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Visualizza Versione Completa : Sull'autorganizzazione (aforisma)



Faber74
05-03-14, 14:53
Sull'autorganizzazione


«L'"autorganizzazione" implica un soggetto che si autorganizza, dunque un'identità ed un'unità (potenziale ma essenziale) della classe, che sono per l'appunto ciò che la ristrutturazione degli anni '70-'80 ha reso impossibile (frantumazione del processo produttivo, sganciamento dell'accumulazione dalle aree nazionali e reale mondializzazione del mercato del lavoro, conseguente asistemicità della rivendicazione salariale etc.). Ciò che noi diciamo di diverso rispetto alle sinistre comuniste di tutti i tempi e le latitudini, è appunto questo: che l'unità della classe non rappresenta più un presupposto della rivoluzione e dunque non può più essere la base di una pratica/teoria programmatica (il proletariato che si erge a classe dominante e, attraverso l'attuazione del programma rivoluzionario, generalizza la condizione salariale e sviluppa le forze produttive, fino al trapasso – in un avvenire indeterminato – dal socialismo inferiore al comunismo). Per questo riteniamo che la rivoluzione, oggi, sia pensabile solo come comunizzazione, cioè come insieme di pratiche/misure comuniste che aboliscano immediatamente (il che non significa istantaneamente) il valore, lo scambio, la proprietà, la divisione del lavoro, lo Stato etc. Queste misure non costituiscono degli "embrioni di comunismo", non mettono capo a una sorta di riproduzione alternativa in concorrenza con la riproduzione capitalistica, ma sono la produzione del comunismo. Ciò che le distingue dal comunismo, è precisamente la lotta contro il capitale, all'interno della quale si impongono.»

il lato cattivo (http://illatocattivo.blogspot.it/)

Gian_Maria
05-03-14, 15:49
(il proletariato che si erge a classe dominante
Non è necessario. Invece è necessaria la cattura dei poteri statali (possibilmente con i mezzi democratici) da parte del proletariato già consapevolmente socialista.


generalizza la condizione salariale
In che senso?


e sviluppa le forze produttive,
Non è necessario, attualmente le forze produttive sono già sufficientemente sviluppate per realizzare il comunismo/socialismo.

Tommaso
05-03-14, 20:07
Per questo riteniamo che la rivoluzione, oggi, sia pensabile solo come comunizzazione

Chi è che pratica questa comunizzazione? Su quale base, secondo quale genealogia della crisi, si pone il soggetto della comunizzazione?
Va bene criticare la rivoluzione come programma, ci sta anche la critica dell'unità della classe come presupposto della rivoluzione, ma voglio capire: siete il vecchio anarchismo in versione marxologica?



Non è necessario. Invece è necessaria la cattura dei poteri statali (possibilmente con i mezzi democratici) da parte del proletariato già consapevolmente socialista.


In che senso?


Non è necessario, attualmente le forze produttive sono già sufficientemente sviluppate per realizzare il comunismo/socialismo.

GiàMa, questa che hai quotato è il contenuto del programmatismo, quindi la posizione dalla cui critica si muove la corrente della comunizzazione.
C'è del bordighismo nella critica della produzione (il valore, etc.) e dell'anarchismo nella liquidazione della classe, del suo programma, etc.
Il secondo punto mi sembra problematico. Avevo già avanzato queste critiche, non ho mai avuto risposte.

MaIn
05-03-14, 22:22
boh faber... mi pare più cristianesimo che socialismo
cioè:
1) come conquisti il potere per attuare la comunistizzazione?
2) come la gestisci?

Tommaso
05-03-14, 22:27
boh faber... mi pare più cristianesimo che socialismo
cioè:
1) come conquisti il potere per attuare la comunistizzazione?
2) come la gestisci?

Da quel che ho capito, la corrente della comunizzazione si rifiuta di vedere nel potere e nella gestione (la gestione di cosa, poi?) un problema per il movimento comunista, dato che questo è, senza transizione, abolizione del potere e auto-produzione della specie.

MaIn
05-03-14, 22:51
Da quel che ho capito, la corrente della comunizzazione si rifiuta di vedere nel potere e nella gestione (la gestione di cosa, poi?) un problema per il movimento comunista, dato che questo è, senza transizione, abolizione del potere e auto-produzione della specie.


e come si raggiunge questa abolizione?

un appello agli uomini di buona volontà che d'improvviso per opera dello spirito santo fanno la rivoluzione tutti insieme?
:02:

frameeme
05-03-14, 23:32
e come si raggiunge questa abolizione?

un appello agli uomini di buona volontà che d'improvviso per opera dello spirito santo fanno la rivoluzione tutti insieme?
:02:niente di più naturale.
se una vasta maggioranza vuole cambiare, il sistema migliore è cambiare per via elettorale.
se questa vasta maggioranza non c'è non è nè possibile nè opportuno nè giusto cambiare.

Gian_Maria
06-03-14, 10:13
GiàMa, questa che hai quotato è il contenuto del programmatismo, quindi la posizione dalla cui critica si muove la corrente della comunizzazione.
L'avevo capito. :)

Tommaso
06-03-14, 12:57
e come si raggiunge questa abolizione?

un appello agli uomini di buona volontà che d'improvviso per opera dello spirito santo fanno la rivoluzione tutti insieme?


Credo che, avendo la rivoluzione perso con l'identità di classe anche il suo contenuto "tradizionale" che era la presa del potere per gestire l'economia, il nuovo soggetto della comunizzazione si troverà nella forma di un arcipelago di gruppi che mettono direttamente in pratica, senza alcuna intermediazione politica, il comunismo.

Questo è quanto ho capito. Poi se Faber ci fa il piacere di spiegarci...

Tommaso
06-03-14, 12:59
niente di più naturale.
se una vasta maggioranza vuole cambiare, il sistema migliore è cambiare per via elettorale.
se questa vasta maggioranza non c'è non è nè possibile nè opportuno nè giusto cambiare.

Votare per l'abolizione della democrazia in quanto astrattezza della comunità umana negata nel capitale... oddio...
:facepalmi:

Lèon Kochnitzky
06-03-14, 13:17
L'autorganizzazione (non per forza nell'ottica comunista/marxista) è stata tentata in diverse esperienze storico-politiche: la Comune di Parigi, l'Impresa fiumana dannunziana, il movimento di contestazione degli anni '60. Sebbene siano tre esperienze diverse tra loro con alcuni punti in comune.
Io mi sento in un certo senso (sebbene non mi piace il contestualizzarsi dell'ideologia) vicino alle prime due. Per altro nell'impresa di Fiume si è coniugata per la prima volta l'idea di nazione (seppur non in senso imperialista) a quella sociale e anarchica.
Indubbiamente un debito contratto con il sindacalismo rivoluzionario.

frameeme
06-03-14, 13:42
Votare per l'abolizione della democrazia in quanto astrattezza della comunità umana negata nel capitale... oddio...
:facepalmi:Gian Maria, e in maniera diversa io, vogliamo entrambi democrazia. Gian Maria democrazia senza capitalismo, io con un un capitalismo depotenziato (non esteso ai consumi vitali).

tu cosa vuoi invece della democrazia?

Tommaso
06-03-14, 14:01
Gian Maria, e in maniera diversa io, vogliamo entrambi democrazia. Gian Maria democrazia senza capitalismo, io con un un capitalismo depotenziato (non esteso ai consumi vitali).

tu cosa vuoi invece della democrazia?

Io voglio la democrazia reale, che non puo essere nello stesso tempo la dittatura reale del capitale.

frameeme
06-03-14, 14:08
Io voglio la democrazia reale, che non puo essere nello stesso tempo la dittatura reale del capitale.allora stiamo dalla stessa parte

Troll
06-03-14, 16:06
o Lenin o vi attaccate al tram

frameeme
06-03-14, 17:25
o Lenin o vi attaccate al tramè morto...a me la salma imbalsamata fs impressione

Faber74
08-03-14, 17:03
Scusate, leggo solo adesso i vostri commenti. Ora non ho tempo di rispondere. Datemi un paio di giorni.

Ciao e a presto!

F.

Tommaso
07-04-14, 18:31
Aspettiamo sempre.