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Visualizza Versione Completa : Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia



Murru
31-07-14, 12:04
Se siete d accordo non sarebbe malvagia come idea quella di dedicare un bel thread a uno degli esperimenti di socialismo reale più interessanti. Sperando che l' esperto numero uno del forum in questioni jugoslave, Manfr, dia il suo contributo :)

Visto che siamo nell' anno in cui si sono svolte le olimpiadi invernali posto un bell' articolo su quella svolta a Sarajevo, forse le più bella in assoluto.

Sarajevo, Olimpiadi invernali 1984: quando la guerra civile era lontana


Venerdì 7 febbraio si svolgerà la cerimonia inaugurale della 22esima edizione delle Olimpiadi invernali, che si svolgeranno a Sochi, in Russia. Eventi come questi rappresentano un'importante vetrina internazionale e, per rispondere alle grandi aspettative, il governo di Mosca ha speso la cifra record di 50 miliardi di dollari.
La memoria ricorre a una precedente edizione che si svolse in un altro Paese dell'Europa dell'Est, la Bosnia-Erzegovina. Benché il budget di spesa fosse stato assai minore, tutti ricordano quelle Olimpiadi, svoltesi ormai trent'anni fa, per come il popolo sarajevese, al contrario della fredda ospitalità russa, accolse il grande evento.
Eppure nessuno ci avrebbe scommesso che la XIV edizione delle Olimpiadi invernali sarebbe andata proprio alla Jugoslavia. Per intenderci, siamo nel 1984, durante la Guerra Fredda, e il Paese è governato da un regime comunista. Allora, ad accaparrarsi i giochi olimpici erano per lo più i ricchi Stati occidentali.
I primi ad essere scettici erano gli stessi jugoslavi. La candidatura doveva prima essere approvata, ovviamente, dal partito comunista, poi dal governo della repubblica di Bosnia-Erzegovina e, infine, dal governo federale con sede a Belgrado. Un iter per niente semplice, farraginoso, burocratico e complesso, che metteva in evidenza la grande frammentarietà della Jugoslavia, formata da sei repubbliche, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni e due alfabeti. Il Paese era inoltre spaccato a metà, laddove le ricche repubbliche di Slovenia e Croazia godevano di floride economie, mentre la Serbia o la stessa Bosnia-Erzegovina arrancavano.
Non andava meglio a livello internazionale, dove, per le Olimpiadi, Sarajevo si trovò a competere con città come Sapporo, in Giappone, e Falun e Göteborg, entrambe in Svezia. "Se scegliete Sapporo, i giapponesi vi organizzeranno un aereo per visitare Tokyo; se optate per Falun e Göteborg, gli svedesi vi faranno vedere i fiordi e gli iceberg. Ma se la vostra scelta ricadrà sulla Jugoslavia e Sarajevo, troverete gente amichevole, di gran cuore, e meravigliose montagne" scrisse la giornalista britannica Pet Bedford prima della votazione finale. Vinse Sarajevo. Erano le prime Olimpiadi invernali che si svolgevano in un Paese comunista.
E fu anche l'Olimpiade dei record: 49 Paesi partecipanti, 1.272 atleti, 39 discipline, 7.393 giornalisti, due miliardi di telespettatori, 250mila biglietti venduti, 9.500 nuovi posti di lavoro, per un guadagno totale di 47 milioni di dollari. Per la prima volta, la Jugoslavia vinse una medaglia alle Olimpiadi invernali. Fu lo sciatore sloveno Jure Franko a conquistare la medaglia d'argento nello slalom gigante, aumentando l'orgoglio nazionale di uno Stato che da lì a pochi anni si sarebbe sgretolato lasciando dietro si sé una scia di sangue. "Erano tempi diversi e anche i valori erano diversi - dirà amaramente Jure Franko anni dopo - Ci avevano promesso, nel caso vincessimo, di regalarci un videoregistratore. E io ragionavo: se corro bene nel secondo turno, porterò a casa un videoregistratore".
Insomma, l'edizione del 1984 delle Olimpiadi invernali non fu solo un grande evento internazionale, ma anche un'importante prova per l'unità e la fierezza di una nazione. E la Jugoslavia superò il test brillantemente, in tempi in cui una guerra civile era impensabile. "Il movimento olimpico si è arricchito - disse Juan Antonio Samaranch, all'epoca presidente del comitato Olimpico internazionale - Per la prima volta i giochi olimpici sono stati organizzati da un popolo".
Appena otto anni dopo scoppiò la guerra fratricida e molti edifici olimpici vennero deliberatamente bombardati per distruggere qualsiasi documento della storia e della vita comune del popolo bosniaco. Non tutto però è andato distrutto. Ci sono alcune cose della memoria collettiva che anche se vengono abbattute, non posso essere cancellate e, soprattutto, possono essere ricostruite; come il centro sportivo Zetra, dove si svolse la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, ricostruito nel 1999; oppure il lupacchiotto "vučko", la mascotte diventata il souvenir più venduto ai turisti.
"Eravamo felici e uniti" dicono i sarajevesi, ricordando quei giorni memorabili. Solo che oggi i serbi e i bosniaci sciano in luoghi diversi e l'unità nazionale appartiene ormai al passato.

Sarajevo, Olimpiadi invernali 1984: quando la guerra civile era lontana - International Business Times (http://it.ibtimes.com/articles/62279/20140206/sarajevo-olimpiadi-invernali-1984-guerra-civile-belgrado.htm)