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Visualizza Versione Completa : Partito Socialista Italiano - PSI



Thomas Lenin
13-07-14, 12:02
visto che il forum si chiama CSP, mi sembrava opportuno aprire anche la sezione dei socialisti
in questo thread ci possono postare le notizie riguardanti i socialisti e i partiti socialisti italiani.
chiunque può postare qui notizie e tutto ciò che riguarda il socialismo e i partiti socialisti.

MaIn
23-07-14, 00:03
Utoya. Buemi: I martiri socialisti non saranno dimenticati (http://www.partitosocialista.it/index.php/component/k2/utoya-buemi-i-martiri-socialisti-non-saranno-dimenticati#.U87fQfRdWSo)

Utoya. Buemi: I martiri socialisti non saranno dimenticati

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http://www.partitosocialista.it/images/home/gior.jpgA tre anni dall'eccidio di Utoya, dove vennero barbaramente trucidati 69 giovani socialisti norvegesi, l'Aula del Senato ha ricordato il tragico evento. Ecco l'intervento integrale del senatore socialista Enrico Buemi


"Henrik Rasmussen, 18 anni, da Hadsel. Modupe Ellen Awoyemi, 15 anni, di origine nigeriana. Johannes Buo, 14 anni, dalle isole Svalbard. Tamta Liparteliani, 23 anni, georgiana. Carina Borgund, 18 anni, da Oslo. Bano Abobakar Rashid, 18 anni, di origine curda. Chi sono questi illustri sconosciuti? C'e' qualcuno in quest'aula che ha una vaga idea su chi siano questi alieni dai nomi strani? Ebbene, questi giovani, ignoti ai piu', sono martiri della liberta' e del socialismo. A Utoya, da quando Willy Brandt aveva i calzoncini corti, si riuniscono per il campeggio estivo i giovani socialisti di tutta Europa, senza distinzioni di sesso, razza, religione.E' l'occasione per parlare di politica, per conoscere coetanei da mondi diversi, per suonare la chitarra e, perche' no, per darsi il primo bacio. Anders Behring Breivik, nazionalista e xenofobo, vuole cacciare tutti gli immigrati dall'Europa entro il 2083. Lui odia il multiculturalismo e odia il pensiero di chi vuole costruire ponti tra i popoli. Utoya e' il bersaglio perfetto. Una norvegese bionda e pura che canta intorno al fuoco con un musulmano infido e prevaricatore? Questo e' inaccettabile. E' la strada che porta al Califfato e all'Eurabia.Bisogna agire, ma come? Per tre anni Breivik scrive il suo manifesto politico di 1500 pagine. Cita a piene mani chiunque veda l'Islam come un pericolo per l'occidente, da Fjordman a Oriana Fallaci. Ma il pensiero non basta. Allora affitta una fattoria per poter comprare il fertilizzante con nitrato di ammonio senza destare sospetti. Si allena al poligono. Programma in ogni dettaglio la strage che dovra' far cambiare rotta e illuminare la strada per i nazionalisti che vorranno salvare l'identita' dei singoli Paesi europei.La prima mossa e' un furgone carico di nitrato di ammonio, fatto esplodere sotto gli uffici del primo ministro laburista norvegese Stoltenberg. I morti sono 8. E' il 22 luglio 2011, esattamente tre anni fa, poco dopo le ore 15. Ma quello, in fondo, e' un diversivo. Il vero obiettivo e' l'isoletta di Utoya, dove dalle 17,17 si consuma una mattanza di 77 minuti, senza precedenti nell'Europa occidentale dopo la seconda guerra mondiale. Breivik, vestito da poliziotto, uccide senza pieta' uno a uno 69 adolescenti, spesso minorenni, finendo i feriti con un colpo alla testa. Al processo il killer razzista dira': "Mi scuso con i familiari delle viitime del palazzo del Governo. Non mi scuso affatto con le famiglie dei giovani di Utoya, perche' loro erano militanti politici".Fu una strage politica a tutto tondo. Ebbene, cosa ricordano gli italiani e gli europei di quella strage? E' stata raccontata all'opinione pubblica? Spielberg ha girato un film? Vespa ha fatto degli speciali in tv? No, solo un assordante silenzio. I media prima percorsero la falsa pista islamica, poi, dal 24 luglio 2011 in avanti, ci fu l'omissione degli aggettivi 'socialista' e 'laburista' da tutte le prime pagine dei principali quotidiani italiani, eccetto il cattolico 'Avvenire'. Si preferi' parlare di un pazzo che uccideva campeggiatori senza alcun colore politico. Anche i principali partiti italiani si girarono dall'altra parte e invito i colleghi a rileggersi il resoconto dell'aula della Camera del 27 luglio 2011. L'europarlamentare leghista Borghezio, appena riconfermato, defini' in una intervista "in qualche caso ottime" le idee di Breivik. Evidentemente una strage di giovani socialisti, che credono nel multiculturalismo e nella fratellanza tra i popoli, non fa comodo. Non fa comodo ne' a chi muove le leve del potere ne' a chi vuole allearsi con Marine Le Pen o addirittura con Jobbik. Allora serve l'oblio.Io non sono tra chi si e' voltato dall'altra parte. Io, in questa solenne aula del Senato, che molti di voi vorrebbero ridurre ad una assemblea di serie B, affermo che i martiri di Utoya non saranno dimenticati. Affermo che c'e' un filo che lega Utoya ai disperati che muoiono nel Mediterraneo per scappare dalla miseria e dalle guerre. E' un filo che arriva anche a Gaza, dove la voce di chi vuole il dialogo e' sempre piu' fievole. E' un filo che arriva anche al cuore di Papa Francesco, che ha voluto recarsi a Lampedusa nel suo primo viaggio da Pontefice. E' il filo per il quale sono stati uccisi Matteotti, Rabin e migliaia di socialisti e laburisti che hanno sempre sperato in un mondo piu' giusto e pacifico.La ringrazio, signor Presidente". (Nella foto: la prima pagina del quotidiano Il Giornale che, come altre testate italiane, nel numero in edicola il giorno successivo, con un titolo a nove

Thomas Lenin
16-10-14, 20:13
Legge di stabilità. Nencini: Sul gioco d'azzardo e sul lavoro non abbiamo mai abbandonato il campo. Sono nostre conquiste (http://www.partitosocialista.it/index.php/media-psi/notizie/legge-di-stabilita-nencini-sul-gioco-d-azzardo-e-sul-lavoro-non-abbiamo-mai-abbandonato-il-campo-sono-nostre-conquiste#.VEAKmvl_v5M)

“Due anni di lavoro, due grandi battaglie vinte. Nella legge di stabilità – manovra equa coraggiosa – il Governo sposa appieno le nostre proposte”. Lo ha affermato il segretario del Psi, Riccardo Nencini, commentando le misure contenute nella Legge di Stabilità presentate ieri a Palazzo Chigi. “Aumentano, come avevamo chiesto, le tasse su gioco d’azzardo – ha specificato Nencini - così da recuperare denari da reinvestire sul lavoro, e sono previsti sgravi” – ha proseguito il segretario del Psi – “sulle assunzioni a tempo indeterminato. Inizio di legislatura: abbiamo consegnato, prima alla coalizione di centrosinistra, poi a Letta e Renzi, i nostri punti programmatici. Ordine del giorno al Senato per regolamentare la pubblicità sui giochi pubblici, “Atto unico del Lavoro”, volantinaggi e campagne regionali in tutta Italia. Nelle sezioni del Psi, nei territori, porta a porta. Noi il campo non lo abbiamo mai abbandonato. Oggi, finalmente, una bella conquista”- ha concluso Nencini.

MaIn
24-10-14, 14:09
le 4 proposte del PSI:

http://www.partitosocialista.it/images/eventi/PSI4/PSI4VolantinoA4.pdf (http://www.partitosocialista.it/images/eventi/PSI4/PSI4VolantinoA4.pdf)

Gianky
30-10-14, 09:50
Legge di stabilità. Nencini: Sul gioco d'azzardo e sul lavoro non abbiamo mai abbandonato il campo. Sono nostre conquiste (http://www.partitosocialista.it/index.php/media-psi/notizie/legge-di-stabilita-nencini-sul-gioco-d-azzardo-e-sul-lavoro-non-abbiamo-mai-abbandonato-il-campo-sono-nostre-conquiste#.VEAKmvl_v5M)

“Due anni di lavoro, due grandi battaglie vinte. Nella legge di stabilità – manovra equa coraggiosa – il Governo sposa appieno le nostre proposte”. Lo ha affermato il segretario del Psi, Riccardo Nencini, commentando le misure contenute nella Legge di Stabilità presentate ieri a Palazzo Chigi. “Aumentano, come avevamo chiesto, le tasse su gioco d’azzardo – ha specificato Nencini - così da recuperare denari da reinvestire sul lavoro, e sono previsti sgravi” – ha proseguito il segretario del Psi – “sulle assunzioni a tempo indeterminato. Inizio di legislatura: abbiamo consegnato, prima alla coalizione di centrosinistra, poi a Letta e Renzi, i nostri punti programmatici. Ordine del giorno al Senato per regolamentare la pubblicità sui giochi pubblici, “Atto unico del Lavoro”, volantinaggi e campagne regionali in tutta Italia. Nelle sezioni del Psi, nei territori, porta a porta. Noi il campo non lo abbiamo mai abbandonato. Oggi, finalmente, una bella conquista”- ha concluso Nencini.

Oh poveri noi!:facepalmi:

MaIn
30-10-14, 14:45
Oh poveri noi!:facepalmi:


perchè?

Thomas Lenin
16-11-14, 18:17
Il Psi incontra il mondo dell'associazionismo (http://www.partitosocialista.it/index.php/media-psi/notizie/il-psi-incontra-il-mondo-dell-associazionismo?highlight=WyJhc3NvY2lhemlvbmlzbW8i XQ==#.VGjOAfmG_5N)

BarCamp - Il Psi incontra il Mondo dell'Associazionismo, questo il titolo dell'incontro organizzato, dal Partito Socialista Italiano, presso la sede nazionale di Via Santa Caterina da Siena, 57 dalle 14.30.

Una giornata di ascolto dedicata alle associazioni, al fine di sostenere le istanze e le proposte lanciate dalla galassia dell'associazionismo e promuoverle, sia a livello parlamentare che di partito, così da diventare sempre di piu', il punto di riferimento istituzionale della società civile. La sinergia con le associazioni e' fondamentale, soprattutto a seguito del forte interesse del Governo in merito a temi cardine, quali i diritti individuali e il Riforma del Terzo Settore. Per ulteriori informazioni scrivere a: psiconleassociazioni@partitosocialista.it.

Gdem88
31-05-15, 00:38
Alle elezioni di TP-POL scegli il riformismo:

Partito Democratico del Progresso - PDP



#INSIEME PER...






http://www.votantonio.it/wp-content/uploads/2013/10/mitterrand-force-tranquille.jpg


TED PRESIDENTE

Frescobaldi
04-07-15, 23:45
I quattro temi del Psi. Cominciamo dalla democrazia

Ci viene sovente rimproverato di non avere contenuti originali. Dunque di non approfittare della nostra presenza in Parlamento e della nostra organizzazione sul territorio per caratterizzarci. Abbiamo ormai definito un percorso che ci porterà tra poco alla celebrazione della nostra conferenza programmatica. Propongo quattro temi e alcune idee concrete. Cominciamo dal primo: la democrazia. Sabino Cassese sul Corriere di quest’oggi sostiene la validità della riforma costituzionale e cita a tale proposito le posizioni, nel Psi, di Massimo Severo Giannini, all’epoca capo di gabinetto di Nenni, che avanzò, nel congresso nazionale del 1946, una opinione favorevole al monocameralismo. Lo stesso Cassese ricorda poi le parole di Calamandrei nel dibattito alla Costituente, favorevoli a garantire una maggiore stabilità dei governi, posizione che non fu recepita nel dettato costituzionale. E certo fu un errore dovuto alle convinzioni del tempo, fortemente condizionate dall’eredità fascista. È vero. Il bicameralismo all’italiana e la mancanza di garanzie della stabilità dei governi sono problemi tuttora insoluti e che la riforma costituzionale solo parzialmente risolve. Si poteva risolverli anche solo distinguendo le funzioni di Camera e Senato, magari con una diminuzione complessiva di parlamentari, si potrebbe ancora risolverli attraverso l’elezione diretta dei senatori, si poteva anche risolverli prima semplicemente eliminando il Senato. Quel che non comprendo è quanto influisca la riforma costituzionale nella stabilità degli esecutivi. Solo per il venir meno del doppio voto di fiducia? Mi sembra poco per costruire una democrazia governante della quale noi abbiamo prima di altri intuito la necessità. Influisce sì, ma solo incastrando la riforma costituzionale con l’Italicum che Cassese non prende neppure in considerazione. Così come non considera molte altre cose, tutt’altro che marginali.
Egli sostiene che la riforma costituzionale assieme a molti altri ingredienti, tra i quali i nuovi mezzi d’informazione, non indebolisce la democrazia e il potere del popolo, ma non prende in esame tutte le novità introdotte nel corso di questo ventennio che fanno della nostra democrazia un sistema invero anomalo con un’inusitata serie di sottrazioni di potere al popolo. Di questo i socialisti devono innanzitutto occuparsi. Dall’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti delle province fino a quella dei governatori regionali, si è introdotta la regola dell’espropriazione dei consigli elettivi. Cioè il sindaco o presidente eletto, in realtà designato da una lista o da una coalizione di liste, può scegliere i suoi assessori e nominarli senza passare dal Consigli. Anzi, nella maggior parte dei casi i nominati non sono gli eletti e vengono addirittura stabilite forme di incompatibilità tra nominati ed eletti. I nominati, nella sostanza, contano assai di più degli eletti. E questo è veramente singolare.
I Consigli elettivi hanno perso non solo questo potere. Generalmente sono ridotti a cassa di risonanza per mozioni, interpellanze e interrogazioni. La riforma delle province si è solamente limitata ad abolire l’ente elettivo, i consigli provinciali, partorendo così un semplice ente di secondo grado, espressione dei comuni. Al Senato, che resta in carica sia pur composto di sole cento unità, viene riservata identica sorte, eliminando l’elezione diretta. L’Italicum stabilisce che i capilista siano tutti nominati. Attenzione. Siccome si ipotizzano circa cento collegi, la maggior parte delle liste che non supereranno i cento eletti avranno solo deputati nominati. E siccome tutti i nominati, dagli assessori comunali e regionali, ai senatori e ai deputati, saranno nominati dai capi, cioè dai monarchi istituzionali o politici comunali, regionali e nazionali, noi stiamo costruendo un sistema in cui è il capo che si sostituisce al popolo. È lui, e non il popolo, che designa i poteri delle varie istituzioni italiane. È inutile poi aggiungere che il sistema politico italiano non si regge quasi mai su regole democratiche e che nessuno vigila sui vari statuti che dovrebbero essere coerenti coi dettati costituzionali. Aggiungo che l’idea renziana, secondo la quale qualcuno necessariamente deve vincere le elezioni politiche, in una repubblica parlamentare è anch’essa irrispettosa della volontà popolare, perché il popolo potrebbe anche scegliere che nessuno vinca. Ma qui si entra nel merito dalla mancanza di scelta tra repubblica presidenziale, che in Italia non c’è nella forma, ma c’è ormai nella sostanza, e Repubblica parlamentare, che in Italia c’è nella forma, ma non più nella sostanza.
Le proposte nostre? Rinviare alla scelta di fondo tra modello parlamentare e modello presidenziale. Noi siamo sempre stati favorevoli a un modello presidenziale e non rifuggiamo dalle nostre vecchie convinzioni. Ma tale scelta dovrebbe essere competenza di una nuova assemblea Costituente alla quale demandare anche i provvedimenti conseguenti. Intanto si potrebbe procedere a eliminare talune forzature abolendo tutte le incompatibilità tra assessori e consiglieri, riportando più potere ai consigli, ripristinando una forma di eleggibilità dei senatori e rivedendo l’Italicum anche nelle forme già descritte nel fondo precedente. Aggiungerei due parole sulla democrazia dell’informazione. Soprattutto sulla Rai che dovrebbe essere servizio pubblico e chiedere regole da rispettare nell’esercizio della diffusione delle notizie sui Tg e negli inviti ai talk show. È ora si smetterla con le sponsorizzazioni di personaggi senza partito, di leader di partiti senza parlamentari e chiudere questo ciclo di assurdo ostracismo dei confronti dei socialisti.

M. Del Bue

I quattro temi del Psi. Cominciamo dalla democrazia | Avanti! (http://www.avantionline.it/2015/07/i-quattro-temi-del-psi-cominciamo-dalla-democrazia/)

Frescobaldi
17-08-15, 20:03
AVANTI! COL PSI (http://www.avantionline.it/2015/08/avanti-col-psi-2/)


http://www.avantionline.it/wp-content/uploads/2015/08/APERTURA-Festa-Avanti-No-luogo.jpg


Nell’ultima riunione della segreteria nazionale del PSI, il 23 luglio, è stato definito un percorso di lavoro che prevede i seguenti appuntamenti:
Festa Nazionale dell’Avanti! a Roma, nella seconda settimana di settembre, dal titolo ‘Dentro il Nuovo Inizio dell’Italia’.

Due campagne autunnali: una legge più dura per chi compie furti negli appartamenti e rapine nei negozi. Un’iniziativa parlamentare socialista a sostegno di una legge ‘popolare’ per riconoscere la ‘quattordicesima’ alle pensioni medio-basse. Nessun aumento delle tasse, ma utilizzo dei fondi non assegnati direttamente con l’8 per mille e uso delle risorse derivanti da una maggiore pressione fiscale sul gioco d’azzardo.

Convention aperta per discutere i grandi nodi civici nelle città che andranno al voto nel 2016.

Conferenza programmatica nazionale in autunno preparatoria del Congresso e delle “coalizioni riformiste” da presentare alle elezioni amministrative. Congresso nazionale a conclusione di questo percorso. Un congresso aperto, solidale, per lanciare un nuovo progetto politico sull’unità del partito.

Redazione Avanti!

Festa nazionale dell’Avanti!
‘Dentro il futuro dell’Italia è il titolo della Festa Nazionale del Psi giunta alla sua settima edizione che da quest’anno riprende la sua tradizionale denominazione di ‘Festa Nazionale dell’Avanti!”
La festa si svolgerà a Roma dal 10 al 13 settembre prossimi e sarà caratterizzata dalla declinazione di alcuni temi che sono parte integrante del patrimonio ideale dei socialisti italiani: diritti civili,politica dell’immigrazione, riforme, lavoro.
Sara’ soprattutto un luogo di confronto in cui si parlerà dell’Italia e dell’Europa del futuro.
Alla festa prenderanno parte ai dibattiti, oltre che i dirigenti e i parlamentari del Psi, esponenti dei partiti di governo e d’opposizione, rappresentanti di associazioni e sindacati.
Arrivederci dunque a Roma.
Con un forte abbraccio
Riccardo Nencini

Frescobaldi
25-08-15, 22:44
Verso la festa dell’Avanti

È anche un riconoscimento per il nostro lavoro la scelta del Psi di intitolare per la prima volta, negli ultimi anni, la sua festa nazionale all’Avanti. Che si ritorni al vecchio e glorioso nome deve costituire orgoglio per tutti i socialisti, per ciò che l’Avanti ha rappresentato per il nostro partito e per l’Italia. Le feste nazionali dell’Avanti erano annuali negli anni cinquanta. Ne ricordo una nella mia città, Reggio Emilia, che si svolse nel 1955 quando avevo solo quattro anni e qualche sprazzo mi sovviene del comizio conclusivo di Pietro Nenni al quale venni accompagnato da mio padre. Era una festa che seguiva lo storico congresso di Torino dedicato al dialogo coi cattolici e veniva a poche settimane dalla morte di Rodolfo Morandi, un socialista antifascista, ma forse troppo legato al mito dell’Urss.

All’Avanti, anche quando cessarono le feste nazionali, furono intestate tutte le feste provinciali dei socialisti, anche quelle comunali, sezionali, frazionali. Se ne svolgevano migliaia ogni anno con decine di migliaia di volontari, donne che cucinavano e uomini che servivano a tavola, dibattiti, comizi, tanti operai che senza chiedere una lira montavano e smontavano gli stands. Sono passati decenni, ma l’Avanti è ancora vivo. Ha dovuto soffrire la sua chiusura cartacea per pochi debiti nel 1993, mentre ad altri giornali, che di debiti ne avevano ben di più, sono stati accordati corposi finanziamenti pubblici che all’Avanti sono stati invece inspiegabilmente negati.
Poi alcuni tentativi di riprenderne la stampa, uno di questi gestito da un personaggio che nulla c’entrava col Psi e coi socialisti, al solo servizio di Berlusconi, ma soprattutto suo. Poi la ripresa dell’Avanti online. Prima grazie a Gianfranco Marrazzo, poi con la mia gestione, e ritornato oggi a tutti gli effetti il giornale dei socialisti, una tribuna indispensabile di dibattito e di approfondimento. Così la festa che negli anni scorsi era quella dei socialisti da quest’anno torna a chiamarsi “dell’Avanti”. Noi che non siamo mai stati, e non siamo diventati ora, anti renziani, anzi abbiamo apprezzato il giovane leader fiorentino per le innovazioni portate nel suo partito e nel programma di governo, abbiamo polemizzato col presidente del Consiglio sulla sua conversione alla storia de L’Unità, che è giornale apprezzatissimo e con una storia importante per la sinistra italiana. Ma che richiama pur sempre una tradizione comunista, fondato da Gramsci nel 1924 in polemica con l’Avanti, dopo che i comunisti si erano separati dai socialisti.
Ho visto che in una festa del Pd toscano compare nel manifesto dell’annuncio il volto di Sandro Pertini. Contrariamente a qualche nostro compagno mi parrebbe fatto nuovo e positivo se però Pertini venisse ricordato non solo come glorioso antifascista e presidente di tutti gli a italiani, ma anche come dirigente socialista. La nostra strategia non può prescindere dall’esistenza in Italia del Pd, proiezione italiana del Partito socialista europeo. Ma appare invero stravagante, e indice di una distonia politica, che il giornale del partito del socialismo europeo in Italia non sia il giornale dei socialisti, ma bensì quello dei comunisti. Così come, lo abbiamo più volte sollecitato, che la storia di un partito socialista in Europa non sia in Italia quella socialista, coi suoi personaggi storici e le sue scelte giuste, ma quella comunista o democristiana. Pazienza. Sono ragioni culturali e di coerenza politica che ci costringono ancora a non mollare e a dire e a scrivere la nostra. Quello che faremo alla festa dell’Avanti che si svolgerà a Roma dal 10 al 13 settembre, con tanti ospiti graditi e tanti socialisti presenti.

M. Del Bue

Verso la festa dell?Avanti | Avanti! (http://www.avantionline.it/2015/08/verso-la-festa-dellavanti/#.VdzP6bXdUpU)

alessandro74
09-04-17, 19:17
La mia famiglia è di origine socialista, cultura che ho dovuto rinnegare perché molto simile a quella comunista. Il predicare continuamente il sociale porta al fanatismo e al comunismo. So bene di cosa parlo. Ti fa accettare tutto anche il sbagliato. Il sociale si deve fare ma solo in modo meritocratico, questa è la visione più moderata socialista rispetto quella comunista. Prediligie quindi un principio maggiore di meritocrazia. Il problema è che quando ti apri troppo e dai la mano a tutti molti soprattutto in Italia ti si prendono il braccio. E quando ti hanno preso il braccio o continui nella tua idea chiudendo gli occhi alla realtà oppure cambi ideologia. Il fanatismo ideologico però fa perseverare è sbagliare.

liberalsocialista
04-03-18, 15:10
La mia famiglia è di origine socialista, cultura che ho dovuto rinnegare perché molto simile a quella comunista. Il predicare continuamente il sociale porta al fanatismo e al comunismo. So bene di cosa parlo. Ti fa accettare tutto anche il sbagliato. Il sociale si deve fare ma solo in modo meritocratico, questa è la visione più moderata socialista rispetto quella comunista. Prediligie quindi un principio maggiore di meritocrazia. Il problema è che quando ti apri troppo e dai la mano a tutti molti soprattutto in Italia ti si prendono il braccio. E quando ti hanno preso il braccio o continui nella tua idea chiudendo gli occhi alla realtà oppure cambi ideologia. Il fanatismo ideologico però fa perseverare è sbagliare.

ciao, anche io sono da famiglia socialista, ne sono fiero e mi definisco socialcomunista un vero mix