notare che Lupacchiotta stia diventando una
‘fissa’….’Sbagliato’! Lo è sempre stata…un pò come il Livorno calcio (….
stendere un pietoso velo sul girono di ritorno…TRAVOLGENTE! …peccato che
siamo rimasti travolti e retrocessi in B….vabbè ci siamo comunque tolti un pò
di ‘soddisfazioni’ come per esempio fermare sul pareggio Judentus, Roma e,
addirittura fuori casa, Milan e Genoa…si ‘ricomincia’ dalla serie cadetta
senza rabbia ma con determinazione…squadra ‘operaia’….) , come Hzb o come
l’insuperata mitofania del Nazionalsocialismo… E poi, a noi, le ‘fisse’ ci
piacciono: difficilmente cambiamo opinione laddove esiste un valore!
Un anonimo estensore ha notato che “il bello delle donne è poterle
sorprendere”…..Abbiamo ‘iniziato’ già da tempo con qualche ‘sorpresa’…ma
non sono finite anzi…
Ci si farà notare, dulcis in fondo, che queste considerazioni siano un pò
troppo plasmate dal romanticismo….Esattamente! Romanticismo si…ma
Romanticismo Fascista che diamine!
Concludendo possiamo solo sottolineare che se, come molti pensano, le donne
sono insuperabili a ‘civettare’ Noi, per nostra ‘buona sorte’, ne abbiamo
trovata una che ulula e, alla ‘bisogna’, sa pure ringhiare e ‘azzannare’ forte:
Lupa Nera über Alles!!

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

Note -

1) – Margherita Sarfatti – “Dux” – Ediz.”Mondadori”, Milano1926;
2) – Paolo Monelli – “Mussolini piccolo borghese” – Ediz. “Garzanti” 1968.


Link alla pagina:
Lupa Nera über Alles!! (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/25/lupakkiotta-un-anno-dopo/)

http://img535.imageshack.us/img535/1631/83185943.jpg

MaxRed II
31-05-10, 11:31
La conosco anch'io questa Lupa ;)

Lupo
31-05-10, 11:38
La conosco anch'io questa Lupa ;)
Di persona?

MaxRed II
31-05-10, 12:35
Di persona?

Ci parlo spesso, ma non l'ho ancora incontrata dal vivo.

Lupo
31-05-10, 12:44
Ci parlo spesso, ma non l'ho ancora incontrata dal vivo.
Puoi dirmi via pvt chi sei?

LupaNera
31-05-10, 12:46
Non so chi sia la ragazza nell'ultima foto insieme a Dagoberto ... però trovo che sia molto bella ed abbia un sorriso solare e dolcissimo. :D

ehm.......sono io....grazieeeeee troppo gentile.... :)

LupaNera
31-05-10, 12:48
Ci parlo spesso, ma non l'ho ancora incontrata dal vivo.

:chefico:

Lupo
31-05-10, 12:50
ehm.......sono io....grazieeeeee troppo gentile.... :)
Ho sempre saputo che eri tu ... che diamine!!
Nella prima parte del post ho mentito spudoratamente ... la seconda invece l'ho scritta col cuore.

Boris
01-06-10, 07:28
Aveva proprio bisogno di mettersi un nome arabo per professare il proprio anti-israelismo..? :conf:

Approfitto di questo tuo intervento Josè Antonio per sottolineare che è molto preferibile la coerenza di Bellucci che ha scelto molti anni fa l'adesione alla religione islamica adottando un nome musulmano (ma come ha scritto Lupo non credo abbia per questo cambiato l'identità sui documenti personali anche perchè la legge italiana non lo consente ammesso che non abbia adottato nazionalità libanese) di tanti che fanno gli anti-israeliani di facciata portando cognomi non propriamente "gentili" (Lupo forse ha capito a chi mi riferisco :D ).

Ho letto con interesse questi ultimi articoli di DHB. Ottime considerazioni soprattutto storiche sulla questione ebraica e, come ha scritto, gli "antisemiti di comodo". Condivido :giagia:

Boris
01-06-10, 07:38
La conosco anch'io questa Lupa ;)

Sfortunatamente io no. Posso solo dire che, in effetti, è una ragazza molto carina. Mi sembra che fosse intervenuta già nell'altra discussione su Eurasiatisti: anche lei di "Eurasia"?


Cambiando argomento c'è qualcuno che ha avuto occasione di sentire Dagoberto e sapere cosa ne pensa della strage commessa ieri nelle acque internazionali dagli israeliani? Immagino sia in Libano quindi dovrebbe avere notizie fresche da riportare, aspetto un suo articolo!

Lupo
01-06-10, 08:26
http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/05/berluskippa_sml.jpg?w=196&h=159

( TESSERA MASSONICA LOGGIA PROPAGANDA “P2″ NUMERO 1816 )

http://i401.photobucket.com/albums/pp92/stomau/p22.jpg

“Il popolo ebraico è il nostro fratello maggiore, il vostro posto è nella Ue”
“Mi sento davvero uno di voi. Mi sono sentito davvero uno di voi il giorno in
cui ho visitato Auschwitz ! Viva Israele, Viva l’Italia, Viva la pace e la
libertà!”.

( Silvio Berlusconi, amministratore delegato dell’”azienda-I’tal’yà” e
presidente del consiglio dei ministri della Repubblica kippizzata tricolor-
massonico-pidduista dell’antifascismo militante al servizio permanente ed
effettivo d’Israele – discorso dalla tribuna della Knesseth , parlamento
israeliano, 2 Febbraio 2010 )

“A Gaza non vi fu nessuna aggressione, solo una giusta reazione al lancio dei
missili palestinesi”

( Silvio Berlusconi – Tel Aviv – Palazzo della Knesseth – 2 Febbraio 2010 )

“L’Italia è diventata paese di punta contro l’antisemitismo e il negazionismo.
Silvio, tu sei un grande leader coraggioso, Israele ha un grande amico in
Europa”.
( Benyamin Nethanyahu – premier sionista all’indirizzo dell’ospite di
‘riguardo’ Silvio Berluskippa – Tel Aviv – Palazzo della Knesset – 2 Febbraio
2010 )

«Credo di essere l’italiano vivente che ha messo a dimora più alberi» ha
scherzato il premier, sottolineando però che si tratta di «una cerimonia piena
di significato» -. Sono l’unico italiano a fare collezione di ulivi antichi, in
Sardegna ho almeno 20 ulivi che hanno più di mille anni, con la certificazione
dell’Università di Gerusalemme, che ne ha duemila. Io, scherzando, dico qualche
volta ai miei ospiti che vengono direttamente dall’orto Getsemani e che il
segno visibile su un tronco è un segno lasciato dal ginocchio di Gesù».

( Silvio Berlusconi – discorso tenuto nella Foresta delle Nazioni a
Gerusalemme occupata dove il premier ha piantato un ulivo di pace, in segno di
amicizia con Israele. La cerimonia è stata organizzata dal KKL - Keren
Kayemeth LeIsrael – che da sempre si è occupato dell’esproprio della terra
palestinese per conto delle organizzazioni sioniste internazionali. Un gesto
simbolico quello di Berlusconi che viene richiesto a tutti i leader in visita
in Israele come ha sottolineato Raffaele Sassun, rappresentante italiano del
KKL – - Gerusalemme (Palestina Occupata) 01 Febbraio 2010 )

“ – “Non esiste alcun sistema pulito per accumulare cento milioni di dollari
- disse Ohls. – Forse chi comanda crede di avere le mani pulite, ma c’è sempre
qualcuno che viene messo con le spalle al muro, e piccole imprese redditizie si
sentono franare la terra sotto i piedi e allora devono essere cedute per
quattro soldi. Brave persone perdono l’impiego, le quotazioni di borsa vengono
manipolate, gli agenti di borsa comprati come polvere d’oro e i famosi studi
legali incassano parcelle di centomila dollari per aver impedito l’applicazione
di leggi desiderate dai poveri, ma indesiderate dai ricchi perchè incidono sui
loro profitti. La ricchezza è forza, e la forza viene usata a fini ingiusti.
Questo è il nostro sistema politico. Forse è il migliore che possiamo avere, ma
non per questo è il mio ideale”.
- “Vi esprimete come un comunista” – dissi, tanto per pungolarlo.
- “Non saprei – rispose in tono sprezzante – Ancora non sono stato sottoposto
a un’inchiesta.”. “

(Tenente Bernie Ohls della Squadra Omicidi – personaggio di Raymond Chandler -
“Il lungo addio” (originale “The Long Good-Bye” 1953) dal volume “Tutto
Marlowe investigatore” – ediz. “Arnoldo Mondadori” – Milano 1988)

DI DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI (30 MAGGIO 2010)

Con il termine zoomorfologia si intende l’insieme delle forme e delle figure
(immagini) di tutto quello che appartiene al regno animale. Tra queste
rappresentazioni scientifiche figurerebbe anche l’uomo…ovvero, secondo tutta
la cosiddetta teoria dell’evoluzionismo di darwiniana memoria, un primate
evoluto….Non staremo quì a contestare il buon vecchio Darwin e la sua
materialistica pretesa di far risalire l’individuo dalla bestia-scimmia (…se
qualcuno ci ‘crede’ affari suoi…sarà ovviamente soddisfatto di rivedersi
qualcuna tra le pellicole cinematografiche dedicate al “pianeta delle
scimmie”…); ci limitiamo invece a constatare come, all’interno del panorama
zoomorfologico politico italiota contemporaneo, ‘eccelle’ smisuratamente e
sproporzionatamente l’immagine e il ruolo dell’attuale presidente del consiglio
“onorevole” Silvio Berlusconi.
Abbiamo sottolineato ripetutamente che il Cavaliere di Arcore fosse niente più
della fotocopia posticcia, un’oscena parodia, di soggetti politici operanti
durante il periodo della cosiddetta “Prima Repubblica” (1945-1992) quella
“antifascista nata dalla resistenza” per capirsi….I ‘referenti’ opinionistici
(…non crediamo onestamente funzionale utilizzare l’aggettivo “ideologici” e
neanche il termine “ideali” per un personaggio di siffatta dimensione…livelli
di mediocrità assoluti!…) del teleimbonitore lombardo dai quali il Silvio
nazionale ha tratto ispirazione per la sua ‘discesa’ nell’arena della politica
sono, più o meno, da ricercarsi nel laicismo socialista del periodo craxiano,
nell’ideal-tipo di “statista” rappresentato dal democristiano De Gasperi in
epoche un pò più ‘tarde’ e, indiscutibilmente, nella metodologia operativa del
suo “padrino” e “Gran Maestro” Licio Gelli dal quale ha appreso la tecnica per
la conquista in pianta stabile del potere (…l’amministrazione…) e del quale
ha riprodotto fedelmente il documento sul “programma di rinascita democratica”
della Loggia massonica “Propaganda 2″ ispirato ai “sani” principii
dell’anticomunismo militante e del nazionalismo tricolor-massonico destro-
conservatore che ha ‘fascinato’ in una base militante ed in un contenitore
denominato attualmente Partito delle Libertà (…dopo averci propinato in
ordine il Polo e la Casa delle già menzionate “libertà” …ci mancavano la
baracca ed il tugurio ed eravamo al completo….Agenzia Immobiliare Forza
Italia…).
Umanamente, lo abbiamo già scritto, il Cavaliere è anche un personaggio
“simpatico”: lo è con la sua ironia, con il suo ‘savoir faire’ ruspante da
arricchito benestante, da commensale di turno che non disdegna la battuta di
spirito e modi ‘gentili’ per intrattenere i suoi ospiti (…si chiamino Bush o
Clinton, Obama o Putin, Gheddafi o foss’anche la corte celeste al gran completo
siamo sicuri che al ‘premier’ non mancherebbe l’audacia, l’istrionismo e la
‘verve’ per scherzarci sù e buttarla in ridere con una delle sue ‘uscite’ più o
meno comiche…)…. Istrionico, catalizzatore di consensi, ‘fascinoso’ quale
può essere un multimiliardario che, evidentemente avvezzo alle ‘scommesse’,
decise sedici anni fa di “buttarsi in politica” nientepopò di meno che…per
salvare l’Italia dal comunismo!
Premesso che all’epoca alla guida dei “compagnucci” post-ex-comunisti ci fosse
D’Alema e alla loro sinistra figurasse ancora quel “popò” di “stalinista” di
Cossutta (…Bertinotti ancora faceva ‘praticantato’…) ricordiamo che, alle
elezioni politiche 1994, i “Democratici” alias la sinistra fossero talmente
convinti di avercela ‘fatta’ ed esser lì, ad un passo, da palazzo Chigi che …
indiscutibilmente…non fu un brutto panorama osservarne l’astiosa e malcelata
rabbia del “day after” (…specialmente quando al ‘lato’ della Si(o)nista si
era, di fatto, schierata l’intera comunità ebraica…). Le ‘cose’, come
sappiamo, si modificarono alla svelta: da un lato i mea culpa finiani,
dall’altro lato i distinguo berlusconiani e le garanzie ‘democratiche’ offerte
a destra e a manca – con il consueto contorno di visite sinagogico-olocaustiche
dal portico d’Ottavia allo Yad Vashem – ‘ammansirono’ i biliosi spiriti
ebraici…
Facciamo qualche passo indietro e andiamo a vedere chi è…o meglio ancora,
come si è costruito, il “fenomeno” Berlusconi scavando un pò nella sua
‘biografia’ personale. La storia personale del Silvio nazionale è
contrassegnata da un insieme di successi e colpi di “fortuna” (…sempre per
chi ovviamente ci ‘crede’…) caratterizzanti la sua ascesa prima nel mondo
imprenditoriale come edile e successivamente con l’avvento delle televisioni
private nel sistema delle telecomunicazioni delle quali sarà incontrastato
leader e abilissimo ‘patron’ capace di “inventare” formule vincenti e
‘cumulare’ una fortuna immensa che ne fa (secondo le stime della rivista
americana “Forbes” per il 2010) il 74mo uomo più ricco del pianeta (il terzo in
Italia) con un patrimonio personale di 9,0 miliardi di dollari.
Ora, premesso che non esista un modo onesto per accumulare milioni, vediamo
come nacque e dove trae origine l’”impero” finanziario di Berlusconi (vero e
proprio “re Mida” italiano ed esemplare rappresentante di quei “fabbrichetta”
milanesi che amano autocelebrarsi con la frase di ‘pragmatica’ del “mi son
fatto da me”…non è proprio così ma noi, che siamo ‘buoni’, ci “crediamo”…):
dopo le prime esperienze giovanili come cantante ed intrattenitore su navi da
crociera e come venditore di scope porta a porta (evidentemente non era quella
la ‘strada’ per raggranellare qualche milionata) nel 1961 Silvio Berlusconi
fonda la Cantieri Riuniti Milanesi srl al fianco del costruttore Pietro Canali.
Primo acquisto immobiliare sarà un terreno di via Alciati in Milano per un
valore di 190 milioni di lire e grazie alla fideiussione del banchiere Carlo
Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini nella quale lavorava il padre
di Silvio).
Due anni più tardi viene fondata la “Edilnord” sas di cui Berlusconi sarà
socio d’opera accomandatario mentre lo stesso Rasini ed il commercialista
svizzero Carlo Rezzonico saranno soci accomandanti. Rezzonico fornirà i
capitali necessari attraverso la finanziaria svizzera
Finanzierungsgeselleschaft fur Residenzen di Lugano. Gli anonimi capitali
svizzeri saranno depositati presso la International Bank di Zurigo e infine
fatti pervenire in Italia attraverso la banca di Rasini.
Nel 1964, l’azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare
una città modello da 4.000 abitanti. I primi condominî sono pronti già nel
1965, ma non si vendono con facilità.
Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di
Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista 712 mila m2 di
terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano Due, a seguito alla
dichiarazione del 1971 con cui il consiglio dei Lavori Pubblici dichiara
ufficialmente residenziale il suolo ed a seguito della concessione delle
licenze edilizie da parte del comune di Segrate. La vicenda con cui ottenne a
Roma il cambio di talune rotte aeree dell’aeroporto di Linate – le cui
intollerabili onde sonore, superiori a 100 decibel, rendevano arrischiato
l’investimento e difficoltosa la vendita degli appartamenti – fu ricostruita da
Camilla Cederna come frutto di un’intensa attività di lobbying presso i
Ministeri competenti: lo stesso Berlusconi, ricordando anni dopo la sua
frequentazione dei ministeri romani di quegli anni, dichiarerà che offrire un
mazzo di rose ad una segretaria gli aprì le porte di molti uffici di direttori
generali.
Nel 1972 viene liquidata la Edilnord e creata la Edilnord Centri Residenziali
Sas di Lidia Borsani, quest’ultima socia accomandante, con i finanziamenti
della Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren AG di Lugano.
Nel 1973 viene fondata la Italcantieri Srl, trasformata poi in SpA nel 1975,
con Silvio Berlusconi quale presidente. I capitali sono di due fiduciarie
svizzere e precisamente della Cofigené, legata al finanziere Tito Tettamanti e
alla Banca Svizzera Italiana e della Eti AG Holding di Chiasso, il cui
amministratore delegato è Ercole Doninelli. Nello stesso anno, tramite
l’avvocato Cesare Previti, Berlusconi acquista ad Arcore, pagandola appena 500
milioni di lire, la Villa San Martino ed alcuni terreni contigui. La proprietà
gli è venduta da Annamaria Casati Stampa di Soncino, ereditiera da una nota
famiglia nobiliare lombarda, rimasta orfana nel 1970 e in difficoltà
finanziarie a causa di debiti con il fisco, di cui l’avvocato Previti è tutore
legale.
Nel 1974 viene costituita a Roma l’Immobiliare San Martino, amministrata da
Marcello Dell’Utri (amico di Berlusconi fin dagli anni universitari con Fedele
Confalonieri), con il finanziamento di due fiduciarie della Banca Nazionale del
Lavoro, la Servizio Italia Fiduciaria Spa e la Società Azionaria Fiduciaria.
Nel 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio
Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica
Giovanni Leone.
Nel gennaio 1978, viene liquidata la Edilnord per dare vita alla Milano 2 Spa,
costituita a Segrate dalla fusione con l’Immobiliare San Martino Spa.
E’ indiscutibile che questa intensa attività imprenditoriale, che copre un
arco di tempo di circa vent’anni, rappresenti un’impresa ed insieme un lavorio
di “public relationship” che nessuno mette in discussione se non fosse per
talune ‘modalità’ d’esecuzione e per alcuni aspetti a dir poco discutibili che
avvolgono e caratterizzano il percorso che darà fama, successo e notorietà
all’”uomo di Arcore” predestinato a dominare anni dopo la vita politica
nazionale. Ricostruire questi “intrallazzi” è relativamente facile (…e fermo
restando che senza intrallazzi non si ‘costruisce’ niente…non è possibile….
non lo è in Italia nè in alcun paese del globo probabilmente…ma in un paese
di ladri, furbi, furbetti, mestatori di professione, magnaccia e avvoltoi
qual’è l’Italia diventerebbe assolutamente impossibile per chiunque…).
Riportiamo qui un elenco, peraltro incompleto ed insufficiente a rendere
l’idea, delle opere biografiche che ne hanno cercato di “tracciare” un profilo
della scalata al successo del Cavaliere…bastino e ‘avanzino’ i titoli
proposti per comprendere in quanti si siano messi a “far le pulci” a
Berlusconi, alla sua vita privata, alle sue fortune, ai successi che ne hanno
contraddistinto la scalata da anonimo imprenditore milanese a indiscusso
personaggio – invidiato come pochi e come pochissimi altrettanto amato ed
odiato a seconda dello ‘schieramento’ politico - della vita politica (e non
solo) italiana (1).
Per avviare la sua attività imprenditoriale nel 1961 nel campo dell’edilizia
Berlusconi ottenne una fideiussione dalla Banca Rasini, indicata da Michele
Sindona e in diversi documenti della magistratura come la principale banca
usata dalla mafia nel nord Italia per il riciclaggio di denaro sporco e fra i
cui clienti si potevano elencare Totò Riina, Bernardo Provenzano e Pippo Calò.
Nella società fondata da lui e Pietro Canali impegnò 30 milioni di lire,
provenienti, secondo quando da lui affermato, dalla liquidazione anticipata di
suo padre Luigi, procuratore della Banca Rasini. Il resto venne da una
fideiussione fornita dalla stessa banca. Ora che Berlusconi utilizzasse per le
sue fideiussioni la stessa banca utilizzata dalla mafia nel nord Italia non
significa chiaramente un bel niente nè nient’altro ‘prova’: a meno che non si
voglia intentar processi “per associazione a delinquere di stampo mafioso” a
tutti i clienti della Banca Rasini ….Ciò nonostante è evidente che qualcosa
non ‘torna’.
Riguardo invece all’origine di alcuni finanziamenti, provenienti da conti
svizzeri alla Fininvest negli anni 1975-1978, dalla fondazione
all’articolazione in 22 holding (i quali ammontavano a 93,9 miliardi di lire
dell’epoca) Berlusconi, interrogato in sede giudiziaria dal pubblico ministero
Antonio Ingroia, si avvalse della facoltà di non rispondere«»; così, anche a
causa delle leggi svizzere sul segreto bancario, non è stato possibile accedere
alle identità dei possessori dei conti cifrati inerenti al flusso di capitali
transitato all’epoca e in piena disponibilità della Fininvest. E qui ovviamente
la questione si fa a dir poco “oscura”.
In particolare alcune delle “piogge di liquidità” contestate a Berlusconi, dal
quotidiano la Padania – quando l’organo di stampa della Lega Nord rappresentava
un movimento di “lotta” che, taluni tra i più imbecilli della sinistra (che
peraltro non sono ‘pochi’), si sforzarono a definire “costola della sinistra”
(erano gli anni del post-ribaltone …1995-99…anni in cui Bossi faceva il
‘barricadero’ e “sparava”….sapete già cosa…) – sono: “
Il 26 settembre 1968, la Edilnord Sas acquistò dal conte Bonzi l’intera area
dove Berlusconi avrebbe edificato Milano 2. Berlusconi pagò il terreno 4.250
lire al metro quadro, per un totale di oltre tre miliardi di lire; inoltre nei
mesi successivi l’imprenditore edificò un cantiere che costava circa 500
milioni al giorno. All’epoca Berlusconi aveva 32 anni e nessun patrimonio a
disposizione sua o della famiglia da cui attingere questa liquidità.
Il 2 febbraio 1973, Berlusconi fondò la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975
questa piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale fino a 500
milioni di lire. In seguito, questa cifra aumentò fino a due miliardi e la
società emise un prestito obbligazionario per altri due miliardi.
Il 22 maggio 1974, la Edilnord Centri Residenziali Sas aumentò il capitale
sociale a 600 milioni di lire. Il 22 luglio 1975, la medesima società eseguì un
altro aumento di capitale, passando a due miliardi di lire.
Nel 1974, Berlusconi acquisì il controllo dell’Immobiliare Romana Paltano, una
società con 12 milioni di capitale. L’anno successivo, cambiata la ragione
sociale in Cantieri Riuniti Milanesi Spa, il capitale di tale società venne
aumentato a 500 milioni e nel 1977 ad un miliardo.
Il 15 settembre 1977, la società Edilnord Sas cedette alla neo-costituita
Milano2 Spa tutto il costruito di Milano 2 più alcune aree ancora da edificare.
In pochi giorni il capitale della Milano2 Spa passò da un milione a 500
milioni, per arrivare il 19 luglio 1978 a due miliardi.
La holding capogruppo Fininvest nacque in due tappe. Il 21 marzo 1975, a Roma,
Berlusconi diede vita alla Fininvest Srl con 20 milioni di capitale; l’11
novembre dello stesso anno i 20 milioni divennero 2 miliardi. L’8 giugno 1978
Berlusconi fondò la Finanziaria di Investimento Srl, ancora con 20 milioni di
capitale iniziale, ma già il 30 giugno 1978 (solo 22 giorni dopo la fondazione)
quei 20 milioni aumentarono a 50 e il 7 dicembre raggiunsero quota 18 miliardi.
In seguito le due società si fusero.
Il 4 maggio 1977, a Roma, Berlusconi fondò l’Immobiliare Idra (….un nome
onomatopeutico…ndr…) con capitale di un milione di lire. L’anno successivo
la società aumentò il capitale sociale a 900 milioni di lire.” (2)

Le vicende personali di Berlusconi come uomo d’affari ed imprenditore di
successo secondo quanto ci ‘racconta’ l’enciclopedia multimediale di Wikipedia
proseguirono più o meno indisturbate anche, soprattutto, grazie ad una serie
non irrilevante di contributi, sostegni, apppoggi che il futuro “Cavaliere” di
Arcore avrebbe ricevuto nel corso del periodo compreso tra la prima metà dei
Settanta ed il decennio successivo.
“Al tempo in cui Luigi Berlusconi era procuratore generale della Banca Rasini,
questa entrò in rapporti d’affari con la Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel
cui consiglio d’amministrazione figuravano Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele
Sindona e monsignor Paul Marcinkus, responsabile dello IOR (Istituto per le
Opere Religiose), di fatto la banca dello Stato della Città del Vaticano. Tutti
questi personaggi hanno poi avuto un grosso rilievo nella cronaca giudiziaria.
Secondo Sindona e altri collaboratori di giustizia, la Banca Rasini era
coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa (il che spiegherebbe
la grossa presenza di finanziatori svizzeri nei primi anni di attività di
Berlusconi).
Nel 1999 Francesco Giuffrida, vicedirettore della Banca d’Italia a Palermo,
durante il processo Dell’Utri, sostenne (in una consulenza da lui eseguita per
conto della Procura di Palermo riguardante la ricostruzione degli apporti
finanziari intervenuti alle origini del gruppo Fininvest tra gli anni 1975-
1984) che non era possibile identificare la provenienza di alcuni fondi
Fininvest del valore di 113 miliardi di lire dell’epoca, in contanti e assegni
circolari (corrispondenti a circa trecento milioni di euro odierni). La
questione riguardava i sospetti di presunti contributi di capitali mafiosi
all’origine della Fininvest.
Querelato per diffamazione da Mediaset, nel 2007 Giuffrida giunse a un accordo
transattivo con i legali di questa, per il quale il consulente della Procura ha
riconosciuto i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e
delle dichiarazioni fornite durante il processo (definite incomplete e parziali
a causa della scadenza dei termini di indagine, che non gli avevano permesso di
approfondire a sufficienza l’origine di otto transazioni dubbie) e la
dichiarazione conseguente che le «operazioni oggetto del suo esame
consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di
capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest».
I legali di Giuffrida nel processo per diffamazione hanno comunque rilasciato
una dichiarazione, riportata dall’ANSA, in cui sostengono di essere stati
avvertiti solo pochi giorni prima (il 18 luglio) del fatto che i legali
Mediaset avevano proposto una transazione al loro assistito, di non condividere
né quel primo documento (“una bozza di accordo che gli stessi non hanno
condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle
reali acquisizioni processuali”), né la versione definitiva leggermente
corretta (“non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e
le affermazioni in esso contenute”).
La perizia di Giuffrida era stata ritenuta dai giudici già al tempo basata su
“una parziale documentazione”, ma era stata ritenuta valida anche in virtù del
fatto che non aveva “trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri”,
in quanto lo stesso professor Paolo Iovenitti (perito della difesa), davanti
alle conclusioni di Giuffrida, aveva ammesso che alcune operazioni erano
“potenzialmente non trasparenti” e non aveva “fatto chiarezza sulla vicenda in
esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la
documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest”.
Tale ritrattazione, contenuta nell’accordo transattivo raggiunto dai legali
Mediaset ed il professor Giuffrida a composizione della controversia instaurata
dalla Mediaset stessa per diffamazione, non consente comunque di fare chiarezza
sulla provenienza dei capitali del gruppo societario facente capo a Silvio
Berlusconi.
Berlusconi, essendo iscritto alla loggia massonica Propaganda 2 di Licio Gelli
aveva accesso a finanziamenti altrimenti inottenibili: la Commissione
parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2, infatti, affermò, nella
relazione di maggioranza firmata da Tina Anselmi, che alcuni operatori
appartenenti alla Loggia (tra cui Genghini, Fabbri e Berlusconi), trovarono
appoggi e finanziamenti presso le banche ai cui vertici risultavano essere
personaggi inclusi nelle liste P2 “al di là di ogni merito creditizio”. (3).
Ora occorre sottolineare che l’insieme dei fatti esposti – noti alle cronache
giudiziarie e a quelle scandalistico-giornalistiche (…di che si
‘scandalizzeranno’ poi i giornalisti…servi dei servi e al servizio permanente
ed effettivo di qualcuno in tutte le occasioni ed in qualsiasi contesto….”la
libertà di stampa” è una delle maggiori cazzate che sia mai stata ‘prodotta’
dalla società moderna…) che piacciono tanto ai quotidiani ed alle riviste
dell’opposizione di centro-sinistra (…come se poi, dall’altra parte, fossero
più ‘puliti’….un tempo all’interno del vecchio PCI si parlava di “questione
morale”….attualmente evitano di farsi male da sè….’cestate’ di “mele marce”
e di “compagni che sbagliano” in ogni dove…) – non costituirebbe, in sè e per
sè, un “reato” (…almeno non in un paese di ladri e di ruffiani, di prostitute
e di gigolò della politica che hanno reso il confine tra “etica professionale”
e “crimine” a dir poco labile, sottilissimo quasi impercettibile…disintegrato
oramai dal generale e sbracatamente onnipervadente ‘fotti fotti’ dei
mestieranti di ‘turno’ che contraddistingue da decenni i “piani alti” – un
tempo in un’altra epoca si parlava di “bella società”…ora più si sale e
peggio è….la puzza di tanfo dilaga….- della politica e dell’economia….e
poi c’è pure qualche deficiente che continua e si ostina a scrivere e (s)
parlare di e su una presunta “etica della finanza”…..parlare di etica della
finanza è come discutere – a Modena dicono ‘chacherer’ – della verginità di una
puttana…) se non fosse per i mezzi, gli ‘strumenti’, o ad esser più chiari i
‘vettori’ che hanno sostenuto, garantito, approvato e aperto le porte del
potere e della scalata verso il potere al Cavaliere di Arcore.
E dunque di Massoneria e logge massoniche: della loggia Propaganda Due del
“Gran Maestro” aretino Licio Gelli e della sua non proprio ‘combriccola’ di
uomini d’affari, ufficiali delle forze armate, esponenti della finanza e della
politica che raccolse nel corso degli anni Settanta attorno ad un progetto
d’ispirazione conservatrice e reazionaria per “fermare il comunismo”.
Dietro a questo influente centro di potere che ha gestito per anni gli affari
e indirizzato le dinamiche della politica italiana si celavano i servizi di
sicurezza e i confratelli tre puntini della massoneria americana. Quando
nell’aprile del ’45 vedrà la “liberazione” (…noi la chiamiamo per ciò che
fu…l’occupazione territorial-militare dell’imperialismo yankee dell’Italia…
nè più nè meno, da allora, ridotta a mera appendice dell’Impero d’oltreoceano e
al servizio delle direttive di politica estera ed economica provenienti
dall’amministrazione e dai potentati economico-finanziari a stelle e
strisce…) del ‘paese’ i servizi di sicurezza statunitensi decisero la
riorganizzazione della Massoneria in Italia. Sarà sotto l’egida della potente
Massoneria americana che rinascerà il Grande Oriente d’Italia e si riapriranno
le porte delle logge segrete sprangate sul finire degli anni Venti dall’avvento
del Fascismo.
La relazione della Commissione parlamentare sulla P2, presieduta da Tina
Anselmi, metterà in luce chiaramente la persona, il ‘contatto’, che
rappresenterà il trait d’union tra massoni italiani e americani: il reverendo
metodista Frank Gigliotti. Uomo ‘ombra’ dell’Intelligence statunitense e
elemento di collegamento tra Stati Uniti (centro dell’Impero) e Italia
(provincia) Gigliotti, già agente della sezione italiana dell’OSS e
successivamente della CIA, sarà tra le altre cose responsabile della
riorganizzazione e del ritorno in pianta stabile delle famiglie mafiose
nell’Italia meridionale. Quando sentiamo i nostri concittadini del Sud
lamentarsi – legittimamente peraltro – contro l’onnipotere esercitato nella
società dalla ‘piovra’ mafiosa dovremmo loro ricordare a chi e a che cosa (gli
americani e la loro occupazione militare) si deve questo cancro che da oltre
sessant’anni è ritornato a demolire l’edificio socio-economico del Meridione
d’Italia. Una reale lotta “contro la Mafia” (peraltro ‘perno centrale’ dello
schieramento anticomunista creato – assieme alla Massoneria e al Vaticano -
dagli americani nel nostro paese per condurre la loro ‘planetaria’ battaglia
ideologica contro Mosca e il comunismo) dovrebbe cominciare sradicando la
presenza statunitense – militare, economica e politica – dall’intero paese che
‘conta’ nientepopò di meno che qualcosa come un centinaio abbondante di basi
“made in USA”…
La loggia massonica P2 si inserisce dunque in un sistema di alleanze e di
condizionamenti reciproci tra apparati di potere, all’interno di collaudate
dinamiche di potere e sotto il segno della continuità nell’alleanza atlantica e
con funzioni di base ricettrasmittente di ordini e contrordini da impartire nei
più disparati settori della vita socio-economica, politica, militare e finanche
religiosa italiana. Gelli rappresenterà un importante anello di congiunzione
tra i settori conservatori e reazionari dello schieramento ‘destro’
democristiano e gli interessi degli americani in Italia (4).
Ma chi era realmente Licio Gelli? Per i più – soprattutto i sinistri – un
“fascista”. La disinformazione seguente alla rivelazione ed alla pubblicazione
delle liste segrete dei nominativi dei membri della P2 ha creato il ‘mito’ del
“fascista Gelli”…. Vediamo di ricostruire qui, brevemente, una mezza
biografia su questo strano avventuriero della politica, su un doppiogiochista
della peggior specie, uno fra coloro che ‘sapevano’ i ‘fatti’ prim’ancora che i
fatti accadessero; un elemento ricattatore di potenti ed assieme un ricattato
….due delle prerogative necessarie per fare carriera in un’Italia uscita
malconcia e divisa da un conflitto mondiale e da una guerra fratricida. Il
materassaio di Pistoia aveva alle spalle un passato di doppiogiochismo e
carrierismo ‘invidiabile’: fascista e volontario con le camicie nere in Spagna
nella guerra civile, successivamente Gelli diventerà agente di collegamento con
i tedeschi durante l’occupazione italiana della Slovenia in piena seconda
guerra mondiale alternando i ruoli di “contatto” ‘fascista’ con l’alleato
germanico e di organizzatore di fughe di ‘resistenti’ partigiani in
collaborazione con Silvano Fedi…Era entrato in quel mondo ubiquo,
trasversale e super-partes che Kissinger amava definire come la “zona d’ombra”
dei giochi della politica internazionale. Gelli diventerà anche uno dei
‘contatti’ italiani del generale argentino Juan Domingo Peron e naturalmente di
un nutrito gruppo di esponenti della politica statunitense.
La sua ascesa massonica (aveva aderito alla ‘fratellanza illuminata’ nel 1965)
sarà fulminea e istantanea: chiamato nel ’69 a “operare per la riunificazione
delle varie comunità massoniche, secondo l’indirizzo ecumenico proprio della
gran maestranza di Gamberini, che operava sia per la riunificazione con la
comunione di Piazza del Gesù, sia per far cadere le preclusioni esistenti con
il mondo cattolico” ( citaz. dal testo della Commissione Anselmi ) venne
incaricato da Lino Salvini – successore di Gamberini alla guida del “Grande
Oriente d’Italia” – un anno più tardi (1970) della gestione della Loggia
Propaganda 2 con il potere di iniziazione di nuovi adepti (funzione questa
tradizionalmente prerogativa del solo Gran Maestro o dei Venerabili): da allora
Gelli diventerà il vero e proprio deus et machina delle attività di questa
loggia trasformandola rapidamente in un centro di potere influente e
onnipervadente la vita politica e socio-economica italiana e iniziando a
‘reclutare’ tra i nuovi ‘fratelli’ il fior fiore dell’imprenditoria, della
politica, dell’amministrazione statale e particolarmente tra i vertici delle
Forze Armate. L’attivismo massonico di Gelli fu immediato e diede i suoi frutti
velenosi: “Nel 1970 Licio Gelli e la P2 presero parte al Golpe Borghese, come
descritto nel dossier del SID consegnato incompleto da Andreotti nel 1974 alla
magistratura romana e reso pubblico nella versione integrale solo nel 1991; le
parti cancellate (omesse perché, a detta di Andreotti, avrebbero causato un
terremoto politico per via dei nomi implicati) includevano il nome di Giovanni
Torrisi, successivamente Capo di Stato Maggiore della Difesa tra il 1980 e il
1981, e i nomi e la compartecipazione della P2 e di Licio Gelli, che si sarebbe
dovuto occupare del rapimento dell’allora presidente della Repubblica Giuseppe
Saragat. Il 19 giugno 1971 Salvini pose di fatto Gelli a capo della loggia P2,
inizialmente con la carica di “segretario organizzativo”. Sempre nel 1971,
Salvini decise la fondazione di un’altra loggia coperta, la loggia P1, che
doveva essere più elitaria e selettiva della loggia P2 e limitata a persone che
fossero impiegate nella gestione dello stato, in cui Gelli dopo poco tempo
ricoprì il ruolo di Primo Sorvegliante. Nel 1973, come nei progetti del
precedente Gran maestro Gamberini, si riunificarono le due famiglie massoniche
di “Palazzo Giustiniani” e quella di “Piazza del Gesù” (quest’ultima nata da
una scissione negli anni sessanta avvenuta nella Serenissima Gran Loggia
d’Italia), guidata da Francesco Bellantonio, ex funzionario dell’ENI e parente
di Michele Sindona. Come conseguenza di questa riunificazione (che ebbe vita
breve, solo 2 anni) la loggia Giustizia e Libertà – loggia “coperta” e quindi
anch’essa segreta facente parte del gruppo massonico di “Piazza del Gesù”, che
contava tra i suoi iscritti politici di tutti gli schieramenti, militari,
banchieri (per un breve periodo ne avevano fatto parte personaggi legati al
Piano Solo, come il generale Giovanni De Lorenzo e il senatore Cesare Merzagora
e risultava iscritto anche Enrico Cuccia) – vide molti dei suoi iscritti
passare alla P2.” (5).

Lupo
01-06-10, 08:32
http://img245.imageshack.us/img245/6123/p2berlusconi.gif

http://img24.imageshack.us/img24/303/sentenzap2.jpg

Un attivismo che non lascerà ovviamente inerti i magistrati che, al culmine di
una serie di attentati terroristici che insanguineranno l’Italia nella metà dei
Settanta, incominciarono a indagare anche su questa strana “loggia” e sui suoi
obiettivi, su Gelli e sui suoi contatti. Quali fossero questi obiettivi ci
vorrà poco a ‘scoprirlo’ quando verrà reso noto il cosiddetto Piano di
Rinascita Democratica ossia il programma di normalizzazione ‘da destra’ della
politica italiana necessario a ‘salvare’ (…”salviamo il salvabile” cantava
quasi quarant’anni fa Edoardo Bennato…) l’Italia dal “compromesso storico”
tra D.C. e P.C.I. favorendone una maggior integrazione all’interno
dell’Alleanza Atlantica.
Eccolo, per esteso, il ‘piano’ pidduista per la salvezza dell’Italia così come
sequestrato all’epoca (luglio 1982) a Maria Grazia Gelli :

” PREMESSA
1) L’ aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente
piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema
2) il piano tende invece a rivitalizzare il sistema attraverso la
sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina,
dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai
cittadini elettori.
3) Il piano si articola in una sommaria indicazione di obiettivi, nella
elaborazione di procedimenti – anche alternativi – di attuazione ed infine
nell’elencazione di programmi a breve, medio e lungo termine.
4) Va anche rilevato, per chiarezza, che i programmi a medio e lungo termine
prevedono alcuni ritocchi alla Costituzione successivi al restauro delle
istituzioni fondamentali.

OBIETTIVI
1) Nell’ordine vanno indicati:

a) i partiti politici democratici, dal PSI al PRI, dal PSDI alla DC al PLI
(con riserva di verificare la Destra Nazionale)
b) la stampa, escludendo ogni operazione editoriale, che va sollecitata al
livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattuttto:
Corriere della Sera, Giorno, Giornale, Stampa, Resto del Carlino, Messaggero,
Tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del Mezzogiorno, Giornale di Sicilia, per i
quotidiani; e per i periodici: Europeo, Espresso, Panorama, Epocaa, Oggi,
Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV va dimenticata.
c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un
punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una
scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori;
d) il Governo, che va ristrutturato nella organizzazione ministeriale e nella
qualita’ degli uomini da proporre ai singoli dicasteri;
e) la magistratura, che deve essere ricondotta alla funzione di garante della
corretta e scrupolosa applicazioone delle leggi;
f) il Parlamento, la cui efficienza e’ subordinata al successo dell’operazione
sui partiti politici, la stampa e i sindacati.

2) Partiti politici, stampa e sindacati costituiscono oggetto di
sollecitazioni possibili sul piano della manovra di tipo economico
finanziario.
La disponibilta’ di cifre non superiori a 30 o 40 miliardi sembra sufficiente
a permettere ad uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le
posizioni chiave necessarie al loro controllo.
Governo, Magistratura e Parlamento rappresentano invece obiettivi successivi,
accedibili soltanto dopo il buon esito della prima operazione, anche se le due
fasi sono necessariamente destinate a subire intersezioni e interferenze
reciproche, come si vedra’ in dettaglio in sede di elaborazione dei
procedimenti.

3) Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell’operazione e’ la
costituzione di un club (di natura rotariana per l’etereogenita’ dei
componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori,
imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici
amministratori e magistrati, nonche’ pochissimi e selezionati uomini politici,
che non superi il numero di 30 o 40 unita’.
Gli uomini che ne fanno parte debbono essere omogenei per modo di sentire,
disinteresse, onesta’ e rigore morale, tali cioe’ da costituire un vero e
proprio comitato di garanti rispetto ai politici che si assumeranno l’onere
dell’attuazione del piano e nei confronti delle forze amiche nazionali e
straniere che lo vorranno appoggiare. Importante e’ stabilire subito un
collegamento valido con la massoneria internazionale.

PROCEDIMENTI
1) Nei confronti del mondo politico occorre:

a) selezionare gli uomini – anzitutto – ai quali puo’ essere affidato il
compito di promuovere la rivitalizzazione di ciacuna rispettiva parte politica
(per il PSI, ad esempio, Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e
Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli,
Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra
Nazionale (eventualmente): Covelli);
b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado
di avere ancora la necessaria credibilita’ esterna per ridiventare validi
strumenti di azione politica;
c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti
finanziari sufficienti -con i dovuti controlli- a permettere loro di acquisire
il predominio nei rispettivi partiti;
d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per
l’immediata nascita di due movimenti: l’uno, sullasinistra (a cavallo fra PSI-
PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l’altro sulla destra (a
cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale).
Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori
composti da uomini politici ed esponenti della societa’ civile in proporzione
reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l’anello di congiunzione con le
attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale.
Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacita’,
onesta’ e tendenzialmente disponibili per un’azione poltica pragmatistica, con
rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da da
parte della pubblica opinione e’ da ritenere inevitabile.

2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l’impiegodegli
strumenti finanziari non puo’, in questa fase, essere previsto
nominatoivamente. Occorrera’ redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per
ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell’altro.
L’azione dovra’ essere condotta a macchia d’olio, o, meglio, a catena, da non
piu’ di 3 o 4 elementi che conoscono l’ambiente.
Ai giornalisti acquisti dovra’ essere affidato il compito di “simpatizzare”
per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi
alternative 1c e 1d.
In un secondo tempo occorrera’:
a) acquisire alcuni settimanali di battaglia;
b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia
centralizzata;
c) coordinare molte TV via cavo con l’agenzia per la stampa locale;
d) dissovere la RAI-TV in nome della liberta’ di antenna ex art. 21 Costit.

3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria e’ fra la
sollecitazione alla rottura, seguendo cioe’ le linee gia’ esistenti dei gruppi
minoritari della CISL e maggioritari dell’UIL, per poi agevolare la fusione con
gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entita’ i piu’
disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di
forza all’interno dell’attuale trimurti.
Gli scopi reali da ottenere sono:
a) restaurazione della liberta’ individuale, nelle fabbriche e aziende in
genere per consentire l’elezione dei consigli di fabbrica, con effettive
garanzie di segretezza del voto;
b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore
del fenomeno produttivo in luogo di quello legittimamente assente di
interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.
Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con
gli autonomi sembra preferibile snche ai fini dell’incidenza positiva sulla
pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero
sindacato che agiti la bandiera della liberta’ di lavoro e della tutela
economica deei lavoratori. Anche in terminidi costo e’ da prevedere un impiego
di strumenti finanziari di entita’ inferiori all’altra ipotesi.

4) Governo Magistratura e Parlamento

a) selezionare gli uomini – anzitutto – ai quali puo’ essere affidato il
compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica
(Per il PSI, ad esempio Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e
Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli,
Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra
Nazionale (eventualmente): Covelli);
b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado
di avere ancora la necessaria credibilita’ esterna per ridiventare validi
strumenti di azione politica;
c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti
finanziari sufficienti – con i dovuti controlli – a permettere loro di
acquisire il predominio nei rispettivi partiti;
d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per
l’immediata nascita di due movimenti: l’uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI
- PSDI – PRI – Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l’altro sulla destra
(a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra
Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs
promotori composti da uomini politici ed esponenti della societa’ civile in
proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l’anello di
congiunzione con le attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il
mondo reale.
Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacita’,
onesta’, e tendenzialmente disponnibili per un’azione politica pragmatica, con
rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da
parte della pubblica opinione e’ da ritenere inevitabile.

2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l’impiego degli
strumenti finanziari non puo’, in questa fase, essere previsto nominatim.
Occorrera’ redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano
o periodico in modo tale che nessuno sappia dell’altro. L’azione dovra’ essere
condotta a macchia d’olio, o, meglio, a catena, da non piu’ di 3 o 4 elementi
che conoscono l’ambiente.
Ai giornalisti acquisiti dovra’ essere affidato il compito di “simpatizzare”
per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi
alternative 1c e 1d.
In secondo tempo occorrera’:
a) acquisire alcuni settimanali di battaglia;
b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia
centralizzata;
c) coordinare molte TV via cavo con l’agenzia per la stampa locale;
d) dissolvere la RAI-TV in nome della liberta’ di antenna ex art. 21 Costit.

3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria e’fra la
sollecitazione alla rottura, seguendo cioe’ le linee gia’ esistenti dei gruppi
minoritari della CISL e maggioritari della UIL, per poi agevolare la fusione
con gli autonomi, aquisire con strumenti finanziari di pari entita’ i piu’
disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di
forza all’interrno dell’attuale trimorti.
Gli scopi reali da ottenere sono:
a) restaurazione della liberta’ individuale nelle fabbriche e aziende in
genere per consentire l’elezione dei consigli di fabbrica con effettive
garanzie di segretezza del voto;
b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore
del fenomeno produttivo in luogo di quella illegittimamente assente di
interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.
Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con
gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell’incidenza positiva sulla
pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero
sindacato che agiti la bandiera della liberta’ di lavoro e della tutela
economica dei lavoratori. Anche in termini di costo e’ da prevedere un impiego
di strumenti finanziari di entita’ inferiore all’altra ipotesi.

4) Governo, Magistratura e Parlamento

E’ evidente che si tratta di obiettivi nei confronti dei quali i procedimenti
divengono alternativi in varia misura a seconda delle circostanze .
E’ comunque intuitivo che, ove non si verifichi la favorevole circostanza di
cui in prosieguo, i tempi brevi sono – salvo che per la Magistratura – da
escludere essendo i procedimenti subordinati allo sviluppo di quelli relativi
ai partiti, alla stampa e ai sindacati, con la riserva di una piu’rapida azione
nei confronti del Parlamento ai cui componenti e’ facile estendere lo stesso
modus operandi gia’ previsto per i partiti politici.
Per la Magistratura e’ da rilevare che esiste gia’ una forza interna (la
corrente di magistratura indipendente della Ass. Naz. Mag.) che raggruppa oltre
il 40% dei magistrati italiani su posizioni moderate.
E’ sufficiente stabilire un accordo sul piano morale e programmatico ed
elaborare una intesa diretta a concreti aiuti materiali per poter contare su un
prezioso strumento, gia’ operativo nell’interno del corpo anche al fine di
taluni rapidi aggiustamenti legislativi che riconducano la giustizia alla sua
tradizionale funzione di elementi di equilibrio della societa’ e non gia’ di
eversione.
Qualora invece le circostanze permettessero di contare sull’ascesa al Governo
di un uomo politico (o di un’equipe) gia’ in sintonia con lo spirito del club e
con le sue idee “ripresa democratica”, e’ chiaro che i tempi dei procedimenti
riceverebbero una forte accelerazione anche per la possibilita’ di attuare
subito il programma di emergenza e quello a breve termine in modo contestuale
all’attuazione dei procedimenti sopra descritti.
In termini di tempo cio’ significherebbe la possibilita’ di ridurre a 6 mesi e
anche meno il tempo di intervento, qualora sussista il presupposto della
disponibilita’ dei mezzi finanziari.
PROGRAMMI
Per programmi si intende la scelta, in scala di priorita’, delle numerose
operazioni in forma di:
a) azioni di comportamento politico ed economico;
b) atti amministrativi (di Governo);
c) atti legislativi; necessari a ribaltare – in concomitanza con quelli
descritti in materia di procedimenti – l’attuale tendenza di sfascimento delle
istituzione e, con essa, alla disottemperanza della Costituzione i cui organi
non funzionano piu’ secondo gli schemi originali. Si tratta, in sostanza, di
“registrare” – come nella stampa in tricromia – le funzioni di ciascune
istituzione e di ogni organo relativo in modo che i rispettivi confini siano
esattamente delimitati e scompaiano le attuali aree di sovrapposizione da cui
derivano confusione e indebolimento dello Stato.
A titolo di esempio, si considerano due fenomeni:
1) lo spostamento dei centri di potere reale dal Parlamento ai sindacati ed al
Governo ai padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione
finanziaria. Sarebbero sufficienti una buona legge sulla programmazione che
rivitalizzi il CNEL e una nuova struttura dei Ministeri accompagnate da norme
amministrative moderne per restituire ai naturali detentori il potere oggi
perduti;
2) l’involuzione subita dalla scuola negli ultimi 10 anni quale risultante di
una giusta politica di ampliamento dell’area di istruzione pubblica, non
accompagnata pero’ dalla predisposizione di corpi docenti adeguati e preparati
nonche’ dalla programmazione dei fabbisogni in tema di occupazione.
Ne e’ conseguente una forte e pericolosa disoccupazione intellettuale – con
gravi deficenze invece nei settori tecnici nonche’ la tendenza a individuare
nel titolo di studio il diritto al posto di lavoro. Discende ancora da tale
stato di fatto la spinta all’egualitarismo assolto (contro la Costituzione che
vuole tutelare il diritto allo studio superiore per i piu’ meritevoli) e, con
la delusione del non inserimento, il rifugio nella apatia della droga oppure
nell’ideologia dell’eversione anche armata. Il rimedio consiste: nel chiudere
il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio – posto di lavoro; nel
predisporre strutture docenti valide; nel programmare, insieme al fenomeno
economico, anche il relativo fabbisogno umano; infine nel restaurare il
principio meritocratico imposto dalla Costituzione.
Sotto molti profili, la definizione dei programmi intersechera’ temi e
notazioni gia’ contenute nel recente Messaggio del Presidente della Repubblica
- indubbiamente notevole – quale diagnosi della situazione del Paese, tenendo,
pero’, ad indicare terapie piu’ che a formulare nuove analisi.
Detti programmi possono essere esecutivi – occorrendo – con normativa
d’urgenza (decreti legge).
a) Emergenza a breve termine . Il programma urgente comprende, al pari degli
altri provvedimenti istituzionali (rivolti cioe’ a “registrare” le istituzioni)
e provvedimenti di indole economico-sociale.
a1) Ordinamento giudiziario: le modifiche piu’ urgenti investono:
- la responsabilita’ civile (per colpa) dei magistrati;
- il divieto di nomina sulla stampa i magistrati comunque investiti di
procedimenti giudiziari;
- la normativa per l’accesso in carriera (esami psicoattitudinali
preliminari);
- la modifica delle norme in tema di facolta’ liberta’ provvisoria in presenza
dei reati di eversione – anche tentatata – nei confronti dello Stato e della Costituzione,
nonche’ di violazione delle norme sull’ordine pubblico, di rapina a mano armata, di
sequestro di persona e di violenza in generale.
a2) Ordinamento del Governo
1 – legge sulla Presidenza del Consiglio e sui Minister (Cost. art. 95) per
determinare
competenze e numero (ridotto, con eliminazione o quasi dei Sottosegretari);
2 – legge sulla programmazuone globale (Cost. art. 41) incentrata su un
Ministero dell’economia che ingloba le attuali strutture di incentivazione (Cassa Mezz.
- PPSS – Mediocredito Industria – Agricoltura), sul CNEL rivitalizzato quale punto
d’incontro delle forze sociali e sindacali, imprenditoriali e culturali e su procedure
d’incontro con il Parlamento e le Regioni;
3 – riforma dell’amministrazione (Cost. artt. 28 -97 – 98) fondato sulla
teoria dell’atto pubblico non amministrativo, sulla netta separazione della responsabilta’
politica da quella amministrativa che diviene personale (istituzione dei Segretari
Generali di Ministero) e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con quello del
silenzio-consenso;
4 – definizione della riserva di legge nei limiti voluti e richiesti
espressamente dalla Costituzione e individuazione delle aree di normativa secondaria
(regolamentare) in ispecie di quelle regionali che debbono essere obbligatoriamente limitate nell’ambito
delle leggi cornice.
a3) Ordinamento del Parlamento
1) ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica
alla CD e funzione economica al SR);
2) modifica (gia’ in corso) dei rispettivi Regolamenti per ridare forza al
principio del rapporto (Cost. art. 64) fra maggioranza-Governo da un lato, e
opposizione, dall’altro, in luogo della attuale tendenza assemblearistica;
3) adozione del principio delle sessioni temporali in funzione di esecuzione
del programma governativo.

b) Provvedimenti economico-sociali
b1) abolizione della validita’ legale dei titoli di studio (per sfollare le
universita’ e dare il tempo di elaborare una seria riforma della scuola che
attui i precetti della Costituzione);
b2) adozione di un orario unico nazionale di 7 ore e 30′ effettive (dalle 8,30
alle 17) salvi i
turni necessari per gli impianti a ritmo di 24 ore, obbligatorio per tutte le
attivita’ pubbliche e private;
b3) eliminazione delle festivita’ infrasettimanali e dei relativi ponti (salvo
2 giugno – Natale – Capodanno e Ferragosto) da riconcedere in un forfait di 7 giorni aggiuntivi
alle ferie annuali di diritto;
b4) obbligo di attuare in ogni azienda ed organo di Stato i turni di
festivita’ – anche per sorteggio – in tutti i periodi dell’anno, sia per annualizzare l’attivita’
dell’industria turistica, sia per evitare la “sindrome estiva” che blocca le attivita’ produttive;
b5) revisione della riforma tributaria nelle seguenti direzioni:
1 – revisione delle aliquote per i lavoratori dipendenti aggiornandole al
tasso di svalutazione 1973-76;
2 – nettizzazione all’origine di tutti gli stipendi e i salari delle P.A.
(onde evitare gli enormi costi delle relative partite di giro);
3 – inasprimento delle aliquote sui redditi professionali e sulle rendite;
4 – abbattimento delle aliquote per donazioni e contributi a fondazioni
scientifiche e culturali riconosciute, allo scopo di sollecitare
l’autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto;
5 – alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve,
ammotamenti, investimenti e garanzie, per sollecitare l’autofinanziamento delle aziende
produttive;
6 – reciprocita’ fra Stato e dichiarante nell’obbligo di mutuo acquisto ai
valori dichiarati ed accertati;
b6) abolizione della nominativita’ dei titoli azionari per ridare fiato al
mercato azionario e sollecitare meglio l’autofinanziamento delle aziende produttive;
b7) eliminazione delle partite di giro fra aziende di Stato ed istituti
finanziari di mano pubblica in sede di giro conti reciprochi che si risolvono -
nel gioco degli interessi – in passivita’ inutili dello stesso Stato;
b8) concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il
ritorno dei capitali dall’estero;
b9) costituzione di un fondo nazionale per i servizi sociali (case – ospedali
- scuole – trasporti) da alimentare con:
1 – sovraimposta IVA sui consumi voluttuari (automobili – generi di lusso)
2 – proventi dagli inasprimenti ex b5)4;
3 – finanziamenti e prestiti esteri su programma di spesa;
4 – stanziamenti appositi di bilancio per investimenti;
5 – diminuzione della spesa corrente per parziale pagamento di stipendi
statali superiori a L. 7.000.000 annui con speciali buoni del Tesoro al 9% non commerciabili per
due anni.
Tale fondo va destinato a finanziare un programma biennale di spesa per almeno
10.000 miliardi. Le riforme di struttura relative vanno rinviate a dopo che sia stata
assicurata la disponibilita’ dei fabbricati, essendo ridicolo riformare le gestioni in
assenza di validi strumenti (si ricordino i guasti della riforma sanitaria di alcuni anni or
sono che si risolvette nella creazione di 36.000 nuovi posti di consigliere di amministrazione e
nella correlativa lottizzazione partitica in luogo di creare altri posti letto)
Per quanto concerne la realizzabilita’ del piano edilizio in presenza della
caotica legislazione esistente, sara’necessaria una legge che imponga alle Regioni
programmi urgenti straordinari con termini brevissimi surrogabili dall’intervento
diretto dello Stato; per quanto si riferisce in particolare all’edilizia
abitativa, il ricorso al sistema dei comprensori obbligatori sul modello
svedese ed al sistema francese dei mutui individuali agevolati sembra il metodo
migliore per rilanciare questo settore che e’ da considerare il volano della
ripresa economica;
b10) aumentare la redditivita’ del risparmio postale elevando il tasso al 7%;
b11) concedere incentivi prioritari ai settori:
I – turistico
II – trasporti marittimi
III – agricolo specializzato (primizie zootecnia)
IV – energetico convenzionale e futuribile (nucleare – geotermico – solare)
V – industria chimica fine e metalmeccanica specializzata di trasformazione;
in modo da sollecitare investimenti in settori ad alto tasso di mano d’opera ed
apportatori di valuta;
b12) sospendere tutte le licenze ed i relativi incentivi per impianti di
raffinazione primaria del petrolio e di produzione siderurgica pesante.

c) Pregiudiziale e’ che oggi ogni attivita’secondo quanto sub a) e b) trovi
protagonista e gestore un Governo deciso ad essere non gia’ autoritario bensi’ soltanto
autorevole e deciso a fare rispettare le leggi esistenti.
Cosi’ e’ evidente che le forze dell’ordine possono essere mobilitate per
ripulire il paese dai teppisti ordinari e pseudo politici e dalle relative centrali direttive
soltanto alla condizione che la Magistratura li processi e condanni rapidamente
inviandoli in carceri ove scontino la pena senza fomentare nuove rivolte o
condurre una vita comoda.
Sotto tale profilo, sembra necessario che alle forze di P.S. sia restituita la
facolta’ di interrogatorio d’urgenza degli arrestati in presenza dei reati di eversione e
tentata eversione dell’ordinamento, nonche’ di violenza e resistenza alle forze
dell’ordine, di violazione della legge sull’ordine pubblico, di sequestro di
persona, di rapina a mano armata e di violenza in generale.

d) Altro punto chiave e’l'immediata costituzione di una agenzia per il
coordinamento della stampa locale (da acquisire con operazioni successive nel tempo) e della TV
via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo
del Paese.
E’ inoltre opportuno acquisire uno o due periodici da contrapporre a Panorama,
Espresso, Europeo sulla formula viva “Settimanale”.

MEDIO E LUNGO TERMINE

Nel presupposto dell’attuazione di un programma a breve termine come sopra
definito, rimane da tratteggiare per sommi capi un programma a medio e lungo
termine con l’avvertenza che mentre per quanto riguarda i problemi
istituzionali e’possibile fin d’ora formulare ipotesi concrete, in materia di
interventi economico-sociali, salvo per quel che attiene pochissimi grandi
temi, e’necessario rinviare nel tempo l’elencazione di problemi e relativi
rimedi.
a) Provvedimenti istituzionali
a1) Ordinnamento Giudiziario
I – unita’del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione – articoli 107 e
112 ove il P.M. e’ distinto dai giudici);
II – responsabilita’ del Guardasigilli verso il Parlamento sull’operato del P.
M. (modifica costituzionale);
III – istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e
difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istruttorio con i
relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione;
IV – riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere
responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
V – riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione
per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di eta’ per le funzioni di accusa,
separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile;
VI – esperimento di elezione di magistrati (Costit. art. 106) fra avvocati con
25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali;
a2) Ordinamento del Governo
I – modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio
e’ eletto dalla Camera all’inizio di ogni legislatura e puo’ essere rovesciato soltanto
attraverso le elezioni del successore;
II – modifica della Costituzione per stabilire che i Ministri perdono la
qualita’ di parlamentari;
III – revisione della legge sulla contabilita’ dello Stato e di quella sul
bilancio dello Stato (per modificarne la natura da competenza in cassa);
IV – revisione della legge sulla finanza locale per stabilire – previo
consolidamentodel debito attuale degli enti locali da riassorbire in 50 anni -
che Regioni e Comuni possono spendere al di la’ delle sovvenzioni statali
soltanto i proventi di emissioni di obbligazioni di scopo (esenti da imposte e
detraibili) e cioe’relative ad opere pubbliche da finanziare, secondo il
modello USA. Altrimenti il concetto di autonomia diviene di sola liberta’ di
spesa basata sui debiti;
V – riforma della legge comunale e provinciale per sopprimere le provincie e
ridefinire i i compiti dei Comuni dettando nuove norme sui controlli finanziari;
a3) Ordinamento del Parlamento
I – nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e
proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato,
di rappresentanza di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali
e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei
senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari -
ex magistrati
- ex funzionari e imprenditori pubblici – ex militari ecc.);
II – modifica della Costituzione per dare alla Camera preminenza politica
(nomina del Primo Ministro) ed alla Senato preponderanza economica (esame del
bilancio);
III – stabilire norme per effettuare in uno setesso giorno ogni 4 anni le
elezioni nazionali, regionali e comunali (modifica costituzionale);
IV – stabilire che i decreti-legge sono inemendabili;
a4) Ordinamento di altri organi istituzionali
I – Corte Costituzionale: sancire l’incompatibilita’ successiva dei giudici a
cariche elettive in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che
trasformano la Corte in organo legislativo di fatto);
II – Presidente della Repubblica: ridurre a 5 anni il mandato, sancire
l’ineleggibilita’ ed eliminare il semestre bianco (modifica costituzionale);
III – Regioni: modifica della Costituzione per ridurre il numero e
determinarne i confini secondo criteri geoeconomici piu’ che storici. Provvedimenti economico
sociali.

b1) Nuova legislazione antiurbanesimo subordinando il diritto di residenza
alla dimostrazione di possedere un posto di lavoro e un reddito sufficiente (per evitare che
saltino le finanze dei grandi Comuni);
b2) Nuova legslazione urbanistica favorendo le citta’ satelliti e trasformando
la scienza urbanistica da edilizia in scienza dei trasporti veloci suburbani;
b3) nuova legislazione sulla stampa in senso protettivo della dignita’ del
cittadino (sul modello inglese) e stabilendo l’obbligo di pubblicare ogni anno i bilanci
nonche’ le retribuzioni dei giornalisti;
b4) unificazione di tutti gli istituti ed enti previdenziali ed assistenziali
in un unico ente di sicurezza sociale da gestire con formule di tipo assicurativo allo scopo di
ridurre i costi attuali;
b5) disciplinare e moralizzare il settore pensionistico stabilendo: il divieto
del pagamento di pensioni prima dei 60 anni salvo casi di riconosciuta inabilita’; il controllo
rigido sulle pensioni di invalidita’; l’eliminazione del fenomeno del cumulo di
piu’ pensioni; b6) dare attuazione agli articoli 39 e 40 della Costituzione regolando la vita
dei sindacati limitando il diritto di sciopero nel senso di:
I – introdurre l’obbligo di preavviso dopo aver espedito il concordato;
II – escludere i servizi pubblici essenziali (trasporti; dogane; ospedali e
cliniche; imposte; pubbliche amministrazioni in genere) ovvero garantirne il corretto
svolgimento; III – limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare
comunque la liberta’ di lavoro;
b7) nuova legislazione sulla partecipazione dei lavoratori alla proprieta’
azionaria delle imprese e sulla gestione (modello tedesco);
b8) nuova legislazione sull’assetto del territorio (ecologia, difesa del
suolo, disciplina delle acque, rimboscamento, insediamenti umani);
b9) legislazione antimonopolio (modello USA);
b10) nuova legislazione bancaria (modello francese);
b11) riforma della scuola (selezione meritocratica – borse di studio ai non
abbienti – scuole di Stato normale e politecnica sul modello francese);
b12) riforma ospedaliera e sanitaria sul modello tedesco.

c) Stampa – Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare bilanci
deficitari con onere del pubblico erario ed abolire il monopolio RAI-TV.” (6)
Che dire del ‘piano’ del massone-pidduista Licio Gelli? Semplicemente che ….
in parte è quanto Berlusconi ed il ‘polo’ conservatore di centro-destra stanno
cercando di applicare da sedici anni a questa parte come “programma” di
governo…riga più riga meno …e pare anche anche siano a ‘buon punto’ …
diciamo che hanno superato abbondantemente metà dell’opera. Queste note su
Gelli e la Loggia massonica Propaganda 2 si inseriscono inevitabilmente nella
biografia ‘presidenziale’ dell’Uomo di Arcore…senza comprendere esattamente i
‘nessi’ di convergenza, gli appoggi istituzionali, i legami imprenditoria-
finanza-politica che hanno sostenuto e aiutato la scalata al potere del Silvio
nazionale difficilmente se ne riuscirebbe a comprendere il ruolo, la funzione,
la politica e ovviamente anche il suo interesse a ‘scarozzare’ – Caronte post-
craxiano – gli “ex” missini di Alleanza Nazionale nell’ambito di un contenitore
liberista e conservatore che, eliminando qualunque residuato ‘bellico’ delle
vecchie ideologie e ‘rinnovando’ ex novo il pedigree dei Fini&colonnelli
‘vari’, darà alla “Destra” storica l’opportunità di divenire un moderno partito
politico di tipo ‘gollista’ attivamente impegnato al servizio permanente ed
effettivo degli interessi sionisti nel nostro paese e ‘audacemente’ schierato a
difesa dell’Ordine Pubblico (il partito della Polizia insomma).
Da quì alle successive prese pubbliche filo-sioniste dello stesso Berlusconi
il passo è stato ‘breve’: l’amicizia con il vaccaro presidente degli Stati
Uniti – George Walker Bush – varrà al “presidente” un riconoscimento
d’eccellenza ossia la “Kippa d’Oro” dell’Anti-Defamation League
nuovayorchese….
Il 23 settembre 2003 Silvio Berlusconi riceve a Jew York il premio come
“miglior Statista dell’anno”, riconoscimento offerto ai politici capi di Stato
dall’Anti Defamation League, per – questa la motivazione “ufficiale” – “il
coraggio mostrato nell’appoggio a Israele, alla guerra degli Stati Uniti in
Iraq e agli sforzi contro il terrorismo”. Vi furono, è vero, alcune voci
‘contrarie’ (7) a questo riconoscimento ma , sostanzialmente, i reali detentori
del potere economico e i più influenti membri dell’establishment ebraico in
America ‘accordarono’ fiducia ed elogiarono l’operato del premier italiano.
Inizialmente ‘renitente’ contro qualunque ipotesi di offensive belliche
occidentaliste contro l’Irak di Saddam Hussein (…da buon imprenditore alias
‘paraculo’ esperto e navigato il Berlusca riceverà poche settimane prima
dell’attacco americano – esattamente nel febbraio 2003 – una delegazione
irachena…assicurando che l’Italia ed il governo italiano si sarebbero
impegnati per evitare escalation militari nel Vicino Oriente….qualche mese
più tardi i soldati ‘tricolori’ saranno inviati nel sud dell’Irak a farsi
bellamente ammazzare per gli interessi petroliferi delle multinazionali
americane al seguito degli anglo-americani e della loro visione ‘esportatrice’
di “libertà e democrazia”…). Sarà grazie a questa ‘coerentissima’ decisione
che Berlusconi riceverà il premio dell’A.D.L. iniziando a maturare
quell’alleanza tattica con l’entità criminale sionista che lo vedrà
progressivamente affermare che Ariel Sharon – premier dello “stato ebraico” -
fosse un “grande statista” (fin dalla ripresa dell’Intifadah palestinese
l’esecutivo italiano di centro-destra si schiererà risolutamente con gli
sgherri di ‘tsahal’ contro i “terroristi” palestinesi di Arafat e di Hamas);
che Nethanyahu fosse un “apostolo della pace” in attesa che – ‘tanto’ una
cazzata più una cazzata meno oramai ci siamo abituati – che Berlusconi incoroni
Tzipi Livni quale personificazione vivente della Colomba pacifinta
planetaria…
Inevitabile la nuova linea dell’esecutivo – rieletto – di centro-destra dal
2008: filosemitismo, sbracata convergenza d’interessi con i sionisti,
l’oltranzista radicale ultra-sionista Fiamma Nirenstein nominata
sottosegretario agli Esteri (…il ministro in pectore…) e ‘delegata’ di
prendere le decisioni se o meno partecipare a qualche conferenza ‘scomoda’ (…
vedasi Ginevra primavera 2009…la cosiddetta conferenza contro il razzismo di
‘Durban 2′…) oltre a svolgere il ruolo di isterico ‘censore’ informatico e
recentemente impegnarsi con i ‘compari’ kahalici del CDEC milanese nella
‘crociata contro i siti antisemiti’…. per raggiungere il pieno apogeo
olocaustico-kippizzante nella clamorosa visita in “Israele” dello scorso
febbraio….la ‘tre giorni’ che ha incoronato SionSilvio di Arcore quale
novello Rabbino-Capo dell’emisfero occidentale… Ovviamente dall’”opposizione”
dipietrista-casinista-comunista-ulivista-arcobalenata di ogni sorta non un
‘belato’ di disapprovazione…’anzi’…’osanna’ nell’alto di Silvio!
Altro…- ma perchè serve anche ‘qualcos’altro’??? una circoncisione ‘kosher’
in diretta e a reti unificate Mediaset/Rai??? – da aggiungere onestamente non
c’è….
L’ultimissima cazzata è di settantadue ore fa….Berlusconi vuole “Israele”
nell’Unione Europea!
Kippizzazione della politica nazionale totale: 6 milioni a zero per ‘loro’….
Tragico olocausto della razza ario-italiana sodomizzata senza vasellina dagli
istinti atavici di vendetta e rivalsa d’”Israele”!
“Uomini siate e non pecore matte/ si che di voi tra voi/ ‘l giudeo non
rida!”… Grasse risate e ‘spanciamenti’ per ogni sinagoga italiota!
Au revoir


Link alla pagina:
SionSilvio BerlusKippa (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/30/sionsilvio-berluskippa-servo-disraele/)

Lupo
01-06-10, 10:06
Sfortunatamente io no. Posso solo dire che, in effetti, è una ragazza molto carina. Mi sembra che fosse intervenuta già nell'altra discussione su Eurasiatisti: anche lei di "Eurasia"?


Cambiando argomento c'è qualcuno che ha avuto occasione di sentire Dagoberto e sapere cosa ne pensa della strage commessa ieri nelle acque internazionali dagli israeliani? Immagino sia in Libano quindi dovrebbe avere notizie fresche da riportare, aspetto un suo articolo!
Lupa a suo tempo interveniva su Eurasia ... adesso non so.
Dagoberto attualmente non si trova in Libano ma penso che qualcosa scriverà lo stesso.

Lupo
01-06-10, 11:18
Approfitto di questo tuo intervento Josè Antonio per sottolineare che è molto preferibile la coerenza di Bellucci che ha scelto molti anni fa l'adesione alla religione islamica adottando un nome musulmano (ma come ha scritto Lupo non credo abbia per questo cambiato l'identità sui documenti personali anche perchè la legge italiana non lo consente ammesso che non abbia adottato nazionalità libanese) di tanti che fanno gli anti-israeliani di facciata portando cognomi non propriamente "gentili" (Lupo forse ha capito a chi mi riferisco :D ).

Ho letto con interesse questi ultimi articoli di DHB. Ottime considerazioni soprattutto storiche sulla questione ebraica e, come ha scritto, gli "antisemiti di comodo". Condivido :giagia:
C'è attinenza con questa discussione?? (E' una domanda non un'affermazione).

http://forum.politicainrete.net/conservatorismo/62232-ot-21-23-maggio-scuola-di-formazione-dei-giovani-socialisti.html

Boris
01-06-10, 13:30
C'è attinenza con questa discussione?? (E' una domanda non un'affermazione).

http://forum.politicainrete.net/conservatorismo/62232-ot-21-23-maggio-scuola-di-formazione-dei-giovani-socialisti.html

Come Lupo saprà sicuramente domandare è lecito, rispondere è cortesia.

Si potrebbe a proposito del link che hai inserito aprire una nuova discussione, fermo restando ovviamente l'approvazione dei moderatori etnonazionalisti, sulla "Sociologia delle conferenze", gli incontri che si fanno, le persone che si frequentano, le amicizie (nuove, ma chissà, forse anche vecchie :chefico: ) che si allacciano.

Magari può capitare per caso che qualcuno abbia ritrovato vecchi amici di scuola (o "scole" come venivano chiamate le scuole ebraiche fino alla fine dell'Ottocento) vecchie conoscenze o riannodato rapporti magari interrotti col tempo...

Direi che sarebbe per il momento utile limitarsi a queste poche considerazioni ed eventualmente discuterne altrove (Lupo potresti aprirlo tu un thread apposito :giagia:) visto che questo non è lo spazio adatto ed è riservato agli scritti di Bellucci che immagino sarà informato dell'episodio in questione.

Porgigli i miei saluti se hai occasione di sentirlo. :ciaociao:

Lupo
01-06-10, 13:37
Come Lupo saprà sicuramente domandare è lecito, rispondere è cortesia.

Si potrebbe a proposito del link che hai inserito aprire una nuova discussione, fermo restando ovviamente l'approvazione dei moderatori etnonazionalisti, sulla "Sociologia delle conferenze", gli incontri che si fanno, le persone che si frequentano, le amicizie (nuove, ma chissà, forse anche vecchie :chefico: ) che si allacciano.

Magari può capitare per caso che qualcuno abbia ritrovato vecchi amici di scuola (o "scole" come venivano chiamate le scuole ebraiche fino alla fine dell'Ottocento) vecchie conoscenze o riannodato rapporti magari interrotti col tempo...

Direi che sarebbe per il momento utile limitarsi a queste poche considerazioni ed eventualmente discuterne altrove (Lupo potresti aprirlo tu un thread apposito :giagia:) visto che questo non è lo spazio adatto ed è riservato agli scritti di Bellucci che immagino sarà informato dell'episodio in questione.

Porgigli i miei saluti se hai occasione di sentirlo. :ciaociao:
Tua l'idea ... tuo l'onore ... ma più che altro tuo l'onere!! :D
Senti MaxRed II e aprilo tu se mai. Per ogni buon conto per gli argomenti OT c'è il Fondoscala.
Circa i saluti viene giornalmente a vedere cosa combiniamo, li leggerà da sè.
(Giornalmente compatibilmente con le interruzioni dell'energia elettrica quando si trova in Libano).

Freezer
01-06-10, 20:08
Tua l'idea ... tuo l'onore ... ma più che altro tuo l'onere!! :D
Senti MaxRed II e aprilo tu se mai. Per ogni buon conto per gli argomenti OT c'è il Fondoscala.
Circa i saluti viene giornalmente a vedere cosa combiniamo, li leggerà da sè.
(Giornalmente compatibilmente con le interruzioni dell'energia elettrica quando si trova in Libano).

Così saprà che Nemesis lo saluta :14: ,
qui Noi ce lo ricordiamo tutti :3318:

http://image3.examiner.com/images/blog/EXID32018/images/resized_Masonic.jpg

Boris
02-06-10, 13:36
Tua l'idea ... tuo l'onore ... ma più che altro tuo l'onere!! :D
Senti MaxRed II e aprilo tu se mai. Per ogni buon conto per gli argomenti OT c'è il Fondoscala.
.


Non credo che si tratti di un lavoro oneroso riportare in modo oggettivo e senza intenti provocatori o di demonizzazione (a demonizzare i loro avversari ci pensano sufficientemente già i sionisti) dati che chiunque dotato di un minimo di perspicacia potrebbe tranquillamente appurare direttamente dalle fonti storiche o da volumi e testi che riportano i cognomi degli ebrei italiani. Qualora il moderatore MaxRed II mi autorizzerà ad aprire una discussione sulla natura dei rapporti interpersonali e sociali che si creano, sui legami che si vanno ad instaurare e su quelli che con tutta probabilità si erano già instaurati durante i seminari e le conferenze allora non avrò alcuna difficoltà ad aprire una discussione di questo tipo. Aspetto la sua approvazione prima di aprire un thread nuovo.



Circa i saluti viene giornalmente a vedere cosa combiniamo, li leggerà da sè.
(Giornalmente compatibilmente con le interruzioni dell'energia elettrica quando si trova in Libano).

Mi fa piacere sapere che prenda visione di questo nostro scambio di vedute. Come sai siamo stati abbondantemente censurati altrove e ti ringrazio Lupo per avermi fatto scoprire questo forum Etnonazionalista.

Altrove mi sono sempre espresso con rispetto verso i moderatori e verso gli altri forumisti. Quando ho provato a porre la questione sull'opportunità di determinate scelte tattiche la risposta è stata quella di un abbondante utilizzo del cancellino.

Vorrei dirti Lupo che si poteva a mio parere anche aprire una discussione serena sulla eventuale esigenza tattica che può esistere quando una organizzazione o un movimento politico iniziano a muoversi cercando alleanze o convergenze. Quello che non ho compreso è che se di tattica si fosse trattato allora sarebbe stato più logico chiarirne gli scopi ed esporre senza alcun problema ed alla luce del sole quale fosse la strategia generale - sempre ammesso che ve ne fosse realmente una e non, come credo, si fosse trattato di un clamoroso errore di calcolo o, peggio, di una convergenza oggettiva fra ambienti politici e culturali tendenzialmente tutt'altro che affini - anziche occultare tutto anche perchè da occultare non mi risulta ci sia proprio niente tantomeno l'eventuale discendenza ebraica ( nomina sunt omina o, come ha scritto lo stesso Bellucci in un suo articolo che credo non casuale, Nomen est omen ) che sarebbe prima o dopo rilevata da qualcuno.

Quando ancora frequentavo una confraternita cattolico-integralista, fino a qualche anno fa, mi insegnarono ad essere sempre schietti e particolarmente attenti nei confronti delle omonimie, delle assonanze e delle discendenze.

Non è un mistero per nessuno, basta cercare in rete non avendo a disposizione i testi, che vi siano omonimie di un certo interesse scorrendo la lista che compare a questo link:

http://www.holywar.org/italy/txt/cogno.htm

Credo che per il momento possa bastare così, inutile insistere più del necessario in questa discussione (penso però che DHB sia d'accordo visto quanto ha scritto recentemente). Resto in attesa di quella autorizzazione per aprire una discussione sulla Sociologia dei convegni.

MaxRed II
02-06-10, 17:32
Boris per me puoi aprire la discussione sull'argomento sopra citato.

Boris
02-06-10, 21:01
Il registro di alcuni crimini sionisti dal 1948 al 2008

Alcuni crimini sionisti contro il popolo palestinese durante 60 anni dell’esistenza di questo stato razzista:

1. Aprile 1948, massacro di “Dair Yasin”: 254 morti, 30 mila civili palestinesi rifugiati.

2. Aprile 1948, massacro di “Nasr Addin”: trucidati gli abitanti di un intero villaggio, escluse 40 persone fuggite.

3. Maggio 1948, massacro di “Salha”: 75 vittime palestinesi.

4. Settembre 1948, massacro di “Alld”: 250 morti palestinesi.

5. Ottobre 1948, massacro di “Aldwaimah”: più di 250 morti palestinesi, tanti di loro gettati vivi dentro i pozzi.

6. Fine Ottobre 1948: 900 mila palestinesi rifugiati, e i sionisti distruggono più di 400 villaggi palestinesi.

7. Febbraio 1951, massacro di “Sharfat”: 11 morti palestinesi, e il resto degli abitanti del villaggio rifugiati.

8. Settembre 1952, massacro di “Bait Lahm”: 10 vittime palestinesi.

9. Ottobre 1952, massacro di “Kalkiliah”: i sionisti radono al suolo l'intero villaggio e gli abitanti sono diventati rifugiati.

10. 24 ottobre 1952, massacro di “Kibiah”: i sionisti distruggono 56 case palestinese e uccidono 67 persone.

11. Febbraio 1955, massacro di “Gaza”: 26 morti palestinesi.

12. Ottobre 1956, massacro di “Kafar Kasem”: 48 vittime palestinesi.

13. Ottobre 1956, massacro di “Khan Yunes”: più di 100 palestinesi.

14. Novembre 1956, massacro del “villaggio di Alsamw’”: più di 200 morti palestinesi.

15. Anno 1956, i sionisti partecipano all’aggressione contro l’Egitto, e attaccano le città di “Bor Said”, “al’ismailiah” e “alsuwes” costringendo gli abitanti alla fuga.

16. Settembre 1967, i sionisti aggrediscono le terre egiziane, siriane e giordane, e occupano Cisgiordania, Gaza, la penisola del Sinai egiziana e il Golan siriano, facendo 4000 vittime soltanto tra gli egiziani.

17. Tra 1967 e 1968, i sionisti uccidono quasi 1000 prigionieri egiziani e seppelliscono molti di loro vivi nel diserto di Sinai.

18. 21 Agosto 1969, gli estremesti ebrei bruciano la moschea del “Aqsa” a Gerusalemme.

19. Anno 1970, gli aerei militari sionisti attaccano la scuola elementare di “Bahr Albakar” e le fabbriche di “Abu Za’bal” con più di 150 vittime tra studenti e laboratori.

20. Negli anni 1969,71,72,73, il Mosad assassina diversi leader palestinesi a Beirut, Roma e Parigi, tra loro: “Wa’il Z’eter”, “Ghassan Kan’an”, “Mahmud Alhamshary”, “Kamal Naser”, “Kamal ‘idwan”, “Muhammad Alnajar Abu Yusuf”, “Ali Hasan Salamah” e altri...

21. Anno 1980, l’organizzazione estrimista ebrea “Kakh” la moschea di “Aqsa” con 120 KG di esplosivi.

22. Sempre nel 1980, massacro di “Dar As”: i sionisti distruggono un villaggio intero, più di 60 morti palestinesi.

23. 1980, massacro di “Dair Ayub e Alramlah”: 111 morti palestinesi.

24. Settembre 1981, i sionisti bombardano un reattore nucleare iracheno.

25. Agosto 1982, attacco al Libano ed occupazione della parte sud; massacro di “Sabra e Shatila” in cui vengono fucilati civili disarmati per 48 ore e ne restano uccisi 3500.

26. Aprile 1986, barbara aggressione contro l'“Organizzazione per la Liberazione della Palestina” in Tunisia ed assassinio di “Abu Jihad”.

27. Dicembre 1987, è l’inizio della prima Intifada, secondo le organizzazioni umanitarie i sionisti hanno ucciso quasi 1500 palestinesi durante i 6 anni di Intifada.

28. 8 ottobre 1990, massacro della moschea del “Aqsa”: più di 21 morti, più di 150 feriti, e 270 palestinesi imprigionati.

29. Novembre 1994, il Mosad assassina il dott. “Hani Al’abed” membro di una organizzazione palestinese.

30. 25 novembre 1994, massacro di “Alharam Alibrahimi”: 29 vittime e più di 150 feriti assassinati dall’estremista ebreo “Bainish Goldeshtain” mentre pregavano all’alba, in seguito sono morte oltre 50 persone in totale.

31. 2 Aprile 1995, assassinato “Kamal Kahil” con la sua famiglia in un bombardamento a Gaza.

32. 18 aprile 1995, massacro di “Quana”: 150 morti anche se hanno cercato protezione dentro l’ufficio delle Nazioni Unite in Libano.

33. Anno 1995, assassinio di “Fathi Alshakaki”, membro di un’organizzazione palestinese.

34. 5 Settembre 1996, assassinio di “Yahia Aiash”, membro di un’organizzazione palestinese.

35. Settembre 1996, scoperto un traforo scavato dagli ebrei sotto la moschea del “Aqsa” per distruggerla.

36. Anno 1997, gli estremisti ebrei distribuiscono volantini contro la religione islamica e contro il Profeta dell’Islam e il Sacro Corano.

37. Marzo 1998, assassinato “Muhei Addin Alsharif”, leader palestinese.

38. 29 Marzo-9Aprile 2002, massacro di “Jenin”: più di 200 morti palestinesi secondo i dati israeliani.

39. 15 Febbraio 2004, cedimento intorno alla moschea del “Aqsa” a causa dei tunnel scavati dai sionisti sotto la moschea.

40. 22 Marzo 2004, assassinato lo sceicco “Ahmad Yasin”, fondatore di Hamas.

41. 17 Aprile 2004, assassinio del dott. “Abdel Aziz Alrantisi”, presidente di Hamas.

42. 12 Settembre 2006, aggressione contro il Libano per 34 giorni e distruzione di gran parte delle città libanesi, ed uccisione di più di 1200 persone.

43. 27 Dicembre 2008, attacco a Gaza per 22 giorni dopo un assedio durato più di un anno e mezzo, 1315 morti e 5300 feriti tra i quali la maggioranza sono bambini e donne.



Gaza - i massacri sionisti (http://www.wafa.it/gaza/registro.htm)

Boris
02-06-10, 21:12
Boris per me puoi aprire la discussione sull'argomento sopra citato.

Ti ringrazio MaxRed II e ti sono grato per lo spazio concesso. Vedrò di non abusarne anche perchè il tempo a mia disposizioni è sempre molto poco.

Aprirò domani o nei prossimi giorni questa discussione che sarà sicuramente interessante per tutti quelli che vorranno capire. :chefico:

Avrei un paio di domande per Lupo (o x chi potrà rispondermi): innanzitutto ho pensato di postare anche in questa discussione quell'elenco di crimini israeliani. Mi auguro non ci siano problemi.

L'altra domanda è: come faccio ad inserire l'immagine che compare in alto a sinistra a tutti gli altri forumisti? Devo sceglierne una di mio gradimento credo, mi potreste dare indicazioni in merito a come attivarla? Grazie fin d'ora per le spiegazioni.

Infine chiedo a Freezer o allo stesso Lupo se possono darmi una dritta su come recuperare qualche discussione dal vecchio forum all'epoca in cui era iscritto anche Bellucci. Mi farebbe piacere leggere qualcosa di suo.

Buona serata a tutti e grazie mille per ogni vostra spiegazione. :ciaociao:

Lupo
03-06-10, 07:46
@Boris
Per l'immagine (si chiama Avatar) devi per prima cosa metterne una che ti piace anche di dimensioni più grosse (ma non esageratamente) di come la vedi che poi si riduce da sè in una posizione specifica del computer.
Clicca poi in alto a sinistra su "Pannello Utente" e quindi cerca a sinistra sull'elenco la voce "Modifica Avatar".
Quindi seleziona l'opzione "Utilizza Avatar personalizzato" e poi sfogli la voce "Carica immagine dal tuo computer" ... trovi la cartella che sai e clicchi sopra l'immagine.
Quindi SALVA.

Se vuoi puoi anche cambiare l'usertext (il mio Mannaro) andando sull'elenco di prima alla voce "Modifica i tuoi dettagli" e quindi scrivendo nella casella "Titolo utente personalizzato".
Quindi SALVA.

Lupo
03-06-10, 07:49
GLI ARTICOLI NUOVI, DAL 2010 IN POI, SONO A QUESTO LINK:
Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/)


GLI ARTICOLI PIU’ VECCHI, PRIMA DEL 2010, SONO A QUESTO LINK:
TSL-testi DagobertoHB (http://www.terrasantalibera.org/Dagoberto_Husayn_Bellucci_testi.htm)


L’ULTIMO LIBRO, “IL GOVERNO MONDIALE EBRAICO”, 18 CAPITOLI IN PDF, E’ A QUESTO LINK:
GOVERNO MONDIALE EBRAICO (http://www.terrasantalibera.org/DagoHB_governo_mondiale_ebraico.htm)

Link alla pagina:
I NUOVI INDIRIZZI DI DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI : « Dagobertohb's Blog (http://dagobertohb.wordpress.com/2010/05/25/i-nuovi-indirizzi-di-dagoberto-husayn-bellucci/)

Lupo
03-06-10, 08:03
Il link degli scritti antecedenti il 2010 di Dagoberto sul PIR è:
http://forum.politicainrete.net/eurasiatisti/341-scritti-di-dagoberto-bellucci-8.html

Il link del Grande Cazzeggiatore sell'oldPOL è:
PoliticaOnLine * Il Grande Cazzeggiatore: DHB! (http://www.pcosta.net/pol/showthread.php?&tid=374713&t=Il%20Grande%20Cazzeggiatore:DHB)

Il link dell'OldPOL:
EnciPolpedia (http://encipolpedia.pcosta.altervista.org/wiki/doku.php)

Boris
03-06-10, 13:48
@Boris
Per l'immagine (si chiama Avatar) devi per prima cosa metterne una che ti piace anche di dimensioni più grosse (ma non esageratamente) di come la vedi che poi si riduce da sè in una posizione specifica del computer.
Clicca poi in alto a sinistra su "Pannello Utente" e quindi cerca a sinistra sull'elenco la voce "Modifica Avatar".
Quindi seleziona l'opzione "Utilizza Avatar personalizzato" e poi sfogli la voce "Carica immagine dal tuo computer" ... trovi la cartella che sai e clicchi sopra l'immagine.
Quindi SALVA.

Se vuoi puoi anche cambiare l'usertext (il mio Mannaro) andando sull'elenco di prima alla voce "Modifica i tuoi dettagli" e quindi scrivendo nella casella "Titolo utente personalizzato".
Quindi SALVA.

Ora vedo cosa riesco a combinare. Grazie per le spiegazioni.

Lupo
03-06-10, 13:59
Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC - Onlus
Osservatorio del pregiudizio antiebraico
osservatorioantisemitismo@cdec.it

L’ANTISEMITISMO IN ITALIA NEL 2008 E ALL’INIZIO DEL 2009

Questo rapporto, formalmente dedicato al 2008, è in alcuni suoi capitoli ampliato fino a tutto il gennaio 2009. Tale scelta è motivata dal fatto che molti degli episodi registrati dall’Osservatorio in questo mese sono o sembrano essere riconducibili agli “echi” dell’operazione militare israeliana a Gaza, svoltasi proprio a cavallo dei due anni. Inoltre va sottolineato che le prime analisi condotte dall’Osservatorio sugli episodi dell’intero anno 2009 sembrano qualificare proprio il mese di gennaio come quello maggiormente caratterizzato da episodi di pregiudizio e ostilità contro gli ebrei,sia in concomitanza del Giorno della Memoria, sia della già ricordata operazione militare israeliana. Laddove non viene menzionato l’anno, va inteso che l’episodio è avvenuto nel 2008.

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Il direttore responsabile dell’agenzia di stampa “Islam Italia” Dagoberto Husayn Bellucci, collaboratore del trimestrale ‘antimondialista’ “Eurasia” e del mensile neonazista “Avanguardia” (Avanguardia (http://www.avanguardia.tv)), autore di un virulento volumetto antisemita (I-Tal-Ya Ebrei e Lobbies ebraiche in Italia, Effepi, Genova, 2003), oltre che di vari articoli con la medesima ispirazione, nel corso di una lunga intervista al giornale telematico Iniziativa Meridionale del 7 marzo (Iniziativa Meridionale (http://www.iniziativameridionale.it)), oltre a varie accuse contro “il governo di occupazione sionista”, e “la politica criminale sionista” , ha sostenuto che: “In Italia possiamo apertamente parlare di kippizzazione della politica”.

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Molto attiva in chiave antiebraica è anche la Effedieffe (EFFEDIEFFE.com Giornale Online - Home (http://www.effedieffe.com)), casa editrice di “orientamento cattolico” con sede in provincia di Viterbo.
Nel 2008 Effedieffe ha pubblicato un ponderoso volume di circa 400 pagine dal titolo Omicidio rituale ebraico. Storia di un’accusa di Domenico Savino.
Il libro, fortemente influenzato dalla prima edizione dello studio Pasque di sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali di Ariel Toaff (il Mulino, Bologna, 2007), analizza la cosiddetta “accusa del sangue”, ovvero la falsa accusa che, nel corso dei secoli, è stata rivolta agli ebrei di uccidere delle persone non ebree, specie bambini, con lo scopo di prelevarne il sangue da utilizzare per scopi magico-rituali. L’autore del saggio sostiene, seppur in modo talvolta ambiguo, la tesi che gli ebrei si siano ripetutamente macchiati di questo orrendo crimine.

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Leggi tutto in formato.doc - Relazione 2008 per Stephen Roth (http://www.google.it/search?client=opera&rls=it&q=dagoberto+bellucci+cdec&sourceid=opera&ie=utf-8&oe=utf-8)

Lupo
06-06-10, 09:00
http://sottoosservazione.files.wordpress.com/2010/06/images40.jpg?w=448&h=309

Chissà se l’Ingegner Carlo De Benedetti sapeva chi fosse la pacifista italiana di ritorno da Gaza che ieri, sulla prima pagina di Repubblica, ha firmato un lungo racconto della sua detenzione in Israele. Angela Lano ha fatto parte del gruppo di italiani saliti a bordo della “Mavi Marmara” assaltata dai commandos israeliani. Lano è una collaboratrice di TerraSanta- Libera, uno dei principali portali dell’antisemitismo italiano monitorato anche dal Parlamento. Un sito web in cui lo stesso Carlo De Benedetti viene definito senza giri di parole “ebreo sionista”, oppure semplicemente “l’ebreo De Benedetti”. Terra- SantaLibera è una sorta di ricettacolo di tutti gli stereotipi antiebraici, sia di matrice laica sia religiosa, in nome della “solidarietà e supporto alla Palestina”. Vi si possono scaricare persino “I Protocolli dei Savi di Sion”, il falso che oggi fa bella mostra di sé nelle librerie del mondo arabo islamico.

Su TerraSantaLibera i “così detti” Protocolli sono definiti “redatti con lungimirante lucidità”. Un sito negazionista dell’Olocausto che ripropone interviste e testi di negazionisti italiani e stranieri come Roger Garaudy o Robert Faurisson. Oltre a inviti a “investigare sull’11 settembre”. Garaudy è noto per aver sostenuto che “non c’è stato alcun genocidio durante la Seconda guerra mondiale, gli ebrei hanno sostanzialmente inventato l’Olocausto per il loro tornaconto politico ed economico”. Faurisson nega le camere a gas. Il veterano di Infopal: “Sono antisemiti” E’ allora facile da capire perché l’anziano leader della onlus Italia-Palestina, Mariano Mingarelli, padrino della militanza filopalestinese in Italia, abbia rotto con l’agenzia di stampa Infopal di Angela Lano. Al Corriere fiorentino, Mingarelli ha detto: “Non voglio certi nomi accanto al mio”. Mingarelli si è dimesso dall’agenzia di stampa di cui è direttrice la pacifista Lano per la presenza di intellettuali affiancati al suo nome che, secondo Mingarelli, hanno atteggiamenti antisemiti e negazionisti. “Al suo interno ci sono alcuni intellettuali, chiamiamoli così, con posizioni antisemite o comunque che non mi trovano d’accordo”, dice Mingarelli. Contro l’agenzia di Angela Lano si sono schierati anche i militanti antisionisti della rete “Ebrei Contro l’Occupazione”. Il merito di aver messo in luce la propaganda d’odio di questi portali è del ricercatore Stefano Gatti del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. Ma di questo sfacciato negazionismo, a cui si abbeverano gli italiani in rotta su Gaza, si è occupato anche il Parlamento con il comitato per l’indagine sull’antisemitismo. Dal sito TerraSantaLibera, a cui collaboranomilitanti italiani tra cui Giuseppe Fallisi, si possono scaricare gratuitamente i saggi negazionisti dei francesi Serge Thion e Paul Rassinier. Il primo fu licenziato dal Cnrs (equivalente del Cnr italiano) per attività antisemite, per aver assicurato a Teheran “totale sostegno” e approvato il comportamento coraggioso del presidente Ahmadinejad, da lui considerato “un conforto” per i negazionisti. I lettori possono godersi anche lo statuto di Hamas, in cui si dice che “di fronte all’usurpazione della Palestina da parte degli ebrei dobbiamo innalzare la bandiera del jihad”. Angela Lano ha firmato un appello di Claudio Moffa, noto per aver invitato in Italia il negazionista Faurisson, in cui la Shoah viene definita “cosiddetto olocausto”. Nel comitato di redazione di Infopal c’è Enrico Galoppini, che pubblica per le Edizioni all’Insegna del veltro, la casa editrice di Claudio Mutti che ha in catalogo molti testi antiebraici e negazionisti. Angela Lano a Torino ha in programma una conferenza assieme a Mutti. Nel comitato dei consulenti di Infopal c’è anche Hamza Piccardo, già portavoce dell’Ucoii e curatore di un’edizione del Corano di ispirazione islamista e con note di matrice antiebraica, antioccidentale e anticristiana. Angela Lano collabora anche con la radio di stato iraniana Irib, principale strumento di propaganda di Ahmadinejad in Italia. La stessa radio il cui corrispondente iscritto alla Stampa estera di Roma, Hamid Masumi Nejad, è stato arrestato e incriminato per traffico d’armi dall’Italia verso la Repubblica islamica dell’Iran. Del comitato Infopal fa parte poi l’ex senatore comunista Fernando Rossi, quello che il premier di Hamas Ismail Haniyeh ha incaricato di “lavorare affinché delegazioni del governo palestinese di Gaza possano uscire dalla Striscia per incontrare ufficialmente i leader europei”. Fra gli italiani coinvolti nella spedizione su Gaza compare infine l’attivista palestinese Mohammad Hannoun, che vive da anni in Italia e la cui voce Angela Lano ospita spesso su Infopal. Hannoun è il presidente dell’Associazione “benefica” di solidarietà con il popolo palestinese, con sede a Genova, che ha raccolto aiuti umanitari per centomila euro caricati nelle stive della flottiglia della discordia. Hannoun e la sua onlus sono i capofila degli aiuti italiani della flottiglia pro Hamas. Solo pochi giorni fa la procura di Genova ha archiviato un’inchiesta nei suoi confronti per associazione con finalità di terrorismo. L’Abspp raccoglie fondi che arrivano anche alle famiglie dei terroristi suicidi. E’ stato lo stesso Hannoun ad averlo ammesso alla magistratura: “Fra i nostri assistiti ci sono figli di kamikaze”.
http://electronicintifada.net/artman2/uploads/2/080825-arraf-gaza.jpg


Link alla pagina:
Pacifisti, brutta razza (http://sottoosservazione.wordpress.com/2010/06/05/pacifisti-brutta-razza/)

Lupo
06-06-10, 09:22
http://1.bp.blogspot.com/_4KXfWAeYK2A/SqTJK2ZTu_I/AAAAAAAAKtA/IOEpFgP193U/s200/Antisemitismo.jpg
http://1.bp.blogspot.com/_U3m_SllbUlM/SHJ1tFRYVDI/AAAAAAAAADI/Znq0iI9fmUs/s400/pillars.gif

di DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI (28 Maggio 2010)

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( Francesco Guccini – “Quello che non” – album “Quello che non” 1990 )

Il prodotto ultimo dell’omologazione culturale post-modernista, pensiero unico
neo-liberista o infatuazione edonistica a seconda della terminologia dominante,
è stato quello di aver prodotto la de-ideologizzazione di massa o , per esser
più chiari, la massificazione dei cervelli attraverso la cloroformizzazione
delle coscienze svuotate, in ultima analisi, della facoltà di re-agire dinanzi
allo sviluppo tortuoso e caotico degli anni contemporanei dominati dal
disordine dell’informazione, dalle nuove tecnologie e dall’informatizzazione-
robotizzazione dei rapporti interpersonali.

Modificando mode e costumi, linguaggi e comportamenti, il Sistema ha stabilito
un nesso di cause ed effetto che viene comunemente definito come “tendenza” e
che sostanzialmente ha ridotto – ed è propriamente di riduzionismo che si deve
tener presente ogni qualvolta si provi ad analizzare la società contemporanea -
la sfera d’intervento critico del singolo in relazione e rispetto a quelli che
sono i problemi del presente: alle verità ed alle certezze ideologiche di un
tempo e di un’epoca che appaiono sempre più come lontani ricordi – futili
accessori di un passato che qualcuno ancora ostinatamente non vorrebbe
tramontato ma che, nella sostanza, è semplicemente un confuso e piuttosto
imbarazzante vuoto nella cosiddetta memoria collettiva di una nazione per la
quale si sono inventate etichette nuove (la società dei consumi di massa
necessita di ‘etichette’ per vendere meglio i suoi prodotti …idee comprese…
meglio se 3×2 …come al supermercato…prezzi ‘stracci’ per antiquariato
politico in disuso) – si sono sostituite le “opinioni” buone si e no per una
mezza giornata, momento di ‘riflessione’ da bar-sport, intermezzo
‘intellettuale’ da salottini della politica che tanto piacciono ai radical-chic
(possibilmente di sinistra altrimenti che razza di radical-chic e “liberal”
sarebbero?) e che imperversano oramai onnipervadenti nel modus operandi del
‘politichese’ ….i cosiddetti “talk-show” , gli appuntamenti televisivo-
informativi che si occupano di ‘politica’ (sarebbe più legittimo scrivere
“anche di politica” visto cosa ‘passa’ via etere), hanno riproposto questa
concezione della (dis)informazione all’”americana” per la quale ‘sbavano’ tutti
eccitati i giornalisti-ospiti, le mezze calzette del transatlantico di
montecitorio in cerca di facile notorietà o la soubrettina di turno (…come si
è detto tutto fa ‘brodo’ nella società dell’immagine e dell’apparire…) allo
stesso identico modo in cui seguono, altrettanto ‘eccitati’ (…c’è da
immaginare le eruzioni ormonali davanti ai milioni di televisori dell’italietta
contemporanea…), l’impiegatuccio stanco prostrato sul divano o la massaia-
dash tutta bella concentrata sul ‘dibattito’ fra l’esponente “x” e l’esponente
“z” del tal partito o del tal’altro movimento…

Occorre riconoscere che sia diventato indispensabile avere una certa
conoscenza dei meccanismi regolatori di quelli che sono i rapporti fra
politica, società e mass media dai quali derivano le ‘scelte’ dell’elettorato,
le “opinioni pubbliche”, gli ‘umori’ della “gente” (…se non esistesse la
“gente” a chi si rivolgerebbero i politici italioti?….ah questa “gente”
sempre lì pronta a ‘scegliere’ e ‘votare’ ….”gente” che a malapena magari
arriva a fine mese e tira la cinghia con stipendi-salari da fame ma che, per
diamine!, un’idea, foss’anche vaga e foss’anche banale, se la deve pur fare su
ciò che le accade attorno…e poi …ci sono gli ‘opinionisti’ e i
‘sondaggi’….e i ‘quiz’ a cui saper rispondere…è bene essere ‘informati’ su
tutto…sproloquiando poi su tutt’altro…ma questo ha poca, pochissima,
importanza….l’ignoranza generalizzata avanza e sommerge oramai questo
belpaese…ma in fondo chissenefrega…”italiani brava ‘gente’” no?…). La
società dell’informazione di massa è quella fuoriuscita dalla crisi delle
ideologie e dall’avvento del post-moderno dominato da informatica e
computeristica ultima fase di quel processo di ridefinizione in senso
materialistico-consumistico dell’industrializzazione contemporanea. E’ un
presente nella quale la distinzione tra reale e virtuale sfuma e svanisce
nell’immaginario collettivo di un benessere effimero che viene destinato
soltanto a una minima percentuale della popolazione ma che, comunque, viene
almeno teoricamente garantito essere alla portata di tutti. Un presente
dominato dall’azzeramento di qualsiasi valore che non sia ricompreso nel
consumismo di massa e nel materialismo i quali si sono sostituiti alle
ideologie e alla spiritualità con un processo che ha travolto radicalmente
qualsiasi barriera e ostacolo, come un vero e proprio bulldozer sradicando e
calpestando tutto ciò che ritenesse inutile. L’implosione dell’età moderna ha
avuto il suo trionfo essenzialmente con l’avvento di un’epoca dominata dalla
tecnica e dalla meccanica che ha omologato vizi e virtù, idee e opinioni,
verità e menzogne rendendo labilissimo il confine, quel limes sottile che
dovrebbe scindere la realtà dalla finzione ‘scenica’. La rappresentazione in
corso d’opera della più grande truffa mai realizzata ai danni dell’umanità si
chiama Mondialismo ed i suoi ‘attori’ sono tutti coloro i quali partecipano,
coscienti o meno, a questa farsa grottesca e grossolana da teatrino
dell’assurdo.

Mondialismo come scimmia dell’Universalità propria di tutte le Tradizioni
ovvero il rovesciamento su basi materialistico-economicistiche della visione
imperiale (l’imperiuum tradizionale) che sottintende la creazione di una vera e
propria contro-chiesa emancipata, progressista, laica, libertaria ed edonista
che dovrà rappresentare l’avanguardia di un progetto essenzialmente fondato
sulle multinazionali plutocratiche della finanza cosmopolita e sulle
istituzioni cosiddette internazionali, gli organismi onusiani e i grandi centri
aggregativi del “nuovo ordine mondiale”.

Non sarà la fine della storia ma comunque si avvicina paurosamente alla fine
dell’uomo senz’altro ricomprende la fine della sua identità in quanto soggetto
cosciente ed attivo sul palcoscenico della storia adibito oramai a
semplicissimo teatrino per le strategie di omologazione capitalistiche sterili
ancorchè produttive in quanto riservate esclusivamente ad una minoranza
infinitamente risibile che controlla le risorse planetarie a suo uso e consumo
redistribuendo a malapena le briciole ad un’umanità che ancora, nella
stragrande maggioranza, continua a morire di fame…. Ora ci si potrà pure
disinteressare della fame nel resto del pianeta ma occorre un minimo di
obiettività quando si parla delle sacche di povertà oramai sempre più ampie
disseminate anche all’interno delle stesse strutture delle società
capitalistiche (…il ‘nord’ del pianeta…)…questi sono, nè più nè meno, i
risultati delle politiche neo-liberiste, del cosidetto turbo-capitalismo, della
globalizzazione….precariato diffuso, instabilità economica, crisi sociali e
abbattimento della politica annacquatasi e spentasi da anni a far da
spettatrice della congiura degli usurai di ogni risma e colore ….la ‘razza’ è
sempre quella!

Ma occorre anche ricordare come questa sia la vera natura, l’essenza, del
capitalismo….la sua mondializzazione sta già scritta nel suo dna….questo
leviatano onnicomprensivo non potrebbe sopravvivere senza l’apertura di tutti i
mercati, la liberalizzazione delle merci, gli scambi commerciali
internazionali…E’ questo l’obiettivo del capitalismo in tutte le sue forme
anzi possiamo dire che la globalizzazione sia la premessa sulla quale riposano
le utopie del capitalismo senza la quale un’ideologia del profitto e dello
sfruttamento qual’è quella capitalistica neanche potrebbe esistere.

Ricordate quel marxista intellettualoide di Jean Baudrillard e il suo concetto
di “simulacro”? Probabilmente no….ma rinfreschiamo la ‘memoria’ (anche se -
diciamo pure la verità – non avremmo bisogno di alcuna ‘stampella’
‘sinistroide’ per dissentire rispetto all’attuale alienazione di massa e
all’omologazione totalitaria del neo-liberismo della società dei consumi…)…
Baudrillard dava a questo termine (Simulacro) la valenza simbolica e la
percezione del mondo tipica di un superamento della distinzione tra reale e
immaginario. L’elaborato baudrillardiano di un concetto di scambio simbolico
(presente nelle società arcaiche e teorizzato da Marcell Mauss) rappresentava,
in ultima analisi, la sua “alternativa” al sistema economico capitalistico
contemporaneo.

Visione utopistica e semi-reale di quelli che sono i non propriamente semplici
meccanismi del capitalismo moderno questa si poneva anche, nella fattispecie di
un incandescente magma ideal-politico che avrebbe stravolto le società
occidentali a partire da quella data infausta che fu il ’68, di deideologizzare
e derealizzare i processi posti in essere e attualizzati con la rivoluzione dei
mezzi di comunicazione di massa; processi incominciati a partire dal secondo
dopoguerra mondiale con la messa in onda delle prime immagini televisive e
proseguiti poi con la messa in discussione delle capacità reali di intervento
della prassi politica e dei suoi stessi presupposti ideologici rispetto al
nuovo modello di società consumistica.

L’affermata crisi dell’ideologia – sbandierata a ogni piè sospinto in
particolar modo a partire dalla fine degli anni Settanta-primi Ottanta – che
rifletteva l’incapacità di realizzazione di dinamiche di intervento della
politica rispetto ad una società massificata (de-realizzata) che riconosceva
nel simulacro, immagine priva di originale, la sola realtà possibile. La messa
in discussione del reale avviene quando manca un linguaggio idoneo alla sua
rappresentazione…Scompare così il soggetto definito dal linguaggio che già in
Nietzsche aveva trovato la sua espressione e che tende a dissolversi in quella
molteplicità sospeso nell’immagine della superficie piatta del simulacro di cui
si farà interprete il filosofo italiano Perniola. Quando parliamo di “specchio
infranto” ci riferiamo a questa realtà fattuale di schiantamento e avvilimento
ontologico ed alla delegittimazione che tecnica e scienza, materialismo e
consumismo, hanno ‘realizzato’ della condizione umana. La frantumazione
esistenziale procede inarrestabile su linee di demarcazione sempre più labili:
la società contemporanea non ha senso nè ‘direzione’ di marcia ….naviga a
vista alla ‘cerca’ di qualcosa di oggigiorno inintelleggibile per le masse e di
insondabile anche per i più avveduti e sensibili “spiriti liberi” (pochi e
inevitabilmente costretti ai margini della finzione scenico-sistemica
dell’intellettualismo piccolo-borghese di ‘destra’ come di ‘sinistra’….la
borghesia non ha barriere ideologiche, non ne ha mai avute nè mai ne potrà
averne….il suo è ‘posizionamento’ tattico-opportunistico o per dirla con
Mussolini “Il borghese è nemico dello sport. Nemicissimo dello sport, di tutto
quello che può turbare il suo stato perenne di quiete. E’ naturalmente
pacifista, pietoso, pronto a commuoversi, sempre umanitario, infecondo.
Infecondo, perchè il borghese ci fa un calcolo sopra. Se un sabato sera si
mette a discutere con la moglie se fare un bambino o no, il calcolo gli dice
che non gli conviene, che è meglio non farlo. Mentre invece, la fecondità è un
dato dell’istinto. La troppa ragione raziocinante è ostile a quelle che sono le
forme primordiali, incoercibili e prodonde dell’umanità. Questi sono i tratti
somatici del borghese.” (1)…passati due secoli dalla rivoluzione borghese
degli “Immortali Principi” niente è mutato) castrata idealmente da quello che è
stato legittimamente definito come “il pensiero unico neo-liberista” che, fuori
di metafora, è il vecchio pensiero ipocrita-individualistica borghese che ha
eterodiretto, negli ultimi tre secoli, istinti e passioni materiali contro
qualunque spiritualità, disintegrando miti e relativizzando valori, morale ed
etica per asservirle ai propri loschi interessi classisti.

Miti, mitizzazioni e tentativi di contrasto che non hanno impedito nè la
deideologizzazione della società nè la sua caduta, il baratro senza ritorno,
verso l’indifferenza e infine l’egoismo di massa i quali sono nient’altro che
le risultanti naturali dei processi di espansione della mentalità borghese a
tutta la società e la consacrazione di un etats d’esprits grettamente
materialistico poichè – ma questo Nietzsche l’aveva già anticipato un secolo
abbondante prima che ciò si realizzasse compiutamente – nella società borghese
tutti sono borghesi: dal contadino all’operaio, dall’intellettuale al prete,
dal dirigente al proletario. Borghesi nell’anima e nello spirito,
nell’attitudine e nella gestione dei propri rapporti interpersonali, negli usi,
nelle mode, nei costumi, nel sentire e nel vestire, nel parlare e nel
dibattere, nell’essere e soprattutto nell’avere.

Ringraziamo l’avvento della “tecno-era” con i suoi strumenti di controllo-
omologazione-condizionamento di massa: la televisione, i computatori, i
cellulari, la rete informatica con i suoi meccanismi dove un pinco-pallo
qualsiasi potrà sentirsi finalmente “realizzato” (…è la finzione che
sostituisce la realtà…e determina l’escissione di paurose derive umanoidi di
soggetti complessati in cerca di notorietà…valori zero ma tanto rumore in
sottofondo….) ….mondo ‘altro’ …mondo alienato…mondo virtuale dove
tutto, sesso compreso, diviene esclusivamente un momento, un attimo, un
semplice passaggio relativo e relativizzato.

Anche a questi scopi esistono le chat (più o meno erotiche) e i siti
d’incontri (più o meno pornografico-sessuali)….ci si “incontra” sulla rete e
si finisce per rendere realtà quello che – nella realtà vera – non esiste…
Vale per i siti di discussione e per quelli di contro-informazione, oramai
tutti più o meno dotati di un loro forum, e vale per i soggetti con i quali si
interagisce: tutto è relativo e tutto è instabile perchè non esistono i
presupposti basilari che sono quelli della realtà. Una realtà che si finisce
per inventare ad un computatore….tristemente talvolta e con esiti ancor più
alienanti e dirompenti tal’altre volte. L’assuefazione che viene da questi
strumenti (che se utilizzati a dovere, come del resto tutti gli altri,
sarebbero utilissimi anche in funzione propagandistica e comunque di
veicolamento delle idee al di fuori dei ‘circuiti sistemici’) può creare
paradigmatici corti circuiti…Ovviamente sta al singolo individuare il punto-
limite e arrestarsi in tempo: laddove altri sfogano la loro vana esistenza
(comprendente rabbie e delusioni di ogni sorta) magari nei locali alla moda o
sbronzandosi al venerdì-sabato sera in quelle movida senza senso delle notti-
brave adolescenzial-giovanilistiche o, non è da dimenticare la funzione di
“valvola di sfogo” costituita dagli sport di massa (…della quale già aveva
scritto qualcosa Franco Giorgio Freda nella sua “Disintegrazione del
Sistema”…), scaricandosi per un qualche evento sportivo di rilievo magari al
seguito della squadra del cuore all’interno dei gruppi ultras più o meno
organizzati… A ciò si sommino le oramai quotidiane “stragi familiari” e
qualche crimine che, per quanto efferati possono risultare, non saranno mai
suscettibili della nostra attenzione in quanto appartengono di diritto a questa
società rovesciata e fanno pienamente parte della follia contaminante che ha
investito il mondo (oltretutto fanno ‘notizia’ e alzano l’audience perchè il
pathos che generano sugli ‘spettatori’ è tale da sostituire oramai quelle che
erano le finzioni cinematografiche con una realtà squallidissima e violenta che
ci circonda ad ogni livello)….come abbiamo già scritto altrove…il delitto
non invecchia!

La società dell’alienazione-assuefazione di massa è anche, soprattutto,
paranoia eretta a sistema e abbrutimento. Relativismo puro dell’esistenza e
banalizzazione dei rapporti umani ridotti, in fondo, a mero interesse (il
mercimonio diffuso…lo scambismo…il ‘trasversalismo’ sessuale…tutto e il
suo contrario nel girone dei dannati della contemporaneità rovesciata).

A che serve stabilire qualcosa di durevole, un tempo ritenuto addirittura
eterno, e duraturo quando tutto è rimesso continuamente in discussione e
relativizzato a tal punto da rischiare di scomparire nello spazio di un
secondo? La società contemporanea dell’uomo moderno – vera e propria simia-Dei
- nasce negando, prolifica bestemmiando e morirà eliminando sè stessa e ogni
spazio di libertà…perchè in ultima analisi saranno eliminate le libertà
fondamentali dell’individuo.
Il Mondialismo che si presenta – autentico sistema d’iniquità – quale
organizzazione onnipervasiva e onnicomprensiva delle istanze libertarie finirà
per annullare tutto ciò che è riconducibile all’individuo e al suo sentire
(dalla fede alle idee, dalla razza alla nazionalità….tutto sarà ridotto e
infine triturato, amalgamato e svuotato dei suoi contenuti per infine
espellerlo e renderlo un’opzione prima e un fardello poi…’questo’ è il
programma degli apprendisti stregoni del sistema mondialista…questo è il
futuro dell’One World unipolare)….tutto ciò che, ai ‘piani alti’, non serve!

Ciò che vorrebbero i dirigenti dell’Establishment, i ‘portabandiera’ del
mondialismo come fattore di stabilizzazione sovrano, e i corresponsabili
amministratori del Potere è ridurre a larve umane – …peraltro ci stanno
onestamente già riuscendo fin troppo bene visti gli esiti terminali di
decomposizione ontologica dei detriti umanoidi ‘sciarbodati’ senza mèta qua e
là in un infinito girovagare attorno al nulla….- tutto e tutti ….La
negazione dell’individuo che segue quelle, in ordine cronologico precedenti, di
Dio e dell’uomo quale creatura “a Sua immagine e somiglianza” propagandate per
decenni e decenni da abili maestri di menzogna e speculatori senza scrupoli di
falsità spacciate per “ideali” (…quelli del relativismo e dell’evoluzionismo
di darwiniana memoria, quelli progressistico-illuministi, quelli
socialriformisti e liberaldemocratici…tutto il mondo degli Immortali Principi
dell’89 e della sovversione massonico-giudaica che ha devastato l’Europa dalla
Rivoluzione Francese in poi)…. Disintegrati gli ideali occorre disintegrare
pure gli uomini che a quegli ideali hanno ottusamente creduto… E’ un vortice
senza fine….E la fine sarà che finiremo per non essere più niente (2)!

In questa vera e propria corsa dove, oltre ai cervelli, stiamo buttando
all’ammasso l’intera storia della civilizzazione umana; le società
contemporanee non hanno alcuna possibilità di fuoriuscita senza pagare dazio ai
padroni del vapore mondialista: svendendo la propria identità e con essa tutto
ciò che hanno di originario.

La fine delle ideologie segna perciò il punto di non ritorno di una società
svuotata e arida che ha frantumato lo specchio delle coscienze individuali e
collettive di milioni, miliardi, di individui nei quattro angoli del pianeta: è
il trionfo della nuova ‘dirigenza’ nelle sabbie mobili di quella che viene
spacciata per “nuova politica-spettacolo”…il teatrino dell’assurdo con
contorno di ‘cinguettamenti’ più o meno femminili…del resto non ci pare una
novità affermare che viviamo nella società-femmina per eccellenza….dove conta
esclusivamente l’estetica e ciò che appare e ‘traspare’ (…aderenze sinuose,
sex appeal e ‘scosciamenti’ oltre il ‘dovuto’….)!

La nuova ‘casta’ (mai termine fu così tanto e inutilmente usato) che dovrà
amministrare i bisogni, i sollazzi, i piaceri materiali degli automi
contemporanei – deambulanti nelle società senza senso e senza storia del nuovo
millennio – sarà formata da politici “ex” e “post”…. Ex comunisti, ex
fascisti, ex democristiani, ex socialisti, ex liberali ma pur sempre, solo ed
esclusivamente, “ex”! Il trionfo dei rinnegati di tutte le risme! Il trionfo
degli spergiuri di tutte le confessioni! L’unione mistica degli apostati di
destra, centro e sinistra tutt’insieme appassionatamente nella nuova gerarchia
di potere che – infischiandosene bellamente di ogni decenza – immonderanno con
le loro parolaie profusioni l’”arena” della politica…. Riforme, compromessi,
alleanze trasversali e malaffare eretti a sistema unico di potere per un secolo
che vedrà l’affermazione solo ed esclusivamente dei ‘furbi’ (…i ‘furbetti’
del quartiere…per intenderci…)…

‘Giocateci’ pure se vi ‘piace’ ma – per favore – non chiamatela ‘politica’!
Questa è solo ed esclusivamente mercimonio e tangentocrazia aspetti rilevanti
del nuovo concetto di autorità nel Terzo Millennio!

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“Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere/ di gente infame, che non
sa cos’è il pudore/ si credono potenti e gli va bene quello che fanno/ e tutto
gli appartiene….” …’riascoltatevi’ Franco Battiato…. Noi proseguiremo
nell’attraversamento dei gelidi caminamenti del nichilismo contemporaneo.
Facendo non ciò che è possibile (non ci interessano i ‘tentativi’…ne abbiano
‘visti’ in ‘abbondanza’ e abbiamo ‘appurato’ i troppi “meno peggio” – Lattanzio
scriveva, quasi vent’anni or sono di “eterni fuorigioco” ….a distanza di
tanti anni c’è una collezione di “segnalazioni arbitrali” … -che razza di
risultati son riusciti a mettere in ‘fila’)….ma ciò che vogliamo perchè,
parafrasando Carmelo Bene (un Grande della contemporaneità dirompente
dell’attuale ciclo cosmico rovesciato senza tempo e senz’anima) : ” Un talento
fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la
mancanza di talento”.
Nè geniali nè talentuosi…semplicemente Noi stessi….e non è ‘poco’!



Link alla pagina:
De-Ideologizzazione del Pianeta (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/28/de-ideologizzazione-del-pianeta/)

Lupo
06-06-10, 09:54
LA CIURMA BANDITESCA SIONISTA COME SEMPRE AL DI FUORI DI OGNI DIRITTO INTERNAZIONALE.

http://www.jewishvoiceforpeace.org/artman/uploads/jvp_frontpage_nakba.jpg

di DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI (03 Giugno 2010)

http://galilei2d.altervista.org/wordpress/wp-content/uploads/2009/04/intifada_palestina.jpg

Abbiamo atteso la notizia della liberazione di Angela Lano (bentornata a casa)
e degli altri attivisti pro-Gaza bloccati, catturati ed arrestati dalla
pirataglia sionista delle forze di sicurezza dell’esercito d’”Israele” (la
Brigata Golani già ‘vista’ all’opera nel Libano meridionale quattro anni fa e
nella striscia di Gaza nel gennaio 2008).

Comporre una ricognizione analitica a ‘caldo’ immediatamente dopo le fasi più
drammatiche del blitz militare compiuto dalle squadracce d’azione sioniste
sarebbe risultato oltremodo inutile….lasciamo agli ‘altri’ i ‘comunicati-
stampa’ che, per quanto ci interessa, lasciano sempre il tempo che trovano:
lunedì pomeriggio comunque eravamo anche noi in piazza a manifestare in una
delle tante città europee a favore della liberazione degli ostaggi
internazionali trattenuti, arrestati e mafiosamente trasportati nel porto di
Ashdod dalle ciurme sioniste ‘calate’ nottetempo, al largo nelle acque
internazionali, contro la spedizione navale “Freedom Flotilla” ed i suoi civili
e pacifici ospiti.

Il ‘resto’ della cronaca delle ultime due giornate la lasciamo volentieri ai
giornalisti “profes-sionisti”…quelli, per fare un esempio, del “Giornale”
berlusconiano che ha titolato a nove colonne in prima pagina “Israele ha fatto
bene a sparare!” nella sua edizione di martedi primo giugno….ed anche agli
‘altri’ che hanno, legittimamente, parlato di “Stato Terrorista” ….Chissà
perchè in Italia per aver affermato questa sacrosanta, lapalissiana, verità c’è
anche chi è stato condannato dalla “magistratura democratica” (e antifascista ..
che diamine!). Meglio, molto meglio, a questo punto consultare i quotidiani
sionisti i quali, all’indomani dell’operazione mafioso-piratesca delle truppe
speciali kippizzate di Tel Aviv, hanno avuto il buon senso di uscire titolando
“Demenza totale” (Ma’ariv) ….Che i giudei fossero ‘dementi totali’ è “affare”
d’importanza capitale nonchè questione razzial-religiosa sulle quali
ritorneremo compiutamente in altra occasione: certo autoproclamarsi “popolo
eletto” nel Terzo Millennio dopo Cristo un pò demenziale ‘appare’….

Noi avevamo avuto occasione alcuni anni fa, scrivendo per il quotidiano
“Rinascita” di Roma, di sottolineare l’attitudine piratesca dei dirigenti
dell’entità criminale sionista allorquando ci trovammo ad analizzare l’affaire
Plumbat descrivendone l’operazione come un atto di “pirateria nucleare
israeliana”….i fatti – a distanza di pochi anni – confermano quanto avemmo
modo di rilevare ovvero che il sedicente “stato d’Israele” operi
tranquillamente, bellamente e pure paciosamente (….questi se ne fregano
altamente delle risoluzioni di condanna delle Nazioni Unite da sessant’anni
figuriamoci quanto potrà loro interessare la ‘reprimenda’ benevola proveniente
dagli amici kippizzati a dovere delle varie cancellerie europee …gli
americani neanche ci provano a far la faccia “truce”…risulterebbero oltremodo
poco credibili…i ‘complici’ di Sion….) al di fuori di ogni diritto
internazionale che poi, ad ogni piè sospinto, si invoca e si vorrebbe applicato
- giusto per fare un ‘esempio’ a ‘caso’ – contro la Repubblica Islamica
dell’Iran…mah..mondi ‘capovolti’…. Fanno benissimo gli iraniani a
sbattersene altamente i coglioni delle pressioni vaccaro-kippizzate planetarie
e proseguire indisturbati le loro ricerche nucleari anche perchè, detto per
inciso, se esiste un’entità criminale nucleare che minaccia la pace, la
stabilità, i paesi arabi e tutta la regione del Vicino Oriente questa non è
l’Iran bensì la grande cloaca ebraica accampata terroristicamente nel cuore
della Terrasanta palestinese.

Ulteriori commenti a quest’ennesima violazione di tutte le leggi
internazionali e di qualsivoglia ordine sovranazionale risulterebbero dunque
ripetitivi di quanto andiamo scrivendo oramai in solitudine da anni….la
Golani l’abbiamo ‘vista’ indietreggiare inchiodata a Bint ‘Chbel dalle forze
della Resistenza Islamica libanese….e i sionisti li ‘conosciamo’ a
sufficienza per poter dir loro – ovunque anche in Europa – ciò che già sanno…
La Guerra Continua! Non badoglianamente s’intende ma tatticamente,
strategicamente e politicamente rimaniamo sempre ‘puntati’ contro il Terrorismo
(..chissà se i bavosi redazionali filo-ebraici di mezzo mondo sanno esattamente
cosa sia il “terrore”..potremmo ricordar loro – do you remember? – Deir Yassin,
Sabra e Chatila, Cana, Gaza… …) Sionista.

Esprimiamo dunque la nostra soddisfazione per la liberazione degli attivisti
pro-Gaza liberati (…oltre ad Angela Lano ci sarebbe pure un altro nostro
conoscente tra i ‘rapiti’ dalla sbirraglia sionista….vista in azione non
distinguiamo l’esercito di “tsahal” dall’anonima sequestri sarda….differenze
non ne esistono per la metodologia e nella prassi entrambe operano al di fuori
di qualunque legittimità e contro qualunque legislazione…) , il lutto e la
nostra solidarietà alle famiglie delle vittime – e idealmente ed
ossequiosamente portiamo un fiore sulle loro tombe – ed assieme tutto il nostro
più profondo disprezzo per il nemico dell’uomo!

Al di là di ogni altra considerazione: Morte al nemico dell’uomo!

http://focusonisrael.files.wordpress.com/2008/10/hamas.jpg

Palestina Libera! La Resistenza continua!


Link alla pagina:
Ciurma banditesca sionista (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/03/ciurma-banditesca-sionista/)

Lupo
07-06-10, 17:10
di Dagoberto Husayn Bellucci (06 Gigno 2010)

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( Franco Fanigliulo – “A me mi piace vivere alla grande” – album “Io e me” 1979 )

“Per capire un poeta, un artista, a meno che questo non sia soltanto un
attore, ci vuole un altro poeta e ci vuole un altro artista. “
( Carmelo Bene – Citazioni )

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( Nomadi – “Il Libero” – album “Contro” 1993 )

Stanchi di ripeterci abbiamo ‘optato’ – a titolo precauzionale e ‘salvifico’ -
per una parentesi ‘privatistica’ (…il ‘rifugio nel privato’ del quale
parlavano gli “intellettuali” borghesi sul finire degli anni ’70 …) che
avrebbe meritato maggiore ‘partecipazione’ emotivo-sentimentale. Sarà che nel
‘privato’ ci stiamo relativamente stretti, sarà che la ‘routine’ ci annoia
riprendiamo con quelle che dovrebbero essere le basi e l’abc ideologico – i
‘fondamentali’ – ‘idonei’ e funzionali nell’attraversamento del gelido cammino
post-nichilistico della società contemporanea.

Abbiamo avuto occasione di soffermarci, abbondantemente, sul disastro
provocato dalla perdita di valori, idee, identità frutto delle convulsioni
psicopatico-epilettiche di questa modernità post-ideologica che ha
contrassegnato gli ultimi vent’anni: il dopo Guerra fredda si è dimostrato
cinico, spietato, avaro e vuoto….se non proprio la “fine della storia” di
mondialistica memoria (Francis Fukuyama , ‘testa d’uovo’ dell’establishment
andava ripetendolo a spron battuto nei giorni immediatamente seguenti la fine
della contrapposizione Ovest-Est) sicuramente un qualcosa di assolutamente
scialbo e banale. L’One World, il mondo unipolare e unidimensionale sognato
dagli alchimisti della finanza cosmopolita e dai circoli progressistico-
massonici d’ogni colore, non poteva che essere anche, soprattutto, il
riduzionismo ad oltranza: riduzionismo di idee, cloroformizzazione di passioni,
abbrutimento culturale di massa, omologazione planetaria a usi, costumi,
musiche e mode d’importazione ‘yankee’ questi sono i segni che contrassegnano
nitidamente la società moderna e sui quali si fonda inequivocabilmente la
modernità e acquista una ‘dimensione’ il nuovo concetto di autorità che è
andato facendosi largo, negli ultimi trent’anni, a garanzia degli interessi
privatistico-oligarchici della classe dei privilegiati, presente in ogni
società, e della combriccola degli usurai che ha sapientamente incanalato
qualunque dissenso in un pacioso e falso sistema di valori materialistici.

Una società nella quale è possibile anche ‘vivere’ (o almeno ‘tentare’ una
parvenza, per quanto modesta, di ‘vita’) purchè – sia chiaro – non si pretenda
di ‘disturbare’ troppo…e difatti disturbatori della quiete pubblica in giro
in Occidente non se ne vedono o, per esser più chiari, se ne vedono pure troppi
di ogni razza e religione specialmente su social-network e forum più o meno
‘aperti’ (e rigorosamente ‘under controll’) a qualsiasi ‘disputa’…. Volete
uccidere Berlusconi? Ecchediamine! Iscrivetevi in massa a facebook fondate un
gruppo anti-Silvio e sparate (cazzate) a zero! Volete buttare di sotto dal
balcone il vicino di casa per lo stereo troppo alto o il cane che abbaia
continuamente? Basta suonare gentilmente, sollevarlo per le trombe del culo e
patapam….se vi va bene forse finirete anche in televisione! Vi interessa
farvi conoscere? Lasciate stare le “agenzie pubblicitarie”….basta una bella
strage in famiglia – magari con il contorno di qualche palliativo satanistico-
esoterico-misticheggiante o il condimento sessuale che ci sta sempre come il
‘cacio’ sui maccheroni… – e sicuramente una troupe Rai/Mediaset sarà lì a
riprendervi… Avete bisogno di un quarto d’ora di popolarità a buon mercato? I
talk-show non mancano…basta ‘scegliere’ ….E se avrete fortuna vi vedranno
amici e parenti ad esibirvi in qualche cazzata a buon mercato (..la paranoia
onnipervasiva delle società contemporanee che ha permeato cervelli all’ammasso
in serie oramai è una ‘storia vecchia’ peraltro esemplarmente ‘cantata’ da Luca
Carboni in uno dei suoi primi album a metà anni Ottanta: “…..e vedi non c’è
niente da fare siamo nati per aspettare / per aspettare che qualcosa si muova e
ci venga a cercare / magari un’altra guerra mondiale e una stronzata
geniale….” ….di guerre mondiali in ‘giro’ neanche l’ombra, di idee-forza
poco o niente…di ‘stronzate’ – più o meno ‘geniali’ – un’infinità….a
‘ripetizione’ e su scala industriale …produzione illimitata dai meandri
catodico-informatici dei sapienti ‘condizionatori’ occulti ….gli specialisti
della propaganda ed i pubblicitari alacremente all’opera… è il loro tempo…
il tempo del niente …assordante e frastornante come non mai…ma questo un
certo Federico Nietzsche l’aveva già abbondantemente ‘previsto’ almeno con
centotrent’anni di anticipo…niente di nuovo dunque sul fronte
occidentale…). Questa è la società del niente! Benvenuti in pieno nichilismo
e chi ha voglia e tempo da sprecare avrà la sua giusta dose di popolarità…
Tutto sta nel vendersi più o meno bene…E’ l’american way of life del resto…
è il capitalismo ‘baby’…è la società dei consumi…se non ti piace puoi
sempre andartene, far finta di niente, voltarti dall’altra parte, prescriverti
un lungo letargo…..
A qualcuno potrà forse dare ‘noia’ e ad altri lasciare indifferenti ma la
società dell’immagine è anche, soprattutto, un vuoto scatolotto – proprio come
quello di un televisore o di un computatore ‘spenti’ – dove tutto fa brodo,
tutto passa, tutto può avere spazio purchè – ovviamente – non alteri equilibri,
non disturbi necessariamente chi ha facoltà di ‘cambiare programma’ e , in
particolare, non faccia pensare troppo!
Ci hanno raccontato di una signorina, dice relativamente ‘carina’ ma
sostanzialmente niente di che (…mica l’abbacinante estetica di Manuela Arcuri
o la forma ‘scolpita’ di una Monica Bellucci…), che si sarebbe offerta di
perdere la propria verginità con il presidente iraniano Ahmadinejad….”
chessàdafa” per esistere! Non sappiamo, nè francamente ci frega granchè, se la
“proposta” (neanche troppo, in sè e per sè, ‘indecente’) sia giunta alle
orecchie del Presidente ma riteniamo poco probabile che qualcuno a Teheran e
dintorni se ne sia ‘preoccupato’ troppo….Resta la capacità, in una società di
niente deambulanti, di far parlare di sè in ogni modo possibile immaginabile
(…come del resto recita un vecchio ‘adagio’ …”parlatene male parlatene bene
purchè ne parliate”….).
‘Complimenti’ comunque per la ‘trovata’….in sè non troppo originale (…se
ricordiamo bene ci sono state anche ‘candidate’ elettoralistiche che offrivano
sè stesse o loro ‘prestazioni’ orali in cambio di voti….tutto – ripetiamolo -
fa ‘brodo’…) se non fosse che, per rimestar nella porcilaia catodica, si deve
coinvolgere qualcun altro foss’anche il Papa (che di ‘problemi’ pare ne abbia e
parecchi ultimamente…l’attacco massiccio condotto contro la Chiesa cattolica
in nome di “verità” e “giustizia” per i casi di pedofilia ‘pretesca’
onestamente ci sembra rispondere ad una ‘attenta’ e alquanto studiata ‘regia’
neanche troppo ‘occulta’…di occulto non c’è proprio niente…c’è casomai la
solita volontà dei circoli massonici di mestar nel torbido….non che ‘usi e
abusi’ non siano stati segnalati…non che sia tutta una montatura ma …il
‘troppo stroppia’ …e la querelle infinita alla quale assistiamo tra Chiesa e
anti-papisti militanti onestamente ‘puzza’…poi lungi da noi la difesa
d’ufficio del “Sant’Uffizio Vaticano”….a ognuno il ‘suo’….siamo di un’altra
‘parocchia’ confessionale quindi…limitiamoci a segnalare che qualcosa
semplicemente non ‘quadra’) fossero anche tutti i Santi e i Beati…Qui – nella
società senz’anima e senza valore – non si salva nessuno! Mettetevelo in testa:
siamo tutti spiati, controllati, osservati e monitorati!
Siamo numeri tra altri numeri, ingranaggi di un sistema di produzione che di
umano oramai ha soltanto la forma e che potrebbe tranquillamente rispondere
alle indicazioni apocalittico-escatologiche dell’avvento di ciò che i Testi
Sacri hanno denominato come l’Uomo d’Iniquità….Se non proprio al trionfo
della ‘Bestia’ poco ci ‘manca’… E qualora qualcuno sia ancora in grado di
capire ben poco ci sarebbe da opporre…mancano gli elementi ‘antropologici’….
manca la volontà….manca sostanzialmente l’Uomo!
E allora viene da ridere a credere che ci sia pure qualcuno che riuscirà a
capirci qualcosa (…gli opinionisti del niente…) nell’arcipelago infinito
dello stordimento e dell’alienazione mentale di massa. E viene forse da pensare
a cosa si ingegneranno a inventare, dibattendo in merito alle derive
ontologiche intraprese dalle ultime generazioni, i poveri sociologi ed esperti
della cosiddetta comunicazione di massa che non arrivano più in là del loro
naso quando provano a confrontarsi con il vuoto di valori esistenziale che
circonda oramai ovunque la società contemporanea. Vuoto di valori e vuoto di
idee che lascia, ed è inevitabile che ciò accada, spazio per tutte le forme di
follia che sono oggigiorno ricomprese nella sfera della psicanalisi.
Possiamo soltanto immaginare come dovranno sentirsi quelli, un pò meno giovani
di noi, che hanno avuto la ‘ventura’ (…se fortuna o sfortuna questo è un
giudizio che deve rimanere in sospeso…a chi c’era casomai trarre le debite
conclusioni…) di ‘vivere’ i Settanta….l’impegno oltremodo spassionato – a
volte gioioso il più delle volte folle e estremizzato – nella politica….
quella fatta con le spranghe, le chiavi Azet 36, gli eskimo, le p38….quella
all’estrema….quella di giovani che, più o meno, hanno buttato via adolescenza
e gioventù per rincorrere i loro sogni (…fossero solo utopie o ipotesi poco
‘conta’….almeno quelli di sogni da inseguire, foss’anche a mano armata, ne
avevano ancora…).
Ed è abbastanza parossistico che, in circolazione, vi sia ancora creda a certe
‘fascinazioni’ laddove diventa chiaro per chiunque abbia un barlume di idee che
la direzione intrapresa non lascia scampo nè altre speranze: il nichilismo è
anche, soprattutto, questa deriva senza senso che ha disegnato un panorama di
soggetti in caduta libera. Alle generazioni politicamente impegnate dei
Settanta sono subentrati gli anni dell’edonismo e dell’individualismo di massa
e a questi il nulla contemporaneo che non può lasciare indifferente chiunque si
occupi di politica per ciò che concerne reali prospettive di intervento:
semplicemente questi orizzonti si sono chiusi, sigillati, molti anni or sono.
Alle nuove generazioni, a questi giovani di oggi…a questa gioventù plagiata
dall’effimero e dalle mode, contaminata fin dalla nascita dal luccichio
risplendente dello star-system, a quest’adolescenza incapace di pensare….che
messaggi pensate sia possibile inviare? Giovani nati stanchi prim’ancora di
crescere, cresciuti afflitti prim’ancora di vivere, arrivati al capolinea della
storia senza più uno straccio di valore, di ideale, di idea….neanche un sogno
è stato risparmiato…La società del nulla , vuota e onnicomprensiva, ha fatto
tabula rasa….Ha indicato la ‘via’: andate e prostituitevi (“Mi vendo/ La
grinta che non hai! (…) Mi vendo/ Un’altra identità!/ Ti do quello che il
mondo/ Distratto non ti da!/ Io mi vendo, e già/ A buon prezzo, si sa”… ci
aveva ‘visto’ perfettamente Renato Zero quasi una ‘vita’ fa )…… questo è il
supermarket delle illusioni…Illudetevi finchè siete ancora in tempo che poi
vi sveglierete ed allora vi accorgerete che non è vero niente…che niente
esiste…che tutto è pura, futile, banalissima finzione.
E poi, a proposito di ‘razze’ , ‘razzismi’, ‘xenofobia’ e amenità simili
invocate a gran voce dai paladini del politically-correct….ci spiegassero
come si “sentiranno italiani” i neo-assunti nell’azienda Italia (…i milioni
di ‘extra’ ….sembra la pubblicità dell’olio d’oliva…) ….i “nuovi
italiani” alla Balotelli per ‘intenderci’ (quello che ‘gioca’ con i
negroazzurri dell’Internazionale)…. Quali ‘idee’, a quali ‘ideali’ , a quale
‘identità’ si sentiranno più o meno legati….che ne saprà il neo-italiano di
origini ghanesi, marocchine, filippine di cosa rappresenti un “25 aprile” (…
tanto per prendere la prima ‘data’ a ‘casaccio’….) di cosa sia stata “la
liberazione” pretesa del “paese cchiu stupete du munne” (…già tanto ci sarà
sempre un Minoli a spiegarglielo…e raccontargliela come ‘pare’ a ‘lorsignori’
…i vari Bocca e le schiere di “storici” partizan-resistenzialisti con la
‘favoletta’ sui fascisti brutti-sporchi-cattivi e quella altrettanto
sbracatamente fasulla sui buoni onesti e operosi “resistenti”….che scavavano
alacremente foibe al di là dei confini – in realtà all’epoca erano ancora terre
italiane, anzi italianissime, ma tant’è….- e anche al di quà….magari dopo
aver rapinato contadini inermi o trucidato qua e là qualche prete o possidente
o semplice ignoto ‘tizio’ e ‘caio’ di turno perchè…”fascisti”…o ritenuti
‘tali’ …ma che ‘importava’ ai seguaci di Togliatti?…bah…) o quale lascito
di sangue sia stato donato dai “ragazzi del 99″ durante la Grande Guerra ….
(…i “ragazzi del 99″ ??? che è un nuovo gruppo rap? I cugini dei 99 posse
napoletan-compagnucci? L’ultima anteprima di un colossal sulla fine del mondo??
…mah…chissà cosa saranno mai questi “ragazzi del 99″….probabilmente le
nuove generazioni non lo sapranno mai perchè MTV non ne parla…se il loro
video non è passato su Youtube o qualcuno non ha fondato un gruppo su Tweeter o
Facebook per farli secchi allora si vede che non sono poi così importanti…) o
perchè mai esiste una “festa della repubblica” il 2 giugno….Già …a che
serve una “festa della repubblica” quando c’è già quella di San Valentino?
Neanche a fare ‘brucia’ da scuola… troppo ‘tardi’ …al massimo potrà
interessare solo quelli in odor d’esame! ….
Quando un ventennio or sono Franco Giorgio Freda andava fondando il suo Fronte
Nazionale, analizzando gli sviluppi della società italiana, asseriva
legittimamente che “alle guerre ideologiche subentreranno le guerre razziali”.
Non era un’analisi vuota nè tantomeno banale (…niente di quanto prodotto
dall’editore padovano lo è…tutto potranno essere fuorchè ‘produzioni’
banali….). Ora, pur non aderendo nè allora nè successivamente, alle
formulazioni razzistico-xenofobe della formazione creata da Freda è
indiscutibile che, a vent’anni di distanza, i fatti abbiano visto confermata
quell’analisi per quanto relativo all’involuzione della società e alle sue
problematiche: ma alle guerre “razziali” casomai si sono venuti sommando dei
“conflitti” clientelar-mafiosi fra organizzazioni criminali (…italiche e
d’importazione…) o tutt’alpiù qualche sporadico scontro tra poveri che ha
investito le fasce più disadattate della società. E’ altresì possibile che
quello scenario allora ipotizzato dal capo del F.N. sia all’orizzonte….certo
è che – occorre ricordarlo – se considerassimo i provvedimenti repressivi che
colpirono lo stesso Freda e diversi dirigenti del suo gruppo (alias
l’applicazione nel luglio 1993 della legge liberticida che porta il nome di
quel ministro democristiano, Mancino, al quale il Sistema delegò il varo di
misure ‘frenanti’ l’intera estrema destra) ci sarebbe di che ridere per non
piangere solo pensassimo alle successive derive xenofobe e all’immane
propaganda – ben più organica e becera – che, per fare un solo esempio, ha
portato avanti da una decina di anni la Lega Nord …. Rileggetevi i documenti
prodotti dal Fronte Nazionale e confrontateli con il bailamme di becera
“caccia” all’extra-comunitario organizzata e propagandata dai vertici del
partito settentrionalista e resterete allibiti: in confronto a quanto diffuso
da Bossi&company; i testi per i quali scontarono parecchi anni di carcere Freda
e i suoi camerati appaiono enunciati provenienti da una congrega di
‘educande’…. Ovvio che, allora, più che al programma del Fronte si puntava -
o almeno puntavano i solerti Papalia della procura di Verona – allo ‘scoop’
pubblicitario-sensazionalistico-repressivo di incriminare e riportare alla luce
della ribalta il “mostro” Freda. Operazione riuscitissima e che non ha peraltro
modificato di un millimetro la questione relativa a tutte le problematiche
inerenti l’immigrazione ….anzi…
Al di là dei problemi immigratorii è comunque da sottolineare l’inesistenza,
l’inapplicabilità e l’inutilità attualmente di ‘ordinare’ compagini politiche
laddove la politica è diventata semplicemente un fattore irrilevante e l’arena
per la compra-vendita dei diversi partiti-azienda che tutelano esclusivamente
interessi di fazioni in lotta apparente tra loro ma tutte funzionali al
progetto di omogeneo controllo sistemico elaborato, pianificato e realizzato
dal Partito Unico della Borghesia e dell’Oligarchia Mondialista.

Ma se anche fosse vero che esistesse una possibilità….se anche un domani
qualcuno si svegliasse con una Idea degna di questo nome (…idee-forza non
‘pippe’ nè speculazioni più o meno ideologiche, idee superiori non astrattismo
o vaneggiamenti futuribili ….posticci e peraltro banali…) non daremmo
mezz’ora di ‘spazi di manovra’ …il Sistema non ve lo permetterebbe….nè vi
concederebbe ‘repliche’….

http://historywarsweapons.com/wp-content/uploads/image/Waffen-SS1.jpg

L’Occidente ha già avuto il suo ‘bagno purificatore’ settant’anni fa….la sua
‘catarsi’ mistico-guerriera, il suo ‘stilema’ di combattimento eroico-
rivoluzionario è già stato scritto…in un’altra epoca, da altri uomini, da
un’altra razza di uomini…Quella era la Totalkampf dell’Europa dell’Ordine
Nuovo …

http://www.centrostudilaruna.it/immagini/panzergrenadierehitlerjugend.jpg

Quelli erano forme scolpite nel sudario di sangue che ardeva corpi e
metalli nella nichilistica tragedia del crepuscolo degli Dei nella Berlino in
fiamme dell’aprile 1945….quella la gioventù che aveva creduto, obbedito e
combattuto restando, in piedi tra le rovine, panzerfaust in mano e poche
cartucce ancora da sparare a sputare gli ultimi fuochi contro la Bestia
trionfante…Quello fu il calvario dell’Europa! Quella la fine del Vecchio
Continente e della Razza Suprema dei Soldati-Politici del Terzo Reich
nazionalsocialista…

http://images.suite101.com/163044_berlin1945a.jpg

Ma questa è storia ‘passata’ si dirà….’antiquariato’ da
novecento…rottamata, distrutta, dimenticata nei meandri di una memoria
lontana e detestata, vituperata e vilmente derisa…. Sessantacinque anni di
‘democratico’ lavaggio del cervello, di occupazione militare, di
sodomizzazione culturale, di viltà politiche e ciancie olocaustiche hanno fatto
il resto..prodotto la società moderna, la realtà di un’attualità senza presente
dove alla nemesi di ieri si sono andate sommando le incertezze presenti e le
paure future….

Tant’è ….occorre realismo…e la realtà che ci circonda è di un tale
squallore che c’è ben poco di cui ‘bearsi’….

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate….” …..siamo all’anno zero…
stiamo nel centro del Kali-Yuga….fine…Armageddon alle ‘porte’ …termine
della ‘corsa’….sola andata…senza ritorno…senza arrivo!

Non servono ‘programmi’, idee, fascinazioni, proposte, indicazioni più o meno
meta-politiche, più o meno ‘rivoluzionarie’….perchè da questo caos informe
non se ne esce…nè sono pensabili ‘alternative’ per un mondo ostinatamente,
dannatamente, beatamente felice e contento ( …i burattini sinagogico-
sistemici si sgrogiolano quotidianamente nella melma dove ingrassano lordi e
paciosi…. un pò come i suini…) di dirigersi a passi da gigante verso il
baratro…

E allora sarà necessario che ognuno, in proprio, sappia qual’è la sua
direzione di rotta, tenga fermo il timone e ‘veleggi’ laddove intraveda un
porto d’attracco…ammesso e non concesso che ne esista uno da qualche parte…
Servono isole di libertà perchè, per dirla con Ernst Junger (1), “bisogna
essere liberi per volerlo diventare, poichè la libertà è esistenza -
soprattutto è un accordo consapevole con l’esistenza, è la voglia – sentita
come destino – di realizzarla.”.

E la libertà rimane, in fondo, la sola unica vera ragione di vivere di un
individuo.

A noi ci piace vivere “alla grande” (…”te lo faccio vedere chi sono io”
parafrasando nostro cugino – perchè cugino era e non zio come spesso ci è
capitato di scrivere – Piero Ciampi da Livorno…il poeta del Nulla…un altro
cugino – Paolo Franzoni – , invece, è stato campione d’Italia con la maglia
biancoceleste della Lazio nel campionato 73-74 …la Lazio del Grande Chinaglia
per ‘capirci’ ….- e autore, con un ‘tabellino’ finale di 13 presenze ed una
sola rete, del gol partita nel derby vinto dalle aquile contro la Roma…del
‘resto’ storicamente la Lazio è la squadra fascista della capitale per
eccellenza…) in una società che “di grande” non ha più niente e indifferenti
a quanto ci ‘circonda’…impermeabili a qualsivoglia ‘frenesia’ contingente e a
qualunque sirena alienante… dite che non siamo ‘normali’? ….. Non
“importa”…onestamente ad esserlo non ci teniamo affatto…tantomeno dei
giudizi dei diecimilioniottocentonovemiladuecentoventisette ‘squaglia coglioni’
che – quando non hanno nient’altro a cui ‘attaccarsi’ – non trovano di meglio
di tirare fuori “pischiatria”, “manicomi”, “malattie mentali” e inevitabili
accuse di ‘pazzia’ (…di norma di comportano a questo modo tutti coloro che
non possiedono argomenti …e ce ne sarebbe una ‘sfilza’ intera da mettere in
fila….).

Ma siccome siamo particolarmente ‘buoni’ (…si vede ci ‘butta’ benone da un
pò…) e ‘tolleranti’ (del resto si sa…ci vuole una gran pazienza con i
dementi) ve la ‘diamo’ ‘vinta’….siamo decisamente fuori da ogni ‘schema
mentale’ ….lucida follia!

Au revoir….

Link alla pagina:
A me piace vivere alla grande (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/06/a-me-piace-vivere-alla-grande/)

Boris
07-06-10, 19:19
Gentilmente sapreste dirmi che fine hanno fatto i miei post su questa discussione (mi sembrava non fosse un problema riportare notizie dal web) e il thread - autorizzato dal moderatore MaxRed II - sulla sociologia del convegno?

Boris
07-06-10, 19:25
LA "NAKBA" - LA TRAGEDIA DEI PALESTINESI

di di Dagoberto Husayn Bellucci

Direttore Responsabile Agenzia di Stampa "Islam Italia"




"...ognuno potrà convincersi come lo Stato di Israele non sia affatto il piccolo Stato che vive coraggiosamente delle proprie risorse , ma come esso sia in realtà uno Stato parassita, validamente sostenuto dalla finanza giudaica internazionale e intensivamente militarizzato." (Maurice Bardéche)



"Nakba" è il termine arabo che designa la tragedia, la catastrofe, che colpirà il popolo palestinese nella primavera del 1948 ovvero la dichiarazione d’"indipendenza" che sancirà la ’nascita’ dello Stato di "Israele".

Un minimo di onestà intellettuale e di ’coraggio’ permetterebbe all’opinione pubblica occidentale di rendersi conto dell’illegittimità di quell’"atto" - un autentica dichiarazione di guerra e una sfida , a tutt’oggi aperta, lanciata all’intero mondo arabo-islamico dai dirigenti sionisti - e della drammatica situazione nella quale si vennero a trovare rapidamente le popolazioni palestinesi, dell’esproprio terroristico commesso da "Israele" e dell’invenzione anti-storica di un’entità statale colonialista, razzista e sciovinista.

A distanza di quasi sessant’anni la "Nakba" palestinese non è terminata: assistiamo , per l’ennesima volta, alla prassi d’aggressione del sedicente Stato di "Israele" che ha lanciato non più di qualche settimana or sono un ennesimo attacco contro le popolazioni della striscia di Gaza.

"Israele" è responsabile della spirale di odio e violenza che si respira da oltre mezzo secolo nel Vicino Oriente; violando sistematicamente tutte le risoluzioni Onu di condanna della sua politica criminale e occupando territori delle vicine nazioni arabe (dal 1967 l’emporio criminale sionista ha ’allargato’ il suo ’mattatoio’ alle alture del Golan e alle fattorie di She’eba quest’ultimo lembo di terra rivendicato legittimamente dal Libano) i sionisti hanno imposto la loro lex judaica.

L’ennesima aggressione contro il popolo palestinese non deve stupire i cuori ’tiepidi’ dell’opinionismo stupido-sistemico che blaterano di "due Stati due Popoli"; "Israele" ha semplicemente ’svelato’ il suo vero volto.

La ’maschera’ degli infiniti balletti diplomatici, degli accordi di Oslo, delle promesse mai mantenute è infine caduta.
Resta il ghigno satanico di un entità criminale che non recede di un millimetro dalla sua tradizionale prassi genocida.

"Israele" è unilateralmente responsabile dello scatenamento del nuovo conflitto a Gaza e Cisgiordania.

"Israele" è responsabile della strage dei natanti palestinesi (alla quale ha ’opposto’ un ennesima cazzata propagandistica cercando di ’scaricare’ sul movimento di resistenza palestinese di Hamas qualsiasi responsabilità).

"Israele" ha sequestrato metà esecutivo nazionale palestinese in nome di una concezione ’ampia’ del diritto all’autodifesa e alla sicurezza nazionale. Nella più completa indifferenza delle "Istituzioni" della kippizzata Unione Europa i sionisti hanno commesso l’ennesimo atto di forza arrestando e condannando per "terrorismo" i ministri del Governo dell’Autorità Nazionale Palestinese.

Il premier sionista Olmert , capo di Kadima il partito creato dal suo predecessore - il boia di Sabra e Chatila , Ariel Sharon - per ’colloquiare’ con i palestinese, aveva chiaramente espresso la posizione ufficiale del Governo d’Occupazione israeliano all’indomani del voto elettorale palestinese che aveva visto sconfitto il partito di Abu Mazen (al Fatah) e il fronte ’laico’ palestinese e vincente il movimento islamico di Hamas.

Pressioni per isolare il nuovo esecutivo di Haniyieh erano state indirizzate da Tel Aviv ai quattro angoli del pianeta: nessun dialogo, nessuna collaborazione nè pace con i "terroristi" di Hamas ’sbraitava’ Olmert ad ogni occasione.

Era necessario isolare completamente l’esecutivo dell’ANP retto da Hamas e colpire la popolazione civile palestinese (dal febbraio scorso privata del sostegno finanziario dall’Unione Europea , la vile ’enclave’ istituzionale dei lacchè d’Israele che ha sede a Strasburgo, e abbandonata da molte nazioni della stessa Lega Araba). Olmert non ha perso tempo: dal marzo scorso sono ripresi i cosiddetti omicidi ’mirati’ (che causavano più vittime civili innocenti del ’previsto’) e la dirigenza palestinese rimaneva isolata dal resto del mondo.

La Russia di Vladimir Putin ha provato a rompere questo accerchiamento e l’Iran di Mahmood Ahmadinejad è corso - finanziariamente - in soccorso dell’affamata popolazione della striscia di Gaza.

Quando il Cremlino ha ’osato’ rivendicare il diritto ad un ruolo più attivo nel perimetro geopolitico e militare del Vicino Oriente (annunciando l’intenzione di aprire una base navale a Latakiya in Siria) con un tempismo davvero impressionante sono stati rapiti - e successivamente trucidati -quattro diplomatici russi della delegazione a Baghdad da sedicenti "organizzazioni" "jihaidiste" irachena ovvero da agenti sionisti del Mossad o della Cia.

Visto che "Israele" prosegue indisturbato la sua quotidiana mattanza di civili inermi vediamo di ripercorrere le tappe salienti dell’espropriazione terroristica del territorio palestinese consumatasi , nel silenzio complice dell’opinione pubblica mondiale, cinquantotto anni or sono.

Il terrorismo come prassi dell’occupazione sionista della Palestina era ’previsto’ fin dai primi anni del secolo. Risale infatti al decennio 1900-1910 la creazione della prima organizzazione di "autodifesa" ebraica delle colonie sioniste denominata Bar-Kochbah (dal nome del capo ribelle che guidò la rivolta giudaica contro i romani nel 66-70 d.C.).

Nel 1909 da questa compagine si svilupperà la più organizzata HaShomer (il Guardiano) formazione segreta, clandestina e altamente operativa nella quale militeranno i futuri dirigenti del movimento sionista e dell’entità criminale denominata Israele (tra cui Ben Gurion, I. Ben Zvi e I. Shohat).

Altra formazione militare che si distinse prima della Grande Guerra del 14-18 sarà il cosiddetto Gruppo di Giaffa radicato nel ginnasio di Tel Aviv dove operavano D. Hoz, I. Tabenkin e E. Golomb.

Una rete di gruppi spionistici sionisti opererà in Terrasanta durante il conflitto mondiale tra questi ricordiamo il nucleo ’Nili’ che trasmetterà informazioni all’Intelligence Militare britannico dal gennaio al settembre del 1917 fino a quando non sarà smantellato dalle autorità turche.

In pieno conflitto mondiale i sionisti si adopreranno per la costituzione di un Zion Mule Corps che parteciperà al lato dei franco-britannici alla spedizione a Gallipoli.

Vladimir Ze’ev Jabotinsky (1880-1940) proporrà ai britannici un piano nel 1914 per la creazione di una Legione Ebraica; iniziativa rispolverata con successo in coincidenza con la pubblicazione della Dichiarazione Balfour sul finire del 1917.
Nel febbraio ’18 i britannici costituirono il 38esimo e il 39esimo battaglione fucilieri ebrei che parteciperà a qualche azione sul fronte egiziano.

Alla fine del conflitto le iniziative militari sioniste ripresero alacremente. In Europa venne creato il movimento giovanile HeChaluz (il pioniere) che in Palestina si occuperà anche di addestrare i nuovi coloni all’uso delle armi da fuoco. Di notevole importanza sotto questo profilo sarà anche il primo congresso del movimento Achdùt Avodà (Unità nel Lavoro) svoltosi a Petach Tikvà nel 1919.

L’Achdut Avodà riprenderà la vecchia strategia dell’HaShomer mobilitandosi per creare i primi nuclei di difesa (Haganà) sorti fin dal 1920 dopo le decisioni prese al primo congresso della Confederazione del Lavoro sionista (Histadrut).

L’Haganà si dividerà in due organizzazioni con la creazione nel 1925 dell’Irgun (Organizzazione) del nazionalrazzista Jabotinsky.
Dieci anni dopo questo nucleo prenderà il nome di Irgun Zvaì Leumì (Organizzazione Militare Nazionale o EZEL) diretta da Jabotinsky fino al 40 e successivamente dal fanatico Menahem Beghin.

Negli anni quaranta si distinse un altro gruppuscolo di fanatici nazionalisti sionisti la Lohamei Herut Israel (Combattenti per la Libertà di Israele o , secondo la sigla in ebraico, LEHI) di Stern e del futuro premier israeliano Yithzak Shamir i quali cercheranno un intesa politica con il Terzo Reich per favorire l’immigrazione di massa ebraica in Palestina.

Durante la rivolta araba degli anni 36-39 si distingueranno le Plugot Sade (le squadre di campagna) al servizio , almeno formalmente, della potenza mandataria britannica. Un centinaio di uomini altamente addestrati e militarmente efficienti saranno inquadrati in una Plugot Halaila Hameiuchadot (squadra speciale notturna). Un rapido calcolo delle formazioni più o meno alle dirette dipendenza dell’Haganà nel 1937 permette di stabilire che la ’Difesa’ sionista comprendeva circa diecimila militi di cui almeno quattromila donne ai quali devesi aggiungere altre diecimila unità di reparti di polizia.

La Haganà e le altre forze irregolari sioniste vennero trasformate con un decreto del governo provvisorio ebraico del 26 maggio 1948 in un vero e proprio esercito definito Zava Haganà Le Israel (Esercito di Difesa d’Israele meglio noto con la sigla di Tsahal).

Ben Gurion annoterà nei suoi diari che a metà giugno del 48 i combattenti sionisti a sua disposizione in quel momento erano oltre centomila.

"Israele" formalmente proclamatosi indipendente si doterà anche di efficienti servizi di sicurezza reclutando i vecchi terroristi dello SHAI (Sherut Iediot = Servizio Notizie) costituendo il MOSSAD (Mossad le alià bet = Istituto per l’immigrazione illegale) e la MACHLEKA’ ARAVIT SHEL HASOCHNUT HAIEHUDIT ( = sezione araba dell’Agenzia Ebraica).

Alla fine del giugno ’48 venne decisa una riorganizzazione di queste agenzie d’intelligenze: lo SHAI diverrà l’AMAN ( Agaf Modiin = Settore Informazione) al servizio delle forze armate; nascerà lo SHABAK o SHIN BET ( Sherut bitachon clali = servizio di sicurezza generale) che opererà come sezione estera del Mossad.


Mentre preparavano le proprie forze armate e i servizi di sicurezza (1) i sionisti cominciarono l’attuazione del piano di espulsione della popolazione palestinese (noto come Piano Dalet).

Interessante in merito registrare la guerra psicologica che verrà condotta dalle emittenti radiofoniche sioniste per terrorizzare i civili palestinesi.

- 18.02.1948 Radio Haganà dichiara che i volontari arabi dell’Esercito di Liberazione Arabo (formato da volontari palestinesi ai quali si uniranno corpi di spedizione provenienti da Siria, Iraq, Transgiordania, Egitto e Libano che - complessivamente - non raggiunsero mai le 14mila unità combattenti) erano affetti dal vaiolo;

- 27.02.1948 Radio Haganà comunica che i medici palestinesi stanno abbandonando le loro case;

- 10.03.1948 Radio Haganà annuncia che i paesi arabi stavano unendo le loro forze a quelle britanniche;

- 27.03.1948 la Zionist Free Hebrew Radio comunica in lingua araba che "è doveroso per tutti gli abitanti vaccinarsi contro colera, tifo e altre malattie infettive";

- 22.04.1948 la Voice of the Jewish Defender comunica in lingua araba che le città si stanno svuotando e la popolazione palestinese è in fuga verso l’Egitto e gli altri stati arabi confinanti;

- 28.04.1948 Radio Haganà sostiene che la popolazione di Giaffa è in preda al panico e scappa;

- 05.05.1948 Radio Haganà trasmette in lingua araba la notizia della fuga degli arabi da Beit Dagan;

- 07.05.1948 Radio Haganà comunica in arabo che oltre 150.000 arabi avevano abbandonato le loro case e interi villaggi erano caduti nelle mani delle forze sioniste;

- 18/22/28.05.1948 Radio Israele trasmette bollettini in arabo nel quale si parla espressamente di "panico", "paura" e "esodo" arabo dalle città e dai villaggi;

Gli abitanti della Palestina rurale vennero sottoposti all’aggressione militare e alla guerra psicologica condotta scientificamente dai sionisti.

Esemplare il caso degli abitanti di Huj obbligati dalle truppe sioniste a trasferirsi a causa della prossimità del contingente egiziano e mai rientrati nelle loro case.

Eclatanti anche i casi dei villaggi di Ikrit e Biram in Galilea evacuati dalle autorità sioniste nel novembre 48.

Chaifa , una delle principali città palestinesi, segnerà un punto di non ritorno nella strategia d’espulsione e di terrore israeliana: il 22 aprile 48 la Radio dell’Haganà comincerà a martellare di comunicati la popolazione civile invitandola ad abbandonare le case quindi inventando falsi comunicati del Gran Muftì Haij Amin al Hussein.

Come annoterà soddisfatto nei suoi diari Ben Gurion : "Nella notte del bombardamento del 22 aprile c’erano 25000-30000 arabi nella città che cominciarono a fuggire verso il porto, il quartiere tedesco (sotto controllo inglese), salivano su barche e autobus. Molti si nascosero nei magazzini del porto, i cristiani nelle chiese. Adesso a Chaifa ce n’é meno di 10000 forse 6000. Continuamente gli arabi se ne vanno."

Terroristica invece l’azione che condusse i sionisti a conquistare Lydda e Ramle , cittadine che - secondo il piano di spartizione Onu - erano destinate a far parte dello stato palestinese.

Elaborata dallo stesso Ben Gurion alla fine di maggio del 48 l’operazione "Ludar" (Lud-Ramle) durò non più di cinque giorni e si svolse tra l’8 e il 13 luglio successivi. A questa aggressione parteciparono parecchi dei futuri ufficiali israeliani (Igal Allon , Moshè Dayan, Moshè Kalman, Yithzak Rabin, Shmarya Guttman) che condussero un incessante fuoco di sbarramento d’artiglieria unito a una serie impressionante di bombardamenti aerei. Fin dalla mattina dell’11 si assisteva ad una precipitosa fuga dei civili arabi da Ramle mentre nel pomeriggio di quello stesso giorno gli uomini di Dayan iniziarono una serie di incursioni e scorribande motorizzate nella vicina Lydda.

I resoconti israeliani dell’operazione Ludar parleranno di circa 250 vittime civili ma altri dossier faranno salire questa cifra a 400 , alcuni addirittura a 1700.

Le due cittadine , complessivamente abitate da circa 120mila abitanti dei quali 15mila rifugiati da Giaffa, furono rapidamente assediate dai sionisti che obbligarono tutti gli abitanti ad andarsene

Significativa sarà una discussione che si svolgerà nel quartier generale dell’Operazione quando gli ufficiali coinvolti domanderanno a Ben Gurion che cos’avessero dovuto fare degli arabi. Il primo presidente d’"Israele" risponderà sprezzante: "Espellerli" (garesh otam).

Ad accentuare il terrore nella popolazione araba erano state le notizie del massacro di Deir Yassin quando l’intera popolazione - oltre 250 tra donne, anziani e bambini - vennero sterminati da un commando dell’Irgun conformemente alle direttive ricevute dai capi politici sionisti.

In cifre l’esodo palestinese si riassume in queste cifre: i profughi arabi dalla Palestina erano oltre 400.000 nel giugno ’48 e almeno 800.000 due anni più tardi.. La maggior parte dei circa 70mila arabi residenti a Chaifa fuggirà in Libano. Altri si riversarono ad ondate verso la striscia di Gaza, l’Egitto, la Siria e la Giordania.

La Nakba era iniziata e sarebbe continuata durante le altre guerre d’aggressione israeliane quando Golda Meir porterà avanti una nuova fase della politica dell’espulsione sul modello che , anni dopo, avrebbe rivendicato il fanatico rabbino Kahane.

Dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967) il primo ministro israeliano ordinerà l’espulsione di mezzo milione di palestinesi e di 80.000 siriani dalla riva occidentale del Giordano; dalla striscia di Gaza e dalle alture del Golan.

Una strategia terroristica che si coniugava con le successiva operazioni criminali: dai bombardamenti al napalm sulle città giordane (68-69) alle atrocità di Sharon a Gaza (71-72), dalle provocazioni di confine sul Sinai (71-72) a quelle in Libano (77-78) per concludersi con l’"avventura libanese" del giugno 82 quando "Israele" lancerà la sua operazione militare più importante che condurrà i blindati sionisti alle porte della capitale Beirut (assediata per tre mesi, senz’acqua, elettricità, viveri praticamente ridotta ad una città fantasma).

L’occupazione israeliana del Libano durerà fino alla primavera 2000 quando, dopo una lunga e dolorosa guerra di liberazione nazionale, la Resistenza Islamica (al Moqawama al Islamiyah) del Partito di Dio (Hiz’b’Allah) riuscirà a cacciare oltrefrontiera l’esercito con la stella di Davide.

In conclusione la Nakba è la Tragedia dei Palestinesi ; la Catastrofe di un popolo sottomesso al giogo degli aguzzini sionisti, privato dei suoi diritti elementari, sottoposto ad una durissima occupazione e umiliato culturalmente, politicamente, religiosamente e razzialmente dai "nemici dell’uomo".

Onore alla resistenza popolare palestinese che dinanzi all’arroganza sionista e al silenzio complice del mondo intero non arretra di un millimetro nè desiste: PALESTINA LIBERA!

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCIMentre preparavano le proprie forze armate e i servizi di sicurezza (1) i sionisti cominciarono l’attuazione del piano di espulsione della popolazione palestinese (noto come Piano Dalet).

Interessante in merito registrare la guerra psicologica che verrà condotta dalle emittenti radiofoniche sioniste per terrorizzare i civili palestinesi.

- 18.02.1948 Radio Haganà dichiara che i volontari arabi dell’Esercito di Liberazione Arabo (formato da volontari palestinesi ai quali si uniranno corpi di spedizione provenienti da Siria, Iraq, Transgiordania, Egitto e Libano che - complessivamente - non raggiunsero mai le 14mila unità combattenti) erano affetti dal vaiolo;

- 27.02.1948 Radio Haganà comunica che i medici palestinesi stanno abbandonando le loro case;

- 10.03.1948 Radio Haganà annuncia che i paesi arabi stavano unendo le loro forze a quelle britanniche;

- 27.03.1948 la Zionist Free Hebrew Radio comunica in lingua araba che "è doveroso per tutti gli abitanti vaccinarsi contro colera, tifo e altre malattie infettive";

- 22.04.1948 la Voice of the Jewish Defender comunica in lingua araba che le città si stanno svuotando e la popolazione palestinese è in fuga verso l’Egitto e gli altri stati arabi confinanti;

- 28.04.1948 Radio Haganà sostiene che la popolazione di Giaffa è in preda al panico e scappa;

- 05.05.1948 Radio Haganà trasmette in lingua araba la notizia della fuga degli arabi da Beit Dagan;

- 07.05.1948 Radio Haganà comunica in arabo che oltre 150.000 arabi avevano abbandonato le loro case e interi villaggi erano caduti nelle mani delle forze sioniste;

- 18/22/28.05.1948 Radio Israele trasmette bollettini in arabo nel quale si parla espressamente di "panico", "paura" e "esodo" arabo dalle città e dai villaggi;

Gli abitanti della Palestina rurale vennero sottoposti all’aggressione militare e alla guerra psicologica condotta scientificamente dai sionisti.

Esemplare il caso degli abitanti di Huj obbligati dalle truppe sioniste a trasferirsi a causa della prossimità del contingente egiziano e mai rientrati nelle loro case.

Eclatanti anche i casi dei villaggi di Ikrit e Biram in Galilea evacuati dalle autorità sioniste nel novembre 48.

Chaifa , una delle principali città palestinesi, segnerà un punto di non ritorno nella strategia d’espulsione e di terrore israeliana: il 22 aprile 48 la Radio dell’Haganà comincerà a martellare di comunicati la popolazione civile invitandola ad abbandonare le case quindi inventando falsi comunicati del Gran Muftì Haij Amin al Hussein.

Come annoterà soddisfatto nei suoi diari Ben Gurion : "Nella notte del bombardamento del 22 aprile c’erano 25000-30000 arabi nella città che cominciarono a fuggire verso il porto, il quartiere tedesco (sotto controllo inglese), salivano su barche e autobus. Molti si nascosero nei magazzini del porto, i cristiani nelle chiese. Adesso a Chaifa ce n’é meno di 10000 forse 6000. Continuamente gli arabi se ne vanno."

Terroristica invece l’azione che condusse i sionisti a conquistare Lydda e Ramle , cittadine che - secondo il piano di spartizione Onu - erano destinate a far parte dello stato palestinese.

Elaborata dallo stesso Ben Gurion alla fine di maggio del 48 l’operazione "Ludar" (Lud-Ramle) durò non più di cinque giorni e si svolse tra l’8 e il 13 luglio successivi. A questa aggressione parteciparono parecchi dei futuri ufficiali israeliani (Igal Allon , Moshè Dayan, Moshè Kalman, Yithzak Rabin, Shmarya Guttman) che condussero un incessante fuoco di sbarramento d’artiglieria unito a una serie impressionante di bombardamenti aerei. Fin dalla mattina dell’11 si assisteva ad una precipitosa fuga dei civili arabi da Ramle mentre nel pomeriggio di quello stesso giorno gli uomini di Dayan iniziarono una serie di incursioni e scorribande motorizzate nella vicina Lydda.

I resoconti israeliani dell’operazione Ludar parleranno di circa 250 vittime civili ma altri dossier faranno salire questa cifra a 400 , alcuni addirittura a 1700.

Le due cittadine , complessivamente abitate da circa 120mila abitanti dei quali 15mila rifugiati da Giaffa, furono rapidamente assediate dai sionisti che obbligarono tutti gli abitanti ad andarsene

Significativa sarà una discussione che si svolgerà nel quartier generale dell’Operazione quando gli ufficiali coinvolti domanderanno a Ben Gurion che cos’avessero dovuto fare degli arabi. Il primo presidente d’"Israele" risponderà sprezzante: "Espellerli" (garesh otam).

Ad accentuare il terrore nella popolazione araba erano state le notizie del massacro di Deir Yassin quando l’intera popolazione - oltre 250 tra donne, anziani e bambini - vennero sterminati da un commando dell’Irgun conformemente alle direttive ricevute dai capi politici sionisti.

In cifre l’esodo palestinese si riassume in queste cifre: i profughi arabi dalla Palestina erano oltre 400.000 nel giugno ’48 e almeno 800.000 due anni più tardi.. La maggior parte dei circa 70mila arabi residenti a Chaifa fuggirà in Libano. Altri si riversarono ad ondate verso la striscia di Gaza, l’Egitto, la Siria e la Giordania.

La Nakba era iniziata e sarebbe continuata durante le altre guerre d’aggressione israeliane quando Golda Meir porterà avanti una nuova fase della politica dell’espulsione sul modello che , anni dopo, avrebbe rivendicato il fanatico rabbino Kahane.

Dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967) il primo ministro israeliano ordinerà l’espulsione di mezzo milione di palestinesi e di 80.000 siriani dalla riva occidentale del Giordano; dalla striscia di Gaza e dalle alture del Golan.

Una strategia terroristica che si coniugava con le successiva operazioni criminali: dai bombardamenti al napalm sulle città giordane (68-69) alle atrocità di Sharon a Gaza (71-72), dalle provocazioni di confine sul Sinai (71-72) a quelle in Libano (77-78) per concludersi con l’"avventura libanese" del giugno 82 quando "Israele" lancerà la sua operazione militare più importante che condurrà i blindati sionisti alle porte della capitale Beirut (assediata per tre mesi, senz’acqua, elettricità, viveri praticamente ridotta ad una città fantasma).

L’occupazione israeliana del Libano durerà fino alla primavera 2000 quando, dopo una lunga e dolorosa guerra di liberazione nazionale, la Resistenza Islamica (al Moqawama al Islamiyah) del Partito di Dio (Hiz’b’Allah) riuscirà a cacciare oltrefrontiera l’esercito con la stella di Davide.

In conclusione la Nakba è la Tragedia dei Palestinesi ; la Catastrofe di un popolo sottomesso al giogo degli aguzzini sionisti, privato dei suoi diritti elementari, sottoposto ad una durissima occupazione e umiliato culturalmente, politicamente, religiosamente e razzialmente dai "nemici dell’uomo".

Onore alla resistenza popolare palestinese che dinanzi all’arroganza sionista e al silenzio complice del mondo intero non arretra di un millimetro nè desiste: PALESTINA LIBERA!

DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

Note:

1) sui servizi di sicurezza sionisti si consulti:
- G. Valabrega - "Servizi segreti israeliani e strategia della tensione in Italia" - Calendario del Popolo nr 482, nov. 1985;

- Benny Morris - "The crystallisation of Israeli Policy against a return of the Arab Refugees April-December 1948" in "Studies on Zionism" Tel Aviv - Vol. 6 , Nr. 1 , 1985;

- L. Rokach - "Israel’s Sacred Terrorism" - Association of Arab-American University Graduates Inc. - Belmont 1980;

- Reja e Busailah - "The fall of Lydda, 1948: Impressions and Reminescences" - in "Arab Studies Quarterly" - Belmont 1981;

- I. Halevi - "Israel de la terreur au massacre d’Etat" - Papyrus , Paris 1984;

- M. Sharett - "Diario Personale" - Ma’ariv - Tel Aviv 1979;



Giovedì, 06 luglio 2006

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«Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino»
Prima Pagina/Home Page: Il Dialogo - Periodico di cultura, politica, dialogo interreligioso dell'Irpinia (http://www.ildialogo.org)
Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi
Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996


LA "NAKBA" - LA TRAGEDIA DEI PALESTINESI, di di Dagoberto Husayn Bellucci <br> Direttore Responsabile Agenzia di Stampa "Islam Italia" (http://www.ildialogo.org/noguerra/mediooriente/lanakba06072006.htm)

Lupo
08-06-10, 07:48
Gentilmente sapreste dirmi che fine hanno fatto i miei post su questa discussione (mi sembrava non fosse un problema riportare notizie dal web) e il thread - autorizzato dal moderatore MaxRed II - sulla sociologia del convegno?
Si è trattato di un problema del forum:
http://forum.politicainrete.net/troubleshooting/65306-forum-ripristinato.html

Lupo
08-06-10, 17:03
di Dagoberto Husayn Bellucci (04 Giugno 2010)

http://www.mediterraneomarnero.it/joomla/images/cartine/libano_flag.gif

Lo scorso 25 maggio – come avviene annualmente da dieci anni a questa parte -
il partito sciita libanese di Hizb’Allah ed i sostenitori della Resistenza
Libanese hanno celebrato il decennale della liberazione del Libano meridionale.
Era la primavera del 2000 quando l’esercito di occupazione sionista, che
occupava stabilmente fin dall’invasione del paese dei cedri dell’estate 1982 la
cosiddetta “fascia di sicurezza” adiacente i confini settentrionali con la
Palestina occupata (comprendente tutta la zona a sud del fiume Litani), decise
unilateralmente il ritiro militare da un’area diventata oramai non più
gestibile e nella quale i soldati dell’esercito di Tel Aviv avevano lasciato
una numerosa scia di sangue dei loro caduti. Il ritiro unilaterale proclamato
all’epoca dall’allora premier Ehud Barak venne ‘accompagnato’ dai boati delle
bordate di razzi katiusha della Resistenza e dai cori di gioia di migliaia di
libanesi che si riversarono festanti nelle zone fino a quel momento sotto
controllo militare israeliano.

uHg8cquD7Ug

L’occupazione del Sud Libano risaliva ai tempi dell’invasione generale -
Operazione militar-terroristica eufemisticamente chiamata “Pace in Galilea”
dall’allora premier Menachem Begin e dal suo ministro della Difesa Gen. Ariel
Sharon (il boia di Sabra e Chatila) – quando le truppe kippizzate sioniste
arrivarono in poche ore alle porte della capitale Beirut cannoneggiando – dalle
alture adiacenti, dal cielo e dal mare – le zone meridionali della città nelle
quali si erano asserragliati i combattenti fedayn della Resistenza Palestinese
dell’OLP di Yasser Arafat.

http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/06/lords-of-terrorist.jpg?w=300&h=244

La battaglia di Beirut – sottoposta ad un martirio quotidiano che costerà la
vita ad oltre 25mila civili innocenti – segnerà la fine militare dell’OLP
(costretta al ritiro delle proprie truppe e ad un riposizionamento della
propria leadership a Tunisi) e la nascita, in Libano, di una organizzazione di
resistenza islamica completamente nuova: Hizb’Allah (il Partito di Dio sciita
filo-iraniano nato sotto gli auspici e l’influenza della Rivoluzione Islamica
khomeinista iraniana e, da allora, punta avanzata dello schieramento anti-
sionista del cosiddetto “fronte del rifiuto” che , progressivamente,
riconoscerà in Teheran la capitale mondiale della battaglia anti-sionista per
la liberazione dei Luoghi Santi della Palestina occupata).

In un volume in lingua inglese in nostro possesso, “The Epic of Glory – Stops
in the Islamic Resistance’s Struggle against the Zionist enemy”, pubblicato a
Beirut dall’Ufficio Esteri del movimento sciita di Sayyed Hassan Nasrallah
vengono ripercorse le tappe fondamentali di questa epopea della liberazione del
Libano dall’invasione sionista del 4 Giugno 1982 fino alla primavera 2000.

Tra le principali operazioni militari condotte da Hizb’Allah contro
l’occupante sionista (ricordiamo quì che la prima operazione militare anti-
israeliana verrà comunque lanciata nel cuore della capitale Beirut dai
militanti del Partito Nazionale Sociale Siriano con un attacco alle truppe
sioniste nella centralissima Rue Hamra) si ricorda il sacrificio di alcuni
martiri della Resistenza:

- 11 Novembre 1982 il martire Ahmed Qassir attacca il quartier generale
israeliano di Tiro con un’autobomba (144 morti e 28 feriti). Israele ammetterà
solamente la perdita di 47 uomini, il ferimento di altri 28 e la scomparsa di
27;

- 4 Ottobre 1983 il martire Al Husseini attacca la Scuola Al-Shajara centro di
raccolta militare israeliano. Israele ammetterà la morte di 29 dei suoi
uomini;

- 13 Aprile 1984 il martire Ali Safieddin lancia un attacco-kamikaze contro un
convoglio a Dair Qanoun e Nahr nel sud del Libano provocando la distruzione di
due veicoli. Il nemico ammetterà la perdita di 6 uomini e il ferimento di altri
4 militari;

- 7 Febbraio 1985 il martire Hassan Qassir lancia un attacco kamikaze a Bourje
a-Shamali. Il nemico sionista confermerà la morte di una dozzina di suoi
soldati ed il ferimento di altri cinquanta;

- 11 Marzo 1985 il martire Abou Zainab (Amer Kalakesh) attacca un convoglio
militare israeliano a Muttulla nel sud del paese. Israele ammetterà la perdita
di 12 soldati;

- 19 Agosto 1988 il martire Haitham Dbouq lancia un attacco contro un
convoglio militare nella regione di Marjeyoun-Tainhass nel sud del paese. Una
trentina le perdite probabili. L’esercito d’occupazione d’Israele ne registra
una;

- 19 Agosto 1988 il martire Abdallah Atwi (Al Hor al Ameli) lancia un attacco
kamikaze presso ‘Fatima Gate” (la porta di Fatima) adiacente la frontiera con
la Palestina occupata: 43 le vittime accertate. Gli israeliani ne ammetteranno
solo cinque.

- 19 Settembre 1989 il martire Sheick Assad Berro lancia un assalto militare
contro un convoglio israeliano nella zona compresa tra Qolayaa e Marjeyoun. Una
ventina probabili le vittime israeliane. I media israeliani e lo stato maggiore
sionista ammettono che un loro ufficiale è rimasto ucciso e 5 militari feriti;

- 21 Agosto 1992 il martire Ibrahim Daher lancia un’azione kamikaze sulla
strada per Jarmaq nel sud Libano: almeno 25 militari di Tel Aviv tra morti e
feriti;

- 25 Aprile 1995 il martire Salah Ghandour lancia l’attacco contro il quartier
generale sionista a Bint ‘Chbeil nei pressi della frontiera meridionale
libanese. Israele ammette il solo ferimento di 11 suoi militari;

- 20 Marzo 1996 il martire Ali Ashmar lancia l’operazione kamikaze nel
triangolo di Edaise-Rebtlateen. Gli israeliani dopo l’attacco riconosceranno la
perdita di due uomini tra i quali il capitano Saleh Zaydan probabilmente
dell’Esercito di Liberazione del Sud alleato dei sionisti;

- 30 Dicembre 1999 il martire Ammar Hussein Hamoud lancia l’attacco sulla
strada per Qlaya: 7 militari israeliani morti e 8 feriti;

In totale nel corso degli anni, secondo quanto riporta ed illustra la
pubblicazione in questione, la Resistenza Islamica Libanese ha compiuto le
seguenti operazioni militari:
- dal 1982 al 1992 almeno 38;
- 1993 6; Operazioni di detonazione esplosivi
nello stesso periodo 310;
- 1994
3;
49;
- 1995
4;
61;
- 1996
1;
103;
- 1997
3;
86;
- 1998
3;
74;
- 1999
6;
56;
- 2000
2;
36;

Tra l’armamento utilizzato dagli uomini della Resistenza Islamica nei quasi
venti anni di guerriglia finalizzata alla Liberazione del Sud Libano ricordiamo
i missili katiusha (2.88 cm di lunghezza, un raggio d’azione di 20.5 km, un
calibro di 112 mm, con una testata esplosiva di 18,5 kg ed una velocità di 690
metri/secondo); i missili di nuova generazione ed i sistemi anticarro del tipo
Milan). Numerose le operazioni di scontri diretti tra i reparti della
Resistenza e le truppe d’occupazione o i loro alleati dell’ELS: 232 tra l’82 e
il 92; 81 nel 93, 48 nel 94, 45 nel 95, 47 nel 96, 38 nel 97, 30 nel 98, 17 nel
99 e 7 nei primi sei mesi del 2000.

La storia della liberazione del Libano meridionale è anche una storia di
tradimenti e di diserzioni: quelli degli uomini appartenenti al cosiddetto ELS
(Esercito di Liberazione del Sud) collaboratori dei sionisti e alleati delle
truppe d’occupazione dalla stella di Davide che si unirono agli uomini di Tel
Aviv per instaurare un’enclave cristiano-maronita (il sogno di Gemayel del
cosiddetto “stato confessionale cristiano” del Marunistan) a ridosso della
frontiera con la Palestina occupata. Questo esercito venne istituito nel 1978
dal maggiore Sa’ad Haddad e successivamente, dal 1984, diretto dal comandante
Antoine Lahad quest’ultimo rifugiatosi dalla primavera 2000 al seguito delle
truppe israeliane nello stato ebraico. Mercenari al soldo di Israele questi
disertori, circa 2000 uomini addestrati e armati direttamente da Tel Aviv,
cooperarono per anni con il nemico in rastrellamenti della popolazione civile
libanese e palestinese eseguendo numerose rappresaglie contro civili innocenti,
attività di spionaggio e delazione in tutti i villaggi del Sud e distinguendosi
per la brutalità e la violenza con le quali si resero autori di numerose
stragi. Tra i principali collaborazionisti filo-sionisti si ricorda Hussein
Abde Nabi capo dell’Apparato 504 (creato dai sionisti con compiti di
“intelligence”); Abde Nabi Bazzi capo del servizio di sicurezza dell’ELS
nell’area di Bint Chbeil e successivamente di Bait Yhoun e Joseph Karam
promosso luogotenente nel 1984 e capitano sette anni dopo della milizia filo-
israeliana e tra i principali comandanti militari dell’ELS.

Ricordiamo anche in questo spazio di approfondimento i comandanti militari
israeliani caduti durante le principali operazioni militari della Resistenza
anche a riprova dell’alto livello tecnologico-militare messo in mostra da
Hizb’Allah fin dalla metà degli anni Ottanta che troverà ampie conferme durante
le successive guerre lanciate dall’entità criminale sionista nel 1993, 1996 e
2006.

Tra i comandanti nemici colpiti a morte dalla Resistenza figurano: Ytzhak
Mordechai (comandante dell’area nord) eliminato sulla strada Houla-Maiseljabal
nel 1998; Elie Emitai comandante delle unità di rifornimenti, ferito durante
un’operazione della Resistenza sulla strada per Rihan nel dicembre 1996 e
successivamente eliminato cinque giorni dopo durante un’altro attacco lanciato
da Hizb’Allah contro il posto di blocco di Baraasheet; Gen. Amiram Levine
eliminato anche lui nella precedente operazione, Gen.Amnon Shahak, capo dello
staff tecnico sionista, ucciso durante l’azione militare lanciata dalla
Resistenza contro il suo convoglio il 17 settembre 1995 sulla strada per
Marjayoun.

In totale i martiri della Resistenza Islamica Libanese caduti nei 18 anni di
operazioni militari contro l’occupazione sionista del Libano meridionale
ammonteranno a 1281 fra i quali impossibile non ricordare in questa sede l’ex
Segretario Generale di Hizb’Allah, Sheick Abbas al Musawi, martirizzato con la
moglie ed il figlio nel febbraio 1992 da elicotteri sionisti assieme agli
uomini della propria scorta e l’ex leader religioso del partito per il sud ,
Sheick Ragheb Harb, assieme ovviamente a tutti i combattenti che sono caduti,
armi in mano, contro l’invasore e senza omettere di ricordare che – a distanza
di dieci anni dal ritiro israeliano – vi sono ancora decine di libanesi e di
palestinesi catturati nel paese dei cedri e trasferiti nel sistema carcerario
sionista oltrefrontiera.

A dieci anni da quella primavera Hizb’Allah ha celebrato lo scorso 25 maggio
la guerra di liberazione del Libano meridionale: davanti a migliaia di
sostenitori il segretario generale del Partito di Dio, Sayyed Hassan Nasrallah,
ha ribadito che le armi della Resistenza sono sempre rivolte contro il nemico
sionista e a difesa del Libano. Sottolineando che niente è mutato dalla tregua
dell’agosto 2006 che pose fine a un mese di combattimenti ed alla aggressione
vile lanciata dall’ex premier israeliano Ehud Olmert contro il paese dei cedri,
Nasrallah ha dichiarato che la Resistenza non rinuncerà a colpire ed affondare
tutte le imbarcazioni – civili, militari e commerciali – che transiteranno al
largo di “Israele” e nel mar Rosso in caso di un nuovo conflitto che – secondo
quanto riportano le agenzia stampa libanesi ed i media arabi – viene dato come
prossimo.

“Possiamo avvistare – ha dichiarato Nasrallah davanti ad una platea di
migliaia di simpatizzanti della Resistenza -, bombardare e distruggere le
vostre navi e tutte le imbarcazioni battenti bandiera israeliana e quelle che
attraccheranno in uno qualsiasi dei porti delle coste palestinesi da nord a
sud” ribadendo che il Partito di Dio è “determinato a entrare in questo nuovo
terreno di scontro, se torneranno ad assediare la nostra costa”.
A inizio aprile il presidente Shimon Peres ha accusato Damasco di fornire
missili Scud al movimento sciita libanese, in possesso di 40.000 razzi, di cui
molti pronti a colpire le città dello Stato ebraico. Tra le principali accuse
rivolte dai sionisti contro Hizb’Allah ed il suo alleato siriano anche quello -
smentito seccamente da Nasrallah – di un traffico di Scud. Secondo il Partito
di Dio questa campagna propagandistica sionista prepara il terreno per un nuovo
conflitto: “sono menzogne e false tutte le accuse provenienti dallo stato
ebraico” ha ribadito Nasrallah “il loro obiettivo è quello di aumentare il
finanziamento da parte americana dei loro arsenali militari”.
Secondo il Segretario Generale esiste una tensione latente in tutta la regione
che non può sfociare in maniera inevitabile in una nuova aggressione sionista
contro Gaza ed il Libano meridionale: “siamo pronti e addestrati a sufficienza
per rispondere colpo su colpo” ha commentato Nasrallah sostenendo che la
prossima sarà “la guerra decisiva” che porterà i sionisti “sull’orlo del
baratro”.

Le cerimonie per il decennale della liberazione del sud, svoltesi in molte
città del Libano, sono state ‘benedette’ da un discorso augurale del Presidente
della Repubblica, Gen. Michel Souleiman, che ha ricordato il sacrificio di
sangue ed il coraggio dei tanti patrioti libanesi “caduti per una causa giusta
e in una difesa sincera della patria” ricordando come “eroi e combattenti” i
militanti della Resistenza e le sofferenze ed i lutti patiti dalla popolazione
libanese durante gli anni difficili dell’occupazione israeliana delle regioni
meridionali.
Per due giorni è stato proclamata la festa nazionale mentre radio e
televisioni mandavano in onda canti patriottici e immagini del passato. Un
passato che nessuno in Libano vuol tornare a rivivere. Un passato che nessuno
dimentica. Un passato che ha consacrato l’unità d’azione, d’intenti e la
cooperazione ai massimi livelli tra Istituzioni nazionali, Forze Armate
nazionali e Resistenza Islamica.

Oggi il Libano è uno Stato libero che aspira a riprendersi i territori ancora
sotto occupazione sionista (le fattorie di She’eba, il villaggio di Kfar Shouba
e quello di Ghajar occupato quattro anni fa durante l’aggressione del luglio
2006)…un diritto inalienabile della nazione libanese ed una promessa che gli
uomini di Hizb’Allah manterranno per adempiere ad una consegna per la quale il
partito sciita filo-iraniano è operativo da 28 anni: liberare il paese ed
assicurarne la sicurezza alle frontiere meridionali.

La ‘partita’ tra Libano e entità criminale sionista non è finita: non lo sarà
fino a quando un lembo di terra libanese sarà sottoposto ad occupazione
sionista. Non potrà esserlo fintanto che il regime d’occupazione israeliano
continuerà a rappresentare una fonte di instabilità, violenza, terrorismo per
tutta la regione del Vicino Oriente e la principale macchina di morte puntata
al cuore del popolo palestinese martire.


Link alla pagina:
Decennale liberazione Libano meridionale - Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/04/decennale-liberazione-libano-meridionale/)
Decennale liberazione Libano meridionale - Italia Sociale (http://www.italiasociale.net/alzozero10/az070610-1.html)

Boris
09-06-10, 12:44
Si è trattato di un problema del forum:
http://forum.politicainrete.net/troubleshooting/65306-forum-ripristinato.html

Ottimo. Non seguo spesso quindi qualcosa mi sfugge però ho notato che è stato cancellato il moderatore Max Red II : è successo qualcosa che non so?

Lupo hai letto anche l'articolo di "Libero" di ieri mattina? Più o meno è simile a quello del "Foglio" che hai postato qualche giorno fa. C'è un vero e proprio fuoco di fila dei quotidiani di centro-destra contro Angela Lano e le sue presunte amicizie "antisemite" e "naziste". Brutta aria...

Boris
09-06-10, 12:51
Così saprà che Nemesis lo saluta :14: ,
qui Noi ce lo ricordiamo tutti :3318:

http://image3.examiner.com/images/blog/EXID32018/images/resized_Masonic.jpg

Una domanda che volevo farti già l'altro giorno: ma quest'edificio cosa rappresenta Freezer? Sembra un monumento funebre...:chefico:

Lupo
09-06-10, 13:17
Ottimo. Non seguo spesso quindi qualcosa mi sfugge però ho notato che è stato cancellato il moderatore Max Red II : è successo qualcosa che non so?

Non ho seguito da vicino ... credo ci sia stata su Etnonazionalismo una discussione a tinte razziste un pò forti tant'è che un Supermod. è intervenuto cancellando un tot di post e bannando un tot di utenti (Taliban, Luponelvento ed altri credo).
Poi è intervenuta l'Amministrazione che ha rimosso Max Red II dalla moderazione del forum perchè ha permesso tale discussione senza intervenire ... credo.

Lupo
09-06-10, 13:29
Lupo hai letto anche l'articolo di "Libero" di ieri mattina? Più o meno è simile a quello del "Foglio" che hai postato qualche giorno fa. C'è un vero e proprio fuoco di fila dei quotidiani di centro-destra contro Angela Lano e le sue presunte amicizie "antisemite" e "naziste". Brutta aria...


La risposta di Terra Santa Libera.

http://www.terrasantalibera.org/israel_press_freedom_by_latuff2.jpg
Ovvero, la dittatura strisciante che avanza in Italia, con la complicità di un giornalismo senza scrupoli e senza etica professionale, prono e obbediente ai padroni dell'informazione deviata. Come nel nostro Paese ribaltare la verità, diffamare a mezzo stampa, incitare all'odio personale nei confronti di freelancers scomodi, siano diventate le regole su cui si basa la nuova deontologia giornalistica, che si scandalizza quando vengono toccati i propri feudi (che rendono loro milioni di euro l'anno, dei contribuenti ovviamente), ma che non si vergogna di voler negare ad altri ciò che invoca per se stessa, usando mezzi subdoli e fraudolentemente scorretti.

Quando si dice che la madre dei cretini e' sempre incinta...non ci si rende conto di quanto sia vero e attuale tale detto popolare.

Assistiamo infatti ad una vera gara a chi, tra le testate giornalistiche nazionali, spara più asinerie, falsita', delazioni e diffamazioni.
Addirittura su Libero di oggi, 8 giugno 2010, veniamo definiti “compagni e di sinistra”.
Questa la mettiamo nel barzellettiere, mentre altri ci accusano di “neonazismo”.

Non c’è che dire, i nostri denigratori hanno le idee veramente chiare.

E’ evidente a chiunque ci conosca un poco, ma anche a chi per la prima volta visiti il nostro portale libero, veramente libero e non solo sfruttando parole ad effetto e di facciata, che le definizioni “destra” e “sinistra” ci stiano proprio strette. Se poi i riferimenti a “destra”, “sinistra”, o “centro”, sono relativi agli attuali schieramenti parlamentari, di governo ed opposizione, allora cari redattori state proprio navigando in alto mare e con nebbia molto fitta.

Ma tant’è, da chi ha una visione delle cose troppo ristretta, della politica, dei rapporti, della realtà geopolitica in campo, delle regie dei poteri forti e globalizzanti, non ci si potrebbe aspettare di meglio e di più: quello è di “sinistra”, quell’altro è un “camerata”, sono “pacifisti amici dei terroristi”, e tutto l’armamentario della delazione e della diffamazione di bassa lega.

Ma quel che è peggio, questa martellante insistenza, presso i poveri lettori dei quotidiani, nel catalogare rigidamente tutto in schemi prefissati e logori, che andavano bene per l’Italia del dopoguerra, ma che non possono reggere la quotidianità e dinamicità delle realta odierne, condiziona il libero esame e l’analisi disincantata delle problematiche, delle cause, dei registi, di chi ne trae profitto e di chi invece ne fa le spese.

Le spese le fa sempre il lettore/elettore che ingenuamente e con fiducia si affida a quel che dicono i menestrelli dell’informazione accreditata.

Ed è a loro infatti che ci rivolgiamo oggi, ai lettori di Libero, del Giornale, del Foglio.

Copia di questo testo/lettera aperta è stata inviata anche alle sopra citate redazioni.

Proprio noi, che sino a poco tempo fa eravamo soliti leggere sotto l’ombrellone proprio Il Giornale e Libero, anche se tappandoci a volte il naso per la puzza di partigianeria, d’oltreoceano e d’oltremediterraneo che vi si respira, vogliamo rivolgerci a quei lettori che sotto l’ombrellone leggevano gli stessi articoli, forse senza coglierne sempre la faziosità che li allontanava dalla verità.

Cari lettori di queste testate “di destra”, ma anche a coloro di quelle “di sinistra”, non fatevi imbrogliare, usate il vostro cervello, approfondite quel che dicono i vostri “beniamini”, diffidate di queste campagne stampa da caccia alle streghe che criminalizzano ciò che non conoscete. Diffidate di tutto, anche di noi, e verificate sempre le fonti delle notizie, anche quelle che vi propinano come “libere” e “indipendenti”.

Analizzeremo ora, passo passo, tutte le falsità, scorrettezze, diffamazioni che vi sono state proposte da tali testate giornalistiche.
I nostri avvocati stanno facendo altrettanto.

Perchè non basta che alcune bugie siano scritte su delle testate nazionali per farle diventare vere, e non basta neppure ripeterle con un passaparola da una redazione all’altra per renderle credibili. E nemmeno una conferenza stampa a Montecitorio può cambiare il senso universale dei termini, delle parole, o delle cose.

Una falsità resta una falsità e per farla diventare vera ci vogliono fatti e dimostrazioni, prove: tutte cose che questi signori non hanno e non potranno mai avere.
Qui sta la nostra forza e la nostra sicurezza, la serenità con cui affrontiamo battaglie che possono sembrare più grandi di noi.

Ciò che fa diventare speciali e scandalose cose che un tempo erano solo normali è che esse siano sempre più cosa rara di questi tempi, dove assistiamo al capovolgimento sistematico e fraudolendo dei termini, dei concetti universali, dell’etica. Viviamo il tempo in cui ciò che è male viene chiamato bene, quel che è falso vien proposto come vero, l’etica di vita lascia il posto a quella mortifera, i corrotti vengono presi ad esempio d’onestà, le virtù lasciano il passo alle perversioni, la perfidia subentra alla sincerità, gli operatori di pace e di bene vengono messi alla berlina e calunniati, i giovani sono spinti a ribellarsi ai consigli degli anziani, gli uomini voglioni essere donne e le donne uomini, gli aguzzini fanno le vittime e le vittime vengono presentate come carnefici: Babilonia, Sodoma e Gomorra, unite in un trittico sullo sfondo di metropoli alla deriva ed inquinate, mentre il potente, colui che è dotato di grandi mezzi e autorità, che dovrebbe proteggere questo pianeta ed i suoi popoli, per il bene comune, ne è invece il tiranno pluriomicida, che avvelena i mari, il cielo, la terra, gli animi delle creature, con petrolio, uranio impoverito e menzogne.

Impossibile non scorgere nel fumo delle macerie di questa civiltà l’antico serpente, che tiene al laccio i cuori e le menti più deboli e degenerate, che per un’oncia d’oro, per avidità di potere e di conquista terrena, non hanno esitato a vendergli l’anima.

Ma cominciamo con il ritornello di “Angela Lano che collabora e firma per Terrasantalibera.org”. Bugia e dichiarazione non comprovabile.

Le relazioni che ci sono tra l’apparire del nome di un autore su una testata giornalistica cartacea e l’apparire di nomi d’autori su siti, portali, blogs on line, non sono le stesse. Nel primo caso esso fa parte di una redazione giornalistica reale e riconosciuta (con tutti i vantaggi e svantaggi che questo comporta), nel secondo caso invece si tratta solo dell’apparizione virtuale e della veicolazione in rete di notizie che sono di dominio pubblico per chi naviga, e che vengono riprodotte e rimbalzate su decine, centinaia, migliaia di portali e servers. Senza alcun vantaggio.

Nel mondo del web, differentemente dalle testate giornalistiche ufficiali (quelle che si beccano fior fior di quattrini per indottrinarvi), non è necessario che l’autore di un articolo o un testo sia parte della gestione di un sito affinchè il suo pezzo sia pubblicato: è sufficiente che tale articolo non sia protetto dal copyright (altrimewnti basta una segnalazione e l’articolo viene semplicemente rimosso) e nel riproporlo su altri siti web esso sia riportato fedelmente così com’è, senza aggiunte o modifiche che possano alterarne il senso, che siano citati autore e fonte, oltre al link dal quale tale articolo è stato tratto.

Ora andatevi a cercare, su TerraSantaLibera-HolyLandFree (http://www.terrasantalibera.org) , tutti gli articoli a firma Angela Lano e vedrete che ognuno di essi riporta a fondo pagina il link esatto da dove tale testo è stato tratto: tutti sono riconducibili a Infopal Agenzia stampa informazione Palestina, Territori palestinesi occupati, Striscia di Gaza (http://www.infopal.it)

Lo stesso discorso vale per molti altri articoli di altri autori di altri siti web.



Terrasantalibera.org è un sito che si propone di raccogliere alcuni tra i più qualificanti articoli e testi che dicano cose diverse da quelle con cui purtroppo siamo abituati ad essere costantemente bombardati, sulla TerraSanta come su altre problematiche che paiono scollegate tra loro (almeno così vorrebbero farci credere) ma che invece sono relazionate. Il fine di questa carrellata di articoli e informazioni e quello che si possa riuscire a dare una più ampia visione delle cose, della politica, dei conflitti in corso, delle ideologie che li animano, svincoalata dal “politicamente corretto”, il quale non può dare ai lettori il vero senso dello scontro in atto, sia perchè le redazioni sono legate a forti interessi di parte, sia perchè devono rispondere ad un elettorato sul quale è mirata la campagna di propaganda e lavaggio del cervello.

Noi non abbiamo questo problema, perchè non ci rivolgiamo ad un elettorato in particolare, e perchè non abbiamo interessi occulti da proteggere.
Quello che vedete è quello che è. Punto. Nessun interesse, nè elettorale, nè di fazione. Non rispondiamo ad alcun padrone e non becchiamo una lira per il lavoro che facciamo. Ma allora chi ve lo fa fare? ci chiederà il redattore di bottega: la passione e l'amore per le cose vere, per le cause di giustizia universale, per la libertà di cronaca ed espressione, per carità.




Fatte queste precisazioni doverose, specie quelle sulle regole per poter riproporre liberamente articoli che sono liberamente in rete, nel rispetto di quella deontologia ben nota agli operatori del web , ora possiamo addentrarci nella jungla di accuse e infamità che ci vengono rivolte ingiustamente. Seguiteci e alla fine quando vi trovere tra le mani una copia di questi quotidiani la leggerete con maggior circospezione e magari tra le righe leggerete quel che prima non avevate notato.

Si dice che avremmo attaccato duramente i suddetti quotidiani e parlamentari israelo-italiani. Questo è un chiaro stravolgere i termini, in quanto noi, tali persone e giornali, neppure li consideravamo, non reputandoli così importanti, come essi si credono. Son quelli per cui altri giornalisti ed autori prima di noi hanno coniato il termine, con licenza poetica e d’ironia satirica concessa a tutti oggi, tanto più ad uno scrittore (perchè tale è chi sta compilando queste righe), di “nani e ballerine”, per indicare una corte di addetti all’intrattenimento sociale, ma che non si ritiene il caso di considerare quali attori protagonisti o portatori di notizie, perchè comparse e perchè divulgatori di infomazioni manipolate e di parte, quindi non completamente attendibili: nani e ballerine appunto, con tutto il rispetto duvuto ai nani e alle ballerine, non considerando tali termini offensivi, ma solo qualificativi.

E vero invece il contrario, e cioè che tali personaggi hanno duramente attaccato, senza motivo, diffondendo falsità, scorrettezze e calunnie al nostro indirizzo. Tutto ciò è comprovabile, a differenza delle loro illazioni, e i nostri legali sono in questo senso tranquilli ed in una botte di ferro.

Siamo noi ad essere stati insultati nel nostro lavoro di volontariato disinteressato, nel porgere notizie altrimenti introvabili su questi ngiornali supercensurati e partigiani.

La verità non sta solo a “destra a sinistra o al centro”: essa è super partes e va detta anche se può risultare sconveniente per la parte che si presume di rappresentare.

Questo è detto senza scopo polemico, offensivo o saccente verso mostri sacri del giornalismo italiano come Ferrara o Feltri, o per i giornalisti che per loro lavorano scrivono e di cui non ci ricordiamo sinceramente i nomi, che dobbiamo andare a rileggerci in continuazione, essendo essi emeriti sconosciuti alla ribalta di questo cabaret mediatico. Un umile consiglio a questi ultimi: se volete fare carriera siete sulla strada giusta, obbedendo a chi vi allunga la pagnotta, ed in ciò avete la nostra umana comprensione, essendo tempi duri questi. Ma se desidererete un giorno anche potervi guardare con maggior rispetto allo specchio la mattina, sarete costretti a fare scelte sconvenienti, decidendo di aprire un giornale per conto vostro, magari on line, un nblog, dove poter lavorare con maggior onestà intellettuale. In USA e nel mondo è pieno di giornalisti che operano in questo modo, ed è grazie a loro se riusciamo ad avere notizie non tossiche da poter tradurre in italiano, perchè in Patria i profeti ed i portatori di notizie vere sono sempre stati sgraditi e perseguitati.

Andando avanti, riscontriamo che tutti ci rinfacciano l’accusa di aver pubblicato da qualche parte sul nostro sito la frase “l’ebreo De Benedetti” o “il filosionista ebreo De Benedetti”. E allora? Da quando dire “ebreo” o “cristiano” o musulmano” o “Siciliano” o “rumeno” o “buddista” o “palestinese” è considerato un insulto? In certi contesti è necessaria la precisazione: come lo fu durante la campagna contri preti pedofili (che era ora venissero emarginati e rimossi dalle loro sedi), che veniva però aizzata e inferiocita a dismisura con saliente e appassionata determinazione e fuoco d’artigleria proprio da testate giornalistiche che, guarda caso, sono di proprietà di famiglie israelite: lo è per Repubblica come lo è per il New York Times, e siccome è atavicamente noto il dente avvelenato verso la Chiesa Cattolica da parte di tali cartelli, non vi troviamo nulla di offensivo nello specificare la famiglia culturale d'appartennza, cosa importante da conoscersi, sia che si tratti di un businessman russo, che di un latifondista nobile siciliano, che dell'editore ebreo De Benedetti, anzi riteniamo tale precisazione doverosa così come lo è quando si dice “il laicista tal dei tali”.

Chi non ha poi assistito alla scomposta reazione della comunità ebraica nella sua quasi totalità, quando Padre Lombardi (non un naziskin) ha accennato alla lettera ricevuta da un amico ebreo americano (si noti: un amico ebreo e americano, non musulamno e palestinese) che paragonava tali attacchi feroci alla Chiesa, nella sua interezza, da parte dei media, all’antisemitismo culturale. Apriti cielo!

Nessuno a sottolineare, tra quest’intelligentia a gettone e a intermittenza, che se proprio queste comuniutà ebraiche volevano prendersela con qualcuno, era con il loro correligionario americano, non con Padre Lombardi, che esterrefatto assistiva alla scena d’isterismo collettivo, ritirandosi e scusandosi intimorito.

Per tornare ancora su “l’ebreo De Benedetti”, facendo un “cerca” nel motore di ricerca interno, che si trova in testa a sinistra sul sito di Terrasantalibera.org, chi ha riportato con falso sdegno tale affermazione, ripetiamo come sopra legittima, ha sicuramente preso nota da chi siano partite tali parole e lo fonte internet.

Perchè si tratta una citazione del compianto professore di lingue e scrittore, nostro amico prematuramente scomparso per un male incurabile poco più di un anno fa, Mauro Manno, persona assolutamente onesta e buona, per nulla razzista, come nessuno tra noi lo è, anche se vi vogliono far credere falsamente il contrario, il quale ha pubblicato l’articolo imputato, non su TerraSantaLibera.org, ma su un altro portale, alcuni anni fa: Tlaxcala, una rete di traduttori che opera on line per rendere accessibili a tutti testi altrimenti riservati ad una ristretta elite, ma di grande interesse, per chi non si accontenta di un’informazione limitata ed a senso unico.

Quindi altra bufala e scorrettezza da parte di quei giornalisti che ci lanciano tali accuse inesistenti, in quanto per citare tale sconveniente frase, “l’ebreo De Benedetti”, essi devono aver consultato la pagina relativa, prendendo nota che tale affermazione non proveniva da collaboratori del nostro portale web, ma da autori che operavano su altri siti, dei quali sono citati chiaramente i links.

Lo stesso discorso vale per tutte le altre citazioni accusatrici che provengono da questi novelli inquisitori, che si presentano a voi nelle vesti di paladini difensori delle libertà, della pluralità e del multiculturalismo.

Tutte sono protese a calunniare e dare un’immagine non reale del sito che rappresentiamo e del lavoro che con esso ci riproponiamoi di fare.

Quando essi parlano dicendo che noi abbiamo pubblicato ed esaltiamo i “Procolli dei Savi Anziani di Sion”, non dicono il vero.

Il testo in oggetto è stato reperito in rete, sia nella versione italiana che inglese, e sempre in rete esso è liberamente consultabile su decine e decine di portali, alcuni universitari, altri editoriali, oltre che essere disponibile in molte librerie.

E’ un testo storico, vero o falso che sia, che come ogni testo, storico o moderno, vero o falso, deve poter esser liberamente consultabile e analizzabile, criticabile, o rigettabile se inutile. Ma per nessun motivo noi possiamo accettare di riconoscere come vero o falso qualche cosa che non abbiamo la possibilità di verificare, di leggere. Come abbiamo detto anche in un altro editoriale, per qualsiasi libro e testo valgono i medesimi principi di eccessibiltà alle fonti che si voglioni esaminare e giudicare, si tratti della Bibbia o del Corano, del Talmud o dei Diari di Anna Frank, dei Gialli Mondadori o dei Fantascientifici Urania, Di Topolino e della Divina Commedia. Non posso giudicare ciò che mi è impedito di leggere.

A noi della Redazione di TerraSantaLibera.org, che “I Protocolli” siano veri o falsi, come molti storici si accapigliano a dimostrare, con differenti posizioni e indagini, non importa assolutamente nulla: quel che preme è che qualsiasi testo, specie i più controversi, sia accessibile a tutti per la lettura e analisi critica. Punto.

Chi vorrebbe impedire tutto ciò è animato invece da malafede e animosità: se questi maledetti “Procolli” sono così falsi, come i nostri accusatori sostengono, e se dimostrarlo è cosa così ovvia e naturale, perchè accanirsi tanto contro chi li vorrebbe leggere, permettendo anche ad altri di farlo???

Noi sentiamo puzza d’imbroglio e limitazione alle libertà personali, di studio e di ricerca, o anche solo di diletto e curiosità.

Per agevolare l’eventuale legislatore, che ci auguriamo si occuperà del nostro caso, soprattutto perchè sul banco degli imputati vogliamo portare i nostri detrattori, calunniatori e diffamatori, e per dare un segno di buona volontà, abbiamo rimosso i “Procolli” della malora, lasciando una traccia per chi fosse comunque interessato a leggerli, anche solo per curiosità, su altri siti web, blogs, o acquistarli in libreria. Contenti???

Discorso analogo per il terribile Statuto di Hamas (che mr. Erdogan, membro NATO e corteggiato per lungo tempo dalla UE, non reputa organizzazione “terroristica” ma di Resistenza, in un contesto bellico: altrimenti anche Israele, ed in modo peggiore, potrebbe essere accusata di “terrorismo” per i molti eccidi di civili palestinesi non-belligeranti: questo è infatti il senso della parola “terrorismo”, mietere vittime tra la popolazione civile non-belligerante, attività nella quale Israele con le sue varie milizie è specialista e le prove non mancano, anzi c’è una ricchissima casistica in tal senso, testi e audio-visiva), con il quale i nostri lettori si “delizierebbero”, a sentire l’articolista de Il Giornale.

Ma questi signori si rendono conto di quello che dicono, lo verificano, o semplicemente, facendo leva sull’ignoranza e sul fatto che nessuno andrà a controllare, fanno opera di terrorismo psicologico sui lettori sprovveduti.

Perchè è facile verificare che tale testo non è neppure stato tratto dal sito ufficiale di Hamas, che non sappiamo neppure quale sia, ma dal portale del CESNUR, il centro di Ricerca sulle Nuove Religioni, che si occupa di tutti, dalla New Age al Satanismo alle più svariate tendenze religiose, pure cattoliche, e che riporta anche questo testo di Hamas.
Al CESNUR ha collaborato o collabora tutt’ora una penna di spicco, Massimo Introvigne, la cui adesione alle posizioni di Hamas o filoislamiche ci sembra veramente improbabile.

Chi si reca sulla nostra pagina incriminata potrà verificare egli stesso tale semplice verità e accedere allo Statuto di Hamas direttamente sul sito del CESNUR.
Noi ne abbiamo copia salvata (di questi tempi di caccia alle streghe non si sa mai…) ed in caso di rimozione dal portale del CESNUR la riproporremo a nostra volta.

Vale ancora e pure in quest’occasione lo stesso principio di libertà di informazione e ricerca, per cui la nostra adesione o critica a questa o quella proposizione può avvenire solo conoscendola e avendone preso atto, non essendone all’oscuro.

Ci sono poi quelli a cui piace procedere come gli asini, col paraocchi, liberissimi di farlo, ma non vengano ad imporre i paraocchi anche a chi non servono e non ne vuole.

Veniamo all’accusa di “negazionismo”? E dove sarebbero i nostri editoriali che affermano tale teoria assurda? Non ci sono. E neppure esistono quelli che ci possano additare come “revisionisti”. Non è mai stato argomento che ci abbia solleticato. A noi interessano soprattutto i problemi inerenti alle sofferenze che patiscono i popoli oggi, e siamo meno interessati ad affrontare quelli delle sofferenze dei popoli di un secolo fa. Non perchè siano stati meno “sofferenti”, ma perchè li riteniamo meno interessanti e attuali. Sono i problemi di chi soffre oggi a dover essere risolti, altrimenti non serve a nulla fare memoria di un solo passato, se poi lo si ripropone tale e quale ai giorni nostri ai danni di un altro popolo, di un’altra etnia.
Perchè milioni di confinati in due ghetti, quello di Gaza e quello del West Bank, come li vogliamo definire se non prigionieri in Campi di Concentramento? E non siamo solo noi a dirlo, che l’abbiamo visto coi nostri occhi, ma molti osservatori internazionali ebrei, cristiani, musulmani, ex-Presidenti americani, e ci sono tonnellate di documenti, foto, filmati che lo dimostrano inequivocabilmente.
Oggi pare che solo USA, Italia e Olanda non se ne vogliano accorgere: possibile che tutto il resto del Mondo sia un pericoloso fiancheggiatore dei terroristi e solo questo esecutivo italiano di berluscones sia invece giusto e santo? Abbiamo i nostri seri dubbi in merito.

Le accuse più infamanti di tutte, che rivolteremo contro chi ci diffama pubblicamente a mezzo stampa, sono quelle di “negatori dell’olocausto” e di essere “antisemiti”.

La prima è facilmente risibile, in quanto non esiste un solo documento a firma della nostra Redazione che affermi tale concetto. Che poi siano riportati un paio di articoli, su centinaia pubblicati, a firma di “revisionisti”, non vuol dire proprio nulla, in quanto in tali articoli non viene affrontato tale argomento, ma si parla solo di Palestina.

Quel che poi tali autori hanno dichiarato altrove è affar loro e non ci compete.

Fare quindi un’associazione forzata di idee in tal senso è definibile come un affronto alla regola base della continenza formale, che dovrebbe essere il pilastro base per un serio giornalismo. Il che vuol dire che qui non abbiamo a che fare con un giornalismo serio, ma con una pianificata azione di propaganda.

Cosa si intende poi per “antisemitismo”???
Perchè per lanciare accuse di questo tipo, che coinvolgono l’essere affetti da razzismo biologico, cosa dalla quale siamo esenti, si deve anche avere una precisa cognizione della definizione del termine “antisemita”.

Se antisemita è colui che detesta la razza semitica, perchè questo è il senso del vocabolo, non ci può calzare. Primo non siamo mai stati razzisti, secondo sosteniamo il principio di libertà, giustizia, indipendenza del popolo di Terra Santa di Palestina, in confini propri e sicuri, con tutte le rivendicazioni umanitarie che ne conseguono, incluso il rientro dei profughi arabi cacciati dal territorio Palestinese, nonchè l’internazionalizazione di Gerusalemme indivisa, come prevedono le risoluzioni ONU.

Si da il caso poi che il popolo arabo palestinese sia di sicuro ceppo semitico.

Come potremmo dunque essere antisemiti noi, sostenendo la causa umanitaria di un intero popolo semitico???
Ci sembra veramente un controsenso.

Ancora: siamo noi ad invocare la pulizia etnica della Palestina storica da arabi o ebrei??? Assolutamente no.

E chi è che invece fa del proprio Stato un’esclusività razziale ed etnocratica, tant’è che è da tutti denominato “Stato Ebraico”??? Israele.

Chi è che rinchiude in gabbie a cielo aperto e ne bombarda in massa la popolazione semitica araba??? (1300 morti nell’ultimo attacco al Libano e circa 1500morti in quello a Gaza nel 2008/2009 di cui quasi 500 bambini).

Risposta: Israele.

A chi va quindi rigettata tale accusa perfida ed infamante, quanto falsa???

Ad Israele ed a quanti con il loro sconsiderato comportamento ne coprono i crimini contro l’umanità, dimostrandosi complici di azioni dai risvolti mostruosi: quali quelli delle nascite di bambini deformi, che sono sempre più numerosi a Gaza dopo la scorsa Operazione Piombo fuso (2008/2009), in cui con la benedizione dei rabbini israeliani (abbiamo un ricco repertorio fotografico in tal senso che lo dimostra e presto lo riproporremo) Israele ha disseminato il terreno e le falde acquifere di Palestina e Gaza con agenti chimici e armi di distruzione di massa bandite da tutte le convenzioni internazionali.
Malattie sconosciute e deformazioni congenite di massa stanno decimando e rendendo invalida una intera popolazione, la quale tra breve dovrà fare i conti con nuove forme tumorali e altre delizie che abbrevierenno la vita a molti. Una popolazione comunque con una percentuale altissima di storpi causati dai recenti bombardamenti. Le navi della Freedom Flotilla portavano tra l'altro centinaia di sedie a rotelle motorizzate.

Antisemita è quindi la politica israeliana e di questo esecutivo.

Antisemita è l’atteggiamento di chi copre e difende tali politiche terroristiche e criminali.

Antisemiti sono quei parlamentari e giornalisti che, approfittando della posizione di potere che hanno, creano diversivi come questo, che ci vede falsamente accusati del nulla assoluto, per distogliere la vostra attenzione dalla verità, quella stessa verità che li seppellirà di ridicolo e vera infamia.

Dobbiamo andare avanti o basta così per dimostrare la faziosità ed infondatezza delle accuse lanciate nei nostri confronti? Perchè è chiaro anche ad un cieco che ad essere stati attaccati ingiustamente e coperti di infamia e fango siamo stati noi e non loro.

Ma torniamo a quello che dicevamo all’inizio: sono i tempi del rovesciamento delle parti.

Dispiace che per un falso concetto di “diaologo”, e pure per viltà, molti si sentano impediti a chiamare le cose col loro nome, esprimendosi con sincerità e fuori dai denti, specie quando si tratta di certe caste e lobby…con le quali si dialoga, si dialoga, mentre queste ti fregano, ti fregano e se ne fregano.

Dispiace pure che qualche anziano, giunto al traguardo della sua vita, sia stato arruolato, involontariamente da parte sua ne siamo certi, tra le file di chi è complice, in modo ideologicamente raffinato (l'infiltrazione tra le file del dissenso da parte di falsi dissidenti è storia), dell’oppressione di un intero popolo, quello arabo palestinese. Quando si diventa anziani in genere si matura un certo disincanto e indipendenza di giudizio, e ci si libera da pressioni esterne che ci vorrebbero condizionare. Si dovrebbe essere più coraggiosi nelle decisioni, proprio perchè si sa che ormai c’è ben poco da perdere. Ma in qualche caso si cade vittime dei proprio pregiudizi, dei propri schemi mentali arruginiti, delle pressioni di persone ed organizzazioni che manipolano e condizionano speculativamente.

Essi, adulati e vezzeggiati, fanno così scelte opportuniste e un po’ codarde, lasciando amici di lunga data proprio nel momento del bisogno ed in cui maggiormente necessiterebbe invece l’unità, per prestarsi al solito gioco del divide et impera, che non può sicuramente fare in questo momento gli interessi della causa che ci si ripropone, a parole, di rappresentare.
Questo anziano rappresenta solo se stesso, dando un pessimo esempio di solidarietà e dimostrazione di quel poco che vale come uomo.

Gli amici, anche se pensiamo che sbaglino o abbiano sbagliato, non si lasciano nel momento del bisogno. Questa è una regola universale, che una persona corretta, ed uomo che si possa definire veramente tale, dovrebbe conoscere bene. Evidentemente questo personaggio era un bluff. Ora l’abbiamo capito. Meglio così

La conclusione.

Visti i capi d’accusa inconsistenti, i Procolli, lo Statuto di Hamas, l’ebreo De Benedetti, l’antisemitismo, il negazionismo, e tutto l’armamentario spuntato di cui si sono serviti e si servono parlamentari filoisraeliani, rainews24, giornalisti, con tutto il loro seguito di acchiappamosche e portaborse, la domanda che ci sorge spontanea, e che dovrebbe sorgere anche a voi, è: ma perchè allora tutto questo accanimento contro TerraSantaLibera.org?

Quale è stato il peccato mortale per cui voler punire TerraSantaLibera.org???

E’ stato quello di essere liberi, fuori dagli schemi, e soprattutto di proporre, con successo, l’unità delle forze antisioniste, indipendentemente dalle loro identita’ personali, ideali, politiche, confessionali. L’unita’ di coloro che sono, anche e soprattutto sul web, contro l’occupazione coloniale della Palestina e della Terra Santa da parte di un esercito di coloni stranieri, per una soluzione giusta del problema israelo-palestinese e la restituzione delle terre rubate, a cominciare da Gerusalemme.

C’è una falsa concezione diffusa, che è quella secondo la quale essere cristiani o cattolici vuol dire essere appiattiti e intimoriti di fronte a chi, brandendo le FALSE armi dell’antisemitismo e del negazionismo, tanto più se di religione giudaica o di razza ebraica, ci vorrebbe zittire e criminalizzare.

Sono tentativi di sensi di colpa che noi non nutriamo, per il semplice motivo che abbiamo le coscienze pulite e l’animo sereno. Non nabbiamo commesso questi peccati e anche li avessimo commessi, non è a Nirenstein, Ferrara o Feltri che ne dobbiamo rendere conto e confessarli.
Non sono i nostri sacerdoti e la loro falsa religione non ci interessa.

Noi siamo cattolici, e lo siamo con fierezza e convinzione, ma non siamo scemi, nè paurosi per eventuali accuse infamanti che qualche membro della comunità ebraica ci potrebbe scagliare contro.

Le loro sono chiacchiere scritte sull’acqua, parole e accuse d’aria fritta.

Il vero antisemitismo lo creano queste comunità, non tutte per fortuna, con la loro disonestà intellettuale, le quali invece di accusare i propri correligionari per i crimini contro l’umanità commessi, i quali portano solo insicurezza a tutto Israele ed alle comunità ebraiche nel mondo, li giustificano e proteggono a qualunque costo, anche di fronte all’evidenza più lampante di atti delittuosi commessi ai danni di civili, donne e bambini. Affamare un popolo ed impedirgli l’accesso alle medicine e beni di prima necessità è una cattiveria pura, che nessun essere umano può giustificare, ebreo, musulmano, cristiano o ateo che sia.

Questo è il peccato che non ci si può perdonare: l’essere andati oltre e al di là della nostra identità, fede, ideale, e senza rinnegare uno iota di esse, avere aperto strade nuove di alleanze e coalizioni anche con fratelli di fedi diverse, di diverse posizioni politiche, accomunati non da un falso e melassoso quanto inconcludente “dialogo impossibile” (la mia fede non può essere oggetto di dialogo o compromesso e non lo pretendo neppure per gli altri) ma da una passione ed un sincero amore per la giustizia universale dei popoli, liberi e indipendenti entro i confini delle loro proprie Nazioni; dall’amore per la Terra Santa che, come dice il Patriarca ortososso di Gerusalemme, “vive sotto la tirannia di una falsa promessa”.

Come Monsignor Capucci da anni ci battiamo e lavoriamo per la collaborazione onesta e disinteressata tra tutte le forze antagoniste allo strapotere della Israel Lobby ("la forza di Israele non è assoluta: è forte solo perché noi siamo deboli, e la nostra debolezza deriva solo dalla nostra dispersione", Mons Capucci, 3 giugno 2010).

Questo, cari utenti del web e lettori, operatori sociali, attivisti e volontari, giornalisti e parlamentari, politici, nani e ballerine, è il vero motivo dell’attacco a TerraSantaLibera.org che in questi anni, lo ricordiamo, ha portato serenità e speranza in tante famiglie arabe, cristiane e musulmane, in serie difficoltà, ha salvato vite di madri di famiglia vedove e con molti bambini, ha aiutato la vita e non la morte, sponsorizzando come abbiamo pututo il Caritas Baby Hospital: le suore ed il personale medico e paramedico di Betlemme ne sono testimoni.

TerraSantaLibera.org mantiene agli studi alcuni bambini di famiglie poverissime (e se in Terra Santa sei un povero cristiano, sei veramente povero Cristo...), diffonde nel mondo, direttamente, dal produttore al consumatore, prodotti d’artigianato arabo, di quelle famiglie artigiane prigioniere dei muri, che noi scavalchiamo per aiutarle nel lavoro.

E potremmo continuare le lista di tutte le cose fatte per il bene comune in questi anni.

Associare il nostro nome e la nostra sigla web a parole come “razzismo o “terrorismo”, è veramente sbagliato, ingiusto e profondamente cattivo.

Chi ci lancia tali accuse dovrebbe solo vergognarsi, ma non lo farà, perchè stiamo parlando di persone che non hanno una morale e un senso etico superiore.
Il dio denarto è il loro idolo, e l’odio la loro ragion d’essere.

Non chiediamo cose strane, perche’ sono le stesse cose che sono richieste da decine e decine di risoluzioni ONU.

Ed infine chiediamo che Israele si sottoponga ai controlli degli enti nucleari come tutte le altre nazioni, perche’ e’ il suo potenziale bellico e la sua minaccia armata (anche verso le nazioni europee, in dichiarazioni documentate da parte di strateghi militari israeliani, i quali hanno affermato che molte testate atomiche israeliane sono puntate contro capitali europee: cercate anche questo sul nostro sito e troiverete i documenti relativi) che spingono anche altre nazioni ad armarsi.

Siamo antisionisti, e lo rivendichioamo a gran voce, senza timore, e senza che ciò venga nè interpretato, nè strumentalizzato quale “antisemitismo”.

Si può essere contro la politica e la cultura imperante in un paese, senza per forza odiare il popolo di quella nazione per motivi biologici e razziali.

Come, per esempio, si può essere oppositori dell’esecutivo di Berlusconi, o come ai tempi di Prodi, di quello dell’Ulivo, e criticare fortemente la cultura che ne sta alla base di entrambi, e non per questo si deve odiare razzialmente gli italiani o essere antitaliani biologici.

Capito il concetto cari amici lettori di Libero, Il Giornale, Il Foglio???

Avete compreso perchè voi, esimi giornalisti che ci avete preso di mira, non siete nelle condizioni di dare lezioni di civiltà e democrazia a nessuno, tantomeno a noi di TerraSantaLibera.or, nè agli amici che al nostro fianco, ma che indipendentemente conducono battaglie civili analoghe???

Perche avete il senso della giustizia sociale, dell’onestà intellettuale, della carità, dell’onore sotto i piedi.

Noi siamo veramente liberi, perchè lo siamo nell’animo.

Voi siete schiavi delle vostre debolezze.

L’ultima cosa e poi non torneremo più sull’argomento, nè dedicheremo altro nostro prezioso tempo a queste stupide accuse che ci vengono rivolte: il nome e l’identità del nostro Direttore, in un clima di caccia alle streghe e campagne d’odio (per cui la legge Mancino andrebbe applicata, ma non lo faranno, perchè è una legge a senso unico...) è per motivi di sicurezza tenuto riservato.

Ma le persone cattive che ci attaccano, conoscono bene la sua identità. Lo sappiamo.
Chi fa un lavoro sociale come il nostro, recandosi spesso in Terra Santa per portare aiuto alle comunità disagiate ed accompagnare gruppi di testimoni, affinchè si rendano conto da se stessi della situazione assurda che regna nella Palestina occupata, delle cattiverie gratuite, delle preptenze, della bontà d'animo di tanta povera gente che lavora e fatica come può, mentre da noi viene dipinta come "terrorista" da qualche isterico parlamentare, comporta molta prudenza.
Perchè lo sanno bene gli operatori di Terra Santa, quanto Israele odi e desti chi osa fare del bene al prossimo: e chi scrive avrebbe moltissimi racconti da esternare, tra il ridicolo, il cinico, e l'agghiacciante, vissuti e testimoniati personalmente.
Perciò, e non per altri motivi, il Direttore di TerrasantaLibera.org, e dell'associazione "Alleanza per la Terra santa Libera", tiene molto alla sua privacy, non cercando i riflettori, nè onori e glorie personali. E' un diritto, quello alla privacy, per chi opera in situazioni delicate, che nessuno gli può negare e che infrangere è contro la legge.

Qui lo diciamo e chi legge ne faccia memoria: se a quest’uomo capiterà mai qualche cosa di brutto, un incidente, un attentato, un aggressione, in seguito a questa istigazione, caccia alle streghe, linciaggio pubblico, provocato dalle persone ed enti di cui abbiamo già detto sopra, noi della Redazione di TerraSantaLibera.org ed i nostri avvocati riterremo tali persone ed enti responsabili dei danni fisici, morali, professionali che ne dovessero derivare.

E poi ricordatevi ancora questo: potete abbattere professionalmente o fisicamente uno di noi, dieci, cento, ma la verità è più forte ed emergerà con sempre maggior forza, ed alla fine vi seppellirà.

Le Milizie Celesti che sono con noi sono, storicamente e documentatamente, il triplo degli angeli decaduti che vi sostengono.

E Lui ha già vinto la morte: rassegnatevi, voi avete già perso.

Il Direttore di TerraSantaLibera.org

in collaborazione con gli amici, tecnici e redattori nel mondo.

8 giugno 2010

Link alla pagina:
Le Milizie Celesti sono con noi (http://www.terrasantalibera.org/le_milizie_celesti_sono_con_noi.htm)

Boris
10-06-10, 08:09
Grazie per le precisazioni Lupo. E ottima la risposta dei responsabili del sito TerraSantaLibera che hanno perfettamente analizzato la situazione venutasi a creare dopo la vicenda della Freedom Flottiglia e gli attacchi mediatici contro Angela Lano.

Ma le persone cattive che ci attaccano, conoscono bene la sua identità. Lo sappiamo.
Chi fa un lavoro sociale come il nostro, recandosi spesso in Terra Santa per portare aiuto alle comunità disagiate ed accompagnare gruppi di testimoni, affinchè si rendano conto da se stessi della situazione assurda che regna nella Palestina occupata, delle cattiverie gratuite, delle preptenze, della bontà d'animo di tanta povera gente che lavora e fatica come può, mentre da noi viene dipinta come "terrorista" da qualche isterico parlamentare, comporta molta prudenza.
Perchè lo sanno bene gli operatori di Terra Santa, quanto Israele odi e desti chi osa fare del bene al prossimo: e chi scrive avrebbe moltissimi racconti da esternare, tra il ridicolo, il cinico, e l'agghiacciante, vissuti e testimoniati personalmente.


Assolutamente vero! Concordo con queste parole chiare e precise!

Freezer
10-06-10, 23:54
Una domanda che volevo farti già l'altro giorno: ma quest'edificio cosa rappresenta Freezer? Sembra un monumento funebre...:chefico:

:paura: Edificio funebre :paura: ? E' una Loggia massonica :giagia: , tipica scuola anglosassone archittettonica, nei paesi anglosassoni la massoneria
costruisce edifici esplicitamente dedicati a questa funzione, in Itaglia invece la Loggia spesso è nascosta dietro la voce studio del'avvocato Tal dei Tali o Centro Studi , o come in una città del centro itaGlia , dietro delle vetrine oscurate , guarda caso è pure una loggia femminile :chefico: .

Boris
11-06-10, 10:24
:paura: Edificio funebre :paura: ? E' una Loggia massonica :giagia: , tipica scuola anglosassone archittettonica, nei paesi anglosassoni la massoneria
costruisce edifici esplicitamente dedicati a questa funzione, in Itaglia invece la Loggia spesso è nascosta dietro la voce studio del'avvocato Tal dei Tali o Centro Studi , o come in una città del centro itaGlia , dietro delle vetrine oscurate , guarda caso è pure una loggia femminile :chefico: .

Loggia massonica? :paura:

A parte che non mi ero sbagliato poi di molto, estremamente funebre direi quasi cimiteriale, ma cosa c'entra quì sopra? O anche Bellucci è iscritto alla fratellanza massonica? :sofico:

E poi scusami Freezer però "la dialettica è l'arma degli avvocati" quindi non deve stupire che in Italia le logge segrete della massoneria siano occultate dietro a studi di avvocati (centro Italia dove? :chefico:)

Lupo
11-06-10, 13:12
di Dagoberto Husayn Bellucci ( 08 Giugno 2010 )

http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/06/fini-kippazza.jpg?w=199&h=300

Miguel Martinez è responsabile di un blog, Kelebek, sul quale da anni dimostra

ampiamente di aver compreso i meccanismi di coercizione, pressione e

sodomizzazione del pensiero imposti dalla “Israel Lobby”….Abbiamo affermato

in un nostro precedente intervento l’inesistenza di una vera e propria “lobby”

ebraica….Gli ebrei non sono una lobby nel senso ‘tecnico’ che questo fonema

‘english’ starebbe difatti ad indicare…ma, d’altronde, gli ebrei non sono

neanche una “razza” – antropologicamente parlando – nè si può riferirci alla

loro natura quale una specifica confessione….Gli ebrei sono ebrei….e tanto

‘basti’.

Esattamente cosa siano, cosa vogliono, da dove arrivino e dove vadano questi

soggetti è una delle questioni più spinose che l’umanità intera si è trovata ad

affrontare fin dalla loro antichissima comparsa nella storia: gruppo umano

distinto per usi e costumi, abilmente tenuto unito da vincoli di sangue e di

fede, irreprensibile all’immistione sanguinea altrui ed ostile a qualunque

forma di soppressione religiosa gli ebrei sono passati, nei secoli dei secoli,

un pò come l’olio nell’acqua senza mescolamenti tali da intaccarne la coriacea

volontà egemonica, senza condizionamenti o afflati mistico-spirituali capaci di

assimilarne usi e costumi questi veri e propri alieni dell’umano consorzio

hanno finito con il rappresentare sè stessi ed i loro interessi mediante gli

strumenti dell’usurocrazia monetaria e attraverso un rigido monogamico e

fanatico senso di appartenenza alla legislazione rabbinico-talmudica che,

progressivamente, è andata sostituendosi alla Torah ed al mosaismo antico

cementando una comunità di reietti e paria, storicamente sempre ai margini

delle società ‘goyim’ = non ebraiche, avidamente attaccata ad una concezione

materialistica dell’esistenza, in preda ad una forma di psicopatologia gretta e

possessiva in relazione alla loro funzione sociale di usurai e,

successivamente, banchieri e plutocrati.

Conservatori, reazionari e razzisticamente xenofobi gli ebrei si sono distinti

quale vettore sovversivo nelle vicende umane, nel corso della storia,

essenzialmente per la loro pretesa ed aspirazione al dominio mondiale sulle

altre nazioni contro le quali hanno diretto la loro brama di potere ed il loro

implacabile spirito vendicativo con l’obiettivo secolare dell’edificazione di

un Governo Ebraico Mondiale.

L’avvento della Rivoluzione Francese, la proclamazione degli ‘immortali’ e

massonici “principi” con la dichiarazione dei “diritti dell’uomo”, la

costituzione di società borghesi e capitalistiche ed infine l’avvento delle

rivendicazioni proletarie con la nascita dell’ideologia social-comunista hanno

permesso da un lato che si schiudessero i Ghetti nei quali fino ad allora era

stato frenato l’egoismo affaristico-mercantile giudaico mentre dall’altro lato

l’edificazione di società liberali concepite materialisticamente alle quali,

unitamente alla formula democratica e parlamentaristica della spartizione

partitica delle funzione del potere esecutivo, si devono la scalata a posizioni

di rilievo dell’elemento ebraico nelle amministrazioni pubbliche, nella vita

politica e generalmente ai vertici più alti del sistema di potere ad essi

maggiormente funzionale.

Niente di strano dunque che attualmente si assista ad una vera e propria

smania di rivalsa e ad una preponderante ed asfittica presenza di elementi

giudei nei gangli centrali della vita pubblica di tutte le principali nazioni

dell’Occidente sottoposte – all’indomani della catastrofe indicibile che si

abbattè contro il Vecchio Continente europeo con la seconda guerra di

aggressione ebraica alle potenze dell’Ordine Nuovo fascista e

nazionalsocialista mediante l’assalto sinagogico concentrato dalla plutocrazia

britannico-statunitense alleata del sovietismo stalinista entrambe eterodirette

dall’Internazionale Ebraica – alle forche caudine della Lex Judaica.

Siamo di fronte al regno trionfante dei controvalori della Chiesa di Satana

alias l’espansione e la dilatazione a dismisura di un potere che non ha niente

di umano nè appartiene al regno delo Spirito: trattasi di Sovversione e Demonia

ebraico-massonica ….esplosione di tutte le eresie, affermazione di falsi

principi, negazione di qualunque verità. L’olodogma alias la cazzata

interplanetaria dello sterminio di sei milioni di elementi di ‘razza’ o

‘confessione’ ebraica diviene insindacabile ed assoluta realtà anche quando

prove scientifiche e strumenti della tecnica hanno dimostrato l’inconsistenza

di quest’evento catalizzatore oramai la politica mondiale e spartiacque

indiscutibile tra i belanti osannamenti che si levano indisturbati verso tutte

le sinagoghe planetarie e l’ultima ‘Thule’ di resistenti che audacemente negano

o rifiutano la servile sottomissione ai diktat ed alle normative vigenti

legiferate, applicate ed imposte al volgo deficiente dai kippizzati di tutte le

latitudini.

Ciò che abbiamo davanti è, nè più nè meno, la kippizzazione planetaria delle

idee, l’uniformazione sinagogica dell’opinione pubblica internazionale, la

compressione sistemica degli ultimi spazi di libertà affidati – forse troppo

ingenuamente – alla rete informatica alias il ‘Web’ sulla quale sono veicolati

da anni i dibattiti e all’interno della quale sono andate a spengersi e morire

le ultime sacche di opposizione…. I ‘controllori’ che fino ad oggi hanno

lasciato ‘fare’ sembrano intenzionati da domani a chiudere anche queste ultime

‘trincee’ di resistenza…resistenza passiva ovviamente perchè più che

affermare idee e ‘scarabocchiare’ opinioni attualmente non è ‘concesso’…

La politica, quella con la P maiuscola, è oramai “under controll”. La stampa,

storico feudo ebraico, è da decenni accucciata e prona ai voleri di Sionne.

Televisioni e altri mezzi d’informazione risultano impermeabili a qualsiasi

tentativo di intersezione antisistemica. Finanza, commercio, affari, banche

sono il nucleo centrale del Potere Ebraico mentre Istituzioni, parlamenti,

esecutivi, partiti politici e sindacali non sono niente più che la sciatta

rappresentazione degli interessi di fazione del partito unico della borghesia

serva supina delle direttive kahaliche e alfiere degli interessi d’”Israele”.

Di fronte a questa situazione non stupiscono quindi nè potrebbero oltremodo

sorprendere le recenti iniziative di ‘Fiammetta’ Nirenstein

http://www.recensioni-storia.it/wp-content/uploads/2009/06/fiamma-nirenstein1_47657.jpg

la quale si è

decisa, parafrasando un recente articolo del Martinez (1), al lancio di “una

campagna per bandire per legge e in tutto il mondo ogni critica all’unico stato

mediorientale a possedere armi nucleari.”.

Non può stupire che un mese e mezzo or sono (il 22 aprile scorso), “la

Commissione Affari costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni e

Affari esteri e comunitari ha tenuto una breve audizione, presieduta

dall’onorevole berlusconiana Fiamma Nirenstein, con alcuni “esperti” ai quali

viene delegato l’”annoso” compito e l’onere di “studiare nuovi divieti e nuovi

motivi per mettere la gente in carcere.”.

‘Complimenti’ al ‘berlusconismo’ nirensteiniano …(…ma Berlusconi non era

quello che ‘sbraitava’ ad ogni piè sospinto sulle “libertà”, sul diritto alla

“libertà”, col partito “delle libertà” e gli amanti delle “libertà” di ogni

genere, razza, religione e ‘sorta’??….ce lo spiegassero i livellatori del

pensiero berlusconiani e ce lo ‘rappresentassero’ i neofiti convertiti al

berlusconismo d’accatto questo giro di vite che intende sospendere, cancellare

ed eliminare dalla rete le voci ‘scomode’….)…evidentemente il ‘viaggetto’ a

Tel Aviv e ‘dintorni’ del magnaccia di Arcore di qualche mese fa è pur ‘servito’ a

‘qualcosa’…. Oltre agli innumerevoli accordi bilaterali in materia di

“intelligence” e servizi segreti concordati tra l’esecutivo di Roma ed il

regime d’occupazione sionista occupante la Terra Santa palestinese

evidentemente al Silvio nazionale è stato imposto l’adozione di provvedimenti

restrittivi nei confronti di chiunque osasse muover critica nei confronti del

sedicente “stato d’Israele”: monitoraggio, controllo, azione di prevenzione e

di contrasto sul web evidentemente non erano più sufficienti al mondo ebraico

….occorre ora la ‘procedura d’ufficio’ contro i ‘siti’ scomodi per i quali è

già pronta e semplicemente da applicare l’azione sanzionatorio-censoria

sinagogica.

“La tecnica per imporre il controllo sulla rete è sempre quella, usata anche

in ambiti assai diversi. – prosegue Martinez – Si parte dall’inevitabile

rumore di sottofondo che la libertà di pensiero comporta. In questo caso, si

segnala un sito assolutamente demenziale, ma proprio per questo innocuo, in cui

qualche individuo disturbato e razzista lancia insulti collettivi contro tutti

gli ebrei, per dire che c’è nel mondo una “emergenza antisemitismo” addirittura

paragonabile a quella appena prima dell’avvento di Hitler. Poi, di slittamento

semantico in slittamento semantico (…probabilmente Martinez voleva scrivere

“semitico”….ndr), si arriva al vero obiettivo: i siti che portano aiuti

concreti ai palestinesi o che denunciano i crimini commessi dallo Stato

d’Israele. Così, per escogitare qualcosa per mettere al bando il sito Infopal,

che si dedica esclusivamente a riportare notizie su ciò che avviene in

Palestina, uno degli auditi, Stefano Gatti, dice che in quel sito “non c’è un

utilizzo di stereotipi anti-ebraici classici, ma attraverso la demonizzazione

dello stato ebraico, si trasforma Israele in una sorta di ebreo delle

nazioni”.

Premesso che “Israele” è un “ebreo delle nazioni” perchè tale è la volontà di

aver trasformato – manu militari – una nazione araba in uno stato ebraico

razzistico e intollerante, xenofobo e discriminatorio, terroristico e assassino

che dal 1948 ad oggi ha violato quotidianamente tutte le leggi internazionali e

qualsiasi etica o morale non comprendiamo l’”agitazione” sionista che sembra

tanto preoccupare Nirenstein&soci intenti a ‘scovare’ antisemiti informatici in

ogni dove: siti, blog, forum di discussione, social netwoork … Di che si

‘agita’ Fiammetta? Di che si ‘preoccupano’ gli ebrei? Ma per favore….”ma mi

faccia il piacere” avrebbe sottolineato il Grande Totò…. Ma non fateci

ridere: li avete creati voi questi strumenti… sono tutti sotto il vostro

controllo diretto…quotidianamente monitorati….spiati….avidamente

‘tracciati’ da apparati predisposti (….che si chiamino CDEC – Centro di

Documentazione Ebraica Contemporaneo – o “Arba-cadabra” …non ci siamo

‘dimenticati’ ‘Arbuccia’

http://img22.imageshack.us/img22/562/67956901.jpg

http://www.webalice.it/danielasantus/io%20e%20Fiamma%20Nirenstein.jpg

…’vecchia’ conoscenza forumistica di ‘tempi andati’

e di kahalica osservanza…in ‘fondo’ era pure ‘simpatica’….quasi quanto un

gatto attaccato ai maroni – come avrebbe sottolineato più che volentieri una

nostra ‘conoscente’ mantovana persa di vista da un annetto a questa parte…).

Facebook è proprietà ebraica. I forum, politici e non, sono sotto

condizionamento sinagogico. Amministratori e moderatori ‘educati’ a ‘dovere’ e

- dulcis in fondo – tutte le notizie che ‘paiono’ in rete sono costantemente

schedate come i loro autori in archivi informatici che ricordano tanto, ma

proprio tanto, quelli che dovevano ingrossare le polverose ed umide stanze

della Lubianka a Mosca…

KGB contemporaneo…. Kippizzazione Giudaico-Bastarda …..

Il mondo ‘rovesciato’ dei servi di Sion!

‘Shalom morè’ ai ‘controllori’ ….Noi siamo lattanzianamente qua!

Au revoir…..

Link alla pagina:
Kippizzazione planetaria e uniformazione informatica (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/08/kippizzazione-planetaria-e-uniformazione-informatica/)

Freezer
11-06-10, 20:34
Loggia massonica? :paura:

A parte che non mi ero sbagliato poi di molto, estremamente funebre direi quasi cimiteriale, ma cosa c'entra quì sopra? O anche Bellucci è iscritto alla fratellanza massonica? :sofico:

E poi scusami Freezer però "la dialettica è l'arma degli avvocati" quindi non deve stupire che in Italia le logge segrete della massoneria siano occultate dietro a studi di avvocati (centro Italia dove? :chefico:)

Dagoberto direi è ben lungi dall'essere massone :giagia: ,poi la foto era un riferimento ad una serie di post che ci siamo scambiati quando su pol avevo il nickname Nemesis .
Sul centro italia, uhm, è una città dove uccisero una studentessa, con gran clamore anni fa :5081: :10: .

Boris
12-06-10, 13:22
Dagoberto direi è ben lungi dall'essere massone :giagia: ,poi la foto era un riferimento ad una serie di post che ci siamo scambiati quando su pol avevo il nickname Nemesis .
.


Mi pare di aver letto allora qualcosa su quella vecchia discussione linkata da Lupo. Sembrava un pò delirante a dire la verità, ma comunque utile per farmi un'idea di ciò che scrivevate. Nemesis. Ti ho letto , ti ho letto....:D




Sul centro italia, uhm, è una città dove uccisero una studentessa, con gran clamore anni fa :5081: :10: .

Magari questa città inizia con la Pe e finisce con la rugia?:chefico::D Non sapevo fosse un centro massonico di rilievo magari la vicina Arezzo dove operava il Gran Maestro Licio Gelli e la Loggia P2 si. Perugia mi sembrava più famosa per l'università per stranieri. Ma non mi stupisce affatto che i massoni siano ovunque ed ovunque molto potenti. Anzi, sarei stupito del contrario.

Risponderò nel pomeriggio se potrò o al massimo entro domani al tuo pvt. Grazie fin d'ora delle notizie molto utili. :ciaociao:

Boris
12-06-10, 13:24
di Dagoberto Husayn Bellucci ( 08 Giugno 2010 )

http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/06/fini-kippazza.jpg?w=199&h=300

Miguel Martinez è responsabile di un blog, Kelebek, sul quale da anni dimostra

ampiamente di aver compreso i meccanismi di coercizione, pressione e

sodomizzazione del pensiero imposti dalla “Israel Lobby”….Abbiamo affermato

in un nostro precedente intervento l’inesistenza di una vera e propria “lobby”

ebraica….Gli ebrei non sono una lobby nel senso ‘tecnico’ che questo fonema

‘english’ starebbe difatti ad indicare…ma, d’altronde, gli ebrei non sono

neanche una “razza” – antropologicamente parlando – nè si può riferirci alla

loro natura quale una specifica confessione….Gli ebrei sono ebrei….e tanto

‘basti’.

Esattamente cosa siano, cosa vogliono, da dove arrivino e dove vadano questi

soggetti è una delle questioni più spinose che l’umanità intera si è trovata ad

affrontare fin dalla loro antichissima comparsa nella storia: gruppo umano

distinto per usi e costumi, abilmente tenuto unito da vincoli di sangue e di

fede, irreprensibile all’immistione sanguinea altrui ed ostile a qualunque

forma di soppressione religiosa gli ebrei sono passati, nei secoli dei secoli,

un pò come l’olio nell’acqua senza mescolamenti tali da intaccarne la coriacea

volontà egemonica, senza condizionamenti o afflati mistico-spirituali capaci di

assimilarne usi e costumi questi veri e propri alieni dell’umano consorzio

hanno finito con il rappresentare sè stessi ed i loro interessi mediante gli

strumenti dell’usurocrazia monetaria e attraverso un rigido monogamico e

fanatico senso di appartenenza alla legislazione rabbinico-talmudica che,

progressivamente, è andata sostituendosi alla Torah ed al mosaismo antico

cementando una comunità di reietti e paria, storicamente sempre ai margini

delle società ‘goyim’ = non ebraiche, avidamente attaccata ad una concezione

materialistica dell’esistenza, in preda ad una forma di psicopatologia gretta e

possessiva in relazione alla loro funzione sociale di usurai e,

successivamente, banchieri e plutocrati.

Conservatori, reazionari e razzisticamente xenofobi gli ebrei si sono distinti

quale vettore sovversivo nelle vicende umane, nel corso della storia,

essenzialmente per la loro pretesa ed aspirazione al dominio mondiale sulle

altre nazioni contro le quali hanno diretto la loro brama di potere ed il loro

implacabile spirito vendicativo con l’obiettivo secolare dell’edificazione di

un Governo Ebraico Mondiale.

L’avvento della Rivoluzione Francese, la proclamazione degli ‘immortali’ e

massonici “principi” con la dichiarazione dei “diritti dell’uomo”, la

costituzione di società borghesi e capitalistiche ed infine l’avvento delle

rivendicazioni proletarie con la nascita dell’ideologia social-comunista hanno

permesso da un lato che si schiudessero i Ghetti nei quali fino ad allora era

stato frenato l’egoismo affaristico-mercantile giudaico mentre dall’altro lato

l’edificazione di società liberali concepite materialisticamente alle quali,

unitamente alla formula democratica e parlamentaristica della spartizione

partitica delle funzione del potere esecutivo, si devono la scalata a posizioni

di rilievo dell’elemento ebraico nelle amministrazioni pubbliche, nella vita

politica e generalmente ai vertici più alti del sistema di potere ad essi

maggiormente funzionale.

Niente di strano dunque che attualmente si assista ad una vera e propria

smania di rivalsa e ad una preponderante ed asfittica presenza di elementi

giudei nei gangli centrali della vita pubblica di tutte le principali nazioni

dell’Occidente sottoposte – all’indomani della catastrofe indicibile che si

abbattè contro il Vecchio Continente europeo con la seconda guerra di

aggressione ebraica alle potenze dell’Ordine Nuovo fascista e

nazionalsocialista mediante l’assalto sinagogico concentrato dalla plutocrazia

britannico-statunitense alleata del sovietismo stalinista entrambe eterodirette

dall’Internazionale Ebraica – alle forche caudine della Lex Judaica.

Siamo di fronte al regno trionfante dei controvalori della Chiesa di Satana

alias l’espansione e la dilatazione a dismisura di un potere che non ha niente

di umano nè appartiene al regno delo Spirito: trattasi di Sovversione e Demonia

ebraico-massonica ….esplosione di tutte le eresie, affermazione di falsi

principi, negazione di qualunque verità. L’olodogma alias la cazzata

interplanetaria dello sterminio di sei milioni di elementi di ‘razza’ o

‘confessione’ ebraica diviene insindacabile ed assoluta realtà anche quando

prove scientifiche e strumenti della tecnica hanno dimostrato l’inconsistenza

di quest’evento catalizzatore oramai la politica mondiale e spartiacque

indiscutibile tra i belanti osannamenti che si levano indisturbati verso tutte

le sinagoghe planetarie e l’ultima ‘Thule’ di resistenti che audacemente negano

o rifiutano la servile sottomissione ai diktat ed alle normative vigenti

legiferate, applicate ed imposte al volgo deficiente dai kippizzati di tutte le

latitudini.

Ciò che abbiamo davanti è, nè più nè meno, la kippizzazione planetaria delle

idee, l’uniformazione sinagogica dell’opinione pubblica internazionale, la

compressione sistemica degli ultimi spazi di libertà affidati – forse troppo

ingenuamente – alla rete informatica alias il ‘Web’ sulla quale sono veicolati

da anni i dibattiti e all’interno della quale sono andate a spengersi e morire

le ultime sacche di opposizione…. I ‘controllori’ che fino ad oggi hanno

lasciato ‘fare’ sembrano intenzionati da domani a chiudere anche queste ultime

‘trincee’ di resistenza…resistenza passiva ovviamente perchè più che

affermare idee e ‘scarabocchiare’ opinioni attualmente non è ‘concesso’…

La politica, quella con la P maiuscola, è oramai “under controll”. La stampa,

storico feudo ebraico, è da decenni accucciata e prona ai voleri di Sionne.

Televisioni e altri mezzi d’informazione risultano impermeabili a qualsiasi

tentativo di intersezione antisistemica. Finanza, commercio, affari, banche

sono il nucleo centrale del Potere Ebraico mentre Istituzioni, parlamenti,

esecutivi, partiti politici e sindacali non sono niente più che la sciatta

rappresentazione degli interessi di fazione del partito unico della borghesia

serva supina delle direttive kahaliche e alfiere degli interessi d’”Israele”.

Di fronte a questa situazione non stupiscono quindi nè potrebbero oltremodo

sorprendere le recenti iniziative di ‘Fiammetta’ Nirenstein

http://www.recensioni-storia.it/wp-content/uploads/2009/06/fiamma-nirenstein1_47657.jpg

la quale si è

decisa, parafrasando un recente articolo del Martinez (1), al lancio di “una

campagna per bandire per legge e in tutto il mondo ogni critica all’unico stato

mediorientale a possedere armi nucleari.”.

Non può stupire che un mese e mezzo or sono (il 22 aprile scorso), “la

Commissione Affari costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni e

Affari esteri e comunitari ha tenuto una breve audizione, presieduta

dall’onorevole berlusconiana Fiamma Nirenstein, con alcuni “esperti” ai quali

viene delegato l’”annoso” compito e l’onere di “studiare nuovi divieti e nuovi

motivi per mettere la gente in carcere.”.

‘Complimenti’ al ‘berlusconismo’ nirensteiniano …(…ma Berlusconi non era

quello che ‘sbraitava’ ad ogni piè sospinto sulle “libertà”, sul diritto alla

“libertà”, col partito “delle libertà” e gli amanti delle “libertà” di ogni

genere, razza, religione e ‘sorta’??….ce lo spiegassero i livellatori del

pensiero berlusconiani e ce lo ‘rappresentassero’ i neofiti convertiti al

berlusconismo d’accatto questo giro di vite che intende sospendere, cancellare

ed eliminare dalla rete le voci ‘scomode’….)…evidentemente il ‘viaggetto’ a

Tel Aviv e ‘dintorni’ del magnaccia di Arcore di qualche mese fa è pur ‘servito’ a

‘qualcosa’…. Oltre agli innumerevoli accordi bilaterali in materia di

“intelligence” e servizi segreti concordati tra l’esecutivo di Roma ed il

regime d’occupazione sionista occupante la Terra Santa palestinese

evidentemente al Silvio nazionale è stato imposto l’adozione di provvedimenti

restrittivi nei confronti di chiunque osasse muover critica nei confronti del

sedicente “stato d’Israele”: monitoraggio, controllo, azione di prevenzione e

di contrasto sul web evidentemente non erano più sufficienti al mondo ebraico

….occorre ora la ‘procedura d’ufficio’ contro i ‘siti’ scomodi per i quali è

già pronta e semplicemente da applicare l’azione sanzionatorio-censoria

sinagogica.

“La tecnica per imporre il controllo sulla rete è sempre quella, usata anche

in ambiti assai diversi. – prosegue Martinez – Si parte dall’inevitabile

rumore di sottofondo che la libertà di pensiero comporta. In questo caso, si

segnala un sito assolutamente demenziale, ma proprio per questo innocuo, in cui

qualche individuo disturbato e razzista lancia insulti collettivi contro tutti

gli ebrei, per dire che c’è nel mondo una “emergenza antisemitismo” addirittura

paragonabile a quella appena prima dell’avvento di Hitler. Poi, di slittamento

semantico in slittamento semantico (…probabilmente Martinez voleva scrivere

“semitico”….ndr), si arriva al vero obiettivo: i siti che portano aiuti

concreti ai palestinesi o che denunciano i crimini commessi dallo Stato

d’Israele. Così, per escogitare qualcosa per mettere al bando il sito Infopal,

che si dedica esclusivamente a riportare notizie su ciò che avviene in

Palestina, uno degli auditi, Stefano Gatti, dice che in quel sito “non c’è un

utilizzo di stereotipi anti-ebraici classici, ma attraverso la demonizzazione

dello stato ebraico, si trasforma Israele in una sorta di ebreo delle

nazioni”.

Premesso che “Israele” è un “ebreo delle nazioni” perchè tale è la volontà di

aver trasformato – manu militari – una nazione araba in uno stato ebraico

razzistico e intollerante, xenofobo e discriminatorio, terroristico e assassino

che dal 1948 ad oggi ha violato quotidianamente tutte le leggi internazionali e

qualsiasi etica o morale non comprendiamo l’”agitazione” sionista che sembra

tanto preoccupare Nirenstein&soci intenti a ‘scovare’ antisemiti informatici in

ogni dove: siti, blog, forum di discussione, social netwoork … Di che si

‘agita’ Fiammetta? Di che si ‘preoccupano’ gli ebrei? Ma per favore….”ma mi

faccia il piacere” avrebbe sottolineato il Grande Totò…. Ma non fateci

ridere: li avete creati voi questi strumenti… sono tutti sotto il vostro

controllo diretto…quotidianamente monitorati….spiati….avidamente

‘tracciati’ da apparati predisposti (….che si chiamino CDEC – Centro di

Documentazione Ebraica Contemporaneo – o “Arba-cadabra” …non ci siamo

‘dimenticati’ ‘Arbuccia’

http://img22.imageshack.us/img22/562/67956901.jpg

http://www.webalice.it/danielasantus/io%20e%20Fiamma%20Nirenstein.jpg

…’vecchia’ conoscenza forumistica di ‘tempi andati’

e di kahalica osservanza…in ‘fondo’ era pure ‘simpatica’….quasi quanto un

gatto attaccato ai maroni – come avrebbe sottolineato più che volentieri una

nostra ‘conoscente’ mantovana persa di vista da un annetto a questa parte…).

Facebook è proprietà ebraica. I forum, politici e non, sono sotto

condizionamento sinagogico. Amministratori e moderatori ‘educati’ a ‘dovere’ e

- dulcis in fondo – tutte le notizie che ‘paiono’ in rete sono costantemente

schedate come i loro autori in archivi informatici che ricordano tanto, ma

proprio tanto, quelli che dovevano ingrossare le polverose ed umide stanze

della Lubianka a Mosca…

KGB contemporaneo…. Kippizzazione Giudaico-Bastarda …..

Il mondo ‘rovesciato’ dei servi di Sion!

‘Shalom morè’ ai ‘controllori’ ….Noi siamo lattanzianamente qua!

Au revoir…..

Link alla pagina:
Kippizzazione planetaria e uniformazione informatica (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/08/kippizzazione-planetaria-e-uniformazione-informatica/)



Prometto di leggermelo con calma. Data una breve occhiata alle foto si preannuncia interessante :D:D

Boris
13-06-10, 12:01
L'articolo mi è piaciuto. Condivisibile. Vorrei capire però alcune cose riportate tra le righe da DHB (forse Lupo che ha postato l'articolo saprà darmi spiegazioni):

1. Fiamma Nirenstein la conosco anche io. L'altra, la brunetta della foto inserita, no: di chi si tratta?

2. Bellucci nomina in quel punto una certa "Arbuccia" che definisce come vecchia conoscenza forumistica: sapreste dirmi chi è?

3. Oltre al suo blog su quali siti scrive oggi Dagoberto? Ho trovato questo link da un sito a me sconosciuto (www.caserta24ore.it) che ha riportato questo articolo (http://www.caserta24ore.it/12062010/il-fascismo-e-il-potere-segreto/). E' un sito d'"area"? Sembrerebbe più un sito d'informazione locale a dire il vero. Qualcuno li conosce?

Grazie per le informazioni.

Lupo
13-06-10, 14:53
Con "Arba-cadabra" "Arbuccia" Dagoberto si riferisce all'utente Arba (http://forum.politicainrete.net/members/arba.html) che era già iscritta sull'oldPOL ai tempi di quando anche Dagoberto partecipava alle discussioni.
Si vede che è ancora vivo in lui il ricordo delle diatribe sostenute con Arbuccia ... ed oggi la cita al pari della Nirenstein ... ah però!!
Pur sapendo che c'è questa discussione non posta ... chissà ... forse avverte la mancanza di Dagoberto ... e pensare che io speravo postasse una sua foto!! :sofico:

Boris
13-06-10, 18:45
Con "Arba-cadabra" "Arbuccia" Dagoberto si riferisce all'utente Arba (http://forum.politicainrete.net/members/arba.html) che era già iscritta sull'oldPOL ai tempi di quando anche Dagoberto partecipava alle discussioni.
Si vede che è ancora vivo in lui il ricordo delle diatribe sostenute con Arbuccia ... ed oggi la cita al pari della Nirenstein ... ah però!!


Visto. Ma ...è ebrea??? :paura::paura::paura: Scusami Lupo ma che rapporto poteva avere un'ebrea con Bellucci? :gratgrat:
Il fatto che mi parli di diatribe immagino però che si riferisca a scambi di opinioni non proprio amichevoli :chefico:





Pur sapendo che c'è questa discussione non posta ... chissà ... forse avverte la mancanza di Dagoberto ... e pensare che io speravo postasse una sua foto!! :sofico:


Vuoi dire che potrebbe intervenire anche su questo forum? :paura: Mi auguro proprio di no. Oltretutto sembrerebbe una fervente sionista. Immagino già quali idee potrebbe avere. Meglio molto meglio lasciarla dov'è dovunque si trovi. Non capisco onestamente cosa possa entrarci con Bellucci. Forse mi è sfuggito qualcosa rileggendo quelle vecchie discussioni....mah

Quella della foto chi é? E' Arba? :chefico:

Lupo
14-06-10, 08:29
http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/06/resist-smll.jpg?w=300&h=225

di Dagoberto Husayn Bellucci (10 Giugno 2010 )

brt24tb8g3g

( Nomadi – “60 70 80″ – Album “Like a Sea Never Dies” (live) – 1989 )

Anno decimo del terzo millennio era cristiana….qualcuno ha “pronosticato”
che, entro un paio di anni, tutto dovrebbe finire…millenaristiche e
apocalittiche visioni di una società andata a ‘male’ e sostanzialmente incapace
di rettificare il proprio corso discendente e la propria involuzione storica.

Una domanda si impone: se la situazione di generale disastro – etico e morale,
politico ed economico, spirituale e ideale – appare oramai evidente ai più a
chi si deve ascrivere la responsabilità di questa vera e propria discesa in un
baratro del quale neanche si vede la fine? Esiste cioè un’organizzazione – o
più organizzazioni – che hanno preparato scientificamente una società
all’interno della quale funzionano perfettamente meccanismi di alienazione
mentale di massa e di depauperizzazione delle coscienze? Esiste un’esilarca
capace di imporre all’umanità direttive indipendentemente da governi ed
istituzioni nazionali e sovra-nazionali legalmente riconosciute come
“rappresentanti” delle volontà popolari?

A questa domanda tentò di rispondere alcuni anni fa Sergio Gozzoli con una
monografia dedicata ad un “viaggio nel labirinto del potere mondialista” che,
nella sua introduzione, sosteneva una verità all’epoca – fine anni Ottanta – a
malapena ‘percepita’ da esigui settori culturali anticonformisti: “Che il
potere reale – scriveva allora Gozzoli (1) – non stia sempre e del tutto nelle
mani dei governi, delle istituzioni ufficiali, sono oggi in molti a
riconoscerlo. Chi, per esempio, debba essere il candidato di un partito alle
elezioni presidenziali USA, e fra i candidati debba alla fine essere eletto, e
quali linee politiche la sua Amministrazione debba seguire, lo decide in realtà
una ristretta cerchia di personaggi che operano dietro le quinte. Si parla
comunemente di establishment, di lobbies, di “oligarchia finanziaria”. Chiunque
segua con un minimo di impegno e di attenzione, o anche solo di curiosità, le
cose della politica in generale – qualunque sia la sua posizione ideologica o
il colore della sua militanza – conosce per esempio i nomi dei Rockefeller e
dei Rothschild e si rende ben conto della immensa influenta che essi esercitano
oggi sull’economia e sulla politica del mondo. Non che sia cosa nuova. Sono
almeno due secoli che gli eventi mondiali vengono potentemente influenzati, e
negli ultimi tre quarti di secolo addirittura determinati, non soltanto e non
solo dalle forze politiche tradizionali – statisti e rivoluzionari, vertici
militari e religosi, masse popolari e movimenti ideali – quanto piuttosto dalla
casta bancaria internazionale. Sono poche centinaia di uomini che controllano,
insieme alla gran parte delle ricchezze monetarie della terra, i debiti
pubblici della maggior parte degli Stati. Dai loro finanziamenti dipende la
stabilità monetaria ed economica, e quindi sociale e politica, di quasi tutti i
maggiori paesi: i più dei governi infatti – pena la bancarotta e il caos – non
possono fare a meno dei loro prestiti e, soprattutto, della loro competenza
tecnica in materia monetaria.”.

Esattamente! E’ dalle decisioni che vengono prese da qualche assise di questi
plutocrati internazionali, da questi autentici apprendisti stregoni e
alchimisti di formule socio-politiche rigorosamente progressiste e
democratiche, che dipende la sorte di migliaia, milioni probabilmente miliardi
di individui. E’ il sistema o, per esser chiari, sono queste alcune delle
principali organizzazioni che compongono il “sistema” del Mondialismo ossia la
cupola di un potere finanziario tecnocratico che dirige i destini di popoli e
nazioni e determina gli avvenimenti della politica mondiale da tre secoli a
questa parte indirizzandoli verso quelle formule di organizzazione ed
amministrazione conformi ai diktat/desiderata del Potere Occulto.

Un potere che si andrà manifestando nel corso della storia fino all’apogeo
trionfale della conquista delle menti della plebaglia francese alias
Rivoluzione illuministica e anti-teocratica del 1789 la prima seria operazione
direzionale programmata, realizzata e portata a termine dietro le quinte dagli
ambienti dell’Alta Finanza: al grido populistico “rivoluzionario” dei tre
principii guida della Rivoluzione (Libertè Egalitè Fraternitè) le masse
parigine decreteranno l’inizio di una nuova epoca dominata dall’ideologie e
dalle utopie del progressismo, del laicismo, della secolarizzazione.

Il mondo da allora non sarebbe più stato lo stesso: la rivoluzione francese -
la rivolta del Terzo Stato (la borghesia) contro il clero e l’aristocrazia -
sancirà l’avvento nella modernità inondando l’Europa prima e il mondo poi del
virus egualitaristico-massonico, della rivoluzione dei Lumi della “Dea
Ragione”, proclamando la morte dell’autorità “per diritto divino” e quella del
potere temporale della Chiesa; presentandosi essa stessa come contro-Chiesa
lanciata contro tutte le forme di oscurantismo “medievale” e contro tutte le
Istituzioni del pianeta uniformate ai valori della Tradizione. La Rivoluzione
di Francia fu la rivolta organizzata dalle logge massoniche e la rivincita
dell’ebraismo cosmopolita per l’applicazione di un programma di sovversione
globale mirante alla disintegrazione di qualsivoglia ordinamento etico-morale
fondato sui valori della Religione, della Razza e – successivamente attraverso
le teorie socialistico-marxiste – della Nazione.

Non si comprenderebbe altrimenti la storia degli ultimi 230 anni senza
considerare l’efficace proclama sui “diritti dell’uomo” e la sua elezione a
vero e proprio dogma della società contemporanea plasmata ad immagine e
somiglianza del Grande Architetto dell’Universo di tutte le logge e di ogni
conventicola settaria più o meno illuminata dalla “Ragione” (…quella per cui
Massimo Fini, intellettuale non conformista di notevole intuito, ha
giustamentente scritto che…aveva torto…).

Una vera e propria contro-teologia quella del progressismo e della cieca
fiducia nell’umanità (…che scalza e disintegra la stessa concezione di
popolo, nazione e Stato pure proclamata dalla borghesia francese e dal fervore
rivoluzionario giacobino con i moti dell’89…) che determinerà le successive
ventate di isteria populistico-rivoluzionaria che attraverseranno tutto
l’Ottocento e la prima metà del Novecento: dalle rivoluzioni (massoniche)
europee del 1848 (…i risorgimenti…) all’esperimento della Comune
rivoluzionaria di Parigi del 1871 passando per il golpe ebraico di Lenin nella
Russia degli zar (1917) apice di un moto sovversivo che tutto travolge e tutto
distrugge ai piedi del progresso, della ragione, della scienza e della tecnica,
dell’umanità che lancia il suo dissacrante “assalto al cielo” e nega Dio prima
di arrivare – con l’esistenzialismo, il naturalismo, il relativismo e il
darwinismo – a negare l’uomo.

I diritti dell’uomo rappresentano la pietra miliare sulla quale poggiano le
odierne strutture del potere mondialista: ONU e annessi e connessi istituti
sovranazionali, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, banche centrali
e fondazioni ‘filantropiche’, società multinazionali e affiliate con -
leggermente più ‘occulti’ – i vari, nell’ordine, Round Table, CFR, Bildeberg
Group, Pugwash Conferences, Trilateral Commission & ‘company’ ad alimentare,
propagandare in senso preogressitico-illuminista e dirigere tecnocraticamente
il corso degli eventi nei quattro angoli del pianeta.

La storia viene ‘prefabbricata’ nel chiuso di qualche loggia massonica, nel
ristretto circolo di qualche apparato segreto mondialista, all’interno dei
consigli di amministrazione di qualche compagnia multinazionale, nel segreto
delle sinagoghe autentici covi di sovversione e destabilizzazione dell’ordine
mondiale. Le parole d’ordine del Mondialismo sono quelle dell’89 riviste e
‘corrette’, ‘modernizzate’, per garantire la gestione del potere su scala
globale: libertà, uguaglianza, fraternità internazionali. Diritti dell’uomo
dogma supremo al quale devono inchinarsi e sottomettersi Stati e nazioni,
governi e istituzioni. E’ un ricatto che dura da oltre due secoli e influenza,
avvolge e uniforma i destini di miliardi di individui in ogni parte del
globo.

Ma cosa sono esattamente questi stramaledetti “diritti dell’uomo” di cui si
‘ciarla’ tanto e altrettanto si scrive? Perchè questa rincorsa all’umanitarismo
più banale che oramai abbonda nei programmi politici e sociali di tutte le
organizzazioni ed i circoli pubblici e privati delle diverse nazioni? Che cosa
si nasconde dietro alle belle parole sui “diritti dell’uomo”?

Innanzitutto un ricatto psicologico che coinvolge e colpisce quelle nazioni
“ree” – agli occhi dei potenti del pianeta – di non volersi “uniformare” al
modello democratico oligarchico occidentale in particolare alle democrazie
plutocratiche per eccellenza (Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti). Sono
questi i tre modelli principali che vengono presentati al resto del pianeta
quali “esemplari” e storicamente credibili esempi di integrazione,
pacificazione sociale, uniformità ideali e stabilità organizzativo-statale.
Tutte le altre “democrazie” non uniformate al modello anglo-sassone o a quello
francese saranno senz’altro da ‘correggere’, la loro evoluzione in senso
‘democratico’ da migliorare e le loro stabilità dipenderanno dall’ennesimo
ricatto di questa o di quell’altra organizzazione mondialista (mediante le
usurocratiche pressioni ai ‘fianchi’). Esistono poi i cosiddetti “stati
canaglia” che sono quelli maggiormente a rischio: Iran, Siria, Corea del Nord,
Irak, Afghanistan sono senz’altro i principali pretendenti alla “maglia nera”
ma anche nazioni quali la Bielorussia,la Birmania, la Cina, il Venezuela,
l’Arabia Saudita e molte altre ancora non sono messe poi così bene a causa del
“mancato rispetto dei diritti umani” (e da questo punto pure la Russia per
quanto normalizzata e ricondotta nell’alveolo delle nazioni ‘democratiche’ non
se la passa troppo meglio).

Vediamo dunque che il ricatto sottile che accompagne le pressioni, le
strategie e le mire dei tecnocrati mondialisti punta principalmente a mettere
in discussione lo status quo delle singole nazioni, dei singoli Stati, che – di
volta in volta – verranno chiamati a rispondere sull’applicazione o meno dei
“diritti umani”. E’ un ricatto psicologico (che si accompagna a quello
economico-monetaristico di strangolamento-strozzinaggio minacciato dalle
sopramenzionate istituzioni mondialiste) che trova un preciso riscontro
nell’attitudine delle organizzazioni internazionali ebraiche che, fin dalla
seconda metà del XIXmo secolo, operavano per la garanzia ed il rispetto delle
libertà delle differenti comunità israelitiche mediante gruppi di pressione fra
i quali si misero in luce a “combattere l’antisemitismo” l’Alliance Israelites
Universelle e il B’nai B’rith. La questione dei “diritti umani” non conosce nè
razza nè religione, è sovranazionale e sovraistituzionale, sovrasta l’ONU e
tutte le bandiere nazionali: è onnicomprensiva, onnipervasiva e onnipresente
laddove la Plutocrazia deciderà di applicarla come forma ricattatoria di
pressione, controllo o mutamento delle politiche di quel determinato Stato.

Perchè ciò possa avvenire è inscritto nella logica stessa, internazionalista e
cosmopolita, della dichiarazione dei diritti dell’uomo e nella sua
estensibilità a 360 gradi e lungo tutti i paralleli terracquei: nessuna nazione
o Stato, popolo o razza, potrà mai sentirsi al riparo dalle ire e dai fulmini
dei potenti oligarchi che hanno in mano la possibilità di giudicare chi
garantisca e chi applica i pretesi “diritti dell’uomo” e, per contro, sulla
base di una altrettanto pretestuosa concezione di autorità sovranazionale chi
siano coloro i quali meritino sanzioni ed eventuali castighi per la mancata
applicazione degli stessi diritti.

“I diritti collettivi – ha scritto Ghislaine Renè Cassin ne “L’Action
Gaulliste” del 30 aprile 1980 – non sono i diritti dell’uomo.” L’ideologia del
diritti dell’uomo, originariamente, manifesta anzi una vera fobia della
collettività. La legge Le Chapelier del 14 giugno 1791, che pose fine alle
antiche corporazioni, proibisce le associazioni professionali perchè “contrarie
alla dichiarazione dei diritti dell’uomo”!. (…) Nei fatti, l’ideologia dei
diritti dell’uomo, assolutamente inefficace (…) di fronte ai dispotismi
contemporanei, è in compenso fondamentale alla destrutturazione delle società
“libere”. “Spingete un pò il fanatismo – scrive Louis Pauwels – e sentirete che
tutto quel che obbliga l’individuo a comportarsi da cittadino è contrario ai
diritti dell’uomo. Celebrerete il culto del’individuo innalzato contro lo
Stato. Vedrete l’esattoria, il commissariato di polizia, la caserma e la scuola
come delle Bastiglie che schiacciano l’uomo. Invocherete la grazia divina di
una completa rottura di solidarietà con la città, la sorte della nazione, il
destino della patria. Ogni costrizione in vista di un bene collettivo si
opporrà ai diritti dell’uomo. (…) L’origine signorile della libertà
individuale e soprattutto il suo riconoscimento giuridico riguadano solo un
aspetto di ciò che intendiamo per libertà: l’indipendenza e non la liberazione,
l’autonomia e non l’emancipazione, o ancora le libertà e non la libertà.” (2)

Ci troviamo di fatto dinnanzi ad un mostruoso Leviatano…quello dei “diritti
dell’uomo”! Uno dei tanti Leviatani (esistono anche quelli dei “diritti” delle
minoranze etniche e razziali, quelli delle minoranze “sociali”, quelli infine
della difesa ad oltranza di ogni devianza e di tutte le depravazioni possibili
e immaginabili) che compongono il Leviatano supremo rappresentato dall’attuale
concetto di autorità ovvero di un Potere inteso quale sopraffazione
dell’individuo, dei singoli, dei popoli e delle collettività che si eprime
mediante coercizione e controllo ed è l’espressione – illegittima benchè
legalizzata, subdola benchè operante alla luce del sole – che rappresenta
oramai la quintessenza di tutti i Poteri, di ogni Autorità, di qualunque
Istituzione onnipervadente la società contemporanea di massa.

Potere come oppressione delle coscienza, obnubilamento delle volontà,
disintegrazione dell’anima e dell’identità dell’individuo. Contro una simile
mostruosità occorre ancora una volta levare un grido, una voce, di libertà ed
opporre una ribellione, una reazione, un rigetto del livellamento imposto
dall’alto, del moderno sistema di condizionamento e della sua pretesa
normalizzatrice. In quale modo sia possibile reagire crediamo sia stato
lucidamente e superlativamente tracciato da

http://www.mirorenzaglia.org/wp-content/uploads/2009/03/junger_fondo-magazine.jpg

Ernst Junger nel suo “Il Trattato del Ribelle”
laddove sottolinea come “poche parole come ad esempio “ho detto
no” (…) sarebbero infinitamente più efficaci. (…) Basterebbe un secco “no”
e chiunque cui capitasse sott’occhio capirebbe al volo di che cosa si tratta.
Sarebbe un segno che l’oppressione non è perfettamente riuscita. I simboli
spiccano in modo particolare proprio su un fondo uniforme. (…) I segni
possono essere colori, figuri e anche oggetti. Quando hanno carattere
alfabetico, la scrittura si converte in ideogrammi: acquista immediatamente
vita, fornisce materia per le spiegazioni. Si potrebbe abbreviare
ulteriormente e in luogo del “no” tracciare una sola lettera – una R per
esempio. Starebbe a significare, tra l’altro: Raduno, Riflessione, Riscossa,
Rivolta, Rabbia, Resistenza. O magari Ribelle.” (3).

Perchè “ribellarsi è giusto”? Essenzialmente l’atto di ribellarsi è
legittimato da un’oppressione preesistente. In secondo luogo diviene tanto più
legittimo e conforme laddove si consideri che viviamo nel mondo degli ‘altri’,
uniformati ai modelli degli ‘altri’, sottoposti alla tirannia degli ‘altri’ che
ci controlla, spia e cerca di sottometterci alle altrui volontà, ai loro
diktat, alle loro regole e leggi. Viviamo, piaccia o meno, nel mondo degli
“altri”: alieno totalmente e radicalmente alla nostra “welthannshauung”
(visione del mondo) e quindi, indiscutibilmente, nemico. Niente diviene dunque
più legittimo, conforme e sostanzialmente rivoluzionario che un atto di
ribellione: dire “signornò” alla società contemporanea ed al Sistema è
innanzitutto un dovere e oltremodo un atto di resistenza che è preludio per una
presa autentica di coscienza in senso antagonista. Rifiutare le logiche di
asservimento del mercato, quelle alienanti della pubblicità e quelle
normalizzanti della propaganda sarà il primo passo verso una reale distinzione
tra chi si porrà al di fuori del Sistema (delle sue leggi come della sua
apparentemente caotica forma strutturale ossia all’esterno dei telai
istituzional-sbirreschi di omologazione rappresentati dall’insieme dei partiti,
dei sindacati, delle istituzioni pubbliche e private) e chi ne accetterà la
dittatura.

E che di dittatura, mascherata dietro alle solite belle parole d’ordine della
democrazia e della libertà, del consumismo e del progresso (…gli specchietti
per le allodole moderne con le quali il Sistema prende “due piccioni con un
fava” ingannando prima e irretendo poi finendo per erigere un’autentica
struttura di potere repressiva che , quando vuole, distende inesorabilmente le
sue strutture repressive blindando e incarcerando ogni forma individuale -
mediante le ‘note’ liste di proscrizione – o collettiva di dissenso…), si
tratti crediamo ci sia poco da “disquisire” laddove è oggettivamente reale non
solo il rischio ma anche la capacità di eliminazione di qualunque articolazione
critica di opinione e, particolarmente, anche in presenza di parvenze rumorose
ma innocue di pluralismo che risultano funzionali al Potere, alle sue logiche
di omologazione e di controllo ed alla sua capacità di estensione della sua
autorità (….”…la dittatura c’è ma non si sa dove sta/ non si vede da qua,
non si vede da qua…” canta Daniele Silvestri…).

Le moderne forme del totalitarismo democratico sono quelle che hanno creato i
meccanismi diabolici di persuasione occulta, l’ipnotismo omologante della
pubblicità e della propaganda, tutti i sistemi di spionaggio e controllo dei
quali si serve abbondantemente il Potere: le società occidentali contemporanee
sono un esempio lampante di questa deriva sbirresca come, peraltro già
riconosceva ed aveva individuato lucidamente lo stesso Junger laddove sosteneva
che l’estensione di misure “militari” di prevenzione dell’ordine pubblico con
le quali i moderni Stati-Leviatani arrivavano a concepire l’esistenza di
milioni di individui rasentavano la psicosi e stavano a rappresentare le fobie
dei detentori del potere, incerti, insicuri, intolleranti dinnanzi alla
semplice idea, alla prospettiva futura, di un cambiamento brusco di regime, di
una modifica del loro status quo sul quale, in definitiva, risiede la loro
autorità fondata sull’oro e sull’applicazione di leggi d’emergenza, stati di
polizia, organizzazioni istituzionalizzate criminali al servizio dei loro
interessi particolaristici. E che di istituzioni “criminali” – intese nella
loro reale condizione di copartecipanti al “banchetto” e quindi co-responsabili
delle disfunzioni, delle malattie e dei malesseri del Sistema (fra i quali il
ladrocinio pubblico e privato sarebbe in fondo il lato meno ‘criticabile’) – si
possa tranquillamente parlare intendendo con ciò tutti i gruppi di pressione,
le lobbie’s e soprattutto gli apparati repressivi in armi è un dato di fatto
che crediamo sia legittimo sottolineare laddove il Potere si esercita, oggidì,
soprattutto mediante indottrinamento e controllo propagandistico mediante i
nuovi strumenti di condizionamento dei mass media che formano la cosiddetta
opinione pubblica. Perchè questi eserciti pubblici al servizio di interessi
privati sono nè più nè meno forze di natura gangsteristico-mafiosa (gruppi di
pressione al servizio di questa o quell’altra fazione della “casta” dei
mercanti) e organizzazioni puntate contro qualunque forma di dissenso, pronte a
stroncare qualsiasi anelito di libertà e a disintegrare ogni ipotesi di
rivolta. Il significato più profondo di questa realtà oramai onnicomprensiva
viene riconosciuto da Junger laddove sottolinea che gli eserciti “diverrano
tanto più idonei all’azione nichilistica quanto più svanisce in essi l’antico
nomos, inteso come tradizione. Nella stessa misura si rafforza necessariamente
il loro carattere di mero strumento d’ordine e con esso la possibilità da parte
di chiunque detenga le leve del potere di servirsi dell’esercito a suo
piacimento. (…) Dove poi si presentano come soggetto politico, rappresentati
dunque dai generali, le prospettive di successo saranno meno favorevoli che nel
caso in cui a portare avanti l’azione siano i partiti di massa. La tendenza a
coinvolgere nel movimento un numero troppo alto di persone anziane e valori
antiquati mette in pericolo l’impeto nichilistico dell’azione. (…) Ciò che
più di ogni altra cosa è adatto a qualsivoglia utilizzazione e subordinazione è
l’ordine tecnico, il quale tuttavia proprio attraverso questa subordinazione
trasforma le forze che di esso si servono, facendone dei lavoratori. Ciò vale
anche per le organizzazioni ad esso collegate: leghe, associazioni industriali,
mutue, sindacati e via dicendo. Predisposte come sono al puro funzionamento, il
loro ideale consiste nel non far niente di più che “premere il pulsante” o
“girare l’interruttore”. Queste organizzazioni si adattano perciò, senza
particolari modificazioni, a forze apparentemente contrapposte. Il marxismo
vide ben presto nello sviluppo delle concentrazioni e dei monopoli
capitalistici un utile strumento. Con il loro crescente automatismo, gli
eserciti acquistano una perfezione da insetti, e continuano quindi a combattere
in posizioni che l’arte militare di vecchio stile considerava un delitto
mantenere.” (4).

Ad una prima analisi relativa ai meccanismi coercitivi di massa non deve
sfuggire l’imponente spiegamento di mezzi tecnici – massmediatico-informatici -
che sono stati messi al servizio del Potere: la rivoluzione tecnologica che ha
contrassegnato gli anni Ottanta/Novanta del XXmo secolo rappresenta il
superamento ed un’evoluzione pericolosissima delle vecchie tecniche di
controllo sistemico. L’aumento delle disponibilità offerte dalla tecnica è
anche un salto di qualità che facilità il lavoro di controllo, contrasto e
repressione di tutti quegli apparati che il Potere domina e del quale si serve
per mantenere in istato di subordinazione i suoi “cittadini” che, nel caso in
questione – per il Leviatano moderno -, sono considerati nè più nè meno alla
stregua di “sudditi” beoti ai quali elargire le briciole (panem et circensis)
di un sapere informatico organicamente concepito per individuare, monitorare e
meglio catalogare le forme eventuali di dissenso presenti nel corpo sociale.

L’estensione dei mezzi d’informazione, la loro apparente facile fruibilità e
disponibilità sono tecniche nuove ma non meno insidiose di un controllo che
resta alto e mantiene costante la sua attitudine preventivo-repressiva: ne è
una palese riprova il dibattito che da anni si è sviluppato, proprio in seno
agli stessi organi di controllo del Sistema, sulle “libertà d’espressione”
particolarmente insidiose che rappresenterebbero i moderni strumenti
computeristici con appelli, ad ogni piè sospinto, a “chiudere” la “rete”
internet la quale, sia detto per inciso, rappresenta lo specchietto per le
allodole dei complessati moderni attirati sapientemente verso forum e social-
network tutti “under controll”.

Eppure va da sè che, accanto a quest’opera di ‘monitoraggio discreto’
esercitata da dietro uno schermo da qualche apparato di poliza, sia costante e
continua sul territorio l’attività di repressione ‘classica’ altrettanto
facilitata dal vertiginoso aumento di ‘occhi informatici’ (fotocamere e
telecamere, bancomat e carte di credito) i quali si vanno a integrare con
l’incremento del numero di effettivi dislocato e con la loro aumentata tecnica
d’indagine e di controllo. Questo surplus di agenti e ‘segugi’ sistemici appare
oltremodo esagerato ma contraddistingue il livello, e anche la ‘raffinata’
attività di ‘persuasione’ di massa (…fiction televisive comprese…),
raggiunto e la capacità di intervento elevatissima ottenuta dall’interazione
fra uomini e mezzi che formano una forza dissuasiva non indifferente e sempre
allertabile per qualsiasi evenienza.

In una società complessa, articolata in una serie di diversi centri di potere
decisionali, modellata sul mito della tecnica e della scienza messe al servizio
dell’efficienza, visibili segni di un potere che si ritiene acquisito questa
dimostrazione di forza oltre a lasciare perplessi è sintomatica di uno stato di
ansia che evidentemente può, in qualunque momento e in determinate circostanze,
sopravvenire a turbare il sonno di lorsignori detentori del potere. Una simile
paura costituisce il primo, fondamentale, segnale di instabilità e insicurezza
ma – in particolar modo – è la prima obiettiva istigazione “a delinquere” che
viene ad alimentare un bacino, almeno ipotetico, di opposizione reale e non
fatua di nemici irriducibili dell’ordine costituito.

“Noi – sostiene Junger (5) – ci limiteremo a ipotizzare che, in una città di
diecimila abitanti, cento di loro siano determinati a smantellare il potere.
Una metropoli di un milione di abitanti conterà dunque diecimila Ribelli, se
vogliamo servirci di questo termine pur non avendone ancora valutato appieno la
portata. E’ una forza imponente – sufficiente persino a far crollare forti
tiranni. Le dittature non sono soltanto pericolose, sono esse stesse sempre in
pericolo poichè l’uso brutale della forza suscita ovunque ostilità. Stando così
le cose, la presenza di esigue minoranze pronte a tutto costituisce una
minaccia, in particolare quando esse abbiano messo a punto una loro tattica.
Questo spiega la crescita abnorme della polizia. A tutta prima sembra
sorprendente che un impero che gode di schiaccianti consensi abbia ingigantito
la polizia fino a trasformarla in un esercito. Ed è ciò che è realmente
avvenuto. Da un uomo che in una sedicente “votazione per la pace” ha votato
“no” ci si dovrà aspettare la resistenza, soprattutto quando il potere comincia
a dibattersi nelle prime difficoltà. Se le cose si mettono male, non si potrà
invece contare, con altrettanta sicurezza, sul consenso dei rimanenti
novantanove. In casi del genere la minoranza è simile a un agente chimico dagli
effetti potenti e imprevedibili. Per individuare, osservare e controllare i
punti in cui inizia questo processo è necessaria una imponente forza di
polizia. La diffidenza cresce di pari passo con il consenso. Quanto più il
numero dei voti “positivi” si avvicina al cento per cento, tanto più aumenta il
numero delle persone sospette, essendo probabile che gli oppositori abbiano
ormai abbandonato l’ordine statisticamente accertabile, per trasmigrare in un
ordine diverso, invisibile, che abbiamo individuato come l’ordine di quelli che
passano al bosco. D’ora in poi tutti, nessuno escluso, dovranno essere tenuti
sotto controlo: lo spionaggio manda i suoi agenti a esplorare ogni isolato,
ogni edificio. Cerca persino di intromettersi nelle famiglie e celebra i suoi
estremi trionfi con le autoaccuse nei grandi processi propagandistici: qui
vediamo l’individuo fare la parte del poliziotto di se medesimo e contribuire
al proprio annientamento. Egli non è più, come nel mondo liberale, un’entità
individuale: lo Stato lo ha smembrato in due parti, l’imputato e il suo
accusatore. Questi Stati armati fino ai denti, che si vantano di possedere il
monopolio del potere, e al tempo stesso appaiono tanto vulnerabili, offrono
davvero uno strano spettacolo. La cura e l’attenzione che devono dedicare alle
forze di polizia minano la loro politica estera. La polizia erode il bilancio
dell’esercito, e non quello soltanto. Se le grandi masse fossero così
trasparenti, così compatte fin nei singoli atomi come sostiene la propaganda
dello Stato, basterebbero tanti poliziotti quanti sono i cani che servono a un
pastore per le sue greggi. Ma le cose stanno diversamente, poichè tra il grigio delle pecore si celano i Lupi,
vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà.
E non soltanto questi lupi sono forti in se
stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano la loro
qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. E’ questo l’incubo
dei potenti.”.

Il gregge belante nell’ovile di casa può repentinamente, improvvisamente,
trasformarsi in un branco di lupi assetati: è questa la particolarità di una
condizione di assoluta fragilità di un Sistema che si è costruito solo ed
esclusivamente sugli slogan propagandastici, sulle parole d’ordine buone per i
comizi dei politici e da riportare ad ogni tornata elettorale su qualche
manifesto, sul tam tam tambureggiante dell’opinionismo servile dei mezzi di
informazione che osannano ad ogni buon conto le magnificenze del Potere
relegando l’individuo alla sua mercè. Da questo stato di polizia mascherato, da
questa condizione di apparente libertà che costituisce il principale punto di
forza ed insieme di debolezza delle società moderne, può sempre nascere – in
qualsiasi momento – una ribellione perchè dinnanzi alle forme nuove assunte dal
totalitarismo, dietro alla maschera sorridente e arrogante di un potere che si
autocelebra quotidianamente, nella penombra si possono annidare ribelli e
nemici. Ribelli dei quali ovviamente non è attualmente possibile parlare….
Nell’attuale scansione spazio-temporale manca qualsivoglia forma organizzata di
dissenso: la tabula rasa sistemica che ha colpito le aree potenzialmente
antagoniste dell’Occidente giudaico-mondialista nel periodo compreso fra la
fine dei Settanta e i primi Ottanta ha reso pressochè nullo il valore di
contrasto e tutte le iniziative volte a mutare una direzione di marcia generale
caratterizzata da una progressiva normalizzazione. Occorrerà ‘preparare’ il
“terreno” per chi verrà dopo di noi: è alle future generazioni di un domani
lontano che sarà consegnato il ‘testimone’; è ai ribelli di domani che verrà
delegato il compito di riprendere l’assedio delle metropoli capitalistiche
occidentali. Ribelli che saranno, un domani, pronti a prendere d’assalto la
cittadella del potere quando si sentiranno sufficientemente preparati e forti
per colpire: avranno appreso l’arte del sabotaggio industriale, le tecniche
della guerriglia, l’utilizzo dei mezzi per ribaltare rapporti di forza
altrimenti improponibili ed allora, a quel punto, costituiranno un esercito,
una forza armata, capace di essere immediatamente operativa e di contrastare le
forze ‘regolari’ della repressione del Sistema borghese.

Questa “armata” di ribelli “passati al bosco” sarà l’embrione di quel
movimento di liberazione nazionale sul quale si dovranno fondare le nuove
impalcature di un’ordinamento diverso; essi – i ribelli – costituiranno
l’avanguardia militante e la coscienza vigile di quel voto “no” che
raccoglieranno come un invito, un incentivo ed un segnale di solidarietà per
aggregarsi in nuclei sempre più ampi di nemici del Potere. Attaccare i simboli
del potere, colpire dietro le linee del nemico, sabotare gli ingranaggi della
macchina di produzione – dei consumi e delle idee – saranno le manifestazioni
di un dissenso che diviene ribellione, di una ribellione che in trasformazione
può diventare rivoluzione: sono le premesse naturali per il rovesciamento
dell’ordine costituito e i cardini per una metodologia di lotta e di vittoria
che impegnerà l’avanguardia rivoluzionaria mobilitata attorno all’obiettivo
principale della lotta al Sistema per la disintegrazione del Sistema. Hic et
nunc.

Al ribelle occorre il caos: occorre la produzione del caos, dell’instabilità,
dell’insicurezza. Il ribelle si prepara ad una battaglia contro forze ingenti,
ingentissime, molto più preparate e meglio armate di lui; forze addestrate per
controllare e soprattutto reprimere, forze inquadrate in brigate, battaglioni e
legioni speciali di agenti in servizio permanente ed effettivo al lato del
Potere. Esemplare in questo senso potrà essere quella specie di “guerriglia
urbana” settimanalmente ‘inquadrata’ e ‘pre-ordinata’ attorno all’evento
sportivo: lo stadio diviene il campo di battaglia, le città possono
trasformarsi rapidamente nella cittadella nemica da espugnare,

http://blogosfere.it/images/ribelle.jpg

il ‘branco’ dei Lupi-ultrà che si muove al seguito della squadra ha lavorato per un’intera settimana strategie
da ‘blietzkrieg’ per cogliere il ‘nemico’ (sia che si
tratti della tifoseria avversaria sia che si tratti dei tutori dell’ordine in
divisa) di sorpresa. Ovviamente quella della violenza-ultrà e del “pericolo”
che i gruppi organizzati del tifo rappresenterebbero è semplicemente una
“messinscena” che oramai viene abitualmente “lasciata evaporare”: fuochi fatui
di norma che non impensieriscono il Potere che difatti lascia campo libero per
lo scatenamento temporaneo di forme di ribellismo ininfluenti e incapaci di
spostare anche di un millimetro i rapporti di forza nè tantomeno di ledere
l’autorità dei rappresentanti istituzionali. La guerriglia ultrà domenicale è,
in fondo, una specie di “gioco”, una finzione, un ‘mimare’ quella che dovrebbe
essere la guerriglia rivoluzionaria…o, perlomeno, è ciò che pensano e
desidererebbero sempre i detentori del Potere, coloro i quali hanno in mano le
leve dei comandi del ‘gioco’. Non è detto comunque che, un domani, da queste
‘fazioni’ sbandate di ribelli ‘domenicali’ non siano possibili forme
organizzate compiute di ribellismo anti-sistemico laddove queste masse
costituirebbero indiscutibilmente una forza consistente capace di disarticolare
e scombussolare per qualche ora gli apparati repressivi sistemici. E’ dagli
sbandati delle metropoli grigie e fumose, dai ghettizati, sottopagati e
sfruttati della catena di montaggio consumistica, dal sottoproletariato, da
questa specie di embrionali agglomerati ribellistici e dagli istinti di rivolta
e insubordinazione della gioventù che si deve ripartire, lo si voglia o meno,
per costruire l’avanguardia rivoluzionaria dei ribelli, il nucleo centrale e la
classe dirigente del futuro partito rivoluzionario antiborghese e
antisistemico. Anche in questa ‘direzione’, soprattutto in questa direzione,
sarà necessaria un’opera di ‘catechesi’ rivoluzionaria (…i ‘fondamentali’
…) primo momento reale per dare al futuro combattente anti-mondialista una
coscienza della propria missione storica. L’indottrinamento di quadri dirigenti
e militanti costituisce pur sempre l’abc dell’azione politca di rottura delle
regole e dei limiti imposti dal Potere. Questa fase avanzata della lotta deve
comunque costituire un’opzione sempre valida per quel ‘balzo in avanti’ nella
costituzione del partito rivoluzionario di massa.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al nostro ribelle…a chi ha detto
“no”…a coloro che si sono opposti in forme che possono ancora essere
embrionali, incoscientemente o coscientemente che sia,al potere costituito. A
questa schiera di irriducibili antagonisti devono essere date parole d’ordine
per continuare la lotta politica, devono essere instillati valori che,
inizialmente, a malapena forse riusciranno a riconoscere come propri, devono
infine essere consegnate ‘direttive’ elementari ma concrete di azione
rivoluzionaria. I ribelli non hanno divisa, soffrono la disciplina troppo
severa, l’irrigidimento e l’inquadramento soffocanti: sono spiriti liberi che
hanno a cuore la libertà – la loro e quella del loro ‘branco’ – e come tali
tendono a muoversi, indisciplinati e fuggiaschi, alla stregua di un branco di
lupi.

Il ribelle conosce perfettamente la libertà e non sarà disposto a rinunciare
ad essa quindi può, anzi deve, costituire un elemento incendiario, un
catalizzatore di energie e la prima linea di un fronte offensivo che intenda
colpire al cuore il sistema e le strutture di controllo e repressione del
potere costituito. E’ questa l’avanguardia rivoluzionaria e sono questi i
compiti che spettano ad una avanguardia rivoluzionaria: colpire senza sosta,
colpire e scappare, mordi e fuggi, sabotare, disintegrare dietro le linee,
disconnettere e disarticolare laddove possibile i meccanismi regolatori del
Sistema.

http://www.hannesschick.com/public/art/guerra%20contro%20noi%20stessi/Ribelle%20zapatista.jpg

“Chiamiamo (…) Ribelle chi nel corso degli eventi si è trovato isolato,
senza patria, per vedersi infine consegnato all’annientamento. Ma questo
potrebbe essere il destino di molti, forse di tutti – perciò dobbiamo
aggiungere qualcosa alla definizione: il Ribelle è deciso a opporre resistenza,
il suo intento è dare battaglia, sia pure disperata. Ribelle è dunque colui che
ha un profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi
nell’intenzione di contrapporsi all’automatismo e nel rifiuto di trarne la
conseguenza etica, che è il fatalismo. Considerandolo sotto questo aspetto, non
avremo più dubbi circa il significato che il passaggio al bosco assume non
soltanto nel pensiero ma anche nella realtà di questi nostri anni.” (6)

Il Ribelle è di istinti anarchici perchè profondo è il suo concetto di
libertà, perchè sente la libertà come una condizione naturale, perchè persegue
l’obiettivo – con tutte le proprie forze ed i mezzi che ha a disposizione -
della sua libertà: è l’autarca-nichilista dei nostri giorni lo stilema di
riferimento e l’archetipo del rivoluzionario del Terzo Millennio. Il Ribelle
jungeriano sente di non appartenere più a niente e niente ha da perdere in una
lotta disperata contrassegnata dalla rinuncia a qualunque cosa all’infuori
della libertà. E’ un nichilista, un inguaribile romantico, un irriducibile
asceta dell’azione per l’azione. E’ colui che varca imperturbabile il
“meridiano zero” e si da alla macchia, compiendo quel ‘passaggio al bosco’
essenziale per “vivere” pienamente la sua libertà altrimenti blindata,
controllata e violentata dalle forme preventivo/repressive del Potere. In lui
vive e rivive la passione e l’eredità ideale del nichilismo, il fuoco sacro
dell’azione romantica, il radicalismo del combattentismo di quegli arditi o di
quei legionari fiumani che andavano, baionetta tra i denti e fucili spianati, a
“cercar la bella morte” sui campi di battaglia della prima guerra mondiale.
Nella sua immagine rivive la furia anti-modernista dei primi socialisti,
l’impeto tsunamico delle prime manifestazioni sindacaliste, la sfida lanciata
ad un potere borghese dall’irruenza anarcoide del tardo Ottocento (….”la
fiaccola dell’anarchia” cantava Francesco Guccini ne “La locomotiva”….).

Ora occorrerà una ‘distinzione’ ‘conforme’ giacchè le considerazioni finora
espresse devono situarsi al di là di un ‘posizionamento ideologico’ e ancor più
lontano da qualunque condizionamento o ‘fascinazione’ partitico-politica:
occorre cioè ‘fissare’ i ‘limiti’ della nostra “chiamata alle ‘armi’” e
identificare su di un piano non astratto qual’è il tipo-umano al quale ci
riferiamo quando parliamo del nostro ribelle.

Esistono azioni che possono mutare radicalmente lo scenario socio-politico di
un determinato Stato ed esiste una forma, divisa interiore, che dev’essere
concepita quale ‘luogo’ ideale del deposito di valori verso i quali situare la
predetta azione di rottura: qualora intendessimo riferirci ad una mutazione dal
basso dell’ordine costituito occorrerà pur sempre invertire la rotta in senso
ascendente, ponendo la sfera della nostra azione su di un piano verticale per
ciò che riguarda i principii teorici mentre risulterà necessariamente conforme
una dimensione su di un piano orizzontale per quanto concerne la pratica
quotidiana (essere tribù attualmente non sposterebbe di un millimetro gli
attuali equilibri di potere e condurrebbe le future avanguardie rivoluzionarie
ad una sonora disfatta). Occorre cioè ‘fissare’ qualche ‘dato ontologico’
riguardo al nostro ribelle.

http://www.agsassari.altervista.org/Immagini/kultur/evola.png

A questo proposito, e giustamente, scrive Julius Evola: “una caratteristica
dei tempi ultimi è l’urgenza, la spinta e l’azione di rottura esercitata dal
basso, e in funzione del basso, sulle strutture esistenti: il che corrisponde
al solo significato proprio e legittimo del termine “sovversione”. Questa
situazione ha per evidente presupposto la crisi dell’insieme delle strutture di
cui si tratta: siano esse strutture politico-sociali che culturali e
intelletuali. Così essa si accompagna ad un processo contro il mondo moderno,
la società borghese e il capitalismo, contro un ordine ridottosi ad essere un
disordine esteriormente frenato, contro forme di esistenza divenute prive di
ogni significato superiore, disumanizzanti, creatrici – per usare un termine
ormai abusato – di “alienazioni”. La rivolta contro tutti questi aspetti di una
civiltà problematica può essere legittima. Ma ciò che caratterizza i tempi
ultimi è la carenza di ogni azione rettificatrice, liberatrice o restauratrice
dall’alto: è il fatto che si permette che l’iniziativa e l’azione, spesso
necessaria, di rottura, avvengano appunto partendo dal basso; dal basso, inteso
sia con riferimento a strati sociali inferiori, sia a valori inferiori. Così la
conseguenza quasi inevitabile è lo spostarsi del centro di gravità verso un
livello che sta ancor più giù di quello delle strutture entrate in crisi e
divenute quasi prive di ogni contenuto vitale.” (7)

Queste considerazioni preliminari di Evola ci inducono ad una chiarificazione:
allo sgretolamento circostante dell’insieme delle strutture che costituiscono
il mondo in decadenza che definiamo borghese occorre guardare con distacco,
disinteresse e assoluta superiorità: la difesa dell’esistente non deve
interessare nè su di un piano materiale-operativo nè tantomeno su un livello di
partecipazione più o meno ideale; occorre mantenere le distanze e saper mediare
fra posizioni difensivistico-legalitarie, funzionali al mantenimento dello
status quo ed a ritardare il suo inevitabile crollo, e banale primitiva
istintività disgregatrice fine a sè stessa.

Il livello di sfaldamento etico e quello di assoluta devastazione ontologica
non ci permettono passi falsi nell’una o nell’altra direzione: se da un lato si
andrebbe a procastinare l’inevitabilità della fine, del tramonto, della società
borghese; dall’altro lato si accelererebbero esclusivamente pulsioni tellurico-
materialistiche che aumenterebbero esclusivamente lo stato caotico senza
imprimere una svolta rettificatrice al quale, comunque, deve tendere
un’avanguardia rivoluzionaria consapevole di operare per l’avvento di un mondo
nuovo e l’edificazione/educazione di un tipo umano completamente rigenerato ed
alieno dalle sirene fascinanti e dai miti incapacitanti del progressismo e
dell’umanesimo dei quali sono abbaondantemente infarcite le teorie
internazionalistico-egualitariste. La nostra lotta ribellistica ha obiettivi di
costruzione di un ordine nuovo; mira alla creazione di Imperium, di comunità
organiche, di società e sistemi sociali liberatisi definitivamente da tutto
l’insieme posticcio di quelle superstizioni utopistiche che hanno
caratterizzato la storia umana dalla rivoluzione dei Lumi francese fino ai più
recenti avvenimenti del Sessantotto novecentesco.

E su questo crediamo non esista alcuna discussione così come non dovrebbero
esisterne – per quanti realmente antagonisti e ribelli al Sistema -
relativamente alla necessità di una radicale opposizione a tutto il mondo dei
valori borghesi ed all’ordinamento politico e sociale che di quei valori e di
quegli ideali è il ‘tenutario’ ed assieme l’erede ‘degnissimo’. La
disintegrazione del Sistema è premessa d’azione rivoluzionaria e consegna
militante alla quale non deve mancare il contributo di tutti coloro i quali
sono (o tali si proclamano) non soltanto ‘alternativi’ ma irriducibilmente
nemici ed avversari.

Evola in merito infatti sottolinea ludicamente come “che si possono denunciare
gli errori, i difetti e le degenerazioni di un sistema, si può essere, ad
esempio, contro la borghesia e contro il capitalismo, però partendo da un piano
situato al disopra e non al disotto di esso, in nome non dei valori
“proletari”, cosiddetti “sociali” o collettivistici, bensì di quelli
aristocratici, qualitativi e spirituali: i quali valori potrebbero dar luogo ad
un’azione rettificatrice perfino più radicale, qualora si trovassero uomini
veramente alla loro altezza, muniti di sufficiente autorità e potere, tanto da
prevenire e stroncare con una rivoluzione dall’alto qualsiasi velleità o
principio di rivoluzione dal basso.” (8).

Dunque aristocrazia elitarismo e visione ascetico-tradizionale sul piano dei
principii per un’azione ribellistica e disintegrativa delle ultime ‘vestigia’
decadenti e desolanti del Potere della borghesia. Questa la divisa-interiore
che dovrà caratterizzare il nostro Ribelle “contro il mondo moderno”; il
Ribelle di Junger, la metallica forma spartana di uno stilema di ‘razza’
superiore, di un lucido fanatismo che mira ad essere sempre più
irriducibilmente e radicalmente fanatico!

Il Ribelle jungeriano è l’autarca nichilista, un singolo braccato da un
ordine che esige innanzitutto il controllo capillare e la repressione
sistematica per autocelebrarsi e legittimare la propria autorità. Contro questo
Sistema si desterà un “uomo-nuovo”, un individuo alieno dai compromessi e
insensibile alle fascinazioni diversive, superiore alle sirene adulatorie ed ai
meschini e vili giochetti di potere; un individuo – evolianamente parlando -
realmente “differenziato”; un soggetto-nuovo della Storia, l’asse di
congiunzione tra i valori della Tradizione informale eterna e le radicalità
ideologico-politiche espressione di quel mondo del combattentismo,
dell’arditismo e dell’azione che consacrarono la “generazione del fronte” che,
nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, seppe creare i presupposti per
un nuovo idealismo ed una nuova visione eroico-virile della vita. Il Ribelle
che intendiamo prefigurare per l’avvenire sarà, in condizioni improponibili di
rapporti di forza illogici ed assurdi, disposto all’atto estremo, a dare
costantemente battaglia, a proseguire irriducibilmente la lotta. E’ a questo
individuo che ovviamente sono indirizzate queste considerazioni d’ordine
generale…. Un individuo che non ha niente, ovviamente, a che spartire con il
luccichio civettuolo e illuministico dei ‘proclami’ sui diritti dell’uomo e
sull’egualitarismo sociale perchè – contro queste costruzioni del pensiero
borghese – saprà irrompere la furia cieca della ribellione, l’azione diretta e
devastante che frastuona, scuote e risveglia le coscienze, il faro illuminante
imprevisto ed imprevedibile del grande sovvertimento, il caos informe che
genera emozioni e nuove forme di vita e, dulcis in fondo, il grido di rivolta
del ribelle inquieto ed inquietante dei tempi moderni: dal caos ad un nuovo
ordine; dal magma incandescente del vuoto post-nichilista a forme altre di
evoluzione; dalla sfera emotiva, tellurica lunare e discendente ai valori
eterni della razionalità consapevole e responsabile e ad una concezione
metafisica, solare e ascendente della vita e dell’uomo.

Al di là del bene e al di là del male perchè, comunque, ribellarsi è giusto!

Link alla pagina:
RebelDia « Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/09/rebeldia/)

Verona Front
14-06-10, 10:08
State tranquilli, anche se Arba non scrive...almeno fino ad oggi...continua ad osservare...LORO sono ovunque, anche nei posti più impensabili...
leggete un po' qui http://http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201006articoli/55870girata.asp comandano pure in Arabia Saudita...

Lupo
14-06-10, 11:24
State tranquilli, anche se Arba non scrive...almeno fino ad oggi...continua ad osservare...LORO sono ovunque, anche nei posti più impensabili...
leggete un po' qui http://http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201006articoli/55870girata.asp comandano pure in Arabia Saudita...
Ottimo intervento!! Specialmente come tuo 1° post.
Bello anche il tuo avatar ... complimenti!!

Il tuo link non funziona ma questo sì:
Arabia Saudita apre spazio aereo a Israele per raid contro l'Iran (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201006articoli/55870girata.asp)

Se ne sta parlando su PIR anche quì:
http://forum.politicainrete.net/politica-internazionale/66371-larabia-saudita-concede-israele-corridoio-arereo-per-bombardare-liran.html

arba
14-06-10, 12:08
State tranquilli, anche se Arba non scrive...almeno fino ad oggi...continua ad osservare...LORO sono ovunque, anche nei posti più impensabili...
leggete un po' qui http://http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201006articoli/55870girata.asp comandano pure in Arabia Saudita...

eh sì, l'ombra di Arba aleggia su ogni forum.''LORO'' sono dappertutto. Siete ''fortissimi'' ...:crepapelle:
mi fa comunque piacere sapere che il Bellucci si sia rimesso dall'incidente con la moto. Pensare alle donne mentre si guida danneggia la concentrazione....

p.s. anche il Bellucci era simpatico ...e come direbbe un mio amico, non scomparso da un anno, simpatico come il mal di denti...:ciaociao:

appena ho tempo commento ...

Verona Front
14-06-10, 14:42
appena ho tempo commento ...
Attenta cara Arba che il tempo è denaro...non vorrai rinunciare a qualche caro GIUDeuro e perdere tempo con noi antipatici nazzysti?
A proposito...piccola digressione...ieri l'Hellas è riuscita ancora a rimanere in serie C ma la Germania ha stravinto, evvai!

Lupo
14-06-10, 16:00
http://img227.imageshack.us/img227/5783/hellas.jpg

Scattata in Toscana lo scorso anno a casa di un amico. :D

Verona Front
14-06-10, 16:12
http://img227.imageshack.us/img227/5783/hellas.jpg

Scattata in Toscana lo scorso anno a casa di un amico. :D

chissà perchè ma...il tuo amico mi sta già molto simpatico:gluglu:

southern
14-06-10, 17:41
e permesso? :D

http://cimelidiguerra.tifonet.it/foggiaverona.jpg

Verona Front
14-06-10, 21:56
e permesso? :D

http://cimelidiguerra.tifonet.it/foggiaverona.jpg

Sigh :piango:

Verona Front
15-06-10, 15:53
Mi sono dimenticato una comunicazione importante per Arba: per quell'articolo che stai scrivendo su Dago, se vuoi ho delle foto compromettenti di lui mentre abbraccia Eva Henger...me le ha date..e a gratis...il camerata Fabrizio Corona!:D

Lupo
15-06-10, 16:31
http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/06/bacino.jpg?w=178&h=268

di Dagoberto Husayn Bellucci ( 14 GIugno 2010 )

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( Fabrizio De Andrè – “Le passanti” – Album “Canzoni” – 1974 )

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( Luca Carboni – “Amando le donne” – Album “E intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film” – 1984 )

Parliamo di ..donne! Argomento sempre ‘spinoso’ e terreno minato per i più…
specialmente per chi, e pare siano “parecchi” i ‘maschietti’ in ‘apnea’, non
riesce a ‘raccapezzarsi’ nei confronti del ‘gentil sesso’ cercando anche di
capirci (…un’assurdità…) ‘qualcosa’…Perchè, sia chiaro, le donne sono
“universi” inesplorabili….(mondi lontanissimi direbbe Franco Battiato) …
psico-drammi esistenziali tendenti al nulla e alla vacua autocelebrazione di
sè….ovvero ‘maestria’ insuperabile di accidia, bramosia di riconoscimenti e
stridenti contrasti dell’anima.

http://farm4.static.flickr.com/3050/2909237199_45211f9c52.jpg

E se Federico Nietzsche dichiarò che “la donna è stato il secondo errore di
Dio” Alphonse Karr riconobbe che “la donna nel paradiso terrestre ha morso il
frutto dell’albero della conoscenza dieci minuti prima dell’uomo: da allora ha
sempre conservato quei dieci minuti di vantaggio”…oltretutto è ‘bene’
lasciare alle donne un pò di ‘vantaggio’ anche perchè, comunque, se lo
prenderebbero da sè e sarebbe una gara o un confronto indiscutibilmente impari
per il maschio (….una partita indiscutibilmente ‘facile’…praticamente un
‘allenamento’..). Sarà forse per questo che la donna deve ricorrere
all’artificio, al ‘trucco’ e – se non lo facesse che donna sarebbe? -
all’inganno: con Lei si gioca, di norma, una partita ‘truccata’..Il suo
‘trucco’ (maquillage) si chiama ‘fascino’…. L’uomo, lo voglia o meno, si
ritroverà sempre a carte rigorosamente scoperte anche perchè – piaccia o ‘meno’
-, parafrasando una nota pubblicità, alla donna piace “vincere facile”….e
quando decide di ‘vincere’ allora statene certi che non c’è ‘partita’.

http://farm1.static.flickr.com/186/466725047_d94b33c717.jpg

Al di là di queste considerazioni ‘generali’ si deve poi, ed è logico che sia
così, scendere sul ‘particolare’ laddove tutto cambia di senso e muta: se non
esistessero le donne (…non proprio tutte ma comunque la stragrande
maggioranza…) che vita sarebbe per i ‘maschietti’ complessati contemporanei
e, più vastamente, per i maschi di ogni epoca e di tutti gli emisferi possibili
e immaginabili? Diciamo pure che sarebbe una ‘noia’ mortale e, oltremodo,
un’estenuante ‘cerca’ del nulla: perchè, in fondo, tutti vivono per trovare
‘qualcosa’ nella propria vita e questo ‘qualcosa’ è assolutamente “la dolce
metà del cielo” come si usava dire un tempo. Una compagna, un’amica (mah….che
senso ha l’”amicizia” tra uomo e donna continuiamo a non ‘comprenderlo’
completamente…ma, in fondo, ogni cosa che le riguarda non ha un senso
‘compiuto’…mai) – che per dirla tutta l’amicizia tra uomo e donna ha sempre
un che di erotico -, un’amante o semplicemente la fonte d’ispirazione di ogni
desiderio desiderabile… Perchè la donna è tutto questo e molto di più: è
sorella, madre, sposa. E insieme diviene complice, ambigua o sincera, e
corrispondente di sensazioni, di ‘tendenze’, di ‘emozioni’. Ecco
fondamentalmente una donna dovrebbe suscitare emozioni….il ‘resto’, in sè e
per sè, non ha alcuna importanza. Non ne ha che sia intelligente (…nostro
nonno ci ‘ragguagliava’, ancora piccoli, su un concetto estremamente ‘facile’
da capire che sosteneva che “la donna dev’essere bella, affascinante e
possibilmente non troppo intelligente”…il che non significa affatto che
dev’essere totalmente stupida…che poi di stupide ne esistano e ‘prosperino’
in ogni dove questo è altro discorso…che, per estensione, riguarda pure i
‘maschietti’….ancora devono inventarlo il siero contro la stupidità…), che
sia colta o meno nè potrebbe essere motivo di interessamento una sua eventuale
attitudine a qualsiasi ‘lavoro’…. No. La donna ha una sua ‘valenza’ laddove
riesce a suscitare delle emozioni …Deve lasciare un segno ‘tangibile’ di sè
ed imprimere una ‘forma’ ad una relazione altrimenti passa, come tante altre
prima e dopo di lei, senza alcun rimpianto e ogni interesse verso di lei
diviene indifferenza.

http://data1.blog.de/blog/a/angel-not/img/amici.jpg

Non c’è niente di più ‘cattivo’ dell’indifferenza di un uomo verso una donna.
Questa osservazione ci ‘costringe’ ad aprire una ‘doverosa parentesi’ – più che
legittima peraltro - personale: ricordiamo una nostra ‘ex’ – è passato meno di
un anno ma evidentemente abbiamo lasciato un ‘segno’…Noi….Lei no – che, per
farsi ‘cercare’ in tutti i modi ci ha, più o meno intenzionalmente (noi
affermiamo che quello fosse proprio lo scopo precipuo di un simile messaggio
‘subliminale’ veicolato su uno di quei social-network che van tanto di ‘moda’
oggigiorno) ‘vergato’ questa laconica frase: “Odiami o amami ma risparmiami la
tua indifferenza!”….. Che dire: colpita ed affondata!

Ancora, crediamo, stanno cercando il ‘relitto’…. Tant’è almeno stavolta, per
dirla con Samuele Bersani, “piccolissimo particolare, ti ho perduto senza
cattiveria” ( “Giudizi Universali” ….da tenere sempre in mente perchè è
vero…alla fine, tutte, sono solo “la copia di mille riassunti”….) e,
quindi, va bene così com’è andata…. possiamo solo ‘ringraziare’ perchè “è
stato “meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati” (…l’insuperato
Fabrizio Faber De Andrè…). Abbiamo voluto inserire, non casualmente (il
‘caso’ non esiste), le parole, straordinarie, de “Le Passanti” una delle
canzoni più profonde (difficile comunque trovarne che non lo siano) di questo
Genio della Musica e poeta non dichiarato che la compose ispirandosi all’opera
di Georges Brassens che aveva registrato in francese nel 1972 due anni prima
che De Andrè la riproponesse tradotta in italiano. Parole non irrilevanti
tratte da una poesia di Antoine Pol un poeta fino a quel momento praticamente
sconosciuto ai più.
Si narra che Brassens innamoratosi del testo desiderasse, oltre a metterlo in
musica, incontrare il vecchio Pol. Un incontro che non avverrà mai: il vecchio
Pol (85enne) non arrivò all’appuntamento già fissato con lo chansonnier
francese…la morte (la carogna che – come giustamente sottolineerà De Andrè in
“Morire per delle idee” – “è già abbastanza attenta/non c’è nessun bisogno di
reggerle la falce”) sopravverrà lasciando a Brassens un enorme rammarico…per
una settimana i due non riuscirono ad incontrarsi.

Pol era nato a Douai nel 1888 e morì nel 1971, fu un capitano d’ artiglieria e
poi lavorò in una miniera di carbone a La Houvre, vicino Strasburgo, fino al
1945 quando divenne presidente della Confederazione francese degli importatori
di Carbone. Al suo pensionamento, si dedicò alle sue vere passioni ed in
particolare alla poesia. “Les passantes” è tratta dalla sua raccolta “Emotions
poétiques, del 1918.

“Nel panorama sentimentale di De André, Le passanti occupa un posto
fondamentale. E’ il luogo poetico in cui vengono perfettamente riassunti gli
elementi focali della sua concezione dell’amore, e cioé l’amor crudele, la
nostalgia del passato, l’amore-disamore. Le passanti è il canto lento che gira
intorno a ciò che non abbiamo mai avuto; è lo struggimento per una felicità
intravista ma mai raggiunta; la canzone che si canta quando ormai il rimpianto
è diventato un’abitudine. Il solo amore che non si consuma, ci dice il genovese
con le parole tradotte di Antoine Pol, è quello per il volto scomparso, che
torna alla memoria quando si è rimasti soli.
Tra la sofferta contraddizione dell’incontro e la convinzione che è sempre
meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati, Le passanti è lì a rammentarci
che il desiderio corteggia quasi sempre l’assenza.” (1) o, parafrasando Piero
Ciampi, “la tua assenza è un assedio”.
Assedio dell’anima…. ma è sempre lo stesso Ciampi da Livorno (…. il Poeta
del Nulla che conobbe a Parigi Pierre Ferdinando Cèline fu amico di Carmelo
Bene e non disdegnava – autentico Genio e sregolatezza – di presentarsi semi-
sbronzo su un palco invitando “il merlo” tra gli spettatori che osava
fischiarlo a “salire sù” perchè “io rischio e tu no!”…..) a ricordare che a
volte è necessaria una ‘tregua’ …”prima dell’attacco finale”….

Noi affermiamo, invece, che il vero desiderio amoroso che non consuma è quello
di una simbiosi ‘totalizzante’ con l’Amata; platonicamente la perfezione:
l’unità di due insiemi che hanno tutto da dividere e niente che gli divida…
due “destini che si uniscono” parafrasando invece una canzone dei Tiro
Mancino.
Sull’amore, l’arme e le donne (….odio/guerra/amore formano da sempre un
trinomio indissolubile perchè – per dirla con Robert Brasillach – “in guerra ed
in amore tutto è permesso”…) ci sarebbe probabilmente da comporre
un’enciclopedia. Sulla natura femminile non basterebbero duemila anni per
addivenire ad una plausibile analisi e se può essere vero quanto affermava
cinicamente Alphonse Karr, ossia che
“la donna per l’uomo è uno scopo, l’uomo per la donna è un mezzo”
(…ma si potrebbero anche, e più andiamo avanti e più
la cosa si palesa spesso e volentieri, cambiare i fattori…il risultato in
questo caso…cambia eccome!) sicuramente non aveva tutti i torti l’anonimo
estensore di quest’altro notevole aforisma quando sentenziava come definizione
dell’esistenza che “La vita è un deserto. La donna è un cammello. Montiamo sul
cammello per attraversare il deserto!”. Nella sua brutale semplicità risulta,
questa cammellifera metafora, di una rilevante veridicità: il problema, ammesso
e non concesso che esista, è trovare il “cammello” giusto!

Cammelli a parte (….memorabile comunque la canzone sul ‘catali-
cammello’….) noi affermiamo che esistono Femmine di ‘razza’: Femmine che non
hanno bisogno di ‘ciancie’ e vanno dritto al ‘dunque’ ovvero sanno esattamente
ciò che vogliono e sanno ancor più perfettamente come ottenerlo; senza
tergiversare troppo, senza giri di parole, senza mezze-misure: ci è capitato di
incontrarne e, fuor di discussione, sono le migliori anche se – com’è ‘normale’
che sia – servono sempre i preliminari (…la ‘parte’ da recitare….come
direbbe Luciano Ligabue….”perchè c’è sempre una parte da recitare/si farebbe
molto prima se tornasse vestita soltanto del bicchiere”….come dargli
torto…) ed una non relativa serie di panegirici e ‘divagazioni’….le femmine
utilizzano lo charme…lasciando a noi uomini di ‘giocarcela’ con lo
‘stile’….

Come concludere una ricognizione scrittoria ‘dedicata’ all’universo femminile
che sia ‘degna’ di rilievo? A noi ci piace ‘epilogare’ parafrasando Goran
Kuzminac ed una sua canzone in voga un trentennio or sono (“Ehi ci stai”): “….
ci stai ad esser sempre tu/ qualunque cosa accada/ ci stai un po’ per gioco/ a
toglierti la gonna/ a metterti nel letto/ con la gioia di esser donna….”
….Perchè? Ma perchè è altresì vero che una donna si vede quand’è tale anche,
se non soprattutto, lì…tra le lenzuola….E questo vale ancor più per un
uomo. Solo sesso? No ….non chiamatelo sesso…Chiamatela Passione!

http://anitataylor.typepad.com/photos/uncategorized/cupid_and_psyche.jpg

Au revoir


Link alla pagina:
Amando le donne… (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/13/amando-le-donne/)

Lupo
15-06-10, 18:26
eh sì, l'ombra di Arba aleggia su ogni forum.''LORO'' sono dappertutto. Siete ''fortissimi'' ...:crepapelle:
mi fa comunque piacere sapere che il Bellucci si sia rimesso dall'incidente con la moto. Pensare alle donne mentre si guida danneggia la concentrazione....

p.s. anche il Bellucci era simpatico ...e come direbbe un mio amico, non scomparso da un anno, simpatico come il mal di denti...:ciaociao:

appena ho tempo commento ...
Ho ricevuto or ora una mail da Dagoberto che mi chiede di salutarti mentre se ne resta in attesa del tuo articolo su di lui ... ovviamente firmato. :chefico:
Per intanto saluti anche da parte mia. :)

Verona Front
16-06-10, 11:46
Ho ricevuto or ora una mail da Dagoberto che mi chiede di salutarti mentre se ne resta in attesa del tuo articolo su di lui ... ovviamente firmato. :chefico:
Per intanto saluti anche da parte mia. :)
Anch'io saluto Arbuccia...
http://2.bp.blogspot.com/_zENuDflPejY/SYuAmgWKOxI/AAAAAAAADm8/v3IOqCNs3oA/s400/Hamas+Nazi+Salute.JPG

Boris
16-06-10, 18:58
Non mi pare che sia ancora stato pubblicato questo articolo che ho trovato pubblicato sul sito di ItaliaSociale. Mi scuso con Lupo se dovesse risultare doppio.




Geopolitica 2009



INTRODUZIONE ALLE RELAZIONI INTERNAZIONALI





"Chi controlla l'Europa orientale domina lo Heartland; chi domina lo Heartland
domina l'Isola del Mondo (World Island); chi domina l'Isola del Mondo domina il
mondo"

( Sir Halford J. Mackinder )


"Chi domina il Rimland domina l'Eurasia; chi domina l'Eurasia ha nelle sue
mani il destino del mondo"

( Nicholas Spykman )


"La geografia è il dato immutabile che condiziona la vita dei popoli"

( Mussolini )


"Tutto il mondo si fonde in un unico organismo economico, tutto il mondo è
diviso fra un pugno di grandi potenze"

( Lenin )


Le relazioni internazionali sono da anni il centro della contrapposizione ed
il terreno di battaglia fra diversi "attori" (gli Stati ma anche tutti gli
organismi sovranazionali, le multinazionali, l'alta finanza e le diverse
lobbie's economico-commerciali operanti ed attive ai 'fianchi' e all'interno
delle strutture statali) ai quali viene delegata la rappresentanza su di un
piano orizzontale dei rapporti che caratterizzano le fasi della politica
mondiale. Considerate come una vera e propria disciplina accademica
indipendente, dal XIXmo secolo in avanti, le relazioni internazionali hanno
rappresentato la branca estera delle scienze politiche che si occupa di
studiare e ricercare nelle relazioni fra i diversi soggetti summenzionati la
chiave interpretativa degli avvenimenti storici e quella analitica per
valutazioni in prospettiva degli sviluppi, delle evoluzioni e delle
trasformazioni in atto a livello di singolo Stato e di politica
internazionale.

Lo studio della politica internazionale diviene oggetto di osservazione e
monitoraggio sia nella sua dimensione teoretica che sulla base dei mutamenti in
corso (questo aspetto riguardante la politica e l'economia, le trasformazioni
tecnologico-scientifiche e la potenza militare, le capacità di intervento sui
diversi scacchieri geopolitico-strategici internazionali e la funzione delle
diverse strutture operative - multinazionali, ong, trust industriali - che ogni
Stato riesce a dispiegare nei confronti di altri Stati e rispetto ai suoi
diversi interessi). Il campo di studio delle relazioni internazionali pertanto
è quello attinente alla sfera delle scienze politiche ma oltre ad interessare
il dibattito nell'opinione pubblica (come nel caso sopraccennato con le
ripercussioni che si possono manifestare a livello di popoli e nazioni
attraverso determinate azioni diplomatiche o militari o nella competizione
commerciale fra le differenti multinazionali o i poli di aggregazione economici
monopolistici) investe e copre anche settori accademici specialistici quali
appunto l'economia ma anche la storia, il diritto, la geografia, la sociologia,
l'antropologia, la psicologia e gli studi culturali.

Ufficialmente si può datare la nascita delle Relazioni Internazionali con la
costituzione della prima cattedra di Politica Internazionale affidata nel 1919
a Alfred Zimmern dall'Università di Aberystwyth in Galles anche se il primo uso
del termine nella sua accezione attuale viene fatto risalire al "Corso di
filosofia positiva" di Auguste Comte (1842).

Alle relazioni internazionali sono state consacrate numerose opere (1), in
massima parte dedicate alla teoria ed agli aspetti puramente tecnico-
accademici, ma anche una serie di iniziative editoriali che, per quanto
riguarda l'area italiana vanno cronologicamente dalla rivista "Geopolitica" di
Giorgio Roletto ed Ernesto Massi - primo tentativo di elaborazione delle
relazioni internazionali compiuto in ambito fascista con l'uscita del primo
numero nel Gennaio 1939 - fino alla più recente "Limes" alla quale dovremo
indiscutibilmente far riferimento laddove si intenda interagire con le
dinamiche reali espresse dai gruppi di potere del capitalismo italiano e con la
loro proiezione internazionale.

In merito ai rapporti esistenti fra Geopolitica/Politica delle Relazioni
Internazionali e geografia crediamo necessario chiarire come proprio in
occasione della pubblicazione in Italia della rivista "Geopolitica" esplodesse
una polemica negli ambienti geografici ufficiali sull'essenza e sul valore
della geografia (scienza della natura e/o scienza dell'uomo) e la sua
correlazione con le altre discipline politiche. Enucleando dall'ambito
geografico i dati analitici necessari per una interpretazione dinamica la
Geopolitica potè così presentarsi come una "sintesi" di tutte le scienze
geografiche" nonchè "scopo e finalità delle stesse" promettendo di superare le
contraddizioni apparentemente sempre insanabili relative alla vocazione
imperiale fascista dell'epoca, alla ricerca di spazi d'espansione territoriali
e di una connotazione conforme all'idea universale che il Fascismo Regime stava
cercando, non senza fatica, di dare a quel tentativo di civilizzazione fondata
essenzialmente sui valori nuovi di una rivoluzione percepita - soprattutto dai
più giovani esponenti intellettuali del periodo - come "in marcia" e "in via di
sviluppo".

A questo proposito può risultare interessante sottolineare come Giuseppe
Caraci nel 1941 dalle pagine della rivista sottolineasse l'affinità e
l'evoluzione dinamica che collegava le dottrine geografiche alla moderna
scienza geopolitica scrivendo: "Nessuno nega che la Geografia sia anche scienza
di osservazione, ma questa non interessa più solo...i fenomeni così detti
"fisici", veduti ed analizzati sul terreno con i metodi e la preparazione del
naturalista - che non è ormai più un geografico, o che è tale solo per incidens
- ma la assai più larga e complessa e ardua osservazione dei fenomeni umani,
compiuta da chi di questi fenomeni abbia sufficienze ed esperienza anche e
soprattutto attraverso una sufficiente iniziazione teorica - fatta perciò a
tavolino - nei campi dell'economia, della politica, del diritto, cioè della
storia e con la storia, della filosofia e della filologia." (2).

Queste considerazioni devono andare ad integrarsi con quelle che affermano che
la geopolitica - ma sarebbe meglio parlare apertamente di studio delle
relazioni internazionali - sia essenzialmente la scienza che studia la potenza
di uno Stato in relazione al suo spazio, definizione riduttiva che si collega
comunque ad una concezione di tipo imperiale affermatasi con il
Nazionalsocialismo tedesco e la sua scuola di studi internazionali diretta da
Karl Haushofer (3) e alla mistica dello spazio con il mito volkisch della
comunità di sangue e delle sue frontiere nazionali, o - utilizzando definizioni
'tecniche' estrapolate dagli scritti del primo autentico studioso di geografia
applicata alla sfera politica, il tedesco Friedrich Ratzel - l'estensione del
"sapere geografico ed etnografico come forza politica" (4) che verrà mutuato
sia dalle analisi antropologiche sia dallo studio delle trasmigrazioni dei
popoli con particolare riferimento alla situazione spaziale del popolo tedesco
per il quale, sul finire del XIXmo secolo, Ratzel cercherà di offrire soluzioni
di sviluppo ed espansione coloniale pacifica conferendo essenzialmente un ruolo
fondamentale alla questione dello spazio.

In merito agli studi svolti da Ratzel (1844-1904) scriverà il francese Pierre-
Marie Gallois che lo spazio - der Raum - è in Ratzel una nozione chiave, motore
determinante le strategie, i piani e le politiche degli Stati: "Sebbene neghi
di considerare una nazione evoluta come un fenomeno organico Ratzel ammette
implicitamente l'analogia tra lo spazio nutrizionale indispensabile per la vita
degli esseri vegetali e animali - il loro Lebensraum (spazio vitale) - e
l'estenzione del territorio, senza la quale un popolo non potrebbe svilupparsi
e dare piena dimostrazione delle sue forze vitali." (5).

Interessanti saranno a questo proposito le considerazioni - per taluni un
autentico "catechismo degli imperialismi" - che Ratzel porrà quale fondamento
della propria teoria sullo spazio-vitale e che sono contenute nella sua opera
su "Le leggi dell'espansione spaziale degli Stati" (Die Gesetze der raùmlicher
Wachstums der Staaten) pubblicata nel 1901 il quale prende in esame sette
"leggi di espansione" naturali così specificate:

- 1 L'estensione degli Stati aumenta con l'avanzare della loro cultura;
- 2 La crescita spaziale degli Stati si accompagna a varie altre
manifestazioni del loro sviluppo: l'ideologia, la produzione, l'attività
commerciale, il livello della loro influenza e dei loro sforzi di
proselitismo;
- 3 Gli Stati si espandono assimilando o assorbendo le unità politiche meno
importanti;
- 4 La frontiera è un organo posto alla periferia dello Stato (considerato
come organismo). Grazie alla sua posizione materializza la crescita, la forza e
i cambiamenti territoriali dello Stato;
- 5 Nel procedere della sua espansione spaziale lo Stato si sforza di
assorbire aree importanti per il suo progetto: le coste, i bacini fluviali, le
pianure e, in generale, i territori più ricchi;
- 6 Proviene dall'esterno il primo impulso che spinge lo Stato a espandere il
proprio territorio, in quanto è fortemente attratto dalle civiltà inferiori
alla propria;
- 7 La tendenza generale verso l'assimilazione o l'assorbimento delle nazioni
più deboli moltiplica le appropriazioni di territori, dando origine a un
processo che in un certo senso si autoalimenta.

"Le frontiere sono dunque destinate a evolversi: questo è per Ratzel un punto
essenziale. Esse sono il riflesso di un certo rapporto di forze in un
determinato momento storico. Una frontiera non è altro che una particella di
terreno "più o meno larga e incerta". E aggiunge: "In natura noi non vediamo la
rappresentazione cartografica delle frontiere. Sulle carte queste sono solo
un'astrazione, reale è il territorio di confine." (6).

Ora bisogna considerare che prim'ancora che un geografo Ratzel fosse un
patriota ed un fervente pangermanista dunque un uomo al servizio della Germania
che, tra i suoi trascorsi, annoverava anche una partecipazione attiva alla Lega
pangermanica, al Congresso coloniale e a quello per lo sviluppo della flotta
destinato infine a sostenere le tesi dell'ammiraglio von Tirpitz per la
costruzione di una grande armata navale che potesse opporsi validamente alla
Gran Bretagna anche sui mari. Come visto al fianco delle due coordinate fisiche
- spazio e posizione - il Ratzel inseriva un terzo e più importante elemento
con il quale analizzare i fenomeni e l'evoluzione della politica mondiale:
quello del "senso dello spazio" (Raumsinn) che, come scriverà nelle sue opere,
deve rappresentare qualcosa di innato in un popolo e di profondamente radicato
nella cultura, nella civilizzazione e nella storia di una nazione. Questo
elemento fondamentale che determina tutta la teoria del Ratzel sostiene che
ogni popolo ha una propria peculiare esigenza di spazio: da questa naturale
esigenze sorgerebbero i conflitti tra i vari popoli e la tendenza
all'espansionismo di tipo territoriale di norma preceduto da quello di natura
commerciale primo momento della "colonizzazione". A proposito del "caso
Germania" il Ratzel sottolineerà l'importanza che avrà lo Zollverein tedesco,
di cui era stato fautore tra gli altri l'economista anti-liberista Friedrich
List al quale si ricollegherà, constatando che la necessità di un avanzamento
territoriale dei confini politici nient'altro rappresenterebbe che l'evoluzione
naturale del precedente moto espansivo commerciale essendo entrambi (politica
ed economia) intimamente collegati.

Il primo ad utilizzare invece il termine "Geopolitica" sarà lo svedese Rudolf
Kjellen, politologo e sociologo svedese. Egli può essere considerato un pò come
il trade d'union fra il pensiero geografico-politico di Ratzel e la successiva
scuola di geopolitica tedesca che troverà in Karl Haushofer il suo principale
interprete a partire dagli anni Venti del XXmo secolo. Kjellen utilizzò per la
prima volta il termine "Geopolitik" nel 1899 in un articolo dedicato ai confini
svedesi e solo successivamente ne esplicitò il significato definendo la
geopolitica come una delle cinque categorie entro le quali analizzare le
tipologie degli Stati e le loro reciproche relazioni (le altre quattro
sarebbero: la demopolitica, l'ecopolitica, la sociopolitica e la
cratopolitica, relative rispettivamente ai fattori determinati dalla cultura,
dall'economia, dalla società e dalle istituzioni).

Nel suo "Staten som lifsform" (Lo Stato come forma di vita) del 1916 Kjellen
definirà la geopolitica come "la scienza dello Stato come organismo geografico
nel modo in cui esso si esprime nello spazio". Riprendendo le teorie di Ratzel
e proseguendo sulla stessa direzione di marcia teoretica Kjellen intese dare al
concetto spaziale una valenza centrale sostenendo che la geopolitica dovesse
rappresentare lo studio che univa l'analisi sullo spazio, sull'ambiente fisico
e sul popolo che abitava questo determinato spazio o, per utilizzare le sue
stesse parole, "lo studio dello Stato considerato come organismo geografico, o
ancora, come fenomeno spaziale, vale a dire una terra, un territorio, uno
spazio o, pià esattamente, un paese.". Lo Stato è dunque associato ad un
organismo vivente: esso nasce, vive, si sviluppa e muore entrando nella sua
fase espansiva in conflitto con gli altri Stati esclusivamente per estendere il
proprio potere, poichè la conservazione e l'ampliamento del suo territorio sono
le sole garanzie di sopravvivenza (riprendendo peraltro pensiero e idee di
Thomas Hobbes e le sue tesi sul permanere dei conflitti tra Stati).

Occorre quì ricordare come il pensiero e la teoria geopolitica di Kjellen
fossero influenzati dal darwinismo sociale e dalla filosofia idealistica
tedesca combinando la geografia con la scienza della politica e considerando,
di fatto, lo Stato al pari di un vero e proprio organismo vivente territoriale
la cui essenza veniva costituendosi attorno alla potenza che esso riusciva ad
esprimere nella sua fase espansiva, riprendendo per ciò anche le tesi
pangermaniste di Leopold von Ranke e quelle imperialiste di Heinrich von
Treitschke. Kjellen era un conservatore e notoriamente un filo-tedesco: la sua
linea teorica pertanto si muovono seguendo alcune concezioni piuttosto comuni
all'epoca - fine Ottocento primi del Novecento - nel quale elaborerà i suoi
scritti. Tra queste concezioni vi erano quelle che ritenevano l'equilibrio di
potenza europeo e l'assetto politico ed economico instaurati con il Congresso
di Berlino (1878) fossero destinati a scomparire come la "pax britannica" che
li aveva formulati e imposti lasciando il posto ad una riorganizzazione
mondiale che avrebbe visto la nascita e lo sviluppo di tre grandi panregioni
politico-economiche destinate a equilibrarsi e a determinare la politica
internazionale del XX.mo secolo. Le tre panregioni in questione vedevano Stati
Uniti, Germania e Giappone dominare di fatto il pianeta.

Sarebbe necessario in questo contesto sottolineare gli ulteriori sviluppi
degli studi geopolitici che dal britannico Halford J. Mackinder (7) conducono
fino alla "geopolitik" tedesca di Karl Haushofer e alle loro corrispondenti
elaborazioni teoriche formulate negli Stati Uniti da Alfred Mahan (8) e
Nicholas Spykman (9) ultimo geopolitico dell'era pre-nucleare. Lasciamo al
lettore di occuparsi delle

Le moderne teorie delle e sulle relazioni internazionali trovano il loro
fondamento nelle principali tradizioni del pensiero sia nazionale che
internazionalista e che ricomprende anche autori dell'antichità o di epoche
passate a quella nella quale si trovò a formulare le proprie idee il Ratzel
(fra questi autori spiccano gli scritti di Tucidide, di un Macchiavelli, di
Hobbes, di Kant e dello stesso Marx). Sarà dalla rielaborazione di queste
tradizioni della letteratura politica classica che sarebbero successivamente
scaturite le differenti scuole di pensiero relative alle relazioni
internazionali e che, in maniera sommaria ma sufficientemente valida, possono
essere ricomprese in queste quattro fasce comprendenti i principali pensatori
che si sono occupati di Politica mondiale:

Realismo (Hans Morgenthau, Edward Carr, Reinhold Niebuhr) e Neorealismo
(Kenneth Waltz, Robert Gilpin). Secondo questa scuola di pensiero lo Stato è
considerato l'attore principale delle relazioni internazionali e il conflitto,
specie (ma non solo) nella sua declinazione bellica, viene identificato come il
carattere predominante della realtà internazionale. I rapporti fra i vari
attori del sistema internazionale si baserebbero soprattutto sul potere e su
una lotta per la conquista del potere. L'alto livello di bellicosità
riscontrabile in tali rapporti sarebbe dovuto al fatto che gli attori,
essenzialmente mossi per un verso dalla lotta per il predominio, per l'altro
dal dilemma della sicurezza generato dalla condizione anarchica della politica
internazionale, si trovano in una condizione analoga allo stato di natura
hobbesiano.

Idealismo (Immanuel Kant, Woodrow Wilson, Alfred Zimmern) e Neoliberalismo
(Robert Keohane, Stephen D. Krasner). Viene posto l'essere umano al centro
delle relazioni internazionali e si considera la pace perpetua come un fine
possibile (ad esempio attraverso la creazione di regimi internazionali, o
grazie all'interdipendenza economica fra le nazioni). Secondo il punto di vista
di idealisti e neoliberali, il conflitto non è un dato immutabile, giacché fra
gli attori del sistema internazionale è riscontrabile una sostanziale comunanza
di interessi. Questa scuola di pensiero avrà il suo momento di gloria e
toccherà l'apice nel periodo della cosiddetta Guerra Fredda tra Stati Uniti
(capitalismo oligarchico occidentale) e Unione Sovietica (capitalismo di Stato
orientale) negli anni che caratterizzeranno la cosiddetta "distensione"
(seconda metà anni Cinquanta/ fine anni Settanta);

Marxismo (Lenin, Teorie della dipendenza) e Neomarxismo (Immanuel
Wallerstein). Il sistema internazionale è considerato come diviso tra Stati che
hanno (capitale e conoscenza) e Stati che non ne hanno e che vengono sfruttati.
Sostanzialmente comunque alla base dell'idea marxista delle relazione
internazionali resta il principio della legge ineguale dello sviluppo
capitalistico che determina le dinamiche di scontro e contrapposizione
provocando squilibri e pluralità di forze e potenze in lotta per l'affermazione
del proprio interesse capitalistico. Tre sono stati i contributi fondamentali
di questa teoria:1) Riorientamento dall'asse Est/Ovest all'asse Nord/Sud delle
relazioni internazionali 2) Riscoperta del lungo periodo nello studio delle
radici dell'economia-mondo capitalista 3) Riannodare le relazioni tra conflitti
interni e conflitti internazionali E' necessario soffermarsi sulla concezione
marxista relativa allo Stato inteso come feticcio: "All'origine di ogni
feticismo - scrive Karl Marx - vi è il feticismo della "merce", del "denaro",
della "produzione", del "lavoro" stesso cioè della produzione capitalistica che
appare non nella sua cruda realtà ma nelle sue misteriose espressioni.". Da
queste basi teoretiche il Marx pone la propria struttura di pensiero sul
feticismo dello Stato che sarebbe creazione dell'idolatria generata dallo
sfruttamento capitalistico.

Postmodernismo, Teoria critica, Costruttivismo. Questi tre approcci non
formulano teorie per la lettura del sistema internazionale, ma muovono una
critica radicale ai precedenti approcci: in particolare il Postmodernismo
critica le metodologie positivistiche di Realismo, Liberalismo e Marxismo; la
Teoria critica afferma che qualsiasi teoria sia viziata da un pregiudizio
ideologico; il Costruttivismo ritiene che la realtà sia essenzialmente una
costruzione sociale (e quindi non un "qualcosa di dato", come affermato dalle
altre teorie).

La dissoluzione dell'ordine bipolare ha creato numerosi problemi, poiché
nessuna delle teorie precedenti sembrava in grado di spiegare un cambiamento
così complesso e pacifico. Si sono quindi fatte largo varie nuove teorie: tra
le più note (e controverse) lo scontro di civiltà di Samuel Huntington (di
matrice realista) e la fine della storia di Francis Fukuyama (di matrice
liberale). Fra la seconda metà degli anni 1990 e i primi anni 2000, un numero
crescente di studiosi delle R.I. si è concentrato sulle teorie della
globalizzazione (seguendo le orme di antesignani come, ad esempio, Immanuel
Wallerstein, Giovanni Arrighi, Anthony Giddens).

Per quanto riguarda invece il termine "geopolitica" esso, come scrive il Gen.
Carlo Jean, "fu coniato dal politologo svedese Rudolph Kjellèn all'inizio di
questo secolo (Novecento ndr) per indicare una particolare analisi della
politica (specialmente la politica estera degli Stati nazionali, ma non solo
quella), condotta in riferimento ai condizionamenti su di essa esercitati dai
fattori spaziali: intendendo come tali non solo e non tanto quelli propriamente
fisici, come la morfologia dello spazio o il clima, quanto soprattutto le
relazioni di interdipendenza tra le entità politiche territorialmente definite.
Riguarda l'analisi della politica, secondo il contesto geopolitico interno,
cioè della sintesi politica che la elabora, ed esterno, cioè nelle sue
interrelazioni con gli altri soggetti che operano sulla scena internazionale.
Di conseguenza, come rileva Yves Lacoste, la geopolitica è essenzialmente la
rappresentazione che i soggetti geopolitici hanno di tali relazioni in funzione
dei loro interessi e "diritti storici". Una rappresentazione che influenza
grandemente, anche se spesso in modo inconsapevole, le percezioni e quindi le
decisioni politiche." (10)

Decisioni che scaturiranno pertanto dal riflesso che avranno i valori politici
sulle attività di un determinato esecutivo come sottolinea lo stesso Jean
laddove rileva che "gli studiosi di geopolitica non sono mai neutrali, ma
sempre impegnati: lo stesso ricorso al concetto di geopolitica ha espresso
storicamente il desiderio dei geografi di proporsi quali "consiglieri del
principe". La geopolitica in definitiva non è che la "geografia del principe",
una "geografia volontaristica" con cui si vogliono individuare gli interessi e
definire le politiche per modificare gli assetti geografici esistenti." (11).

Tale rilievo ci permette di sottolineare con ancor più efficacia come le
rappresentazioni geopolitiche siano dunque conformi ad una predeterminata linea
strategico-ideologica, come risponda al vero che esse possono divenire
propagandisticamente delle analisi di natura geografica, economica e militare
sulle quali formulare un corollario di scelte o attorno alle quali far ruotare
il carro del consenso interno. Un pò come gli slogan propagandistici le
riflessioni geopolitiche possono determinare etat's d'esprits e sentimenti
verso i quali catalizzare l'opinione pubblica e 'fascinare' le masse: non
esistono "principi" nè leggi geopolitiche oggettive ma - come rileva
giustamente Jean - "esistono solo soggettivamente in un determinato pensiero
geopolitico nazionale e vengono utilizzate per l'elaborazione di ipotesi,
teorie, rappresentazioni e scenari politici. Essi dipendono dagli interessi,
dalla tecnologia disponibile e dal sistema di valori propri della cultura di
chi li elabora." e ciò essenzialmente proprio perchè "la geopolitica non è una
scienza. E' la riflessione che precede l'azione politica." (12)

Avremo modo di ritornare, diffusamente e compiutamente, sulla questione.
Intanto basti e avanzi questa ricognizione analitica d'introduzione sulle
relazioni internazionali e la loro funzione di 'barometro' della politica
mondiale.


DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI

DIRETTORE RESPONSABILE AGENZIA DI STAMPA "ISLAM ITALIA"

01 GIUGNO 2010


NOTE -
1 ) Tra le principali opere a carattere "scientifico" di politica
internazionale si veda:
- Attinà, Fulvio: "Il sistema politico globale. Introduzione alle relazioni
internazionali", Roma-Bari, Laterza, 1999;
- Bonanate, Luigi: Elementi di Relazioni Internazionali, Torino,
Giappichelli, 2002;
- Di Nolfo, Ennio: Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni
nostri, Roma-Bari, Laterza 2008;
- Gori, Umberto: "Lezioni di Relazioni Internazionali", Padova, CEDAM, 2003;
- Panebianco, Angelo: "Relazioni Internazionali", Milano, Jaca Book, 1992;
- Parsi, Vittorio Emanuele; Ikenberry, John G. (a cura di): "Manuale di
relazioni internazionali", Roma-Bari, Laterza, 2001;
- Parsi, Vittorio Emanuele; Ikenberry, John G. (a cura di): "Teorie e metodi
delle relazioni internazionali", Roma-Bari, Laterza, 2001;
- Roche, Jean-Jacques: "Théories des relations internationales", Paris,
Éditions Montchrestien, E.J.A., 1999 – trad. dal francese di De Ritis, Andrea:
"Le relazioni internazionali. Teorie a confronto", Bologna, Il Mulino, 2000;
- Simon-Belli, Carlo: "Teorie delle relazioni internazionali", Perugia,
Guerra, 2002;
- Andreatta, Filippo; Clementi, Marco; Colombo, Alessandro; Koenig-Archibugi,
Mathias; Parsi, Vittorio Emanuele: "Relazioni Internazionali", Bologna, Il
Mulino, 2007;
- Mazzei, Franco "Relazioni Internazionali - Teorie e problemi", Napoli,
L'Orientale Editrice, 2005.

2 ) G. Caraci - "Il problema della geografia in Italia" in "Geopolitica" -
1941, n. 5 - pp 312-323;

3) Karl Ernst Haushofer (Monaco di Baviera, 27 agosto 1869 – Berlino, 13
marzo 1946) è stato un generale ed è considerato il padre della geopolitica
tedesca del Novecento, ispiratore della teoria nazionalsocialista dello spazio
vitale. Karl Haushofer nacque in una famiglia di artisti e studiosi. Suo padre
era Max Haushofer, professore di economia e sua madre si chiamava Adele Fraas.
Dopo aver terminato gli studi al Ginnasio di Monaco, pensava di intraprendere
la carriera accademica, ma il servizio militare nell'esercito di Baviera gli
sembrò così interessante che finì istruttore dell'accademia militare. Nel 1887
entrò nel 1° Reggimento artiglieria da campo “Prinzregent Luitpold “, terminò
la scuola militare bavarese (Kriegsschule), l'accademia dell'artiglieria
(Artillerieschule) e l'accademia militare (Kriegsakademie). L'8 luglio 1896
sposò Martha Mayer Doss, di origini ebraiche, dalla quale ebbe due figli:
Albrecht (nato nel 1903) e Heinz (nato nel 1906). Nel 1903 cominciò
l'insegnamento all'accademia militare bavarese. Nel 1908 venne inviato a Tokyo
per studiare l'esercito del Giappone e per consigliarlo come istruttore
dell'artiglieria. Questo ruolo cambiò il corso della sua vita e fu l'inizio del
suo amore per l'Oriente. Durante i quattro anni successivi viaggiò per
l'Estremo Oriente, aggiungendo il coreano, il giapponese e il mandarino al suo
repertorio di lingue: russo, francese e inglese. Haushofer fu diplomatico
militare in Giappone dal 1909 al 1910. Durante le sue molteplici visite,
conobbe numerosi politici e aprì i canali per una diplomazia informale che
portò i suoi frutti solo più tardi (il Giappone sul momento si alleò con
l'Impero Britannico, nonostante guadagnasse piccoli preziosi benefici
dall'appoggio tedesco). Nel rientrare in Germania, Haushofer percorse la
Transiberiana, potendo così rendersi conto degl'immensi spazi eurasiatici. Nel
periodo 1911-1913 lavorò per il dottorato in filosofia dell'università di
Monaco con la tesi Dai Nihon, Betrachtungen über Groß-Japans Wehrkraft,
Weltstellung und Zukunft. Nel 1913 diede alle stampe un'opera di notevole
successo, in cui raccontava le sue esperienze orientali: Dai Nihon ("Il Grande
Giappone"). Nel gennaio 1924 uscì il primo numero di "Zeitschrift für
Geopolitik" ("Rivista di Geopolitica"), importante pubblicazione da lui fondata
che ebbe ampio rilievo nella Germania del suo tempo. Inoltre, fondò
un'associazione per la tutela delle minoranze tedesche all'estero, la Verein
für das Deutschtum im Ausland. Tra il 1923 ed il 1925 organizzò i lavori per la
fondazione della Accademia tedesca. Nel corso degli anni venti Haushofer
incontrò numerose personalità della cultura, del mondo militare e della
politica, tra cui Oswald Spengler, Erich Ludendorff, Alfred von Tirpitz, Adolf
Hitler, Konrad Adenauer e Richard Coudenhove-Kalergi. Nel 1930 Haushofer
divenne membro della American Geographical Society, e negli anni seguenti tenne
conferenze in diversi paesi europei, tra cui l'Italia.

Tra le opere principali di Haushofer si ricordano:
- Dai Nihon. Betrachtungen über Groß-Japans Wehrkraft und Zukunft (1913)
- Der deutsche Anteil an der geographischen Erschließung Japans und des
subjapanisches Erdraums und deren Förderung durch den Einfluß von Krieg und
Wehrpolitik (1914)
- Grundeinrichtungen in der geographischen Entwicklung des Japanischen
Reiches (1919)
- Das Japanische Reich in seiner geographischen Entwicklung in Dr. Grothe,
Angewandte Geographie (1921)
- Ostasien, Japanisches Reich, Mandschurei in E. Banse, Lexicon der Geographie
(1923)
- Südostasiens Wiederaufstieg zur Selbstbestimmung in K.A. von Müller e O.
Westphal, Geopolitik der Selbstbestimmung (1923)
- Japan und die Japaner: Eine Landeskunde (1923)
- Wehrhaftigkeit (1924)
- Geopolitik des Pazifischen Ozeans (Geopolitica dell'oceano Pacifico, 1925
I, 1928 II, 1937 III)
- Politische Erdkunde und Geopolitik in A. von Drigalski, Freie Wege
vergleichender Erdkunde (1925)
- Grenzen in ihrer geographischen und politischen Bedeutung (I confini nel
loro significato geografico e politico, 1927 I, 1939 II)
- Das Japanische Reich in "Gerbing, Erbbild der Gegenwart" (1927)
- Bausteine zur Geopolitik (con Lautensach, Maull e Obst) (1927)
- Der Rhein, sein Lebensraum, sein Schicksal (1928)
- Großmächte vor und nach dem Weltkrieg (di Rudolf Kjellen, a cura di K.
Haushofer) (1930)
- Japans Reichserneuerung (1930)
- Geopolitik der Panideen (1931)
- Deutschlands Weg an der Zeitenwende (1931)
- Japans Werdegang als Weltmacht und Empire (Lo sviluppo del Giappone come
potenza mondiale e impero, 1933)
- Der nationalsozialistiche Gedanke in der Welt (L'idea nazionalsocialista nel
mondo, 1934)
- Wehrwille als Volksziel (1934)
- Weltpolitik von heute (1934 I, 1935 II, 1937 III)
- Geopolitische Grundlagen des N.S. Staates (1935)
- Geopolitik in "Handbuch der neuzeitlichen Wehrwissenschaften" (1936)
- Welt in Gärung (con Gustav Fochler-Hauke) (1936)
- Weltmeere und Weltmächte (1937)
- Probleme der Weltpolitik in Wort und Bild (con Gustav Fochler-Hauke)
(1939)
- Deutsche Kulturpolitik im Indopazifischen Raum (La politica culturale
tedesca nell'area indo-pacifica, 1939)
- Das Werden des deutschen Volkes von der Vielfalt der Stämme zur Einheit der
Nation (con Hans Roeseler) (1939)
- Erdenmacht und Völkerschicksal (antologia di testi di Friedrich Ratzel a
cura di K. Haushofer) (1940)
- Japan baut sein Reich (1941)
- Der Kontinentalblock. Mitteleuropa, Eurasien, Japan (1941)
- Japans Kulturpolitik (1944)
Disponibili in lingua italiana:
- Karl Haushofer, Il Giappone costruisce il suo impero, Edizioni all'Insegna
del Veltro, Parma 1999
- Karl Haushofer, Italia, Germania e Giappone, Edizioni all'Insegna del
Veltro, Parma 2004
- Karl Haushofer, Lo sviluppo dell'idea imperiale nipponica, Edizioni
all'Insegna del Veltro, Parma 2004

4) Friedrich Ratzel - "Politische Geographie" - cap. VIII;

5) Pierre Marie Gallois - "Gèopolitique, les voies de la puissance"
(Geopolitica, le vie del potere) - Ediz. "FEDN/Plon" - Paris 1990;

6) Pascal Lorot - "Storia della geopolitica" - Ediz. "Asterios" - Trieste
1997;

7) Halford John Mackinder (Gainsborough, 15 febbraio 1861 – Bournemouth, 6
marzo 1947) è stato un geografo, politico, diplomatico, esploratore ed
alpinista inglese.
Fondatore della geopolitica, Mackinder era esperto in biologia, storia, legge
e strategia; conquistò la vetta del Monte Kenya nel settembre del 1899.
È conosciuto per la sua celebre teoria geopolitica dell'Heartland (traducibile
come Cuore della terra), cioè un'area geografica il cui controllo avrebbe
consentito di dominare l'intero mondo. La zona in questione era individuata al
centro del supercontinente Eurasiatico.
Questa teoria fu elaborata per la prima volta nell'articolo "The Geographical
Pivot of History" ("Il perno geografico della storia"), presentato il 25
gennaio 1904 alla Royal Geographical Society, e successivamente pubblicato dal
“The Geographical Journal”.
Mackinder sosteneva che esistessero delle caratteristiche, degli "elementi che
durano nel tempo", in un paese che non mutano mai e vanno sempre prese in
considerazione nel momento di compiere scelte strategiche. Esse sono:
Il luogo geografico
Il contesto storico
Le tradizioni di un popolo
Per gli stati, per vincere una guerra, è fondamentale conoscere e tenere in
cosiderazione questi elementi.( crf http://it.wikipedia.
org/wiki/Halford_Mackinder )
Scrive Pascal Lorot: "Sebbene non abbia mai fatto espressamente riferimento
alla geopolitica, il britannico Sir Halford J. Mackinder (1861-1947) è
generalmente - e ci sembra a buon diritto - considerato uno dei padri della
geopolitica. In ogni caso può essere considerato il più eminente rappresentante
della scuola geopolitica anglosassone. Geografo, tipico prodotto dell'età
vittoriana, dal 1887 Mackinder insegnò a Oxford, prima di assumere dal 1903 al
1908 la direzione delebre London School of Economics. Attratto dalla politica,
sedette alla Camera dei Comuni dal 1910 al 1922; dal 1919 al 1920 fu anche alto
commissario britannico nella Russia meridionale. La fama di Mackinder risale
all'inizio del secolo, ed è dovuta più precisamente a un articolo dedicato al
"perno geografico della storia" (...) , in cui sviluppò la sua teoria delle
relazioni tra storia e geografia ed espresse la sua visione dell'ordine
internazionale all'inizio del XX secolo. Completò poi questa analisi in due
riprese; prima con "Democratic Ideals and Reality" (Gli ideali democratici e la
realtà) , la sua opera principale, pubblicata nel 1919, e in seguito con
l'articolo "The Round World and the Winnig of the Peace" (Il mondo intero e
come vincere la pace) pubblicato nel luglio 1943 nella rivista "Foreign
Affairs"." (crf Pascal Lorot - "Storia della Geopolitica" - ediz. "Asterios" -
Trieste 1997);
8 - Alfred Thayer Mahan (West Point, 27 settembre 1840 – 1 dicembre 1914) è
stato un militare statunitense. Le idee del contrammiraglio Mahan stabilivano
come una nazione potesse vincere su un'altra distruggendone la flotta e
strangolandone i commerci attraverso un blocco navale. Per contro, la flotta
più debole poteva negare il confronto all'altra e rimanere una costante
minaccia (il concetto di "fleet in being") impedendo all'altra di dividersi ed
operare al meglio contro il traffico mercantile.
Questo concetto ha influenzato il comportamento delle marine russa e
giapponese durante il conflitto del 1904 e la flotta tedesca nella prima guerra
mondiale
Il suo pensiero si concentrava sul ruolo del potere marittimo/navale. Egli
affermava che vi fosse una contrapposizione tra le potenze continentali e
quelle marittime sostenendo che le potenze marittime fossero per loro natura
più forti e in grado di affermarsi. I suoi studi partono essenzialmente dallo
sviluppo della marina militare tra la fine del 1600 e l'inizio del 1800, ove si
venivano a scontrare le allora grandi potenze coloniali: Francia e Gran
Bretagna. Lo scontro più aspro tra i due imperi coloniali avviene durante la
guerra d'indipendenza americana. Studiando questa situazione Mahan nota come
gli elementi geografici possano influire sul corso della storia portandolo ad
alcune affermazioni: Essendo il mare l'elemento più esteso sulla Terra, si
creano su di esso delle rotte commerciali. Partendo dal presupposto che lo
sviluppo del commercio è essenziale in termini di aumento della potenza, e che
il mare è il mezzo più veloce ed economico per il trasporto delle merci, allora
uno stato avrà interesse a sviluppare una flotta commerciale. Questo stesso
stato dovrà inoltre garantire la sicurezza della propria flotta commerciale
attraverso una marina militare sufficiente ad evitare che le rotte vengano
distrutte da eventuali minacce esterne. Mahan, volendo dimostrare che il mare è
l'unico mezzo per sviluppare la potenza, utilizza l'esempio dell marina
Francese del 1700. Essa, sempre secondo Mahan, poteva benissimo sconfiggere la
marina Britannica,a causa della superiorità francese a livello navale. La
Francia, infatti, partecipava alla guerra di indipendenza americana al comando
di 12 navi di linea e 5 fregate contro le 9 navi di linea britanniche. L'errore
della Francia fu quello di investire contemporaneamente sia nelle forze di
terra che nelle forze navali, non poteva essere sia una potenza marittima che
una potenza continentale. Mahan fu una sorta di "precursore" delle
organizzazioni internazionali. Egli infatti affermava che una potenza è in
grado di affermarsi con le sole proprie risorse, vi era quindi necessità che il
sistema internazionale si coalizzasse in organizzazioni internazionali.
Ipotizzava un'unione tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, perché essendo due
potenze marittime potevano unirsi per condividere la conquista dei mari.
concetto chiave: "le potenze marittime si uniscono contrapponendosi a quelle
continentali." Un esempio storico di questo concetto è l'espansione russa
(potenza continentale) tra il 1800 e il 1945, che si va a scontrare con Stati
Uniti e Gran Bretagna (potenze marittime) che hanno stretto alleanza per
contrastare quest'espansione. Mahan elabora il concetto di dottrina navale,
cioè la politica che gli stati perseguono in campo marittimo-militare. Per far
sì che uno stato possa avere una dottrina navale, esso deve possedere una
marina militare consistente, ovviamente uno sbocco sul mare, un'adeguata
capacità di proiezione, dei mezzi adeguati ed avere obbiettivi strategici da
tutelare (come per esempio la sicurezza di zone esposte a rischio).
"Il contrammiraglio Alfred Thayer Mahan (1840-1914) non è un geopolitico nel
senso proprio del termine nè un geografo, bensì uno storico e uno studioso di
strategia navale. - scrive Carlo Jean - Egli visse nell'epoca dell'espansione
territoriale degli Stati Uniti verso occidente e della crescita del loro ruolo
sulla scena mondiale. Il suo pensiero ebbe un grande impatto sulla politica
estera e sulla strategia navale non solo degli Stati Uniti, ma anche della Gran
Bretagna e delle potenze navali emergenti, come la Germania e il Giappone. I
suoi principali scritti, che sono una raccolta delle lezioni di storia,
strategia e tattica navale tenute al Naval War College di Newport, da lui
trasformato nel centro culturale della Marina statunitense, sono "The influence
of Sea Power upon History 1600-1783" (1890) , "The Interest of America in Sea
Power - Present and Future" (1898), "The Problem of Asia and its Effects upont
International Politics" (1900) e "Naval Strategy" (1911). Le analisi di Mahan
riguardano il potere marittimo, inteso come complesso derivante dalla Marina
militare, dalla capacità di proiezione a terra della potenza navale e anfibia,
dalle basi navali strategiche, dalla conformazione delle coste, dal loro
hinterland e dalla rilevanza dei traffici marittimi nell'economia di un paese.
Secondo Mahan gli oceani sono la "grande arteria" che ha sempre rappresentato
il fattore fondamentale nella storia, dato che il costo dei trasporti marittimi
è stato e sarà sempre inferiore a quello dei trasporti terrestri. Il futuro
dell'America sarebbe stato il mare, purchè non si fosse lasciata assorbere
completamente dall'espansione verso occidente e dall'isolazionismo continentale
che dominava allora la politica statunitense." (crf Carlo Jean "Geopolitica -
Ediz. "Laterza" - Roma-Bari 1996);

9 - Nicholas Spykman "americano di origine olandese (1893-1943) è stato
innanzitutto professore di relazioni internazionali, e poi direttore
dell'Istituto di Studi internazionali dell'Università di Yale negli Stati
Uniti. Capofila della scuola geopolitica americana, ha precisato: "il campo
d'azione tipico della geopolitica sarà la politica estera dello Stato. Grazie
ai metodi d'analisi che le sono propri, essa sa utilizzare i dati geografici
(intesi nel loro significato più ampio) per stabilire un comportamento politico
che permetta di raggiungere alcuni legittimi obiettivi.". Spykman criticò i
lavori di Mackinder e di Haushofer. La posizione nei confronti di quest'ultimo
è chiara. In "America's Strategy in World Politics" (La strategia dell'America
nella politica mondiale 1942) e soprattutto in "The Geography of the Peace" (La
geografia della pace), pubblicata pochi mesi dopo la sua morte, nel 1944, e che
gli garantì la fama, specificò che la sua "analisi è totalmente diversa dalla
metafisica geografica caratteristica della scuola della Geopolitik....(...)
Haushofer ha dato ai diversi tipi di frontiere un carattere mistico, sacrale.
Estendersi fino a queste frontiere, che sia per obbedire al magico concetto di
spazio o per altre ragioni, significa trovarsi in armonia con un disegno
divino. Un tale nonsense metafisico verrà qui eliminato." (crf Pascal Lorot -
"Storia della geopolitica" - Ediz. "Asterios" - Trieste 1997);

10) Carlo Jean - "Geopolitica" - Ediz. "Laterza" - Roma-Bari 1995;

11) Carlo Jean - ibidem;

12) Carlo Jean ibidem;


01/06/2010



Italia Sociale (http://www.italiasociale.net/geopolitica06/geopolitica010610-1.html)

Boris
16-06-10, 19:02
Anch'io saluto Arbuccia...
http://2.bp.blogspot.com/_zENuDflPejY/SYuAmgWKOxI/AAAAAAAADm8/v3IOqCNs3oA/s400/Hamas+Nazi+Salute.JPG

Un saluto amichevole ai nuovi arrivati: Southern e Verona Front. :ciaociao: Un saluto un po' meno amichevole a Arbuccia :giagia:

Boris
16-06-10, 19:04
Mi sono dimenticato una comunicazione importante per Arba: per quell'articolo che stai scrivendo su Dago, se vuoi ho delle foto compromettenti di lui mentre abbraccia Eva Henger...me le ha date..e a gratis...il camerata Fabrizio Corona!:D

Toglietemi per favore la curiosita', ma Arba e' una giornalista? E sta scrivendo un articolo su DHB?? :conf: Interessante pero'....:mmm:

Verona Front
17-06-10, 10:00
Toglietemi per favore la curiosita', ma Arba e' una giornalista? E sta scrivendo un articolo su DHB?? :conf: Interessante pero'....:mmm:
Non è una giornalista ma molto più semplicemente un agente del Mossad...
Comunque ha intenzione di scrivere un articolo su Dago perchè se ne è pazzamente innamorata, ma lui l'ha sempre rifiutata...da vero "Uomo di Razza"!:sofico:

Boris
17-06-10, 16:38
Non è una giornalista ma molto più semplicemente un agente del Mossad...
Comunque ha intenzione di scrivere un articolo su Dago perchè se ne è pazzamente innamorata, ma lui l'ha sempre rifiutata...da vero "Uomo di Razza"!:sofico:

:crepapelle::crepapelle::crepapelle: Ci mancherebbero anche queste unioni ibride e dannose: sposare una ebrea sionista potrebbe nuocere gravemente alla salute! :giagia:


E per uno come DHB provocare il cancro e diverse malattie cardiovascolari (che se ho letto bene nella vecchia discussione di anni fa mi pare sia pure un fumatore piuttosto accanito....meglio non rischiare! :sofico:).

Arba conferma che sta scrivendo questo articolo? Immagino gia' gli accidenti che potrebbe inserire...:D

Boris
17-06-10, 16:41
Sigh :piango:

Mi spiace per l'Hellas: un altro anno di inferno in C. Vi terremo compagnia, ci siamo anche noi da una vita (Spal). :ciaociao:

Perp' non ho capito cosa c'entri questo scambio di post calcistici, oltretutto
credo che Bellucci, se non sbaglio, tifa Livorno...giusto? :chefico:

Verona Front
17-06-10, 16:59
Per lui il Livorno è una fede, ma non è l'unica squadra per cui tifa...molti anni fa è passato dalla Curva Sud per socializzare con gli amici pisani...

Verona Front
18-06-10, 10:20
http://www.terrorism-info.org.il/malam_multimedia/Hebrew/heb_n/html/img/iran_003_1.jpg

Verona Front
18-06-10, 10:24
Rainews24.it (http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=142022)
E bravo Assad!

Boris
18-06-10, 17:08
Ma Arba...starda non posta piu'? Avra' avuto paura! Finira' che scrivera' tutto il male possibile di DHB e di noialtri forumisti etnonazionalisti!

Lupo
19-06-10, 08:03
RICOGNIZIONE SCRITTORIO-POLEMICA SULLA POLITICA RAZZIALE DEL FASCISMO.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/80/Coat_of_Arms_of_Germany.svg/480px-Coat_of_Arms_of_Germany.svg.png

di Dagoberto Husayn Bellucci ( 19 GIUGNO 2010 )

“I Gentili sono un branco di pecore, noi siamo i Lupi!”

( “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion” )

” Chi, fra gli italiani, può volere la dissoluzione dell’Italia? A coloro che
si domandano: dove andrà il “povero ebreo”, se restano ferme le misure adottate
dal Regime? Noi chiediamo: dove andrà l’Italia, se il giudaismo resta in mezzo
a noi?”

( Giuseppe Maggiore – “Razza e Fascismo” – 1939 )

Abbiamo non da oggi sottolineato – e prima di noi autorevoli storici e
studiosi della questione ebraica già avevan rilevato il problema -
l’irresponsabilità, l’immaturità e l’estrema approssimazione con cui fu varata
dall’Italia fascista nell’autunno 1938 la cosiddetta “legislazione razziale”
con particolare riferimento all’affrontamento del problema ebraico.

Problema eterno che, in quella particolare fase storica e politica del vecchio
continente, squoteva animi e coscienze di un’Europa nella quale andavano
maturando i presupposti per l’aggressione internazionalista delle forze
demoplutocratiche occidentali e del bolscevismo contro le Rivoluzioni
Nazionali: da un lato la Germania nazionalsocialista era stata, fin
dall’avvento di Hitler alla Cancelleria del Reich, boicottata e più volte
minacciata di ritorsioni belliche da ambienti statunitensi dell’ebraismo
(ovvero il cuore pulsante dell’Internazionale capitalistica, ebraico-massonica
e reazionaria…Jew York e ‘dintorni’); dall’altro lato l’Italia fascista aveva
subito le sanzioni economiche della Società delle Nazioni per la sua avventura
etiopica restando nel mirino delle potenze occulte della Massoneria e
dell’Ebraismo che finanziavano il fuoriuscitismo antifascista in Francia e nel
resto dei paesi democratici.

La seconda guerra d’aggressione ebraico-massonica contro l’Europa sarebbe
scoppiata nel giro di una decina di mesi quando Mussolini e il Gran Consiglio
del Fascismo emanarono il R.D.L. (regio decreto legge) n. 1728 del 17 novembre
1938 considerato da qualcuno come la “magna charta” del razzismo italiano. In
realtà esso non faceva altro che tradurre – e porre le basi della concreta
trasformazione in legge dello Stato italiano – e ordinare giudiricamente le
decisioni prese dall’organo supremo del Fascismo, appunto il G.C.d.F., del 6
ottobre precedente.

La riunione del Gran Consiglio si svolse a Roma, presso Palazzo Venezia, nella
notte tra il 6 e il 7 ottobre (dalle 22 alle 2,45) alla presenza del Duce e di
tutti i ministri (unico assente il quadrumviro De Vecchi). Presero la parola
intervenendo nella discussione, fra gli altri, Balbo, Federzoni e De Bono (che
- secondo quanto riportò nel suo diario l’allora ministro degli Esteri Galeazzo
Ciano (1) – si dichiararono contrari ai provvedimenti); Buffarini-Guidi,
Starace, Bottai, Volpi, Cianetti, Farinacci e Alfieri (tutti favorevoli).

In occasione di quella discussione il Duce – secondo quanto riportò di quella
riunione Bottai nel suo diario (2) – esordì “…con impeto polemico. E’ una
polemica interiore che si fa strada tra aspre parole contro probabili
oppositori, presenti e assenti. “E’ dal 1908 – afferma – che vò meditando il
problema. Si potrà, occorrendo, documentarlo. Si legga, del resto, il mio
discorso di Bologna “questa nostra stirpe ariana e mediterranea” del 3 aprile
1921″. Poi afferra dei fogli staccati di rivista: “Sentite che cosa è accaduto
in una città della Valle Padana”. Sono le pagine dello scritto di Nello Quilici
sulla “Nuova Antologia”, che dimostrano la penetrazione ebraica nel tessuto
politico-amministrativo-culturale di Ferrara. La “botta” va dritta a Balbo, che
cerca darsi un contegno. Accenna al fenomeno per Trieste. Fa un rapido accenno
all’Impero. “Bisogna porre e nettamente, il problema. Se non si corre ai ripari
si perde l’Impero”. Ricorda i casi del Goggiam; cita episodi di convivenza di
bianchi con donne negre. Torna agli ebrei. “Il residuo antifascismo è di marca
ebraica. I conati di azione ostile a Hitler, durante il suo viaggio in Italia,
sono dovuti a ebrei. Fu un ebrei, Giacomo Lumbroso di Firenze, a compilare e
diffondere i manifestini che invitavano gli italiani a “dimostrare” contro
Hitler con il pretesto patriottico dell’Anschluss”. Parla del Manifesto. “Sono
io, praticamente, che l’ho dettato”. (2)

http://germanhistorydocs.ghi-dc.org/images/highres_00007939%20copy1.jpg

E il Gran Consiglio del Fascismo si allineò varando quelle che sarebbero
diventate le future “leggi razziali”. I provvedimenti per la “difesa della
razza” come scriverà – non a torto – Carlo Alberto Roncioni si sarebbero
rivelati ininfluenti, irresponsabili e assolutamente inefficaci per contrastare
l’onnipervadente presenza ebraica all’interno delle Istituzioni fasciste e -
considerando quelle che furono le prime disposizioni di quel novembre 1938 -
anche in aperto contrasto con il Concordato del 29 realizzato dal Duce con il
Vaticano per ciò che riguardava i matrimoni misti (di qui la nota polemica
della Santa Sede per richiedere modifiche che non furono accolte in particolare
quelle che voleva equiparare i convertiti ebrei al cristianesimo al rango di
“ariani”…e qui evitiamo ogni polemica circa la caratteristica precipua della
Chiesa cattolica di considerare “cristiani” i neo-conversi dall’ebraismo…come
si sa la storia del cattolicesimo, specialmente di quello trionfante nella
Spagna della “reconquista”, è zeppa di “marrani”…il marranesimo dei giudei è
un fattore che peraltro ha avuto i suoi esiti di infiltrazione anche tra le
comunità islamiche… lo si è visto parlando di Jacob Frank e della setta dei
“dummeh turchi” ovvero finto-ebrei convertiti all’epoca del messianismo del
rabbi Sabbatai Zevi 1666 e dintorni…).

Scriverà Roncioni: “Con le leggi del ’38 comincia un movimento che sarà la
vergogna dell’anti-ebraismo. La confusione e l’ignoranza daranno come risultati
episodi tristissimi di Ebrei fascisti di secondo piano e di sicura fede che
muoiono suicidi e di Ebrei e Massoni sempre più potenti. Nel ’38 furono varate
le leggi e nel ’43, cinque anni dopo, il Potere Occulto decretava la caduta del
Fascismo e l’arresto di Mussolini. Il Duce si accorgeva di avere intorno, nel
Gran Consiglio, su 19 consiglieri, quattordici massoni di cui cinque ferventi
sionisti. Le più grandi stupidità commesse nell’emanare le leggi del ’38 si
riassumono in questi punti: – Per l’allontanamento degli Ebrei dalle cariche
direttive, venivano fatte delle discriminazioni. Per esempio venivano esclusi
dall’epurazione i cosiddetti “rigenerati dal Littorio”; famiglie di caduti di
guerra, di volontari, di decorati, di fascisti degli anni 1919-22 e secondo
semestre 1924, di legionari fiumani (453 in campo economico, 328 come
finanziatori del Regime). Quindi gli infiltrati non venivano toccati. Gli
agenti del Potere Occulto venivano difesi, gli innocui e gli innocenti
perseguitati. Si dava importanza alle confuzioni di riviste come “La Difesa
della Razza” che inventavano il razzismo senza saperne nulla tanto che a
Telesio Interlandi (*) che formulò precetti per distinguere gli Ebrei dagli
Ariani con una superficialità ridicola, qualcuno (Preziosi ndr) fece osservare
ironicamente: “Il vero ariano, caro Interlandi, deve essere biondo come Hitler,
atletico come Goebbels, snello come Goering e deve avere un cognome indoeuropeo
come Rosemberg.”. Preziosi e Evola non esistevano per il Regime. Essi avevano
delineato caratteri e mezzi del Potere Occulto denunciandone gli agenti.
Invano. Evola poi, con i suoi libri “Il mito del sangue” e “Sintesi di Dottrina
della razza” aveva formulato le linee essenziali di un razzismo tradizionale,
aristocratico e spirituale e aveva messo in guardia contro il razzismo
confusionario, materialista e esibizionistico dei più noti “teorici”. Molti
fascisti si svegliarono un bel mattino e si accorsero di essere razzisti,
ariani, antisemiti. Si dettero da fare per dimostrare la loro purezza razziale
anche, come Curzio Malaparte, rinnegando i propri genitori o denunciando gli
amici e compagni di lavoro. Questo, fino al 25 luglio del ’43, quando si
risvegliarono e s’accorsero di essere badogliani e al 25 aprile del ’45 quando
un altro magico risveglio li fece trasformare in comunisti e democristiani.”
(3)

http://www.davno.ru/posters/collections/propaganda/img/poster-01.jpg

La mimetizzazione, l’imboscamento, l’arianizzazione e la conversione al
cattolicesimo lasciarono praticamente immutata la situazione che, storicamente
accertato, aveva visto fino ad allora tranquillamente prosperare l’elemento
ebraico nella vita socio-economica e politica all’ombra del Fascio.

Intanto il Fascismo emanava la sua “legislazione razziale” nella seduta del
6/7 ottobre del ’38….

Rilievi interessanti di quel documento/decreto legge saranno quelli che
intendevano minare a fondo il “rapacismo” vampiresco degli ambienti giudaici
nell’economia e nella finanza italiane e che – non casualmente – vennero poi,
in sede di “miglioramenti”, eliminati come l’originario articolo 12 che
dichiarava “Alle Assemblee generali delle società per azioni, gli appartenenti
alla razza ebraica non possono partecipare con un numero di azioni di cui il
valore ecceda complessivamente il terzo della parte di capitale rappresentato
dagli intervenuti all’assemblea. Le azioni possedute da appartenenti alla razza
ebraica in eccedenza del limite suindicato non danno diritto a voto nè si
computano nel determinare le maggioranze richieste dalla legge o dallo statuto
per la validità della deliberazione”.

Come osserveranno in molti, alla fine la legislazione razziale non modificò la
situazione ma anzi aumentò il caos a vantaggio dei soliti “noti”: i ceti
altolocati ebraici non risentirono quasi per niente di una regolamentazione che
colpirà soprattutto il popolino – particolarmente concentrato nel
sottoproletariato ebraico dell’Urbe e di poche altre città italiane – lasciando
intatti i capitali finanziari degli ebrei. A questa situazione oltretutto si
sarebbe andata sommando la triste pagina del mercimonio e della compravendita
di attestati di arianità , benemerenza fasciste e, particolarmente, degli
attestati di “conversione” alla religione cattolica ai quali ricorsero numerosi
molti ebrei . Questi “arrangiamenti” dimostrarono in maniera inequivocabile che
il Fascismo in materia di razza e di legislazione antiebraica aveva agito
sconsideratamente senza alcuna preparazione e, se si esclude la propaganda
martellante dell’epoca, senza alcuna possibilità di ottenere risultati
chiarificatori laddove si ripeteva che l’obiettivo generale fosse quello di
separare la figura dell’ebreo dalla collettività nazionale e ridurre al massimo
il numero degli ebrei discriminati.

Anche su quest’ultimo fronte – quello delle “discriminazioni” – i problemi
sarebbero insorti ben presto come rileverà un promemoria per il Duce redatto
dall’Ufficio Demografia e Razza del 2 luglio 1939 nel quale veniva sottolineato
come fossero “stati raccolti commenti (a Roma) secondo i quali le disposizioni
sulla razza hanno creato stati di disagio nelle famiglie dei cittadini italiani
di razza ebraica che hanno sposato donne ariane di religione cattolica. Si
rileva che la compagine di tali nuclei famigliari sia rimasta scossa perchè fra
i coniugi sono venute a crearsi condizioni di disparità di diritti e di doveri
e gli stessi figli possono vantare condizioni di privilegio sul padre, specie
nei casi in cui il genitore non può provvedere col proprio lavoro al
sostentamento della moglie e della prole. Dopo la emanazione delle leggi di
Norimbera – si soggiunge – il governo del Reich, conscio dell’impossibilità in
questi casi, di imporre una ulteriore convivenza ai coniugi, consentì a quello
ariano di chiedere lo scioglimento del matrimonio. Il governo ungherese, sempre
allo scopo di evitare situazioni del genere, ritenne di prevenirle,
riconoscendo al coniuge di razza ebraica “battezzato”, la qualità di “ariano”.
Ora non vi è dubbio – si conclude – che sarebbe equo un trattamento di favore
per quei coniugi i quali:
a) contrassero matrimonio misto con il rito cattolico;
b) in conformità degli impegni assunti, battezzarono i loro figli col rito
cattolico;
c) anteriormente al 1.o ottobre 1938 , abbracciarono la religione cattolica.”
(4)

E se questi furono alcuni dei problemi insorti – che andarono oltremodo a
rendere di difficile attuazione la stessa legislazione e la regolamentazione di
casi del genere – altri ne sarebbero arrivati soprattutto perchè,
contrariamente a quello che si riteneva a livello di opinione pubblica la nuova
serie di provvedimenti non venne accolta come immaginarono i vertici del
fascismo: ad un primo momento di esitazione sostanzialmente gli italiani
ritennero che queste leggi erano inique e – oltretutto – diminuirono la fiducia
nel Fascismo e nello Stato.

CmEduSLmjnc

Alla prova decisiva gli italiani si rifugiarono nell’atteggiamento pietistico
che contraddistinse l’intero periodo in cui questa legislazione rimase
operativa (cioè fino alla fine della guerra per quanto riguardava le zone
amministrate dalla RSI dove i provvedimenti in materia razziale furono
amplificati). Scriverà in proposito della reazione popolare l’allora capo
dell’OVRA, Guido Leto che “Gli italiani…non avevano mai non dico sentito il
problema ebraico ma nemmeno avuta precisa nozione di una questione razziale.
All’infuori di qualche centro urbano dove l’esistenza di qualche nucleo
d’israeliti, raggruppati in determinati quartieri, come a Roma, era oggetto di
qualche lazzo, più spiritoso che offensivo, era molto difficile che un italiano
sapesse distinguere un ariano da un ebreo e che avesse la più piccola curiosità
di conoscere la razza e la religione delle persone colle quali intratteneva
rapporti di amicizia o di affari. Il problema razziale era, quindi, per la
totalità del popolo italiano veramente inesistente. Coll’applicazione delle
leggi razziali, si delinearono subito alcuni fenomeni che vale la pena
ricordare. In primo luogo, ammaestrati dal graduale ma continuo, se pur non
appariscente, cedimento dell’autorità dello stato, i cittadini cominciarono a
temere molto di meno la severità delle leggi fasciste. Andava formandosi e si
radicava sempre più la convinzione , non del tutto errata, che bastasse poter
disporre di qualche buon appoggio nel campo politico per osare sfidare le
leggi…Nacque e si accrebbe rapidamente una schiera di specialisti che
circuivano l’ebreo preso di mira dalle nuove leggi: si promettevano
discriminazioni, arianizzazioni e facilitazioni in genere. Il denaro correva
per mille rivoli e non sempre inutilmente: si intrecciavano – è vero – le
truffe, ma, in complesso, l’organizzazione anche se mancante di uno statuto,
funzionava e contava, per l’immunità, sulla necessaria omertà dei favoriti.”
(5)

E tale ignobile situazioni prosperò e si andò ad aggiungere alla protezione
che venne offerta da numerose istituzioni cattoliche le quali fornirono
assistenza – soprattutto dopo l’entrata in guerra e in particolare dopo l’8
settembre del 43 – agli ebrei “perseguitati”… (si arriverà al caso assurdo in
cui, per tutto il 1944, la DELASEM – organizzazione di soccorso ebraica per
aiutare quanti, fra gli ebrei italiani e stranieri, cercavanodi emigrare
clandestinamente dal paese diretti verso la Palestina o gli Stati Uniti -
opererà praticamente per il solo tramite di ambienti ecclesiastici che svolsero
la funzione di centri di assistenza, rifugio, soccorso e amministrazione dei
beni degli ebrei).

Mentre il fascismo andava incontro alla sua ora mortale e da un lato Evola
dall’altro Preziosi non avevano praticamente voce in capitolo (soltanto nella
primavera del 44 sarà affidata a Preziosi dal Duce un Ufficio per la Razza alle
dirette dipendenze della presidenza del Consiglio (6) che , peraltro, sarà
anche osteggiato da molti altri ministeri fino alla fine del conflitto) si
giunse alla costituzione della Repubblica Sociale che, almeno teoricamente,
avrebbe dovuto rendere più chiara la politica antiebraica del nuovo stato
repubblicano fascista.

Il manifesto programmatico che venne redatto e approvato dall’assise
costitutiva di Verona dal Fascismo repubblicano affronterà di passaggio la
questione ebraica laddove, nel punto 7, affermava: “Gli appartenenti alla razza
ebraia sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità
nemica”.

L’obiettivo della RSI nei confronti degli ebrei sarà quello di concentrarne il
più alto numero in speciali campi (e a questo proposito ne furono approntati
diversi soprattutto nel centro-sud Italia) per rinviare ogni decisione e la
soluzione del “problema” alla fine del conflitto.

L’ordine di polizia n.5 del 30 novembre 1943 che venne sostituito dal Decreto
Legge n.2 del 4 gennaio 1944 stabilì le nuove norme sul possesso di beni mobili
e immobili da parte degli ebrei sancendo in pratica il definitivo spoglio di
questi visto che con tale decreto era fatto divieto agli ebrei di :
a) essere proprietari, in tutto o in parte, o gestori, a qualsiasi titolo, di
aziende di qualunque natura, nè avere di dette aziende la direzione, nè
assumervi comunque l’ufficio di amministratore o di sindaco;
b) essere proprietari di terreni, nè di fabbricati e loro pertinenze;
c) possedere titoli, valori, crediti e diritti di compartecipazione di
qualsiasi specie nè essere proprietari di altri beni immobili di qualsiasi
natura” (7)

I beni confiscati venivano dati in gestione all’EGELI (Ente di Gestione e di
Liquidazione immobiliare).

Ora neanche dinnanzi all’opportunità che si presentava alla RSI di regolare
definitivamente il problema ebraico – provvedendo così all’esproprio dei
capitali ebraici rilevanti – si ottennero dei risultati conformi alle
aspettative e agli obiettivi prefissati. Se è vero che laddove fu possibile
furono raccolte imponenti cifre in immobili e azioni è anche altrettanto vero
ciò che venne a evidenziarsi quando il Ministero dell’Educazione Nazionale
inviò una nota, datata 21 maggio 1944, all’allora sottosegretario Barracu con
il quale si faceva tristemente notare che gli elenchi pubblicati dalla
“Gazzetta Ufficiale” offendono la “propaganda” e la “documentazione storica”:
“Tali liste – rilevava la nota – che potrebbero avere altro significato e altri
riflessi se consistessero in descrizioni di vasti patrimoni, di preziose
raccolte ecc. si riducono spesso a elencazioni tanto miserevoli da suscitare
soltanto negativi apprezzamenti. Si legge ad esempio che all’ebreo X sono
state confiscate a favore dello Stato “due paia di calze usate”, all’ebreo Y ,
“una bandiera nazionale, un bidè, un enteroclisma”, all’ebreo Z “una maglia di
lana fuori uso, tre mutandine usare sporche” ecc ecc” (8).

Una indiscutibile, legittima e opportuna riflessione si impone: che fine avrà
fatto il bidè dell’ebreo? E quale sorte sarà toccata al malcapitato? Avrà
provveduto, per i mesi seguenti e per tutto l’anno successivo (cioè fino alla
fine della guerra), l’ebreo in questione a trovare una soluzione ai propri
bisogni corporali? E, ci pare il minimo indispensabile, avrà provveduto la
democratica e resistenziale, antifascista e giudaica Repubblica nata dalla
guerra fratricida e dall’odio antifascista a risarcire del suo clistere
l’israelitico costipato? Occorrerà un’approfondita ricognizione d’analisi ed
eventualmente ricerche dettagliate in senso revisionistico per impedire che una
siffatta, fondamentale e orientativamente indispensabile questione sia infine
risolta! Si dia a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio e
all’ebreo il suo bidè! Ecchediamine mica vorreste farlo scoppiare il
‘poverino’!?!

‘Questa’ voi me la chiamate una “politica razziale”? Mah….sarà che a
Norimberga, fatte le leggi, i nazionalsocialisti seppero come applicarle; sarà
che la questione ebraica e razziale è una cosa estremamente seria e non
dovrebbero neanche minimamente esistere esitazioni al riguardo…sarà che in
questo paese ogni cosa finisce “a tarallucci e vino” e al solito “magna
magna”…..Italiani felloni!

E con buona pace dei problemi gastrointestinali di tutti gli ebrei!


Link alla pagina:
Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/)

Verona Front
19-06-10, 09:32
Vorrei tranquillizzare il camerata Dago. Non preoccuparti, abbiamo imparato la lezione, ora sappiamo come va trattata "la questione"...

http://www.kelebekler.com/blogfig/tank-down.jpg

Lupo
19-06-10, 09:48
Il senso dell'articolo di Bellucci mette in evidenza la differenza nell'affrontare la questione ebraica tra Fascismo e NazionalSocialismo.
La lista dei "beni" confiscati agli ebrei sembra una barzelletta ed invece è una penosa realtà.
Il Fascismo con le sue aderenze massoniche ebree cattoliche è stato tutto ed il contrario di tutto, tant'è che anche tutt'oggi si può essere Fascisti come ribellisti puri o come integralisti cattolici o "di servizio" ad UsaIsrael, filo berlusconiani e filoleghisti ... e pensare che a sinistra vedono il Fascismo come un monolite ... :gluglu::gluglu:

Lupo
19-06-10, 09:51
Heil Holuxar!!
Oltre che leggere puoi anche scrivere ... :chefico:

(E' già uscito).

Verona Front
19-06-10, 10:48
Il senso dell'articolo di Bellucci mette in evidenza la differenza nell'affrontare la questione ebraica tra Fascismo e NazionalSocialismo.
La lista dei "beni" confiscati agli ebrei sembra una barzelletta ed invece è una penosa realtà.
Il Fascismo con le sue aderenze massoniche ebree cattoliche è stato tutto ed il contrario di tutto, tant'è che anche tutt'oggi si può essere Fascisti come ribellisti puri o come integralisti cattolici o "di servizio" ad UsaIsrael, filo berlusconiani e filoleghisti ... e pensare che a sinistra vedono il Fascismo come un monolite ... :gluglu::gluglu:
Io credo che avesse ragione Evola quando scriveva che "non fu il Fascismo ad agire negativamente sul popolo italiano, ma viceversa, fu questo popolo, questa "razza" ad agire negativamente sul Fascismo, cioè sul tentativo fascista, in quanto dimostrò di non sapere fornire un numero sufficiente di uomini che fossero all'altezza di certe esigenze e di certi simboli, elementi sani e capaci di promovuere lo sviluppo delle potenzialità positive che potevano essere contenute nel sistema"...:piango:

Boris
19-06-10, 13:56
Come creare i presupposti per introdurre leggi liberticide in previsione delle nuove guerre
di redazionale - 04/05/2010

Fonte: TerraSantaLibera.org

COME CREARE I PRESUPPOSTI PER INTRODURRE LEGGI LIBERTICIDE



E SILENZIARE VOCI SCOMODE IN PREVISIONE DELLE NUOVE GUERRE,



GIA' MINACCIATE DA USA E ISRAELE



(con la complicità dei nostri politici/camerieri, mentre il furto della Terra Santa

e il genocidio del suo popolo autoctono sono in corso d'opera nell'indifferenza quasi totale)



L'ISRAEL-LOBBY AL PARLAMENTO ITALIANO VUOLE FAR CHIUDERE I SITI CRITICI VERSO ISRAELE.



ANCHE IL NOSTRO TERRASANTALIBERA.ORG CITATO A SPROPOSITO IN COMMISSIONE.



QUESTO E' UN CHIARO ATTACCO ALLA LIBERTA' D'ESPRESSIONE E DI INFORMAZIONE,



NONCHE' UN TENTATIVO DI CENSURA DI VERITA' SCOMODE.



Alle Commissioni Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni e Affari esteri e comunitari della Camera in nome della libertà, la richiesta di censura, bavaglio, oscuramento per quei siti on line che osano criticare Israele o il giudaismo. Con la scusa dell'antisemitismo si cercano strade per negare a livello internazionale il diritto di parola, di pensiero, di critica, se essi sono a discapito di Israele e della israel-lobby che sostiene i crimini sionisti in Terra Santa e nel mondo.

Potete ascoltare le audizioni (in formato mp3) degli esperti, PdL e PD, Fiamma Nirenstein, Stefano Gatti, Renato Farina, Andrè Oboler, Paolo Corsini, Francesco Tempestini, Enrico Pianetta, in materia di monitoraggio on-line del fenomeno "antisemitismo".

Per tutti costoro, ovviamente, i crimini commessi ai danni del popolo arabo-palestinese (di origini sicuramente semite, mentre dubbie sono quelle dei coloni nei Teritori Occupati) in Terra Santa non sono "antisemitismo". Per questi inquisitori oscurantisti è lecito criticare, ridicolizzare, coprire di fango, insultare qualsiasi religione e qualsiasi nazione, ma non Israele e il giudeo-sionismo antisemita, questo sì, che ne è la causa fondante.

Fiamma Nirenstein, Stefano Gatti, Renato Farina, Andrè Oboler, Paolo Corsini, Francesco Tempestini, Enrico Pianetta, deputati PdL e PD, hanno deciso di far chiudere i siti che sono tra i più critici verso Israele e la lobby che sostiene i suoi crimini.

Specialmente insidiosa, quanto falsa nei contenuti, la relazione di Stefano Gatti, esperto rappresentante dell'Osservatorio sul pregiudizio antiebraico presso il CDEC. Egli in una lunga relazione, circa 20 minuti, in Commissione Parlamentare, di fronte ai rappresentanti citati, presieduti da Fiamma Nirenstein, ha elencato i siti più nocivi e "antisemiti", tra cui gli spazi web di Terrasantalibera, Effedieffe e AndreaCarancini.

( Redazionale di TerraSantaLibera-HolyLandFree (http://www.TerraSantaLibera.org)

)


COMITATO DI INDAGINE SULL'ANTISEMITISMO



Indagine conoscitiva sull'antisemitismo.



Audizione di esperti in materia di monitoraggio on line del fenomeno dell'antisemitismo.



(Commissioni Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni e Affari esteri e comunitari della Camera)



CAMERA DEI DEPUTATI, 22 APRILE 2010 - 08:40


FONTE: RadioRadicale.it - Creative Commons Attribution 2.5 Italy


Per ascoltare le relazioni a questi links:
<!--[if !supportLineBreakNewLine]-->
<!--[endif]-->


Commissioni Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni e Affari esteri e comunitari della Camera | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/301764)
<!--[if !supportLineBreakNewLine]-->
<!--[endif]-->


Indagine Radicale AntiSemitismo online (http://www.terrasantalibera.org/indagine_radicale_antisemitismo.htm)



Link a questa pagina:

Indagine Radicale AntiSemitismo online (http://www.terrasantalibera.org/indagine_radicale_antisemitismo.htm)



Come creare i presupposti per introdurre leggi liberticide in previsione delle nuove guerre, redazionale (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=32134)

Boris
19-06-10, 13:59
[B]

Una indiscutibile, legittima e opportuna riflessione si impone: che fine avrà
fatto il bidè dell’ebreo? E quale sorte sarà toccata al malcapitato? Avrà
provveduto, per i mesi seguenti e per tutto l’anno successivo (cioè fino alla
fine della guerra), l’ebreo in questione a trovare una soluzione ai propri
bisogni corporali? E, ci pare il minimo indispensabile, avrà provveduto la
democratica e resistenziale, antifascista e giudaica Repubblica nata dalla
guerra fratricida e dall’odio antifascista a risarcire del suo clistere
l’israelitico costipato? Occorrerà un’approfondita ricognizione d’analisi ed
eventualmente ricerche dettagliate in senso revisionistico per impedire che una
siffatta, fondamentale e orientativamente indispensabile questione sia infine
risolta! Si dia a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio e
all’ebreo il suo bidè! Ecchediamine mica vorreste farlo scoppiare il
‘poverino’!?!

‘Questa’ voi me la chiamate una “politica razziale”? Mah….sarà che a
Norimberga, fatte le leggi, i nazionalsocialisti seppero come applicarle; sarà
che la questione ebraica e razziale è una cosa estremamente seria e non
dovrebbero neanche minimamente esistere esitazioni al riguardo…sarà che in
questo paese ogni cosa finisce “a tarallucci e vino” e al solito “magna
magna”…..Italiani felloni!

E con buona pace dei problemi gastrointestinali di tutti gli ebrei!


Link alla pagina:
Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/)


Il clistere dell'ebreo!

:crepapelle::crepapelle::crepapelle::crepapelle:

Lupo
19-06-10, 17:05
http://cronologia.leonardo.it/umanita/moderna/cap112.jpg

di Dagoberto Husayn Bellucci ( 17 Giugno 2010 )

CmEduSLmjnc

( Fabrizio De Andrè – “Amico Fragile” – Album “Volume 8″ – 1975 )

“Il borghese è pacifista, pietoso, pietista, pronto a commuoversi, sempre
umanitario, infecondo, ostile alla militarizzazione e al nazismo. L’Asse Roma-
Berlino sta sullo stomaco a questi borghesi.”
( Benito Mussolini – “Diario 1935-1944″ di Giuseppe Bottai )

“La burocrazia e l’esercito permanente sono dei “parassiti” sul corpo della
società borghese, parassiti generati dalle contraddizioni interne che dilaniano
questa società, ma parassiti appunto che ne “ostruiscono” i pori vitali.”
( Vladimir Ilic Lenin )
“Vivere pericolosamente” era ‘adagio’ d’epoca fascista che – invitando la
gioventù a prendere l’iniziativa e guidare i destini della Rivoluzione
mussoliniana – fissava obiettivi incitando il popolo italiano a svegliarsi per
l’affrontamento di quella prova insuperata che sarà il secondo conflitto
mondiale alias la seconda guerra d’aggressione giudaica contro l’Europa
dell’Ordine Nuovo e delle Rivoluzioni Nazionali.

E “vivere pericolosamente” è anche imperativo categorico che abbiamo fatto
nostro da una ‘vita’….senza ‘rischi’ non ci ‘divertiamo’ riconoscendo
peraltro – con Julius Evola – che la patria d’”elezione” è quella laddove si
combatte per le proprie idee non esistendo oramai da oltre sessant’anni alcun
‘patrio suolo’ da ‘difendere’ nè soggetti, i più al limite ed oltre l’assurdo,
con i quali ‘confrontarsi’ efficacemente ossia riconoscendo ‘stili’ e
‘caratteri’ razziali conformi…. Se abbiamo smesso di ‘cercare’ (…la cerca
del nulla…) “sodali” è perchè – dopo tanti anni – visto ‘uno’ visti
‘tutti’…

Al di là dunque delle altrui rappresentazioni e delle forme assunte dalla
politica contemporanea, dei soggetti deambulanti nella vuota voragine di
valori, idee e ideali che caratterizza la società moderna e indipendentemente
da quali saranno gli ‘esiti’ di decomposizione terminale di aree più o meno
“antagonistiche” fissiamo “l’orizzonte immutabile” di quella che è la realtà
fattuale italiana del Terzo Millennio. Una mezza realtà ovvero la
rappresentazione tra il reale ed il virtuale di un paese ( …”‘o paese ‘cchiu
stupete du munne” parafrasando Remo Stellucce tifoso storico
dell’Internazionale e conoscente lattanziano di altre ‘epoche’….ovviamente
anche Maurizio Lattanzio – insuperato Grande Guascone nonchè velenosissima
penna ‘a sonagli’ dell’estrema destra italiana…- tifava Inter…la squadra
più ‘fascista d’Italia”…assieme chiaramente a Lazio e Hellas ….quest’anno
siamo in ‘attesa’ del miracolamento dei veneti….e del loro pronto rientro in
cadetteria….) che non esiste più…dilaniato ad un livello di semi-coscienza
collettiva che ha portato all’ecatombe generale degli spiriti ed
all’ammassamento dei cervelli nel gran calderone finto-hooliwoodiano (…la
scenografia del nulla…) magistralmente – ….la ‘grandezza’ capovolta del
‘demonico’… – realizzato da venticinque anni di de-ideologizzazione della
politica, destrutturazione della società, disarticolazione dei livelli di
guardia personali che hanno reso l’individuo moderno (l’italiota-medio) un
perfetto deficiente deambulante senza senso e senza obiettivi nella vuota
contemporaneità del Nichilismo trionfante.

http://3.bp.blogspot.com/_bBv3uv0MLOA/S077lS3NZVI/AAAAAAAAGm4/c9Y5rDQc7eQ/S660/BLOG.jpg

Con o senza Berlusconi, con o senza il contorno di
veline/velette/letterine/escort, con o senza il proclama cloroformizzante della
Si(o)nistra Italiota (…quella veltronian-kennedjana americanizzante…) il
risultato probabilmente sarebbe stato identico: il berlusconismo, da taluni
percepito quale ultimo stadio della non-politica, rappresenta nient’altro – nè
più nè meno – che l’attracco ideale di un certo modo di pensare la politica, di
una certa attitudine politica, di una certa idea della politica (la stessa che,
peraltro, aveva trionfato negli anni Ottanta all’epoca della Milano da Bere di
craxiana-pillitteriana memoria e del socialismo ‘tricolore’ rampante del
‘ballerino’ della Farnesina …’tal’ Gianni De Michelis…). Inutile quì
stilare ‘classifiche’, domandarsi se facciano più o meno schifo gli ex missini
ex alleanzini approdati al berlusconismo omologante o gli ex comunisti ex PDS
arenatisi nelle secche del ‘democraticismo’ in stile ‘yankee’ ….Inutile e
peraltro improponibile confronto: fanno semplicemente schifo tutti quanti!
Senza ma e senza se diciamo che c’è ben poco da ‘salvare’ ….Nemmeno le
‘apparenze’ oramai…Lo sbracamento della politica procede parallelo a quello
della società di massa che ha i suoi miti, i suoi stereotipi, le sue mode ed i
suoi costumi in quel modello americano di consumo per il quale conta ciò che si
è in funzione di quanto si produce e, soprattutto, di ciò che si consuma (…
capitalismo…) mentre per gli animaletti parlanti nella terra di nessuno post-
modernista sarà ‘funzionale’ qualunque autorappresentazione di sè ‘conforme’ a
determinati interessi contingenti (…nella società dell’immagine conta
‘apparire’ ….l’essere, la dimensione interiore dell’individuo, il suo ruolo e
la sua percezione ‘verticale’ sono stati schiantati dal magma incandescente del
nulla contemporaneo che innalza simboli e modelli di riferimento meno che
mediocri e stabilisce inarrivabili ‘top-ten’ di demenza oramai
quotidiana….).

Qualcuno volesse provare a rappresentare all’estero, al di fuori
dell’Occidente mondializzato, la situazione italiota o semplicemente intendesse
riportare gli avvenimenti ‘cronachistici’ contrassegnati da un’impressionante
serie di idiozie più o meno infarcite da altrettanti episodi criminosi, si
ritroverebbe probabilmente a lasciar a dir poco esterefatti e basiti i suoi
eventuali interlocutori….Perchè la cronaca italiota è di quelle che
‘meritano’ attenzione: altissima percentuale di violenze di ogni ‘segno’ (…e
anche ‘razza’, nazionalità e/o religione….), stupri e ammazzamenti di ogni
sorta, atti di teppismo irrazionali ed irragionevoli, criminalità diffusa….
Siamo al teatrino dell’assurdo di gente che ammazza il vicino di casa perchè il
cane abbaia, di idioti che buttano lavatrici o si divertono a tirar sassate da
un cavalcavia, di dementi che per una sigaretta richiesta e non data inscenano
vere e proprie caccie all’uomo con accoltellamenti ‘vari’ (…l’amico Eugenio
Manzini, da noi incontrato lo scorso settembre per le strade di Modena, aveva
peraltro lucidamente sottolineato che oramai “non rischi una coltellata per una
sigaretta non data…la rischi anche se gli giri un pacchetto intero”…)….e
non dimentichiamoci la ‘lambretta’ volata giù da una curva di San Siro alcuni
anni or sono…. E’ l’emersione dell’irrazionale. L’affermazione di escrescenze
infere ‘destate’ dal sub-conscio di individualità malate….

Pazzia collettiva e demenza individuale si ‘accavallano’ nelle notizie di
‘nera’ allineandosi – nei palinsesti di telegiornali che raccontano il nulla,
parlando di nulla e occupando di niente – al lato, a fianco o comunque vicino,
a quelle altre forme di omologazione culturale di massa che sono le notizie
gossippistico-puttanesche da anni, oramai, occupanti in pianta stabile perfino
i salotti-buoni della politica. E anche in questo campo siamo ai livelli
bassissimi dell’”escortismo” provincialistico-universitario ..(…”dove sono
andati i tempi di una volta per Giunone/ quando per fare il mestiere ci voleva
anche un pò di vocazione” ‘cantava’ il Grande Fabrizio Faber De Andrè quasi
quarant’anni fa ne “La Città Vecchia”…) che non arrivano minimamente a
rappresentazioni di “superbia” troiesca quali quelle – ‘riportateci’ da
“cronache bolognesi” passate -di una Signora (…a volte la “S” maiuscola
s’impone…) che – cornificato a dovere il consorte per tutta una vita – post-
mortem aveva fatto preparare uno “specialissimo” testamento incaricando un
conoscente dell’invio di una missiva anonima (…la famosa “lettera al
minatore” del Grande Totò…) ‘ilustrante’ abbondantemente all’”affranto”
maritino le sue ‘gesta’ erotico-sessuali … Massima perfidia femminile!

La puttanopoli italiota oramai non saprebbe riconoscere più neanche un culo
femminile figuriamoci tutto il ‘resto’…. E quando si parla di I’tal’yà la
prima, logicissima, immagine che ‘balena’ alla mente è quella delle derive
assunte oramai dal Politico: indipendentemente, lo ripetiamo, da ‘tizio’,
‘caio’ o ‘sempronio’ di turno siamo ai minimi storici per ciò che concerne il
concetto stesso di Politica; di fronte ad un niente che domina incontrastato
l’orizzonte politico ed erompe nella scena pubblica mediatica attraverso la
figurazione scenica del “fabbrichetta” rifatto e tirato (…l’uomo di
plastica…) del Cavaliere di Arcore…l’arricchito mestatore affaristico che
ha costruito il suo impero mediante abusi e corruzione con l’imbroglio di chi
si sente protetto e ‘rassicurato’ dal Potere politico….Il Grande
Intrallazzatore mediatico ha decisamente oscurato tutto e tutti gli altri
‘copartecipanti’ e corresponsabili della Grande Truffa post-ideologica
denominata Seconda Repubblica.

E’ in questo pandemonio di demenzialità contorte e irrilevanti convergenze,
intese truffaldine e tangentocrazia persistente, nel rubacchiare come fine e
nel disporre della propria posizione d’autorità per dare l’assalto alla
cosiddetta “scala sociale” sistemica che si delinea una bassissima politica che
è espressione naturale di quella deriva ontologico-individualistica che ha
caratterizzato il ‘paese’ dagli anni Ottanta fino ai nostri giorni …
Obnubilata l’identità nazionale, disintegrati i miti ideologici, annullata la
volontà popolare la ‘casta’ ha rappresentato la nazione Italia come
un’autentica espressione geografica incastonata nel concerto di Stati
dell’Unità Europea …. Nell’epoca decisiva che vedrà il grande rimescolamento
delle ‘carte geopolitiche’ mondiale, in un periodo che è caratterizzato
dall’avvento di nuovi attori geopolitici (India, Cina, Brasile ma anche nazioni
meno sviluppate che si stanno affacciando nel Great Game planetario dei nuovi
rapporti di forza internazionale quali l’Argentina, il Venezuela, il sud-est
asiatico…) e dalla tenace resistenza opposta dall’Imperialismo statunitense
schierato militarmente (ma anche, soprattutto, economicamente) a difesa dei
propri interessi e delle proprie posizioni l’Europa non esiste! Non riesce ad
esistere! Per quanto ci si sforzi di ‘indorare’ la ‘pillola’ siamo di fronte al
fallimento del “progetto Europa”: il Vecchio Continente è quello delle banche e
della finanza parassita, dei giudeuri e delle casseforti delle multinazionali,
della concezione antiquata del diplomaticismo che, peraltro, questi politicanti
da strapazzo non sanno più nè come nè dove affermare andandosi ad impantanare
su posizioni irrilevanti dinnanzi ad autentiche tragedie alcune delle quali
vissute alle proprie porte, davanti al cortile di casa, perfino dentro casa (e
qui non potremmo non ricordare il dramma della ex Yugoslavia….dov’era
l’Europa? dov’erano gli europei mentre altri europei si scannavano bellamente
per tutte le regioni slave? cosa facevano i Gianni De Michelis dell’epoca per
fermare il massacro oltre-confine che dalla Slovenia alla Croazia passando per
Bosnia Erzegovina ed infine Serbia e Kosovo hanno lacerato, disintegrato,
distrutto popoli, etnie, villaggi e città in una contesa barbara e crudele
d’”altri tempi” alla quale – ‘piaccia’ o ‘meno’ ai ‘risikandi’ della
geopolitica – pose fine soltanto l’intervento armato degli Stati Uniti?).

La vicenda del conflitto civile slavo ha dimostrato, con un decennio
d’anticipo rispetto alla applicazione del così tanto celebrato ed osannato
“Trattato di Maastricht” che l’Europa non è più: priva di una politica europea
comune degna di questo nome, incapace di assumere perfino posizioni univoche
rispetto a tutte le principali evoluzioni della recente storia mondiale degli
ultimi vent’anni ed assolutamente inerte e imbelle dinnanzi ai genocidi che
dall’ex Yugoslavia all’Africa passando dalla Palestina occupata all’estremo
Oriente si sono susseguiti ininterrottamente.

Quest’Europa flaccida e stoltamente servile di fronte ai diktat-desiderata
atlantico-sionista ha mostrato abbondantemente il suo volto: semplicemente
inesistente! Manca l’elemento umano, mancano i progetti, manca l’unità europea.
L’Europa naviga senza timone nelle acque agitate delle tempeste geopolitiche
internazionali sforzandosi a malapena di restare a galla senza mete senza
obiettivi e senz’alcuna speranza di incidere neanche diplomaticamente sui
principali eventi che contrassegnano e domani ancor più distingueranno il
futuro della politica mondiale. Piccola politica del quieto vivere. Piccole
idee del pacifinto mantenimento dello status quo. Piccolissimi e mediocri
attorucoli (i Sarkozy, i Berlusconi, le Merkel, i Brown e – dietro loro con
loro – tutto il resto del ‘baraccone’ politicante delle “piccole patrie” di
gollista memoria) irresponsabilmente assurti alle rispettive ‘fortune
elettoralistiche’ nazionali ed alla guida dei rispettivi esecutivi attraverso
l’inganno e la menzogna di propagandistiche ed illusorie promesse (…’buone’
solo per il popolo-gregge dei ‘belanti’ deambulanti castrati ontologicamente
nella terra di nessuno post-nichilistica….) che mai potranno nè tantomeno
vorranno mantenere e ‘assisi’ ai posti di ‘comando’ illusori delle Istituzioni
sistemiche a difesa degli interessi privatistico-usurocratici delle grandi
consorterie massonico-settarie delle diverse lobbie’s economico-finanziarie e
dei gruppi di pressione imperanti in ogni tugurio democratico alias società
dell’alienazione di massa e della spartizione partitocratico-pescecanesca dei
‘dividendi’.

E la politica dov’è? Ed il ‘dibattito’ politico dove sta? E, in tutta questa
serie di contrattazioni affaristiche, dove rimane il senso del ‘politico’?
Forse abbandonato stancamente nell’alcova di qualche ‘squillo’ d’alto bordo o
dimenticato nella preistoria ‘patria’ dei “padri costituenti” di una
repubblichetta delle banane abbandonatasi ed appiattitasi sulle posizioni del
più squallido e servile filo-atlantismo, americanizzata più dell’America,
imputtanitasi da sessant’anni abbondanti di asservimento generale alle
politiche imperialistiche provenienti d’oltre-oceano e privata di qualsiforma,
anche minimale, di “sovranità nazionale”.

La deriva della società italiana è lì davanti agli occhi di chiunque sappia e
voglia osservare lo spettacolo indecente di una classe politica di nani e
ballerine, di soggetti incapaci di prendere una benchè minima decisione,
decisamente irresponsabili quando (siano di ‘destra’ o di ‘sinistra’ poco
cambia) varano manovre finanziarie strappalacrime ad un popolo abituato a subir
tacendo che ormai supinamente non leva più neanche le ‘consuete’ lamentele di
‘facciata’…. Passate le epoche delle contestazioni e delle rivolte più o meno
pseudo-rivoluzionarie viviamo i tempi ultimi della “fine della storia” con
l’atteggiamento quasi compiaciuto di chi, castrato a dovere (…cappone ‘made
in Italy’…), può solamente attendere sornione e impaziente l’altrui
castrazione…viaggiamo così, incerti e indecisi, verso l’One World, mondo
unidimensionale anti-identitario e virtuale; nettamente plagiati dall’effimero
che inonda oramai onnipervadente i mezzi d’informazione di massa. A nessuno
interesse niente di nessuno perchè queste sono le dinamiche di normalizzazione
sistemico-sinagogiche tirannicamente calate, quasi fossero una novella spada di
Damocle, sulle teste (…tralasciamo di ‘cosa’….) di soggetti depauperizzati
e irretiti da sessantacinque anni di democraticismo e da un trentennio di
edonistiche ed illusorie promesse mancate.

http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_reproma/2009/01/21/1232531745422_immagine_2.jpg

Ora di fronte a questo scenario pre-mortem (…campane a lutto di una
nazione…) occorrerebbe un’inversione radicale, di trecentosessanta gradi,
della rotta: occorrerebbe una rivolta idea, nazionale e socialista, incendiaria
e devastante di tutto l’esistente. Ma si sa….tra il ‘dire’ ed il ‘fare’….
restano gli ‘oceani’ di idiozia dei contemporanei.

L’eresia maxima di fronte al vuoto postnichilistico panorama contemporaneo
sarà rappresentata dall’eruzione informe di nuove forme di ribellione,
dall’avvento inaspettato di forze sovraumane, dall’escissione dal consorzio
sociale dei burattini sinagogici di un soggetto nuovo, differenziato,
indifferente, irriverente ed irriducibilmente deciso a stravolgere
completamente l’attuale panorama politico, i dogmi dominanti, le opinioni
correnti, i convincimenti contemporanei. L’eresia suprema dovrà essere la
negazione di tutto l’opinionismo sinagogico-sistemico: sradicamento totale dei
non valori di questa società e di questo mondo, radicalizzazione di tutte le
correnti anti-sistemiche attualmente ridotte allo stadio larvale da una
progressiva erosione che ha incanalato nella Grande Cloaca ‘circense’ del
gossippismo straccione istinti e pulsioni politiche ed identità frastagliate e
svendute sull’altare del Vitello d’Oro della macchina produttivistico-
consumistica del capitalismo globale.

Una lucida, fanatica, irriducibilmente radicale eresia dovrà riprendere la
strada verso la disintegrazione dei palinsesti costituvi l’ordinamento
borghese: alla piovra individualistica della catena di montaggio consumistico-
capitalista opporre l’estetica scintillante della figura dell’Operaio
Militante; la fanatica utopia dei Consigli Rivoluzionari di Fabbrica (
riecheggi pure la eco del “Tutto il potere ai Soviet!” …sempre meglio della
castrazione mondialista che ha svuotato di ogni valore ideali e politica) ed
infine la costituzione di uno Stato Comunistico Prussiano dell’Aristocrazia
Razziale di una nuova ‘casta’ di Signori….

Eresie? ‘Certo’….. Opporre al modello di sviluppo liberalcapitalistico
dominante la Socializzazione delle Imprese! Lo Stato – uno Stato ‘degno’ di
questo nome – la pianti di sovvenzionare pubblicamente e correre periodicamente
in soccorso – offrendo ‘stampellistiche’ misure di ‘aiuti’ e finanziamenti -
alla FIAT (principale azienda italiana) e decida di statalizzarla
definitivamente…. Lascino agli operai di socializzare le principali imprese
nazionali. Statalizzino le banche d’affari dei privati pescicani della
borghesia italiana e quelle, troppe, già in mani straniere. L’operazione di
riequilibrio dell’economia nazionale sia destituita da ‘opportunismi’ piccolo-
accattoneggianti e si risollevi il mondo dell’agricoltura vessato da anni e
quello della piccola-media impresa autentico perno della nazione italiana.
Siano restituite alla Cultura ed all’Arte, al Turismo ed al cosiddetto “made in
Italy” il loro ruolo di battistrada all’estero di un “modello Italia” antiquato
nell’era della globalizzazione e comunque indifferente all’assalto concentrico
delle multinazionali straniere. Aboliamo il vocabolo “privatizzazione” dai
libri di scuola della Politica! La Politica ritorni alle redini di questo paese
e della sua economia. Ritorni la funzione eminentemente produttivistico-
patrimoniale del libero mercato riconducendo aziende e imprese sotto il
controllo dello Stato. Siano espropriati i patrimoni privati fraudolentemente
accumulati dalla grassa borghesia sulle spalle degli onesti lavoratori e della
nazione.

I ‘Berluscone’s’ si trovino un’oasi di pace da qualche parte…ce ne sono
‘molte’ dall’Atlantico al Pacifico…. Gli Elkann abbandonino la ‘preda’ …. I
De Benedetti rinuncino a mestare nel torbido… Le Nirenstein – se proprio ci
tengono tanto a “monitorare’ e censurare in ogni ‘dove’ – facciano le valigie e
cerchino casa altrove… (non ce ne facciamo assolutamente niente di soggetti/e
giudei e giudaizzanti eletti parlamentaristicamente e inviati a Roma a
“rappresentare gli interessi di Israele”….)…. I ‘furbetti’ del
‘quartierino’ (…gli utili idioti delle terze/quarte file della piccola
finanza provinciale italiota…) infine ritornino a farsi da parte….

La Banca Centrale, banca privata, sia completamente riassorbita dallo Stato.
Si abbandoni al suo destino la moneta unica europea, il giudeuro che tanti
danni ha prodotto all’economia reale nazionale, e le nazioni del ‘consorzio’
imbroglioni e imbonitori finanziario di Strasburgo e dintorni.

Uno Stato degno di questo nome disconoscerebbe immediatamente i trattati di
“pace” firmati dall’Italia vinta nel 1947 ….rimetterebbe in discussione
immediatamente la presenza militare statunitense sul territorio nazionale,
uscirebbe dall’Alleanza Atlantica e dai diktat statunitensi ed allontanerebbe
qualunque rappresentanza diplomatica ‘scomoda’ fautrice di linee di politica
estera non funzionali ai nostri reali interessi mediterranei e europei.

E, dulcis in fondo (…ma le “cosucce” da fare sarebbero numerose…) sia
eliminata la malapianta massonica che tutto domina e tutto investe e compenetra
di sè; siano combattute fino in fondo le diverse organizzazioni mafioso-
criminali e – soprattutto – si affronti vis a vis apertamente e coraggiosamente
l’eterna questione maledetta eliminando l’influenza della gènia maledetta dal
nostro territorio nazionale (…si ‘sentono’ “israeliani”….’decidessero’….o
emigrassero verso altri ‘lidi’ …l’America è sufficientemente ‘grande’ e
abbondantemente ‘conforme’ ai loro istinti usurocratico-predatorii..).

Come lucidamente affermava Maurizio Lattanzio anni fa, dalle pagine di “Islam
Italia”, senza anti-mondialismo non esiste anti-imperialismo ‘plausibile’ …
allo stesso modo senza anti-giudaismo non può dirsi ‘compiuto’ alcun serio
tentativo di analisi o ‘ricognizione’ foss’anche semplicemente scrittoria
relativa all’anti-sionismo. Una politica autenticamente rivoluzionaria dovrà
pertanto affrontare la questione ebraica e quella monetaristico-finanziaria del
mercantilismo usurocratico internazionalista…i due principali cancri che
comprimono e sottomettono la libertà dei popoli e la sovranità delle nazioni.

Qualcuno potrà chiamare questo programma semplice utopia e politica
irrealizzabile…. Qualcun’altro potrà sempre sottolineare l’inattuabilità di
proposte politiche ‘antiquate’….Altri ovviamente non mancheranno di rilevare
l’indiscutibile ‘follia’ demagogica di parole d’ordine di un “passato che non
passa”….Noi diciamo soltanto trattasi di lucida, semplicemente lucida, e
fanatica eresia …..o ultima ratio prima della fine….

Au revoir…


Link alla pagina:
Eresia Maxima (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/17/eresia-maxima/)

Boris
20-06-10, 10:48
http://cronologia.leonardo.it/umanita/moderna/cap112.jpg

di Dagoberto Husayn Bellucci ( 17 Giugno 2010 )

CmEduSLmjnc

( Fabrizio De Andrè – “Amico Fragile” – Album “Volume 8″ – 1975 )

“Il borghese è pacifista, pietoso, pietista, pronto a commuoversi, sempre
umanitario, infecondo, ostile alla militarizzazione e al nazismo. L’Asse Roma-
Berlino sta sullo stomaco a questi borghesi.”
( Benito Mussolini – “Diario 1935-1944″ di Giuseppe Bottai )

“La burocrazia e l’esercito permanente sono dei “parassiti” sul corpo della
società borghese, parassiti generati dalle contraddizioni interne che dilaniano
questa società, ma parassiti appunto che ne “ostruiscono” i pori vitali.”
( Vladimir Ilic Lenin )
“Vivere pericolosamente” era ‘adagio’ d’epoca fascista che – invitando la
gioventù a prendere l’iniziativa e guidare i destini della Rivoluzione
mussoliniana – fissava obiettivi incitando il popolo italiano a svegliarsi per
l’affrontamento di quella prova insuperata che sarà il secondo conflitto
mondiale alias la seconda guerra d’aggressione giudaica contro l’Europa
dell’Ordine Nuovo e delle Rivoluzioni Nazionali.

E “vivere pericolosamente” è anche imperativo categorico che abbiamo fatto
nostro da una ‘vita’….senza ‘rischi’ non ci ‘divertiamo’ riconoscendo
peraltro – con Julius Evola – che la patria d’”elezione” è quella laddove si
combatte per le proprie idee non esistendo oramai da oltre sessant’anni alcun
‘patrio suolo’ da ‘difendere’ nè soggetti, i più al limite ed oltre l’assurdo,
con i quali ‘confrontarsi’ efficacemente ossia riconoscendo ‘stili’ e
‘caratteri’ razziali conformi…. Se abbiamo smesso di ‘cercare’ (…la cerca
del nulla…) “sodali” è perchè – dopo tanti anni – visto ‘uno’ visti
‘tutti’…

Al di là dunque delle altrui rappresentazioni e delle forme assunte dalla
politica contemporanea, dei soggetti deambulanti nella vuota voragine di
valori, idee e ideali che caratterizza la società moderna e indipendentemente
da quali saranno gli ‘esiti’ di decomposizione terminale di aree più o meno
“antagonistiche” fissiamo “l’orizzonte immutabile” di quella che è la realtà
fattuale italiana del Terzo Millennio. Una mezza realtà ovvero la
rappresentazione tra il reale ed il virtuale di un paese ( …”‘o paese ‘cchiu
stupete du munne” parafrasando Remo Stellucce tifoso storico
dell’Internazionale e conoscente lattanziano di altre ‘epoche’….ovviamente
anche Maurizio Lattanzio – insuperato Grande Guascone nonchè velenosissima
penna ‘a sonagli’ dell’estrema destra italiana…- tifava Inter…la squadra
più ‘fascista d’Italia”…assieme chiaramente a Lazio e Hellas ….quest’anno
siamo in ‘attesa’ del miracolamento dei veneti….e del loro pronto rientro in
cadetteria….) che non esiste più…dilaniato ad un livello di semi-coscienza
collettiva che ha portato all’ecatombe generale degli spiriti ed
all’ammassamento dei cervelli nel gran calderone finto-hooliwoodiano (…la
scenografia del nulla…) magistralmente – ….la ‘grandezza’ capovolta del
‘demonico’… – realizzato da venticinque anni di de-ideologizzazione della
politica, destrutturazione della società, disarticolazione dei livelli di
guardia personali che hanno reso l’individuo moderno (l’italiota-medio) un
perfetto deficiente deambulante senza senso e senza obiettivi nella vuota
contemporaneità del Nichilismo trionfante.

http://3.bp.blogspot.com/_bBv3uv0MLOA/S077lS3NZVI/AAAAAAAAGm4/c9Y5rDQc7eQ/S660/BLOG.jpg

Con o senza Berlusconi, con o senza il contorno di
veline/velette/letterine/escort, con o senza il proclama cloroformizzante della
Si(o)nistra Italiota (…quella veltronian-kennedjana americanizzante…) il
risultato probabilmente sarebbe stato identico: il berlusconismo, da taluni
percepito quale ultimo stadio della non-politica, rappresenta nient’altro – nè
più nè meno – che l’attracco ideale di un certo modo di pensare la politica, di
una certa attitudine politica, di una certa idea della politica (la stessa che,
peraltro, aveva trionfato negli anni Ottanta all’epoca della Milano da Bere di
craxiana-pillitteriana memoria e del socialismo ‘tricolore’ rampante del
‘ballerino’ della Farnesina …’tal’ Gianni De Michelis…). Inutile quì
stilare ‘classifiche’, domandarsi se facciano più o meno schifo gli ex missini
ex alleanzini approdati al berlusconismo omologante o gli ex comunisti ex PDS
arenatisi nelle secche del ‘democraticismo’ in stile ‘yankee’ ….Inutile e
peraltro improponibile confronto: fanno semplicemente schifo tutti quanti!
Senza ma e senza se diciamo che c’è ben poco da ‘salvare’ ….Nemmeno le
‘apparenze’ oramai…Lo sbracamento della politica procede parallelo a quello
della società di massa che ha i suoi miti, i suoi stereotipi, le sue mode ed i
suoi costumi in quel modello americano di consumo per il quale conta ciò che si
è in funzione di quanto si produce e, soprattutto, di ciò che si consuma (…
capitalismo…) mentre per gli animaletti parlanti nella terra di nessuno post-
modernista sarà ‘funzionale’ qualunque autorappresentazione di sè ‘conforme’ a
determinati interessi contingenti (…nella società dell’immagine conta
‘apparire’ ….l’essere, la dimensione interiore dell’individuo, il suo ruolo e
la sua percezione ‘verticale’ sono stati schiantati dal magma incandescente del
nulla contemporaneo che innalza simboli e modelli di riferimento meno che
mediocri e stabilisce inarrivabili ‘top-ten’ di demenza oramai
quotidiana….).

Qualcuno volesse provare a rappresentare all’estero, al di fuori
dell’Occidente mondializzato, la situazione italiota o semplicemente intendesse
riportare gli avvenimenti ‘cronachistici’ contrassegnati da un’impressionante
serie di idiozie più o meno infarcite da altrettanti episodi criminosi, si
ritroverebbe probabilmente a lasciar a dir poco esterefatti e basiti i suoi
eventuali interlocutori….Perchè la cronaca italiota è di quelle che
‘meritano’ attenzione: altissima percentuale di violenze di ogni ‘segno’ (…e
anche ‘razza’, nazionalità e/o religione….), stupri e ammazzamenti di ogni
sorta, atti di teppismo irrazionali ed irragionevoli, criminalità diffusa….
Siamo al teatrino dell’assurdo di gente che ammazza il vicino di casa perchè il
cane abbaia, di idioti che buttano lavatrici o si divertono a tirar sassate da
un cavalcavia, di dementi che per una sigaretta richiesta e non data inscenano
vere e proprie caccie all’uomo con accoltellamenti ‘vari’ (…l’amico Eugenio
Manzini, da noi incontrato lo scorso settembre per le strade di Modena, aveva
peraltro lucidamente sottolineato che oramai “non rischi una coltellata per una
sigaretta non data…la rischi anche se gli giri un pacchetto intero”…)….e
non dimentichiamoci la ‘lambretta’ volata giù da una curva di San Siro alcuni
anni or sono…. E’ l’emersione dell’irrazionale. L’affermazione di escrescenze
infere ‘destate’ dal sub-conscio di individualità malate….

Pazzia collettiva e demenza individuale si ‘accavallano’ nelle notizie di
‘nera’ allineandosi – nei palinsesti di telegiornali che raccontano il nulla,
parlando di nulla e occupando di niente – al lato, a fianco o comunque vicino,
a quelle altre forme di omologazione culturale di massa che sono le notizie
gossippistico-puttanesche da anni, oramai, occupanti in pianta stabile perfino
i salotti-buoni della politica. E anche in questo campo siamo ai livelli
bassissimi dell’”escortismo” provincialistico-universitario ..(…”dove sono
andati i tempi di una volta per Giunone/ quando per fare il mestiere ci voleva
anche un pò di vocazione” ‘cantava’ il Grande Fabrizio Faber De Andrè quasi
quarant’anni fa ne “La Città Vecchia”…) che non arrivano minimamente a
rappresentazioni di “superbia” troiesca quali quelle – ‘riportateci’ da
“cronache bolognesi” passate -di una Signora (…a volte la “S” maiuscola
s’impone…) che – cornificato a dovere il consorte per tutta una vita – post-
mortem aveva fatto preparare uno “specialissimo” testamento incaricando un
conoscente dell’invio di una missiva anonima (…la famosa “lettera al
minatore” del Grande Totò…) ‘ilustrante’ abbondantemente all’”affranto”
maritino le sue ‘gesta’ erotico-sessuali … Massima perfidia femminile!

La puttanopoli italiota oramai non saprebbe riconoscere più neanche un culo
femminile figuriamoci tutto il ‘resto’…. E quando si parla di I’tal’yà la
prima, logicissima, immagine che ‘balena’ alla mente è quella delle derive
assunte oramai dal Politico: indipendentemente, lo ripetiamo, da ‘tizio’,
‘caio’ o ‘sempronio’ di turno siamo ai minimi storici per ciò che concerne il
concetto stesso di Politica; di fronte ad un niente che domina incontrastato
l’orizzonte politico ed erompe nella scena pubblica mediatica attraverso la
figurazione scenica del “fabbrichetta” rifatto e tirato (…l’uomo di
plastica…) del Cavaliere di Arcore…l’arricchito mestatore affaristico che
ha costruito il suo impero mediante abusi e corruzione con l’imbroglio di chi
si sente protetto e ‘rassicurato’ dal Potere politico….Il Grande
Intrallazzatore mediatico ha decisamente oscurato tutto e tutti gli altri
‘copartecipanti’ e corresponsabili della Grande Truffa post-ideologica
denominata Seconda Repubblica.

E’ in questo pandemonio di demenzialità contorte e irrilevanti convergenze,
intese truffaldine e tangentocrazia persistente, nel rubacchiare come fine e
nel disporre della propria posizione d’autorità per dare l’assalto alla
cosiddetta “scala sociale” sistemica che si delinea una bassissima politica che
è espressione naturale di quella deriva ontologico-individualistica che ha
caratterizzato il ‘paese’ dagli anni Ottanta fino ai nostri giorni …
Obnubilata l’identità nazionale, disintegrati i miti ideologici, annullata la
volontà popolare la ‘casta’ ha rappresentato la nazione Italia come
un’autentica espressione geografica incastonata nel concerto di Stati
dell’Unità Europea …. Nell’epoca decisiva che vedrà il grande rimescolamento
delle ‘carte geopolitiche’ mondiale, in un periodo che è caratterizzato
dall’avvento di nuovi attori geopolitici (India, Cina, Brasile ma anche nazioni
meno sviluppate che si stanno affacciando nel Great Game planetario dei nuovi
rapporti di forza internazionale quali l’Argentina, il Venezuela, il sud-est
asiatico…) e dalla tenace resistenza opposta dall’Imperialismo statunitense
schierato militarmente (ma anche, soprattutto, economicamente) a difesa dei
propri interessi e delle proprie posizioni l’Europa non esiste! Non riesce ad
esistere! Per quanto ci si sforzi di ‘indorare’ la ‘pillola’ siamo di fronte al
fallimento del “progetto Europa”: il Vecchio Continente è quello delle banche e
della finanza parassita, dei giudeuri e delle casseforti delle multinazionali,
della concezione antiquata del diplomaticismo che, peraltro, questi politicanti
da strapazzo non sanno più nè come nè dove affermare andandosi ad impantanare
su posizioni irrilevanti dinnanzi ad autentiche tragedie alcune delle quali
vissute alle proprie porte, davanti al cortile di casa, perfino dentro casa (e
qui non potremmo non ricordare il dramma della ex Yugoslavia….dov’era
l’Europa? dov’erano gli europei mentre altri europei si scannavano bellamente
per tutte le regioni slave? cosa facevano i Gianni De Michelis dell’epoca per
fermare il massacro oltre-confine che dalla Slovenia alla Croazia passando per
Bosnia Erzegovina ed infine Serbia e Kosovo hanno lacerato, disintegrato,
distrutto popoli, etnie, villaggi e città in una contesa barbara e crudele
d’”altri tempi” alla quale – ‘piaccia’ o ‘meno’ ai ‘risikandi’ della
geopolitica – pose fine soltanto l’intervento armato degli Stati Uniti?).

La vicenda del conflitto civile slavo ha dimostrato, con un decennio
d’anticipo rispetto alla applicazione del così tanto celebrato ed osannato
“Trattato di Maastricht” che l’Europa non è più: priva di una politica europea
comune degna di questo nome, incapace di assumere perfino posizioni univoche
rispetto a tutte le principali evoluzioni della recente storia mondiale degli
ultimi vent’anni ed assolutamente inerte e imbelle dinnanzi ai genocidi che
dall’ex Yugoslavia all’Africa passando dalla Palestina occupata all’estremo
Oriente si sono susseguiti ininterrottamente.

Quest’Europa flaccida e stoltamente servile di fronte ai diktat-desiderata
atlantico-sionista ha mostrato abbondantemente il suo volto: semplicemente
inesistente! Manca l’elemento umano, mancano i progetti, manca l’unità europea.
L’Europa naviga senza timone nelle acque agitate delle tempeste geopolitiche
internazionali sforzandosi a malapena di restare a galla senza mete senza
obiettivi e senz’alcuna speranza di incidere neanche diplomaticamente sui
principali eventi che contrassegnano e domani ancor più distingueranno il
futuro della politica mondiale. Piccola politica del quieto vivere. Piccole
idee del pacifinto mantenimento dello status quo. Piccolissimi e mediocri
attorucoli (i Sarkozy, i Berlusconi, le Merkel, i Brown e – dietro loro con
loro – tutto il resto del ‘baraccone’ politicante delle “piccole patrie” di
gollista memoria) irresponsabilmente assurti alle rispettive ‘fortune
elettoralistiche’ nazionali ed alla guida dei rispettivi esecutivi attraverso
l’inganno e la menzogna di propagandistiche ed illusorie promesse (…’buone’
solo per il popolo-gregge dei ‘belanti’ deambulanti castrati ontologicamente
nella terra di nessuno post-nichilistica….) che mai potranno nè tantomeno
vorranno mantenere e ‘assisi’ ai posti di ‘comando’ illusori delle Istituzioni
sistemiche a difesa degli interessi privatistico-usurocratici delle grandi
consorterie massonico-settarie delle diverse lobbie’s economico-finanziarie e
dei gruppi di pressione imperanti in ogni tugurio democratico alias società
dell’alienazione di massa e della spartizione partitocratico-pescecanesca dei
‘dividendi’.

E la politica dov’è? Ed il ‘dibattito’ politico dove sta? E, in tutta questa
serie di contrattazioni affaristiche, dove rimane il senso del ‘politico’?
Forse abbandonato stancamente nell’alcova di qualche ‘squillo’ d’alto bordo o
dimenticato nella preistoria ‘patria’ dei “padri costituenti” di una
repubblichetta delle banane abbandonatasi ed appiattitasi sulle posizioni del
più squallido e servile filo-atlantismo, americanizzata più dell’America,
imputtanitasi da sessant’anni abbondanti di asservimento generale alle
politiche imperialistiche provenienti d’oltre-oceano e privata di qualsiforma,
anche minimale, di “sovranità nazionale”.

La deriva della società italiana è lì davanti agli occhi di chiunque sappia e
voglia osservare lo spettacolo indecente di una classe politica di nani e
ballerine, di soggetti incapaci di prendere una benchè minima decisione,
decisamente irresponsabili quando (siano di ‘destra’ o di ‘sinistra’ poco
cambia) varano manovre finanziarie strappalacrime ad un popolo abituato a subir
tacendo che ormai supinamente non leva più neanche le ‘consuete’ lamentele di
‘facciata’…. Passate le epoche delle contestazioni e delle rivolte più o meno
pseudo-rivoluzionarie viviamo i tempi ultimi della “fine della storia” con
l’atteggiamento quasi compiaciuto di chi, castrato a dovere (…cappone ‘made
in Italy’…), può solamente attendere sornione e impaziente l’altrui
castrazione…viaggiamo così, incerti e indecisi, verso l’One World, mondo
unidimensionale anti-identitario e virtuale; nettamente plagiati dall’effimero
che inonda oramai onnipervadente i mezzi d’informazione di massa. A nessuno
interesse niente di nessuno perchè queste sono le dinamiche di normalizzazione
sistemico-sinagogiche tirannicamente calate, quasi fossero una novella spada di
Damocle, sulle teste (…tralasciamo di ‘cosa’….) di soggetti depauperizzati
e irretiti da sessantacinque anni di democraticismo e da un trentennio di
edonistiche ed illusorie promesse mancate.

http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_reproma/2009/01/21/1232531745422_immagine_2.jpg

Ora di fronte a questo scenario pre-mortem (…campane a lutto di una
nazione…) occorrerebbe un’inversione radicale, di trecentosessanta gradi,
della rotta: occorrerebbe una rivolta idea, nazionale e socialista, incendiaria
e devastante di tutto l’esistente. Ma si sa….tra il ‘dire’ ed il ‘fare’….
restano gli ‘oceani’ di idiozia dei contemporanei.

L’eresia maxima di fronte al vuoto postnichilistico panorama contemporaneo
sarà rappresentata dall’eruzione informe di nuove forme di ribellione,
dall’avvento inaspettato di forze sovraumane, dall’escissione dal consorzio
sociale dei burattini sinagogici di un soggetto nuovo, differenziato,
indifferente, irriverente ed irriducibilmente deciso a stravolgere
completamente l’attuale panorama politico, i dogmi dominanti, le opinioni
correnti, i convincimenti contemporanei. L’eresia suprema dovrà essere la
negazione di tutto l’opinionismo sinagogico-sistemico: sradicamento totale dei
non valori di questa società e di questo mondo, radicalizzazione di tutte le
correnti anti-sistemiche attualmente ridotte allo stadio larvale da una
progressiva erosione che ha incanalato nella Grande Cloaca ‘circense’ del
gossippismo straccione istinti e pulsioni politiche ed identità frastagliate e
svendute sull’altare del Vitello d’Oro della macchina produttivistico-
consumistica del capitalismo globale.

Una lucida, fanatica, irriducibilmente radicale eresia dovrà riprendere la
strada verso la disintegrazione dei palinsesti costituvi l’ordinamento
borghese: alla piovra individualistica della catena di montaggio consumistico-
capitalista opporre l’estetica scintillante della figura dell’Operaio
Militante; la fanatica utopia dei Consigli Rivoluzionari di Fabbrica (
riecheggi pure la eco del “Tutto il potere ai Soviet!” …sempre meglio della
castrazione mondialista che ha svuotato di ogni valore ideali e politica) ed
infine la costituzione di uno Stato Comunistico Prussiano dell’Aristocrazia
Razziale di una nuova ‘casta’ di Signori….

Eresie? ‘Certo’….. Opporre al modello di sviluppo liberalcapitalistico
dominante la Socializzazione delle Imprese! Lo Stato – uno Stato ‘degno’ di
questo nome – la pianti di sovvenzionare pubblicamente e correre periodicamente
in soccorso – offrendo ‘stampellistiche’ misure di ‘aiuti’ e finanziamenti -
alla FIAT (principale azienda italiana) e decida di statalizzarla
definitivamente…. Lascino agli operai di socializzare le principali imprese
nazionali. Statalizzino le banche d’affari dei privati pescicani della
borghesia italiana e quelle, troppe, già in mani straniere. L’operazione di
riequilibrio dell’economia nazionale sia destituita da ‘opportunismi’ piccolo-
accattoneggianti e si risollevi il mondo dell’agricoltura vessato da anni e
quello della piccola-media impresa autentico perno della nazione italiana.
Siano restituite alla Cultura ed all’Arte, al Turismo ed al cosiddetto “made in
Italy” il loro ruolo di battistrada all’estero di un “modello Italia” antiquato
nell’era della globalizzazione e comunque indifferente all’assalto concentrico
delle multinazionali straniere. Aboliamo il vocabolo “privatizzazione” dai
libri di scuola della Politica! La Politica ritorni alle redini di questo paese
e della sua economia. Ritorni la funzione eminentemente produttivistico-
patrimoniale del libero mercato riconducendo aziende e imprese sotto il
controllo dello Stato. Siano espropriati i patrimoni privati fraudolentemente
accumulati dalla grassa borghesia sulle spalle degli onesti lavoratori e della
nazione.

I ‘Berluscone’s’ si trovino un’oasi di pace da qualche parte…ce ne sono
‘molte’ dall’Atlantico al Pacifico…. Gli Elkann abbandonino la ‘preda’ …. I
De Benedetti rinuncino a mestare nel torbido… Le Nirenstein – se proprio ci
tengono tanto a “monitorare’ e censurare in ogni ‘dove’ – facciano le valigie e
cerchino casa altrove… (non ce ne facciamo assolutamente niente di soggetti/e
giudei e giudaizzanti eletti parlamentaristicamente e inviati a Roma a
“rappresentare gli interessi di Israele”….)…. I ‘furbetti’ del
‘quartierino’ (…gli utili idioti delle terze/quarte file della piccola
finanza provinciale italiota…) infine ritornino a farsi da parte….

La Banca Centrale, banca privata, sia completamente riassorbita dallo Stato.
Si abbandoni al suo destino la moneta unica europea, il giudeuro che tanti
danni ha prodotto all’economia reale nazionale, e le nazioni del ‘consorzio’
imbroglioni e imbonitori finanziario di Strasburgo e dintorni.

Uno Stato degno di questo nome disconoscerebbe immediatamente i trattati di
“pace” firmati dall’Italia vinta nel 1947 ….rimetterebbe in discussione
immediatamente la presenza militare statunitense sul territorio nazionale,
uscirebbe dall’Alleanza Atlantica e dai diktat statunitensi ed allontanerebbe
qualunque rappresentanza diplomatica ‘scomoda’ fautrice di linee di politica
estera non funzionali ai nostri reali interessi mediterranei e europei.

E, dulcis in fondo (…ma le “cosucce” da fare sarebbero numerose…) sia
eliminata la malapianta massonica che tutto domina e tutto investe e compenetra
di sè; siano combattute fino in fondo le diverse organizzazioni mafioso-
criminali e – soprattutto – si affronti vis a vis apertamente e coraggiosamente
l’eterna questione maledetta eliminando l’influenza della gènia maledetta dal
nostro territorio nazionale (…si ‘sentono’ “israeliani”….’decidessero’….o
emigrassero verso altri ‘lidi’ …l’America è sufficientemente ‘grande’ e
abbondantemente ‘conforme’ ai loro istinti usurocratico-predatorii..).

Come lucidamente affermava Maurizio Lattanzio anni fa, dalle pagine di “Islam
Italia”, senza anti-mondialismo non esiste anti-imperialismo ‘plausibile’ …
allo stesso modo senza anti-giudaismo non può dirsi ‘compiuto’ alcun serio
tentativo di analisi o ‘ricognizione’ foss’anche semplicemente scrittoria
relativa all’anti-sionismo. Una politica autenticamente rivoluzionaria dovrà
pertanto affrontare la questione ebraica e quella monetaristico-finanziaria del
mercantilismo usurocratico internazionalista…i due principali cancri che
comprimono e sottomettono la libertà dei popoli e la sovranità delle nazioni.

Qualcuno potrà chiamare questo programma semplice utopia e politica
irrealizzabile…. Qualcun’altro potrà sempre sottolineare l’inattuabilità di
proposte politiche ‘antiquate’….Altri ovviamente non mancheranno di rilevare
l’indiscutibile ‘follia’ demagogica di parole d’ordine di un “passato che non
passa”….Noi diciamo soltanto trattasi di lucida, semplicemente lucida, e
fanatica eresia …..o ultima ratio prima della fine….

Au revoir…


Link alla pagina:
Eresia Maxima (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/17/eresia-maxima/)


Articolo molto interessante che riprende in alcuni passi quanto avevo gia' letto dello stesso Bellucci in quel manifesto programmatico composto qualche anno fa.

Vedo se lo ritrovo in rete ed eventualmente lo pubblico anche qui'. :giagia:

Boris
20-06-10, 10:53
Antagonismo di Popolo - Stato Organico e Comunità Tradizionale

ANTAGONISMO DI POPOLO - Cellule Militanti per il Contropotere Territoriale





STATO ORGANICO E COMUNITA' TRADIZIONALE



DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA COSTRUZIONE DI UN MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO NAZIONALE E SOCIALISTA, POPOLARE E TRADIZIONALISTA. CONTRIBUTO AL FRONTE ANTI-MONDIALISTA E ANTI-GIUDAICO, ANTI-IMPERIALISTA E ANTI-SIONISTA INTERNAZIONALE.



Dagoberto Husayn Bellucci



Modena 01.Giugno 2004



"Chi entra nella lotta deve sapere

,fin dall'inizio, che dovrà soffrire.

Ogni sofferenza è un passo

verso il riscatto, verso la vittoria."



(Corneliu Zelea Codreanu)





La responsabilità che ci dobbiamo assumere verso Noi stessi ,e successivamente verso quanti avranno l'onore di affiancarci in questa battaglia di verità, ci impone una ricognizione relativa alle coordinate assiali della cultura integrale inerente alle dimensioni del Valore dell'Idea di Stato secondo le concezioni proprie del Mondo della Tradizione.

Niente di quanto leggerete in questo documento programmatico è da considerare originale, semmai , parafrasando Franco Giorgio Freda, qua e là vi si potranno 'scorgere' intuizioni 'originarie' che è ben altra cosa…

La nostra sarà una professione d'identità in un tempo che esige delle decisioni e delle assunzioni di responsabilità. "Islam Italia" sarà il vettore giornalistico che 'ordinerà' le migliori energie militanti rivoluzionarie presenti sul territorio nazionale in funzione del progetto politico "Eurasia-Islam" che continuerà ad essere delineato dalle pagine del nostro mensile da Maurizio Lattanzio al quale, comunque, va ascritta la funzione di 'collaudatore antropologico' e capo supremo dell'Ordine del Nulla ossia della 'marcia notturna' che precederà lo 'sbriciolamento' definitivo della grande parodia rappresentata dal neofascismo italiano 'di servizio' servilmente funzionale alle logiche 'atlantiche' statunitensi, occidentali e mondialiste ieri determinate dall'anticomunismo e attualmente dall'opposizione all'Islam Tradizionale e Rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica dell'Iran supremo referente geo-politico, economico, ideologico, strategico e militare dell'opposizione planetaria all'imperialismo sionista-statunitense.

'Fisseremo' anche temporalmente l'identità del vero Stato riprendendone i suoi lineamenti essenziali che si dovranno coniugare inscindibilmente con la valenza metafisica, la dimensione atemporale e l'archetipico uranico dello Stato in quanto organizzazione che 'raccoglie', 'alleva' e 'preserva' quei Principi 'canonici' della Tradizione Primordiale.

Affermare un Principio è, nelle circostanze attinenti il presente ciclo storico-temporale di dissoluzione, lo stilema di combattimento e la proiezione trascendente dell'"uomo di razza" ossia l'identificazione totalitaria che il Miliziano della Tradizione dovrà attuare verso l'Assoluto conformemente all'Idea ed alla Visione del Mondo (Welthansauung) che incarnerà e 'segnerà' la 'marcia' lungo l'asse orizzontale convergente nella direzione dell'asse verticale-metafisico delle radici uraniche dell'Identità primordiale.

Fare ciò che deve essere fatto secondo leggi di natura e secondo giustizia dovrà restare la consegna dei 'testimoni' della Tradizione i quali convergeranno inevitabilmente e 'naturalmente' - proprio per 'affinità' di 'razza' - in un Fronte di Resistenza che dovrà comunque rappresentare la 'proiezione' di un pre-esistente sodalizio di popolo: la comunità organica.

Platone definiva lo Stato secondo Giustizia come l'elemento che collega e coordina le tre funzioni delle tre caste - o gradi di vita individuale - assolvendo alla sua funzione 'superiore' di regolatore e di 'tutore' delle distinte funzioni esercitate da ognuna di esse.

Lo Stato non è un apparato meccanico che 'amministra' e 'presidia' gli interessi 'bottegai' della socialità individualistica moderna, non è espressione della sfera mercantilistico-capitalistica che salvaguarda i 'bisogni' e le 'necessità' materiali del cittadino-borghese, né - allo stesso modo - può essere l'oggetto delle 'mire' oligarchico-burocratiche di una minoranza di professionisti del livellamento collettivista che tende alla massificazione ontologica e all'esproprio legalizzato della sovranità popolare in nome dello stesso popolo che pretenderebbe di rappresentare.

Lo Stato è il luogo politico e istituzionale di 'ricezione' di valori metapolitici.

Tra la categoria del politico (lo Stato) e quella sociale o 'civile' (la Società) deve esistere una netta differenziazione che configuri un rapporto di subordinazione totale della seconda rispetto al primo: è il principio gerarchico che impone la prevalenza della politica rispetto alle 'esigenze' difformi della società.

La società moderna è l'antitesi per eccellenza della nostra concezione di Stato Organico. Noi muoviamo la nostra critica principalmente ad alcuni 'cardini' della società moderna - un 'luogo' di non valori, privo di qualunque 'idealità' e assolutamente de-sacralizzato e svuotato di tutti i suoi 'contenuti' tradizionali - che si fonda sull'individualismo, sulla massificazione, sull'ideale egualitario e media fra i diversi 'appetiti' delle distinte e - apparentemente - divergenti 'classi sociali' che rappresentano il frazionamento interclassista determinato dalla Dittatura Borghese di Massa.

"Nella concezione liberaldemocratica (i termini liberalismo e democrazia rappresentano due concetti diversi, ma oggi essi sono inscindibilmente legati e integrati) lo Stato - scrive Maurizio Lattanzio (1) -, considerato un "male" necessario, viene ridimensionato con l'attribuzione di un ruolo garantistico che lo configura, istituzionalmente, come uno strumento asservito ai fini privatistici dell'individuo-monade. Questi si associa con gli altri individui secondo una logica utilitaristica sfociante nella costituzione del contratto sociale, cioè della regolamentazione "geometrica" degli spazi di libertà "orizzontali" - quantitativamente determinati - entro i quali, teoricamente, dovrebbe svolgersi l'azione del singolo cittadino. Allo Stato spetta di garantire il rispetto dei reciproci spazi di libertà, lo Stato deve intervenire solo quando questa utopistica condizione di equilibrio venga minacciata dall'individuo che prevarichi il "perimetro" di libertà dell'altro."

Noi sradicheremo la concezione borghese, liberal-capitalista e individualistica dello Stato quale reticolo 'sistemico' di interessi contrapposti di 'classe' in quanto la totalità sociale in simile 'costruzione' teoretico-istituzionale si presenta nell'ambito della società civile come interdipendenza tra i singoli soggetti. In questo genere di Stato la società civile rimarrà castrata e sottoposta a quel rapporto dialettico che si presenterà esclusivamente come un antagonismo economico e sociale che spingerà gli "appartenenti" alla società ad un rapporto conflittualistico determinato da interessi materialistici ai quali il Sistema 'affiancherà' le ideologie laico-progressiste della cosiddetta etica sociale, l'industrialismo culturale di massa, l'autorappresentazione demoniaca di sé e della società attraverso i mass media e i diversi organi di informazione di massa.

Il riduzionismo dialettico che si manifesterà a livello economico, sociale e civile rappresenterà uno dei fattori d'intersezione delle società contrattuali laddove i meccanismi di regolamentazione verranno affidati a strutture oligosociali di controllo, alle istituzionalità palesi ed occulte, ai trust industriali e all'alta finanza cosmopolita. Tutte queste entità astrattamente opereranno sul telaio istituzionale in maniera difforme agli interessi del popolo costituendo un'unità di interessi meccanica ed esteriore…un'unità 'aliena' dai vincoli di razza e di fede propri di una Comunità Organica.

Quando le forze soggettive della rivoluzione nazionale e socialista, popolare e tradizionale andranno oltre un approccio spontaneo della lotta rivoluzionaria, ovvero elaboreranno una proposta programmatico-progettuale compiuta , superando così lo stadio di inattività e inespressività ribellistico-anarcoide - quel processo comunque dissolutivo e frammentario di una Totalità Organica compiuta - sarà premessa oggettiva di ribaltamento della pluridecennale prassi di asservimento ad una concezione difensivistico-vittimistica e di ripartenza obbligatoria di un percorso di milizia proiettato verso la Vittoria Finale.

Sarà necessario quindi abbandonare il terreno infido dell'improvvisazione politica e dell'immaturità culturale , eliminando appunto qualsivoglia prassi militante non conforme ad un autentico Ordine dei Ranghi, per ricostituire una classe dirigente consapevole delle proprie responsabilità e della propria funzione di guida. Il problema della strategia da seguire in vista della conquista del potere - obiettivo imprescindibile per qualsiasi formazione rivoluzionaria - sarà quindi di carattere essenzialmente 'tattico' incominciando col ricostituire quella 'cultura politica' progressivamente disintegrata dai processi di atomizzazione sociale delle moderne società capitalistiche.

La comunità di popolo, organicamente disciplinata e idealmente fascinata, sarà essenzialmente vincolata dal rispetto delle Leggi di Natura e dell'Ordine Cosmico. Il legame sociale è determinato quindi dalle leggi religiose che sono alla base della Tradizione. L'origine delle comunità tradizionali sono sempre da ricercarsi in un nucleo di famiglie ed è a questa serie di nuclei originari e primordiali che si deve ricollegare il concetto di sangue e suolo, razza e patria, etnia e Stato.

Lo stato plebeo e borghese delle rivoluzioni illuministe ha disintegrato i vincoli di sangue e le tradizioni del popolo, creando la figura aberrante dell'individuo-cittadino, dell'individuo-soldato, dell'individuo-prete…tutte espressioni dell'identica contraffazione operata dalla classe borghese al servizio degli interessi mercantilistico-usurocratici delle diverse 'fazioni' intrasistemiche.

La dilatazione dell'ambito di operatività della figura del politico - frammentata , dissolta e sostanzialmente ridotta a mera partecipazione amministrativo-economicistica - che caratterizza le moderne società borghesi del consumismo di massa ha progressivamente eliminato qualunque istanza rivoluzionaria antagonista relegandola ai margini della vita civile e sociale della Nazione.

Sarà quindi necessario ripartire dai nuclei militanti presenti e attivi nel contesto nazionale per riconnettere la volontà rivoluzionaria ad un tessuto civile da rigenerare ex novo attraverso un'operazione di aggregazione sociale fondata sulla negazione dei valori oggi dominanti. Occorre pertanto effettuare prioritariamente un'inversione di mentalità negando dignità politica all'avversario sistemico poiché l'individuazione di un vuoto di valori interno all'attuale struttura del Sistema potrà soltanto portare ad una disintegrazione radicale dell'attuale oligopolio plutocratico-finanziario.

Recuperando la concezione di comunità organica quindi affermiamo un rapporto vincolante ogni singolo militante rispetto all'identificazione di Valori comunitari fondati sul patrimonio eugenetico-razziale, sul mito della razza, sul recupero di valori ancestrali propri della Tradizione primordiale. Affermare la dottrina della razza in contrapposizione alla 'favola' xenofoba dell'anti-immigrazione non costituisce una regressione in termini di individuazione delle dinamiche socioeconomiche caratterizzanti l'attuale ciclo storico e inerenti i flussi immigratori allogeni. L'analisi relativa allo sviluppo di questi fenomeni dovrà risultare conforme 'anche' , se non soprattutto, in relazione all'evoluzione, allo sviluppo e all'irradiazione del movimento rivoluzionario.

La nostra concezione di comunità organica rifiuta radicalmente l'allineamento ideologico, la massificazione culturale e l'omologazione consumista di massa che sono alle origini anche dei flussi immigratori.

Noi affermiamo pertanto quelle che dovranno essere le linee guida e gli obiettivi prioritari della comunità popolare ,organica e nazionale, socialista e rivoluzionaria:

1- il popolo rappresenta la comunità di sangue: il concetto di razza e di ereditarietà, le nozioni derivate dalle tradizioni dei padri e dei nostri antenati. Una comunità che intende preservare e privilegiare i valori radicati nell'individuo che adotterà l'eredità culturale, genetica e storico-politica per recuperarne e attualizzarne i Valori fondanti l'identità nazionale;

2- il popolo come comunità di lotta e destino saldamente unito allo Stato e ai dirigenti qualificati dello Stato per il perseguimento degli obiettivi 'fondamentali': assicurare l'integrità della comunità di popolo, preservarla dal meticciato e dallo sfiguramento razziale, determinare le condizioni per l'autodeterminazione nazionale nei settori economici, commerciali, energetici, primari e secondari e per l'indipendenza politica da qualsivoglia potenza straniera e/o 'corpo estraneo' alla comunità nazionalpopolare;

3- il popolo come comunità di lavoro: operai e contadini, impiegati e salariati di ogni ceto e di ogni parte della nazione dovranno rispondere organicamente allo sforzo di produzione e di rinascita economica nazionale. Saranno le avanguardie rivoluzionarie che restituiranno alle diverse 'classi' sociali quella volontà organica naturale che, alla minaccia di dissoluzione delle società moderne, si dovrà opporre recuperando un modello gerarchico di ricomposizione fondato sull'elemento sacrale, sovraindividuale, ordinato da una legge sacra e inviolabile che diverrà la fonte di legittimità delle gerarchie del sangue espressioni dell'aristocrazia politica rivoluzionaria.

4- il popolo come comunità di sentimenti e idee (Gesinnungsgemeinschaft) ovvero come proiezione archetipica di ideali 'irradiantisi' dalla Metastoria e dalla Tradizione. L'idea del popolo e della nazione saranno quindi conformi ad una visione volkisch per la quale la Coscienza deve determinare l'essere e elevarlo in funzione di un'Idea Trascendente.

E' unicamente in funzione di questi obiettivi e verso l'edificazione di uno Stato Organico che dovranno fondersi le diverse cellule costituite dai singoli 'militanti' per costituire quei primi nuclei necessari alla 'ripartenza strategica' anti-sistemica.

La costituzione di un Movimento Rivoluzionario mirante all'antagonismo di popolo , di un Fronte anti-mondialista e anti-imperialista, anti-capitalista e anti-occidentale, anti-sionista e anti-giudaico, dovrà pertanto essere il principale obiettivo delle differenti unità cellulari che andranno a costituire il tessuto dell'organizzazione rivoluzionaria e del partito rivoluzionario di massa dal quale saranno successivamente identificati e reclutati i quadri-dirigenti della nuova Aristocrazia del Sangue e del Suolo, i dirigenti del movimento radicale di rinnovamento nazionale, popolare, socialista che mirerà con lucida perseveranza alla disintegrazione del sistema giudaico-mondialista e ai giudei in quanto razza.

Sarà lo stilema di combattimento dell'Autarca Nichilista, il ribelle di junghiana memoria, il soggetto politico interessato al ripopolamento militante di una scuola-quadri che esprima realisticamente un'insieme di valori di riferimento condivisivi e accettati dall'insieme dei militanti e dai nuclei locali d'azione. Il modello sarà quello espresso dall'organizzazione legionaria dei cuib realizzati dalla Guardia di Ferra di Corneliu Codreanu nella Romania pre-bellica: un tipo umano che alla devozione dell'asceta assommerà un radicalismo intransigente che recuperi i concetti propri dell'Islam relativi al piccolo e al grande Jihàd=sforzo supremo sulla strada del Divino che troverà un parallelismo nella tradizione indo-ariana laddove - nel libro della Bhagavad-gità - la divinità , Krishna, condannerà la viltà dell'esitante guerriero Arjuna che, nell'ordine di battaglia si porrà interrogativi di ordine sentimentalistico dimenticando il dovere del combattimento. L'azione eroica, lo spirito legionario, la virtù del combattente di razza deve rappresentare una metàtesi disciplinata ad un Ordine Divino , una trasposizione che prescinderà da qualunque necessità materiale, da qualsiasi considerazioni contingente, da sentimentalismi e passionalità. Occorre operare quella metamorfosi ontologica nei soldati-politici 'eletti' a 'cavalcare la tigre' . Rifiutare quindi l'inattuale e inutilizzabile parola d'ordine dello spontaneismo militante per ricostituire un Ordine inflessibile che sia insieme comunità e organizzazione politica, patria d'elezione e famiglia d'origine. E' imprescindibile ricordare che il livello di mobilitazione delle masse che si potrà determinare di fronte ad un avvenimento non è il frutto spontaneo né casuale di distinte volontà individuali né delle presunte relazioni spontanee pre-stabilite all'interno della società borghese da soggetti 'aggregati' o comunque uniti da vincoli di natura economicistico-materiale o comuni interessi. La fase preparatoria per la mobilitazione totale del popolo è il frutto delle condizioni politiche, degli sviluppi della lotta politica e dalle dinamiche di penetrazione delle parole d'ordine del Movimento Rivoluzionario all'interno dei processi aggregativi di massa.

Per vincere sarà necessario tempo e pazienza in quanto un Movimento Rivoluzionario anti-sistemico dovrà individuare, elaborare e attuare le strategie di lotta politica conformi all'attuale contingenza storica ossia rispetto alle condizioni dalle quali si vuole cominciare e che sono indipendenti dalla volontà politica dell'Organizzazione Rivoluzionaria.

Infine il movimento rivoluzionario dovrà costituire la base per la costituzione di cellule per il contropotere territoriale rivoluzionarie che rappresenteranno le basi di una struttura sociale solida che verrà mantenuta saldamente in piedi da una giurisdizione autonoma 'rigenerativa' l'odiato ordine democratico-borghese e da un potere di Stato illimitato e incontrastato al quale saranno ricondotti i principi formativi, educativi e programmatici dell'idea platonica tradizionale di "bellezza e giustizia" poiché sempre ciò che è Bello è Giusto.

Uno Stato secondo Giustizia che segua le leggi di natura, rispetti gli interessi dei suoi appartenenti mediante una selezione eugenetico-razziale che soddisfi la volontà di potenza e di dominio e preservi e rinforzi l'ereditarietà di sangue.

L'intero quadro d'insieme della Storia dell'umanità - intesa come conflitti tra popoli - viene determinato essenzialmente dalle realtà della Razza, della Fede e dello Spazio Vitale. Questi sono i tre cardini fondamentali sui quali poggia l'impalcatura metastorica dello scontro tra le forze della Tradizione e quelle della Sovversione: occorre riconoscere i 'vettori' e la 'valenza' metastorica e metafisica che si irradia dalle Idee che permangono invariabili indifferentemente dai contesti storico-contingenti. La storia non è l'evoluzione di una qualunque sostanza unitaria, né l'astratta speculazione marxista che intende negare Verità metafisiche al fine di ricondurre l'umanità nell'alveolo del materialismo storico. Una Rivelazione Divina è per sua natura indimostrabile o , per essere più chiari è essa stessa una dimostrazione: non ha senso la speculazione materialista in quanto il problema della Fede è essenzialmente configurato come problema esistenziale per ogni essere umano indistintamente dalla Religione o Tradizione spirituale al quale questo aderisca.

Affermiamo quindi l'adesione ad una visione del mondo impermeabile alla speculazione materialistico marxista che si ricollegherà ad una Religione Universale che proclamerà la redenzione dei popoli attraverso l'ideale di potenza e il primato della razza. Non vi è contraddizione alcuna in quanto la storia delle razze deve essa stessa essere risolta all'interno della stessa storia dello spirito. Creeremo una 'mistica razziale' che potrà realizzare l'incontro tra uomini differenziati appartenenti a diverse razze che riconosceranno nel principio secondo il quale ogni razza è a sé stessa un valore supremo il 'valore' dell'aristocrazia nel rispetto della propria forma e della propria appartenenza etnico-razziale. Uno Stato conforme ai Valori Tradizionali dovrà uniformare una comunità nella forma del sodalizio-milizia gerarchicamente organizzato: l'idea della giustizia, della bellezza, della nobiltà di stirpe saranno i cardini del nuovo ordine nazionalpopolare.

Noi affermiamo quindi l'ideale politico della Giustizia dello Stato e la supremazia della Comunità Organica rispetto all'individualismo classista delle società moderne. Affermiamo il primato della politica sull'economia in quanto disprezziamo il contratto civile che rappresenta la base teoretica delle società borghesi e l'economia di mercato che ad esso è irreversibilmente collegata. Non esiste l'individuo nella società organica. L'individualismo dev'essere espulso al di fuori della comunità popolare poiché dannoso al benessere, all'equilibrio, alla solidarietà comunistica della comunità di popolo Il soggetto deve scomparire in quanto individuo: egli esiste soltanto in quanto è parte di un insieme organico, di una comunità di sangue, di un tutto che prescinde da considerazioni sentimentalistico-individualistiche. La totalità organica esige disciplina, ordine, devozione, volontà e determinazione da tutti i suoi membri i quali devono essere coscienti di lavorare alla realizzazione di una nuova grandiosa costruzione comunitaria: lo Stato Organico.

Così come lo Stato è un macro-cosmo allo stesso modo l'individuo è un micro-cosmo o comunque un cosmo di dimensioni più ridotte: entrambi devono essere governati secondo leggi di natura e per entrambi si necessitano una serie di interventi, di misure di 'correzione', di incentivi e se necessario anche di 'operazioni' chirurgiche che recidano , di netto, alla radice appunto, il male che- una volta individuato - verrà espulso , possibilmente per sempre, quale corpo estraneo e nocivo.

Dobbiamo quindi operare nel 'corpo' esausto dello Stato quella cura rigenerante che sola potrà espellere dalla società quei 'virus' d'infezione che sono essenzialmente i nostri mortali nemici: l'individualismo, il mercantilismo, il pacifismo, l'egualitarismo, la visione economicistica e materialistica della mentalità borghese e bottegaia, l'interesse usurocratico della razza-predona del Giudaismo cosmopolita, il democraticismo e il buonismo dell'intellettualismo sistemico, l'internazionalismo mondialista, massonico e progressista che livella e omologa il pensiero di massa contemporaneo.

E' necessaria quindi un'operazione di 'alta chirurgia' sul corpo in decomposizione dello stato democratico e borghese odierno. In Italia e più vastamente in tutto l'Occidente mondialista occorreranno numerose e salutari operazioni di 'rigenerazione' …occorrerà , 'magicamente' , resuscitare l'istinto primigenio della razza ario-romana e, quindi, apporre un sigillo di nuova nobiltà alla 'rinascita nazionale' della comunità di popolo.

Sarà un processo di autentico 'risorgimento ontologico' di una nazione e dei suoi soggetti che dovrà compiersi sotto le insegne rivoluzionarie di un movimento di lotta e di vittoria che sappia quello che realmente vuole ottenere e individui rapidamente e progressivamente raggiunga i suoi obiettivi.

Inscindibilmente sarà , dovrà essere, un Ordine inflessibile dove vige radicalmente il concetto di rapporto gerarchico e quello di subordinazione. E infine sarà una Milizia tradizionale e spirituale di 'anime' in marcia che unirà, fascinerà e 'proietterà' le migliori energie rivoluzionarie contro i nemici dell'umanità e della nazione: l'Internazionale Giudaica e i suoi strumenti di dominio.

Platone insegna che "…l'elemento fondamentale nell'essere umano è costituito dall'anima. - scrive Franco G. Freda (2) - d'altronde , quel che acquista maggior importanza nell'attività umana è la politica, intesa come complesso di operazioni destinate a garantire l'organico funzionamento della comunità dei socii. Anima umana e comunità statale rivelano la medesima struttura: nell'una e nell'altra la medesima causa suscita il medesimo effetto. Perciò l'ingiustizia non è solamente una forma particolare di disordine, ma il disordine stesso in ciò che di più nocivo esso comporta, incidendo sia nella comunità politica sia nell'anima umana ….."

La prassi politica che dovrà essere adottata dal nascente movimento rivoluzionario sarà incentrata sulla disciplinata adesione ad visione fanatica e spietata che mirerà al raggiungimento del potere mediante una legittima corrispondenza tra dottrina ideologica e spirito legionario.

La nostra concezione del mondo sarà inflessibile per quanto riguarda l'unità del movimento ma pragmatica per ciò che concerne il rapporto con le istituzioni ovvero 'accetteremo' le 'regole' del 'gioco' parlamentaristico-democratico solo ed esclusivamente in funzione della sua disintegrazione radicale sotto i colpi che verranno inferti dalla volontà popolare.

"Qualsiasi weltanschauung, per quanto mille volte giusta e della più elevata utilità per l'umanità, rimarrà del tutto priva di importanza per l'articolazione pratica della vita di un popolo finchè i suoi fondamenti non entreranno a far parte del paniere di un movimento di lotta." (3)

Presupposto essenziale perché possa costituirsi e espandersi un movimento rivoluzionario radicale di opposizione al sistema dominante, alla dittatura sinagogico-usurocratica, è la razza.

La Storia di ogni popolo è l'espressione e la manifestazione di tendenze uranico-primordiali di sopravvivenza ed espansione nel senso di una volontà di potenza che - la scienza della geopolitica - ha fissato in un insieme organico che identifica lo Stato come un'entità naturale o - per dirla con lo studioso svedese Rudolf Kjellen , che coniò il termine 'geopolitik', "lo Stato come forma di vita" (crf "Der Staat als Lebensform").

Riprendendo le tesi esposte dal Kjellen per la prima volta in un articolo apparso sulla rivista geografica svedese "Ymer" riconosciamo l'importanza fondamentale dei confini di uno Stato peraltro precedentemente analizzata da Friedrich Ratzel. Kjellen aveva delineato tre categorie di confini: quelli naturali , quelli culturali e infine quelli costruiti. I più importanti erano secondo lo studioso svedese quelli che separavano i popoli diversi tra loro.

Il sistema per lo studio dello Stato successivamente elaborato ed esposto da Kjellen nel volume "Grundriss zu einem System der Politik" del 1920 comprendeva cinque categorie che rappresentavano altrettante branche d'analisi e intervento: geopolitik (la geopolitica), etnopolitik o demopolitik (demopolitica), ekonomipolitik (ecopolitica), sociopolitik (sociopolitica) e regementspolitik o kratopolitik (cratopolitica). A loro volta questi cinque grandi insiemi venivano suddivisi in quattordici sottocategorie. Analizzando le cinque categorie principali rileviamo che quelle economiche, sociali e cratopolitiche appartenevano essenzialmente al dominio culturale dello Stato inerenti la gestione pratica degli affari economici e commerciali dello Stato (ekonomipolitik) , la sua società (sociopolitik) e le sue istituzioni (regementspolitik o cratopolitik).

La geopolitik era sicuramente la base del sistema elaborato da Kjellen suddivisa in tre sottocategorie: la 'topopolitica' relativa alla posizione dello Stato, la 'morfopolitica' inerente la forma del territorio e la 'fisiopolitica' che studiava l'area e le caratteristiche fisiche dello Stato. Per quanto inerente alla prima Kjellen analizzerà soprattutto i concetti di centro e periferia considerandoli rispetto alle principali vie di comunicazione internazionali. Sarà da questa analisi che formulerà il concetto di 'stato-tampone' o stato-cuscinetto - ovvero il ruolo che avrebbero dovuto avere gli Stati minori nel bilanciamento dei rapporti di forza tra le nazioni più grandi - al quale andrà ad assommarsi lo studio dei cambiamenti storici delle direzioni geografiche di espansione degli Stati mediante lo strumento della loro politica estera. Nella branca 'morfopolitica' rientrava lo studio della conformazione territoriale di uno Stato che, per Kjellen, assumeva un importanza vitale sia per ciò quanto inerente la difesa che le possibilità offensive di una nazione. Secondo la sua analisi l'ideale morfopolitico di uno Stato doveva essere quello concentrico (ad es. citava il territorio della Francia e quello della Romania) mentre risultavano penalizzate nazioni che si estendevano su una 'striscia' verticale di territori come la Norvegia, il Cile e la stessa Italia. Infine sotto il termine 'fisiopolitica' egli esaminò l'estensione geografica dello stato e la natura fisica del suo territorio.

Obiettivo della scuola geopolitica era quello di creare un sistema scientifico per categorizzare le dinamiche di sviluppo ed espansione degli Stati. Un simile complesso sistema di studi avrebbe dovuto influenzare per l'intero ventesimo secolo i nessi di convergenza e/o di conflittualità dell'intera politica internazionale. La geopolitica infatti rappresenterà l'incubatrice scientifica dei movimenti nazionalistici ed espansionisti europei compresi tra l'inizio e la prima metà del secolo.

"La geopolitica - scriverà Karl Haushofer (4) - è la scienza del condizionamento dei processi politici da parte del territorio. E' basata sulle vaste fondamenta della geografia, specialmente della geografia politica, in quanto scienza degli organismi politico-spaziali e della loro struttura. L'essenza delle regioni, intese dal punto di vista geografico, fornisce la struttura geopolitica entro la quale deve essere ricondotto il corso dei processi politici, se si desidera che questi abbiano successo nel lungo termine. Sebbene i leader politici possano, occasionalmente, andare oltre queste formulazioni, la dipendenza dal territorio eserciterà sempre, alla fine, un'influenza determinante. Così concepita, la geopolitica mira a essere corredo per l'azione politica e indicatore della stessa vita politica…La geopolitica vuole e deve diventare la coscienza geopolitica dello Stato."

Conseguentemente a questa determinazione del concetto di geopolitica si deve quindi ravvisare nella volontà di potenza di un popolo una predestinazione che scaturisce anche - se non soprattutto - da altri fattori: la razza, l'idea, la fede, l'organizzazione interna di un determinato Stato.

Noi affermiamo quindi che la lotta fra razze - con particolare riferimento all'obiettivo strategico-militare dell'annientamento della razza ebraica - corrisponde necessariamente ad una lotta tra individui i quali , raggruppati in entità razziali o nazionali o uniti da una comune fede religiosa, rappresenteranno i soggetti della 'politica internazionale' e i 'vettori' della dicotomia amico/nemico delineata magistralmente da Carl Schmitt ovvero il principale giurista della Germania Nazionalsocialista.

La concezione totalitaria di Schmitt si evidenzierà chiaramente dalla sua collaborazione al progetto della fondamentale "Seconda legge per la Gleichschaltung dei Laender col Reich" meglio conosciuta col suo nome abbreviato di "Reichsstatthaltergesetz" del 7 aprile 1933; ovvero l'istituzione dei Vicari del Reich, che rappresenterà il fondamento giuridico essenziale per il riordinamento unitario della nazione e dello stato nazionalsocialista.

Schmitt riconoscerà in modo esplicito che qualsivoglia concetto rigoroso della sovranità di uno Stato era imperniato sul riconoscimento che "tutti i concetti pregnanti della moderna teoria dello Stato sono concetti teologici secolarizzati (…) in quanto sono stati trasportati dalla teologia alla dottrina dello Stato, facendo per es. dell'onnipotente Iddio il legislatore onnipotente".

Identificando quindi una filiazione teologica di tutte le dottrine e teorie degli Stati Carl Schmitt assimilerà il concetto di stato d'eccezione - con proprie leggi d'emergenza - al miracolo inerente ai concetti delle dottrine teologiche: "Solo con la consapevolezza di tale posizione di analogia - egli scriverà - si può acquistare una conoscenza dello svolgimento che le idee filosofiche sullo Stato hanno avuto negli ultimi secoli. La idea del moderno "Stato di diritto" si afferma infatti col Deismo - cioè con una teologia e una metafisica che scacciano dal mondo il miracolo e rifiutano l'interruzione della legge di natura implicita nel concetto stesso di miracolo (…) e che respingono tale eccezione alla stessa maniera dell'intervento immediato del Sovrano nell'ordinamento giuridico in vigore. Il razionalismo dell'illuminismo respingevano il caso d'eccezione in tutte le sue forme." (5)

Al centro del pensiero giuridico di Schmitt sarà la politicità ovvero "l'elemento politico" al quale saranno ricondotte tutte le attività politiche. Egli distinguerà categoricamente la Politica da tutte le altre 'forme dello spirito' ("settori della realtà") con l'obiettivo essenziale di distinguere ciò che attiene alla politica rispetto soprattutto a quanto di pertinenza dell'economia e contro qualsivoglia tipo di riduzione della prima rispetto alla secondo.

Al pari di molti altri intellettuali, studiosi e analisti della corrente filosofico-politica che in Germania - nel periodo compreso tra la fine del primo conflitto mondiale e l'avvento del Nazionalsocialismo - verrà ricordata sotto l'etichetta di Rivoluzione Conservatrice; anche Schmitt evidenzia la peculiare distinzione politica alla quale ricondurre inevitabilmente tutte le azioni e le manifestazioni di pensiero: è la distinzione di amicus e hostis che rappresenterà il più efficace schema archetipico del pensiero schmittiano.

Tutto è politica così' , allo stesso modo, tutte le azioni politiche riconducono ad una contrapposizione inevitabile. Il nemico politico per Schmitt non deve affatto essere moralmente cattivo, né esteticamente difforme dall'ideale desiderato di 'stereotipo platonico' , né deve essere riconosciuto necessariamente come un concorrente insidioso per l'economia e il commercio …egli è il Nemico per eccellenza in quanto estraneo, alieno, straniero. Con un simile nemico sarà possibile qualunque tipo di conflitto , qualunque soluzione anche, soprattutto, la più radicale.

"Nelle decisioni politiche - scriverà (6) - anche la pura possibilità di capire e intendere rettamente, e quindi anche la autorizzazione ad intervenire e a giudicare è fondata solo sullo esistenziale aver parte, e prender parte, sulla schietta participatio. Quindi solo i partecipi possono decidere fra loro quale sia il caso estremo; e in ispecie solo i partecipi stessi , in qualunque modo, possono decidere se nel caso di conflitto concretamente dato la presenza dell'altro, dello straniero, significhi la negazione del proprio modo d'esistenza e quindi debba venir combattuta o ci si debba porre in difesa contro di essa, per salvare maniera di vivere, conforme al proprio essere."

(continua)



www.italiasociale.org


Documento senza titolo (http://dhb.altervista.org/antagonismo.htm)

Boris
20-06-10, 10:54
La nostra concezione dottrinale quindi riconosce l'esistenza di un nemico verso il quale non è tollerabile alcuna forma di debolezza, né di sentimentalismo o - tantomeno - di compromissori atteggiamenti controproducenti durante la fase della lotta politica per il raggiungimento del potere da parte del movimento rivoluzionario…'dopo' la 'questione' verrà comunque 'regolata' mediante una normativa 'appropriata' a seconda dei 'casi'…partendo comunque da un "rapporto di forza" capovolto a favore del Movimento Rivoluzionario.

Il valore di uno Stato dunque risiede nella capacità di potenziamento dei migliori individui selezionati tra l'aristocrazia razziale che rappresenterà il vertice dirigente dell'Ordine Politico del Risorgimento Nazionale.

La costituzione di una simile Aristocrazia Politica dovrà pertanto mirare alla fascinazione di individui scevri dal condizionamento di massa sistemico, inquadrati sotto un unico fascio di combattimento e sottoposti alla guida di un Capo esemplare che sappia energicamente affascinare, infondendo fiducia e volontà di potenza ai suoi sottoposti.

L'ordine sarà rigorosamente gerarchico: il Capo Supremo del Movimento Rivoluzionario sarà inequivocabilmente il condottiero ideologico, politico e lo stratega militare dell'Organizzazione Politica in lotta per l'affermazione di un'Idea.

Il Movimento Rivoluzionario mirerà alla conquista delle masse mediante la propaganda politica, l'indottrinamento ideologico e la violenza politica contro avversari politici e organi istituzionali preposti alla repressione: sarà essenzialmente un Blocco d'Opposizione Nazionalrivoluzionaria quello che dovrà 'fascinare' e conchiudere le energie militanti nazionali e popolari, socialiste e rivoluzionarie nel quadro del progetto "Eurasia-Islam".

La massa è volubile e quindi suscettibile di essere coinvolta e irretita da impulsi emozionali anche di natura psicologica. Il Capo dunque sarà Colui che dovrà - utilizzando la propaganda ed i suoi mezzi - "fanatizzare" la massa per conquistarla alla propria causa. "La psiche della massa - scriveva Adolf Hitler (7) - è insensibile a tutto quanto è debole e non assoluto. Come la femmina, i cui sentimenti sono determinati non tanto da motivazioni astrattamente razionali quanto da una certa indefinibile e sentimentale nostalgia di una forza integratrice e che perciò preferisce piegarsi di fronte al forte che dominare il debole, così anche la massa ama più chi la domina."

A questo proposito dobbiamo affermare l'essenziale ruolo che dovranno svolgere le avanguardie rivoluzionarie nel futuro dell'Organizzazione Politica. E' per questo motivo che cerchiamo soldati-politici disciplinati e preparati a compiti dirigenziali da inserire all'interno dei quadri medi e superiori dell'aristocrazia politica rivoluzionaria.

Occorrono soldati-politici che incideranno risolutamente durante il processo rivoluzionario attraverso la propria identità che deve riflettere disciplina e ordine, rispetto e determinazione, onore e coraggio ossia tutti quei requisiti necessari per farne dei dominatori di sé stessi oggi e dei dirigenti politici domani.

Le avanguardie rivoluzionarie dovranno altresì' preparare il popolo organizzando il futuro partito rivoluzionario di massa mediante l'irradiazione del messaggio politico con qualunque metodo e attraverso ogni strumento conforme agli obiettivi.

Necessaria a questo enorme sforzo di rieducazione nazionale sarà la volontà di potenza del Movimento Rivoluzionario che - prioritariamente - deve riconoscere il proprio Capo Supremo e prepararsi per lo scontro decisivo contro il Sistema.

I militanti del Movimento Rivoluzionario dovranno muoversi come lupi nella foresta, pronti a balzare contro il nemico di domani, cacciatori nell'ombra, uniti da vincoli indissolubili di lealtà e fedeltà, essi partecipano di una Missione Sacra e perciò dovranno stare attenti a non deviare dalla retta via che condurrà inevitabilmente al martirio o alla vittoria finale.

I militanti del Movimento Rivoluzionario saranno un unico, compatto e granitico Blocco d'Ordine e di Difesa per la propria comunità di popolo e insieme un formidabile, fanatico e assetato Fronte d'Azione e d'Offesa contro i nemici politici e gli strumenti repressivi del Sistema.

La determinazione nella lotta sarà lo stilema di battaglia che dovrà distinguere i rivoluzionari i quali nel sacrificio e nella disciplina, cementeranno nella lotta quotidiana il proprio spirito legionario un autentico cameratismo che risponderà alla violenza 'legalistico-borghese' del Sistema con la prassi della violenza politica, lucida, fanatica della Rivoluzione in marcia.

"Soltanto da una tensione totale potrà scalfire infine - per dirla con Ernst Junger - la "mobilitazione totale che, in quanto esigenza di destinazione suprema e paradigma normativo di formazione, sappia opporsi alla moderna divaricazione tra lo 'Spirituale' ed il 'politico', consentendo il realizzarsi della integrazione-comprensione politica dello Spirituale e quella spirituale del politico."

Una tale visione fanaticamente lucida della lotta politica è ispirata da elementi costruttivi in quanto la comunità organica mira all'edificazione di uno Stato Organico entro il quale non avranno diritto di cittadinanza né sentimentalismi emotivi né considerazioni di natura moralistica. Riconoscendo nel modello platonico della Politèia il referente metastorico dell'inveramento di uno Stato Organico la milizia rivoluzionaria dovrà volgere il proprio sguardo verso il benessere della comunità popolare. Al bene della comunità di popolo dovranno essere sacrificate qualsiasi genere di considerazioni etico-moralistiche in quanto , come scriverà il filosofo ellenico "Esiste dunque nei cieli un modello per chiunque intenda vederlo e, vedutolo, fondarlo in sé stesso. Che siffatto esemplare esista o abbia mai a esistere in alcun luogo non importa: giacchè questo è l'unico Stato di cui egli sia partecipe.". Nella ricerca di conciliare il bello con il giusto lo Stato conforme ai principi della Tradizione dovrà introdurre una relazione di dipendenza fra l'idea della giustizia e l'idea del Bene. Scrive in proposito il Librizzi: "Dottrina questa che ci autorizza, più che qualsiasi altra, ad ammettere che tutto nella filosofia platonica è in visto in funzione del Bene e che la missione dell'uomo, in questa e nell'altra realtà più perfetta, non mira che ad un fine morale" (8). Secondo invece una interpretazione più attinente alla visione platonica Gentile scriverà che "il Bene non si restringe ai valori morali, bensì si estende a tutte le forme dell'essere; comprende certo l'onestà della coscienza etica, ma designa più generalmente ogni forma di perfezione. Per l'idea del Bene non solo è buono l'uomo che si conduca secondo la legge morale, ma è buona anche la bestia che sia integra nei suoi organi e risulti quindi capace di assolvere l'ufficio assegnatole, ed p buona anche una cosa inanimata in quanto risulti proporzionata al suo scopo." (9)

Il comportamento dei "philòsophos" ellenici ripugnerà quindi l'intellettualismo borghese moderno pur essendo conforme alla politèia platonica: come ripetuto nelle 'Leggi' sarà inevitabile anche il ricorso alla violenza per imporre l'ordine statale nel quale ci si riconosca. La violenza a difesa dell'ordine dello Stato dovrà essere un presupposto fondamentale della nostra concezione del mondo in quanto essa sarà applicabile in qualunque occasione e per qualsiasi necessità di ordine contingente al servizio del benessere della comunità popolare. L'applicazione o meno della prassi rivoluzionaria della violenza politica prescinde da considerazioni di ordine moralistico tipiche della mentalità borghese moderna: essa è la leva medesima dell'Autorità che, unitamente al consenso popolare di massa, intende modellare lo Stato secondo la propria visione del mondo attuando senza opposizione la propria politica rivoluzionaria. Sarà necessario espellere la concezione individualistica borghese dello Stato come sovrastruttura meccanicistica e ricondurre la funzione dello Stato ad una visione metafisica e sacrale.

"Lo Stato moderno - scrive Julius Evola (10) - , cioè lo Stato Civile, lo Stato perfetto, definitivo ed eterno , degno in tutto e per tutto dell'uomo, avrebbe potuto giustificarsi soltanto quale strumento di un diritto dell'individuo concepito come diritto universale ed assoluto, senza confini e senza tempo. Perciò il cosmopolitismo, il pacifismo, il solidarismo universale furono i presupposti del preteso ordinamento individualistico che venne rappresentato come la condizione tipica della civiltà."

Come affermerò lo stesso Evola "la scienza dello Stato, come noi l'intendiamo è dunque "la scienza del bene comune di una determinata società politica" ovvero - in maniera distinta dalla concezione atomica e aritmetica degli interessi individualistici delle società borghesi - una scienza dello Stato che si pone come 'unità di vita'. Sarà una scienza "sintetico-induttiva" - affermerà Evola - che individuerà nel rapporto gerarchico il fondamento dell'unità politica che rappresenterà la totalità organica della comunità nazionale. In questa unità politica - nello Stato Organico - ogni soggetto e ogni attività aveva il posto che gli competeva e manteneva in questa gerarchia dei valori le proprie qualità specifiche e la proprio funzione indipendente all'interno dell'ordine totale.

Una concezione diretta all'instaurazione di uno Stato Organico dovrà essere insieme nazionale e popolare intendendo la comunità popolare quale fondamento dell'unità razziale 'inquadrata' in un ordine gerarchico di valori, doveri e funzioni. Lo Stato allora rappresenterà l'insieme delle esigenze e delle volontà popolari, rappresentandole collegialmente attraverso un insieme di organi corporativi che uniranno il vertice alla base della gerarchia sociale e politica rappresentata da elementi qualificati che si assumeranno la direzione 'ideologico/politica' delle forze produttive (finanza, commercio, industria, agricoltura, terziario) rigorosamente fascinate e subordinate alle esigenze di un 'corpo organico' nazionale e socialista.

Occorrerà disintegrare anche qualunque tendenza anarchico/anti-tradizionale che , qua e là, sembra affiorare anche all'interno di parole d'ordine proprie della nostra area ìdeologica di riferimento: stato 'del lavoro' , corporativismo e socializzazione dovranno essere indiscutibilmente espulse dal dizionario politico-rivoluzionario dell'Organizzazione Politica e dal partito di massa rivoluzionario. Rifiutando la visione marxista e liberal-capitalista della concezione di Stato dobbiamo rifiutarne anche le 'sirene ideologiche' che costituiranno la parodia speculativa della propaganda avversaria. "Bisogna persuadersi - conclude Evola - che, per quanto grande sia la forza di certe forme di ebbrezza collettiva e per quanto reale, sul loro piano, possa essere il loro valore pratico, pure l'uomo non cesserà mai di chiedere, a un dato momento, circa i valori supremi della vita e, insomma, circa la giustificazione della pratica." (11)

Fisseremo quindi le nostre parole d'ordine che dovranno essere conchiuse nel trinomio razza-suolo-volontà alle quali si dovranno saldare i concetti di gerarchia, ordine, disciplina e rigore che non assumeranno i tratti 'positivisti' del collettivismo marxista - scadendo così nel Leviathan hobbesiano - né le sue parole d'ordine dietro alle quali mascherare la meccanizzazione e 'socializzazione' dell'individuo. Non casualmente in Italia da premesse idealistico-universalistiche si passerà dal corporativismo ante-bellico all'esperimento 'mancato' della socializzazione durante l'esperienza della Repubblica Sociale per 'concludere' , nell'immediato dopoguerra, all'esaltazione di un certo collettivismo di Stato antigerarchico, antitradizionale, antiorganico ma sostanzialmente 'socializzato' e 'tecnocratico'… occorrerà quindi riflettere circa i retaggi storici lasciatici dall'esperienza rivoluzionaria del movimento fascista.

Lo Stato Organico non conosce e non ammette la dicotomia tra 'borghesi' e 'proletari' ma indica chiaramente l'obiettivo di una costituzione di un ordine totale entro il quale e solo in funzione del quale vale vivere e morire, produrre e lavorare, subordinando qualunque individualità alla totalità comunitaria. "Così, a tale riguardo, vanno sradicate molto male erbe che hanno attecchito qua e là, talvolta perfino nel nostro campo. Che cosa è, infatti, questo parlare di "Stato del lavoro", di "socialismo nazionale" , "umanismo del lavoro" e simili? Che sono queste istanza più o meno dichiarate per un'involuzione della politica nell'economia, quasi in una ripresa di quelle tendenze problematiche verso un "corporativismo integrale" e, in fondo, acefalo che, nel fascismo, già trovarono , fortunatamente, la via sbarrata? Che cosa è questo considerare la formula della "socializzazione" come una specie di farmaco universale e questo elevare l'"idea sociale" a simbolo di una civiltà nuova che, chi sa come, dovrebbe esser di là sia da "Oriente" che da "Occidente"? Questi - bisogna riconoscerlo - sono i lati d'ombra presenti in non pochi spiriti…."(12)

Anche in questo caso dobbiamo riferirci ad una concezione aristocratica che , lo stesso Evola, individuava nella fedeltà alla propria natura e che equivale sia ad una dichiarazione d'identità sia all'affermazione di una volontà politica. Secondo Evola infatti "Chi pensa di risolvere i problemi sociali su di un piano puramente tecnico, rassomiglierebbe ad un medico che s'intendesse unicamente a combattere i sintomi epidermici di un male, invece di indagare e colpirne la radice profonda." (13)

Sono considerazioni squisitamente etiche quelle che devono essere elaborate in relazione alla posizione da assumere rispetto alla cosiddetta 'questione sociale'. Non ci sarà bisogno di scomodare Nietzsche per affermare che questa è essenzialmente uno dei molti parti ibridi e delle molte menzogne partorite dalla dittatura degli interessi borghesi e come tale rifiutata laddove il nostro stilema dovrà fondarsi sull'assioma evoliano dell'esser sé stessi e restare fedeli alla propria natura. Evola riconoscerà un'esigenza di identificazione preparatoria ad una fase di milizia rivoluzionaria che dovrà lucidamente riconoscere ciò che si è "…anziché cercar di realizzarsi diversi a quel che si è. (…) Esser se stessi è sempre, in una certa misura, un compito, un "tener fermo". Implica una forza, una drittura, uno sviluppo. - i quali conclude - "si legano ad una carattere, manifestano tratti di armonia, di coerenza con se stessi, di organicità. (…) E' così che l'antica saggezza formulò massime come queste: "Se gli uomini si fanno una norma d'azione non conforme alla loro natura, essa non deve essere considerata come norma d'azione." E ancora "Meglio il proprio dovere anche se imperfettamente compiuto, che il dovere di un altro bene eseguito. La morte nel compiere il proprio dovere è preferibile ; il dovere di un altro ha grandi pericoli." (…) "L'uomo raggiunge la perfezione - è detto in un antico testo ario - adorando colui, dal quale tutti i viventi procedono e tutto questo universo è compenetrato, mediante il compimento del proprio modo d'essere." (14)

Deve essere chiaro fin dall'inizio quali siano i compiti e le responsabilità durante il periodo della lotta rivoluzionaria, quali i campi d'intervento e d'azione per i militanti, i quadri intermedi e i dirigenti del Movimento Rivoluzionario.

Costruire una classe dirigente sarà dunque il primo compito dell'Organizzazione Politica successivamente sarà necessario la formazione dei militanti e degli aderenti al Movimento di Lotta e in terz'ordine verranno considerazioni i modelli di riferimento e le tecniche più idonee in relazione alla militanza propagandistico-rivoluzionaria.

I quadri dirigenti dovranno aderire al modello di base, allo stilema di combattimento, dell'Autarca Nichilista dovranno cioè essere disciplinati e 'ordinati' nel quadro di quella dottrina dell'esser fedeli a sé stessi, aderendo ad un ordine interiore di perfezione e dignità, onore e intolleranza verso le proprie e le altrui debolezze.

Non potranno esistere compromessi e mezze misure neanche in presenza di forme di repressione/aggressione sistemiche: ognuno dovrà sapere esattamente cosa fare, come fare e quando fare al momento opportuno attuando tattiche militari sia in caso di 'avanzata' rivoluzionaria sia nel momento di una eventuale ritirata strategica.

Quale sarà , dunque, la consegna che i dirigenti dell'Antagonismo di Popolo dovranno imporre ai militanti in questa fase della realizzazione di un processo rivoluzionario? E' Franco Giorgio Freda che ci ha indicato lucidamente questa direttrice di marca: "…dobbiamo affermare che la condizione - non sufficiente ma, comunque, necessaria - per porre gli elementi di fondazione del vero Stato, è la Eversione di tutto ciò che oggi esiste come sistema politico. Occorre perciò propiziare e accelerare i tempi di questa distruzione, esasperare l'opera di rottura del presente equilibrio e dell'attuale fase di assestamento politico. (…) Inevitabilmente quindi dobbiamo trasferire le nostre considerazioni dal piano del riconoscimento dei principi al piano operativo: dal piano di ciò che è valido al piano di ciò che risulta efficace, al fine di adeguare la squallida realtà (…) del periodo storico che noi stiamo vivendo alla "realtà" autentica." (15)

Occorrerà eliminare quei sedimenti individualistico-borghesi che potrebbero ancora inficiare l'azione risoluta impedendo quella saldezza nell'essenziale che richiedeva - trentacinque anni or sono - Freda per costituire un movimento di lotta rivoluzionaria.

Le premesse teoretiche circa la natura del vero Stato che con riferimento alla "Disintegrazione del Sistema" vennero formulate allora non sono sindacabili: contro lo 'stato del lavoro' tecnocratico-corporativista, contro le parole d'ordine socializzatrici del più inutile neofascismo nostalgico ispirato ai miti dell'ultima fase storica della RSI opponiamo lo Stato Nazional-Comunista, popolare, organico, rivoluzionario dell'espropriazione della proprietà privata, dei Comitati di Gestione e dei Commissariati d'Azienda che - chiunque - potrà 'metabolizzare' da una ri-lettura del testo in questione. Il modello del comunismo autarchico di guerra dell'esercito rosso dei Khmer cambogiani, del primo maoismo nazionalista cinese e - infine - la leggendaria apparizione del Terzo Reich NazionalSocialista il quale concepirà "il Volk, comunità nazionalrazziale misticamente concepita, - come - (…) il 'crogiolo' sociale nel quale si realizzerà storicamente la radicale 'soppressione' degli artificiosi antagonismo economico-utilitaristici suscitati dall'individualismo borghese e dal classismo marxista. (…) - scrive Maurizio Lattanzio (16) - Il Nazionalsocialismo è l'espressione - conforme alle concrete condizioni storiche - della forma tradizionale nordico-germanica permeata da valori aristocratici, gerarchici e qualitativi, i quali 'estrarranno' dalla totalità popolare socialista l'aristocrazia politica rivoluzionaria che negherà radicalmente - dalla destra alla sinistra - l'astratto ideologismo borghese/proletario e le sue conseguenti formulazioni statuali e societarie."

Noi dobbiamo riaffermare l'unità di popolo e la volontà di potenza del movimento rivoluzionario indicando nello Stato Organico il superamento dell'equilibrio di interessi individualistici borghesi e la ricomposizione delle strutture socio-economiche in un Ordine totalitario metafisico e metapolitico di irradiazione di Valori.

Lo Stato Organico dovrà inoltre affrontare prioritariamente la questione ebraica nel quadro della più vasta questione della razza. E' questo un punto sul quale non intendiamo dilungarci ulteriormente rimandando a quanto pubblicato dal sottoscritto e da Maurizio Lattanzio sul mensile "Islam Italia" fino a questo momento. Nei limiti daremo comunque queste indicazioni di massima:

- preliminarmente sarà necessaria una ricognizione demografica e analitica relativa alla prassi di occupazione/accampamento giudaica in Italia e successivamente - individuate le strutture di potere ed i gangli dello Stato 'infiltrati' maggiormente da elementi ebrei , da giudaizzanti e da sostenitori dell'ebraismo occorrerà affrontare direttamente e primariamente questo cancro che paralizza e castra la politica nazionale.

Il Giudaismo in quanto nemico del popolo italiano , delle sue tradizioni , dei suoi valori dovrà essere identificato come corpo estraneo, quindi espulso al di fuori della nazione. I giudei saranno comunque trattati mediante una specifica e particolare legislazione che miri a infrenare e limitare la loro sfera di attività, i loro raggi d'azione e le loro tentacolari e ricattatorie pretese.

Infine risulterà 'necessaria' quand'anche non essenziale una lucida analisi dei nessi di convergenza tattico-strategica con le Nazioni dell'Islam Tradizionale e Rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica dell'Iran.

L'Islam politico, tradizionale e rivoluzionario, dell'Imam Khomeini rappresenta nell'attuale segmento temporale l'antagonista globale all'One World mondialista: sarà la Jihàd dei Martiri della gloriosa Rivoluzione Islamica iraniana, dei combattenti islamici dei volontari dei Basijj-Pasdaran durante la Guerra Imposta e la guerra santa degli oppressi musulmani in ogni angolo del mondo che opponendo lo stilema di morte e di riscatto dei Kamikaze dell'Islam - gli Shaheed di Allah - disintegreranno totalmente e mortalmente i residui antropologici sistemico-mondialisti.

"La Crociata europea del secolo ventunesimo non avrà dunque luogo, - scrive Antonio Medrano (18) - contro l'Islam, ma a fianco dell'Islam. La resurrezione della comunità europea - un'autentica comunità europea , esuberante di vita e radicata nella sua nobile tradizione - ha come requisito indispensabile , d'ordine non solo geopolitico, ma anche spirituale, la rivitalizzazione dell'Islam; e la rivitalizzazione dell'Islam, la sua rinascita possente e purificata, non sarà alla lunga possibile senza trovare l'appoggio che essa dovrà trovare nella fermezza e nel vigore di un'Europa risorta dalle sue ceneri (… e libera dai giudei, dai giudaizzanti e dai servi della Sinagoga ndr)."

Successivamente sarà necessario delimitare 'anche' altri gruppi sociali, etnici e religiosi che non potranno essere inquadrati nella Comunità Organica la quale sarà totalitaria o non sarà.

Unitamente all'affrontamento della questione sociale dobbiamo rilevare la irreversibilità del progetto totalitario al fine di evitare , fin d'ora, inutili equivoci…che 'pure' non dovrebbero sussistere in un ambiente 'conforme'…Tale direzione di marcia risulterà tanto più necessaria qualora si consideri che "in un'epoca storica caratterizzata da irreversibili fenomeni di atomizzazione sociale, di decomposizione centrifuga della società, lacerata dal frazionismo individualista e classista, l'unità politica poteva essere ricomposta solo in forma totalitaria. Il totalitarismo ha inteso rappresentare una proposta politica per una determinata epoca storica - compresa la presente, piaccia o non piaccia - nella quale l'avanzamento dei processi dissolutivi impedisce obiettivamente la ricomposizione delle varie parti sociali in unità organica. (…) L'ordine totalitario nazionalsocialista è stato l'armatura politico-istituzionale all'interno della quale l'aristocrazia politica crociuncinata avrebbe poi potuto plasmare e orientare i processi di aggregazione politico-sociale che avrebbero condotto allo Stato organico a base socioeconomia nazionalcomunista. La realizzazione di questo obiettivo e della naturale connotazione di totalità che ad esso inerisce e ad esso è intrinseca, avrebbe poi reso altrettanto naturale l'estinzione del totalitarismo se e in quanto formalismo, esteriorità e strumentale imposizione da parte dell'aristocrazia politica a fini 'costruttivi'." (19)

Su quanto scritto crediamo non ci sia altro da 'aggiungere'…comunque attendiamo la reazionedi tutti coloro che si dimostreranno razzialmente e politicamente aderenti ai "fondamentali" qui delineati compresi eventuali soggetti provenienti dalla 'base militante' del lazzaretto dell'estrema destra italiota…se vi saranno individui in ordine razziale con le coordinate progettuali "Eurasia-Islam" , che non siano giudei 'mascherati' o comunque burattini 'sinagogico-pilotati', 'anche' - e 'nonostante' - a 'loro' saranno destinate queste 'tracce' programmatiche di ripartenza operativa sul 'territorio' coloniale italiota.

"Islam Italia" comunque - e 'indipendentemente' dagli esiti di implosione ontologica del neofascismo italiota - opererà mediante una ricognizione terminale… o 'iniziale' - dipenderà dagli 'esiti' - anche verso soggetti e/o organizzazioni islamiche 'interne' al territorio coloniale italiota al fine di identificare, valutare e inserire in un quadro di lotta al Sistema nuove energie 'conformemente' aderenti al progetto politico rivoluzionario "Eurasia-Islam"…qualora anche 'altri' volessero 'affiancare' l'impervio camminamento del nostro percorso di Milizia Totale saranno 'opportunamente' radiografati previo assenso della redazione a qualsivoglia collaborazione organica con il mensile.



DAGOBERTO BELLUCCI

Direttore Responsabile Agenzia di Stampa "Islam Italia"



Chiunque volesse richiedere ulteriori precisazioni inerenti il presente documento programmatico-rivoluzionario potrà farlo scrivendo alla redazione di "ISLAM ITALIA" c/o Dagoberto Bellucci - casella postale n° 4 - 41100 Modena succ.3 o telefonando al nr° di telefono 340-5933281. Organizzazioni, riviste, singoli nuclei militanti e soggetti conformi alle coordinate progettuali "Eurasia-Islam" sono 'invitati' alla diffusione del presente scritto. La ripartenza rapida dovrà mirare alla costituzione di una struttura 'agile' di Antagonismo di Popolo strutturata attraverso le Cellule per il Contropotere Territoriale da inserire - quali Nuclei Rivoluzionari di Opposizione Nazionale - a 'lato' dell'organo di preparazione ideologica che 'funzionalmente' dovrà assicurare l'adesione ad una Visione del Mondo ascetico-guerriera, rivoluzionaria-tradizionalista e all'azione di controinformazione territoriale.



NOTE -



1 - Maurizio Lattanzio - "Stato e Sistema" - edizioni di "Ar" - Padova 1987;

2 - Franco G. Freda - "Platone - Lo Stato secondo giustizia" - edizioni di "Ar" - Padova 1996;

3 - Adolf Hitler - "Mein Kampf" - edizioni "Sentinella d'Italia" - Monfalcone (Ts);

4 - Karl Haushofer - articolo estratto dalla rivista "Zeitschrift fur Geopolitik" - Obst, Lautensach e Maull, 1928 ;

5 - Carl Schmitt - "Politische Theologie, Vie Kapitel zur Lehre von der Souverànitàt" ;

6 - Carl Schmitt - "Sul concetto di politica" - testo di una conferenza tenuta alla "Deutsche Hochschule fur Politik" di Berlino nel maggio 1927;

7 - Adolf Hitler - op, cit.;

8 - C. Librizzi - "I problemi fondamentali della filosofia di Platone" - edizioni 'Cedam' - Padova 1950;

9 - M. Gentile - "La politica di Platone" - edizioni 'Cedam' - Padova 1940;

10 - Julius Evola/Carlo Costamagna - "L'idea di Stato" - edizioni di "Ar" - Padova1970;

11 - Julius Evola/Carlo Costamagna - op. cit.;

12 - Julius Evola - "Orientamenti" - edizioni "Settimo Sigillo" - Roma 1994;

13 - Julius Evola - "Etica Aria" - edizioni "Europa" - Roma 1987;

14 - Julius Evola - op. cit.;

15 - Franco G. Freda - "La disintegrazione del sistema" - edizioni di "Ar" - Padova 1980;

16 - Maurizio Lattanzio - "Nazionalsocialismo ed economia" - saggio introduttivo a Renè Dubail - "L'ordinamento economico nazionalsocialista" - edizioni "All'Insegna del Veltro" - Parma 1991;

17 - Maurizio Lattanzio - op. cit.;

18 - Antonio Medrano - "Islam ed Europa" - edizioni di "Ar" - Padova 1978;

19 - Maurizio Lattanzio - op. cit.;




www.italiasociale.org


Documento senza titolo

Boris
20-06-10, 10:58
Per lui il Livorno è una fede, ma non è l'unica squadra per cui tifa...molti anni fa è passato dalla Curva Sud per socializzare con gli amici pisani...

"socializzare" in che senso? :chefico:

Ho letto da qualche parte che tifa anche Real! Mi spiace ma io tifo Barca ...(scudetto nostro!) :D


Una domanda: l'articolo sull'antagonismo di popolo l'ho ritrovato da questo sito dedicato ai suoi scritti ( http://www.dhb.altervista.org/ ) .

Mi sembra pero' che non sia aggiornato...come mai non c'e' niente dei nuovi articoli 2010? :mmm:

Verona Front
21-06-10, 10:23
Perchè i nuovi articoli sono qui Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/)
A proposito, siccome molti curiosoni non conoscono di persona Dago e vorrebbero vedere che sembianze ha, vi giro una sua recente foto (è il secondo da destra...)
http://images-srv.leonardo.it/progettiweb/giornaledibordo/blog/hamas_349.jpg

Lupo
21-06-10, 10:30
http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/06/talmudistas2.jpg?w=249&h=200

di Dagoberto Husayn Bellucci ( 21 Giugno 2010 )

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“Entrambi (il Talmud e la Bibbia) sono la nostra legge e la soppressione di una parte della Legge sarebbe la fine del giudaismo”

( “La Tribune Juive” – 20 Gennaio 1939 – pp. 34 – Strasburgo, Francia )

“Uomini siate e non pecore matte/ si che di voi tra voi/ ‘l giudeo non rida”

(Dante Alighieri)


Il presente testo, pubblicato in Italia dalle edizioni “All’Insegna del Veltro” di Parma nella prima meta’ degli anni Novanta, comprende tre saggi prodotti da alcuni dei maggiori studiosi europei nel periodo compreso tra la seconda meta’ degli anni Trenta ed il 1940.

Trattasi di saggi fondamentali inerenti una dettagliata e minuziosa analisi recensoria del “libro sacro” ebraico per eccellenza ovvero il Talmud. Johannes Pohl ne analizza alcune caratteristiche generali nel primo saggio (“Der Talmud”) uscito per una casa editrice nazionalsocialista nella primavera 1939; Karl Georg Kuhn nel secondo – pubblicato ad Amburgo nel 1937 – passa in rassegna sostanzialmente la genesi del pensiero talmudico mentre nel terzo ed ultimo saggio – pubblicato originariamente in lingua francese nel 1940 a Neuchatel in Svizzera – il de Vries de Heekelingen intende soffermare l’attenzione del lettore sui passi talmudici relativi ai “non ebrei” ovvero sulla plurisecolare enciclopedica raccolta di odio e disprezzo prodotti dal Giudaismo talmudico nei confronti di tutte le nazioni “goyim” = gentili (non ebraiche).

Essenzialmente le tre ricognizioni analitiche intendono rappresentare compiutamente quale sia la relazione tra la tradizione ebraica, l’attualita’ del pensiero ebraico contemporaneo sia in ambito religioso sia in ambienti laici, il carattere vincolante del Talmud inteso quale raccolta di leggi a carattere perenne per l’ebraismo di ieri e di oggi con particolare riferimento all’attualita’ ed al valore assunto dalla decodificazione rabbinica della Legge posteriore alla Torah ma, progressivamente, rivelatasi piu’ essenziale ed onnicomprensiva della prima.

Nel primo dei tre saggi Johannes Pohl, recensendo uno scritto dal titolo “La vita di Israele” pubblicato a Firenze nel 1937 a firma Elia S. Artom, scrive: “…l’autore ebreo parla di quei suoi compagni di stirpe i quali si sono sempre associati solo esteriormente alla vita dei popoli europei che li hanno ospitati, e dice di questi Ebrei: essi rimangono sempre Ebrei e in ogni loro azione sono costantemente sottoposti ai loro doveri di Ebrei. Artom parla della grande importanza che a tal riguardo hanno le leggi mosaiche e della fondamentale autorita’ della Mischna e del Talmud. (…) Il fondamento del Talmud e’ costituito dalle leggi mosaiche che si trovano nella Tora del Vecchio Testamento. La Tora (Legge, Dottrina) comprende i cinque liberi di Mose’, cioe’ i primi cinque libri del Vecchio Testamento, i quali, secondo la dottrina ebraica, risalgono a Mose’ stesso che li avrebbe compilati nel XII secolo a.C. sotto sovrannaturale dettatura di Jahwe’. Questa Tora e’ il primo e piu’sacro fondamento della religione ebraica, soprattutto le cosiddette leggi mosaiche, che si trovano nel secondo, nel terzo e nel quarto libro di Mose’ e che costituiscono i precetti piu’ vari per cio’ che concerne il diritto, i costumi e il culto.”.

Appare quindi evidente che esista un substrato dottrinario-teologico tra l’Antico Testamento ebraico e le successive interpretazioni rabbiniche: la Tora e’ la legge originaria d’Israele mentre il Talmud ne rappresenta la sua estensione progressiva attraverso l’opera di quei rabbini che ne interpretarono e integrarono la sua sfera d’intervento quale ordinatore superiore per la vita delle comunita’ ebraiche disperse e che, furono infine decodificate nella Mischna e nella Ghemara che assieme formano il Talmud.

Ha scritto uno storico ebreo contemporaneo, Eugenio Saracini, che “…il Talmud si divide in due parti: la prima – la Mischna’ – e’ una serie di deliberazioni legali concernenti l’applicazione dei diversi precetti biblici; la seconda – la Ghemara – e’ una specie di resoconto delle interminabili discussioni fra i dotti sia sui precetti biblici che sulle deliberazioni della Mischna’.” (1) ….piu’ o meno, potremmo dire, “fatta la legge …trovato l’inganno!”…

Mischna e Ghemara sono le due parti delle quali si compone il Talmud. Vediamo adesso di comprendere esattamente cio’ di cui stiamo parlando: “La parola “Mischna” – scrive ancora Pohl – significa ripetizione, apprendimento; essa e’ una raccolta di norme. Infatti inizialmente nel giudaismo era proibito fissare per iscritto le dottrine dei maestri della legge che commentavano la Tora. Percio’ questa dottrina orale all’inizio fu tramandata di bocca in bocca, di generazione in generazione. La legge, e precisamente le norme stesse e i loro riferimenti al testo del Vecchio Testamento, veniva imparata a memoria soltanto secondo la lettera. Ma ben presto, a causa dell’abbondanza delle opinioni sostenute dai maestri della legge, si manifesto’ l’esigenza di adottare delle raccolte scritte di tali norme. Alcune di queste raccolte sorsero gia’ nel giudaismo post-biblico. (…) La lingua della Mischna e’ un ebraico del tutto diverso da quello del Vecchio Testamento. L’ebraismo mischnico e’ tra l’altro frammischiato di numerose parole straniere, che derivano soprattutto dall’aramaico, dal greco e dal latino. Per cio’ che concerne il contenuto, la Mischna consta di sei “ordini” (sedarim). Ogni “ordine” (seder) si suddivide in un certo numero di trattati (da 7 a 12) secondo i nomi dei quali viene citata anche la Mischna. I nomi dei sei ordini della Mischna sono: 1) Zeraim (“sementi”: tributi agricoli ai sacerdoti ecc.); 2) Moed (“festa: Sabbat ecc.); 3) Naschim (“donne”: diritto matrimoniale e familiare ecc.); 4) Nezikin (“danni”: diritto civile e penale); 5) Kodaschim (“cose sacre”: sacrifici); 6) Toharot (“purita’”: leggi sulla purita’). Il numero dei trattati mischnici e’ di 63. In quale altra considerazione la Mischna sia tenuta dal Talmud stesso, lo mostrano alcune massime talmudiche: “La Mischna e’ la regina (della dottrina ebraica) (Ketubot 61b; Makkot 21a; Nidda 52a). “Nei giorni di festa si deve solo mangiare e bere oppure mettersi a sedere e imparare la Mischna” (Pesachim 68b; Beza 15b). “Puo’ combattere veramente con le armi della dottrina della legge ebraica solo chi conosce molte dottrine della Mischna” (Sanhedrin 42a). “Chi dimentica una sola parola della Mischna, la Scrittura (del Vecchio Testamento) glielo imputa a colpa, sicche’ egli ha perduto la vita” (Abot, 3, 10).”

Come dunque rileva il Pohl l’interpretazione e la decodificazione rabbinica seguente all’antico mosaismo hanno finito per diventare parte essenziale, fondamento, della legislazione ebraica; regole di condotta e di vita per tutte le comunita’ (Kehillah) ebraiche, andando progressivamente a sostituirsi piu’ che ad integrare semplicemente la Tora.

Ed infatti sono non poche le testimonianza rabbiniche a questo proposito: “La forza di legge del Talmud – prosegue il Pohl – , secondo le stesse parole talmudiche, e’ superiore a quella delle leggi mosaiche. “Se ci si occupa della Scrittura (del Vecchio Testamento) cio’ e’ qualcosa ma niente di speciale; se ci si occupa della Mischna, cio’ e’ gia’ qualcosa, e per questo si ottiene una ricompensa; ma se ci si occupa del Talmud, non vi e’ nulla di piu’ importante di cio’” (Babamezia 33a). “Le paroe dei saggi del Talmud sono piu’ importanti di quelle del Vecchio Testamento” (Sanhedrin 88b) *

La sostituzione dell’antica legge mosaica con quella derivata dal Talmud, l’assoluta priorita’ conferita agli insegnamenti delle decodificazioni rabbiniche rispetto alla Tora, formano la diversione teologica destinata ad influire radicalmente nei successivi sviluppi dell’ebraismo caratterizzandone l’identita’ razziale e confessionale ed i ‘tratti’ dottrinari come veri e propri virus d’infezione antitradizionali ed il popolo ebraico quale autentico vettore dissolutivo nei confronti delle componenti non ebraiche ossia tutte le altre nazioni della terra con le quali gli ebrei entreranno, disprezzandone sempre usi e costumi, in contatto.

Il Talmud sara’ da allora la “bussola” ideologica ed il principale referente comportamentale per intere generazioni di ebrei che si abbevereranno avidamente ai suoi insegnamenti conformandosi quali corpi separati e distinti nei confronti delle societa’ non ebraiche delle quali per secoli gli ebrei saranno ospiti. L’assimilazione sara’ dai talmudisti rifiutata quale peccato mortale; l’emancipazione sanzionata con vere e proprie scomuniche e spesso la condanna all’esilio del malcapitato; ogni forma o tentativo di modificare costumi, usi e tradizioni plurisecolari in ambito ebraico saranno severamente rigettati. L’autoisolamento ebraico favorira’, soprattutto nell’Europa orientale, la costituzione di grandi comunita’ ebraiche (gli askhenaziti dall’ebraico Askhenaz = Germania) chiuse in sterminati ghetti, indifferenti alle vicende storiche dell’umanita’ circostante e assolutamente compresse tra la fedelta’ di razza e quella dottrinaria ovvero tra l’incudine del sangue dell’ascendenza razziale ed il martello talmudico ‘pestato’ dai “maestri della legge”, i rabbini dotti e sapienti che saranno i veri e propri deus et machina dei destini di migliaia di loro correligionari.

La fola tutta contemporanea e modernista che vorrebbe i “poveri ebrei” ghettizzati e rinchiusi contro la loro volonta’ negli acquartieramenti loro destinati dai cristiani nelle citta’ e contrade europee dev’essere rigettata come una vera e propria menzogna storica: furono sempre e solo le stesse comunita’ ebraiche a percepire se’ stesse quali corpi estranei, alieni e indissolubilmente svincolati dal resto delle nazioni “goyim” = non ebraiche che davano loro ospitalita’.

Il Talmud sara’ l’elemento cementificante l’esclusivismo confessionale ebraico. Assieme all’appartenenza razziale il principale elemento di unita’ del disperso popolo di Sionne.

Come avremo modo di vedere esistevano ed esistono diversi Talmud corrispondenti ai due principali centri dottrinari ebraici dell’epoca nei quali furono compilati (la Palestina e Babilonia). Abbiamo cosi’ il Talmud palestinese (o di Gerusalemme) del V.o secolo e quello Babilonese (del VI.o secolo).

Sara’ soprattutto quello babilonese ad occuparsi, in maniera spesso enfatica fino all’inverosimile ,di questioni legali presentate con una dialettica spinta all’estremo dai dotti dell’epoca. Proprio perche’ piu’ vincolante su di un piano legislativo il Talmud babilonese trovera’ nel corso delle diverse epoche maggior accoglienza e un riconoscimento comune presso tutte le comunita’ ebraiche percio’, come riconosce il Pohl, quando si parla semplicemente di Talmud ci si riferisce essenzialmente a quello babilonese.

Il lettore si domandera’ a questo punto di che cosa esattamente si occupi il Talmud: un rapido sguardo a cio’ che direttamente concerne i non ebrei apparira’ sufficientemente esplicativo e illustrera’ chiaramente i cosiddetti “precetti religiosi” contenuti da questo “libro sacro” dell’ebraismo mondiale.

“Ci sono – scrive Pohl – soprattutto due gruppi di precetti talmudici che ci riguardano direttamente in quanto non ebrei: 1) l’atteggiamento ebraico nei confronti dei non ebrei sancito nel Talmud; 2) tutti quei passi talmudici che ci mostrano l’Ebreo senza maschera, nelle sue peculiarita’ giudeo-orientali. Il materiale talmudico che qui ci si offre e’ quasi incalcolabile: le affermazioni concernenti l’importanza della dottrina della legge ebraica e in particolare il Talmud e i saggi che in esso hanno preso la parola; le espressioni talmudiche relative al popolo ebraico eletto e alle leggi razziali ebraiche contenute nel Talmud; le dichiarazioni talmudiche piene di odio e di disprezzo sui non ebrei, su Cristo, su Maria e il cristianesimo; la denigrazione insuperabile della non ebrea; le istruzioni talmudiche relative all’assassinio dei non ebrei, le istigazioni talmudiche alla guerra; il giudizio talmudico sulla donna come creatura sessuale; l’infamia razziale, che con una virtuosa dialettica viene conciliata con le leggi razziali ebraiche, permessa nel Talmud; il disprezzo talmudico del lavoro; i crimini piu’ vari permessi dal Talmud nei confronti del non ebreo, come l’usura, la frode, l’inganno, la truffa, il furto, la rapina, il ratto di una bella donna, la ricettazione, il contrabbando, la frode tributaria e salariale, il furto degli oggetti trovati…. (…) Dalla grande quantita’ di pareri talmudici teste’ mostrati, citiamo solo alcuni punti. L’odio ebraico contro i non ebrei attraversa come un filo rosso il testo talmudico, che comprende molte migliaia di pagine in folio. Solo qualche esempio. Il non ebreo e’ definito “questo mostro” (Erubin 68b). “Come ripugnante chi non e’ circonciso. Percio’ solo gli empi sono puniti, poiche’ sta scritto: Tutti i non ebrei sono incirconcisi” (Nedarim 31b). “Il proselita (cioe# il non ebreo convertito al giudaismo) non e’ nato da una goccia di seme puro” (Sanhedrin 36b); “Le non ebree sono impure sin dalla nascita” (Schabbat 16b; Aboda zara 36b; Nidda 31b); “L’ancella non ebrea e’ una prostituta” (Aboda zara 36b Raschi). I non ebrei sono considerati “non uomini” (Jebamot 61a e 61a Tos.), “bestiame” (Baba mezia 114b), “carne d’asino” (Berakot 25b e 58 a; Schabbat 150a; Jebamot 62a e 98a; Nidda 45a). Del seme dei non ebrei si dice che e’ “seme di cavallo” (Jebamot 22a Raschi e Tosafot 98a ; Ketubot 3b Tos). Il matrimonio dei non ebrei viene stimato come “coito delle bestie” (Sanhedrin 74b Tos). “Lo spargimento del sangue di un non ebreo e’ esenta da pena per l’Ebreo” (Sanhedrin 57a). Circa l’assassinio del non ebreo si dice chiaramente che “la cosa migliore e’ schiacciargli il cervello come ai serpenti” (Soferim 15, 10).”.

Ora la domanda che potrebbe sorgere immediatamente e’ quella relativa alla validita’ oggi, all’attualita’ dei precetti talmudici nella societa’ moderna ed alla loro applicazione pratica in seno alle comunita’ ebraiche. A questo quesito – fondamentale perche’ rivela la vera natura criminale, il pensiero profondamente disprezzante tutto cio’ che non e’ ebraico e la loro volonta’ di dominio e rivalsa nei confronti dei non ebrei ed insieme dimostra che per gli ebrei niente e’ cambiato nel corso dei loro cinquemila anni di storia con particolare riferimento agli ultimi due millenni dell’era cristiana quando la polemica anti-cristiana dei talmudisti si fara’ maggiormente radicale arrivando a concepire quegli infimi libelli di menzogna e vergogna che contraddistinsero almeno fino alla seconda meta’ del XVImo secolo le comunita’ ebraiche del Vecchio Continente (parliamo di quegli obbrobriosi componimenti di autentico odio anti-cristiano denominato Toledoth Jeshu’ o, utilizzando un eufemistica definizione di ambito ebraico, quelli che alcuni ricordano come gli “anti-evangeli del ghetto”) – risponde nel terzo saggio il de Heekelingen il quale riporta un interessante diatriba sorta presso il Tribunale di Oron, con sede a Losanna in Svizzera, nel gennaio 1940 con la quale si intese dimostrare l’attualita’, la validita’ e l’assoluta insindacabilita’ dei precetti talmudici presso le comunita’ ebraiche.

Scrive il de Heekelingen: “Da secoli si succedono processi nei quali si affrontano difensori ed avversari del Talmud. Questi processi hanno sempre di peculiare il fatto che i difensori rimproverano ai loro avversari di falsificare i testi, di mutilarli, infine di essere in malafede o di non capirvi nulla. Se gli avversari del Talmud sono degli orientalisti, come Eisenmenger, Ecker e altri, questi replicano pubblicando il testo originale con la sua traduzione. Al che gli Ebrei rispondono che il Talmud ha un modo di ragionare particolare, che sono necessarie lunghe letture e studi approfonditi per familiarizzarsi col suo contenuto, e che e’ estremamente difficil, se non pressoche’ impossibile, trovare un dotto non ebreo capace non solo di interpretare, ma anche di tradurre certi passi del Talmud.”.

La natura essenzialmente multiforme e l’eterogeneita’ di argomenti presi in esame dal testo talmudico non devono pero’ far cadere in errore quanti individueranno nel “libro sacro” ebraico un vero e proprio “diario” quotidiano di odio contro tutto cio’ che e’ non ebraico. La sua validita’ e quindi il suo valore attuale e’ dimostrato – come rileva il de Heekelingen – da autorevoli dichiarazioni di esponenti di primo piano del Giudaismo apparse sui principali quotidiani e riviste ebraiche dalla seconda meta’ dell’Ottocento alla prima meta’ del Novecento: “L’Univers israelite”, periodico ebraico stampato a Parigi, scriveva nell’agosto 1886 che “Il Talmud non e’ solo il codice civile ed ecclesiastico del giudaismo, ma (e’) un’opera di notevole importanza per ogni dotto…Ogni osservatore imparziale della vita israelitica non potrebbe disconoscerne l’importanza di questa grande opera.” (p.568, 570); “La Revue juive de Geneve” del Maggio 1936: “E’ in questa lettura (del Talmud) , ripetuta da secoli, tre volte alla settimana, che risiede il segreto dell’intelligenza ebraica” (crf Augusto d’Esaguy nella “Revue juive de Geneve” p. 370)… (…) “L’Univers israelite” del 22 Novembre 1935 chiama il Talmud: “Il grande educatore del popolo ebraico”. “La Revue juive de Geneve” del Dicembre 1933 dice che e’: “Il codice divino morale e sociale della razza ebraica”. Dunque non solo degli Ebrei praticanti od ortodossi, ma della razza ebraica. Israel Abrahams, segretario onorario della “Jewish historical society of England” , professore di letteratura talmudica all’Universita’ di Cambridge, scrive: “Finche’ vi saranno degli Ebrei ed un giudaismo, il Talmud serbera’ il suo valore storico, poiche’ esso ha plasmato la loro vita ed il loro carattere. Voi potete negare al Talmud il suo valore permanente, ma non potete negare la sua influenza permanente” ( crf Israel Abrahams – “Valeurs permanentes du judaisme” – 1925 – pp 100-101). Il Gran Rabbino Simon Bernfeld afferma che: “Il Talmud e’ penetrato profondamente nell’anima ebraica ed e’ diventato realmente un libro popolare nel senso migliore del termine” (crf Simon Bernfeld – “Der Talmud” – 1914 – p. 55). Juliuan Morgenstern, presidente dell’Hebrew Union College a Cincinnati, scrisse il 29 Febbraio 1928: “E’ un grave errore pensare che il Talmud abbia perduto la sua importanza per gli Ebrei…Senza una conoscenza profonda del Talmud ed una familiarita’ apprezzabile col suo contenuto e col suo spirito e’ impossibile comprendere ed interpretare correttamente il giudaismo.” ( crf dal prospetto del “Talmud Library” – 1928 – p. 17 ).”

Occorre forse la carneficina – il grande olocausto dell’intera umanita’ sacrificata in lode al Dio Unico Yahve’ , al dio geloso ed esclusivista degli ebrei – dell’intera genia umana per dimostrare dunque la validita’ contemporanea degli scritti talmudici che hanno formato e generato l’anima ebraica nel corso dei secoli e nelle differenti epoche plasmando un tipo umano vendicativo, miseramente ostile e ottusamente indifferente alle vicende delle altrui nazioni verso le quali proferiva ad ogni pie’ sospinto litanie d’infamia, augurando loro disgrazie e calamita’ per la brama di potere e dominio universale d’Israele? Occorre forse – in tempi in cui si parla di provvedimenti censori e oscuramenti di siti – ricordare come il popolo piu’ fanaticamente razzista ed esclusivista, xenofobo e nemico di qualsivoglia dialogo inter-etnico ed inter-religioso siano proprio quegli stessi giudei presso i quali continua a valere il principio della doppia fedelta’ cosi’ come quello della doppia morale?E non sarebbe forse un male ricordare come siano proprio gli ebrei, spesso e volentieri (…poi si sa…la madre degli idioti e’ sempre incinta…e di “neonazi” di servizio e di “integralisti” estremisti part-time di qualunque confessione o ideologia sono piene le fogne…), i principali ispiratori delle ondate di cosiddetto “antisemitismo” nel mondo e come siano gli stessi ambienti ebraici (dalle diverse organizzazioni “monitoristico-repressive” – tipo A.D.L. e B’nai B’rith per intederci – fino allo stesso governo di occupazione sionista, alias sedicente “stato d’Israele”, ed alle sue emanazioni di “security” ovvero al motore operativo ed al centro “esecutorio” della politica terroristica israeliana denominato Mossad) quelli maggiormente interessati a tenere in piedi la “leggenda” olocaustica, l’allarmismo “antisemitico” utile, ad intermittenza, per delegittimare questa o quella politica di tal o tal’altro esecutivo d’Europa e del resto del pianeta, o – dulcis in fondo – a mantenere ricattatorie pressioni magari di natura finanziaria su questo o quest’altro istituto bancario…. Il “lupo” come narra la ‘favoletta’ perde il pelo ma non il ‘vizio’….dunque come concludere una ricognizione recensoria sul volume “Studi sul Talmud” ‘conforme’ e corrispondente?

Noi affermiamo, immutabilmente e indiscutibilmente, la natura satanica, perversa, esclusivista, xenofoba e genocida del “libro sacro” tanto caro ai giudei di ogni contrada e di tutte le latitudini e longitudini terrestri…. Affermiamo che il Talmud e’ il fondamento della legge d’Israele al quale si sono abbeverati per secoli fior di crani ebraici. Affermiamo altresi’ l’essenza abominevole, disgustosa ed immorale di questo vero e proprio campionario di ogni bassezza e ignominia….un vero e proprio ricettacolo per uno stupro, un’abc-diario delle sozzure piu’ basse, un’istigatore di tutte le eresie ed un contro-modello di immonde infamita’.

Prima di ‘blaterare’ di “leggi Mancino”, “repressioni”, legislazioni liberticide, oscuramenti informatici di siti e portali “web”….i giudei siano cosi’ lungimiranti dal rileggersi il ‘loro’ caro Talmud…..laddove, per fare un ultimo esempio, hanno riportato i ‘loro’ “dotti” rabbini questa vera e propria dichiarazione di guerra all’interno genere umano: “Gli Ebrei sono chiamati uomini, i popoli del mondo non sono chiamati uomini, ma bestie” ( Baba mezia 114b ).

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‘Alleluja!” (…che e’ pure fonema ‘ebraico’…) Sia lodata la “tolleranza”, l’umanita’, l’amorevole compassione dei “democraticissimi”, “liberalissimi”, “egualitarissimi” “figli di Sion”….

Come non ricordare il Sommo Poeta? “Uomini siate e non pecore matte….”…..

Nell’Occidente giudaico-kippizzato a dovere alti si levano ‘belati’ in ogni ‘dove’…..

Au revoir….


Link alla pagina:
Studi sul Talmud (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/21/“studi-sul-talmud”/)

Verona Front
21-06-10, 15:42
http://www.cattolicigenovesi.org/tmd06.jpg

Verona Front
21-06-10, 17:06
Diario di una giornalista inglese: io pacifista disarmata, prigioniera nelle carceri israeliane @ Domani Arcoiris TV (http://domani.arcoiris.tv/?p=7288)

Verona Front
22-06-10, 09:29
http://farm2.static.flickr.com/1070/1119301983_b6d1beea9d_o.jpg

Boris
22-06-10, 15:57
Perchè i nuovi articoli sono qui Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/)
[/IMG]

Avevo gia' dato un occhio al nuovo blog quando Lupo posto' il link su Eurasiatisti. A proposito ho trovato questo video

INTERMEZZO « Belluccidago&#039;s Blog (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/19/intermezzo/)

Cos'e'? :chefico: Comunque spassosissimo anche se il tizio che canta mi sembra proprio uno zeccone...:giagia:




A proposito, siccome molti curiosoni non conoscono di persona Dago e vorrebbero vedere che sembianze ha, vi giro una sua recente foto (è il secondo da destra...)
http://images-srv.leonardo.it/progettiweb/giornaledibordo/blog/hamas_349.jpg

Gran bella foto: Hamas? :chefico:

Boris
23-06-10, 10:55
Attacchi mediatici a Infopal: logiche di una guerra persa in partenza.
Scritto il 2010-06-08 in News


Da diverse settimane, ormai, è in atto una campagna mediatica contro la redazione di Infopal. E' una guerra psicologica, ad hoc, anti-Flotilla e anti-informazione, che usa accuse inflazionate come quella di "antisemitismo".

E' ormai chiara la dinamica manipolatoria: poiché la Freedom Flotilla era in preparazione, a maggio, e ritenendo che l'agenzia Infopal avrebbe veicolato quotidiane informazioni sulla missione umanitaria, la Israel Lobby, ben presente in Italia, ha scatenato i suoi megafoni e strilloni, qua e là, per screditare a priori e poi a posteriori l'operato della redazione, lanciando una campagna mediatica che la vede assimilata, in modo fraudolento e diffamante, all'antisemitismo.

Nulla vi è in Infopal di antisemita. Questo è evidente a tutti, tranne a chi, muovendosi all'interno di logiche propagandistiche, vorrebbe azzerare tutte le voci libere e oneste di quel giornalismo italiano che si occupa di Vicino Oriente e di Palestina.

La redazione di Infopal ritiene ridicole oltre ogni limite le accuse rivoltele da giornali che neanche fanno la fatica di verificare notizie e fonti ma semplicemente si limitano a copiare le menzogne scritte da altri, dando prova di giornalismo con scarsa etica professionale (ad esempio: Tizio che diventa "direttore" di Infopal; Angela Lano che "lavora" - quindi pagata - per l'Irib; collaboratori messi in croce perché pubblicano libri; altri "collaboratori" che non si sono mai visti; carambole concettuali che portano a qualsiasi link di altri siti, come in un domino demenziale, ecc.).


La redazione risponderà dunque, se lo riterrà necessario, alle provocazioni solo attraverso querele per diffamazione. Per tutti gli altri casi, continuerà a ridere e a ringraziare chi le dà così tante occasioni per passare qualche ora in allegria.

La Redazione di Infopal

http://www.infopal.it/leggi.php?id=14901

Boris
23-06-10, 10:57
Diario di una giornalista inglese: io pacifista disarmata, prigioniera nelle carceri israeliane @ Domani Arcoiris TV (http://domani.arcoiris.tv/?p=7288)

Sempre dal sito di Angela Lano, Infopal Agenzia stampa informazione Palestina, Territori palestinesi occupati, Striscia di Gaza (http://www.infopal.it) , quest'altra notizia:


Che fine hanno fatto gli aiuti per Gaza?
Scritto il 2010-06-07 in News


An-Nasira (Nazareth) - Infopal. Gli occupanti israeliani continuano a trattenere da una settimana le navi della Freedom Flotilla assaltate in acque internazionali il 31 maggio da parte della Marina israeliana, che ha ucciso e ferito diversi partecipanti al convoglio umanitario.

I parlamentari che hanno partecipato alla Flotilla e alle attività della Campagna Europea contro l'embargo, stanno presentando a Israele richieste affinché le sette navi sequestrate vengano restituite ai loro proprietari, in modo che tutti gli aiuti che contengono possano andare alle persone che li aspettano.

La parlamentare tedesca che era a bordo della Flotilla è tra coloro che reputano necessario che gli aiuti arrivino al più presto nella Striscia di Gaza: "Israele deve restituire ai suoi proprietari le navi della Freedom Flotilla di cui s'è impossessato, facendo arrivare gli aiuti nella Striscia di Gaza sotto embargo".

Al momento, non si sa che fine hanno fatto le sette navi e gli aiuti che contengono.

Le sette navi predate da Israele in acque internazionali sono: una nave cargo kuwaitiana battente bandiera del Kuwayt e della Turchia; una nave cargo finanziata dall'Algeria; una nave cargo finanziata dalla Svezia e dalla Grecia; una nave cargo dell'Irlanda, del "Free Gaza"; tre navi passeggeri, tra cui: la "8.000", dal numero dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, e quella turca "Mavi Marmara", dove si è consumato l'assassinio di almeno dieci passeggeri, per lo più turchi.

A bordo di queste navi si trovavano complessivamente 750 paseggeri, da oltre 40 Paesi, tra cui 44 personalità europee ed arabe della politica e della cultura (anche 10 parlamentari algerini); il carico era composto da oltre 10.000 tonnellate di aiuti medici e materiali da costruzione, tra cui 100 casette prefabbricate per aiutare chi non ha più una casa e 500 carrozzelle elettriche per aiutare chi è rimasto invalido dopo l'aggressione sionista dell'inverno 2008-2009 che ha lasciato dietro di sé circa 1.400 morti e migliaia di feriti, tra cui centinaia di mutilati ed invalidi.


http://www.infopal.it/leggi.php?id=14870

Verona Front
23-06-10, 11:31
http://cache.daylife.com/imageserve/01LQ2ip5sB2P4/610x.jpg

Verona Front
23-06-10, 11:46
E intanto qualcuno se la sta passando in mezzo alla Natura incontaminata...

Verona Front
24-06-10, 09:40
http://i.ytimg.com/vi/AhQSTBgk-Rw/0.jpg

Boris
24-06-10, 10:03
http://i.ytimg.com/vi/AhQSTBgk-Rw/0.jpg


ONORE A HEZBOLLAH!

Boris
24-06-10, 10:04
E intanto qualcuno se la sta passando in mezzo alla Natura incontaminata...

Non me le apre...:incav:

Avamposto
24-06-10, 15:54
Un saluto a Lupo, Boris, Freezer, Lupa Nera e Verona Front. Gli amici di DHB sono anche miei amici! I suoi camerati i miei.

H.H.

AVAMPOSTO

Boris
24-06-10, 19:41
Un saluto a Lupo, Boris, Freezer, Lupa Nera e Verona Front. Gli amici di DHB sono anche miei amici! I suoi camerati i miei.

H.H.

AVAMPOSTO

Benvenuto Avamposto! :ciaociao:

Boris
24-06-10, 19:43
Una domanda che in privato avevo rivolto sia a Freezer (non l'aveva) sia a Lupa Nera (non ho ricevuto risposta....ma e' sempre iscritta? Non la vedo piu'...): qualcuno di voi puo' cortesemente girarmi in pvt la mail o un contatto diretto con DHB?

Grazie.

Lupo
24-06-10, 19:49
Un saluto a Lupo, Boris, Freezer, Lupa Nera e Verona Front. Gli amici di DHB sono anche miei amici! I suoi camerati i miei.

H.H.

AVAMPOSTO
Benvenuto Avamposto!! 88 :ciaociao:

Lupo
24-06-10, 19:53
Una domanda che in privato avevo rivolto sia a Freezer (non l'aveva) sia a Lupa Nera (non ho ricevuto risposta....ma e' sempre iscritta? Non la vedo piu'...): qualcuno di voi puo' cortesemente girarmi in pvt la mail o un contatto diretto con DHB?

Grazie.
Sì Lupa Nera è iscritta ma si logga molto raramente.
E' più facile che la becchi su FB ma anche lì credo abbia centinaia di contatti e non so se e quando ti risponderà.

DHB legge regolarmente questo forum ... se mi autorizzerà a farlo la mail posso passartela io.
Però so già che mi chiederà chi tu sia ... ed io non ti conosco.
Eventualmente usa i PVT e mi dici lo stretto minimo indispensabile (se credi).

Lupo
24-06-10, 20:06
LE RELAZIONI INTERNAZIONALI E LA POLITICA ESTERA DI UNA MEDIA POTENZA

http://www.lastampa.it/redazione/cmssezioni/infografica/200701images/basi_nato01g.jpg

di Dagoberto Husayn Bellucci ( 24 Giugno 2010 )

“Per capire gli avvenimenti occorre sapere quali questioni siano risolte da un mutamento di “potenza”; che poi questo mutamento sia di natura “puramente” economica, oppure extra economica (per esempio militare), ciò, in sè, è questione secondaria.”

(Lenin)

http://www.corriere.it/Media/Foto/2007/01_Gennaio/17/fdg/vignetta386.jpg


“Ogni nostra azione è un grido di guerra contro l’imperialismo, è un appello vibrante all’unità dei popoli contro il grande nemico dei popoli: gli Stati Uniti d’America. In qualunque luogo ci sorprenda la morte, che sia la benvenuta, purché il nostro grido di guerra giunga a un orecchio ricettivo, e purché un’altra mano si tenda per impugnare le nostre armi e altri uomini si apprestino a intonare canti di morte con il crepitio delle mitragliatrici e nuove grida di guerra e di vittoria.”

( Ernesto “Che” Guevara: “Creare due, tre, molti Vietnam” )

http://www.vspa.com/images-posters/Vietnam/nva-yankees-go-home.jpg

La società contemporanea, amalgama deteriore di ‘fascinazioni’ post-

nichiliste e assurde elucubrazioni sociologico moralistiche

(…la morale di che?…ma vediamo di non ‘raccontarcela’…),

annaspando a tentoni nel panorama

desolante di filosofie da “dopo di me il diluvio” ripete quotidianamente errori e

orrori sfornando, dalle cronache di nera a quelle ‘rosa’, a ruota libera un insieme

di soggetti depauperizzati nell’anima e castrati nelle coscienze che, oltre a

‘deambulare’ belando qua e là alla ‘cerca’ del nulla, pretenderebbero pure

di esser presi sul serio…

Lasciamo volentieri ai ‘posteri’ l’ardua sentenza….se qualcuno vuol

‘commentare’ si ‘accomodi’….c’è poco da ‘commentare’: la tragicommedia

nazionale del pacioso ‘ovile’ tricolore, metafora che invera una direzione

di ‘marcia’ del pecorume conformista allineato burattinamente con far sommesso

dietro ai ‘pifferai’ più o meno ‘magici’ della politica italiola, è lì,

davanti a chiunque, palesemente e sbracatamente aperta a qualunque evenienza…

irresponsabilmente incapace di mutare le sue forme e la natura di quella che

è oramai la miglior rappresentazione del capitalismo/consumismo ovvero

‘barattamento’ di cose, ‘casi’ (umani e non), anime, coscienze, corpi, idee,

identità….Siamo in pieno delirio da onni-impotenza! Tant’è questa

situazione perdurerà per parecchi ‘annetti’ ancora quindi…

mettetevi il cuore in pace idealisti d’ogni razza e colore e preparate un giaciglio

dove rifugiarvi per un meritato letargo.

Una situazione irreversibile quella ‘raggiunta’: traguardi di imbecillità

allo stato puro ‘superati’ con ‘agilità’ da protagonisti e ‘spalle’, comparse e

figuranti comprese, nel teatrino dell’assurdo di questa ‘commedia’

all’italiana che si ripete stancante ormai da tempo immemorabile.

Ma fossero solo questi i problemi all’ordine del giorno andremmo ancora bene:

in mezzo, oltre ai soliti morti ammazzati

(…morti ‘bianche’, morti’ accidentali, morti assassinati

senza neanche più un plausibile motivo, morti che affiorano dalle pagine dei

quotidiani e una tantum fan capolino nei notiziari televisivi…), abbiamo

criminalità organizzata e diffusa a macchia di pantera oramai ovunque,

violenza gratuita che ormai è talmente ‘consueta’ da non far più notizia (…salvo

non ci arrivi un Vespa a costruirci il ‘caso’ dell’anno…), piroette e

contorsioni d’ogni genere per intrallazzi e speculazioni ritenuti altrettanto ordinari

in un paese dove tutto si compra, si vende, si scambia (…la patria dello

‘scambismo’…), sprofondamento etico ed esistenziale di una umanità

costretta ad ‘adeguarsi’, politiche sociali irreversibilmente incancrenite da una

situazione involutiva che ha spazzato via qualunque miraggio di un posto

“fisso”, crisi economiche strutturali di un tessuto sociale frantumato dal

neoliberismo delle leggi Biagi che ha disintegrato le basi stesse dello

stato sociale e emarginato il ruolo d’intervento e contrasto dei sindacati

(praticamente ‘accucciatisi’ buoni buoni alla ‘corte’ di padron Silvio…

anche la CGIL oramai fa quel che può…e lo fa anche male peraltro…) realizzando

il ‘miracolo’ di un modello di sviluppo talmente ‘flessibile’ che oramai parlar

di precariato diffuso e generalizzato è alquanto ironico…siamo arrivati al

punto di non ritorno di una situazione che non lascia scampo alle giovani

generazioni e mortifica qualsivoglia prospettiva di ripresa….Questa, in sintesi, la

situazione dell’”azienda Italia”….azienda in crisi, d’esubero e di idee,

che tende a mantenersi a galla esclusivamente attraverso il compromesso tra i

capitalismi ‘rampanti’ asiatico-orientali (…i neocapitalisti di Russia,

India, Cina e i sempeterni nipponici più che ‘bussare alle porte’ ormai han

messo ‘radici’ appollaiandosi belli carichi nel ‘cortile’ italico ed

europeo…) quelli sclerotizzati del Vecchio Continente e quello

statunitense che, piaccia o meno, rimane il solo motore capace di far ripartire la

macchina inceppata dell’economia mondiale.

La dipendenza, o per esser più precisi, l’interdipendenza tra i diversi

capitalismi sovranazionali ha creato le condizioni per una larga escalation

di transazioni finanziarie fittizie e bolle speculative pescecanesche che hanno

accelerato i tempi d’emersione delle insufficienze strutturali sulla quale

si basava quella tanto declamata e decantata “new economy” di cui tessevano le

lodi tutti gli economisti nel decennio Novanta.

E’ qui il caso di esaminare la geopolitica italiana considerando

preliminarmente cosa s’intenda con il termine “geopolitica”. Geopolitica è

un sistema, un metodo, una scienza di analisi che individua, identifica e

ricerca i fenomeni conflittuali, le tendenze dicotomiche e le strategie offensive e

difensive della politica internazionale incentrate sul possesso di un

determinato territorio sotto il triplice specchio di quelle che sono

l’influenza dell’ambiente geografico (fisico e umano), delle argomentazioni

politiche e/o ideologiche dei contendenti e delle trasformazioni o linee di

tendenza globali. Un simile strumento – perchè tale deve considerarsi la

geopolitica (mezzo e non fine) – potrà sostenere rivendicazioni a carattere

territoriale, linee di sviluppo industriali e commerciali, politiche

economiche, espansionismo e imperialismo delle nazioni. Sia chiaro comunque

che quando si parla di geopolitica si intende essenzialmente la

contrapposizione, rivalità e dicotomia tra Stati e/o forze politiche

organizzate su un territorio: è il ‘limes’ che disegna i conflitti e sono le

caratteristiche dei singoli Poteri in lotta che determinano la dimensione

del conflitto.

L’analisi della politica “estera” italiana delineatasi in contemporanea con

la prima guerra mondialista per il petrolio scatenata nel 1991 da Washington

per varare il progetto di “Nuovo Ordine Mondiale” nella cui “entrata” anticipò

con gaudio e malcelata soddisfazione l’allora presidente statunitense Bush deve

dunque procedere da questa valutazione di ordine geopolitico, strategico e -

non ultimo – economico al quale potranno sommarsi altre componenti (la

storia, la cultura, la tradizione) che sono le argomentazioni secondarie – siano

esse di tipo cartografico, ideologico o sentimentale – determinanti evoluzioni o

involuzioni delle prospettive di espansione o contrazione del ‘peso’

specifico nazionale complessivo dei diversi fattori .

La nostra politica estera per il post-Guerra Fredda sarà anticipata, a

livello politico, dalla proposta – presentata dall’allora ministro della Difesa on.

Virgilio Rognoni – sul “nuovo modello di difesa” che rappresentò per il

paese il passaggio – o per esser più chiari il punto di non ritorno – da una

condizione di “accettazione maltollerata” del nostro paese all’interno dei

meccanismi di difesa NATO ad una di organica collaborazione fondata

sull’evoluzione in senso ‘bellicistico-interventista’ che – da quel momento

in avanti – caratterizzerà sempre più il ruolo italiano interno

all’organizzazione atlantica: da una condizione di paria e “bulgari” della NATO

gli italiani venivano ‘promossi’ a pieni voti e il paese assumeva la funzione – che

geopoliticamente peraltro le era propria – di perno del sistema difensivo

atlantista nel quadrante geostrategico mediterraneo o, per dirla con i

documenti presentati dall’esecutivo italiano (“Libro Bianco della Difesa del

1985″), a “recepire in toto (…) le indicazioni della strategia militare

NATO”. Con questa assunzione di responsabilità piena il governo di Roma

diventava “adulto” per operare con missioni all’estero andando ad

assecondare una politica imperialista e sostenendo le nuove forme di belligerante

ricatto planetario yankee che assumerà il dopo-Guerra Fredda: interventi di “polizia

internazionale”, “missioni umanitarie”, “partnership strategiche” o attività

di “peacekeaping” saranno le ‘formulette’ massmediatiche con le quali l’Italia

si appresterà a seguire, come un cagnolino addomesticato al laccio del padrone,

l’avventurismo guerrafondaio “made in USA”.

E’ interessante notare come il progetto per il nuovo modello di difesa

italiano venne all’epoca ‘rappresentato’ quale necessità basilare della

nostra politica estera e di difesa “conformemente” agli obiettivi di “tutelare”

quelli che dovevano essere i nostri “interessi nazionali”. Tali alchimie

dialettiche utilizzate nei documenti presentati all’epoca dai vertici politici

democristiani e socialisti per il rinnovamento (…si apprestavano a

‘rifarsi’ il maquillage…) delle nostre forze armate rispondevano in realtà a quelle

linee guida della politica estera neo-imperialista di Washington e

recepivano la stessa filosofia che muoveva il pensiero bellicista statunitense per il

quale gli interessi nazionali americani venivano definiti “intercambiabili,

come guida della politica mondiale dello Stato, con i “valori fondamentali”

e con i “valori e gli ideali” dei padri fondatori….” ( Rapporto del National

Security Strategy – I nostri interessi ed obiettivi negli anni 90). Ancor

più chiaramente, ad una prima lettura di quella proposta di revisione del

potenziale offensivo delle nostre forze armate, venivano a evidenziarsi la

realtà e la funzionalità di quelli che eufemisticamente vennero definiti

come “nostri interessi nazionali” come, nè più nè meno, un programma di

modernizzazione volto alla più vasta “difesa” degli interessi

“dell’Occidente”. Occidente che, fuor di metafora, deve intendersi come

sistema di sfruttamento capitalistico su basi plutocratiche nella forma

quanto nella sostanza subliminato dall’American way of life e da un consumismo fine

a sè stesso che può permettersi bellamente – come accade in America appunto -

di ‘bruciare’ intere produzioni (si pensi a quella cerealicola yankee) che, da

sole, potrebbero benissimo essere utilizzate per sfamare intere nazioni

dell’Africa, dell’America Latina o dell’Asia….Le radici del capitale,

senza scomodare Marx e ‘sinistri’ di ogni ‘risma, sono essenzialmente quelle del

processo di sviluppo degenerato in una produzione per la produzione,

nell’accumulazione di risorse e capitali, nella logica del profitto e del

plusvalore, nell’esportazione lucrativo-commercial-usurocratica di mezzi

tecnologici, merci e prodotti di consumo dai quali il capitalista ottiene un

surplus di interessi…

Ci occuperemo, quando sarà il momento, anche della teoria marxista delle

relazioni internazionali secondo cui tutto ciò che viene concepito

comunemente dalle scuole di dottrina geopolitica nazionali deve rientrare nella visione

economicistica e materialista che fa da sovrastruttura del pensiero

deterministico tipico del “socialismo scientifico”. La teoria in questione

ripropone uno schema abbondantemente collaudato dai mestatori di idee

marxisti secondo il quale ad una legge ineguale di sviluppo del sistema capitalistico

corrisponde la determinazione di una dinamica di pluralità di potenze e poli

di potere i quali – per loro caratteristiche precipue – saranno

nell’impossibilità di mantenere durature le alleanze e quindi si modificheranno

provocando situazioni internazionali complesse di equilibrio/squilibrio

conformemente alla ideologia leninista per cui le forme e lo sviluppo della lotta tra

Stati capitalistici mutano continuamente mentre ciò che rimane immutabile – per il

fondatore dell’URSS e principale teorico della prassi rivoluzionaria

applicazione dello ‘scientismo’ marxista – è il concetto di “lotta di

classe” che Lenin intende come lotta economica per la spartizione del mondo. Per il

marxismo la dinamica delle relazioni internazionali poggia essenzialmente

sulla dinamica di sviluppo economico e politico in quanto già lo stesso Lenin

aveva sostenuto, in occasione del Congresso della Sinistra di Zimmerwald nel 1915,

che “tutto il mondo si fonde in un unico organismo economico. Tutto il mondo

è diviso fra un pugno di grandi potenze” (1) contro le quali, al proletariato

mondiale non restava altro che dichiarare guerra aperta. Ritorneremo

compiutamente sull’analisi delle linee generali della teoria marxista delle

relazioni internazionali.

La politica estera di uno Stato, non da oggi ma particolarmente nell’epoca

presente ossia in piena globalizzazione dei mercati, dovrà inevitabilmente

rappresentare quelli che sono gli interessi capitalistici delle imprese

“nazionali” che traghetteranno/esporteranno i loro prodotti nell’One World ,

mondo unidimensionale e paradiso delle contrattazioni multinazionali

dell’alta finanza, realizzando profitti attraverso i quali continueranno ad alimentare

la loro capacità di sviluppo costituendo la principale valvola di sfogo per le

politiche economiche interne. Questa situazione si ricollega alle linee

programmatiche nazionali di politica estera tracciate fin dalla metà anni

Ottanta ed attivatesi con la prima guerra mondialista per il petrolio.

L’Italia, perfettamente inserita nel sistema difensivo NATO e responsabile

assieme alla Turchia del ‘fianco meridionale’ del continente europeo,

risulterà quindi una base fondamentale per gli interessi strategici e le volontà

egemoniche statunitensi di espansione verso sud/est come dimostreranno le

successive guerre di aggressione condotte dall’amministrazione USA contro

Serbia, Afghanistan ed Irak.

Il ruolo dunque italiano è subordinato alle strategie d’espansione del

capitalismo, del proprio come di quello della nazione – gli Stati Uniti -

che detengono le chiavi della sovranità nazionale e con esse qualunque ipotesi

di reale autonomia economica e politica del “belpaese”, colonia yankee oramai

da oltre sessant’anni, per il quale risulterà necessario un approccio

“pragmatico” in relazione a quelle che saranno le sfide presenti e future di un’economia

sempre più globalizzata e rispetto ad una politica internazionale che offre scenari

in profonda trasformazione. Ecco quindi comprensibile la valutazione

e l’analisi della situazione relativa al ruolo internazionale dell’Italia così

come presentata a metà anni Ottanta nel “modello di Difesa” che attuava

direttive d’ispirazione atlantico-statunitense incanalandole all’interno

della tradizionale geopolitica italiana: “La politica di sicurezza italiana ha

storicamente presentato una dimensione bivalente – continentale e

mediterranea – con l’enfasi posta ora sull’una ora sull’altra al variare dello scenario

internazionale, del contesto delle alleanze e degli obiettivi perseguiti. Se

la preminenza della dimensione continentale risale fin agli albori della

formazione dello Stato unitario, il consolidamento di quest’ultimo e

l’aprirsi dell’Italia verso l’esterno – con la conseguente attenzione rivolta al

bacino meridionale ed ai Paesi del litorale nord-africano – hanno condotto la

dimensione mediterranea a divenire anch’essa fattore permanente della nostra

politica di sicurezza. D’altronde il carattere bivalente della nostra

collocazione strategica è naturale conseguenza della posizione geografica

del nostro paese. Da un lato, infatti, esso si configura quale settore

meridionale dell’Europa continentale, alla quale è strettamente connesso da vincoli

storici e culturali, nonchè in misura crescente da legami comerciali e industriali.

Rappresenta lo sbocco al mare delle Nazioni alpine e l’accesso da sud verso

la Mittel-Europa. Costituisce una componente naturale dell’Europa occidentale

e, nel contempo, apre le sue porte orientali verso l’area balcanico-danubiana,

ove la strutturazione politica ed economica è ancora “in fieri” ed ancora

storicamente accompagnata da fermenti, tensioni ed interne instabilità e

conflittualità. D’altro la Penisola rappresenta elemento centrale dell’area

geo-strategica che si estende unitariamente dallo Stretto di Gibilterra fino al

Mar Nero, collegandosi, attraverso Suez, col Mar Rosso, il Corno d’Africa e il

Golfo persico. (…) Il profilo geo-strategico italiano è anche determinato

dalla natura e dalla vastità degli interessi economici e dall’estensione dei

commerci. L’Italia è carente di materie prime, è sostanzialmente Paese

manifatturiero che fonda la sua struttura produttiva ed il suo benessere

economico sulla trasformazione e sul relativo flusso import-export.

Nell’ambito di tale realtà, assumono elevato rilievo da un lato gli importanti legami

industriali e commerciali con l’Europa continentale, dal’altro la dipendenza

dell’Italia dall’importazione di materie prime strategiche; in particolare

risorse energetiche e prodotti minerali: le prime largamente concentrate

nell’area del Golfo persico, i secondi prevalentemente provenienti da alcuni

Paesi del continente africano. Da ciò dipende, tra l’altro, la significativa

vulnerabilità strategica dell’Italia nei settori dell’interscambio

commerciale e dell’approvvigionamento petrolifero.” (2)

Una simile prospettiva era, del resto, venutasi a palesare con maggior

urgenza (per quanto riguardava i ritardi ‘cronici’ delle nostre forze armate in

fatto di tecnologie e armamenti) con lo spostamento dell’asse della politica

estera statunitense all’indomani della cosiddetta “guerra fredda”: l’America

reaganiana trionfante nei confronti del blocco comunista dell’Europa

Orientale andava riordinando la propria dimensione – apprestandosi a diventare unica

superpotenza globale – e le proprie mire strategiche con il riassetto del

suo baricentro militare e strategico verso il sud del Mediterraneo e l’area del

Vicino Oriente contro la quale avrebbe dirette le sue future campagne

militari a difesa degli interessi della plutocrazia mondialista.

Anche le forze armate ‘tricolori’ si apprestavano ad una poderosa opera di

‘revisione’: il ruolo geostrategico, politico ed economico italiano diveniva

determinante e funzionale – nell’ottica del nuovo ordine mondiale a guida

USA – per sostenere la macchina bellica americana ‘puntata’ verso il sud del

Mediterraneo e diretta contro le nazioni e, più vastamente, contro l’intero

mondo islamico. ‘Scoperto’ il “nemico” di turno l’America si preparava a

sostenere la sua leadership mondiale con una strategia di contenimento delle

spinte e delle pulsioni provenienti dall’area vicino-orientale e mediante

l’esportazione manu militari della “democrazia” per la costituzione di

un’area ‘franca’ di interscambi commerciali (il “Nuovo Medio Oriente” del quale

diffusamente parlarono i centri studi strategici e la Rand Corporation

all’indomani dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001) che, con

“Israele” quale gendarme regionale, e al lato di quei paesi arabi

“moderati” (Egitto, Giordania, Arabia Saudita e petrolmonarchie del Golfo) avrebbe

facilitato l’israelizzazione dell’intera regione che, più o meno

conseguentemente, sarebbe diventata la punta di lancio per una

“americanizzazione” e “occidentalizzazione” del blocco vicino-orientale.

“Nel quadro della concezione di un mondo diviso tra un Nord tendenzialmente

pacifico e un Sud tendenzialmente turbolento – scrivevano i vertici del

Ministero italiano della Difesa agli inizi dei Novanta -, il documento

focalizzava l’attenzione sulla “frontiera meridionale” che separa l’Europa

“in evoluzione verso un futuro più stabile”, dall’area comprendente il Medio

Oriente e il Nord Africa percorsa da una “linea di instabilità e di rischio

che si estende dal bacino del Mediterraneo al Golfo persico”.

E’ in questo contesto che, finita la contrapposizione Est-Ovest, veniva

delineandosi un nuovo rapporto tra mondo arabo-islamico ed Europa

occidentale il quale assumeva “un suo autonomo ruolo” e si andava configurando

- come recitava il documento in questione – come “più generale confronto tra una

realtà culturale ancorata alla matrice islamica ed i modelli di sviluppo del

mondo occidentale”, nel cui contesto il conflitto arabo-israeliano

rappresentava “un’emblematica chiave interpretativa del rapporto Islam-Occidente”.

Indipendentemente da quali saranno in futuro i lineamenti della geopolitica

italiana, la quale continuerà ancora ad essere subordinata a quella

statunitense (la scelta di campo atlantista è irreversibile fintanto che

avremo una politica continentale incapace di sganciarsi dai diktat e dalle

pressioni di Washington), constatiamo che questa si muoverà sulle linee direttive

tracciate dalle sue necessità economico-commerciali ossia gli interessi

capitalistici della società consumistica italiana.

Anche volendo tracciare in questo contesto un futuro per gli orizzonti

geopolitici nazionali risulterebbe oltremodo prematura qualsiasi

considerazione che non tenesse nel dovuto rispetto le linee di espansione

del capitalismo nazionale e la sua posizione subalterna agli interessi americani:

la riconsiderazione in termini geopolitici dei nostri interessi nazionali, che

erano stati rimossi assieme al concetto stesso di nazione durante il periodo

della cosiddetta Prima Repubblica, dovranno accompagnarsi ad una nuova fase

di rinascita e rinnovamento nazionali dei quali, sia detto per inciso, non

s’intravedono all’orizzonte neppur le ombre… Anche le cosiddette aperture

ai paesi fornitori di materie prime (si chiamino Russia o Arabia Saudita, Libia

o Iran) sono palesemente compresse e ridimensionate dalla politica filo-

statunitense che innegabilmente va a restringere l’autonomia e una eventuale

indipendenza sulle decisioni che ‘contano’….

Questa mancanza di autonomia e indipendenza riduce da decenni – in maniera

evidente per chiunque non si accontenti di joint-venture e partecipazioni a

rimorchio o dell’accattonaggio commerciale di seconda mano (tipico peraltro

dell’azione ‘estera’ dei politicanti italioti dal 2.o dopoguerra mondiale ai

giorni nostri) prerogativa di quello che rimane un capitalismo provinciale e

straccione – il ruolo geopolitico e strategico dell’Italia chiamata, nel

prossimo futuro, a continuare ad esercitare la propria funzione di “utile

idiota” dell’imperialismo statunitense….

Avremo comunque senz’altro occasione per analizzare compiutamente e

diffusamente quelle che sono le dinamiche della politica estera italiana in

funzione dei propri interessi capitalistici e in rapporto con i capitalismi

stranieri. Il tempo non ci manca.

http://dgs_palinuro.blog.tiscali.it/files/2007/04/113972167d3.jpg



Link alla pagina:
L’Italia nel Nuovo Ordine Mondiale (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/24/litalia-nel-nuovo-ordine-mondiale/)

Boris
24-06-10, 23:08
Sì Lupa Nera è iscritta ma si logga molto raramente.
E' più facile che la becchi su FB ma anche lì credo abbia centinaia di contatti e non so se e quando ti risponderà.

DHB legge regolarmente questo forum ... se mi autorizzerà a farlo la mail posso passartela io.
Però so già che mi chiederà chi tu sia ... ed io non ti conosco.
Eventualmente usa i PVT e mi dici lo stretto minimo indispensabile (se credi).

Grazie Lupo. Non ho Facebook se e' a quello che ti riferirivi.

Appena hai sue notizie fammi sapere via pvt. :ciaociao:

Verona Front
25-06-10, 10:29
http://www.libroelibri.com/IslamEGlobalizzazione-Cerchio.gif

Boris
25-06-10, 12:13
Oggi ho letto sul blog che DHB compie 40 anni...AUGURI!

arba
25-06-10, 12:57
Non è una giornalista ma molto più semplicemente un agente del Mossad...
Comunque ha intenzione di scrivere un articolo su Dago perchè se ne è pazzamente innamorata, ma lui l'ha sempre rifiutata...da vero "Uomo di Razza"!:sofico:

un vero ''uomo di razza'' non si fa postare gli articoli dagli altri ....:giagia:
io innamorata del Bellucci ?..nei suoi sogni, certo! ma lasciamoglieli pure, eh
sui sogni altrui non si discute.

se il bellucci, che ogni tanto scrive qualcosa di interessante ( non ho problemi ad ammetterlo ) controllasse quello che posta, specie quando posta la solita paranoia sul talmud, si accorgerebbe che molte delle citazioni presunte talmudiche con le quali decora i suoi articoli, esistono solo nel cervello di chi le ha inventate.
Una a caso, eh : Sanhedrin 74b, ...ci vuole poco a controllare se esiste o meno...poi se uno vuole continuare a fare il copia ed incolla per fare il suo punto, servendosi di cavolate senza senso ...insomma ...Bellucci, perchè ti abbassi così, da persona intelligente quale sei?

poi per finire, e grazie per l'attenzione comunque: non è un controsenso su identità e Tradizione dell'Europa postare continuamente foto e propaganda di quei tristi fanatici medievali di hezballah?

Lupo
25-06-10, 13:44
http://belluccidago.files.wordpress.com/2010/06/daghissimo.jpg?w=369&h=267

I primi quarant'anni di Dagoberto Husayn Bellucci ( 25 GIUGNO 1970 – 25 Giugno 2010 )

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( Pierangelo Bertoli – “A muso duro” – Album “A muso duro” 1979 )

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( Max Pezzali – “Grazie mille” – Album “Grazie mille” 1999 )

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( Max Pezzali – “Torno subito” – Album “Time Out” 2007 )

Autocelebrazione o semplice ‘tirar di somme’ a quarant’anni esatti?
Probabilmente ne’ l’una ne’ l’altra cosa…o entrambe…mah….che volete che
vi diciamo: giudicherà il lettore se ne avra’ voglia e se lo riterra’ opportuno.

Per noi uno scritto: uno fra i tanti nè più nè meno importante anche se,
indiscutibilmente e sicuramente, in vena di ‘dagocentrismo’….

Qualunque cosa sara’ e qualsiasi cosa ne verra’ fuori possiamo dire che
potrebbe essere un’occasione ulteriore per rifare il punto della situazione,
la nostra e la ‘altrui’, non comprendendo fra questi deambulanti fallimenti
esistenziali ovviamente chi – e non sono ‘stranamente’ pochi – ci è rimasto
vicino….

Di norma si allontanano ….anche in ‘fretta’….e quando se ne “avvicinano”
troppi e tutti assieme allora siamo eventualmente noi, oggi come ieri, ad
evitare “avvicinamenti” che non siano conformi a pre-condizioni ontologico-
politiche ‘decenti’. E senza ovviamente parlare di quelle semplicemente
“caratteriali” che indiscutibilmente ci vedono, da una vita, costretti, alla
selezione “naturale”….

In qualcosa il ‘buon’ vecchio Darwin ci aveva visto ‘giusto’: le ‘specie’
esistono…come esistono, alla faccia dei cerebrolesi contemporanei del
buonismo pacifinta modernista e multicolored umanitaristico-internazionalista, le
razze, le etnie, le nazioni. Da sempre e’ cosi’ e sempre sara’ cosi’…’piaccia’ o
dispiaccia in ‘giro’…

Per ciò che ci riguarda possiamo solo sottolineare: MAI STATI MEGLIO!

http://www.antonellaricciardi.it/immagini/Bellucci_durante_aggressione_israeliana_al_Libano_ del_2006.jpg

E, sia detto per inciso, mai stati meglio prima d’ora ….alla faccia di chi
ci vuole male e dei tanti (…anche questi non sono mai pochi…) che, magari
gufando (….un pò come mezza Italia contro i ne(g)roazzurri – la squadra più
‘colored’ d’Italia – alla finale di Champions League a Madrid…noi non ‘gufavamo’ …
in Europa, da sempre, Real Madrid o Bayern Munchen quindi ‘ovvio’ che non supportassimo gli ‘italiani’…
oltretutto…dove cazzo erano gli ‘italiani’…a malapena ne abbiamo visto ‘entrare’ uno…a 1 minuto dalla fine…
Grande prova d’orgoglio quella della squadra di Van Gaal …solite ‘ripartenza’ e catenaccio puro vecchia scuola
italiana quelli messi in mostra dall’Internazionale – …perche’, piaccia o
meno, lo “special One” portoghese, Jose’ Mourinho, non ha inventato un beneamato
cazzo di niente …e i ‘tituli’ li vincerebbe pure l’Armando Picchi di
Livorno qualora fosse messo nelle condizioni di ‘acquisire’ a stagione sei dei
migliori calciatori a livello mondiale come ha fatto Moratti l’estate scorsa …-
peraltro tattica difensivistico estrema vista già nel ritorno della
semifinale di Barcellona e poi a Madrid dai meneghini….per chi ama il bel calcio due
incontri incomprensibili….e tralasciamo ogni ‘polemica’ relativa ai
‘regali’ di cui ha goduto la squadra nerazzurra…dal gol in perfetto fuorigioco di
Milito all’andata a San Siro al secondo del Barcà, regolarissimo, che avrebbe dato
a Messi&compagnia bella la finale fino al rigore negato ai tedeschi dopo un
quarto d’ora di gioco…ma questa è storia ‘vecchia’….oramai i ‘penalty’
contro l’Inter sono una rarità…2008-09 un campionato intero 38 incontri e zero rigori al passivo…
e poi ci sono i supporters interisti che si ‘lamentano’ di “complotti contro”…
tant’è Maurizio Lattanzio tifava – da fascista – l’Inter….e
anche il cameragno Manzini…come la stragrande maggioranza dei ‘camerati’
conosciuti…l’Inter rimane la squadra più ‘fascista’ d’Italia….assieme
alla Lazio e dopo il Verona…c’è anche – non sottovalutateli – l’Ascoli…a
Livorno invece c’abbiamo la curva stalinista doc….’capita’…), hanno ‘plaudito’ o
comunque si sono sentiti in dovere di ‘soddisfacimenti’ “vari” sapendo di
recenti incidenti motociclistici: ‘tranquilli’ …ci siamo abbondantemente e
completamente ripresi e – ci ‘pare’ evidente – abbiamo ripreso più e meglio
di prima a scrivere.

E quando scriviamo significa solo una cosa: che va tutto bene. Possibilmente
possiamo scrivere che ci sta andando pure a gonfie vele da un annetto
abbondante a questa parte….

Stranamente visti gli ‘esiti’ di alcune vicende giudiziarie che ci
riguardano e altrettanto più stranamente considerando che non sono state poche le
interazioni ‘contrarie’ o , per esser più esatti, di ‘contrasto’ provenienti
da diversi ‘ambienti’. Queste, oltretutto, non mancano mai: “pane quotidiano”
da sempre ….quando mancano casomai e’ il caso di iniziare a preoccuparsi.

Ovviamente Noi tranquilli mai (…”Ma noi ma noi ma noi no/ bocca chiusa mai/
ci viene di parlare/ ci viene di cantare/ qualche volta anche di urlare”
sottolineava il compianto Augusto Daolio in “Ma noi no”…)….sara’ ma proprio
ci riesce difficile pensarci “paciosamente” sereni magari con a fianco una
mogliettina tutta casa&fornelli, un insieme onnicomprensivo di
“problematiche prolistiche” quotidiane da affrontare o, ‘peggio’, diatribe “lavorative”
di ogni genere e sorta o scazzi con il capoufficio/il caporeparto o chiunque
altro intendesse se stesso quale “nostro capo”….Semplicemente non esiste! Ne’
esistera’ mai!

Lo ripetiamo e continueremo a ripetercelo, a Noi stessi prim’ancora che agli
altri, …ne’ capi da seguire ma neppure allievi da “allevare” (…quando e se –
ammesso e non concesso che cio’ possa mai accadere – decideremo di darci all’
allevamento di qualcosa sicuramente non sara’ di “bipedi” deambulanti e
sparanti cazzate a ruota libera….ci sono tante altre specie di ‘bestiame’ al
quale rivolgere serenamente le nostre attenzioni….danno meno “fastidi” e
procurano molti meno “malesseri” …”allevateli” voi i beoti contemporanei e
buon “lavoro” di formazione ontologico-razziale….): semplicemente Noi siamo cio’
che il tempo, l’esperienza, la vita e le nostre idee hanno plasmato dando forma
scolpita ad uno stilema di irriducibile e astiosa indisposizione verso tutto
e tutti…..

Indistintamente, non facciamo da tempo piu’ “caso” ai dettagli, rifuggiamo
la monotonia della vita moderna, il ripetersi noioso e stancante delle
“esperienze”, la banalita’ del presente.

Considerazioni personali oltremodo ‘opportune’ per una ricognizione
analitica che intenda “approfondire” maggiormente quarant’anni di vita “vissuta”….

Cominciamo dunque da un dato fattuale: la vita è un insieme – a volte
ripetitivo a volte multiforme – di problemi da affrontare e di prove da
superare; nessuno ti regala niente e niente ti è concesso; tutto invece è da
guadagnare lottando e, se necessario, sfoderando le unghie e/o le zanne….
dunque occorre saper restare in piedi tra le rovine ed oltre le rovine….

Rovine materiali di macerie di una Identita’ che e’ andata schiantandosi nei
meandri della storia dell’Europa. Rovine spirituali di una discesa verso il
baratro di cosmica imbecillita’ dilagante che ha scaraventato i
contemporanei nel nichilismo piu’ avvilente (quello autodistuttivo di una societa’
senza piu’ ideali ne’ valori) tramutandone le umane virtu’ in vizi animaleschi….Nella
terra di nessuno contemporanea oramai si agitano senza sosta e senza meta
individui disintegrati caratterialmente ed incapaci di qualsivoglia , anche
minima, forma di reazione.

Noi esistiamo e resistiamo! E, di questi tempi, non e’ “poco”….tutt’altro!
Abbiamo dunque stabilito di fissare i cardini, l’abc, i “fondamentali” della
Politica quella con la P maiuscola e procederemo per “gradi” attraverso
ricognizioni analitiche che individueranno le scadenze di marcia delle
fallimentari esperienze altrui, dei logorroici piagnesteismi altrui e delle
altrui insufficienze.

Analizzeremo compiutamente quelle che saranno le principali dinamiche d’
intersezione della questione ebraica rispetto alla societa’ consumistico-
contemporanea ed al suo suinesco procedere….preliminare necessario per
addivenire ad una concezione organica del “virus” infettivo rappresentato
storicamente dall’azione da quinte colonne degli elementi e/o soggetti giudei
o giudaizzanti all’interno delle societa’ non ebraiche.

Recita un ‘adagio’ pisano di altra ‘epoca’: “Chi sa sa e chi non sa su
danno!”. ‘Informatevi’….Gli ebrei esistono….sono davanti a voi…disseminati
un po’ ovunque…Basta ‘riconoscerli’…se li conosci li eviti e se li eviti puoi
anche, forse, eliminarle l’influenza negativa. ‘Altro’ ovviamente servirebbe
poi per “combatterli” in maniera conforme…Ma qui si entrerebbe in tutt’altro
“discorso”…

Indivueremo le principali mutazioni nei rapporti politici internazionali e
nazionali con particolare riferimento al quadrante geopolitico e strategico
del Vicino Oriente e dell’entita’ criminale sionista occupante la Terra Santa di
Palestina.

Infine crediamo utile soffermare la nostra attenzione su quelli che sono
stati alcuni dei momenti (…episodi inenarrabili e memorie assolute…) ‘topici’ di
una “vita a capofitto”….noi preferiamo oggi sottolineare semplicemente “spesa
bene”….dalle esperienze giovanilistiche nelle file del MSI e del mondo eterogeneo
e variopinto delle curve ultra’ ad approcci militanti con la realta’
extraparlamentaristica dell’estrema destra fino alla conversione all’Islam
shi’ita ….

Ed ancora ed insieme nomi di donne (…non ‘pretendiate’ l’impossibile dei
“cognomi”….sarebbe una fatica vana solo mettersi a provarne la ‘conta’….) ,
nomi di “femmine” piu’ o meno “di razza”….nomi dimenticati o da dimenticare….

Ancora ….qualche conflitto “vissuto” ….dalla ex Yugoslavia al Vicino
Oriente….tanti volti, tanta disperazione, tanto dolore. Tragedie sempre diverse ed
uguali nella loro cruda e crudele realta’: morte e vita intrecciate in un
lamentoso e infinito trascorrere del tempo. Perche’ quando ti trovi –
parafrasando un film sul conflitto libanese del 2006 uscito un paio di anni
or sono – “under the bomb” …il tempo non passa mai.

Ricordi …emozioni….sensazioni….Anche, soprattutto, adrenalina che si muove,
fluida come un magma incandescente ….adrenalina che entra in circolo ovunque….
l’istinto che ti dice cosa fare e cosa non fare….l’attimo fuggente che puo’
risultarti “fatale”….. Tutto e niente che si fondono indistintamente…Come il
giorno e la notte. Come luce ed ombra.

Perche’ – ad ogni buon conto – la vita e’ sempre ed irriducibilmente una
sfida ed una “gara”… ( “Da quando ho imparato a camminare ,ho iniziato a correre”
– Friedrich Nietzsche ) e , alla fine, vince solo chi non arretra, chi resta
in piedi, chi arriva davanti, chi – soprattutto – ha saputo tener fermo con
coerenza malgrado tutto e tutti, al di la’ dell’approvazione o
disapprovazione altrui…

Il ‘resto’ sono tutte “ciancie” di qualche cranio ebraico, bazzecole,
frastuono lontano, echi di belati piu’ o meno supini dinanzi alle novelle
forche caudine sistemico-sinagogiche….

Il mondo si divide in due categorie: da un lato i servi kippizzati e
sodomizzati dalla Sinagoga Mondialista; dall’altro lato invece si situano
gli individui liberi che rifiutano il diktat mondialista-omologante dell’One
World e la “lex judaica” onnipervadente nella porcilaia occidentale….

In ‘mezzo’ – carillon alla ‘mano’ – lattanzianamente restiamo Noi …arbitri
di una contesa alla quale non partecipiamo piu’ (…nemmeno emotivamente…) ma
verso la quale ‘miriamo’ in attesa di un “esito” e di una “verifica”….

Quarant’anni e un giorno…..la vita continua! E continua come sempre come
fosse – giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto -un irriducibile e
inimitabile fronte di combattimento!

http://www.pixelvixen707.com/wp-content/uploads/2009/04/sniper.jpg

La battaglia non e’ finita….Anzi …non deve finire!

HEIL DHB….ADELANTE!

Link alla pagina:
Belluccidago's Blog (http://belluccidago.wordpress.com/)

Lupo
25-06-10, 13:49
Oggi ho letto sul blog che DHB compie 40 anni...AUGURI!
Anche da parte di Lupo ... :D
Devo dire che li porti bene. ::giagia:

Auguri Dagoberto!!!

Lupo
25-06-10, 14:25
http://img28.imageshack.us/img28/559/87399269.jpg

http://img63.imageshack.us/img63/6073/tittik.jpg

http://img28.imageshack.us/img28/5913/zark.jpg

http://img52.imageshack.us/img52/7736/87516014.jpg

http://img63.imageshack.us/img63/5433/zar2.jpg

http://img638.imageshack.us/img638/148/zaredago1.jpg

Avamposto
25-06-10, 15:17
Oggi ho letto sul blog che DHB compie 40 anni...AUGURI!

Auguri anche dall'Abruzzo!

Avamposto
25-06-10, 15:25
se il bellucci, che ogni tanto scrive qualcosa di interessante ( non ho problemi ad ammetterlo ) controllasse quello che posta, specie quando posta la solita paranoia sul talmud, si accorgerebbe che molte delle citazioni presunte talmudiche con le quali decora i suoi articoli, esistono solo nel cervello di chi le ha inventate.
Una a caso, eh : Sanhedrin 74b, ...ci vuole poco a controllare se esiste o meno...poi se uno vuole continuare a fare il copia ed incolla per fare il suo punto, servendosi di cavolate senza senso ...insomma ...Bellucci, perchè ti abbassi così, da persona intelligente quale sei?




Se Arba avesse letto bene quel passo della recensione di Bellucci a "Studi sul Talmud" si sarebbe accorta che il passo citato (Sanhedrin 74b) viene riportato integralmente - peraltro assieme ad un'altra decina di altre 'perle' talmudiche anticristiane - dal saggio di Pohl.

Ho controllato sul libro in questione (edizioni "All'Insegna del Veltro" di Parma) ed effettivamente e' citato cosi' come appare: Arba dunque ha pisciato fuori a prendersela con DHB.

Ammesso che cio' che lei scrive sia vero (e non mi fiderei mai di un'ebrea) dovrebbe dirci se gli altri passaggi talmudici citati sono tutti falsi o "copiaincolla" come scrive.

Resta il fatto che quella e' un'ottima recensione di un libro che per gli ebrei, come ampiamente dimostrato, e' considerato un testo sacro ed essenziale.

Un libro che e' un autentico dizionario dell'odio e del disprezzo dei non ebrei.

Avamposto
25-06-10, 15:27
Tre domande per Arba (se vorra' rispondere):

1. Ti dichiari ebrea: praticante o laica?
2. Se praticante: di rito ortodosso o riformato?
3. Hai cittadinanza italiana, israeliana o entrambe?

Grazie per la gradita risposta.

Verona Front
25-06-10, 16:06
un vero ''uomo di razza'' non si fa postare gli articoli dagli altri ....:giagia:
io innamorata del Bellucci ?..nei suoi sogni, certo! ma lasciamoglieli pure, eh
sui sogni altrui non si discute.

se il bellucci, che ogni tanto scrive qualcosa di interessante ( non ho problemi ad ammetterlo ) controllasse quello che posta, specie quando posta la solita paranoia sul talmud, si accorgerebbe che molte delle citazioni presunte talmudiche con le quali decora i suoi articoli, esistono solo nel cervello di chi le ha inventate.
Una a caso, eh : Sanhedrin 74b, ...ci vuole poco a controllare se esiste o meno...poi se uno vuole continuare a fare il copia ed incolla per fare il suo punto, servendosi di cavolate senza senso ...insomma ...Bellucci, perchè ti abbassi così, da persona intelligente quale sei?

poi per finire, e grazie per l'attenzione comunque: non è un controsenso su identità e Tradizione dell'Europa postare continuamente foto e propaganda di quei tristi fanatici medievali di hezballah?

1) io, come altri camerati, postiamo gli articoli di Dago perchè lui, giustamente, non ha tempo da perdere sui vari fora. Personalmente, invece, continuo a farlo perchè non ho un cazzo da fare tutto il giorno e così posso fare arrabbiare i servi dell'Apparato come te, cara Arba. FAI(T) ATTENZIONE, ANCH'IO TI OSSERVO!
2) ovviamente ero ironico riguardo il tuo amore, ma come sempre l'ironia voi ebrei non la capite...
3) le foto di Hizballah qui stanno bene, perchè loro e noi militanti nazionalrivoluzionari europei combattiamo sullo stesso Fronte Antisionista. Comunque, per farti contenta, guarda un po' qua:
http://www.powerlineblog.com/media/archives/Hizbollah.jpg

Boris
25-06-10, 17:18
un vero ''uomo di razza'' non si fa postare gli articoli dagli altri ....:giagia:
io innamorata del Bellucci ?..nei suoi sogni, certo! ma lasciamoglieli pure, eh
sui sogni altrui non si discute.


Personalmente avevo letto qualche suo articolo di anni fa quando ancora collaborava con "Avanguardia" e le corrispondenze dal Libano.

Condivido molte delle cose che scrive anche se sono cattolico e mi considero un nazionalista europeo vicino al pensiero del Socialismo Nazionale.

Aspetto ancora una risposta da Lupo al quale ho richiesto un contatto-mail con lui: e' un vecchio forumista quindi potrebbe darmi qualche dritta utile su come muovermi qua dentro.



poi per finire, e grazie per l'attenzione comunque: non è un controsenso su identità e Tradizione dell'Europa postare continuamente foto e propaganda di quei tristi fanatici medievali di hezballah?

A dire la verita' ho notato molte discussioni su Hamas ed Hezbollah vecchie di mesi. Non mi sembra che qualcuno faccia problemi perche' si sostiene la lotta di liberazione palestinese o libanese.

Questo casomai Arba e' un problema soltanto per te ed i tuoi amici israeliani.

Boris
25-06-10, 17:22
Una richiesta: come si fanno a postare le immagini?

Cosi' inizio a postarle anche io quelle di Hizbollah cosi' Arba si arrabbia! :D

Lupo
25-06-10, 18:51
Una richiesta: come si fanno a postare le immagini?

Cosi' inizio a postarle anche io quelle di Hizbollah cosi' Arba si arrabbia! :D
Per postare le immagini ci sono 2 casi.

1) Immagini già presenti in internet.
In questo caso dà comando al computer di visualizzare l'immagine.
Si copia il link che c'è nella barra di navigazione del browser (http://....)
e lo si copia nel messaggio da postare mettendo in cima IMG tra parentesi quadre ed in fondo /IMG sempre tra parentesi quadre. Verrà fuori un discorso di questo genere http://...
...jpg

2)Immagini presenti solo sul computer.
In questo caso bisogna hostarle su internet su qualche sito apposito, ad esempio ImageShack:
ImageShack® - Online Media Hosting (http://imageshack.us/)
Quindi si clicca su Browse e si aprono le cartelle del computer, si cerca qualla dove c'è l'immagine, si clicca sull'immagine e si dà comando Upload/Carica adesso.
A caricamento effettuato l'host restituirà una serie di codici tra i quali andare a scegliere quello per forum e ricopiarlo sul messaggio.
Anche questo dovrà necessariamente iniziare e terminare per IMG /IMG racchiusi tra parentesi quadre se si vuole la visualizzazione diretta dell'immagine.

Non fare arrabbiare le signore anche se ebree per favore.
Quì dentro ci si muove male, non vogliono farci aprire un forum specifico SOCIALISMO NAZIONALE
ed inoltre Moderatori e Supermoderatori leggono TUTTO quello che scriviamo pronti a sospenderci al primo insulto o alla prima sconfinamento della Mancino.
Ti invio la mail di Dago via PVT.

Boris
25-06-10, 20:47
Per postare le immagini ci sono 2 casi.

1) Immagini già presenti in internet.
In questo caso dà comando al computer di visualizzare l'immagine.
Si copia il link che c'è nella barra di navigazione del browser (http://....)
e lo si copia nel messaggio da postare mettendo in cima IMG tra parentesi quadre ed in fondo /IMG sempre tra parentesi quadre. Verrà fuori un discorso di questo genere http://...
...jpg

2)Immagini presenti solo sul computer.
In questo caso bisogna hostarle su internet su qualche sito apposito, ad esempio ImageShack:
ImageShack® - Online Media Hosting (http://imageshack.us/)
Quindi si clicca su Browse e si aprono le cartelle del computer, si cerca qualla dove c'è l'immagine, si clicca sull'immagine e si dà comando Upload/Carica adesso.
A caricamento effettuato l'host restituirà una serie di codici tra i quali andare a scegliere quello per forum e ricopiarlo sul messaggio.
Anche questo dovrà necessariamente iniziare e terminare per IMG /IMG racchiusi tra parentesi quadre se si vuole la visualizzazione diretta dell'immagine.

Non fare arrabbiare le signore anche se ebree per favore.
Quì dentro ci si muove male, non vogliono farci aprire un forum specifico SOCIALISMO NAZIONALE
ed inoltre Moderatori e Supermoderatori leggono TUTTO quello che scriviamo pronti a sospenderci al primo insulto o alla prima sconfinamento della Mancino.
Ti invio la mail di Dago via PVT.

Mail ricevuta. Grazie mille.

Vedro' di non esagerare con le foto: comunque mi sembra che riserviate un po' troppa galanteria con Arba, se lo merita secondo te? :chefico:

Spiegami (anche in pvt se ritieni opportuno) cos'e' questo forum "SOCIALISMO NAZIONALE". L'idea e' ottima: ci sto! :gluglu:

Boris
25-06-10, 20:51
un vero ''uomo di razza'' non si fa postare gli articoli dagli altri ....:giagia:



A me questo pare proprio un invito a tornare sul forum....Si vede che un po ti manca...:D




io innamorata del Bellucci ?..nei suoi sogni, certo! ma lasciamoglieli pure, eh
sui sogni altrui non si discute.



E tu lo chiami sogno innamorarsi di un'ebrea? Io lo definirei il peggiore dei miei incubi. Scommetto che anche DHB e' d'accordo con me: ora glielo scrivo e vediamo cosa mi risponde via mail. :D

Dici si ricordera' di te Arba? :chefico:

...II...
26-06-10, 06:16
Sto Bellucci è pro o contro il socialismo nazionale?

Verona Front
26-06-10, 08:58
http://www.libroelibri.com/ConoscereIslam-Cerchio.gif

Avamposto
26-06-10, 12:19
Sto Bellucci è pro o contro il socialismo nazionale?

DHB ha militato in "Avanguardia" all'epoca in cui Maurizio Lattanzio portava avanti il suo progetto "Eurasia-Islam".

Noi lo conoscemmo in quella prima meta' anni Novanta e da allora siamo suoi sodali.

Successivamente ha collaborato come corrispondente dal Libano dove soggiorna oramai stabilmente dal 2004 per il quotidiano romano "Rinascita" (organo del Socialismo Nazionale), per il trimestrale "Eurasia" (rivista di studi geopolitici) e per il sito ItaliaSociale (settimanale del Socialismo Nazionale di Verona).

Le ultime collaborazioni che mi risultano sono quelle con il sito cattolico tradizionalista filo-palestinese di Terrasantalibera.

Attualmente ha un suo blog personale pubblicizzato su TerraSantaLibera-HolyLandFree (http://www.terrasantalibera.org) e continua a pubblicare per Italia Sociale (http://www.italiasociale.net)

Se altri hanno informazioni piu' aggiornate di queste potranno ovviamente intervenire.

...II...
26-06-10, 16:42
Credo sia una persona degna, forse quel suo libro può farmi comodo ( l'islam spiegato da un convertito fuori dal Dar-al-Salam , se ho scritto corretto ).

Ad ogni modo essendo un socialista ha in sé delle potenzialità catastrofiche utili ai nemici.

Boris
26-06-10, 17:44
Credo sia una persona degna, forse quel suo libro può farmi comodo ( l'islam spiegato da un convertito fuori dal Dar-al-Salam , se ho scritto corretto ).

Ad ogni modo essendo un socialista ha in sé delle potenzialità catastrofiche utili ai nemici.

Ti consiglio di contattare Lupo. Lui lo conosce di persona penso che sapra' darti informazioni utili. Io sto aspettando che mi risponda via mail. :ciaociao:

Boris
26-06-10, 19:42
Ancora devo capire esattamente come fare a postare queste foto.... Ho seguito il tuo consiglio ma posta solo il link Lupo...

Lupo
26-06-10, 19:55
Dove hai le foto?
Insomma hai il link?
Sì mi pare di aver capito ...
in cima ci scrivi
in fondo ci scrivi
a mano o facendo un copia-incolla.

Boris
26-06-10, 20:06
Ho il link preso da Internet... aspetta che te lo mando in pvt casomai mi dici come postarlo.

Grazie e scusami ancora per il disturbo.

Lupo
26-06-10, 20:13
Questo è il link:
http://therealbarackobama.files.wordpress.com/2010/03/hamas-02030.jpg
OK
Deve diventare così:
http://therealbarackobama.files.wordpress.com/2010/03/hamas-02030.jpg

Nota che le prime due parentesi quadre le ho fatte in grassetto per farti capire ma servono normali.

C'è la partita ... scappo. :)

Boris
26-06-10, 20:19
http://therealbarackobama.files.wordpress.com/2010/03/hamas-02030.jpg

Boris
26-06-10, 20:21
Vado anche io a vedermi la partita. Non capisco pero' come mai a me non mi prenda le foto...Ho seguito i tuoi consigli...boh! ...

Buona serata Lupo.

Lupo
26-06-10, 20:21
Niente spazio dopo la seconda parentesi quadra.
Deve essere tutto attaccato anche alla fine niente spazi.
(La sintassi è essenziale).
Ti faccio aSSoluto divieto di guardare la partita finchè non ci sei riuscito. :D
In cima niente /
Il colore celeste del link mi dice che devi far sparire quei url tra parentesi quadre e anche le parentesi.

Sì vabbè ... FORZA GHANA!!
Buona serata anche a te Boris.

Boris
26-06-10, 20:28
Niente spazio dopo la seconda parentesi quadra.
Deve essere tutto attaccato anche alla fine niente spazi.
(La sintassi è essenziale).
Ti faccio aSSoluto divieto di guardare la partita finchè non ci sei riuscito. :D


Tremenda punizione! :D





Sì vabbè ... FORZA GHANA!!
Buona serata anche a te Boris.

:giagia: Fuori gli americani dai mondiali. :ciaociao:

Lupo
27-06-10, 08:09
YANKEES GO HOME!! :sofico:

Orrore!! Non sei ancora riuscito a postare le foto!!
Roba da rompere l'amicizia!!

:conf:Come faccio? Se non l'hai ancora accettata ...:chefico:
Accettala che dopo la rompo!! :D

Lupo
27-06-10, 08:28
E oggi pomeriggio nonostante che di giocatori tedeschi in squadra ce ne siano pochi ... nonostante tutto ...


pEdoLKknCi0


OT
Per postare i video e altro clicca sulla mia firma.

Boris
27-06-10, 11:06
YANKEES GO HOME!! :sofico:

Orrore!! Non sei ancora riuscito a postare le foto!!
Roba da rompere l'amicizia!!




In effetti devo ancora apprendere! Comunque YANKEES GO HOME! :D




:conf:Come faccio? Se non l'hai ancora accettata ...:chefico:
Accettala che dopo la rompo!! :D

Prima imparo a postare le foto dopo accettero' l'amicizia :sofico:

Avamposto
27-06-10, 15:37
E oggi pomeriggio nonostante che di giocatori tedeschi in squadra ce ne siano pochi ... nonostante tutto ...


pEdoLKknCi0


OT
Per postare i video e altro clicca sulla mia firma.

DEUTSCHLAND UBER ALLES!

BOMBEN BOMBEN AUF ENGELAND

Avamposto
27-06-10, 17:56
GERMANIA TEUTONICA!

4-1 finale: polverizzata l'Inghilterra (anche se ammetto che non hanno concesso agli inglesi un gol valido sul 2-1 nel primo tempo e c'e' ancora la traversa tedesca che trema su quella punizione a inizio ripresa)

Notizia che sta benone qui: anche DHB tifa, da sempre, Deutschland!

Adesso aspetto la risposta, che mi auguro ci sara', di Arba.

Avamposto
27-06-10, 18:19
Arba ha deciso di non rispondermi e ha preferito uscire. Eppure non mi sembravano domande troppo personali e nemmeno troppo compromettenti. Quando e se vorra' saro' comunque interessato a conoscere le sue risposte e soprattutto capire esattamente quali siano le sue idee (anche se posso immaginarle trattandosi di una sionista).

Lupo
27-06-10, 18:32
http://www.ansa.it/webimages/foto_large/2010/6/27/0100627173903881_20100627.jpg

L'ultima rete dei tedeschi che ha sancito il 4-1 definitivo

http://www.dl6kcf.info/images/Flagge_deutschland.gif

http://www.rainews24.it/ran24/immagini/2010/06/germania-inghilterra2.jpg

http://www.rainews24.it/ran24/immagini/2010/06/germania-inghilterra3.jpg

http://www.rainews24.it/ran24/immagini/2010/06/germania-inghilterra5.jpg

http://jaypgreene.files.wordpress.com/2009/08/deutschland-uber-alles.jpg

Avamposto
27-06-10, 18:51
http://www.ansa.it/webimages/foto_large/2010/6/27/0100627173903881_20100627.jpg

L'ultima rete dei tedeschi che ha sancito il 4-1 definitivo

http://www.dl6kcf.info/images/Flagge_deutschland.gif

http://www.rainews24.it/ran24/immagini/2010/06/germania-inghilterra2.jpg

http://www.rainews24.it/ran24/immagini/2010/06/germania-inghilterra3.jpg

http://www.rainews24.it/ran24/immagini/2010/06/germania-inghilterra5.jpg

http://jaypgreene.files.wordpress.com/2009/08/deutschland-uber-alles.jpg





Lupo anche tu tifi Germania? :chefico:

Quest'anno sembra l'anno buono: ci sono un po' troppi stranieri (un turco, diversi negri e qualche polacco di troppo) ma va bene ugualmente! Quando vince la Germania da fastidio a tutti soprattutto ai jews!

Lupo
27-06-10, 18:55
Lupo anche tu tifi Germania? :chefico:
Mi divido tra Germania ed Argentina ... alcuni giocatori tedeschi sono un pò troppo abbronzati. :chefico:
Nell'Argentina ci sono molti discendenti di Italiani.

Lupo
27-06-10, 18:57
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/19/Brandeburg_Tor.JPG

Avamposto
27-06-10, 18:59
Mi divido tra Germania ed Argentina ... alcuni giocatori tedeschi sono un pò troppo abbronzati. :chefico:
Nell'Argentina ci sono molti discendenti di Italiani.

Ho appena visto la tua risposta, stavo completando la mia domanda.

Concordo sui troppi abbronzati.

L'Argentina e' da tifare solo se gioca contro l'Inghilterra. Ci saranno tanti italiani ma e' una tradizionale colonia ebraica nel Sud America. Una delle comunita' ebraiche piu' influenti di quella zona (ricorderai immagino le pressioni contro l'Iran per quell'attentato a Buenos Aires contro un centro culturale ebraico nei primi anni Novanta).

Germania o Paraguay (e piu' "nazi" :D)

Lupo
27-06-10, 19:14
http://img2.photographersdirect.com/img/16398/wm/pd716947.jpg

In volo sulle bianche scogliere di Dover

http://i233.photobucket.com/albums/ee281/vtrelut/060620095-46-01.jpg

In volo sulla verde campagna inglese

Verona Front
28-06-10, 10:14
agli sbirri che stanno leggendo, do un consiglio:
INTERCETTAMI QUESTO!
http://img12.imageshack.us/img12/2058/zarii.jpg

Verona Front
28-06-10, 10:43
http://www.noctuaedizioni.it/copertinaquestionepalestinese_small.jpg

Lupo
28-06-10, 10:49
http://www.noctuaedizioni.it/copertinaquestionepalestinese.jpg
Interessante.

OT
Belucci?

Boris
28-06-10, 11:28
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/19/Brandeburg_Tor.JPG

Tutti tifosi della Germania qui dentro? :paura:

Nessuno che tifa Spagna come il sottoscritto? :chefico:

Meno male Verona Front non fa parte della banda germanica! Sareste stati un po' troppi....:giagia:

Boris
28-06-10, 11:30
agli sbirri che stanno leggendo, do un consiglio:
INTERCETTAMI QUESTO!
http://img12.imageshack.us/img12/2058/zarii.jpg

:crepapelle::crepapelle::crepapelle:

A proposito belli questi pastori...tedeschi anche loro! :D

Ma allora ditelo che e' una fissa la vostra! :sofico:

Sono di DHB? :chefico: Mi e' passata la voglia di conoscerlo...:D

Boris
28-06-10, 18:30
Un nuovo articolo, appena uscito, contro i siti contrari a Israele. Notevole sforzo della Lobby pro-israeliana per blindare la rete.


L'odio senza frontiere

L'antisemitismo sul web adesso prende di mira i parlamentari italiani

di Fabrizia B. Maggi26 Maggio 2010


In Italia, la lotta all’antisemitismo sul Web inizia ad essere scomoda a molti. Se non fosse così, non si spiegherebbe perché una serie di siti Web si sono infuriati in seguito ad un servizio sul pericolo di questo fenomeno, nel mondo ma anche in Italia, trasmesso qualche giorno fa dal programma “Meridiana” di RaiNews24.

L’intervista alla vicepresidente della commissione Esteri della Camera, Fiamma Nirenstein, e le parole di Stefano Gatti, rappresentante dell’Osservatorio sul pregiudizio antiebraico, sembrano aver irritato le sensibilità di tutti quegli amministratori di siti che promuovono posizioni antisemite e si augurano l’eliminazione dello Stato d’Israele. I responsabili di tali pagine Web si sono irritati al punto da pubblicare minacce e insulti – “velati” il giusto per evitare una denuncia – contro alcuni dei membri del “Comitato d’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo”, a cura della Commissione Esteri e Commissione Affari Costituzionali, ma in particolare contro la Nirenstein, rea di essere ebrea.

Sui siti incriminati non manca proprio nulla. Dalla negazione dell’Olocausto alle tesi complottiste sull’11 Settembre e il ruolo del coinvolgimento del Mossad negli attacchi alle Twin Towers. Lunghi sproloqui sul pericolo che rappresentano tutt’oggi gli ebrei in Europa e sul ruolo attuale dello Stato d’Israele in Medio Oriente, dipinto nel migliore dei casi come l’erede del Nazismo. Svastiche ben in vista, dunque, e continui riferimenti ai Protocolli dei Savi di Sion, un falso documentale prodotto nei primi anni del XX° secolo utilizzato per giustificare lo sterminio nazista e russo degli ebrei.

“Da mesi la Nirenstein s’è messa alla testa di una vasta operazione israeliana per ridurre al silenzio i siti Internet sgraditi”. E’ quanto scrive lo scrittore e giornalista italiano Maurizio Blondet sul suo sito “Effedieffe” invitando i suoi lettori, oltre che “a pregare per la conversione alla fede cattolica” della deputata – tra l’altro, di religione ebraica –, a trovare – udite, udite – un “guerriero” o un “kamikaze” che “offra la sua vita per la salvezza eterna della Nirenstein”.

Ma ce n’è un po’ per tutti. Siti come “Kelebek”, “Holywar” e “WebNostrum”, definiscono “servi”, con tanto di nome e cognome, ciascuno dei parlamentari membri del Comitato d’Indagine. Anche i mass media sarebbero complici del complotto sionista: tra questi, viene preso particolarmente di mira Radio Radicale, “sempre all’avanguardia nel sostegno del razzismo ebraico”. Per Paolo Corsini, deputato del Pd, “non si tratta solo di una minaccia e un appello all'aggressione personale, visto che ci sono le schedature di ciascun membro del comitato, ma anche alla libera iniziativa parlamentare”.

“Il fatto più preoccupante – prosegue il deputato del Pdl Renato Farina – è che in questo momento c'è un incontro perfetto tra le tesi dell'estrema destra e quelle dell'estrema sinistra”, unite contro un unico obiettivo: Israele. E non solo si incontrano estremismi politici, ma anche quelli religiosi: “In alcuni siti, l’odio viene mascherato con vesti religiose, spesso adottando lo stesso linguaggio cattolico denunciato da papa Ratzinger per contrastare i Lefebvriani”.

E’ proprio per mettere fine a questo tipo di pericolose dissennatezze – che culminano poi in minacce e, talvolta, atti di vera e propria istigazione alla violenza e all’odio – che il Parlamento italiano si sta muovendo in questi giorni. “Nonostante le minacce, continueremo a lavorare – assicura la Nirenstein, presidente del comitato – non ci arrenderemo. Stiamo studiando a fondo come fermare l'odio antisemita che corre sul Web e vedremo se le leggi che esistono possono essere ritoccate”. Nel 1995, infatti, esistevano nel mondo appena 5 siti che incitavano all'odio contro Israele; dieci anni dopo se ne contano più di 8mila. “La risposta – rimarca la deputata del Pdl – non può essere solo nazionale, perché se grazie alla legge Mancino è possibile in Italia oscurare un sito che incita all'odio razziale o religioso, è anche vero che lo stesso sito può essere riaperto all'estero”. Non a caso, dalle colonne del sito di Blondet, si annuncia un prossimo trasferimento del server in Iran, un Paese definito “più libero” dell’Italia. (Forse i ragazzi dell’Onda Verde avrebbero qualcosa da dire al riguardo.)

Ma che fare per arrestare il fenomeno? Sul tavolo del Comitato d’Indagine c’è, in primis, l’urgente firma e ratifica da parte del governo italiano di un protocollo del Consiglio d'Europa sulla lotta antisemita in Internet, tralasciato dal 2003 e che coinvolge oltre 47 Paesi a cooperare in questo settore. Poi, si studieranno i margini per modificare le leggi vigenti e, in particolare, la legge Mancino sulla discriminazione razziale, etnica e religiosa in modo da salvaguardare il Web dall’istigazione alla violenza antisemita. Perché se è vero che la libertà d’espressione è un diritto democratico, il linguaggio dell'odio non lo è affatto.

L&#039;antisemitismo sul web adesso prende di mira i parlamentari italiani | l'Occidentale (http://www.loccidentale.it/articolo/l'antisemitismo+sul+web+cresce+e+ora+minaccia+pure +i+parlamentari.0091386)

...II...
29-06-10, 09:00
Ti consiglio di contattare Lupo. Lui lo conosce di persona penso che sapra' darti informazioni utili. Io sto aspettando che mi risponda via mail. :ciaociao:

C'è poco da chiedere.
Avanguardia è una cloaca socialista, fascismo rosso et similia.Gli scritti di Bellucci mi sembrano ricalcare la stessa impostazione

Per quanto mi riguarda ne stimo la coerenza, l'ardore e la dignità. Ciò non toglie che siano incapaci e co-sistemici anch'essi , nel ruolo precipuo che debbono avere in ogni caso ed indipendentemente dalla loro volontà.

Davvero curiosa questa nuova mania socialisticheggiante in seno all' Islam (esualndo dalla domanda "quale Islam?" ) quantunque sarà la tomba dello stesso.

Dio , il tre volte Santo, sà di più.

Saluti

Lupo
29-06-10, 09:39
C'è poco da chiedere.
Avanguardia è una cloaca socialista, fascismo rosso et similia.Gli scritti di Bellucci mi sembrano ricalcare la stessa impostazione

Per quanto mi riguarda ne stimo la coerenza, l'ardore e la dignità. Ciò non toglie che siano incapaci e co-sistemici anch'essi , nel ruolo precipuo che debbono avere in ogni caso ed indipendentemente dalla loro volontà.

Davvero curiosa questa nuova mania socialisticheggiante in seno all' Islam (esulando dalla domanda "quale Islam?" ) quantunque sarà la tomba dello stesso.

Dio , il tre volte Santo, sà di più.

Saluti
Incapacità di cosa?
Mi sembrano in linea col programma dei lavoratori (non dei banchieri o degli industriali) tedeschi:
Parole dal Terzo Reich - NSDAP: il programma di base (http://www.paroledalterzoreich.info/pagine/programma_base_nsdap.htm)
Curiosa il socialismo in seno all'Islam?
L'Islam è tutt'altro che un monolite e nelle sue componenti più progressiste non è da ora che riecheggiano temi come che il lavoro debba servire prima ed innanzi a tutto alla collettività e che anche il più umile dei cittadini deve di che aver da vivere dignitosamente.

Dio il tre volte santo sa di più ...
Avresti più correttamente potuto scrivere
Qaddosh Qaddosh Qaddosh ... magari in caratteri ebraici.
Shalom!

Verona Front
29-06-10, 09:58
Tutti tifosi della Germania qui dentro? :paura:

Nessuno che tifa Spagna come il sottoscritto? :chefico:

Meno male Verona Front non fa parte della banda germanica! Sareste stati un po' troppi....:giagia:
Chi ha detto che non tifo per i teutonici?
http://1.bp.blogspot.com/_TO8OGUZdN8U/RqzwigVk2JI/AAAAAAAAA4c/USZF1NloZjM/s400/Hezbollah+boys.jpg

...II...
29-06-10, 10:08
Incapacità di cosa?
Mi sembrano in linea col programma dei lavoratori (non dei banchieri o degli industriali) tedeschi:
Parole dal Terzo Reich - NSDAP: il programma di base (http://www.paroledalterzoreich.info/pagine/programma_base_nsdap.htm)
Curiosa il socialismo in seno all'Islam?
L'Islam è tutt'altro che un monolite e nelle sue componenti più progressiste non è da ora che riecheggiano temi come che il lavoro debba servire prima ed innanzi a tutto alla collettività e che anche il più umile dei cittadini deve di che aver da vivere dignitosamente.

Dio il tre volte santo sa di più ...
Avresti più correttamente potuto scrivere
Qaddosh Qaddosh Qaddosh ... magari in caratteri ebraici.
Shalom!


Per quanto mi piaccia provocare chiarisco che propendo per il cristianesimo ortodosso. Da ciò tale uso.

Per il resto mi stupiscono l'incongruità che si palesano in questo forum, come ancor di più mi stupisce che l' Islam possa venir inteso progressisticamente piuttosto che tradizionalisticamente.
L' Islam è l' Islam.

Le intenzioni di Bellucci , volte a coniugare socialismo e Islam, possono vivere fintanto che non verranno applicate.
Non è poi tanto questione di legittimità , quanto di utilità pratica.
Il socialismo porterà alla morte della società islamica islamicamente intesa.

Ciò dovrebbe risultare ovvio. Spaventa che troppi dei "nostri" siano invece dei "loro".

Verona Front
29-06-10, 10:16
Scusate, ma dove è scritto che Bellucci vuole coniugare socialismo con Islam? Credo che ci sia molta confusione sul primo termine: socialismo significa semplicemente anticapitalismo e giustizia sociale, esattamente ciò che propugnava l'imam Khomeyni. Dove sarebbe la contraddizione?

Lupo
29-06-10, 10:16
Per quanto mi piaccia provocare chiarisco che propendo per il cristianesimo ortodosso. Da ciò tale uso.

Per il resto mi stupiscono l'incongruità che si palesano in questo forum, come ancor di più mi stupisce che l' Islam possa venir inteso progressisticamente piuttosto che tradizionalisticamente.
L' Islam è l' Islam.

Le intenzioni di Bellucci , volte a coniugare socialismo e Islam, possono vivere fintanto che non verranno applicate.
Non è poi tanto questione di legittimità , quanto di utilità pratica.
Il socialismo porterà alla morte della società islamica islamicamente intesa.

Ciò dovrebbe risultare ovvio. Spaventa che troppi dei "nostri" siano invece dei "loro".
Non c'è nessuna incongruità, questa la si evince solo con una visione religioso-integralista ma noi abbiamo tutti dei punti di vista diversi in merito alle questioni di Fede, mentre abbiamo lo stesso pensiero su quelle politiche.
Ti ricordo che nella Germania nazista convivevano religioni diverse e c'era rispetto nei confronti di tutte quante ... meno che per quelle integraliste.
In ogni caso quì non ci interessano le questioni religiose ed il socialismo quando a connotazione nazionale ci piace moltissimo.

...II...
29-06-10, 10:29
E' evidente che la posizione che esprimi è differente da altri utenti come Taliban o Gaesate.

Semplicemente il socialismo è sia schiavistico sia anti-nazionale( e mi viene da chiedermi a quali fantomatiche nazioni facciamo riferimento) .
Di questa cecità mi rattristo, non di altro.

p.s. considerare Hitler un baluardo anti-sionista ed un paladino a favore della libertà è ridicolo.
A partire dalla concezione monetaria per cui solo un ignorante d'economia può ammirare la nazionalizzazione della banca centrale quando essa , di fatto, lo è sempre ( quanta fiducia si ripone nell'astrazione statuale...).

Lupo
29-06-10, 10:42
E' evidente che la posizione che esprimi è differente da altri utenti come Taliban o Gaesate.

Semplicemente il socialismo è sia schiavistico sia anti-nazionale( e mi viene da chiedermi a quali fantomatiche nazioni facciamo riferimento) .
Di questa cecità mi rattristo, non di altro.

p.s. considerare Hitler un baluardo anti-sionista ed un paladino a favore della libertà è ridicolo.
A partire dalla concezione monetaria per cui solo un ignorante d'economia può ammirare la nazionalizzazione della banca centrale quando essa , di fatto, lo è sempre ( quanta fiducia si ripone nell'astrazione statuale...).
Non c'è schiavismo peggiore del Capitalismo ... specie se di Stato come nel Comunismo.
Il Capitalismo che tu ami tanto portò la Germania alla Repubblica di Weimar e sta portando l'Italia, l'Europa ed il mondo intero alla fame.
Hitler in pochi anni ha risollevato la Germania ... consideralo come ti pare ... del tuo concetto di libertà mi ci pulisco il culo.
Detto questo ...
Ti ringraziamo del tuo contributo su questo forum ma penso faresti meglio a scrivere le tue opinioni da qualche altra parte.

Boris
29-06-10, 11:14
Chi ha detto che non tifo per i teutonici?
http://1.bp.blogspot.com/_TO8OGUZdN8U/RqzwigVk2JI/AAAAAAAAA4c/USZF1NloZjM/s400/Hezbollah+boys.jpg

Anche tu tifi Germania? :paura:

Cavolo allora sono il solo a tifare per la latina Spagna!

Ora vedo il resto della discussione che mi sembra si sia fatta piuttosto interessante...

Verona Front
29-06-10, 11:19
Ma quale Spagna? Mo chiamo i camerati dell'ETA così ci pensano loro a farti cambiare idea!:D

...II...
29-06-10, 11:19
Calcola che sono anticapitalista e ciò non dimeno antistatalista.


Le differenze tra stalinismo e nazional socialismo erano principalmente ideologiche e non tanto strutturali ( il fascismo fu effettivamente un po' diverso ).
La presunta "rinascita" tedesca è dovuta giust'appunto alla schiavizzazione delle masse ( forse contente di accrescere la Germania, ma nondimeno schiave ) e molti trucchetti simili come:

- coscrizione obbligatoria ( e relativo calo della disoccupazione )
-confisca dei beni agli ebrei
-schiavizzazione degli slavi
- industrialismo bellico ed interventismo pubblico per favorire l'occupazione
- esclusione da ogni statistica degli avversari politici ( comprese le donne che non rientravano nella lista dei disoccupati )
- lavoro gratuito obbligatorio per lo stato
- salari bassi
- le immancabili tasse

( senza scordare vari legami finaziari e politici )

Dov'è la novità? Lo stesso fu negli U.s.a con il New Deal.

Inoltre parlare di sovranità monetaria è insensato.
Solo i signoraggisti possono perdersi in queste facezie strumentali al sistema...

Semplicemente la germania fu in linea con ogni tipo di Stato esistito ed alleata della PLUTOCRAZIA.
La Germania per la politica che ha avuto non poteva che fare guerra.
Il risultato si è visto.

Boris
29-06-10, 11:27
Scusate, ma dove è scritto che Bellucci vuole coniugare socialismo con Islam?

Da quello che ho letto e capito (e anche dal primo contatto che ho avuto via mail con lui) non mi sembra che abbia mai scritto niente del genere.

Anzi se ricordo bene DHB mi e' sempre sembrato piuttosto critico nei confronti di qualunque tentativo di riproposizione delle idee socialiste nel mondo islamico. Scrivendo dell'Islam sciita ha sempre rifiutato per esempio le tesi del cosiddetto "socialismo islamico" proprie del movimento anti-khomeinista dei Muhjaeddin del Popolo Iraniano (all'opposizione e fuorilegge in Iran ed avversari della Repubblica Islamica).


Credo che ci sia molta confusione sul primo termine: socialismo significa semplicemente anticapitalismo e giustizia sociale, esattamente ciò che propugnava l'imam Khomeyni. Dove sarebbe la contraddizione?

Anche su questo punto credo sia necessaria una certa conoscenza della materia. Ho letto qualcosa sulle idee di Khomeyni (e di certo non era un socialista) in diversi articoli e in qualche libro: difficilmente lo definirei come "progressista" e tantomeno come di sinistra.

Un conservatore tradizionalista e un difensore della giustizia sociale (non nel senso marxista ma in quello musulmano) potrebbe essere la definizione piu' corretta per il fondatore dell'odierna Repubblica Islamica.

Non aggiungo altro perche' mi hanno insegnato che quando non si conoscono bene gli argomenti di cui si parla e' quantomeno buongusto evitare di discutere sparando cavolate.

Boris
29-06-10, 11:29
Ma quale Spagna? Mo chiamo i camerati dell'ETA così ci pensano loro a farti cambiare idea!:D

:paura::paura::paura: Come i camerati dell'ETA??? :conf::conf::conf:

Ma l'ETA non e' un'organizzazione comunista! :incav:

Lupo
29-06-10, 11:30
@ ...II...
La Germania è stata tanto alleata delle Plutocrazie che l'America ha fornito ogni aiuto logistico (armi e viveri) alla CCCP di Stalin senza i quali si sarebbe trovati i panzer tedeschi a Vladivostok.
Chi era contro chi e chi era alleato di chi??
D'altronde ... USA e CCCP sono figli dello stesso Sion.

...II...
29-06-10, 11:33
Da quello che ho letto e capito (e anche dal primo contatto che ho avuto via mail con lui) non mi sembra che abbia mai scritto niente del genere.

Anzi se ricordo bene DHB mi e' sempre sembrato piuttosto critico nei confronti di qualunque tentativo di riproposizione delle idee socialiste nel mondo islamico. Scrivendo dell'Islam sciita ha sempre rifiutato per esempio le tesi del cosiddetto "socialismo islamico" proprie del movimento anti-khomeinista dei Muhjaeddin del Popolo Iraniano (all'opposizione e fuorilegge in Iran ed avversari della Repubblica Islamica).



Anche su questo punto credo sia necessaria una certa conoscenza della materia. Ho letto qualcosa sulle idee di Khomeyni (e di certo non era un socialista) in diversi articoli e in qualche libro: difficilmente lo definirei come "progressista" e tantomeno come di sinistra.

Un conservatore tradizionalista e un difensore della giustizia sociale (non nel senso marxista ma in quello musulmano) potrebbe essere la definizione piu' corretta per il fondatore dell'odierna Repubblica Islamica.

Non aggiungo altro perche' mi hanno insegnato che quando non si conoscono bene gli argomenti di cui si parla e' quantomeno buongusto evitare di discutere sparando cavolate.

Informazioni al riguardo chiedevo infatti.

...II...
29-06-10, 11:40
@ ...II...
La Germania è stata tanto alleata delle Plutocrazie che l'America ha fornito ogni aiuto logistico (armi e viveri) alla CCCP di Stalin senza i quali si sarebbe trovati i panzer tedeschi a Vladivostok.
Chi era contro chi e chi era alleato di chi??

Le beghe interne non mi interessano.
A livello strutturale e culturale tutto è confermato.

Boris
29-06-10, 11:41
Informazioni al riguardo chiedevo infatti.

Ma io sono mica Bellucci! :D:D:D

Ammetto che inizialmente alcune cose non mi erano troppo chiare poi ho letto qualcosa e adesso cerco di capire esattamente il senso di alcune sue affermazioni direttamente alla fonte.

Per il resto ti posso consigliare di dare un'occhiata a questo link:

TSL-testi DagobertoHB (http://jerusalem-holy-land.com/Dagoberto_Husayn_Bellucci_testi.htm)

Ci sono i suoi articoli pubblicati sul sito cattolico tradizionalista TerraSantaLibera-HolyLandFree (http://www.terrasantalibera.org) (portale pro-palestinese molto interessante che seguo da diverso tempo e recentemente al centro delle ire della Commissione contro l'Antisemitismo nella rete Internet presieduta da Fiamma Nirenstein...soltanto per questo meriterebbe di essere visitato e sostenuto :D).

Lupo
29-06-10, 11:43
Le beghe interne non mi interessano.
A livello strutturale e culturale tutto è confermato.
Vabbè ...
Padre prega per me ... sono una pecorella smarrita.

...II...
29-06-10, 11:46
Ma io sono mica Bellucci! :D:D:D

Ammetto che inizialmente alcune cose non mi erano troppo chiare poi ho letto qualcosa e adesso cerco di capire esattamente il senso di alcune sue affermazioni direttamente alla fonte.

Per il resto ti posso consigliare di dare un'occhiata a questo link:

TSL-testi DagobertoHB (http://jerusalem-holy-land.com/Dagoberto_Husayn_Bellucci_testi.htm)

Ci sono i suoi articoli pubblicati sul sito cattolico tradizionalista TerraSantaLibera-HolyLandFree (http://www.terrasantalibera.org) (portale pro-palestinese molto interessante che seguo da diverso tempo e recentemente al centro delle ire della Commissione contro l'Antisemitismo nella rete Internet presieduta da Fiamma Nirenstein...soltanto per questo meriterebbe di essere visitato e sostenuto :D).


Molti tradizionalisti sono comunisti camuffati. Non è che sia un buon segno :)

Grazie.

...II...
29-06-10, 11:49
Vabbè ...
Padre prega per me ... sono una pecorella smarrita.

Ho la mia veduta.

Se davvero ritieni di dover riceve consolazioni celesti sappi che il Padre non prega per nessuno! :)

Un saluto.

Spetaktor
29-06-10, 11:50
@ ...II...
La Germania è stata tanto alleata delle Plutocrazie che l'America ha fornito ogni aiuto logistico (armi e viveri) alla CCCP di Stalin senza i quali si sarebbe trovati i panzer tedeschi a Vladivostok.
Chi era contro chi e chi era alleato di chi??
D'altronde ... USA e CCCP sono figli dello stesso Sion.

Daltronde nell'immediato dopoguerra gli Stati Uniti fecero incetta di nazi per combattere l'Unione Sovietica, uscita troppo "forte" dal conflitto.


Cerchiamo di capirli, poveretti: loro speravano di vedere la Germania distrutta, la Francia senza capo ne coda e la Russia restituita all'età medioevale.

Hanno sottovalutato i russi, però.

Altro che Sionne..

...II...
29-06-10, 11:55
Daltronde nell'immediato dopoguerra gli Stati Uniti fecero incetta di nazi per combattere l'Unione Sovietica, uscita troppo "forte" dal conflitto.


Cerchiamo di capirli, poveretti: loro speravano di vedere la Germania distrutta, la Francia senza capo ne coda e la Russia restituita all'età medioevale.

Hanno sottovalutato i russi, però.

Altro che Sionne..


Vedi , Sionne è una delle varie. Il succo ad ogni modo non cambia.

Boris
29-06-10, 12:13
Daltronde nell'immediato dopoguerra gli Stati Uniti fecero incetta di nazi per combattere l'Unione Sovietica, uscita troppo "forte" dal conflitto.


Cerchiamo di capirli, poveretti: loro speravano di vedere la Germania distrutta, la Francia senza capo ne coda e la Russia restituita all'età medioevale.
]..

Questo e' senz'altro vero Spetaktor ed avvenne anche in Italia con il neofascismo. Mi pare che siano stati in molti a riconoscerlo.




Hanno sottovalutato i russi, però.

Altro che Sionne..

Su questo punto mi spiace dissentire totalmente: l'URSS e' sempre stata l'altra faccia della medaglia imperialista nemica della liberta' e della sovranita' nazionale delle nazioni europee. Se a Occidente c'erano (e ci sono purtroppo ancora oggi) le basi USA oltre la cortina di ferro c'erano i regimi filo-sovietici che hanno ridotto in schiavitu' milioni di individui. Non mi sembra che ne' i russi ne' i loro satelliti stessero poi molto bene sotto la dittatura marxista.

E comunque la Russia post-sovietica (l'URSS ha perso nettamente la guerra fredda contro l'America) non mi pare cosi' tanto antagonista al Nuovo Ordine Mondiale: partecipa attivamente alle riunioni dei principali organismi internazionali (WTO, FMI, Banca Mondiale ecc.), e' diventata uno dei diretti interlocutori della NATO e soprattutto da quando c'e' Medvedev ha avuto una virata nettamente filo-atlantista (parata del 7 maggio scorso in nome della retorica antifascista commemorativa della 2.a Guerra Mondiale, sanzioni contro l'Iran, accordi sulle testate nucleari).

Anche a voler essere ottimisti mi pare che la Russia non sappia esattamente quale posizione prendere rispetto all'imperialismo americano. Un po' critica un po' collabora.

E non per criticare ma neanche quando gli USA hanno distrutto il loro alleato Milosevic i russi hanno difeso quelli che potevano essere pure loro interessi strategici (e geopolitici).

Non pensi che a Mosca ci sia un po' troppa confusione?

A me sembra che ai dirigenti russi in fondo stia bene il mondo a guida americana: in fondo permette loro di risolversi conflitti interni (Georgia, Daghestan, Cecenia) che altrimenti, con l'opinione pubblica mondiale contro, farebbero fatica a domare.

Un po' paraculi e un po' opportunisti questi russi come credo sia anche giusto visti i tempi di instabilita' economica e politica presenti a livello mondiale.

Boris
29-06-10, 12:29
Non c'è schiavismo peggiore del Capitalismo ... specie se di Stato come nel Comunismo.
Il Capitalismo che tu ami tanto portò la Germania alla Repubblica di Weimar e sta portando l'Italia, l'Europa ed il mondo intero alla fame.
Hitler in pochi anni ha risollevato la Germania ... consideralo come ti pare ... del tuo concetto di libertà mi ci pulisco il culo.
.

Totalmente d'accordo con Lupo! :giagia:

Verona Front
29-06-10, 15:41
:paura::paura::paura: Come i camerati dell'ETA??? :conf::conf::conf:

Ma l'ETA non e' un'organizzazione comunista! :incav:
Veramente all'inizio era semplicemente l'organizzazione degli autonomisti baschi, senza distinzioni, ed in essa militavano anche molti cattolici. Comunque negli ultimi anni non si occupa più di politica, ma solo di commercio d'armi, droga ed estorsioni alle imprese

Boris
29-06-10, 15:58
Veramente all'inizio era semplicemente l'organizzazione degli autonomisti baschi, senza distinzioni, ed in essa militavano anche molti cattolici. Comunque negli ultimi anni non si occupa più di politica, ma solo di commercio d'armi, droga ed estorsioni alle imprese

Ho sempre pensato e saputo che fossero di estrema sinistra. Che fossero indipendentisti questo e' arcinoto come lo sono quelli dell'IRA nord-irlandese o il Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica.

Comunque se si sono dati ai traffici di armi, droga ed estorsioni sono proprio messi male! :sofico:

Evidentemente tutte cose che per qualcuno rendono piu' della lotta per l'indipendenza nazionale! :giagia:

Lupo
29-06-10, 18:07
Camillo Berneri, “L’ebreo antisemita”

di Dagoberto Husayn Bellucci ( 28 Giugno 2010 )

http://img3.imagebanana.com/img/gi7brktm/unglck.png

“Il monoteismo ebraico e’ dunque, in realta’, il politeismo dei bisogni, un’

idolatria che fa anche dei gabinetti un oggetto della lotta divina. Il dio del

bisogno pratico e dell’egoismo e’ il danaro. Il dio degli ebrei si e’

secolarizzato: e’ diventato il dio del mondo. Il commercio: ecco il vero dio

degli ebrei. La nazionalita’ chimerica dell’ebreo e’ la nazionalita’ del

trafficante, dell’uomo danaroso”

http://scrapetv.com/News/News%20Pages/Politics/Images/karl-marx.jpg

(Karl Marx – “La Questione ebraica” – 1844)

Un libro di quelli “scomodi” scritto da un autore altrettanto scomodo… questo

in estrema sintesi “L’ebreo antisemita”. Un volume, come recita nella

prefazione (“Camillo Berneri e l’ebreo “punitor di se stesso”) Alberto

Caviglion, “…consacrato al tema forse piu’ scabroso della storia ebraica: l’

antisemitismo semita.”.

Ed e’ lo stesso Caviglion che ci ‘puntualizza’ cio’ che intende dire

sottolineando che “mescolando un po’ le carte, sarebbe come per un ebreo

comunista descrivere la psicologia di un trotzkista, o per un trotzkista la

mentalita’ di uno stalinista. (…) L’imbarazzo pero’ viene meno se soltanto si

sfoglia qua e la’ questo sottile volumetto pubblicato in francese dall’editore

“Vita” nel 1935 (con il titolo vagamente molieriano: Le Juif antisemite”) . (…)

Berneri era un lettore dei classici latini, oltre che di Baudelaire

(…impossibile dargli torto…ndr), ma nel suo manoscritto preferisce riportare

per intero uno dei Poemes Juifs di Spire piu’ appassionatamente ispirati alla

figura del deracine’, cioe’ a dire, nell’interpretazione berneriana, al moderno

“punitor di se stesso”.”.

Vale subito la pena sgombrare il campo da ogni equivoco: l’opuscolo del

Berneri vale in quanto analisi di tipo storico e descrittivo di una figura

peraltro piuttosto inconsueta nella storia ebraica, a tratti sufficientemente

poco archetipica da non meritar troppa considerazione e sotto molti punti di

vista irrilevante per comprendere nella sua pienezza l’animo ebraico. E’ invece

una utilissima guida per analizzare alcuni tratti psicologico-caratteriali dell’

elemento ebraico attraverso passaggi essenziali quali quelli rappresentati dall’

assimilazione di elementi semiti che rifiutavano la precedente identita’

ebraica e che dalla protesta contro la propria razza arrivavano infine all’

evasione dal giudaismo, all’annullamento dell’ebraicita’ ed infine al netto

rifiuto di questa come narra Berneri rammentando alcune storie dei protagonisti

presi in esame nel volume.

Scrive l’autore: “Ho studiato il fenomeno dell’ebreo-antisemita e non quello

degli ebrei nella lotta sociale contro altri ebrei. Parimenti ho scartato, pur

avendoli considerati, gli episodi di lotta per la sopravvivenza, che mi

avrebbero condotto su un terreno piu’ vasto, ma estraneo all’argomento

psicologico di questo lavoro. L’antagonismo utilitaristico tra gli ebrei e’

sfociato in alcuni fatti collettivi che ricordano l’antisemitismo demografico e

commerciale dei nostri tempi e che sono particolarmente rilevanti. Essi ci

permettono in effetti di osservare – per usare un paragone chimico – la

“precipitazione” dell’antisemitismo nei suoi elementi utilitari e nei suoi

complessi, scoprendo nettamente il substrato economico del fenomeno. L’

antisemitismo non e’ il risultato di un’avversione costituzionale (biologico

razziale), ma di un insieme di fattori oggettivi (sovrappopolazione,

concorrenza commerciale, ecc.) e di fattori soggettivi (complessi): questi

ultimi non erano necessariamente legati all’idea della razza.”

Noi diciamo che il cosiddetto “antisemitismo” e’ invenzione eminentemente

ebraica: non esiste alcun “antisemitismo” nel senso che si vorrebbe dare a

questo termine massmediatico entrato nell’uso corrente delle cronache

giornalistiche a partire dalla seconda meta’ del XIXmo secolo. L’antisemitismo

non esiste perche’ laddove si sono sviluppati sentimenti antiebraici (e con

particolare riferimento alle societa’ cristiane europee dell’epoca) tali stati

emotivi non si indirizzarono mai contro le altre razze “semitiche” (e difatti

non esiste azione di propaganda o di violenza fisica diretta contro gli ebrei

‘accompagnata’ adeguatamente da analoghe posizioni contro le popolazioni arabe

anch’esse semite). Dunque parlare di “antisemitismo” come peraltro fanno da

decenni le fazioni militanti del lobbismo sionista e le interessate

organizzazioni pro-sioniste quali l’Anti Defamation League (create con il

preciso scopo di salvaguardare gli interessi ebraici nel mondo ovvero

sostanzialmente con l’obiettivo di castrazione psicologica e kippizzazione

eterodiretta contro le realta’ comunitarie, socio-politiche, istituzionali e

confessionali distinte e/o contrarie all’Internazionale Ebraica) – rappresenta

un vero e proprio non senso: non esiste alcun “antisemitismo”.

Esiste, e grazie al cielo che non muore, l’azione di difesa delle nazioni e

dei popoli minacciati dal tradizionale parassitismo usurocratico ebraico

ovvero permane laddove esistono presupposti ontologico-razziali in ‘ordine’

una attivita’ di controllo e freno rivolta contro l’ossessiva smania egemonico-

piovristica riscontrabile presso tutte le kehillah (= comunita’ ebraiche)

sciacallescamente ‘affamate’ e desiderose ovunque di depredare e ridurre alla

fame comunita’ e Stati sovrani.

Difesa dunque dei propri interessi nazionali, lealta’ verso la propria

identita’ razziale e confessionale, ripudio dell’onnipervasiva azione

sovvertitrice proveniente dall’alienazione mental-psicologica del vettore

giudaico autentico virus infettivo e corpo assolutamente estraneo rispetto a

qualsivoglia telaio socio-politico ed economico-commerciale “goyim” = gentile =

non ebraico.

Gli ebrei, i cripto-ebrei, gli ebraicizzanti e gli amici degli ‘amici’ di

tutte le contrade del mondo si ‘adeguino’ e abbandonino dunque dizioni inutili

e forzature demenziali di ‘moda’ presso il circo massmediatico sionista:

antigiudaismo, antiebraismo ed antisionismo rappresentano tre aspetti

fondamentali, talvolta convergenti e in molti casi paralleli l’uno all’altro,

dell’eterna questione ebraica rappresentata dalla plurimillenaria prassi

giudaica di usurpazione del potere economico, dall’attitudine predatoria da

mercanti semiti e dall’inaudita facilita’ di infiltrazione di soggetti ed

elementi ebrei nei gangli delle amministrazioni pubbliche e quindi della loro

capacita’ fraudolenta di scalare dietro le quinte i vertici del potere politico

delle nazioni delle quali sono ospiti….questo e nient’altro e’ il rigetto, il

ripudio, il rifiuto dell’ebraismo in quanto agente sovversivo disintegratore

dell’ordine e della pace sociale.

Non c’entrano assolutamente niente ne’ pretesi – e volenti o nolenti sempre

presenti in ogni “rappresentazione ebraica” dei fatti e delle vicende storiche

ovvero nella prassi di deformazione e manipolazione della verita’ – elementi

utilitari (fattori oggettivi li chiama il Berneri) e neppure alcun tipo o sorta

di “complesso” (…quella del “complesso” e’ una vecchia fisima ebraica…per

smascherare “antisemiti” in ogni dove e presso ogni latitudine i giudei devono

irrimediabilmente ricorrere a stereotipi psichiatrico-demonizzanti….sono

talmente psico-labili da necessitare quasi sempre di ‘stampelle’ analitiche che

ricondurranno sempre e comunque il nemico verso il lazzaretto dei reietti

mentali, il manicomio infernale del “girone dei dannati” da Sionne….gli

“antisemiti in manicomio!” …ecchediamine! ….tolleranza ‘zero’…novelle forche

caudine sioniste….).

Ovviamente anche noialtri che ‘scriviamo’ di ebrei&dintorni veniamo

‘percepiti’ dagli innumerevoli “eterni fuorigioco” (…chi sa leggere tra le

‘righe’ comprendera’ sufficientemente …) come “psichiatricamente” ‘disturbati’

(mah …che dire…”disturbate”, casomai, saranno le ‘fregne’ delle vostre

sorelle….’tant’e’ ‘giusto per ‘puntualizzare’….).

Ma torniamo in ‘tema’…scrive nella premessa l’anarchico Berneri: “I documenti

facilmente accessibili non sono molti. Pur non volendo sventagliare l’hic sunt

leones dei vecchi cartografi, penso di essere brutale dicendo che molto

raramente mi e’ successo nel corso delle mie ricerche di imbattermi in veri e

propri consistenti “filoni”. Qualche piccolo esempio: un articolo del Dr. L.

Caze su “Quello che sono divenuti gli Israeliti convertiti nel XIX secolo” (*)

finisce con queste parole: “Vi sono (ebrei) persino tra gli antisemiti e

soprattutto tra quelli che credono all’influenza nefasta della razza ebrea e

all’eredita’ dei vizi.”. Nell’articolo, non una sola parola sugli ebrei

antisemiti. In un altro articolo (**): “Di antisemiti arrabbiati, ne ho

conosciuto uno solo, e naturalmente le forbici rabbiniche l’avevano privato del

prepuzio.”. (…) Insomma ho trovato numerose conferme ad un fenomeno che e’

esteso, ma molto raramente indicazioni precise psicologicamente utilizzabili.”

Ora apriamo una doverosa parentesi: quale che sia l’attitudine comportamentale

ebraica definire “fenomeno esteso” quello dell’”antisemitismo” di matrice

ebraica appare una grossolana falsificazione storica e culturale di quella che,

eventualmente, si potrebbe definire come ‘tendenza’ latente a livello inconscio

in una parte minoritaria e irrilevante del popolo autoproclamatosi “eletto”…

che tutti gli ebrei siano ‘affetti’ dal ‘vizietto’ di manifestare sentimenti di

ostilita’ nei confronti della propria razza ci sembra a dir poco esagerato.

Verita’ casomai vuole che si assuma la figura dell’ebreo “antisemita” quale

quella del “provocatore prezzolato”, di un “diligente” ed esperto ‘funzionario’

al servizio della onnipotente ed onnipresente lobby o – come accaduto negli

anni Settanta negli Stati Uniti – di agenti doppi ai quali non poteva mancare

il ruolo di “nazi” di servizio. Precisazione necessaria considerando che esiste

una linea di confine piuttosto labile tra “antisemiti” ed “antisemiti di

servizio”…. Ai primi va il nostro monito e la raccomandazione ad evitare di

autoisolarsi nell’”etichettaggio” ghettizzante delle diffenti ADL & soci…ai

secondi non puo’ che andare tutto il nostro disprezzo nella maniera piu’

completa e totale.

Oltretutto come dimenticare che abbiamo avuto anche, nel recente passato, il

caso di direttori di periodici “antisemiti” tendenzialmente incapaci (…del

resto si sa…”se uno e’ stupido e’ stupido”…non c’e’ niente da fare…) di

comprendere alcunche’ e della questione ebraica e , piu’ in generale, di

politica….Periodici ‘zeppi’ di giudei e giudee in ogni angolo ‘redazionale’ …

Sodali “antisemiti” rivelatisi cripto-giudei…per non parlare dei tanti,

…davvero ‘troppi’ …, “camerati” per i quali “la questione ebraica non e’

importante” ne’ l’essere ebrei rappresenta “un problema”…

Per ‘loro’ forse no…per noi evidentemente e’ essenzialmente spartiacque e

limes invalicabile. A chi interessa lavorare fianco a fianco con giudei e

giudee…’prego’ …si “accomodi” …ci sono stanze redazionali “cariche” di elementi

e soggetti di “eletta ascendenza”.

Continua il Berneri: “Nel 1933, i giornali pubblicavano, tra le notizie

provenienti dalla Germania, questa segnalazione: “Un dottore berlinese, Artur

Mayer, era uno dei piu’ accesi fanatici del movimento contro gli israeliti.

Egli era stato il promotore della campagna di boicottaggio contro i medici

ebrei. Ecco che si annuncia la sua morte. Si e’ suicidato con sua moglie. La

polizia segreta aveva scoperto le sue origini ebraiche. E piuttosto che vedersi

dimesso dalle sue funzioni, si e’ suicidato.” Sul momento ho trovato la cosa

molto divertente, di per se stessa e perche’ la morte di un antisemita e’ una

delle cose che piu’ sollevano il mio cuore (…basterebbe questa dichiarazione di

filosemitismo dell’autore per evitare di completare la lettura del testo in

questione…tant’e’ qualcosa di interessante il Berneri successivamente lo

‘racconta’…ndr). Ma, subito, ho riflettuto su questo dramma, pensando ad un

altro suicidio: quello dell’ebreo antisemita Otto Weininger. E mi sono chiesto:

opportunismo deluso o fanatismo desolato?”.

Partiamo da qui: fanatismo demenziale o opportunistica volonta’ di “cavalcare

la tigre” al momento giusto? Perche’ l’”antisemita” ebreo del quale scrive il

Berneri e’ un ‘ghiozzo’ di quelli magistrali qualora risultasse vera la

storiella ossia il soggetto ebreo con un fiammante cognome ebraico qual’e’

quello citato (Mayer) che non conosceva – lui con la consorte – le proprie

origini…. Dei due l’una: o si trattava di uno stupido al ‘quadrato’ o di un

abile doppiogiochista affarista politico pronto a salire sul carro del

vincitore (all’epoca appunto il movimento hitleriano).

Ma vediamo di andare al capitolo forse piu’ interessante tra quelli contenuti

nel libello del Berneri, quello relativo a “Antimosaismo , antigiudaismo e

antisemitismo”; scrive l’autore: “Per giudaismo s’intende una tradizione nella

quale si mescolano nazionalismo ed ortodossia religiosa (dogmatica e

ritualistica). E’ naturale che, spesso, sia da parte nazionalista, sia da parte

dei fedeli ortodossi, si sia confuso l’antigiudaismo con l’antisemitismo. Non

ci sarebbe mai da fidarsi molto dell’etichetta di antisemitismo applicata dagli

ebrei ortodossi, ed anche dagli ebrei nazionalisti, agli ebrei universalisti.

Un ebreo puo’ essere antigiudaico e nazionalista, come Max Nordau e come altri

sionisti d’avanguardia. Per alcuni uomini pii e per alcuni nazionalisti

estremisti, Smolenskin stesso puo’ sembrare antisemita. L’ebreo convertito e’

fondamentalmente antigiudaico, ma non sempre antisemita e antimosaico. Bernard

Lazare (“L’Antisemitisme”, Parigi 1894, pag. 170), parlando di convertiti al

cristianesimo, osserva opportunamente che bisogna considerare che “questa

categoria di catecumeni si mostra la piu’ odiosa”; costoro d’altra parte “erano

provocati dai loro stessi correligionari, che detestavano con forza ogni

apostata e non si facevano scrupoli, maltrattandoli cosi’ duramente che si

dovettero prendere iniziative per proibire agli ebrei di gettare pietre sui

rinnegati ed insudiciare i loro vestiti di olio e di immondizie fetide.”.

Quando gli ebrei non poterono piu’ malmenare i convertiti, li insultarono e li

canzonarono. Bisogna dunque, esaminando le diatribe antigiudaiche degli ebrei

convertiti, considerare la loro posizione religiosa e i loro rancori piu’ o

meno legittimi. Le persecuzioni giudaiche subite da Uriel da Costa sono

spiegate assai bene dai passaggi…antisemiti del suo “Specimen d’une vie

humaine” (1647). L’ebreo convertito e sostenitore dell’Inquisizione non e’ da

considerare fondamentalmente antisemita. (…) Si puo’ partire dall’antigiudaismo

e arrivare all’antisemitismo (come avviene con O. Weininger) , ma generalmente

l’antisemitismo si presenta come teoria razzista e come attitudine sociale,

mentre l’antigiudaismo e l’antimosaismo sono essenzialmente attitudini

teologiche o filosofiche. Sant’Agostino fu antigiudaico, in quanto cristiano,

ma non antisemita ne’ antimosaico. Cassiodoro, al contrario, fu antisemita.

Cosi’ San Tommaso d’Aquino. (1) Che antigiudaismo non sia antimosaismo e’

dimostrato dal fatto che, nelle opere cattoliche, al piu’ accanito

antigiudaismo, si oppone la piu’ entusiasta esaltazione del popolo eletto.

Antimosaici furono Hegel, Schopenhauer, Feuerbach, Arnold Ruge, Bruno Bauer,

Max Stirner, During, Nietzsche; tutti, piu’ o meno, anticristiani. Antimosaici,

e insieme atei e socialisti, furono Gustave Tridon, nel libro “Du Molochisme

Juif” (Bruxelles 1884) e A. Regnard ( “Aryens et Semites”, Parigi 1890). Quest’

ultimo, come Nietzsche, all’antimosaismo aggiunge l’antisemitismo razzista.”

Cominciamo col sottolineare ulteriormente che “antisemitismo” e’ fonema

propagandistico ebraico; che antigiudaismo e antimosaismo sono essenzialmente

connessi alla tradizionale polemica teologica anti-ebraica della Tradizione

Cristiana (pur riconoscendo posizioni anti-giudaiche preesistenti allo stesso

Cristianesimo anche in ambito ellenistico e latino) e che antiebraismo rimane

la preferenziale individuazione di una concezione alternativa e contraria a

tutto cio’ che, dal materialismo dialettico fino alle piu’ recenti posizioni

nazionalscioviniste del Sionismo, sia ‘spartibile’ con l’elemento ebraico.

In questo modo e’ possibile evitare ‘errori’ (..che come riconobbe

magistralmente Maurizio Lattanzio in una intervista diffusa dall’emittente

abruzzese “TeleMare” a meta’ anni Novanta “sono quasi sempre all’inizio di ogni

discorso, talvolta a meta’ mai alla fine”…) di qualsivoglia sorta e di

qualunque livello oltre a risultare la distinzione piu’ chiara tra quelle

possibili per riconoscere idee e posizioni politiche ‘conformi’ ad una

determinata weelthanshauung…il ‘resto’ sono, repetita juvant, disquisizioni

banalissime ed inutili ‘ciancie’ di crani e sottocrani giudaici.

Continua il Berneri: “Per evitare errori, che condurrebbero a polemiche

ingiuste e a discussioni oziose, ritengo necessario premettere che, non

credendo all’esistenza di una razza ebraica, sono ben lontano dal considerare l’

antisemitismo degli ebrei come un fenomeno obiettivamente razziale.”.

Noi contrariamente al Berneri crediamo all’esistenza di un substrato razziale

ebraico (….identita’ originaria per linea sanguinea…il sangue come retaggio

ancestrale…”buon sangue non mente” si usava dire un ‘tempo’….vale ‘anche’ –

soprattutto diremmo – per gli ebrei…) che agisce psicologicamente sull’

individuo, sulle sue ‘tendenze’ attitudinali, sul suo stato d’animo, su quelle

che saranno le sue posizioni culturali, ideologiche e politiche o – per dirla

in due parole – sulla sua ‘forma mentis’ e su come reagira’ davanti a

determinate vicende ed avvenimenti.

“L’ebreo – prosegue il Berneri – non esiste. Voglio dire: non esiste un tipo

razziale costante che si possa chiamare razza ebraica.”.

Noi affermiamo l’esistenza di una sottorazza ebraica che agisce piu’ a

livello profondo, nel subcosciente, e che tende sempre a risvegliarsi nell’

individuo appartenente per qualche strano ‘mescolamento’ al “popolo eletto”;

affermiamo l’ebraicita’ quale ‘influsso’ condizionante, metamorfosi irrazionale

di un’identita’ mancante sopita o comunque dormiente nell’animo ebraico che, se

risvegliata adeguatamente, si ridesta in tutte le occasioni: un cripto-ebreo,

mezzo-sangue o tre/quarti ebreo o chiunque possieda gocce di sangue ebraico

nelle proprie vene non si fara’ fatica a riconoscerlo laddove si arrivi a

disquisire di “Israele”, di ebrei e di problemi connessi alla questione

‘maledetta’. L’ebreo “latente” si destera’ forte come non mai assumendo le

comuni, lagnosissime e sempiterne lamentosissime, posizioni filoebraiche….

E se Schopenhauer ha individuato perfettamente il nocciolo della questione

indicando che “la patria dell’ebreo, sono gli altri ebrei” e Renan e’ arrivato

ad opporre la “tradizione ebraica” alla “razza ebraica” non dobbiamo

dimenticare di sottolineare come proprio fra coloro che si ‘dilettano’ a fare

oggigiorno gli “antisionisti militanti” – anche sbandierando la loro posizione

pro-palestinese in funzione anti-israeliana – spesso si ritrovano

“interessanti” cognomi affatto “gentili”….

Ma quest’aspetto della questione non vale la pena d’essere neanche minimamente

affrontato recensendo un testo su “l’ebreo antisemita”: simili soggetti piu’

che altro potranno risultare al massimo degli infiltrati della Sinagoga e – a

questo ‘punto’ – affar loro tra quelli che se li ritroveranno nelle redazioni,

nei comitati centrali della politica partitica, nelle conferenze e fosse

financo nelle alcove perche’ – ci sia consentito – ci sarebbero pure (…e non

sono ‘poche’…) le “antisemite” di “comodo”….ovviamente di kahalica obbedienza e

di semitica ascendenza…

Elisee’ Reclus scrive il Berneri “osservava giustamente che gli ebrei

costituiscono una nazione: “poiche’ essi sono consapevoli di avere un passato

collettivo di gioie e di sofferenze, un insieme di tradizioni identiche e la

fede piu’ o meno illusoria in una medesima parentela” (2)…. Bastassero questi

presupposti per fare di ogni popolo una nazione probabilmente nella penisola

italiota avremmo duecentocinquantacinque milioni e mezzo di Stati sovrani….

senza considerare le altre etnie europee che, pur legittimamente, aspirerebbero

a costituirsi in Stato-Nazione (…baschi, valloni, catalani, fiamminghi,

bretoni, corsi, tirolesi ecc…)….

“Bernard Lazare – prosegue l’autore – , che e’ qui una doppia autorita’, come

ebreo e come specialista nella questione ebraica, esprimeva lo stesso punto di

vista: “Le legislazioni abolite, il Talmud spregiato, sembra che la nazione

ebraica abbia dovuto inevitabilmente morire, e intanto gli ebrei occidentali

sono ancora ebrei. Essi sono ebrei perche’ hanno conservato vivace e vivente la

loro coscienza nazionale. Credono sempre di essere una nazione, e credendo

cio’, si conservano. Quando l’ebreo cessa di avere la coscienza della sua

nazionalita’, dispare; finche’ egli ha coscienza, permane.”.

Possiamo sintetizzare questa onesta ammissione dell’ebreo Lazare sottolineando

soltanto che risulta oggettivamente ‘preferibile’ l’ebreo nazionalista e

fondamentalista ortodosso rispetto al moderno “jew” laico e laicizzato,

assimilato e – peraltro – indifferenziato nella massa dei deambulanti

contemporanei…

“Egli non ha piu’ fede religiosa, non pratica piu’, e’ irreligioso, qualche

volta e’ ateo, ma egli permane perche’ crede. Ha conservato il suo orgoglio

nazionale, immagina sempre di essere un individualista superiore, un essere

differente da quelli che lo circondano, e questa convinzione gli impedisce di

assimilarsi, perche’, essendo sempre esclusivo, rifiuta in genere di mescolarsi

con gli altri popoli. Il moderno giudaismo pretende di non essere piu’ che una

confessione religiosa, ma in realta’ e’ ancora un’etnia, finche’ crede di

essere, finche’ conserva i suoi pregiudizi, il suo egoismo e la sua vanita’ di

popolo.” (3)

Il cosiddetto “nazionalismo ebraico” , autoconvincimento dei complessati

kippizzati di ogni tempo e di tutte le latitudini, non sara’ nient’altro che l’

autoaffermazione di istinti atavici, antica forma di rivalsa onnipresente nell’

ebraicita’, predisponenti il popolo di Sionne alla propria autorappresentazione

quale soggetto che ritiene se stesso e vive la sua identita’ contorta quale

autentico “orologio della storia”: gli ebrei si percepiranno sempre come

‘calendario vivente’ dell’umanita’ verso la quale peraltro non proveranno alcun

sentimento all’infuori dell’odio di razza e di religione come visibilmente

appare da un esame anche superficiale del loro principale testo “religioso”

ovvero dall’analisi delle decodificazioni rabbiniche dell’antica Legge raccolte

nel Talmud (4).

Scrive ancora il Berneri: “Gli ebrei sono una nazione non solo per la

coscienza nazionale, ma anche per alcune caratteristiche psichiche

predominanti. Negli ebrei delicocefali dell’Africa settentrionale, dell’Italia,

della penisola iberica e del mezzogiorno della Francia come negli ebrei

banchicefali della Polonia, della Russia e della Germania si constatano alcune

caratteristiche psichiche che non si possono spiegare con il fattore razza.

Bisogna spiegarle con il fattore storia, cioe’ con la somma delle eredita’ e

dei riflessi provocati dall’attuale ambito sociale. L’eredita’ e’ la tradizione

biologica; l’attuale situazione sociale e’ la storia che si prolunga, somma di

residui ancestrali psichici e fisici e delle esperienze della vita. Gli ebrei

sono carichi di storia, della loro storia di nazione errabonda e incestuosa, di

esodi, di fusioni, di continue emigrazioni, di stabilita’ in ghetti

inaccessibili. E’ la storia di una grande famiglia, piena di matrimoni tra

cugini, di strette cooperazioni tra famiglie, di federazioni, di comunita’. E’

la storia di una navigazione, dove si vedono equipaggi che, sbarcati nelle

citta’ dell’Occidente, si trovano piu’ tardi in Oriente o viceversa. (…) Leo

Pischer, nell’opera “L’Autoemancipation”, descrive una situazione comune a

molti ebrei: “L’ebreo e’ per i viventi: un morto; per gli autoctoni: uno

straniero; per i sedentari: un vagabondo; per i poveri: uno sfruttatore e un

milionario; per i patrioti: un senza patria; per tutte le classi della

societa’: un concorrente aborrito. (…) Ed Eberlin, osserva: “Molti israeliti

tentano di evadere dal giudaiso. Invano! Non possono far morire l’ebreo che e’

in loro, non potendo vivere da ebrei.”. (…) Tra gli autori ebrei, Andre’ Spire

e’ stato l’autore che mi sembra abbia meglio espresso questo “complesso di

inferiorita’.” (5) (…) Questo isolamento, questa lotta estenuante favoriscono

la nevrastenia e particolarmente le nevrosi dette di combattimento “che

spariscono o si attenuano non appena l’individuo si trova in condizioni piu’

favorevoli” (Kretschmer crf. “Manuel therique et pratique de psychologie

medicale” – Parigi 1927, pp. 353-354).”.

Sara’ da quella che, senza alcuna riserva chiunque potrebbe riconoscere come

una autentica ‘tara’ psichiatrica o malattia mentale (…gli ebrei poi – dal

https://brokenworld.wikispaces.com/file/view/freud.jpg/30520659/freud.jpg

Sigmund Freud

Freud all’Adler passando per tutti i principali studiosi della psicologia-

psichiatria-psicoanalisi di ‘razza’ “eletta” – hanno ovviamente finito per

invertire la realta’ fattuale rendendo praticamente dementi e ‘contorta l’

umanita’ non ebraica…trasposizioni di aberrazioni mentali ebraiche all’interno

delle societa’ goyim= non ebraiche…), e’ una indiscutibile deficienza giudaica

che passera’ rapidamente a quella che lo stesso Berneri individua nel suo

volume e identifica come la “protesta ebraica”: “La crudezza delle metafore –

scrive l’anarchico d’origine italiana morto esule a Barcellona nella primavera

del 1937 sotto i colpi di agenti stalinisti ed al culmine della contesa tra

questi ultimi e le fazioni anarchico-trotskiste nella Spagna “repubblicana” e

antifascista dell’epoca – , la veemenza delle apostrofi, la violenza verbale di

molti scrittori ebrei si puo’ spiegare con l’influenza della Bibbia. Non e’

solo lo stile biblico ad essere in gioco, ma anche il suo spirito profondo. (…)

Il disprezzo del Talmud per i goyim e’ presente in molti narratori ebrei

contemporanei, ed e’ un disprezzo ora contro il piccolo borghese, ora contro l’

utopista, ora contro il demagogo ecc. L’ebreo sbaglia, l’ebreo scoppia, l’ebreo

tuona, l’ebreo esagera sia in positivo sia in negativo. Si trova naturale che

Marx sia ebreo, ma non si riesce ad immaginare ebrei Bakunin o Mazzini. Il

sorriso dei saggi dipinto da Holbein, la risata prorompente de Rabelais: ecco

espressioni che non possono essere ebraiche. Per definire cio’ che e’ semita,

bisogna ricorrere a cio’ che non puo’ esserlo. (…) L’orgoglio (dell’ebreo ndr)

e’ la caratteristica primaria. Baruch Spinoza lo mette gia’ in evidenza nel

XVII secolo in Olanda. Bernard Lazare nel XIX secolo in Francia.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1c/Lombroso.JPG

Cesare Lombroso

Tra le

caratteristiche tipiche, Lombroso (op. cit. p. 19) , ebreo lui stesso, pone la

petulanza, “forse naturale in chi a lungo fu oppresso: il bisogno di

troneggiare sugli altri, di farsi valere, di farsi sentire qualcuno”. Come

spiega Lombroso, l’ebreo trova nella volonta’ di potenza una difesa contro il

complesso di inferiorita’ e contro la oggettiva inferiorita’ sociale. Scolaro,

l’ebreo vuole essere il primo della classe, distinguersi dai compagni, che lo

detestano. (…) Da ragazzo, se e’ ricco, brillera’ nella sua dorata gioventu’ e

incantera’ le donne con i cavalli, con la sua eleganza, con le sue maniere

distinte. Bohemien intelligente, sara’ anticonformista, instancabile polemista.

Avra’ fama di nichilista. Potra’ essere orgoglioso delle sue origini. Il

cappello dell’ebreo, marchio d’infamia, non divenne, gia’ nel XIV secolo, una

specie di simbolo nazionale? Lo si vede sui sigilli. Famiglie di ebrei

convertiti, diventano nobili, l’adottano per i loro armadi. L’ebreo che soffre

di un complesso di inferiorita’ ripieghera’ volentieri verso il nazionalismo,

verso un nazionalismo che sara’ un vero delirio rivendicativo. Escluso dalle

carriere politiche e militari, sognera’ diventare un grande industriale, un

grande finanziere, un grande rabbino. Povero, avra’ l’ambizione di essere il

primo dell’ufficio, il primo nel suo campo, nella societa’ corale o nella

societa’ sportiva. Il complesso di inferiorita’ e la relativa protesta possono

condurre all’evasione dal giudaismo.” o – per dirla con l’ebreo Spire nel suo

“Pages Libres” – a “non essere ebreo: ecco il sogno di tutti i ragazzi ebrei

nati in un villaggio o in una piccola citta’.”.

“L’associazione – spiega il Berneri – si presenta in questi termini: famiglia=

razza ebraica; patria= nuova madre = cambiamento di razza.”

Trasposizione di complessi di inferiorita’ in un’idea di nazionalismo

esagitata ed esagerata, ultra-nazionalismo o estremizzazione dell’idea

nazionale che l’ebreo sentira’ di sostituire alla propria originaria identita’

etnico-confessionale per abbandonare l’alveolo familiare che e’ anche il

“ghetto” immaginario dal quale intende fuggire. Tant’e’ questo si chiama

trascendere l’emotivita’ e rincorrere l’utopia ossia prendere lucciole per

lanterne perche’ , per quanto si sforzino di essere nazionalisti ‘altrui’, gli

ebrei resteranno in ultima analisi sempre e soltanto ebrei condannati peraltro

ad esserlo e – in non pochi casi – ben felici di restarlo.

Detto cio’ e nutrendo non pochi dubbi sui casi di “nazionalisti ebrei” morti

per la patria “gentile” (per quanto se ne contino non poche ‘eccezioni’

specialmente nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e la prima Guerra

Mondiale alla quale l’elemento giudaico dara’ il suo contributo combattendo

nelle diverse fila degli eserciti nazionali….e non dimenticando l’enorme

apporto dato dagli ebrei ai differenti “risorgimenti nazionali” ottocenteschi

che, in alcuni casi, furono veri e propri “risorgimenti ebraici” …Italia,

Ungheria, Germania….’turbe’ di ebrei ‘risorgenti’ ovunque….bandiere massoniche

alla riscossa e compassi e squadre ‘popolanti’ i nuovi templi innalzati alla

Dea Ragione ed ai suoi “lumi” ….sovversione anti-tradizionale e contro-chiesa

di Satana in azione….) il Berneri passa ad analizzare la figura, sicuramente

tra le piu’ interessanti dell’orizzonte ebraico moderno, di Otto Weininger e

scrive: “Il filosofo viennese O. Weininger si suicido’ all’eta’ di 23 anni

perche’ era stato il Freud della sua opera “Geschlecht und Charakter”. Aveva

intuito il profondo significato dell’aforisma: “Non si ha odio verso una cosa

troppo simile a noi”, pensiero che si approfondisce con la seguente

osservazione: “Chiunque ha dell’odio verso l’ebreo, lo detesta prima di tutto

in se’ stesso; il fatto che lo perseguiti fuori di se’ dimostra uno sforzo di

autoliberazione…L’odio e’ un fenomeno di proiezione come l’amore: l’uomo prova

odio quando si riconosce spiacevolmente in qualche cosa”.

Ora apriamo una doverosa parentesi e sottolineiamo….sara’ forse per questo

motivo che non abbiamo mai provato alcun sentimento ne’ di odio ne’ tantomeno –

ci mancherebbe! – di “amore” verso la “razza autoproclamatasi eletta”?

Onestamente degli ebrei ci potrebbe anche interessare meno di un ciufolo se non

esistesse pervadente una ossessiva smania di primeggiare ed una altrettanto

ossessionante volonta’ egemonica dell’individualita’ giudea di assoggettare ai

propri voleri ed ai propri diktat il resto dell’umanita’ non ebraica.

Qualora gli ebrei si riducessero ad una vita ‘paciosamente’ conforme alle loro

caratteristiche di popolo disperso tra gli altri popoli e rinunciassero a

scalare il potere economico-finanziario-politico delle nazioni di cui sono

ospiti probabilmente la nostra attenzione nei loro confronti sarebbe meno di

zero. E sarebbe a dir poco inutile qualunque ricognizione analitica sulla

questione ebraica se questo problema eterno non si ripresentasse regolarmente

in ogni angolo del pianeta e nelle diverse epoche investendo di se’ Stati e

nazioni, Imperi e Repubbliche, disseminando di lutti e dolori, tragedie e

conflitti civili, sociali, politici e religiosi la storia delle comunita’ non

ebraiche costrette a subire l’opera di erosione e corrosione lenta ma

progressiva di una genia malefica che, come riconosceranno lucidamente gli

storici ed i filosofi piu’ autorevole del passato cosi’ come esplicheranno i

principali Testi Sacri della Cristianita’ prima e dell’Islam poi, risaltera’

quale vettore sovversivo, incarnando uno spirito di iniquita’ demoniaco e

dissolutore, che muove nella direzione del Male e si autocelebra come

simbiotico elemento disintegratore dell’ordine e della pace sociale.

“L’indagine sul carattere sessuale condurra’ Weininger ad una indagine sempre

sessuale, ma sulla razza. Secondo Weininger l’ebreo, come la donna, non e’ un

individuo. “La nostra epoca non e’ solo la piu’ ebraica, ma la piu’

femminile.”. “Come le donne, gli ebrei si confondono insieme senza associarsi

come individui ed indipendenti…”. “L’ebreo e’ intermediario, come la donna”.

L’ebraismo – conclude il Berneri – e’ intersessuale, un compromesso tra

mascolinita’ e femminilita’. Ecco le sue tesi.”.

Evidentemente il Weininger doveva essere “leggermente” – o comunque

sufficientemente – “malato” …per quanto riconosciamo che viviamo un presente

‘femminile’ per eccellenza; che la societa’ contemporanea sia ‘femmina’ ed

ebraica cio’ non ci impedisce di apprezzarne alcuni aspetti esteriori (…l’

esteriorita’ che e’ tipicamente femminile…) ne’ di disprezzarne altri

altrettanto evidenti che sono la profonda eclissi del Sacro, la mancanza di un’

etica generale, l’assoluta scomparsa della morale…. E’ il mondo moderno ovvero

l’epoca della sconsacrazione suprema di tutti i valori. Basta solo,

semplicemente, riconoscerne i ‘tratti’ discendenti e affrontarne le

‘conseguenze’ …ovvero “restare in piedi in un mondo di rovine”….

Le ‘tentazioni’ suicide le lasciamo volentieri agli ‘altri’….meglio, molto

meglio, se ebrei!

Continua Berneri e scrive: “Weininger sottopose ad analisi la sua opera e

scopri’ particolari spaventosi. Capi’ che la concezione sublime dell’amore non

era che la sublimazione della propria intersessualita’. Forse comprese anche

che il suo odio contro i cani, esposto nel libro “Intorno alle cose supreme”,

non era solo dettato dall’insonnia, ossessionata dall’ululare dei cani, ma

anche dal fatto che il cane fosse il simbolo della sessualita’ cinica.”….

chissa’ cosa ci ‘direbbe’ il Grande Psicologo dell’Altissima Volta Massonica

della Gran Loggia Madre sapendoci ‘lupescamente’ nottambuli e ‘fascinati’ dall’

ulular canino di certe ‘simpatiche’ lupacchiotte??? Mah….a dir poco siamo nel

mondo dell’assurdita’ cerebrolesa ebraica….piu’ che un recensore servirebbe un

buon medico …e, preferibilmente, una camicia di forza di quelle belle strette!

“L’analisi della psicologia femminile e materna gli rivelo’ il suo Io. L’

abisso della sua opera s’apre come una voragine. Dannata la donna, dannato l’

ebreo: scoperto in se’ la prima e il secondo, il dannato divenne lui.

Abbastanza virile da accorgersi che era la propria parte femminile a dimostrare

una simile comprensione per la donna ( e non bisognava affatto essere donna per

vedere la donna nel proprio inconscio ), si suicido’.”

Come commentare quest’ultimo passaggio del Berneri? Che chiosa sottoscrivere

alla ‘cronaca’ funebre della vicenda romanzesca eppure reale della vita di

questo povero infelice di un Weininger che pure in “Sesso e Carattere” aveva

saputo scardinare da dentro l’anima ebraica? Vi basta un “Amen!” o dobbiamo

metterci pure un necrologio ‘ad hoc’ di quelli memorabili? …Noi diciamo ….uno

che ha compreso ‘finalmente’….E tanto basti!

“In Weininger – continua il Berneri – tra conversione e suicidio non c’e’

soluzione di continuita’. Il suo e’ un sistema tutto pieno di rimozioni, di

sublimazioni e di ribellioni. Fu battezzato nello stesso giorno in cui discusse

la tesi in filosofia. Voleva evadere dal giudaismo sposando per interesse la

Chiesa? No, con l’aiuto del cristianesimo e con l’aiuto della filosofia sperava

di elevarsi al di sopra del proprio semitismo. Come Icaro precipito’. Tra i

critici che io conosco A. Spire e’ il solo ad aver compreso bene Weininger.

Peccato che non abbia troppo sviluppato la propria interpretazione. Rimane

ancora aperta la possibilita’ di uno studio psicoanalitico su una figura spesso

poco conosciuta e ancora quasi ignorata. Cercando di consolarsi dopo i severi

giudizi o i tiepidi entusiasmi si diceva: “Ho scritto per i secoli”. Da

Fredrikshaven, punta nord dello Jutland, lasciando il battello, commenta: “Ho

alle mie spalle quattordici ore di navigazione. Le ho passate sul ponte. C’era

tempesta, le onde erano alte quattro metri. Tutte le donne si sono sentite

male. Niente attesta la dignita’ umana di un essere quanto un mal di mare. Io

ho resistito, ma questo non mi sorprende.”. A Dresda, ascoltando musica,

scrive: “Sono nato musicista. Ho scoperto in me un’immaginazione

specificatamente musicale che mi riempie di alto rispetto.” (cit. da Spire).

Weininger si rivela. La sua conversione e il libro “Sesso e carattere” fanno un

tutt’uno. E’ il rigetto della femminilita’ in una protesta virile cristiana. La

misoginia e’ una rivolta, come l’antisemitismo. Io non sono una donna. Io non

voglio piu’ essere ebreo: dice il suo Io. Ebreo=donna. Questa associazione,

originatasi nell’infanzia, fu alimentata dalla nevrosi.”

Chiamate l’Ottavo Padiglione degli Spedali Riuniti di Livorno che qui siamo al

delirio assoluto! ….e non ci si venga domani a ‘raccontare’ di “pazzia

antisemita”….Qui gli unici dementi (…ma dementi di quelli seri….di quelli

pericolosi per se stessi e gli altri…) sono solo e soltanto gli ebraici

pippeggiamenti e vaneggiamenti di questa sotto-razza di castrati nell’animo e

nelle carni… Quintessenza di ogni psicodramma e delle plurisecolare tragedia

ebraica in Weininger si sviluppano e si accavallano una ‘discreta’ serie di

complessi psichi…si avviluppano idee e utopie contrarie e contrastanti….si

generano abissi di follia. Siamo di fronte all’uomo-cappone che si accorge

della propria identita’ troppo presto per un’autosalvazione e troppo tardi per

sfuggire al suo inesorabile destino suicida.

Nel nono capitolo del suo testo Berneri affronta lo ‘spinoso’ problema del

rapporto tra “complesso d’inferiorita’ ebraico”, “antisemitismo ebraico” e il

testo sacro della Bibbia. Argomento sicuramente interessante che merita di

essere attentamente sviluppato e comunque analizzato. Scrive l’autore: “E’ alla

Bibbia che si deve il piu’ alto numero di complessi antigiudaici, legati alla

circoncisione. Per molti giovani ebrei – come per i coetanei protestanti nei

paesi anglosassoni – la Bibbia e’ il manuale dell’iniziazione sessuale. Molti

complessi di colpa derivano da quelle letture. Una paziente di Havelock Ellis

racconta di aver iniziato a considerare l’onanismo una pratica deprecabile solo

dopo la lettura di alcuni passaggi della Bibbia. E un omosessuale, scrivendo a

questo studioso: “Compresi allora che i miei ardori fossero una diversione all’

istinto sessuale. Con mio grande stupore e costernazione mi accorsi che la

Bibbia condanna come abominevoli le pratiche alle quali ero dedito. Inizio’ da

quel momento un travaglio che duro’ per anni.”. L’influenza della Bibbia

meritava uno studio. Mi limito a ricordare che sono molti gli esempi che

possono generare tenaci complessi, a causa del loro carattere fuori norma (le

due figlie di Loth che convivevano con il loro padre, Loth che offre agli

abitanti di Sodoma le due figlie ancora vergini ecc.). La rimozione del

polimorfismo perverso infantile in un periodo della puberta’ e’ , senza dubbio,

associata al ricordo della prima iniziazione. E quando un complesso di colpa si

cristallizza, le letture vanno considerate un fattore determinante per la

successiva vita affettiva. Il complesso di colpa e’ legato strettamente al

complesso di inferiorita’. (…) Antigiudaismo e antisemitismo hanno molto spesso

origini nascoste e sconosciute a quelle stesse persone che ne hanno subita l’

influenza. Ma l’antisemitismo ambientale rimane il fattore principale.”.

Come voleva dimostrare le ‘tare’ mentali degli ebrei sono proiettate – et

voila’ quasi ‘per magia’ – sul non ebreo e sull’”antisemita”…cio’ che agli

ebrei risulta abominevole viene trasposto al non ebreo….si ‘castra’ – e non

solo figurativamente – il “gentile” del “mal di vivere” nevrotico-patologico

ebraico e il ‘gioco’ e’ fatto….

Menzogne e ciarlatanerie psicologico-psichiatriche di marca ebraica! Garanzia

di frode e sciacallaggio nonche’ sovvertimento generale di ogni valore.

Tralasceremo in questa sede di parlare di quello che Berneri definisce come “l’

http://www.laguia2000.com/wp-content/uploads/2007/07/disraeli.gif

Benjamin Disraeli

antisemitismo di difesa e di mosaismo” di Benjamin Disraeli, influente ebreo

convertito all’anglicanismo e servitore degli interessi della “novella Sionne”

alla corte di Sua Maesta’ britannica ….di lui – e cio’ sia sufficiente al

lettore – Berneri scrivera’: “La protesta puo’ portare all’orgoglio

nazionalista come all’antisemitismo. (…) Lunel ci presenta l’ebreo Bonjuza

Velleron, immaginario discendente degli ebrei installati a Narbonne da Carlo

Magno. Isaac Velleron, figlio di Bonjuza, diventa Luc-Mathieu Peccavi,

cattolico. Crede di difendere le proprie origini palesando un fastidioso

disprezzo per i vecchi correligionari. Ogna volta che puo’ scorrere un

miserabile ebreo, “non manca di avanzare sulla soglia del suo magnifico negozio

per sputare ostensibilmente nella direzione degli spregevoli ebrei”. Il figlio

di Luc Mathieu fa l’antisemita. E’ il capo degli anti-dreyfusards di

Carpentras, aizza giornalisti, organizza battaglioni di…giovani patrioti sotto

le finestre e davanti ai negozi di ebrei per suonare canzoni antisemite…(…) Ma

Niccolo’ Peccavi, nevrotico, mezzo pazzo, non e’ un antisemita cosciente. E’

solo un opportunista. L’ebreo diventa sincero antisemita per ragioni molto

profonde. Traditore, apostata, ecc…questo semplificherebbe il problema se la

psicologia dell’apostasia opportunistica non fosse in tutto simile alla

psicologia della conversione. Non vi e’ affatto una distanza astronomica tra

Paolo di Tarso sulla strada di Damasco e Isaac Velleron.(…) Disraeli,

affettato, altezzoso, vanitoso (ma ha bisogno di esserlo) in quanto ebreo,

soffre di continui mal di testa che gli rendono il lavoro quasi insopportabile.

(…) L’orgoglio lo spinge verso la politica, terra di ambizioni. Non ancora

deputato pensa di diventare primo ministro. (…) Concepisce la politica come un’

arte e duetta amabilmente sia con i conservatori sia con i radicali.”.

Infine l’ultimo capitolo prima della conclusione il Berneri lo dedica al piu’

“antisemita” degli antisemiti ebrei: Karl (Mordechai) Marx….padre fondatore del

socialismo cosiddetto “scientifico” o materialismo dialettico, nipote del

rabbino di Treviri e ostentatamente e virulentemente noto all’opinione pubblica

mondiale anche per aver dato alle stampe quell’opera “La Questione Ebraica”

(ediz. “Noctua” – Molfetta, Bari 2006) rimasta quale pietra miliare di un

preteso, anche da troppi ‘presunto’, antisemitismo di “sinistra”.

Berneri scrive in merito: “Il caso di Karl Marx ci consente una visione d’

insieme, una specie di riassunto compementare e conclusivo. Considero Karl Marx

antisemita non a casua di cio’ che ha scritto sugli ebrei, ma a causa di cio’

che non ha scritto, detto e fatto a favore degli ebrei. Nei suoi lavori Karl

Marx e’ antigiudaico e antimolochista, per parlare come Tridon. Basandoci sugli

scritti, si potrebbe dimostrare che anche Proudhon e’ stato antisemita. Mentre

Proudhon e’ stato solo antigiudaico in quanto nazionalista e antimolochista in

quanto socialista. Si puo essere socialisti senza sembrare antisemiti. Se l’

antisemitismo e’, come ha detto Bebel, il socialismo degli imbecilli, il

socialista intelligente puo’ fare a meno di considerare gli ebrei come una

forza sociale frenante rispetto all’ascesa del proletariato. E non solo gli

ebrei capitalisti ma gli ebrei tout court. Un ebreo puo’ lottare per l’

emancipazione, ma solo se si pone contro la tradizione religiosa e nazionalista

del giudaismo e contro le tendenze piccolo borghesi di buona parte dell’

ebraismo. E’ un fatto che Charles Fourier, il suo discepolo Toussenel,

Proudhon, Tridon e molti altri socialisti abbiano scritto pagine ben piu’

antisemite (…) di Karl Marx. Che cosa dice Marx nel suo opuscolo sulla

questione ebraica (1844)? In un articolo sull’antisemitismo di Karl Marx si

citano come tipicamente antisemite le seguenti frasi: “Il giudaismo raggiunge l’

apogeo al culmine della societa’ borghese, ma la societa’ borghese raggiunge la

perfezione nel mondo cristiano. Soltanto nel regno del cristianesimo, la

societa’ borghese poteva staccarsi completamente dallo Stato, strappare i

generici legami dell’uomo e mettere al loro posto l’egoismo, il bisogno

personale, decomporre l’universo umano in una miriade di individui atomistici,

ostili gli uni agli altri. Il cristianesimo e’ derivato dal giudaismo ma ha

finito col ricondursi al giudaismo. Noi riconosciamo quindi nell’ebraismo un

elemento antisociale e rilevante. Storicamente gli ebrei hanno collaborato a

questo sviluppo e tale aspetto e’ stato oggi spinto al suo punto culminante, ad

una altezza ormai irraggiungibile. Nel suo moderno significato l’emancipazione

ebraica consiste nell’emancipazione dell’umanita’ dal giudaismo. “Gli ebrei si

sono emancipati nella misura in cui tutti i cristiani sono diventati ebrei.”.

“Quale era, in se’, la base della religione ebraica? Il bisogno pratico, l’

egoismo.” (…) L’articolo qui in questione e’ significativo., Dopo aver citato

questa frase di Marx: “E chi dice ebreo, dice protestante: sappiatelo”, si

ricorda che Toussenelle dedico’ il suo libro “Les Juifs rois de l’epoque”, ad

una principessa d’Orleans. E’ come se Marx facesse appello all’inquisizione!”.

Noi consideriamo Marx un impostore esemplare che ha utilizzato ogni mezzo – in

particolare la truffa filosofica della sua abile penna – per instillare l’odio

sociale e trasferire caratteri eminentemente giudaici nell’arena politica….

questo e’ stata, ne’ piu’ ne’ meno, l’opera “politica” del Grande Demagogo di

Treviri…. Il resto e’ ‘fuffa’ ebraica….

Noi auspichiamo una lettura attenta del testo del Berneri ed eventualmente una

successiva ricognizione sull’archetipica figura dell’ebreo antisemita al di

fuori della visione umanitaria e socialisteggiante dell’anarchico italiano

esule in Francia e soprattutto un po’ meno “psicologicamente” incline all’

investigazione ad personam nell’animo dei singoli soggetti ebrei dei quali

sicuramente il testo ci offre comunque un valido panorama…

Antisemiti o nazionalisti ebrei per noi comunque poco cambia: gli ebrei

resteranno pur sempre, per dirla con Napoleone Bonaparte, dei rivenditori di

stracci ovvero progenie di usurai e strozzini e irriducibilmente I nemici dell’

uomo in quanto popolo maledetto secondo le Sacre Scritture….

Au revoir…



Link alla pagina:
L'ebreo antisemita (http://belluccidago.wordpress.com/2010/06/28/recensione-libraria-l’ebreo-antisemita/)

Verona Front
30-06-10, 11:00
http://www.arabamericannews.com/news/images/articles/2008_04/887/u1_hezbollah.jpg

Boris
30-06-10, 17:47
. FAI(T) ATTENZIONE, ANCH'IO TI OSSERVO!
[/IMG]


Questa mi era sfuggita...FAIT....Per caso Debora? :D

Ho saputo che bazzica da queste parti e per qualcuno dietro al nick "Arba" ci sarebbe appunto la Debora Faith....vero? :chefico:

E poi...Debora con o senza l'"acca" finale?? Dettaglio essenziale...:sofico:


. Comunque, per farti contenta, guarda un po' qua:
http://www.powerlineblog.com/media/archives/Hizbollah.jpg


Uffa ancora non sono riuscito a postare neanche mezza foto :incav: Accidenti a me! :piango:

arba
01-07-10, 09:01
[QUOTE=Avamposto;1271352]Se Arba avesse letto bene quel passo della recensione di Bellucci a "Studi sul Talmud" si sarebbe accorta che il passo citato (Sanhedrin 74b) viene riportato integralmente - peraltro assieme ad un'altra decina di altre 'perle' talmudiche anticristiane - dal saggio di Pohl.

Ho controllato sul libro in questione (edizioni "All'Insegna del Veltro" di Parma) ed effettivamente e' citato cosi' come appare: Arba dunque ha pisciato fuori a prendersela con DHB.

Ammesso che cio' che lei scrive sia vero (e non mi fiderei mai di un'ebrea) dovrebbe dirci se gli altri passaggi talmudici citati sono tutti falsi o "copiaincolla" come scrive.

Resta il fatto che quella e' un'ottima recensione di un libro che per gli ebrei, come ampiamente dimostrato, e' considerato un testo sacro ed essenziale.

Un libro che e' un autentico dizionario dell'odio e del disprezzo dei non ebrei.[/QUOTE

non mi va di discutere sul talmud, ti dico solo che prendendo una citazione a caso, quella che ho riportato, da sanhedrin 74b non si arriva a quello che Pohl avrebbe scritto. poi a me non interessa se voi volete fare la figura degli ignoranti, eh.

Anzi ....rispetto l'arbitrio umano.:D

lo stesso vale per l'affermazione che il talmud verrebbe considerato più importante della torah, o che avrebbe la precedenza ....che è semplicemente ridicola

e poi: NO! non sono Debbie Fait ...cioè: MAGARI!

Verona Front
01-07-10, 09:12
http://tourneyfactory.com/images/german-flag.jpg

Boris
01-07-10, 10:14
http://www.cattolicigenovesi.org/tmd06.jpg

Anche questi passi del Talmud sono inventati dal Bellucci-Pohl? :chefico:

A me Arba sembra proprio che tu non vuoi rispondere perche' non sai cosa rispondere...:giagia:

Boris
01-07-10, 10:23
[B] non mi va di discutere sul talmud,
[[B]QUOTE=arba;1283344]

Guarda che sei tu che sei intervenuta per criticare quella recensione. :D

[[B]QUOTE=arba;1283344][B]
a me non interessa se voi volete fare la figura degli ignoranti, eh.

Anzi ....rispetto l'arbitrio umano.:D


Ignoranti in fatto di ebraismo probabilmente lo siamo un po' tutti: qui l'esperta in materia dovresti essere tu...:chefico:

Quale arbitrio umano? Ma se e' detto chiaramente dal tuo Talmud che noi "gentili" non siamo altro che bestie e animali da soma? O e' un falso anche quello... :postridicolo: :postridicolo:



[[B]QUOTE=arba;1283344][B]


e poi: NO! non sono Debbie Fait ...cioè: MAGARI![/QUOTE]

Questo invece mi interessa di piu': chi sei Arba? :chefico:

Boris
01-07-10, 10:33
Adesso dovrei andare: il dovere mi chiama. Mi piacerebbe pero' sapere cosa ne pensa Arba di questa analisi sulla religione ebraica antica che ho trovato anni fa in rete e salvato. Mi sono sempre ripromesso di parlarne con qualche ebreo ma finora non mi e' capitato di incontrarne nessuno eppure Ferrara e' una citta' piuttosto importante per la presenza di una forte e storica comunita' ebraica. Ne approfitto per domandare ad Arba di commentarmi questo testo: sono proprio curioso di sapere cosa mi sapra' dire!




"Stando alle conoscenze correnti, l'origine dello jahwismo (che non fu subito un monoteismo in senso stretto) ha da porsi verso la fine del II millennio a.C. e fu opera di un certo Mosè. A quanto sembra, Jahweh, un dio preesistente e che era stato adorato assieme a svariati altri da determinati clan semitici (non ancora ebrei in senso stretto), fu originalmente un mostriciattolo lunare non dissimile dal (o forse identico al) paleosemitico Sin (14).

Mosè impose ai suoi sudditi - in origine un coacervo plurimo di svariate etnie e razze, non esclusi ceppi negroidi di estrazione africana (15) - il culto unico di Jahweh, col quale affermò di avere fatto un patto particolare e che avrebbe promesso a loro ogni sorta di privilegi a cambio del culto esclusivo. Degli altri dèi non si negava esplicitamente l'esistenza, ma si rifiutava loro il culto.

Le pretese mosaiche furono imposte alla popolazione, non senza trovare un'importante resistenza (16). C'è da credere che già allora Jahweh venisse ad assumere certe sinistre e teratologiche caratteristiche che vennero a galla in modo del tutto esplicito quando il cosiddetto Vecchio Testamento, quale noi adesso lo conosciamo, venne messo per iscritto nel V secolo a.C.
Fra i tempi del mitico Mosè (XII secolo a.C.) e quelli di Esdra (V secolo a.C.), il mosaismo subì una serie di sviluppi che lo portarono a essere il babilonismo o esdrismo; che adesso viene a essere lo jahwismo ufficiale quale esso è preso per valido sia dagli ebrei che dalle chiese neojahwiste cristiane. Da parte jahwista, questo processo è stato presentato come ammantato da improbabili leggende e da ugualmente improbabili "miracoli". Esso fu analizzato criticamente per la prima volta, in notevole dettaglio, da un ex-prete protestante inglese, William Stewart Ross, che pubblicò i suoi risultati sotto lo pseudonimo di "Saladin" verso la fine del XIX secolo (17). Un eccellente studio scientifico del processo di conversione del monoteismo latente a monoteismo esplicito è stato fatto da un altro studioso inglese, Morton Smith (18). Nella sezione che segue si darà un esposto dei risultati di questi due studiosi.


La storia del pensiero monoteista da Mosè a Esdra alla luce delle ricerche: Stewart Ross e Morton Smith


Già il Ross aveva fatto notare che gli stessi autori che avevano scritto la cosiddetta Bibbia nel V secolo a.C., vi avevano incluso certe storie che rendevano del tutto probabile che il testo fosse, se non interamente almeno in massima parte, un'invenzione. Mosè avrebbe messo i suoi scritti dentro alla cosiddetta "arca dell'alleanza", con proibizione assoluta di guardarvi dentro. Sotto Salomone (X secolo a.C.) qualcuno comunque vi avrebbe guardato dentro, senza trovarvi niente. Circa tre secoli e mezzo dopo, un certo sacerdote Ilchia affermò di averli visti, ma dopo di lui non sembra che ci siano stati altri a dire di averli visti. E nel V secolo a.C., Esdra, con l'aiuto di uno stuolo di scribi, avrebbe proceduto a riscrivere i testi antichi, in mezzo a uno straordinario contorno di fatti miracolosi. Questa storia è accettata anche dai i Padri della Chiesa; e il testo di Esdra (peraltro scritto in modo pochissimo chiaro e aperto a ogni tipo di interpretazione) divenne il Vecchio Testamento ufficiale - sia per gli ebrei che per i neojahwisti cristiani.
Le ricerche condotte nel XX secolo permettono di compiere una storia abbastanza dettagliata di quale fu il vero sviluppo storico dello jahwismo fra il suo abbozzo mosaico e la sua concretizzazione a Babilonia nel V secolo a.C.; al riguardo, ci riferiamo in primo luogo al testo di Morton Smith. Fra il XII e il V secolo a.C. le genti ebraiche, stanziate in Palestina, sono da vedersi, almeno in prima approssimazione, come normali: era politeiste e il mostro lunare Jahweh occupava nel pantheon un posto non superiore a quello di Baal, Astarte e altri dèi paleosemitici. Ma in tutto quel periodo serpeggiò fra gli ebrei un "movimento d'opinione" che favoriva il ritorno al mosaismo puro, cioè al culto esclusivo di Jahweh. Questo movimento faceva presa soprattutto fra la borghesia commerciale e finanziaria più o meno agiata e aveva scarsa risonanza fra il popolo in generale. I suoi rappresentanti di spicco furono i profeti, individui fanatici e gretti che uno psichiatra ebreo, già nel 1910, non esitò a definire degli psicopatici. Aggiungendo che fu una maledizione per l'umanità che le loro vedute contorte fossero arrivate e essere prese non solo sul serio, ma come canoni di condotta (19) - qui sia soltanto aggiunto che la scomposta e sconvolta "spiritualità" dei profeti non trova riscontro se non in determinate manifestazioni bantù (non si dimentichi che la popolazione ebraica aveva una componente africana). Ma fino al V secolo anche i profeti ebbero scarsa influenza sulla generalità della popolazione.
Questa situazione venne a cambiare con l'occupazione babilonese. I babilonesi deportarono a Babilonia quei gruppi sociali che nelle terre a loro sottomesse - una delle quali era la Palestina - erano a loro ostili. Fra gli ebrei, a loro ostili erano gli adepti del movimento "solo Jahweh"; i quali, deportati a Babilonia e avulsi dal resto della popolazione, svilupparono quella strana e perversa idea - il babilonismo - secondo la quale Jahweh era "unico" e il resto degli dèi "inesistenti". Verso la metà del V secolo Babilonia cadde sotto la Persia, e gli esuli furono rispediti alle loro terre di origine. In Palestina ritornarono i mosaisti (adesso babilonisti) capeggiati da un certo Esdra, i quali - forti adesso dell'appoggio politico persiano - imposero il monoteismo jahwista sulla popolazione ebraica della Palestina, non senza trovare una notevole resistenza: i samaritani - pure essi ebrei - non si lasciarono mai piegare.

Fu sotto Esdra - e dopo sotto Neemia - che il Vecchio Testamento fu scritto nella forma in cui esso è ancora tenuto per valido da tutti gli jahwisti. La sua stesura fu strutturata con lo scopo specifico di assicurare il potere a una determinata classe sociale e politica. In massima parte esso fu inventato di sana pianta; in minor misura esso fu basato su testi più antichi, alcuni di origine ebraica e altri mutuati in giro e poi raffazzonati a seconda che sembrò conveniente. In particolare, i Salmi sono una collezione di inni a Baal (dio paleosemitico) di cui gli originali sono stati scoperti a Ugarit (Libano) e poi decifrati dai semitologi (20): questi inni furono scopiazzati e dedicati a Jahweh.


Caratteristiche psicopatologiche degli autori del Vecchio Testamento e del dio in esso descritto: Erich Glagau


Se il Vecchio Testamento non ha quasi valore come documento storico - essendo esso un prodotto fatto su misura con fini specifici, e nella stesura del quale non ci si peritò di falsificare di tutto, quando ciò sembrò giovare allo scopo - esso dà un'idea molto chiara della mentalità paranoica di chi lo scrisse e, di riflesso, del tipo di "dio"che ne risulta, dotato di una psicologia alquanto contorta.

La descrizione più calzante del medesimo ci sembra quella data dallo scrittore francese conte di Lautréamont, nato Isidore Ducasse: " ... vidi un trono, fatto di escrementi umani e d'oro, sul quale troneggiava, con orgoglio idiota e col corpo ricoperto da un drappo fatto di biancheria di ospedale male lavata, colui che dice di essere il ‘creatore'" (21). Nell'insieme, da quanto risulta dal Vecchio Testamento, Jahweh si presenta come un despota semitico lubrico, osceno ed abbietto, che ha creato l'uomo per poter pavoneggiare davanti a lui la sua scellerata potenza e per avere uno schiavo da torturare e umiliare, sul quale far cadere un’ira del tutto irrazionale, becera e imprevedibile.
Per incominciare - e questo risulta in modo chiaro dalle analisi di Morton Smith - il Jahweh esdrico presenta aperte caratteristiche omosessuali. La sua qualità di "dio geloso" è quella dell'amante omosessuale per il suo "amico del cuore", il popolo ebraico; col quale la relazione è quella che ci può essere fra l'omosessuale attivo e quello passivo. Il "popolo di dio" è il suo prosseneto.
Erich Glagau (22) ha compiuto un'insuperata analisi del Vecchio Testamento, sviscerandone sia le assurdità che la qualità scostante. Ed effettivamente, come florilegio di aneddoti raccapriccianti, pornografici, sordidi e contrari a ogni buon costume (dal punto di vista di un'umanità normale), non esiste alcun altro testo che si spacci per "religioso" il quale gli possa reggere confronto - e che inoltre abbia pretese moraleggianti.

Qui si indicheranno tre dettagli, particolarmente significativi:
(a) Nel libro delle Cronache sta scritto che mentire "a maggior gloria di dio" è lecito - cosa poi ripetuta da Paolo da Tarso, il "già ebreo" Shaul, nella Lettera ai Romani. Ora, la liceità della menzogna - anzi, della menzogna sistematica - oltre che dal Vecchio Testamento, è ammessa solo dalle popolazioni legate a uno stile di vita totalmente selvaggio e privo di aspressioni etiche di normale significanza.
(b) Nel libro dei Giudici - e questo è enfatizzato anche da Mircea Eliade (23) - viene lodato il tradimento dell'ospite. Questa è un'azione esecranda presso tutti i popoli conosciuti, non esclusi i più incivili - ma non per gli esdristi.
(c) Il rotolo di Ester: si tratta di una sordida storia (inventata) di prostituzione minorile nella quale a far da lenone fu uno zio della detta Ester, la quale, una volta riuscita a conquistare l'amore del re di Persia, avrebbe fatto da infiltrata nella corte. Obbediente agli ordini dello zio/lenone, ella sarebbe stata usata per estorcere al re, mentre era ubriaco, l'autorizzazione per commettere soprusi contro coloro che erano invisi allo zio/lenone. Questo, ancora adesso, viene celebrato nella festa ebraica del purim (nel mese di ottobre). In certi circoli sionisti, la Barbara Lewinsky (che eseguì quella pubblicizzata fellatio sul presidente USA Bill Clinton) viene inneggiata come "novella Ester"(24).


Senza dare altri esempi specifici, vediamo quali sono le caratteristiche psicopatolgiche di tipo generale che animano l'esdrismo e che si riferiscono in modo diretto a coloro che lo inventarono e poi adottarono. Nella sezione seguente si daranno alcune caratteristiche di tipo strutturale del medesimo che poi furono trasmesse ai neogeovismi e che, in forma esplicita o latente - o qualche volte modificate o stravolte a seconda della diversa psicologia dei popoli - hanno sempre informato la condotta delle diverse gerarchie ecclesiastiche.
In tutto il Vecchio Testamento c'è una smodata preoccupazione e un gusto tremebondo per i massacri (ai danni degli altri). È probabile che le storie disgustose e raccapriccianti raccontate con riferimento alla conquista della cosiddetta Terra Promessa siano in massima parte delle invenzioni, ma illustrano bene quello che ai relatori e ai loro epigoni sarebbe piaciuto che fosse successo e che, al momento opportuno, sarebbero contentissimi di ripetere - e che, effettivamente, hanno sempre fatto quando le circostanze li hanno messi nelle condizioni di infierire sui non-ebrei, meglio ancora se per interposta persona.

Come fenomeno psicologico speculare si ha forse da vedere l'ossessione di sentirsi perseguitati e, nei tempi contemporanei, l'"olocaustismo"(25): un determinato tipo umano, ossessionato dal desiderio inappagato di perseguitare e sterminare gli altri, finisce col pensare che anche tutti gli altri nutrano le stesse idee nei suoi riguardi. Il modo in cui i cristiani presentarono i primi della loro religione come dei perpetui perseguitati - molto spesso falsificando i fatti - è un'altra forma della medesima psicologia.
L'attitudine ipocrita del "giusto" - poi divenuta comune agli jahwisti delle più varie confessioni - fu presto abbinata alla paranoia del "popolo eletto". Ha da vedersi come naturale che, sia pure per vie subliminali, chi "sappia" di essere fra coloro che hanno la fortuna di trovarsi nel novero degli "eletti" dal "dio vero e unico" adottino un'attitudine di disprezzo e di sufficienza verso coloro che invece, obnubilati dall'ignoranza o dalla testardaggine, si attaccano a culti o a idee "false" (secondo loro, "irreali").


L’abbraccio Mortale. (http://anticristiano.altervista.org/popup.php?a=2&q=20060405202902)

Lupo
01-07-10, 10:54
non mi va di discutere sul talmud, ti dico solo che prendendo una citazione a caso, quella che ho riportato, da sanhedrin 74b non si arriva a quello che Pohl avrebbe scritto. poi a me non interessa se voi volete fare la figura degli ignoranti, eh.

Anzi ....rispetto l'arbitrio umano.:D

lo stesso vale per l'affermazione che il talmud verrebbe considerato più importante della torah, o che avrebbe la precedenza ....che è semplicemente ridicola

e poi: NO! non sono Debbie Fait ...cioè: MAGARI!
Quella E' UNA RECENSIONE! Ecchecaspita! E quindi sono riportati passi di frasi altrui.
Il Talmud viene definito superiore alla Torah dai suoi Rabbini o da moltissimi di questi ... anzi per quello che ho capito della ateoreligiosità degli ebrei il Talmud è il vettore col quale vengono cambiate le carte in tavola ... cambiando la devozione a YHWH con quella in Lucifero ... cambiamento a livello mentale mentale iniziato con la disputa tra Salomone ed il Gran Sacerdote del tempo e codificato poi nel Talmud.


http://static.blogo.it/tvblog/lisola-dei-famosi-seconda-parte/capriogliobis.jpg

Se tu fossi Deborah Caprioglio preferiremmo senz'altro :D

Lupo
01-07-10, 11:14
http://www.italiasociale.net/alzozero10/az300610-2a.jpg

DI DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI
DIRETTORE RESPONSABILE AGENZIA DI STAMPA “ISLAM ITALIA"
30/Giugno/2010

La oramai cronica instabilita’ politica e nuovi venti di un conflitto
annunciato sembrano ancora una volta minacciare l’atmosfera relativamente
tranquilla che da qualche mese sembrava vivere l’area del Vicino Oriente.

A rimettere in discussione infatti un periodo di relativa calma sembrano
essere le reiterate dichiarazioni belliciste provenienti dall’entità sionista
occupante la Palestina: minacce
non nuove rivolte contro Teheran ed i suoi principali alleati regionali (la
Siria di Bashar el Assad, il Libano del movimento sciita di Hizb’Allah e la
Striscia di Gaza dove domina Hamas).

Che a Tel Aviv i dirigenti sionisti scalpitino e si agitino accelerando i
tempi di una prossima futura azione militare contro il programma nucleare
iraniano sembra ormai un leit-motiv naturale, periodicamente ripetuto da almeno
quattro anni a questa parte per la propaganda amica e per lanciare reali o
virtuali ammonimenti verso Teheran.

Quanto di reale vi sia nelle intenzioni israeliane e’ difficile attualmente
riuscire a valutarlo appieno considerando le innumerevoli difficolta’ e le
resistenze che in ambito internazionale quest’iniziativa unilaterale sionista
riscontrerebbe presso le cancellerie di mezzo mondo (anche, forse soprattutto,
di quelle statunitense e europee “amiche”).

Non che gli israeliani non siano pronti e nemmeno sufficientemente addestrati
per lanciare quello che sarebbe un attacco diretto alla sovranita’ nazionale
iraniana: la leadership sionista non e’ affatto nuova a questo tipo di
iniziative e non sente certamente la necessita’ di “avalli” internazionali di
alcun genere e tipo. Gli israeliani semplicemente, da sempre, se ne fregano
bellamente delle chiacchiere diplomatico-politiche, delle risoluzioni di
condanna dell’ONU come dei diritti umani …se decideranno di attaccare lo
faranno senza chiedere conto a nessuno (amici, alleati, Stati neutrali o
nemici).

Cio’ che attualmente impedisce all’esecutivo Nethanyahu di prendere l’
iniziativa potrebbero essere le recenti risoluzioni anti-iraniane votate dal
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con il voto favorevole di Mosca e
Pechino allineatesi alla politica guerrafondaia e imperialistica statunitense
ed ai diktat dell’amministrazione obamita.

Niente di cui meravigliarsi: l’abbiamo sempre pensato e scritto che, quando si
tireranno le ‘somme’ alla fine dei balletti diplomatici, la Repubblica Islamica
dell’Iran si sarebbe ritrovata isolata e senza alcun sostegno dall’esterno da
quelle nazioni cosiddette “amiche” che finora hanno cooperato – anche a livello
strategico-militare – con l’Iran esclusivamente per i loro interessi economici,
politici e di basso profilo strategico di quel “war game” eurasiatico che,
volenti o nolenti, vede protagoniste tutte le principali superpotenze
mondiali.

Dunque quando e se si comincera’ a sparare nessuno pensi che qualcuno “morira’
per Teheran” (parafrasando quell’antico ‘adagio’ che si chiedeva, alla vigilia
della seconda Guerra mondiale alias l’assalto terroristico dell’Internazionale
Ebraica contro l’Europa dell’Ordine Nuovo crociuncinato, se fosse legittimo e
conforme per francesi e britannici “morire per Danzica”): al lato della
Repubblica Islamica potranno posizionarsi solamente quei movimenti della
Resistenza Islamica (sunniti o sciiti poco conta) che nella Palestina Occupata
come nel confinante Libano hanno riconosciuto la guida ideologica, la
leadership politico-diplomatica, la centrale spirituale ed il motore strategico-
militare di Teheran quale caposaldo del fronte anti-mondialista ed anti-
sionista internazionale ovvero il movimento sciita libanese di Hizb’Allah ed il
suo ‘cugino’ sunnita palestinese di Hamas cioe’ i due principali obiettivi
comuni alla strategia di strangolamento e accerchiamento attuata contro l’Iran
da sionisti e americani nel Vicino Oriente.

http://media.stratfor.com/mmf/e/f/ef36f4ee51e8cbb245adebc32d0e67c934466cd7.jpg

La Siria potrebbe, infine, essere coinvolta in un eventuale escalation del
conflitto qualora Assad decidesse di sostenere attivamente, come peraltro
continua a fare a livello propagandistico e politico, i due movimenti di
resistenza ai suoi confini. Damasco da sempre ospita uffici politici e basi dei
principali movimenti della resistenza palestinese ed e’ nota la sua posizione
pro-Hizb’Allah sia perche’ il movimento di Nasrallah e’ diventato da anni un
oggettivo alleato della strategia siriana in Libano sia perche’ il partito
sciita libanese e’ oramai la punta di diamante dello schieramento anti-sionista
che la Siria ha tutto interesse a mantenere attivo e funzionale nella sua
guerra a bassa intensita’ contro lo stato ebraico che prosegue oramai dal 67
fino ai giorni nostri e vede Damasco ribadire le sue richieste di restituzione
dei territori siriani (le alture strategiche del Golan) occupati dai militari
di ‘tsahal’.

Un Libano nel quale non mancano mai le provocazioni usraeliane e quelli che
possiamo definire oramai come gli ultimi colpi di coda della politica
destabilizzatrice e dell’esportazione del caos generalizzato condotta contro l’
indipendenza e la sovranita’ libanese dall’amministrazione statunitense. Il
fallimento del cosiddetto “New Middle East Project” (Rand Corporation e
dintorni) perseguito dal 2005 fino ad un anno fa dalla vecchia amministrazione
repubblicana e neoconservatrice di Bush ha indotto a piu’ miti consigli i nuovi
delegate a stelle e strisce democratici. Ciononostante l’America non manca di
intervenire e cercare continuamente di attizzare il fuoco che cova sotto la
cenere.

Recenti prese di posizioni provenienti da ambienti vicini all’amministrazione
Obama sono state valutate e, a stretto giro di posta, replicate dai dirigenti
di Hizb’Allah: e’ quanto ha fatto il vice-segretario della formazione sciita
libanese, Shaick Naim Kassem, rispondendo alle dichirazioni di Ryan Crocker, ex
ambasciatore USA a Baghdad il quale – intervenendo al Congresso – aveva
sostenuto che era arrivato il momento di “cambiare atteggiamento e politica in
Medio Oriente e aprire il dialogo con il nemico”.

Crocker si era spinto oltre affermando che gli Stati Uniti hanno piu’ da
guadagnare che da perdere rispetto a Hizb’Allah che viene considerata in
America come organizzazione terroristica.

Il numero due del partito sciita libanese ha replicato sottolineando che “non
succedera’ assolutamente niente fintanto che l’America non cambiera’
radicalmente la sua politica in Medio Oriente attualmente sbilanciata
esclusivamente a favore di Israele”

Sheick Naim Kassem ha poi aggiunto che non si aspetta una guerra con Israele
almeno non nell’immediato , ma che Hamas si sta preparando "come se dovesse
scoppiare domani".

Intanto a Beirut fonti della sicurezza libanese (Securite’ Generale du Liban)
citate dal quotidiano “As Safir” hanno reso noto l’arresto di un dipendente
della compagnia di telefonia mobile locale “Alfa” per spionaggio a favore dell’
entita’ sionista. La notizia, diffusa nella giornata di lunedi’ 28 giugno, ha
immediatamente riacceso il campanello d’allarme per cio’ che concerne la
sicurezza nazionale da molti ritenuta un vero e proprio colabrodo. L’uomo,
arrestato qualche giorno prima, avrebbe collaborato con il Mossad israeliano
per 14 anni non soltanto in qualita’ di membro della compagnia (la piu’ diffusa
compagnia di telefonia mobile del paese dei cedri) ma anche, soprattutto, come
tecnico del Ministero per le Telecomunicazioni tradizionale feudo sunnita-
harirista da anni controllato dal partito del premier Sa’ad Hariri (la Corrente
Futura). Il suo fermo e’ stato definito come una delle operazioni di polizia
piu’ rilevanti nella lotta contro le quinte colonne israeliane presenti nel
paese.

Mentre in Libano le acque sufficientemente agitate (quelle dinnanzi alla
striscia di Gaza oramai da un mese sono mari in “tempesta”) della politica
locale vedono anche manifestazioni palestinesi reclamare maggiori diritti
civili la vicina Siria analizza l’attuale momento storico e, attraverso l’
autorevole voce del suo Presidente, cerca di valutare quali potranno essere le
future mosse del nemico israeliano definito tranquillamente da Assad – dopo il
raid piratesco-criminale contro le navi pacifiste della Freedom Flottilla –
come un nemico della pace e della stabilita’ nella regione.

Il governo d’occupazione sionista e’ stato etichettato da Assad come “un
governo di piromani” fanatici e pericolosi che, con il sanguinoso raid contro
quelle che erano navi di aiuti per la popolazione di Gaza, ha dimostrato il suo
solito volto criminale e aumentato il rischio di un conflitto nella zona.

L’assalto dei commandos israeliani contro la “Freedom
Flotilla” e’ stato giudicato dai siriani come un autentico atto di pirateria al
di fuori di ogni regola e di qualsiasi diritto internazionale: un’azione –
secondo Assad – che “ha distrutto ogni possibilita’ di pace nel prossimo
futuro” rallentando la possibile ripresa di negoziati diretti con i palestinesi
verso i quali “Israele” intende usare un po’ il bastone un po’ la carota a
seconda degli interlocutori.

Quando gli interlocutori si chiamano ANP e sono amici degli amici americani
allora anche i riottosi sionisti accettano la farsa delle negoziazioni,
tirandosela ovviamente per le lunghe e lasciando poi gli interdetti
rappresentanti di Fatah con il solito pugno di mosche in mano ed un nulla di
fatto; quando invece l’altra parte si chiama Hamas allora tutto e’ permesso a
lorsignori dirigenti sionisti, dal pugno di ferro all’azione militare fino al
rapimento banditesco in paesi terzi (come avvenuto lo scorso gennaio nell’
emirato del Dubai …neanche dopo quell’azione dei servizi segreti di Tel Aviv
il mondo ha avuto il coraggio di denunciare l’arroganza e i crimini
israeliani…): in ogni caso e’ evidente che “Israele” di pace e di negoziati per la
stabilizzazione del Vicino Oriente proprio non intende sentirne parlare.

Cio’ che “Israele” intende come negoziati di pace sarebbe, ne’ piu’ ne’ meno l’
israelizzazione dell’intera area ovvero il ridimensionamento radicale delle
nazioni ostili confinanti (Siria e Libano), la tabula rasa dei movimenti
“fondamentalisti” islamici (Hamas e Hizb’Allah) per la creazione eventuale di
una zona di libero scambio economico nel quale il “made in Israel” la farebbe
da padrone e all’interno della quale entrerebbe in vigore l’autorita’ non
dichiarata ne’ sottoscritta ma presentita da tutti di un potere sovranazionale
e sovragovernativo che e’ quello dell’onnipotente ed onnipresente Finanza
Mondiale cosmopolita e senza volto ma tenacemente in mani dei soliti noti
oligarchi di “eletta ascendenza”.

Assad comunque parlando alla televisione Britannica “BBC” lo scorso 15 giugno
ha sostenuto che le speranze di pace nella zona si sono ridotte a zero dopo il
raid condotto dalle squadre della morte israeliane nelle acque internazionali
adiacenti Gaza: “questo e’ un altro governo incendiario con il quale non e’
possibile arrivare alla pace” ha sostenuto il Presidente siriano.

Le dichiarazioni siriane vanno peraltro a confermare cio’ che da tempo Assad
sostiene ossia l’impraticabilita’ di qualunque sforzo diretto ad allacciare
relazioni negoziali con un simile esecutivo. “Il governo diretto da Benjamin
Nethanyahu non e’ un partner per la pace nella regione” aveva ribadito non piu’
di un paio di mesi or sono il leader siriano e sottolineando pero’ stavolta con
maggior vigore che “la Siria conosce perfettamente la natura di questo
esecutivo. Lo sappiamo benissimo di non aver alcun partner di pace davanti a
noi: con questo governo pero’ c’e’ qualcosa di diverso rispetto ad ogni
precedente esecutivo israeliano”.

La Siria dunque resta vigile ed alza la guardia: il clima regionale si e’
improvvisamente surriscaldato dopo la ‘bravata’ israeliana contro le navi
pacifiste davanti Gaza. E’ un clima diverso, venti di guerre all’orizzonte,
polemiche e scambi di colpi – per ora solo diplomatici – che hanno coinvolto
direttamente anche la vicina Turchia (che ha perso nove uomini nel blitz
israeliano e ha rimesso seriamente in discussione quello che, una volta, era il
suo rapporto preferenziale con l’ex alleato sionista).

L’esecutivo di Ankara stavolta non sembra disposto a cedere: la richiesta di
una commissione di inchiesta internazionale sul blitz piratesco israeliano va
avanti; I sionisti sembrano aver subito il contraccolpo malgrado la gazzarra
massmediatica di alcuni organi d’informazione che (come in I’tal’ya’ i soliti
pro-sionisti del “Giornale”, del “Foglio” o di “Libero” hanno rilanciato)
niente di meglio hanno saputo fare – nei giorni successivi al raid – di
riportare pari-pari la propaganda israeliana ( spudoratamente mentendo anche
rispetto alla versione data dai loro colleghi dell’”Haaretz”
molto piu’ onesti a definirlo per cio’ che e’ realmente stato un atto
“stupido” e pericoloso per la stabilita’ di tutta la regione…
oltre ovviamente ad essere palesemente un crimine.

Ed allora potranno suonare domani forse profetiche le parole conclusive con le
quali Bashar al Assad ha concluso la sua intervista con la britannica BBC: alla
domanda se l’attacco contro il convoglio pacifista avesse aumentato i rischi di
un conflitto nella zona il Presidente ha risposto pacatamente “Senza alcun
dubbio, senza alcun dubbio” aggiungendo che “realisticamente c’era questo
pericolo anche prima del raid perche’ noi siriani non abbiamo mai creduto a
questo esecutivo” e ribadendo che – quanto accaduto davanti alle acque
internazionali di fronte alla Striscia di Gaza – non fa che confermare “le
intenzioni di questo governo israeliano, verso la pace, verso i palestinesi e
verso chiunque manifesti in favore dei loro sacrosanti diritti.”.

La tensione nel Vicino Oriente va aumentando…. Si preannuncia un’estate
torrida…senz’altro non propriamente tranquilla!


Link alla pagina:
ANCORA ALTA TENSIONE NEL VICINO ORIENTE (http://www.italiasociale.net/alzozero10/az300610-2.html)

Boris
01-07-10, 12:37
http://static.blogo.it/tvblog/lisola-dei-famosi-seconda-parte/capriogliobis.jpg

Se tu fossi Deborah Caprioglio preferiremmo senz'altro :D

:crepapelle::crepapelle::crepapelle:

Lupo buongustaio! :sofico:

http://www.netglimse.com/images/celebs/bio//deborah_caprioglio01.sized.jpg

Boris
01-07-10, 12:41
http://tourneyfactory.com/images/german-flag.jpg

Comunque vedo che Arba (o Deborah o come caspita si chiama) non risponde alle domande sul Talmud e sull'ebraismo.

Forse e' meglio con qualcosa di meno impegnativo e piu' profano: Arba ai mondiali tifi come me la Spagna o preferisci (ne dubito :chefico:) la Germania di Lupo e V.F.?:incav:

Praticamente se arrivano entrambe in finale facciamo un mezzo derby ebraico: Sepharad-Askhenaz :crepapelle::crepapelle:

...II...
01-07-10, 13:05
Nel messaggio numero 14 Bellucci mi sembra inneggi alla sintesi ( hegeliana ) tra i due concetti di socialismo ( che non è rivoluzionario ) e nazione ( nel senso statuale e quindi NON nazionale ).
C'è pure il numero 20.
Scrive poi su Eurasia , proviene da Avanguardia.

Un confuso che gioca secondo le regole del nemico anche se non ne è a conoscenza... :)

Ad ogni modo è piacevole da leggere ed appare tosto e gagliardo, in ciò da ammirare. Ah, se non fosse per tali concessioni alla sovversione...

Lupo
01-07-10, 13:23
@...II...
Potresti intanto spiegarci come concili il PREPUZIO D'ATTACCO nella tua firma con le preghiere sul monta Athos dove le donne non sono ammesse?

...II...
01-07-10, 13:36
@...II...
Potresti intanto spiegarci come concili il PREPUZIO D'ATTACCO nella tua firma con le preghiere sul monta Athos dove le donne non sono ammesse?

Mi piace quell'intanto...

Per il resto:

-Prepuzio d'attacco, bello no? :D

-Non credo ci sia nulla da conciliare

-Informazioni sul monte Athos, no preghiere...

saluti

p.s luna storta ?

Lupo
01-07-10, 14:09
Nel messaggio numero 14 Bellucci mi sembra inneggi alla sintesi ( hegeliana ) tra i due concetti di socialismo ( che non è rivoluzionario ) e nazione ( nel senso statuale e quindi NON nazionale ).
C'è pure il numero 20.
Scrive poi su Eurasia , proviene da Avanguardia.

Un confuso che gioca secondo le regole del nemico anche se non ne è a conoscenza... :)

Ad ogni modo è piacevole da leggere ed appare tosto e gagliardo, in ciò da ammirare. Ah, se non fosse per tali concessioni alla sovversione...


Inneggia alle sintesi hegeliane di Nazione e Socialismo?
Leggiti questa citazione di Georges Sorel:
"Mussolini non è meno straordinario di Lenin, è anch'egli un genio politico di una dimensione che
supera quella di tutti gli uomini politici attuali. Io udii parlare di lui prima della guerra.
Egli non è un socialista nella salsa borghese, egli non ha mai creduto al socialismo parlamentare: ha una straordinaria capacità di
comprendere il popolo italiano e, ha inventato qualcosa che non è nei libri,
"L'Unione del nazionale e del sociale".

Dagoberto proviene da "Avanguardia" (all'epoca in cui collaborava Maurizio Lattanzio cioe' prima meta' anni Novanta) e che ha collaborato con "Eurasia" nel periodo 2006-09 solo ed esclusivamente come corrispondete dal Libano inviando interviste ai rappresentanti dell'Opposizione Nazionale Libanese (Hizb'Allah e alleati);

Circa la confusione leggiti il capitolo su "Ebraismo e Massoneria" dal Gov. Mond. Ebraico
http://dagobertohb.files.wordpress.com/2010/06/governo-mondiale-ebraico-09-ebraismo-e-massoneria.pdf

DHB riesce a conciliare non solo Nazionalismo e Socialismo , Islam sciita e Rivoluzione Khomeinista ma anche Luca Carboni e i Nomadi, Eva Henger e Debora Caprioglio, il Livorno Calcio e i libri di esoterismo-occultismo, il cinema di Mel Gibson ed i western di Sergio Leone, il Real Madrid e la Germania (insieme all'Argentina) favorita campione del mondo 2010 oltre ovviamente alle letture di qualche buon romanzo giallo con preferenza per quelli di Raymond Chandler (creatore dell'ispettore Marlowe) e non disdegnando neppure puntualizzazioni estetiche su Monica Bellucci, Elisabetta Gregoraci e soprattutto Manuela Arcuri... oltre alle tante diverse "lupacchiotte" che ha incontrato in vita sua!
Per cui ...II... cerca di aver maggior elasticità mentale e non fossilizzarti solo sul prepuzio.

Circa il tosto e gagliardo evidentemente non puo' essere diversamente essendo un livornese ed un lattanziano di ferro! Ecchecazzo!!
Niente Luna storta ... anzi!! Mi sono alzato benissimo. :D

Boris
01-07-10, 14:19
Nel messaggio numero 14 Bellucci mi sembra inneggi alla sintesi ( hegeliana ) tra i due concetti di socialismo ( che non è rivoluzionario ) e nazione ( nel senso statuale e quindi NON nazionale ).
...

Sempre meglio di questi idioti che inneggiano alla morte di Taricone su facebook non credi? :chefico:



Taricone? Per Facebook è un fascista in meno... - Affaritaliani.it (http://www.affaritaliani.it/entertainment/taricone_per_facebook_fascista_in_meno300610.html)


Come si usa dire: la mamma degli stupidi e' sempre incinta! :giagia:

Boris
01-07-10, 14:26
Ad ogni modo è piacevole da leggere ed appare tosto e gagliardo, in ciò da ammirare. Ah, se non fosse per tali concessioni alla sovversione...

Non dirlo a nessuno: e' quello che stuzzica Arba a seguirlo cosi' calorosamente e le ha dato l'idea per quell'articolo... :D




http://www.gerusalemmeterrasanta.org/dhb-logo.jpg


Il fascino della sovversione! :sofico:

...II...
01-07-10, 14:57
Inneggia alle sintesi hegeliane di Nazione e Socialismo?
Leggiti questa citazione di Georges Sorel:
"Mussolini non è meno straordinario di Lenin, è anch'egli un genio politico di una dimensione che
supera quella di tutti gli uomini politici attuali. Io udii parlare di lui prima della guerra.
Egli non è un socialista nella salsa borghese, egli non ha mai creduto al socialismo parlamentare: ha una straordinaria capacità di
comprendere il popolo italiano e, ha inventato qualcosa che non è nei libri,
"L'Unione del nazionale e del sociale".

Dagoberto proviene da "Avanguardia" (all'epoca in cui collaborava Maurizio Lattanzio cioe' prima meta' anni Novanta) e che ha collaborato con "Eurasia" nel periodo 2006-09 solo ed esclusivamente come corrispondete dal Libano inviando interviste ai rappresentanti dell'Opposizione Nazionale Libanese (Hizb'Allah e alleati);

Circa la confusione leggiti il capitolo su "Ebraismo e Massoneria" dal Gov. Mond. Ebraico
http://dagobertohb.files.wordpress.com/2010/06/governo-mondiale-ebraico-09-ebraismo-e-massoneria.pdf

DHB riesce a conciliare non solo Nazionalismo e Socialismo , Islam sciita e Rivoluzione Khomeinista ma anche Luca Carboni e i Nomadi, Eva Henger e Debora Caprioglio, il Livorno Calcio e i libri di esoterismo-occultismo, il cinema di Mel Gibson ed i western di Sergio Leone, il Real Madrid e la Germania (insieme all'Argentina) favorita campione del mondo 2010 oltre ovviamente alle letture di qualche buon romanzo giallo con preferenza per quelli di Raymond Chandler (creatore dell'ispettore Marlowe) e non disdegnando neppure puntualizzazioni estetiche su Monica Bellucci, Elisabetta Gregoraci e soprattutto Manuela Arcuri... oltre alle tante diverse "lupacchiotte" che ha incontrato in vita sua!
Per cui ...II... cerca di aver maggior elasticità mentale e non fossilizzarti solo sul prepuzio.

Circa il tosto e gagliardo evidentemente non puo' essere diversamente essendo un livornese ed un lattanziano di ferro! Ecchecazzo!!
Niente Luna storta ... anzi!! Mi sono alzato benissimo. :D


Indipendentemente dal tipo di sintesi ( e ce ne sono di svariate , basta farsi un giro ) leggersi il manifesto di Verona ed il manifesto di san sepolcro - senza addentrarsi in ricerche più scrupolose - fa comprendere che il fascismo fu pregno di idealità sovversiva.

Molte delle presunte conciliazioni da te esposte mi sembrano giust'appunto dei banali e semplici accostamenti dovuti ai propri gusti individuali ( del Bellucci ) senza dubbio leciti verso cui non ho interesse.

Accennare alla sua passata esperienza con Avanguardia e con il periodo collaborativo con Eurasia era volto a suffragare la mia costatazione.

Bellucci è quel che è.
In tal esistente c'è una parte sottomessa a distorzioni anti-tradizionali.

Parlare di nazione ( negazione dell'etno-nazione ) e di socialismo non ha alcun senso in sé.

p.s. non stiamo parlando di elasticità mentale. Lo stesso Bellucci riconoscerebbe che IL MENTALE è il principale problema dell' uomo. I Principi non sono mentali ma intellettuali / universali.
Socialismo e Nazione ne sono al di fuori poiché contraddittori; non comprendo ancora come possa aver subito tale fascinazione...

...II...
01-07-10, 15:01
Sempre meglio di questi idioti che inneggiano alla morte di Taricone su facebook non credi? :chefico:


Come si usa dire: la mamma degli stupidi e' sempre incinta! :giagia:


Hai ragione certo.
Non di meno anche io ho la mia parte quando affermo :

Il nemico è palese .
Egli è anche meglio di un amico ingenuamente disfattista ( ergo collaborazionista ) per via delle sue idealità malsane.

Lupo
01-07-10, 15:03
Non dirlo a nessuno: e' quello che stuzzica Arba a seguirlo cosi' calorosamente e le ha dato l'idea per quell'articolo... :D




http://www.gerusalemmeterrasanta.org/dhb-logo.jpg


Il fascino della sovversione! :sofico:
Un spettro si aggira in Europa ... sovversivi di tutto il mondo unitevi!! :sofico:

Lupo
01-07-10, 15:28
Hai ragione certo.
Non di meno anche io ho la mia parte quando affermo :

Il nemico è palese .
Egli è anche meglio di un amico ingenuamente disfattista ( ergo collaborazionista ) per via delle sue idealità malsane.
La Contro-ascesi mondiale « Belluccidago&#039;s Blog (http://belluccidago.wordpress.com/2010/05/25/la-contro-ascesi-mondiale/)

Verona Front
01-07-10, 15:48
Mi piace quell'intanto...

Per il resto:

-Prepuzio d'attacco, bello no? :D

-Non credo ci sia nulla da conciliare

-Informazioni sul monte Athos, no preghiere...

saluti

p.s luna storta ?

Veramente sembri tu quello con la luna storta...Comunque, se posso dire la mia, Bellucci inneggia a quello che gli pare, quando gli pare, dove gli pare e indipendentemente dall'approvazione o disapprovazione altrui, soprattutto quando trattasi del Livorno Calcio!
New Page 1 (http://jerusalem-holy-land.com/DagobertoHB_fascino_amaranto.htm)
Se vuoi tentare (riuscirci forse è troppo per te...:gratgrat:) di capire qualcosa di Dago, puoi sempre dare un'occhiata qui New Page 1 (http://jerusalem-holy-land.com/Dagoberto_autobiografica.htm)

Verona Front
01-07-10, 15:50
oltre alle tante diverse "lupacchiotte" che ha incontrato in vita sua!
Scusa Lupo, ma qui ti contraddico. Per Dago di LUPAKKIOTTA ce n'è soltanto una!

Boris
01-07-10, 17:28
L'ORDINE DEI CAVALIERI TEUTONICI (DER DEUTSCHE RITTERORDEN)



I monaci-guerrieri dalle crociate in Terrasanta alle steppe dell'Europa Nord-Orientale



di Dagoberto Husayn Bellucci



Dimenticato dalla storiografia ufficiale e per certi versi spesso ignorato anche dagli storici del periodo medioevale , più inclini a focalizzare le loro ricerche e analisi soprattutto sull'Ordine dei Templari, al di là di una sorta di oblio al quale venne confinato l'Ordine Teutonico rappresenta senza alcun dubbio l'esempio più lampante di ciò che rappresentava l'ideale della Cavalleria al pari della vocazione - evidentemente non esclusiva dei templari loro "fratelli maggiori" - degli ordini cavallereschi di edificare strutture para-statali ed istituzioni che sono alla base dell'idea di nazione e nazionalismo dell'Europa.

Impossibile infatti comprendere nel loro percorso storico una realtà quale quella dell'Ordine Teutonico: monaci-guerrieri, crociati in Terrasanta, difensori della cristianità ma anche saggi diplomatici e affaristi nel Vicino Oriente e successivamente civilizzatori delle regioni baltiche e della Prussia dove combatterono con spietata crudeltà ma spirito di sacrificio inimitabile le popolazioni slave dell'Europa orientale creando i fondamenti dell'identità nazionale germanica.

Per capire l'evoluzione storica di quest'ordine militar-religioso creato nel XIIImo secolo occorre effettuare preliminarmente un viaggio a ritroso nell'anima tedesca, un ritorno alle origini della civiltà germanica, senza il quale difficilmente riuscirebbe facile esaminare e comprendere le successive vicende che portarono l'Ordine Teutonico a edificare un vero e proprio Stato di monaci-combattenti nel cuore dell'Europa nord-orientale.

"I germanici sono dei maschi. Essi sono perfino così virili che, presi isolatamente, sfuggono ad ogni influenza del governo. - dichiarò il cancelliere Bismark a Bluntschli nel 1868 - Ciascuno d'essi vuole conservare intatto il proprio individualismo..." ribadendo quale fosse la vera anima del tedesco durante un discorso tenuto nel 1895 ad una delegazione della Stiria nel quale osservò che "Il germanico ha un carattere da monaco in perpetua disputa con tutti i suoi simili."

Occorre pertanto comprendere a fondo le parole del Cancelliere di Ferro considerando che la mentalità eccessivamente individualista dei principi e dei signori feudali tedeschi che amministrarono gli stati del Sacro Romano Impero Germanico derivava interamente dai loro antenati: erano i capi delle Mannerbunde germaniche e la loro autorità. Un'autorità che opponeva costantemente il principio delle "libertà germaniche" alla politica d'unificazione imperiale romana prima e tedesca successivamente.

Le mannerbunde possono definirsi come sorta di confraternite di uomini liberi uniti dal vincolo del sangue e raccolte attorno ad un capo.

"Gli storici - scrive René Alleau - hanno spesso denunciato il comportamento servile del "soggetto" tedesco (Untertan) riguardo la superiorità sociale incarnata dai capi (Obrigkeit) , senza ben comprendere , sembrerebbe, che questo eccesso di disciplina e di virtù d'obbedienza provengono da miti lontani e oscuri, principalmente, dalla dipendenza sacrificale del fratello d'armi delle Mannerbunde, attraverso il rapporto con il "capo" e il "signore". Costui incarnava così la presenza e l'esempio del maestro dell'iniziazione cavalleresca nella "comunione attraverso il ferro, il fuoco e il sangue" rappresentante simbolicamente ogni forma di lotta, nelle antiche tradizioni pagane, germaniche e nordiche, come nella regione indoeuropea degli Ariani. Davanti alle porte della morte , il guerriero ariano (il cui prototipo resta Arjuna nella Bhagavad-Gità) non si trovava impegnato solamente in una battaglia esteriore , ma nelle prove interiori di un processo iniziatico." (1)

Come si ricorderà Arjuna , il guerrierio ario, si interroga prima della battaglia nella quale dovrà affrontare i propri parenti: è una prova iniziatica di fedeltà alla propria natura quella che vede impegnato l'eroe mitologico che , archetipo del combattente di 'razza', sarà d'esempio per i cavalieri degli ordini militari religiosi nati con le crociate in Terrasanta ( i cavalieri del Tempio, gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme ed i Teutonici) i quali eserciteranno una profonda influenza , sia nel Vicino Oriente che nell'Europa cristiana, fino all'epoca del Rinascimento.

Ritornando all'origine della cavalleria germanica questa si ritrova sicuramente nelle Mannerbunde, società come detto di uomini liberi che Tacito ha descritto in questo modo: "Ciascun capo ha la sua banda che deve armare e nutrire , con la quale marcia in battaglia. I fedeli sono uniti da intimi legami e vi è infamia per il guerriero che sopravvive al suo capo morto in battaglia."

"Il signore o il 'capo' della Mannerbunde incarnava la potenza di vita della terra, sacra e ancestrale, cui ritornavano i caduti e che essi bagnano e fecondano magicamente del sangue versato. Questo sangue, per così dire, ritorna su sè stesso ed a se stesso come testimonia il celebre grido di battaglia dei Beaumanoir de Lavardin: "Bois ton sang, Beaumanoir!" Questa struttura mitica "chiusa" della Mannerbunde feudale , risponde, esattamente, a tutto ciò che si conosce degli ordini cavallereschi e delle società segrete. Così , giustamente, il miglior specialista tedesco delle società segrete , Eugen Lennhoff, ricorda quei "caratteri essenzialmente aristocratici di queste organizzazioni , per paradossale che possa sembrare". (2)

http://www.cinemedioevo.net/Film/AC/cavalteuton02.jpg

Un'organizzazione a carattere aristocratico, con una tendenza naturale a difendere i propri privilegi contro l'autorità, che accrebbe l'istinto di questi uomini-liberi a costituirsi in organismi militari , ordini cavallereschi ante litteram, che avevano la finalità di protezione della comunità, di garantire i diritti dei suoi appartenenti e sviluppare quelle che erano le prime forme sociali nate in territorio tedesco.

"Legati tra loro , sia dal mistero dei riti, sia dal giuramento d'obbedienza o di segreto, per la forza dell'idea o , semplicemente, dal timore di cadere in qualche Vehme sollevata contro loro, gli iniziati vivono e agiscono senza contatti immediati con la folla dei profani. Se aspirano ad espandersi, questo avviene nel più lungo tempo possibile e nella misura in cui sia utile procurare il contributo di forze nuove o sperimentate. Da questo bisogno di estensione deriva spesso la necessità di costruire all'interno dell'organizzazione un tipo di sistema gerarchico , la cui struttura diviene a sua volta il segreto di qualcuno di loro." (3)

E' da queste organizzazioni iniziatico-guerriere che si sviluppa l'ideale della cavalleria in seno all'anima tedesca realizzando un'efficace trasmissione di insegnamenti esoterici, organizzazione sociale e comunitaria, valori e norme generali che costituiranno quel fil rouge che lega le Mannerbunde del germanesimo originario alle confraternite dei monaci-guerrieri nate in epoca medioevale.

"Tra il rituale germanico ed il rituale della Cavalleria , la continuità non è dubitabile" scrive Marc Bloch (4). Una realtà che avrebbe influenzato in modo straordinario sia i Templari (sviluppatisi però maggiormente nel solco della cristianità latina) che i Teutornici per i quali esisteva esclusivamente la "via" indicata dai principii ispiratori dell'Ordine: le armi, la fede, l'onore, la dignità erano sufficienti a garantire al combattente la garanzia di appartenere ad un'autentica confraternita di sangue e d'ideali, una sorta di avanguardia della Cristianità votata all'estremo sacrificio e pronta a servire le direttive dei suoi Gran Maestri. L'Ordine cavalleresco era una sorta di elitè combattente di monaci-guerrieri (sul modello degli ordini cavallereschi islamici) , dei "commandos speciali" per utilizzare una formula moderna indicante la 'crema' di ogni esercito moderno.

Lo spirito cavalleresco (5), che si uniformava a rigide regole monastiche unite a esercizi militari, 'scolpiva' il monaco-combattente dell'Ordine: sul modello degli antichi spartani e delle città-stato elleniche nasceva una macchina bellica che avrebbe affascinato e conquistato la miglior gioventù e l'aristocrazia europea del periodo medioevale dando un sigillo di autorità alle aspirazioni dei rampolli delle monarchie, ordinando sacerdoti-guerrieri capaci di conquistare il mondo e volontari per le crociate che interessarono la Cristianità e l'Europa in armi (si vedrà come la spinta ad Est dei Teutonici che avrebbe contrassegnato fino alla 2.a Guerra Mondiale lo spirito tedesco

sia da intendere proprio come un'autentica "crociata" contro le popolazioni infedeli del mondo slavo e i baltici pagani dell'epoca così come , non casualmente, lo slogan della "crociata antibolscevica" sarà ripresa da Hitler nel corso dell'ultimo conflitto mondiale come necessaria ad assicurare lo 'spazio vitale' a Oriente per il popolo tedesco).

Uno spirito quello dell'Ordine cavalleresco che si nutriva di riti e formule segrete, di iniziazioni, di onore e fedeltà, di restare "fedeli alla propria natura" di volontari-combattenti , alimentando una pratica di trasmissione di una serie di ideali e valori che erano visibili al novizio proprio attraverso una vera e propria iniziazione occulta.

"...una iniziazione che ricorda con i suoi gesti e le formule appropriate l'iniziazione ai Misteri d'Eleusi o a quelli del culto di Mithra, quelli dei muratori costruttori di cattedrali e, in maniera più generale, le confraternite, i mestieri o corporazioni." (6)

L'Ordine Teutonico o per essere più esatti l'Ordine Teutonico di Santa Maria di Gerusalemme, nacque dall'esigenza di assicurare una valida protezione per i pellegrini d'origini tedesche che si recavano nella Terrasanta conquistata dalle armate crociate. Per molto tempo questa presenza fu molto modesta. Gli storici considerano che fu attorno al 1198 che avverrà la vera trasformazione in ordine militare di una preesistente istituzione religiosa a carattere ospedaliero creata nel XIImo secolo con il nome di Ospedale di Santa Maria di Gerusalemme e sul modello di quanto già creato nei territori della Palestina dall'Ordine del Tempio e soprattutto dagli Ospitalieri di San Giovanni (divenuti Sovrano Militare Ordine di Malta nel corso dei secoli).

L'istituzione dell'ordine ospitaliero di S.Maria di Gerusalemme rimonterebbe alla prima crociata , intorno al 1100, per l'opera di un di mercante di Brema o forse Lubecca e di sua moglie che avrebbero accolto un cavaliere tedesco ferito cominciando così un'attività di soccorso e aiuto che interessò principalmente pellegrini e successivamente cavalieri provenienti dalle zone germanofone.

Un documento pontificio , di incerta autenticità, avrebbe posto in data 9 dicembre 1143 l'autorità dell'ospedale 'tedesco' sotto l'autorità dell'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni fermo restando che l'istituzione doveva rimanere diretta da un priore di origini tedesche. Altri storici parlano del 1118 tuttavia restano piuttosto oscure le origini della fondazione iniziale dell'ordine di Santa Maria dei tedeschi di Gerusalemme. Verosimilmente comunque appare certo che la trasformazione da ordine ospitaliero a ordine militare sia avvenuta su imitazione dell'Ordine del Tempio che, nonostante le sue origini mal conosciute e misteriose, comparve come ordine militare attorno al 1118-19. Tant'è per i primi decenni della sua esistenza la storia dell'Ordine Teutonico fu abbastanza insignificante continuando ad adoprarsi per aiutare pellegrini e cavalieri di origini germaniche molto meno numerosi di quelli provenienti da Italia e Francia.

Fu con la Terza Crociata (1187-1191) che i tedeschi si insediarono stabilmente in Terrasanta: bandita da Gregorio VIII e organizzata sotto la spinta del suo successore, Clemente III questa nuova spedizione militare verso la Terrasanta vedrà l'Imperatore Federico I Barbarossa allestire un'armata che via terra avrebbe dovuto portare oltre sessantamila cavalieri e trecentomila fanti d'origini tedesche a marciare verso Gerusalemme attraversando l'Ungheria e i territori dell'Impero bizantino, attraversando lo stretto del Bosforo e penetrando in Asia Minore. L'imperatore non giunse mai in Palestina: annegò attraversando il fiume Kalykadnos (Salef) in Cilicia. Fu Federico di Svevia a guidare il resto dell'armata verso Acri dov'era sbarcato nell'autunno 1189 un'altro contingente germanico.

Dopo la conquista di Acri, avvenuta il 13 luglio del 1191, al termine di un assedio di quasi due anni l'ospedale tedesco venne trasferito all'interno della città dove avrà la sede l'Ordine fino alla caduta avvenuta nel 1311. A differenza di quanto avvenne per i templari i Teutonici manterranno da allora e in avanti una sostanziale simbiosi con l'Impero germanico e ottimi rapporti con la Santa Sede dalla quale , come ordine religioso, dipendevano.

Fu papa Innocenzo III (1198-1216) a definire con uno statuto speciale la natura militare dei Teutonici: sottoposti alla regola degli ospitalieri per tutto quanto concerneva l'azione caritatevole e di soccorso, indicava per i fratelli-cavalieri dalla croce nera una identica regola monastica simile a quella dell'Ordine del Tempio. In quel periodo l'Ordine contava , oltre alla sua sede ad Acri, cinque case in Terrasanta a Gaza, Giaffa, Ascalona, Rama e Zamsi. Nel 1197 l'Ordine Teutonico si stabilì a Palermo e a Barletta i due porti dove si imbarcavano la maggioranza dei pellegrini tedeschi diretti in Palestina.

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In breve tempo l'Ordine aumentò i suoi possedimenti con la creazione di una commenda a Sonntag in Stiria e di diversi ospedali: ad Halle in Turingia (1200), Bolzano (1202), Praga (1204) Reichenbach in Assia (1207). Vennero create nuove commende a Vienna (1207), Norimberga (1209), Aichach e Ratisbona in Baviera (1210). Nel 1206 venne fondata una seconda casa in sicilia, a Polizzi, e dal 1209 a causa della quarta crociata i teutonici si stabilirono in Grecia nel sud del Peloponneso. (7)

La nomina di Hermann von Salza alla guida dell'Ordine di cui sarà Gran Maestro per un trentennio (1209-1239) suggellerà l'alleanza con l'Impero. Abilissimo diplomatico, uomo di guerra e valente organizzatore von Salza impremerà una svolta importante nel destino dei cavalieri teutonici dando inizio ad una collaborazione proficua con la famiglia degli Hohenstaufen per la quale più volter sarà chiamato a fare da intermediario nelle dispute tra Federico II e il Pontefice.

Von Salza sarà anche il principale artefice del progetto per la costituzione in Ungheria di un'entità territoriale amministrata e inquadrata nell'ordine teutonico manifestando così una prima inclinazione - che avrebbe suscitato e contrassegnato l'Ordine nei secoli successivi - ed un interesse per l'Europa ed i territori ancora sotto il dominio di popoli pagani quali erano i Carpazi. Più tardi, come vedremo, i teutonici fronteggiarono e civilizzarono le popolazioni indigene al di là dell'Oder e della Vistola, scontrandosi con i prussiani e i popoli del Baltico vale a dire nelle regioni in cui erano fortemente in gioco gli interessi del Sacro Romano Impero.

Nel 1217 il Gran Maestro rientrò in Palestina dove prese parte alla quinta crociata indetta da Innocenzo III. Le operazioni militari cominciarono nel novembre con una cavalcata in Galilea quindi i crociati andarono a porre l'assedio davanti al monte Tabor. Nel novembre 1219 cadde in mani crociate Damietta: il Gran Maestro dei Teutonici sarà in prima fila nelle trattative diplomatiche con il sultano dell'Egitto Malik al Khamil che offriva Gerusalemme in cambio della restituzione di Damietta. L'intransigenza del legato papale fece saltare l'accordo che comunque sarebbe stato realizzato un decennio più tardi all'indomani della nuova crociata alla quale partecipò direttamente Federico II accolto come un trionfatore dai principi cristiani d'Oriente e come principale alleato, protettore e sovrano dai cavalieri teutonici. La sede dell'Ordine venne trasferita presso il castello di Montfort e Federico II sarebbe stato incoronato a Gerusalemme tra l'esultanza dei suoi cavalieri teutonici che ripeterono il cerimoniale simbolico della proskynesi come già avevano fatto in occasione dell'arrivo dell'imperatore ad Acri.

L'Ordine Teutonico antepose sempre , a dispetto del legame che li univa alla Santa Sede, la fedeltà all'imperatore e l'ubbidienza alla casa regnante Hohenstaufen. Un connubio che avrebbe portato vantaggi per entrambe le due istituzioni e rafforzato l'unità imperiale e il sentimento nazionale tedesco.

La fine della presenza teutonica in Palestina , come quella dei loro fratelli maggiori templari, coincide con l'ultimo sforzo della cristianità in terra d'Oriente di resistere alle intemperie e ai disordini che avevano contrassegnato l'intero XIIImo secolo nella regione. Costretti ad affrontare sia l'invasione mongola che la tenaglia musulmana le truppe cristiane sbandarono progressivamente non approfittando nè dei dissidi che esistevano in campo avversario nè delle numerose offerte di negoziati provenienti dai sultani. L'ultima roccaforte crociata , Acri, cadde nel maggio 1291. La resistenza dei templari, dei teutonici e dei cavalieri di San Giovanni venne spezzata dalle truppe del nuovo sultano Al Ahraf Khabil: finiva l'epopea crociata e la presenza militare dei cristiani in Palestina. Oltre trentamila cristiani persero la vita nel corso dei combattimenti per la difesa finale mentre i Teutonici rimasti con altri cavalieri superstiti raggiunsero Cipro e da lì Venezia dove nell'aprile 1292 venne eletto nuovo Gran Maestro Konrad von Feuchtwangen. Il grande sogno di un oriente latino e cristiano svaniva: i restanti possedimenti (Tiro, Sidone, Beirut, Chatel-Pelerin) vennero abbandonati l'estate seguente. La sede dell'Ordine venne trasferita a Marienburg nel 1309 e tale rimarrà fino al 1457 quando passerà a Konigsberg. Iniziava per l'Ordine Teutonico una nuova era: quella della spinta civilizzatrice verso Est.

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I territori che si apriva a oriente del Sacro Romano Impero Germanico erano abitati da popolazioni pagane. Dalle foci dell'Oder fino al golfo di Finlandia nelle steppe gelide che venivano bagnate dal corso di fiumi poderosi l'Ordine dei cavalieri teutonici avrebbe portato la sua missione civilizzatrice spingendosi ai confini con la Russia e nei settori settentrionali della Polonia. Dalla Vistola al Niemen si estendevano le zone abitate da popolazioni vetero-prussiane , provenienti da nord e insediatisi in quell'area fin dal IV secolo d.C. A nord e a sud-est del territorio dei vetero-prussiani si estendeva il paese dei lituani, dei lettoni e degli estoni. I primi due erano popoli indoeuropei mentre gli estoni (eestlased) simili per lingua ai loro vicini che vivevano oltre il golfo di Finlandia (ugro-finnici), abitavano quelle zone fin dal I millennio a.C.

Guerre e faide di tribù, scontri, battaglie e cambi di alleanze contrassegnavano questa impervia regione d'Europa dove avevano interessi sia i re di Danimarca che quello di Polonia, numerosi principi tedeschi ma anche russi e dove le popolazioni locali si ribellavano con frequenza seminando il terrore tra le popolazioni tedesche della Livonia e della Pomerania ma anche per i principati della Polonia settentrionale. Nel 1225-26 venne invocato dal duca Conrad di Mazovia l'aiuto dei Teutonici. Fallita l'esperienza del Burzenland creato anni prima in terra di Transilvania l'Ordine Teutonico poteva ora dimostrare tutto il suo valore nella conquista dei territori a Est dell'Impero. La conquista della Prussia durerà una sessantina d'anni (1226-1283) nei quali , tra alterne fortune, i cavalieri si assicurarono il territorio di Kulm in Prussia nel quale vennero fondate le prime città creando un validissimo e agevole sistema di difesa che avrebbe garantito l'espansione tedesca a Oriente: Thorn, Nessau, Thorn furono i primi avamposti teutonici e le prime città nate fin dal 1230.

La campagna del 1233-34 vedrà i crociati scontrarsi con i prussiani lungo le rive del fiume Sigurna vicino a Christburg sul territorio in cui i teutonici costruiranno le fortezze di Kulmsee e di Rehden controllando l'intera Pomesania e partendo da lì, in rapide campagne militari, negli anni successivi per attaccare la Pogesania sottomessa non senza fatica nel 1237. Due anni più tardi vennero conquistati anche i distretti di Warmia, Natangia e Bartonia dove l'Ordine iniziò la costruzione di nuovi castelli e fortezze (a Kreutzberg, Heilsber, Braunsberg, Bartenstein, Rossel e Weissenburg). Qualche anno dopo i teutonici intervennero anche in Livonia per contrastare le ribellioni delle tribù pagane dei lituani che minacciavano da sud-est i confini dello Stato teutonico che andava oramai palesandosi come una realtà di fatto.

Una nuova minaccia, stavolta proveniente da Oriente, fu qualche anno dopo rappresentata dall'invasione tartara che nell'inverno 1236-37 aveva portato i mongoli in Russia. Lo scontro tra le forze crociate e i nuovi invasori orientali avvenne a Liegnitz nella Slesia il 9 aprile 1241. Malgrado l'afflusso di combattenti provenienti dall'Italia (la notizia non suscitò infatti alcun clamore tra i principi francesi) e inviati da Federico II a dar manforte al re di Polonia e ai suoi fedeli teutonici il campo cristiano venne sbaragliato. Ma i tartari avevano anch'essi subito perdite pesanti e dopo una breve incursione distruttrice in Ungheria si ritirarono in Russia rinunciando ai loro progetti espansionistici.

L'invasione dei tartari ebbe ripercussioni nella stessa Prussia dove le popolazioni indigene si sollevarono occupando numerose fortezze e massacrando migliaia di abitanti. Il papa predicò allora una crociata contro il duca di Pomerelia alleatosi con i vetero-prussiani e nel 1242 i cavalieri teutonici ripresero il controllo della fortezza di Sartowitz e di Nakel mentre nell'aprile di quell'anno in Livonia per fermare l'avanzata dei russi verso il Baltico si sacrificarono in un'epica battaglia perduta sulle rive gelate del lago Peipous. Due anni più tardi ripresero i combattimenti che videro ancor più estendersi il dominio teutonico nelle regioni prussiane anche attraverso nuovi accordi e ampie donazioni concesse dai lituani tra il 1251 e il 1257.

Il nuovo Gran Maestro dei teutonici, Popon d'Ostierna, che era stato antico Maestro provinciale di Prussia, conosceva le insidie che rappresentavano quelle popolazioni bellicose ai confini del nuovo organismo statale retto dall'Ordine così una nuova campagna militare tra il 1254-55 assicurerà il controllo della Sambia dove venne costruita una nuova città Konigsberg. Due anni più tardi fu il turno della Nardrovia e della Scalovia che ancora resistevano. Nel 1259 infine l'Ordine riprese le ostilità contro i lituani che , in superiorità numerica, riportarono una vittoria sulle truppe teutoniche a Durbe nel luglio 1260. Davanti all'insurrezione generale in Livonia e Lituania il nuovo papa, Alessandro IV, predicò una nuova crociata: i lituani alleatisi con i samogiti attaccarono l'anno dopo la Mazovia assediando le principali città dell'Ordine nella Warmia.

La situazione si raddrizzò soltanto nel 1262 quando venne nominato nuovo Gran Maestro Anno di Sangershausen al quale spetterà il compito di riportare ordine manu militari nelle zone devastate che subirono nuove incursioni avversarie fino al 1265. Una pace venne sancita tre anni più tardi - dopo l'arrivo di un contingente di crociati accorsi a dar manforte dal Brandeburgo, dalla Turingia e dalla Boemia - e costò al nuovo duca di Pomerelia la cessione ai teutonici del territorio di Mewe sulla riva sinistra della Vistola. Nel 1272-73 i teutonici ripresero l'offensiva in Natangia e Pogesania e gli abitanti della Warmia, della Natangia fecero atto di sottomissione.

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In Livonia tuttavia rimaneva una situazione di generale incertezza: i trattati erano continuamente rimessi in discussione da alleanze spesso di convenienza tra lituani e russi, vetero-prussiani e estoni, lettoni e polacchi. Nel decennio successivo l'Ordine ristabilì la calma e pacificò la zona. All'inizio del nuovo secolo un'alleanza con i polacchi assicurò ai teutonici il controllo di Danzica (1309) e due anni più tardi l'Imperatore Enrico VII diede come feudo ai teutonici l'intera Pomerelia. L'insediamento teutonico in quella regione toglieva ai polacchi qualsiasi accesso diretto al mare e li condannava a restare una potenza continentale: fu questo il motivo principale per cui incominciarono le prime scaramucce nel 1316 e successivamente nel 1328 quando si trasformarono in guerra aperta. Le forte dell'Ordine vennero assediate, i villaggi incendiati e nel conflitto tra Polonia e Teutonici si inserì anche una lotta intestina per la corona polacca che vide sollevarsi il re di Boemia. Trattati e alleanze successive calmarono comunque la situazione che rimaneva comunque sempre tesa e si inasprì per la scomunica emessa dal tribunale pontificio che colpì il Gran Maestro e tutti i partecipanti al conflitto con la Polonia (1339).

Indebolitisi dall'estenuante braccio di ferro militare e diplomatico con i polacchi i teutonici si rifaranno contro i lituani vinti a Dablawken nell'agosto 1338 , sconfitti nuovamente davanti alla fortezza di Veliona tre anni più tardi e successivamente - con l'aiuto fornito dal re di Danimarca - assoggettati nel 1346 dopo un trattato che garantiva la maggior parte dei possedimenti dell'Estonia all'Ordine.

Nel 1348 un nuovo scontro avvenne nella piana di Anken (Oukaim) e nuove incursioni russe-lituane colpirono la Prussia e la Warmia nel 1349 e nel 1353-54. Tra nuove ribellioni sedate e territori persi e riannessi si giunse al 1370 quando furono condotte nuove campagne militari contro l'alleanza nemica che univa lituani, samogiti, russi e tartari. Il nuovo secolo segnò l'apogeo militare e politico dell'Ordine ma anche l'inizio della fine. Al massimo della sua potenza i teutonici controllavano la Prussia, la Livonia, Curlandia, la Semgallia e la città di Danzica che dava all'Ordine una potenza navale non irrilevante e provocherà malumori tra le città della Lega Anseatica che risulteranno decisivi per seminare sedizione e nuovi conflitti interni. Di questi si approfittarono sia i polacchi che i samogiti ed i loro alleati occasionali, russi e tartari , che nell'estate del 1410 infliggeranno una sconfitta rimasta storica ai cavalieri dalla croce nera: Tannenberg.

Nella notte tra il 14 e il 15 luglio 1410 a Tannenberg i due eserciti si scontrarono: sessantamila le vittime in campo polacco, almeno quarantamila nelle fila dell'Ordine cioè i due/terzi degli effettivi. "L'eco della battaglia di Tannenberg ha segnato profondamente la memoria collettiva dei tedeschi, dei polacchi e degli slavi in generale. Per i polacchi la battaglia di Grunwald - è così che essi la indicano,. dato che era a Grunwald che Ladislao Jagellone aveva stabilito il suo quartier generale - appartiene ai grandi avvenimenti della storia polacca e non c'é città polacca che, ancora oggi, non abbia la sua via Grunwald ( UIica Grunwaldska). Per i tedeschi la sconfitta di Tannenberg non fu soltanto la disfatta dell'ordine teutonico, ma di tutto il mondo tedesco alle prese con il mondo slavo. L'affronto della battaglia di Tannenberg - die Schmach der Tannenbergschlacht - non sarà lavato che negli ultimi giorni del mese di agosto del 1914 con la vittoria di Hindenburg e di Ludendorff sui russi, nelle vicinanze del villaggio di Hohenstein; e sarà proprio Hindenburg che insisterà, presso Guglielmo II, capo della casata degli Hohenzoller - e a questo titolo erede lontano dell'ultimo gran maestro dell'ordine teutonico - affinchè fosse dato il nome di Tannenberg alla vittoria che egli aveva appena conseguito." (8)

Comincerà da quel momento un lento declino alternato a momenti di rinascita che , tra alterne fortune, vedranno l'Ordine passare sotto il diretto controllo della casa regnante d'Austria-Ungheria, gli Asburgo, per la quale essi - come ordine ospitaliero - continuarono la loro opera di assistenza su tutti i fronti fino al primo conflitto mondiale.



DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI





NOTE -

1) Renè Alleau - "Le origini occulte del Nazismo - Il Terzo Reich e le società segrete" ediz. "Mediterranee" - Roma 1989;

2) Renè Alleau - ibidem;

3) Eugen Lennhoff - "Politische Geheimbunde" - Vienna-Monaco-Zurigo 1966

4) Marc Bloch - "La Societè Fèodale" - (Traduz. italiana "La società feudale" , Einaudi , Torino 1955);

5) si veda in proposito Jacques Le Goff - "Il meraviglioso e il quotidiano nell'Occidente medioevale" - ediz. "Laterza" - Bari 1983 e V.E. Michelet - "Il segreto della cavalleria" , ediz. "Basaia" , Roma 1985;

6) Gustave Cohen - "Histoire de la Chavalerie en France au Moyen Age", Paris 1949;

7) M. Tumler/ U. Arnold - "Der Deutschen Orden von seinem Ursprung bis zur Gegenwart" - Bad Munstereifel , 1992;

8) Henry Bogdan - "Cavalieri Teutonici" ediz. Piemme - Casale Monferrato (Al) 1998;



02/03/2009



Italia Sociale (http://www.italiasociale.net/storia07/storia020309-1.html)

Boris
01-07-10, 17:38
Un saluto ad Arba prima di lasciarvi...

Immagino che sara' entusiasta che adesso ho imparato a postare le foto!:D


http://therealbarackobama.files.wordpress.com/2010/03/hamas-02030.jpg


http://scrapetv.com/News/News%20Pages/Entertainment/images-3/hamas-parade.jpg


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Onore ad Hamas! Palestina Libera!

Verona Front
01-07-10, 18:24
L'ORDINE DEI CAVALIERI TEUTONICI (DER DEUTSCHE RITTERORDEN)



I monaci-guerrieri dalle crociate in Terrasanta alle steppe dell'Europa Nord-Orientale



di Dagoberto Husayn Bellucci



Dimenticato dalla storiografia ufficiale e per certi versi spesso ignorato anche dagli storici del periodo medioevale , più inclini a focalizzare le loro ricerche e analisi soprattutto sull'Ordine dei Templari, al di là di una sorta di oblio al quale venne confinato l'Ordine Teutonico rappresenta senza alcun dubbio l'esempio più lampante di ciò che rappresentava l'ideale della Cavalleria al pari della vocazione - evidentemente non esclusiva dei templari loro "fratelli maggiori" - degli ordini cavallereschi di edificare strutture para-statali ed istituzioni che sono alla base dell'idea di nazione e nazionalismo dell'Europa.

Impossibile infatti comprendere nel loro percorso storico una realtà quale quella dell'Ordine Teutonico: monaci-guerrieri, crociati in Terrasanta, difensori della cristianità ma anche saggi diplomatici e affaristi nel Vicino Oriente e successivamente civilizzatori delle regioni baltiche e della Prussia dove combatterono con spietata crudeltà ma spirito di sacrificio inimitabile le popolazioni slave dell'Europa orientale creando i fondamenti dell'identità nazionale germanica.

Per capire l'evoluzione storica di quest'ordine militar-religioso creato nel XIIImo secolo occorre effettuare preliminarmente un viaggio a ritroso nell'anima tedesca, un ritorno alle origini della civiltà germanica, senza il quale difficilmente riuscirebbe facile esaminare e comprendere le successive vicende che portarono l'Ordine Teutonico a edificare un vero e proprio Stato di monaci-combattenti nel cuore dell'Europa nord-orientale.

"I germanici sono dei maschi. Essi sono perfino così virili che, presi isolatamente, sfuggono ad ogni influenza del governo. - dichiarò il cancelliere Bismark a Bluntschli nel 1868 - Ciascuno d'essi vuole conservare intatto il proprio individualismo..." ribadendo quale fosse la vera anima del tedesco durante un discorso tenuto nel 1895 ad una delegazione della Stiria nel quale osservò che "Il germanico ha un carattere da monaco in perpetua disputa con tutti i suoi simili."

Occorre pertanto comprendere a fondo le parole del Cancelliere di Ferro considerando che la mentalità eccessivamente individualista dei principi e dei signori feudali tedeschi che amministrarono gli stati del Sacro Romano Impero Germanico derivava interamente dai loro antenati: erano i capi delle Mannerbunde germaniche e la loro autorità. Un'autorità che opponeva costantemente il principio delle "libertà germaniche" alla politica d'unificazione imperiale romana prima e tedesca successivamente.

Le mannerbunde possono definirsi come sorta di confraternite di uomini liberi uniti dal vincolo del sangue e raccolte attorno ad un capo.

"Gli storici - scrive René Alleau - hanno spesso denunciato il comportamento servile del "soggetto" tedesco (Untertan) riguardo la superiorità sociale incarnata dai capi (Obrigkeit) , senza ben comprendere , sembrerebbe, che questo eccesso di disciplina e di virtù d'obbedienza provengono da miti lontani e oscuri, principalmente, dalla dipendenza sacrificale del fratello d'armi delle Mannerbunde, attraverso il rapporto con il "capo" e il "signore". Costui incarnava così la presenza e l'esempio del maestro dell'iniziazione cavalleresca nella "comunione attraverso il ferro, il fuoco e il sangue" rappresentante simbolicamente ogni forma di lotta, nelle antiche tradizioni pagane, germaniche e nordiche, come nella regione indoeuropea degli Ariani. Davanti alle porte della morte , il guerriero ariano (il cui prototipo resta Arjuna nella Bhagavad-Gità) non si trovava impegnato solamente in una battaglia esteriore , ma nelle prove interiori di un processo iniziatico." (1)

Come si ricorderà Arjuna , il guerrierio ario, si interroga prima della battaglia nella quale dovrà affrontare i propri parenti: è una prova iniziatica di fedeltà alla propria natura quella che vede impegnato l'eroe mitologico che , archetipo del combattente di 'razza', sarà d'esempio per i cavalieri degli ordini militari religiosi nati con le crociate in Terrasanta ( i cavalieri del Tempio, gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme ed i Teutonici) i quali eserciteranno una profonda influenza , sia nel Vicino Oriente che nell'Europa cristiana, fino all'epoca del Rinascimento.

Ritornando all'origine della cavalleria germanica questa si ritrova sicuramente nelle Mannerbunde, società come detto di uomini liberi che Tacito ha descritto in questo modo: "Ciascun capo ha la sua banda che deve armare e nutrire , con la quale marcia in battaglia. I fedeli sono uniti da intimi legami e vi è infamia per il guerriero che sopravvive al suo capo morto in battaglia."

"Il signore o il 'capo' della Mannerbunde incarnava la potenza di vita della terra, sacra e ancestrale, cui ritornavano i caduti e che essi bagnano e fecondano magicamente del sangue versato. Questo sangue, per così dire, ritorna su sè stesso ed a se stesso come testimonia il celebre grido di battaglia dei Beaumanoir de Lavardin: "Bois ton sang, Beaumanoir!" Questa struttura mitica "chiusa" della Mannerbunde feudale , risponde, esattamente, a tutto ciò che si conosce degli ordini cavallereschi e delle società segrete. Così , giustamente, il miglior specialista tedesco delle società segrete , Eugen Lennhoff, ricorda quei "caratteri essenzialmente aristocratici di queste organizzazioni , per paradossale che possa sembrare". (2)

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Un'organizzazione a carattere aristocratico, con una tendenza naturale a difendere i propri privilegi contro l'autorità, che accrebbe l'istinto di questi uomini-liberi a costituirsi in organismi militari , ordini cavallereschi ante litteram, che avevano la finalità di protezione della comunità, di garantire i diritti dei suoi appartenenti e sviluppare quelle che erano le prime forme sociali nate in territorio tedesco.

"Legati tra loro , sia dal mistero dei riti, sia dal giuramento d'obbedienza o di segreto, per la forza dell'idea o , semplicemente, dal timore di cadere in qualche Vehme sollevata contro loro, gli iniziati vivono e agiscono senza contatti immediati con la folla dei profani. Se aspirano ad espandersi, questo avviene nel più lungo tempo possibile e nella misura in cui sia utile procurare il contributo di forze nuove o sperimentate. Da questo bisogno di estensione deriva spesso la necessità di costruire all'interno dell'organizzazione un tipo di sistema gerarchico , la cui struttura diviene a sua volta il segreto di qualcuno di loro." (3)

E' da queste organizzazioni iniziatico-guerriere che si sviluppa l'ideale della cavalleria in seno all'anima tedesca realizzando un'efficace trasmissione di insegnamenti esoterici, organizzazione sociale e comunitaria, valori e norme generali che costituiranno quel fil rouge che lega le Mannerbunde del germanesimo originario alle confraternite dei monaci-guerrieri nate in epoca medioevale.

"Tra il rituale germanico ed il rituale della Cavalleria , la continuità non è dubitabile" scrive Marc Bloch (4). Una realtà che avrebbe influenzato in modo straordinario sia i Templari (sviluppatisi però maggiormente nel solco della cristianità latina) che i Teutornici per i quali esisteva esclusivamente la "via" indicata dai principii ispiratori dell'Ordine: le armi, la fede, l'onore, la dignità erano sufficienti a garantire al combattente la garanzia di appartenere ad un'autentica confraternita di sangue e d'ideali, una sorta di avanguardia della Cristianità votata all'estremo sacrificio e pronta a servire le direttive dei suoi Gran Maestri. L'Ordine cavalleresco era una sorta di elitè combattente di monaci-guerrieri (sul modello degli ordini cavallereschi islamici) , dei "commandos speciali" per utilizzare una formula moderna indicante la 'crema' di ogni esercito moderno.

Lo spirito cavalleresco (5), che si uniformava a rigide regole monastiche unite a esercizi militari, 'scolpiva' il monaco-combattente dell'Ordine: sul modello degli antichi spartani e delle città-stato elleniche nasceva una macchina bellica che avrebbe affascinato e conquistato la miglior gioventù e l'aristocrazia europea del periodo medioevale dando un sigillo di autorità alle aspirazioni dei rampolli delle monarchie, ordinando sacerdoti-guerrieri capaci di conquistare il mondo e volontari per le crociate che interessarono la Cristianità e l'Europa in armi (si vedrà come la spinta ad Est dei Teutonici che avrebbe contrassegnato fino alla 2.a Guerra Mondiale lo spirito tedesco

sia da intendere proprio come un'autentica "crociata" contro le popolazioni infedeli del mondo slavo e i baltici pagani dell'epoca così come , non casualmente, lo slogan della "crociata antibolscevica" sarà ripresa da Hitler nel corso dell'ultimo conflitto mondiale come necessaria ad assicurare lo 'spazio vitale' a Oriente per il popolo tedesco).

Uno spirito quello dell'Ordine cavalleresco che si nutriva di riti e formule segrete, di iniziazioni, di onore e fedeltà, di restare "fedeli alla propria natura" di volontari-combattenti , alimentando una pratica di trasmissione di una serie di ideali e valori che erano visibili al novizio proprio attraverso una vera e propria iniziazione occulta.

"...una iniziazione che ricorda con i suoi gesti e le formule appropriate l'iniziazione ai Misteri d'Eleusi o a quelli del culto di Mithra, quelli dei muratori costruttori di cattedrali e, in maniera più generale, le confraternite, i mestieri o corporazioni." (6)

L'Ordine Teutonico o per essere più esatti l'Ordine Teutonico di Santa Maria di Gerusalemme, nacque dall'esigenza di assicurare una valida protezione per i pellegrini d'origini tedesche che si recavano nella Terrasanta conquistata dalle armate crociate. Per molto tempo questa presenza fu molto modesta. Gli storici considerano che fu attorno al 1198 che avverrà la vera trasformazione in ordine militare di una preesistente istituzione religiosa a carattere ospedaliero creata nel XIImo secolo con il nome di Ospedale di Santa Maria di Gerusalemme e sul modello di quanto già creato nei territori della Palestina dall'Ordine del Tempio e soprattutto dagli Ospitalieri di San Giovanni (divenuti Sovrano Militare Ordine di Malta nel corso dei secoli).

L'istituzione dell'ordine ospitaliero di S.Maria di Gerusalemme rimonterebbe alla prima crociata , intorno al 1100, per l'opera di un di mercante di Brema o forse Lubecca e di sua moglie che avrebbero accolto un cavaliere tedesco ferito cominciando così un'attività di soccorso e aiuto che interessò principalmente pellegrini e successivamente cavalieri provenienti dalle zone germanofone.

Un documento pontificio , di incerta autenticità, avrebbe posto in data 9 dicembre 1143 l'autorità dell'ospedale 'tedesco' sotto l'autorità dell'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni fermo restando che l'istituzione doveva rimanere diretta da un priore di origini tedesche. Altri storici parlano del 1118 tuttavia restano piuttosto oscure le origini della fondazione iniziale dell'ordine di Santa Maria dei tedeschi di Gerusalemme. Verosimilmente comunque appare certo che la trasformazione da ordine ospitaliero a ordine militare sia avvenuta su imitazione dell'Ordine del Tempio che, nonostante le sue origini mal conosciute e misteriose, comparve come ordine militare attorno al 1118-19. Tant'è per i primi decenni della sua esistenza la storia dell'Ordine Teutonico fu abbastanza insignificante continuando ad adoprarsi per aiutare pellegrini e cavalieri di origini germaniche molto meno numerosi di quelli provenienti da Italia e Francia.

Fu con la Terza Crociata (1187-1191) che i tedeschi si insediarono stabilmente in Terrasanta: bandita da Gregorio VIII e organizzata sotto la spinta del suo successore, Clemente III questa nuova spedizione militare verso la Terrasanta vedrà l'Imperatore Federico I Barbarossa allestire un'armata che via terra avrebbe dovuto portare oltre sessantamila cavalieri e trecentomila fanti d'origini tedesche a marciare verso Gerusalemme attraversando l'Ungheria e i territori dell'Impero bizantino, attraversando lo stretto del Bosforo e penetrando in Asia Minore. L'imperatore non giunse mai in Palestina: annegò attraversando il fiume Kalykadnos (Salef) in Cilicia. Fu Federico di Svevia a guidare il resto dell'armata verso Acri dov'era sbarcato nell'autunno 1189 un'altro contingente germanico.

Dopo la conquista di Acri, avvenuta il 13 luglio del 1191, al termine di un assedio di quasi due anni l'ospedale tedesco venne trasferito all'interno della città dove avrà la sede l'Ordine fino alla caduta avvenuta nel 1311. A differenza di quanto avvenne per i templari i Teutonici manterranno da allora e in avanti una sostanziale simbiosi con l'Impero germanico e ottimi rapporti con la Santa Sede dalla quale , come ordine religioso, dipendevano.

Fu papa Innocenzo III (1198-1216) a definire con uno statuto speciale la natura militare dei Teutonici: sottoposti alla regola degli ospitalieri per tutto quanto concerneva l'azione caritatevole e di soccorso, indicava per i fratelli-cavalieri dalla croce nera una identica regola monastica simile a quella dell'Ordine del Tempio. In quel periodo l'Ordine contava , oltre alla sua sede ad Acri, cinque case in Terrasanta a Gaza, Giaffa, Ascalona, Rama e Zamsi. Nel 1197 l'Ordine Teutonico si stabilì a Palermo e a Barletta i due porti dove si imbarcavano la maggioranza dei pellegrini tedeschi diretti in Palestina.

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In breve tempo l'Ordine aumentò i suoi possedimenti con la creazione di una commenda a Sonntag in Stiria e di diversi ospedali: ad Halle in Turingia (1200), Bolzano (1202), Praga (1204) Reichenbach in Assia (1207). Vennero create nuove commende a Vienna (1207), Norimberga (1209), Aichach e Ratisbona in Baviera (1210). Nel 1206 venne fondata una seconda casa in sicilia, a Polizzi, e dal 1209 a causa della quarta crociata i teutonici si stabilirono in Grecia nel sud del Peloponneso. (7)

La nomina di Hermann von Salza alla guida dell'Ordine di cui sarà Gran Maestro per un trentennio (1209-1239) suggellerà l'alleanza con l'Impero. Abilissimo diplomatico, uomo di guerra e valente organizzatore von Salza impremerà una svolta importante nel destino dei cavalieri teutonici dando inizio ad una collaborazione proficua con la famiglia degli Hohenstaufen per la quale più volter sarà chiamato a fare da intermediario nelle dispute tra Federico II e il Pontefice.

Von Salza sarà anche il principale artefice del progetto per la costituzione in Ungheria di un'entità territoriale amministrata e inquadrata nell'ordine teutonico manifestando così una prima inclinazione - che avrebbe suscitato e contrassegnato l'Ordine nei secoli successivi - ed un interesse per l'Europa ed i territori ancora sotto il dominio di popoli pagani quali erano i Carpazi. Più tardi, come vedremo, i teutonici fronteggiarono e civilizzarono le popolazioni indigene al di là dell'Oder e della Vistola, scontrandosi con i prussiani e i popoli del Baltico vale a dire nelle regioni in cui erano fortemente in gioco gli interessi del Sacro Romano Impero.

Nel 1217 il Gran Maestro rientrò in Palestina dove prese parte alla quinta crociata indetta da Innocenzo III. Le operazioni militari cominciarono nel novembre con una cavalcata in Galilea quindi i crociati andarono a porre l'assedio davanti al monte Tabor. Nel novembre 1219 cadde in mani crociate Damietta: il Gran Maestro dei Teutonici sarà in prima fila nelle trattative diplomatiche con il sultano dell'Egitto Malik al Khamil che offriva Gerusalemme in cambio della restituzione di Damietta. L'intransigenza del legato papale fece saltare l'accordo che comunque sarebbe stato realizzato un decennio più tardi all'indomani della nuova crociata alla quale partecipò direttamente Federico II accolto come un trionfatore dai principi cristiani d'Oriente e come principale alleato, protettore e sovrano dai cavalieri teutonici. La sede dell'Ordine venne trasferita presso il castello di Montfort e Federico II sarebbe stato incoronato a Gerusalemme tra l'esultanza dei suoi cavalieri teutonici che ripeterono il cerimoniale simbolico della proskynesi come già avevano fatto in occasione dell'arrivo dell'imperatore ad Acri.

L'Ordine Teutonico antepose sempre , a dispetto del legame che li univa alla Santa Sede, la fedeltà all'imperatore e l'ubbidienza alla casa regnante Hohenstaufen. Un connubio che avrebbe portato vantaggi per entrambe le due istituzioni e rafforzato l'unità imperiale e il sentimento nazionale tedesco.

La fine della presenza teutonica in Palestina , come quella dei loro fratelli maggiori templari, coincide con l'ultimo sforzo della cristianità in terra d'Oriente di resistere alle intemperie e ai disordini che avevano contrassegnato l'intero XIIImo secolo nella regione. Costretti ad affrontare sia l'invasione mongola che la tenaglia musulmana le truppe cristiane sbandarono progressivamente non approfittando nè dei dissidi che esistevano in campo avversario nè delle numerose offerte di negoziati provenienti dai sultani. L'ultima roccaforte crociata , Acri, cadde nel maggio 1291. La resistenza dei templari, dei teutonici e dei cavalieri di San Giovanni venne spezzata dalle truppe del nuovo sultano Al Ahraf Khabil: finiva l'epopea crociata e la presenza militare dei cristiani in Palestina. Oltre trentamila cristiani persero la vita nel corso dei combattimenti per la difesa finale mentre i Teutonici rimasti con altri cavalieri superstiti raggiunsero Cipro e da lì Venezia dove nell'aprile 1292 venne eletto nuovo Gran Maestro Konrad von Feuchtwangen. Il grande sogno di un oriente latino e cristiano svaniva: i restanti possedimenti (Tiro, Sidone, Beirut, Chatel-Pelerin) vennero abbandonati l'estate seguente. La sede dell'Ordine venne trasferita a Marienburg nel 1309 e tale rimarrà fino al 1457 quando passerà a Konigsberg. Iniziava per l'Ordine Teutonico una nuova era: quella della spinta civilizzatrice verso Est.

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I territori che si apriva a oriente del Sacro Romano Impero Germanico erano abitati da popolazioni pagane. Dalle foci dell'Oder fino al golfo di Finlandia nelle steppe gelide che venivano bagnate dal corso di fiumi poderosi l'Ordine dei cavalieri teutonici avrebbe portato la sua missione civilizzatrice spingendosi ai confini con la Russia e nei settori settentrionali della Polonia. Dalla Vistola al Niemen si estendevano le zone abitate da popolazioni vetero-prussiane , provenienti da nord e insediatisi in quell'area fin dal IV secolo d.C. A nord e a sud-est del territorio dei vetero-prussiani si estendeva il paese dei lituani, dei lettoni e degli estoni. I primi due erano popoli indoeuropei mentre gli estoni (eestlased) simili per lingua ai loro vicini che vivevano oltre il golfo di Finlandia (ugro-finnici), abitavano quelle zone fin dal I millennio a.C.

Guerre e faide di tribù, scontri, battaglie e cambi di alleanze contrassegnavano questa impervia regione d'Europa dove avevano interessi sia i re di Danimarca che quello di Polonia, numerosi principi tedeschi ma anche russi e dove le popolazioni locali si ribellavano con frequenza seminando il terrore tra le popolazioni tedesche della Livonia e della Pomerania ma anche per i principati della Polonia settentrionale. Nel 1225-26 venne invocato dal duca Conrad di Mazovia l'aiuto dei Teutonici. Fallita l'esperienza del Burzenland creato anni prima in terra di Transilvania l'Ordine Teutonico poteva ora dimostrare tutto il suo valore nella conquista dei territori a Est dell'Impero. La conquista della Prussia durerà una sessantina d'anni (1226-1283) nei quali , tra alterne fortune, i cavalieri si assicurarono il territorio di Kulm in Prussia nel quale vennero fondate le prime città creando un validissimo e agevole sistema di difesa che avrebbe garantito l'espansione tedesca a Oriente: Thorn, Nessau, Thorn furono i primi avamposti teutonici e le prime città nate fin dal 1230.

La campagna del 1233-34 vedrà i crociati scontrarsi con i prussiani lungo le rive del fiume Sigurna vicino a Christburg sul territorio in cui i teutonici costruiranno le fortezze di Kulmsee e di Rehden controllando l'intera Pomesania e partendo da lì, in rapide campagne militari, negli anni successivi per attaccare la Pogesania sottomessa non senza fatica nel 1237. Due anni più tardi vennero conquistati anche i distretti di Warmia, Natangia e Bartonia dove l'Ordine iniziò la costruzione di nuovi castelli e fortezze (a Kreutzberg, Heilsber, Braunsberg, Bartenstein, Rossel e Weissenburg). Qualche anno dopo i teutonici intervennero anche in Livonia per contrastare le ribellioni delle tribù pagane dei lituani che minacciavano da sud-est i confini dello Stato teutonico che andava oramai palesandosi come una realtà di fatto.

Una nuova minaccia, stavolta proveniente da Oriente, fu qualche anno dopo rappresentata dall'invasione tartara che nell'inverno 1236-37 aveva portato i mongoli in Russia. Lo scontro tra le forze crociate e i nuovi invasori orientali avvenne a Liegnitz nella Slesia il 9 aprile 1241. Malgrado l'afflusso di combattenti provenienti dall'Italia (la notizia non suscitò infatti alcun clamore tra i principi francesi) e inviati da Federico II a dar manforte al re di Polonia e ai suoi fedeli teutonici il campo cristiano venne sbaragliato. Ma i tartari avevano anch'essi subito perdite pesanti e dopo una breve incursione distruttrice in Ungheria si ritirarono in Russia rinunciando ai loro progetti espansionistici.

L'invasione dei tartari ebbe ripercussioni nella stessa Prussia dove le popolazioni indigene si sollevarono occupando numerose fortezze e massacrando migliaia di abitanti. Il papa predicò allora una crociata contro il duca di Pomerelia alleatosi con i vetero-prussiani e nel 1242 i cavalieri teutonici ripresero il controllo della fortezza di Sartowitz e di Nakel mentre nell'aprile di quell'anno in Livonia per fermare l'avanzata dei russi verso il Baltico si sacrificarono in un'epica battaglia perduta sulle rive gelate del lago Peipous. Due anni più tardi ripresero i combattimenti che videro ancor più estendersi il dominio teutonico nelle regioni prussiane anche attraverso nuovi accordi e ampie donazioni concesse dai lituani tra il 1251 e il 1257.

Il nuovo Gran Maestro dei teutonici, Popon d'Ostierna, che era stato antico Maestro provinciale di Prussia, conosceva le insidie che rappresentavano quelle popolazioni bellicose ai confini del nuovo organismo statale retto dall'Ordine così una nuova campagna militare tra il 1254-55 assicurerà il controllo della Sambia dove venne costruita una nuova città Konigsberg. Due anni più tardi fu il turno della Nardrovia e della Scalovia che ancora resistevano. Nel 1259 infine l'Ordine riprese le ostilità contro i lituani che , in superiorità numerica, riportarono una vittoria sulle truppe teutoniche a Durbe nel luglio 1260. Davanti all'insurrezione generale in Livonia e Lituania il nuovo papa, Alessandro IV, predicò una nuova crociata: i lituani alleatisi con i samogiti attaccarono l'anno dopo la Mazovia assediando le principali città dell'Ordine nella Warmia.

La situazione si raddrizzò soltanto nel 1262 quando venne nominato nuovo Gran Maestro Anno di Sangershausen al quale spetterà il compito di riportare ordine manu militari nelle zone devastate che subirono nuove incursioni avversarie fino al 1265. Una pace venne sancita tre anni più tardi - dopo l'arrivo di un contingente di crociati accorsi a dar manforte dal Brandeburgo, dalla Turingia e dalla Boemia - e costò al nuovo duca di Pomerelia la cessione ai teutonici del territorio di Mewe sulla riva sinistra della Vistola. Nel 1272-73 i teutonici ripresero l'offensiva in Natangia e Pogesania e gli abitanti della Warmia, della Natangia fecero atto di sottomissione.

http://www.bottega.medioevo.com/images/medium/M03-01_MED.jpg

In Livonia tuttavia rimaneva una situazione di generale incertezza: i trattati erano continuamente rimessi in discussione da alleanze spesso di convenienza tra lituani e russi, vetero-prussiani e estoni, lettoni e polacchi. Nel decennio successivo l'Ordine ristabilì la calma e pacificò la zona. All'inizio del nuovo secolo un'alleanza con i polacchi assicurò ai teutonici il controllo di Danzica (1309) e due anni più tardi l'Imperatore Enrico VII diede come feudo ai teutonici l'intera Pomerelia. L'insediamento teutonico in quella regione toglieva ai polacchi qualsiasi accesso diretto al mare e li condannava a restare una potenza continentale: fu questo il motivo principale per cui incominciarono le prime scaramucce nel 1316 e successivamente nel 1328 quando si trasformarono in guerra aperta. Le forte dell'Ordine vennero assediate, i villaggi incendiati e nel conflitto tra Polonia e Teutonici si inserì anche una lotta intestina per la corona polacca che vide sollevarsi il re di Boemia. Trattati e alleanze successive calmarono comunque la situazione che rimaneva comunque sempre tesa e si inasprì per la scomunica emessa dal tribunale pontificio che colpì il Gran Maestro e tutti i partecipanti al conflitto con la Polonia (1339).

Indebolitisi dall'estenuante braccio di ferro militare e diplomatico con i polacchi i teutonici si rifaranno contro i lituani vinti a Dablawken nell'agosto 1338 , sconfitti nuovamente davanti alla fortezza di Veliona tre anni più tardi e successivamente - con l'aiuto fornito dal re di Danimarca - assoggettati nel 1346 dopo un trattato che garantiva la maggior parte dei possedimenti dell'Estonia all'Ordine.

Nel 1348 un nuovo scontro avvenne nella piana di Anken (Oukaim) e nuove incursioni russe-lituane colpirono la Prussia e la Warmia nel 1349 e nel 1353-54. Tra nuove ribellioni sedate e territori persi e riannessi si giunse al 1370 quando furono condotte nuove campagne militari contro l'alleanza nemica che univa lituani, samogiti, russi e tartari. Il nuovo secolo segnò l'apogeo militare e politico dell'Ordine ma anche l'inizio della fine. Al massimo della sua potenza i teutonici controllavano la Prussia, la Livonia, Curlandia, la Semgallia e la città di Danzica che dava all'Ordine una potenza navale non irrilevante e provocherà malumori tra le città della Lega Anseatica che risulteranno decisivi per seminare sedizione e nuovi conflitti interni. Di questi si approfittarono sia i polacchi che i samogiti ed i loro alleati occasionali, russi e tartari , che nell'estate del 1410 infliggeranno una sconfitta rimasta storica ai cavalieri dalla croce nera: Tannenberg.

Nella notte tra il 14 e il 15 luglio 1410 a Tannenberg i due eserciti si scontrarono: sessantamila le vittime in campo polacco, almeno quarantamila nelle fila dell'Ordine cioè i due/terzi degli effettivi. "L'eco della battaglia di Tannenberg ha segnato profondamente la memoria collettiva dei tedeschi, dei polacchi e degli slavi in generale. Per i polacchi la battaglia di Grunwald - è così che essi la indicano,. dato che era a Grunwald che Ladislao Jagellone aveva stabilito il suo quartier generale - appartiene ai grandi avvenimenti della storia polacca e non c'é città polacca che, ancora oggi, non abbia la sua via Grunwald ( UIica Grunwaldska). Per i tedeschi la sconfitta di Tannenberg non fu soltanto la disfatta dell'ordine teutonico, ma di tutto il mondo tedesco alle prese con il mondo slavo. L'affronto della battaglia di Tannenberg - die Schmach der Tannenbergschlacht - non sarà lavato che negli ultimi giorni del mese di agosto del 1914 con la vittoria di Hindenburg e di Ludendorff sui russi, nelle vicinanze del villaggio di Hohenstein; e sarà proprio Hindenburg che insisterà, presso Guglielmo II, capo della casata degli Hohenzoller - e a questo titolo erede lontano dell'ultimo gran maestro dell'ordine teutonico - affinchè fosse dato il nome di Tannenberg alla vittoria che egli aveva appena conseguito." (8)

Comincerà da quel momento un lento declino alternato a momenti di rinascita che , tra alterne fortune, vedranno l'Ordine passare sotto il diretto controllo della casa regnante d'Austria-Ungheria, gli Asburgo, per la quale essi - come ordine ospitaliero - continuarono la loro opera di assistenza su tutti i fronti fino al primo conflitto mondiale.



DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI





NOTE -

1) Renè Alleau - "Le origini occulte del Nazismo - Il Terzo Reich e le società segrete" ediz. "Mediterranee" - Roma 1989;

2) Renè Alleau - ibidem;

3) Eugen Lennhoff - "Politische Geheimbunde" - Vienna-Monaco-Zurigo 1966

4) Marc Bloch - "La Societè Fèodale" - (Traduz. italiana "La società feudale" , Einaudi , Torino 1955);

5) si veda in proposito Jacques Le Goff - "Il meraviglioso e il quotidiano nell'Occidente medioevale" - ediz. "Laterza" - Bari 1983 e V.E. Michelet - "Il segreto della cavalleria" , ediz. "Basaia" , Roma 1985;

6) Gustave Cohen - "Histoire de la Chavalerie en France au Moyen Age", Paris 1949;

7) M. Tumler/ U. Arnold - "Der Deutschen Orden von seinem Ursprung bis zur Gegenwart" - Bad Munstereifel , 1992;

8) Henry Bogdan - "Cavalieri Teutonici" ediz. Piemme - Casale Monferrato (Al) 1998;



02/03/2009



Italia Sociale (http://www.italiasociale.net/storia07/storia020309-1.html)

Se la Chiesa Cattolica riprendesse lo stile dei Cavalieri Teutonici sarei pronto a convertirmi, anche perchè sono un po' stufo di non appartenere a nessuna religione, con l'odiosa conseguenza di essere spesso scambiato per un ateo...:piango:
Dago ha trovato la propria Via nell'Islam sciita, ma io amo ancora troppo il buon vino veneto per poter diventare musulmano...:gluglu:

Lupo
01-07-10, 20:41
Se la Chiesa Cattolica riprendesse lo stile dei Cavalieri Teutonici sarei pronto a convertirmi, anche perchè sono un po' stufo di non appartenere a nessuna religione, con l'odiosa conseguenza di essere spesso scambiato per un ateo...:piango:
Dago ha trovato la propria Via nell'Islam sciita, ma io amo ancora troppo il buon vino veneto per poter diventare musulmano...:gluglu:
Credo che nessuna religione abbia in mano la Verità ma ne rappresenti solo una parte, una sfaccettatura.
Detto questo ... trovo l'Islam assai più spirituale e bello del cristianesimo, anche se nell'innalzarsi entrambe poi si trovano a braccetto in quel S.Francesco d'Assisi e nel sufismo.
L'Islam è una religione che permea ogni tua azione quotidiana e dall'essere un buon mussulmano deriva un modo inequivocabile di comportamento.
Nel cattolicesimo invece si è perdonati ... basta la Fede ... qualcuno deve poi ancora spiegarmi come si possa dire di aver Fede comportandosi da bastardi.

arba
01-07-10, 21:13
Se la Chiesa Cattolica riprendesse lo stile dei Cavalieri Teutonici sarei pronto a convertirmi, anche perchè sono un po' stufo di non appartenere a nessuna religione, con l'odiosa conseguenza di essere spesso scambiato per un ateo...:piango:
Dago ha trovato la propria Via nell'Islam sciita, ma io amo ancora troppo il buon vino veneto per poter diventare musulmano...:gluglu:

guarda caso c'è un'altra ''religione'' che accetta il vino (con misura) :D

Avamposto
01-07-10, 22:54
Non c'è schiavismo peggiore del Capitalismo ... specie se di Stato come nel Comunismo.
Il Capitalismo che tu ami tanto portò la Germania alla Repubblica di Weimar e sta portando l'Italia, l'Europa ed il mondo intero alla fame.
Hitler in pochi anni ha risollevato la Germania ... consideralo come ti pare ... del tuo concetto di libertà mi ci pulisco il culo.


http://3.bp.blogspot.com/_dUg5xoYTkSs/S7Ti90NRJ4I/AAAAAAAAAnY/5b0f4GIItII/s400/comunismo+e+capitalismo.jpg

Avamposto
01-07-10, 22:59
Da quando Nazionalsocialismo e Islam non andrebbero d'accordo? :D

http://www.ausairpower.net/Waffen-SS-Handschar-Recruit-Poster-1S.jpg


http://prophetofdoom.net/pics/Islamic_Clubs_Handschar_Muslim_Waffen_SS/Grand_Mufti_Nazis_group_photo.jpg


http://forum.stirpes.net/attachments/modern-contemporary/10274d1180735898-multiculturalism-waffen-ss-ww2-wehrmacht-waffen-ss-muslim_.jpg


http://www.ausairpower.net/Waffen-SS-Handshar-Mufti-2S.jpg


http://robertlindsay.files.wordpress.com/2010/01/bundesarchiv_bild_101iii-mielke-036-23_waffen-ss_13-_gebirgs-div-_handschar.jpg

Avamposto
01-07-10, 23:03
http://i.ytimg.com/vi/mFJYRRLuRSk/0.jpg


http://serbianna.com/blogs/savich/wp-content/uploads/2008/09/divisinhandschar6qu.jpg


http://atlasshrugs2000.typepad.com/.a/6a00d8341c60bf53ef0120a80f69cd970b-600wi


http://www.serbianna.com/columns/savich/065_files/009.jpg

...II...
01-07-10, 23:06
Indipendentemente dal tipo di sintesi ( e ce ne sono di svariate , basta farsi un giro ) leggersi il manifesto di Verona ed il manifesto di san sepolcro - senza addentrarsi in ricerche più scrupolose - fa comprendere che il fascismo fu pregno di idealità sovversiva.

Molte delle presunte conciliazioni da te esposte mi sembrano giust'appunto dei banali e semplici accostamenti dovuti ai propri gusti individuali ( del Bellucci ) senza dubbio leciti verso cui non ho interesse.

Accennare alla sua passata esperienza con Avanguardia e con il periodo collaborativo con Eurasia era volto a suffragare la mia costatazione.

Bellucci è quel che è.
In tal esistente c'è una parte sottomessa a distorzioni anti-tradizionali.

Parlare di nazione ( negazione dell'etno-nazione ) e di socialismo non ha alcun senso in sé.

p.s. non stiamo parlando di elasticità mentale. Lo stesso Bellucci riconoscerebbe che IL MENTALE è il principale problema dell' uomo. I Principi non sono mentali ma intellettuali / universali.
Socialismo e Nazione ne sono al di fuori poiché contraddittori...

...

Avamposto
01-07-10, 23:08
Credo che nessuna religione abbia in mano la Verità ma ne rappresenti solo una parte, una sfaccettatura.
Detto questo ... trovo l'Islam assai più spirituale e bello del cristianesimo, anche se nell'innalzarsi entrambe poi si trovano a braccetto in quel S.Francesco d'Assisi e nel sufismo.
L'Islam è una religione che permea ogni tua azione quotidiana e dall'essere un buon mussulmano deriva un modo inequivocabile di comportamento.


L'IMPORTANTE NELLA FEDE E' LA DIREZIONE LUPO: OCCORRE SAPERE QUAL'E' LA DIREZIONE GIUSTA PER RIVOLGERSI ALL'ONNIPOTENTE!

Questi senz'altro lo sapevano perfettamente! :)


http://www.flyingchariotministries.com/hitler%20and%20church%205.jpg

Avamposto
01-07-10, 23:25
Una richiesta: come si fanno a postare le immagini?

Cosi' inizio a postarle anche io quelle di Hizbollah cosi' Arba si arrabbia! :D

Arba sarebbe bene che si decidesse a rispondere anche alle mie domande.

- Ebrea laica o praticante?
- (se praticante) ortodossa o riformata?
- Hai cittadinanza italiana, israeliana o tutte e due?

Inoltre vorrei sapere cosa ne pensi, mi sembra un argomento piuttosto interessante soprattutto sapere la tua risposta come diretta interessata, della recensione su "L'Ebreo Antisemita" di Berneri....:chefico:

Detto questo auguro a tutti la buona serata.

http://www.triangoloviola.it/img/vign1.jpg

Verona Front
02-07-10, 10:14
http://www.sightedmoon.com/wp-content/uploads/2006/09/Hezbollah%20Rocket%20Launcher.JPG

Boris
02-07-10, 14:31
Arba sarebbe bene che si decidesse a rispondere anche alle mie domande.

- Ebrea laica o praticante?
- (se praticante) ortodossa o riformata?
- Hai cittadinanza italiana, israeliana o tutte e due?

Inoltre vorrei sapere cosa ne pensi, mi sembra un argomento piuttosto interessante soprattutto sapere la tua risposta come diretta interessata, della recensione su "L'Ebreo Antisemita" di Berneri....:chefico:

Detto questo auguro a tutti la buona serata.

http://www.triangoloviola.it/img/vign1.jpg


In effetti interessa anche a me sapere cosa ne pensa Arba: ce ne sono tanti di ebrei "antisemiti"? :chefico:

Boris
02-07-10, 14:34
Propaganda ebraica contro la Germania di Hitler!


http://olo-dogma.myblog.it/media/01/02/554226136.jpg


http://olo-dogma.myblog.it/media/02/02/1910554797.2.jpg


Chi ha voluto la guerra contro l'Europa? :chefico:

...II...
02-07-10, 14:36
Chi ha voluto la guerra contro l'Europa? :chefico:

Gli stessi che hanno voluto Hitler.

Boris
02-07-10, 14:44
Gli stessi che hanno voluto Hitler.

In effetti in parte puo' essere vero: l'avvento al potere del partito nazista non fu sicuramente casuale al di la' della contingenza storica del momento di crisi economica seguente al Venerdi' nero di Wall Street che ridusse alla fame milioni di persone in America come in Europa.

Ci furono, l'avevo letto anche io in diversi volumi di storici cattolici tradizionalisti, contatti tra alcuni plutocrati americani e alcuni della direzione dell'NSDAP. E tramite Hijalmar Schacht anche dei finanziamenti andarono ad ingrossare le casse del partito.

Da qui a dire pero' che Hitler sia stato sostenuto dall'alta finanza mi sembra ce ne passi: quando presero il potere a Berlino (vedi il quotidiano inglese che ho postato sopra) i nazisti furono oggetto di una vera e propria campagna d'odio da parte delle principali organizzazioni ebraiche internazionali (specialmente in America e Inghilterra).

La guerra contro la Germania era probabilmente inevitabile: gli ebrei non avrebbero lasciato mai Hitler al potere! E assieme agli ebrei tutta la massoneria di rito scozzese e di obbedienza londinese. :ciaociao:

Boris
02-07-10, 14:46
Una cosa che volevo sottolineare, fra quelle che hai scritto e che reputo errata: "ritenere Hitler un baluardo antisionista..."

Mi dici dove lo hai letto o chi l'avrebbe affermato che Hitler era un baluardo antisionista?

La collaborazione tra la Germania hitleriana e i principali gruppi sionisti ando' avanti per anni (anche in pieno conflitto mondiale). Nessuno mi pare abbia mai sostenuto quello che hai scritto tu.

...II...
02-07-10, 15:27
Quel tuo "ce ne passi" è dovuto forse al fatto che hai ancora legami sentimentali con l'idealità che il nazismo intepretava/mistificava.

D'altronde si sà che i migliori agenti sono sempre stati GLI INCONSAPEVOLI. Non mi interessa stabilire se Hitler sia stato complice o pilotato o semplicemente agevolato affinché fosse la guerra secondo i piani sionistici o di chi altro.

Semplicemente sono vere tutte e tre le prospettive.

D'altronde L' IDOLATRIA della storia è cosa sovversiva ( ergo sionistica, capitalistica, evoluzionista etc etc ).
Anche sapendo come sono andati davvero i fatti rimane che il nazismo è un coeacervo di idealità fallaci e sovversive nemico d' Europa.

Ci hanno posto sul mercato scelte ugualmente UTILI a "loro" . Sussunzione ad hoc.

Verona Front
02-07-10, 16:07
Il nazismo nemico dell'Europa? Che stupido come ho fatto a non pensarci prima? I veri amici dell'Europa erano gli alleati che hanno ucciso milioni di europei e raso al suolo centinaia di città europee e che ci comandano dal 1945, avendo reso l'Europa una loro colonia:giagia:
Ogni volta che leggo i tuoi interventi mi chiedo: MA TU SU QUESTA DISCUSSIONE COSA CI FAI?

Boris
02-07-10, 16:43
Quel tuo "ce ne passi" è dovuto forse al fatto che hai ancora legami sentimentali con l'idealità che il nazismo intepretava/mistificava.

D'altronde si sà che i migliori agenti sono sempre stati GLI INCONSAPEVOLI. Non mi interessa stabilire se Hitler sia stato complice o pilotato o semplicemente agevolato affinché fosse la guerra secondo i piani sionistici o di chi altro.

Semplicemente sono vere tutte e tre le prospettive.

D'altronde L' IDOLATRIA della storia è cosa sovversiva ( ergo sionistica, capitalistica, evoluzionista etc etc ).
Anche sapendo come sono andati davvero i fatti rimane che il nazismo è un coeacervo di idealità fallaci e sovversive nemico d' Europa.

Ci hanno posto sul mercato scelte ugualmente UTILI a "loro" . Sussunzione ad hoc.

Guarda io personalmente sono e mi ritengo un nazionalista europeo o un socialista nazionale quindi per me e' normale che anche il nazionalsocialismo (nel senso interpretativo-mistico che intendi tu) appartiene alla mia identita'.

A dire il vero dovrebbe appartenere a tutti gli identitari e etnonazionalisti. Giustappunto siamo su un forum che si chiama cosi' :giagia:

Poi ognuno ha le sue esperienze personali e le sue idee. Nessuna forma di idolatria: personalmente preferisco, di gran lunga, il fascismo di Mussolini (quello sociale del 19 o quello della RSI) ma non mi sembra una contraddizione esaltare anche quello che fu il movimento politico idealmente piu' vicino al Fascismo all'epoca (assieme forse al Rexismo di Degrelle o alla Guardia di Ferro rumena).

Tu insisti nel sostenere questa storia degli agenti inconsapevoli: cosi' facendo pero' oltre a delegittimare come forme storiche sia Fascismo sia Nazionalsocialismo non mi sembra stia proponendo niente di particolarmente alternativo al New World Order?

Fammi capire: quale sarebbe secondo te il modello antagonista a questo mondo degli Illuminati di Baviera e di tutte le logge massoniche? :chefico:

Non commento le idealita' "fallaci e sovversive" perche' probabilmente troveresti da dire le stesse cose su qualunque movimento della storia degli ultimi 3 secoli (o forse piu').

Dal tuo punto di vista allora anche Marco Aurelio imperatore, Adriano l'Apostata, Costantino il Cristiano o l'Ordine del Tempio erano tutti portatori di idealita' "fallaci e sovversive"?

...aspetta che riscriveremo la storia perche' a te non piace....:sofico:

Boris
02-07-10, 16:46
Ogni volta che leggo i tuoi interventi mi chiedo: MA TU SU QUESTA DISCUSSIONE COSA CI FAI?

In effetti....:mmm:

Ad una cosa pero' mi sembra utile la presenza del nostro misterioso amico punteggiato: sta facendo diventare quasi accettabile e perfino abbastanza simpatica Arba :sofico:

Boris
02-07-10, 17:39
Qualunque sia la risposta l'importante e' sostenere il nemico del tuo nemico (consapevole o inconsapevole che sia)

http://0.tqn.com/d/worldnews/1/7/0/-/-/-/worldwithoutzionism.jpg


http://www.oltrelacoltre.com/public/uploads/2009/10/pasdaran.jpg



http://it.peacereporter.net/upload/1/17/178/1781/17812.jpg

...II...
02-07-10, 18:14
Il nazismo nemico dell'Europa? Che stupido come ho fatto a non pensarci prima? I veri amici dell'Europa erano gli alleati che hanno ucciso milioni di europei e raso al suolo centinaia di città europee e che ci comandano dal 1945, avendo reso l'Europa una loro colonia:giagia:
Ogni volta che leggo i tuoi interventi mi chiedo: MA TU SU QUESTA DISCUSSIONE COSA CI FAI?

Queste tue deduzioni siano le tue.

Noi siamo da tempo perdenti.
Io vorrei semplicemente stare dove devo; lì è il vero piacere.

Ovunque in Europa si susseguono ideologie ( metastasi della ragione ) volte a dividere o giustificare infamità o soverchierie di ogni tipo.
Lo statualismo, può condirsi con ogni tipo di vernice, rossa - nera - bruna - bianca - azzurra - verde - arancio/viola ( tutti colori politicamente reali ) e chi più ne ha più ne metta.

Nemici sono e rimangono.
Collaboratori coloro che ci cascano.

NON CASCHIAMOCI!

Lupo
02-07-10, 18:18
Queste tue deduzioni siano le tue.

Noi siamo da tempo perdenti.
Io vorrei semplicemente stare dove devo; lì è il vero piacere.

Ovunque in Europa si susseguono ideologie ( metastasi della ragione ) volte a dividere o giustificare infamità o soverchierie di ogni tipo.
Lo statualismo, può condirsi con ogni tipo di vernice, rossa - nera - bruna - bianca - azzurra - verde - arancio/viola ( tutti colori politicamente reali ) e chi più ne ha più ne metta.

Nemici sono e rimangono.
Collaboratori coloro che ci cascano.

NON CASCHIAMOCI!
Il tuo è pragmatismo imbevuto di acqua di Fiuggi da servi di Sionne.
Stai certo che non caschiamo nelle tue provocazioni massoni e relativiste del cazzo!!

...II...
02-07-10, 18:40
Guarda io personalmente sono e mi ritengo un nazionalista europeo o un socialista nazionale quindi per me e' normale che anche il nazionalsocialismo (nel senso interpretativo-mistico che intendi tu) appartiene alla mia identita'.

Male ( a mio dire s'intende, ci mancherebbe :) ).


A dire il vero dovrebbe appartenere a tutti gli identitari e etnonazionalisti. Giustappunto siamo su un forum che si chiama cosi' :giagia:

Un identitario razziale ed etnico non ha bisogno del socialismo.


Poi ognuno ha le sue esperienze personali e le sue idee. Nessuna forma di idolatria: personalmente preferisco, di gran lunga, il fascismo di Mussolini (quello sociale del 19 o quello della RSI) ma non mi sembra una contraddizione esaltare anche quello che fu il movimento politico idealmente piu' vicino al Fascismo all'epoca (assieme forse al Rexismo di Degrelle o alla Guardia di Ferro rumena).

Anche io leggo Codreanu o Degrelle. Fondamentalmente leggo un po' di tutto.

Ciò non dimeno sò e riconosco che, giust'appunto, RSI ed il 19 sono ideologicamente NEMICI e quanto di peggio il fascismo potesse avere.


Tu insisti nel sostenere questa storia degli agenti inconsapevoli: cosi' facendo pero' oltre a delegittimare come forme storiche sia Fascismo sia Nazionalsocialismo non mi sembra stia proponendo niente di particolarmente alternativo al New World Order?

Perché tu reputi sia possibile essere alternativi grazie e sotto le ideologie che LORO VOGLIONO?

Inoltre poni la questione malissimo. Non c'è che la normalità da recuperare; i veri alternativi sono i modernisti , sionisti e compagnia di ogni risma.

Non propongo ( e chi poi ha mai detto che io abbia autorità/qualità per farlo? ) perché manca esattamente la mentalità e l'ambiente adatto per ogni azione collettiva proficua.
Posso dire con Lenin ad esempio : " in tempo non rivoluzionario la teoria è prassi ".


Fammi capire: quale sarebbe secondo te il modello antagonista a questo mondo degli Illuminati di Baviera e di tutte le logge massoniche? :chefico:

Il medioevo dei secoli XII-XIII non è da buttare via ;) per rimanere in Europa .


Non commento le idealita' "fallaci e sovversive" perche' probabilmente troveresti da dire le stesse cose su qualunque movimento della storia degli ultimi 3 secoli (o forse piu').

Esattamente


Dal tuo punto di vista allora anche Marco Aurelio imperatore, Adriano l'Apostata, Costantino il Cristiano o l'Ordine del Tempio erano tutti portatori di idealita' "fallaci e sovversive"?

Certo che no seppur l'integrità tradizionale subì diversi colpi...


...aspetta che riscriveremo la storia perche' a te non piace....:sofico:

In qualunque modo si scriva la storia essa è sempre interpretazione.

...II...
02-07-10, 18:45
Il tuo è pragmatismo imbevuto di acqua di Fiuggi da servi di Sionne.
Stai certo che non caschiamo nelle tue provocazioni massoni e relativiste del cazzo!!

Saresti capace di argomentare ciò che bofonchi?
Dovresti sapere benissimo che non motivare le proprie convinzioni è tipico dei sovversivi.

Abbi rispetto per te stesso diamine...

Lupo
02-07-10, 18:46
Saresti capace di argomentare ciò che bofonchi?
Dovresti sapere benissimo che non motivare le proprie convinzioni è tipico dei sovversivi.

Abbi rispetto per te stesso diamine...
E basta Lord Pomperos con le tue provocazioni!!