PDA

Visualizza Versione Completa : (facebook) comunisti contro femminismo misandrico



MaIn
04-10-14, 00:21
la pagina su facebook:
https://www.facebook.com/pages/Comunisti-contro-il-femminismo-misandrico/1472271383050791?fref=nf


l'articolo:

http://www.uominibeta.org/articoli/uomini-beta-con-i-comunisti-contro-il-femminismo-misandrico/
03 OTT 2014 | 1 COMMENTO (http://www.uominibeta.org/articoli/uomini-beta-con-i-comunisti-contro-il-femminismo-misandrico/#comments)Uomini Beta con i “Comunisti contro il femminismo misandrico”di Fabrizio Marchi

Views 22
Likes (http://www.uominibeta.org/articoli/uomini-beta-con-i-comunisti-contro-il-femminismo-misandrico/#)
Rating 12345

Il Movimento degli Uomini Beta sostiene attivamente la pagina facebook “Comunisti contro il femminismo misandrico (https://www.facebook.com/pages/Comunisti-contro-il-femminismo-misandrico/1472271383050791?fref=ts)”. Qualsiasi attacco o provocazione nei confronti della suddetta pagina e del suo ideatore e promotore sarà da noi considerata come un’aggressione e come un atto di ostilità anche contro il nostro Movimento.
Il nostro suggerimento ai compagni di “Comunisti contro il femminismo misandrico” è quello di non prestare la minima attenzione alle provocazioni (il tempo e le energie vanno razionalizzate e non possono essere disperse in facezie) ma di registrarle e archiviarle in modo che si possa eventualmente ricorrere alle vie legali, qualora se ne presentassero le condizioni.
Questo è un concetto che a mio modesto parere (saranno i gestori stessi a decidere) dovrebbe essere esposto in modo chiaro sulla homepage della pagina in modo da scoraggiare gli eventuali provocatori che inevitabilmente faranno la loro comparsa dal momento che la nascita di “Comunisti contro il femminismo misandrico”, come del resto quella del Movimento degli Uomini Beta, è un vero e proprio sasso tirato nell’occhio del femminismo e dell’ideologia “politically correct” nel suo complesso.
Il femminismo ha prodotto la sua contraddizione, anche se naturalmente viene e verrà negato. Oggi possiamo dirlo a ragion veduta dal momento che l’area degli uomini (ma anche di diverse donne) orientati idealmente, culturalmente e politicamente a Sinistra che hanno assunto una posizione radicalmente critica nei confronti del femminismo e dell’ideologia “politically correct” nel suo complesso, sta crescendo sensibilmente.
E questo da molto, molto fastidio. Perché il mainstreaming politicamente corretto dominante ha gioco facile nell’ attaccare posizioni antifemministe neoconservatrici, neotradizionaliste e spesso reazionarie di destra. Molto più difficile trovare la maniera giusta per attaccare e mettere a tacere degli uomini schierati apertamente a Sinistra e spesso anche dichiaratamente di formazione marxista. La nascita e la crescita di un movimento di genere (maschile) e di classe è di per sé destabilizzante per l’ideologia femminista e politicamente corretta. E’ una contraddizione devastante. Una vera e propria mina vagante.
Da quarant’anni ad oggi Sinistra e Femminismo sono stati la stessa cosa. Da ora in poi non sarà più così. Perché per quanto questo movimento abbia ancora dimensioni ridotte, è comunque nato (ormai da diversi anni), sta crescendo ed è inevitabilmente destinato a crescere.
Che si rassegnino. La falla è stata aperta e non potrà che ampliarsi. E lo sanno anche loro. E questo non lo sopportano perché la nascita di un movimento siffatto era veramente l’ultima cosa che si aspettavano.
Che comincino a tremare, come una volta diceva qualcuno…

LupoSciolto°
04-10-14, 20:09
Lo ripeto: femminismo è razzismo. E' giusto che dei compagni si facciano sentire.

MaIn
05-10-14, 04:26
questo ti piacerà:

Engels e Marx omofobi e sessisti (e non lo sapevano?) | l'interferenza (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/)


Engels e Marx omofobi e sessisti (e non lo sapevano…)Matteo Luca Andriola (http://www.linterferenza.info/author/matteolucaandriola/) • 28 settembre 2014 • 5 Commenti (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/#comments)http://www.linterferenza.info/wp-content/uploads/2014/10/marx_engels.jpg (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/attachment/marx_engels/)La struggente lettera di Lorenzo “Voroshilov” Altobelli, pubblicata su questa testata il 13 agosto 2014 (cfr. Cronaca di una espulsione annunciata (http://www.linterferenza.info/lettere/cronaca-di-una-espulsione-annunciata/)) mi ha fatto fare un piccolo salto indietro nel tempo, quando la sinistra comunista era conformata allo stalinismo e, come in una chiesa, si operava per ghettizzare, processare ed espellere i dissidenti, gli “apostati”, gli “eretici”. Non solo: nell’URSS, dopo l’omicidio di Sergej Kirov, importante dirigente del Partito Comunista a Leningrado, iniziò una vasta operazione di epurazione che con procedimenti giudiziari sommari, colpì anche semplici cittadini, non iscritti al PCUS, considerati ostili al regime e alla linea imperante, imposta attraverso il cosiddetto “centralismo democratico”: dico “cosiddetto” perché nei partiti comunisti in Europa occidentale (il PCI ad esempio), vi era libertà per i membri del partito di discutere e dibattere sulla linea politica e una volta che la decisione del partito era stata presa dal voto della maggioranza, tutti i membri si impegnavano a sostenere in toto quella linea. Quest’ultimo aspetto rappresenta il centralismo, almeno come lo intendeva Lenin.Invece il nostro caro Lorenzo è stato vittima di una concezione staliniana e – mi si conceda – kafkiana del centralismo, ed espulso dalla federazione giovanile del partito comunista a cui era iscritto. Non faremo il nome, per rispetto nei suoi confronti, del partito a cui era iscritto. Ma il caso è simile: perché nel PCUS stalinista la linea era imposta dal capo, il quale era la fonte unica della Verità Assoluta: chi sgarrava veniva arrestato e obbligato a fare ammenda del crimine ideologico, come essere sionista, trockijsta, socialdemocratico, anarchico, elemento reazionario e piccolo borghese ecc.Qual è stato il “crimine” ideologico di cui si è macchiato il povero Lorenzo? Ha forse detto che negli Stati Uniti d’America di Obama si sta realizzando, grazie al suo New Deal, il socialismo? Ha elogiato forse la Fondazione Italiani Europei di D’Alema come vera esegesi del socialismo, sostituendo la Repubblica e il Fatto Quotidiano all’ormai defuntaUnità (nelle cui feste Togliatti è stato sostituito da De Gasperi)? Ha pubblicato un articolo dove il kibbutz e l’espropriazione di territorio palestinese sono elogiati come via somma per la sinistra del domani?Peggio cari miei! Peggio! Gramsci gli ha gettato i Quaderni dal carcere addosso, rinnegandolo! Togliatti si sta rigirando nella tomba per questo “crimine”! Secchia sta oliando il mitra, pronto a risorgere dal sepolcro per giustiziarlo a Dongo! Lorenzo, da marxista, ha semplicemente fatto riflessioni marxiste: ha postato sulla sua bacheca Facebook un video, dove viene mostrato una sorta di corteo del Gay Pride con, nelle prime file, modelli che marciano muovendo «il proprio corpo in un certo modo per fare un certo tipo di passetto», ancheggiando in maniera “provocante” e femminile. [1] (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/#_ftn1)Il commento? L’analisi, marxista fino al midollo spinale – dove non si critica l’omosessualità, ma il piegarsi di certi personaggi alle regole di mercato – è la seguente:

«I modelli che sfilano su quella passerella sono ormai stati ridotti anche loro alla stessa stregua delle modelle e dei modelli, cioè di uomini e donne eterosessuali, oggetto delle ferree leggi di mercato, della pubblicità e della mercificazione, da parte di un capitalismo che tutto mercifica, che tutto deve trasformare in plus-lavoro e quindi in plus-valore. Ma guardali bene! E riporta alla tua mente le sfilate di vari modelli/e! Il loro è solo in parte un modo naturale di sfilare! In che senso? Il/la modello/a sfila in modo elegante, a volte anche spregiudicato, restando però in certi precisi canoni di grazia ed appunto, come già detto, eleganza. In questo caso invece siamo di fronte ad un modo di camminare forzato, estremamente aggressivo, con ancheggiamenti esageratamente pronunciati e giochi gestuali particolarmente aggressivi, veloci e teatrali, soprattutto nella parte finale del video. Per non parlare dei pantaloni, così attillati, fini e di maglio largo, da offrire completamente il senso di nudità completa delle parti intime maschili, che vengono esposte in modo volgare e pornografico». [2] (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/#_ftn2)Lorenzo – si noti bene – non contestava né l’orientamento sessuale dei modelli né tanto meno il diritto di questi a battersi per ottenere miglioramenti delle loro condizioni di cittadini e di lavoratori ma la riduzione a spettacolo dell’omosessualità, trasformata in una baracconata, così come avviene anche nei Gay Pride, ridotti a carnevalate peraltro del tutto inutili nella capacità di incidere seriamente sui diritti della comunità LGBT.I soggetti, in sintesi, concedendosi a tale manifestazione, si stavano riducendo a oggetti mercificati. Mancava solo l’etichetta col prezzo appiccicato sulle magliette! Né più, né meno.Un crimine? Oggi dire a un uomo che egli sta vendendo la sua forza lavoro ad un capitalismo selvaggio che tutto mercifica, lo stesso capitalismo che rende precarie le vite dei giovani (idem per il sottoscritto), che manda in pensione le persone sempre più in la con l’età dopo averle spremute come agrumi, che cancella le più elementari leggi sul mondo del lavoro, non è più sinonimo di marxismo, comunismo, socialismo, ecc. Vuol dire essere fuori moda, out, “vecchi dentro”, matusa, nonni, ecc.Questo, però, se rivolgo il mio discorso all’eterosessuale maschio che si automercifica. Ma se le stesse critiche vengono rivolte alla femmina o alla comunità LGBT, apriti cielo!Si è etichettati come reazionari, fascisti, catto-integralisti, talebani, mostri, satanassi con coda, forcone, corna, baffetti e pizzo e voce satanica alla Ignazio La Russa! E il tutto, anche se non si ha nessun atteggiamente ostile né contro la comunità LGBT – che non è diversa da nessuno! – né contro le donne.Ma Lorenzo ha avuto l’ardire di attaccare la fonte stessa dell’“omosessualismo”: il femminismo!E, fulmini & saette! La Gestapo/Stasi del genderismo femminista ha tuonato contro di lui.Perché se si attacca il femminismo si attacca una “santa istituzione” della sinistra postsessantottina, ed è come – per il buonismo boldrinesco – sparare sulla Croce Rossa, prendendosela con i “più deboli”, coi “poveretti”, cioè le femmine. Ma è veramente così?Nulla di più falso!L’ideologia femminista è – se usassimo una terminologia veteromarxiana – un’ideologia borghese. Se utilizzassimo una terminologia moderna la potremmo definire “arma di distrazione di massa”, un mezzo utilizzato dai poteri forti di allora e di oggi (soprattutto tramite le ex studentesse e contestatrici di un tempo che, conseguite lauree e master, siedono nei CdA delle multinazionali a rafforzare la status quo del vigente ordine costituito) per indebolire un movimento operaio in ascesa creando contraddizioni di genere inesistenti.Insomma, parlando dell’Italia degli anni ’70, per paradosso il femminismo/fricchettonismo fece al movimento operaio molto più male che non l’offensiva padronale o la “strategia della tensione”.In base al ragionamento neofemminista, la donna appartenente ai ceti “bassi”, grazie a quel clima teso a creare questa nuova forma di razzismo, molto più subdolo dell’etnopluralismo sbandierato dai neofascisti & neodestristi, fra il compagno lavoratore e la “principessina” Grace Kally o la ricca Miss Kennedy, moglie dell’uomo che iniziò il conflitto in Vietnam, col femminismo inizia a sentirsi più in sintonia con queste due: che diamine, Kennedy non tradiva forse la “first lady” con Marilyn Monroe, anch’essa ridotta a donna-oggetto dal fallocentrismo?Insomma, al bando la lotta di classe! Trionfi la giustizia di genere e l’interclassismo (ideologia “corporativista” per eccellenza, dato che gli interessi di Marisa, casalinga e lavoratrice a tempo pieno con due marmocchi da accudire e un marito che torna a casa la sera stanco e stressato dal lavoro, non collimano affatto con quelli della moglie dell’imprenditore membro dell’Assolombarda/Confindustria: tutt’al più con Luisella, la cameriera dei ricchi di turno, ma li si va oltre la “lotta di genere” e si rientra forzatamente nell’incipit de Il manifesto del partito comunista: «La storia dell’uomo è storia di lotta di classe»).E tanti saluti a Miss. Boldrini, che si occupa di questi e altri temi “impellenti” ma dimentica di denunciare inghippi d’altro “genere” che riguardano il mondo del lavoro che il suo premier sta affossando col Jobs Act & Co.! L’articolo 18? Ma va! E’ più attuale il sessismo e il femminicidio! E le “morti bianche”? Ma dove!). Il neofemminismo
«Ha fatto logicamente gli interessi stessi del capitale spaccando il movimento operaio della fine anni degli ’70, tra uomini da una parte, i presunti oppressori, e le donne dall’altra, le presunte vittime. Cosa ci sia di marxista in questa visione del mondo, proprio non riesco a capirlo…»No Lorenzo, il marxismo è tutt’altra cosa! Qui vengono presi singoli casi incresciosi (perchè la violenza, da parte maschile o femminile è sempre sbagliata) utilizzati dalla stampa di turno per distrarre e parlare d’altro, e non di diritti del lavoratore, tanto per cambiare. Quindi, da maschio, rigirando la frittata lanciata dalle femministe, e denunciando come Lorenzo il carattere interclassista e borghese dell’ideologia “di genere” (che inizia col femminismo e si conclude col cosiddetto “genderismo”, la messa in discussione dei due generi in nome della creazione di un “altro” indistinto. Genitore 1 e 2 non vuol dire nulla, è un attentato ad ogni certezza per manipolare l’immaginario collettivo e il bambino: non è certo così che lo si educa a tollerare le differenze, ma lo si plasma a diventare quel “un altro” indistinto che dovrebbe decidere quello che vuole essere, “un altro” totalmente sradicato e privato di ogni identità), denuncio il carattere “sessista” e “anticostituzionale” di queste ideologie, sentendomi discriminato, umiliato e sessualmente molestato!Parlare di “femminicidio” significa dimenticare l’uguaglianza giuridica delle persone davanti alla legge, per mettere uno dei due generi sul piedistallo, elevandolo al privilegio: un tempo vi erano la nobiltà e il clero, ora il genere femminile per una società femminilizzata.Con il “femminicidio” si esce dal solco della formula «La legge è uguale per tutti» creando guarentigie particolari per un genere rispetto all’altro: «C’è un codice per il maschio e un codice separato – e privilegiato – per le donne». L’importante è dire che “TUTTI” i maschi sono portatori sani di un gene distruttivo che è… il loro pene!Si, avete capito bene! Il tutto, spacciando tale ideologia per marxismo.Se io, maschio, ammazzo un altro maschio avrò una condanna, ma se uccido una donna la condanna sarà peggiore. Insomma, un tale diceva che «dove c’è uguaglianza c’è ingiustizia»… peccato che il tale sia Werner Sombart, economista corporativista appartenente alla “Rivoluzione conservatrice” e autore di un saggio dichiaratamente reazionario ripubblicato nel 1977 dalle Edizioni di Ar di Franco Freda intitolato “L’ordinamento per ceti” (p. 24), che proponeva una comunità organica, olistica e differenziata al suo interno per ordini e ceti, ognuno dotato di appositi diritti e privilegi.E’ questa la società a cui auspicano le femministe?Intendono, superato il dominio dei ceti nobiliari “di sangue” e “di spada” (un dominio senz’altro iniquo), e l’affermazione di quello borghese “di censo”, dove l’uomo conta per quello “che ha” (altrettanto iniquo), instaurare un diritto privilegiato per le donne, un “diritto di genere”?Insomma, cosa rende le femministe tanto diverse dai nobili e dal clero reazionario contro cui si scagliarono giacobini e sanculotti?Quelle masse ebbero il coraggio di prendere la Bastiglia e di iniziare una nuovo corso, mentre oggi chiunque, come il nostro Lorenzo “Voroshilov” Altobelli, denuncia una mutazione antropologica all’interno della sinistra, viene denunciato dai suoi stessi “compagni” ormai ottenebrati, come reazionario, come potatore sano di violenza maschilistica, omofobico-fallocentrica!Insomma, oggi Robespierre verrebbe pestato dalle femministe e il re (dopotutto è maschio e “fascio”) condannato, mentre la “povera” regina Maria Antonietta, vittima dello stesso paternalismo “di genere”, verrebbe salvata, in quanto donna, accomunata a Josephine, povera piccola fiammiferaia parigina. Insomma, dal revisionismo si è passati direttamente al “negazionismo” interclassista… di bassa leva.Il Sessantotto, movimento che ha avuto i suoi aspetti positivi e negativi, si caratterizzò come un fenomeno generazionale capace di mettere in discussione le evidenti contraddizioni della società borghese, produsse una vera e propria rivolta contro le strutture sociali e culturali di allora e le vecchie consuetudini e convinzioni morali e culturali di tutti, giovani e non.Quella Contestazione introdusse però un elemento allogeno all’interno della sinistra, una nuova cultura modernista e funzionale all’individualismo capitalistico, con forti presupposti di matrice liberal, cresciuta e sviluppatasi nei campus americani, impregnati di ideologie neoradicali, fra cui il neofemminismo.Aspetti che colse anche Pier Paolo Pasolini, intellettuale “controcorrente”, ostracizzato dai reazionari di allora perché omosessuale ma anche dai “progressisti” e che stalinisticamente fu espulso dal PCI per il suo orientamento sessuale, proprio perché capace di mettere in discussione una modernizzazione in grado di sradicare le molteplici culture presenti nel nostro paese e creare il nuovo “homo consumans”.Ebbene, tale cultura liberal, contestata da Pasolini, trattato alla stregua di un “comunista reazionario” (ma oggi elevato a “icona gay”: ve lo immaginereste marciare, tutto impellicciato, truccato, con abiti aderenti e pantaloni in pelle, ad un Gay Pride per il matrimonio gay, lui che arrivò a criticare aborto e divorzio da posizioni antimaterialiste e antiindividualiste?)-, mise in discussione anche Marx, “classista”, troppo “morale”, troppo poco interessato ai diritti individuali, e così “grigio”… troppo poco “arcobaleno”.La Contestazione, come già detto, introdusse nella sinistra e nella società nuovi imput liberal, fra cui il neofemminismo, che in Europa, per fare breccia in una certa intellighenzia “di sinistra”, formatasi magari negli ambienti comunisti, si tinse di rosso: consiglio a riguardo l’illuminante lettura del testo Le filosofie femministe (Milano, Mondadori, 2002, 251 pp., 10,00 euro), scritto dall’attivista femminista Adriana Cavarero e da Franco Restaino (un “femministo”, mi si conceda il neologismo, cioè un maschio schierato armi e bagagli con la causa femminista e genderista, che quasi si vergogna di essere di sesso maschile), docenti rispettivamente di Filosofia politica all’Università di Verona e di Filosofia teoretica all’Università di Roma Tor Vergata; un testo “fazioso” ma utile a illustrare questo processo che trasforma Marx ed Engels in due “femministi” e “omosessualisti” ante litteram. Nel testo è evidente la filiazione fra le due culture sopra citate e la forzatura con cui i due autori cercano di far indossare il fazzoletto rosso al movimento femminista, un movimento che nel mondo anglosassone è anticomunista e antimarxista e per il quale Marx ed Engels e addirittura Freud, sono giudicati “fallocentrici” e “paternalistici”. Peggio: il cambio di contraddizione, dalla classe al genere, funzionale al liberismo, è palese in molte autrici citate. Il neofemminismo – data la sua funzionalità nel favorire l’ideologia ultraindividualista – inizia a cavalcare l’omosessualità, sostenendo addirittura che l’eterosessualità è un’invenzione del “maschilismo paternalista” per sottomettere la donna, e la “penetrazione” (cioè il normale coito!) è un me

Kavalerists
05-10-14, 05:22
Il femminismo è pura idiozia.

Gianky
05-10-14, 08:41
questo ti piacerà:

Engels e Marx omofobi e sessisti (e non lo sapevano?) | l'interferenza (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/)


Engels e Marx omofobi e sessisti (e non lo sapevano…)

Matteo Luca Andriola (http://www.linterferenza.info/author/matteolucaandriola/) • 28 settembre 2014 • 5 Commenti (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/#comments)

http://www.linterferenza.info/wp-content/uploads/2014/10/marx_engels.jpg (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/attachment/marx_engels/)La struggente lettera di Lorenzo “Voroshilov” Altobelli, pubblicata su questa testata il 13 agosto 2014 (cfr. Cronaca di una espulsione annunciata (http://www.linterferenza.info/lettere/cronaca-di-una-espulsione-annunciata/)) mi ha fatto fare un piccolo salto indietro nel tempo, quando la sinistra comunista era conformata allo stalinismo e, come in una chiesa, si operava per ghettizzare, processare ed espellere i dissidenti, gli “apostati”, gli “eretici”. Non solo: nell’URSS, dopo l’omicidio di Sergej Kirov, importante dirigente del Partito Comunista a Leningrado, iniziò una vasta operazione di epurazione che con procedimenti giudiziari sommari, colpì anche semplici cittadini, non iscritti al PCUS, considerati ostili al regime e alla linea imperante, imposta attraverso il cosiddetto “centralismo democratico”: dico “cosiddetto” perché nei partiti comunisti in Europa occidentale (il PCI ad esempio), vi era libertà per i membri del partito di discutere e dibattere sulla linea politica e una volta che la decisione del partito era stata presa dal voto della maggioranza, tutti i membri si impegnavano a sostenere in toto quella linea. Quest’ultimo aspetto rappresenta il centralismo, almeno come lo intendeva Lenin.Invece il nostro caro Lorenzo è stato vittima di una concezione staliniana e – mi si conceda – kafkiana del centralismo, ed espulso dalla federazione giovanile del partito comunista a cui era iscritto. Non faremo il nome, per rispetto nei suoi confronti, del partito a cui era iscritto. Ma il caso è simile: perché nel PCUS stalinista la linea era imposta dal capo, il quale era la fonte unica della Verità Assoluta: chi sgarrava veniva arrestato e obbligato a fare ammenda del crimine ideologico, come essere sionista, trockijsta, socialdemocratico, anarchico, elemento reazionario e piccolo borghese ecc.Qual è stato il “crimine” ideologico di cui si è macchiato il povero Lorenzo? Ha forse detto che negli Stati Uniti d’America di Obama si sta realizzando, grazie al suo New Deal, il socialismo? Ha elogiato forse la Fondazione Italiani Europei di D’Alema come vera esegesi del socialismo, sostituendo la Repubblica e il Fatto Quotidiano all’ormai defuntaUnità (nelle cui feste Togliatti è stato sostituito da De Gasperi)? Ha pubblicato un articolo dove il kibbutz e l’espropriazione di territorio palestinese sono elogiati come via somma per la sinistra del domani?Peggio cari miei! Peggio! Gramsci gli ha gettato i Quaderni dal carcere addosso, rinnegandolo! Togliatti si sta rigirando nella tomba per questo “crimine”! Secchia sta oliando il mitra, pronto a risorgere dal sepolcro per giustiziarlo a Dongo! Lorenzo, da marxista, ha semplicemente fatto riflessioni marxiste: ha postato sulla sua bacheca Facebook un video, dove viene mostrato una sorta di corteo del Gay Pride con, nelle prime file, modelli che marciano muovendo «il proprio corpo in un certo modo per fare un certo tipo di passetto», ancheggiando in maniera “provocante” e femminile. [1] (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/#_ftn1)Il commento? L’analisi, marxista fino al midollo spinale – dove non si critica l’omosessualità, ma il piegarsi di certi personaggi alle regole di mercato – è la seguente:

«I modelli che sfilano su quella passerella sono ormai stati ridotti anche loro alla stessa stregua delle modelle e dei modelli, cioè di uomini e donne eterosessuali, oggetto delle ferree leggi di mercato, della pubblicità e della mercificazione, da parte di un capitalismo che tutto mercifica, che tutto deve trasformare in plus-lavoro e quindi in plus-valore. Ma guardali bene! E riporta alla tua mente le sfilate di vari modelli/e! Il loro è solo in parte un modo naturale di sfilare! In che senso? Il/la modello/a sfila in modo elegante, a volte anche spregiudicato, restando però in certi precisi canoni di grazia ed appunto, come già detto, eleganza. In questo caso invece siamo di fronte ad un modo di camminare forzato, estremamente aggressivo, con ancheggiamenti esageratamente pronunciati e giochi gestuali particolarmente aggressivi, veloci e teatrali, soprattutto nella parte finale del video. Per non parlare dei pantaloni, così attillati, fini e di maglio largo, da offrire completamente il senso di nudità completa delle parti intime maschili, che vengono esposte in modo volgare e pornografico». [2] (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/#_ftn2)
Lorenzo – si noti bene – non contestava né l’orientamento sessuale dei modelli né tanto meno il diritto di questi a battersi per ottenere miglioramenti delle loro condizioni di cittadini e di lavoratori ma la riduzione a spettacolo dell’omosessualità, trasformata in una baracconata, così come avviene anche nei Gay Pride, ridotti a carnevalate peraltro del tutto inutili nella capacità di incidere seriamente sui diritti della comunità LGBT.I soggetti, in sintesi, concedendosi a tale manifestazione, si stavano riducendo a oggetti mercificati. Mancava solo l’etichetta col prezzo appiccicato sulle magliette! Né più, né meno.Un crimine? Oggi dire a un uomo che egli sta vendendo la sua forza lavoro ad un capitalismo selvaggio che tutto mercifica, lo stesso capitalismo che rende precarie le vite dei giovani (idem per il sottoscritto), che manda in pensione le persone sempre più in la con l’età dopo averle spremute come agrumi, che cancella le più elementari leggi sul mondo del lavoro, non è più sinonimo di marxismo, comunismo, socialismo, ecc. Vuol dire essere fuori moda, out, “vecchi dentro”, matusa, nonni, ecc.Questo, però, se rivolgo il mio discorso all’eterosessuale maschio che si automercifica. Ma se le stesse critiche vengono rivolte alla femmina o alla comunità LGBT, apriti cielo!Si è etichettati come reazionari, fascisti, catto-integralisti, talebani, mostri, satanassi con coda, forcone, corna, baffetti e pizzo e voce satanica alla Ignazio La Russa! E il tutto, anche se non si ha nessun atteggiamente ostile né contro la comunità LGBT – che non è diversa da nessuno! – né contro le donne.Ma Lorenzo ha avuto l’ardire di attaccare la fonte stessa dell’“omosessualismo”: il femminismo!E, fulmini & saette! La Gestapo/Stasi del genderismo femminista ha tuonato contro di lui.Perché se si attacca il femminismo si attacca una “santa istituzione” della sinistra postsessantottina, ed è come – per il buonismo boldrinesco – sparare sulla Croce Rossa, prendendosela con i “più deboli”, coi “poveretti”, cioè le femmine. Ma è veramente così?Nulla di più falso!L’ideologia femminista è – se usassimo una terminologia veteromarxiana – un’ideologia borghese. Se utilizzassimo una terminologia moderna la potremmo definire “arma di distrazione di massa”, un mezzo utilizzato dai poteri forti di allora e di oggi (soprattutto tramite le ex studentesse e contestatrici di un tempo che, conseguite lauree e master, siedono nei CdA delle multinazionali a rafforzare la status quo del vigente ordine costituito) per indebolire un movimento operaio in ascesa creando contraddizioni di genere inesistenti.Insomma, parlando dell’Italia degli anni ’70, per paradosso il femminismo/fricchettonismo fece al movimento operaio molto più male che non l’offensiva padronale o la “strategia della tensione”.In base al ragionamento neofemminista, la donna appartenente ai ceti “bassi”, grazie a quel clima teso a creare questa nuova forma di razzismo, molto più subdolo dell’etnopluralismo sbandierato dai neofascisti & neodestristi, fra il compagno lavoratore e la “principessina” Grace Kally o la ricca Miss Kennedy, moglie dell’uomo che iniziò il conflitto in Vietnam, col femminismo inizia a sentirsi più in sintonia con queste due: che diamine, Kennedy non tradiva forse la “first lady” con Marilyn Monroe, anch’essa ridotta a donna-oggetto dal fallocentrismo?Insomma, al bando la lotta di classe! Trionfi la giustizia di genere e l’interclassismo (ideologia “corporativista” per eccellenza, dato che gli interessi di Marisa, casalinga e lavoratrice a tempo pieno con due marmocchi da accudire e un marito che torna a casa la sera stanco e stressato dal lavoro, non collimano affatto con quelli della moglie dell’imprenditore membro dell’Assolombarda/Confindustria: tutt’al più con Luisella, la cameriera dei ricchi di turno, ma li si va oltre la “lotta di genere” e si rientra forzatamente nell’incipit de Il manifesto del partito comunista: «La storia dell’uomo è storia di lotta di classe»).E tanti saluti a Miss. Boldrini, che si occupa di questi e altri temi “impellenti” ma dimentica di denunciare inghippi d’altro “genere” che riguardano il mondo del lavoro che il suo premier sta affossando col Jobs Act & Co.! L’articolo 18? Ma va! E’ più attuale il sessismo e il femminicidio! E le “morti bianche”? Ma dove!). Il neofemminismo
«Ha fatto logicamente gli interessi stessi del capitale spaccando il movimento operaio della fine anni degli ’70, tra uomini da una parte, i presunti oppressori, e le donne dall’altra, le presunte vittime. Cosa ci sia di marxista in questa visione del mondo, proprio non riesco a capirlo…»
No Lorenzo, il marxismo è tutt’altra cosa! Qui vengono presi singoli casi incresciosi (perchè la violenza, da parte maschile o femminile è sempre sbagliata) utilizzati dalla stampa di turno per distrarre e parlare d’altro, e non di diritti del lavoratore, tanto per cambiare. Quindi, da maschio, rigirando la frittata lanciata dalle femministe, e denunciando come Lorenzo il carattere interclassista e borghese dell’ideologia “di genere” (che inizia col femminismo e si conclude col cosiddetto “genderismo”, la messa in discussione dei due generi in nome della creazione di un “altro” indistinto. Genitore 1 e 2 non vuol dire nulla, è un attentato ad ogni certezza per manipolare l’immaginario collettivo e il bambino: non è certo così che lo si educa a tollerare le differenze, ma lo si plasma a diventare quel “un altro” indistinto che dovrebbe decidere quello che vuole essere, “un altro” totalmente sradicato e privato di ogni identità), denuncio il carattere “sessista” e “anticostituzionale” di queste ideologie, sentendomi discriminato, umiliato e sessualmente molestato!Parlare di “femminicidio” significa dimenticare l’uguaglianza giuridica delle persone davanti alla legge, per mettere uno dei due generi sul piedistallo, elevandolo al privilegio: un tempo vi erano la nobiltà e il clero, ora il genere femminile per una società femminilizzata.Con il “femminicidio” si esce dal solco della formula «La legge è uguale per tutti» creando guarentigie particolari per un genere rispetto all’altro: «C’è un codice per il maschio e un codice separato – e privilegiato – per le donne». L’importante è dire che “TUTTI” i maschi sono portatori sani di un gene distruttivo che è… il loro pene!Si, avete capito bene! Il tutto, spacciando tale ideologia per marxismo.Se io, maschio, ammazzo un altro maschio avrò una condanna, ma se uccido una donna la condanna sarà peggiore. Insomma, un tale diceva che «dove c’è uguaglianza c’è ingiustizia»… peccato che il tale sia Werner Sombart, economista corporativista appartenente alla “Rivoluzione conservatrice” e autore di un saggio dichiaratamente reazionario ripubblicato nel 1977 dalle Edizioni di Ar di Franco Freda intitolato “L’ordinamento per ceti” (p. 24), che proponeva una comunità organica, olistica e differenziata al suo interno per ordini e ceti, ognuno dotato di appositi diritti e privilegi.E’ questa la società a cui auspicano le femministe?Intendono, superato il dominio dei ceti nobiliari “di sangue” e “di spada” (un dominio senz’altro iniquo), e l’affermazione di quello borghese “di censo”, dove l’uomo conta per quello “che ha” (altrettanto iniquo), instaurare un diritto privilegiato per le donne, un “diritto di genere”?Insomma, cosa rende le femministe tanto diverse dai nobili e dal clero reazionario contro cui si scagliarono giacobini e sanculotti?Quelle masse ebbero il coraggio di prendere la Bastiglia e di iniziare una nuovo corso, mentre oggi chiunque, come il nostro Lorenzo “Voroshilov” Altobelli, denuncia una mutazione antropologica all’interno della sinistra, viene denunciato dai suoi stessi “compagni” ormai ottenebrati, come reazionario, come potatore sano di violenza maschilistica, omofobico-fallocentrica!Insomma, oggi Robespierre verrebbe pestato dalle femministe e il re (dopotutto è maschio e “fascio”) condannato, mentre la “povera” regina Maria Antonietta, vittima dello stesso paternalismo “di genere”, verrebbe salvata, in quanto donna, accomunata a Josephine, povera piccola fiammiferaia parigina. Insomma, dal revisionismo si è passati direttamente al “negazionismo” interclassista… di bassa leva.Il Sessantotto, movimento che ha avuto i suoi aspetti positivi e negativi, si caratterizzò come un fenomeno generazionale capace di mettere in discussione le evidenti contraddizioni della società borghese, produsse una vera e propria rivolta contro le strutture sociali e culturali di allora e le vecchie consuetudini e convinzioni morali e culturali di tutti, giovani e non.Quella Contestazione introdusse però un elemento allogeno all’interno della sinistra, una nuova cultura modernista e funzionale all’individualismo capitalistico, con forti presupposti di matrice liberal, cresciuta e sviluppatasi nei campus americani, impregnati di ideologie neoradicali, fra cui il neofemminismo.Aspetti che colse anche Pier Paolo Pasolini, intellettuale “controcorrente”, ostracizzato dai reazionari di allora perché omosessuale ma anche dai “progressisti” e che stalinisticamente fu espulso dal PCI per il suo orientamento sessuale, proprio perché capace di mettere in discussione una modernizzazione in grado di sradicare le molteplici culture presenti nel nostro paese e creare il nuovo “homo consumans”.Ebbene, tale cultura liberal, contestata da Pasolini, trattato alla stregua di un “comunista reazionario” (ma oggi elevato a “icona gay”: ve lo immaginereste marciare, tutto impellicciato, truccato, con abiti aderenti e pantaloni in pelle, ad un Gay Pride per il matrimonio gay, lui che arrivò a criticare aborto e divorzio da posizioni antimaterialiste e antiindividualiste?)-, mise in discussione anche Marx, “classista”, troppo “morale”, troppo poco interessato ai diritti individuali, e così “grigio”… troppo poco “arcobaleno”.La Contestazione, come già detto, introdusse nella sinistra e nella società nuovi imput liberal, fra cui il neofemminismo, che in Europa, per fare breccia in una certa intellighenzia “di sinistra”, formatasi magari negli ambienti comunisti, si tinse di rosso: consiglio a riguardo l’illuminante lettura del testo Le filosofie femministe (Milano, Mondadori, 2002, 251 pp., 10,00 euro), scritto dall’attivista femminista Adriana Cavarero e da Franco Restaino (un “femministo”, mi si conceda il neologismo, cioè un maschio schierato armi e bagagli con la causa femminista e genderista, che quasi si vergogna di essere di sesso maschile), docenti rispettivamente di Filosofia politica all’Università di Verona e di Filosofia teoretica all’Università di Roma Tor Vergata; un testo “fazioso” ma utile a illustrare questo processo che trasforma Marx ed Engels in due “femministi” e “omosessualisti” ante litteram. Nel testo è evidente la filiazione fra le due culture sopra citate e la forzatura con cui i due autori cercano di far indossare il fazzoletto rosso al movimento femminista, un movimento che nel mondo anglosassone è anticomunista e antimarxista e per il quale Marx ed Engels e addirittura Freud, sono giudicati “fallocentrici” e “paternalistici”. Peggio: il cambio di contraddizione, dalla classe al genere, funzionale al liberismo, è palese in molte autrici citate. Il neofemminismo – data la sua funzionalità nel favorire l’ideologia ultraindividualista – inizia a cavalcare l’omosessualità, sostenendo addirittura che l’eterosessualità è un’invenzione del “maschilismo paternalista” per sottomettere la donna, e la “penetrazione” (cioè il normale coito!) è un me

Mah.............

Josef Scveik
05-10-14, 10:20
Un comunista non può essere sessista ed è stupido volerlo dimostrare postando articoli sugli atteggiamenti misogini o presunti tali di certi rivoluzionari perchè stiamo parlando di persone vissute quasi 200 anni fa.

Questi che si professano comunisti e antifemministi sono probabilmente cloni di Lupo sciolto.

Kavalerists
05-10-14, 10:54
1-Un comunista non può essere sessista ed è stupido volerlo dimostrare postando articoli sugli atteggiamenti misogini o presunti tali di certi rivoluzionari perchè stiamo parlando di persone vissute quasi 200 anni fa.

2-Questi che si professano comunisti e antifemministi sono probabilmente cloni di Lupo sciolto.

1-Infatti le vere sessiste sono le femministe, che non sono comuniste.

2- :77:

Josef Scveik
05-10-14, 11:34
1-Infatti le vere sessiste sono le femministe, che non sono comuniste.



Se lo dici tu che sei anticomunista dev'essere sicuramente vero. :77:

MaIn
05-10-14, 13:58
Mah.............


il tuo dubbio è?

MaIn
05-10-14, 14:07
Un comunista non può essere sessista ed è stupido volerlo dimostrare postando articoli sugli atteggiamenti misogini o presunti tali di certi rivoluzionari perchè stiamo parlando di persone vissute quasi 200 anni fa.

Questi che si professano comunisti e antifemministi sono probabilmente cloni di Lupo sciolto.


fabrizio marchi non è certo un clone visto che ci mette nome, cognome e anche faccia.
ha passato tutta la vita nella sinistra comunista e, a parte sul femminismo, ha posizione abbastanza classiche (USA cattivi, palestina buona,....).
la sua teoria sulle questioni di genere è una rivisitazione del marxismo applicato appunto al sessualità/denaro,
in sintesi: esisterebbero maschi alfa al vertice, poi le donne, e infine gli uomini beta.
gli uomini alfa sono i leader e quelli che hanno soldi. hanno a disposizione anche la scelta tra le donne.
gli uomini beta invece sono la categoria di "non leader", quasi sempre soggetti più deboli economicamente e sarebbero i veri "proletari" perchè fanno molto del lavoro indispendabile ma non hanno vantaggi.
le donne, indipendentemente dalla condizioni economica (alfa o beta), potrebbero trarre vantaggio dalla protezione dello Stato o dalla "benevolenza" degli uomini alfa.
nella sua concezione, il femminismo/la teoria del gender/i diritti civili, pur avendo ragione su alcuni punti ( lui è favorevole alle unioni civili, contrario alle adozioni da parte gay.... è contrario all'inquadramento obbligato di donne in lavori di cura....) sono distrazioni di massa dalla vera lotta che è quella contro il capitalismo.

ovviamente si può non essere d'accordo con marchi ma non accusarlo di essere clone o di non aver fatto ragionamenti (magari errati) di stile marxista.


il secondo articolo postato, tratto dal sito l'interferenza di cui marchi è responsabile (ma non è un articolo di marchi), è una difesa di un giovane comunista espulso dalla federazione giovanile per commenti non in linea con il partito.
magari se era un fighettino che andava sulla barca del paparino multimilionario dirigente di multinazionale lo facevano rimanere.

Gianky
05-10-14, 21:41
il tuo dubbio è?

Che non son convinto delle argomentazioni del tizio, c'è del vero in quel che dice, ma mi sembra che questo vero venga stiracchiato come conviene a lui.

Kavalerists
05-10-14, 22:03
Se lo dici tu che sei anticomunista dev'essere sicuramente vero. :77:

Io non sono comunista, ma non sono nemmeno anticomunista. Siamo nel 2014, Ray ...

LupoSciolto°
05-10-14, 22:09
Che non son convinto delle argomentazioni del tizio, c'è del vero in quel che dice, ma mi sembra che questo vero venga stiracchiato come conviene a lui.

Però converrai con me nell'affermare che molte donne ragionano secondo i canoni e le consuetudini del pensiero unico (leggi: "andare con gli uomini alpha") e che, aspetto non trascurabile, per la maggior parte di loro "libertà" significa solo sculare e fare shopping. Nutro quasi più simpatia per le veterofemministe che non per le sciacquette odierne. Però le femministe, essendo misandriche, difendono a spada tratta anche questa feccia.

Attenzione: la mia non è una generalizzazione. Ci sono molte donne valide in giro, ma è innegabile che il degrado umano generato e diffuso dal capitalismo globale e finanziario abbia attecchito anche tra il gentil sesso. Io, p.es, eviterei di difendere gli uomini che sprecano la loro vita tra aperitivi, cocaina, centri estetici e cazzate varie. Sanno che può esistere un'alternativa all'attuale schifo eppure continuano a viverci in questo schifo. Perché dovrei prendere le loro difese? Perché appartengono al mio genere? Mamma mia, queste divisioni mi appaiono come razzismo puro.

MaIn
06-10-14, 00:40
Però converrai con me nell'affermare che molte donne ragionano secondo i canoni e le consuetudini del pensiero unico (leggi: "andare con gli uomini alpha") e che, aspetto non trascurabile, per la maggior parte di loro "libertà" significa solo sculare e fare shopping. Nutro quasi più simpatia per le veterofemministe che non per le sciacquette odierne. Però le femministe, essendo misandriche, difendono a spada tratta anche questa feccia.

Attenzione: la mia non è una generalizzazione. Ci sono molte donne valide in giro, ma è innegabile che il degrado umano generato e diffuso dal capitalismo globale e finanziario abbia attecchito anche tra il gentil sesso. Io, p.es, eviterei di difendere gli uomini che sprecano la loro vita tra aperitivi, cocaina, centri estetici e cazzate varie. Sanno che può esistere un'alternativa all'attuale schifo eppure continuano a viverci in questo schifo. Perché dovrei prendere le loro difese? Perché appartengono al mio genere? Mamma mia, queste divisioni mi appaiono come razzismo puro.


guarda questo:
La sinistra e le donne di classe (quella sbagliata?) - Uomini Beta (http://www.uominibeta.org/articoli/la-sinistra-e-le-donne-di-classe-quella-sbagliata/)

ovviamente quanto detto nel link e quanto dici tu nel post citato non è esattamente di sinistra perchè fa coincidere una caratteristica "archetipa" (noi diremmo stereotipata) delle donne con la realtà e le imputa colpe politiche.

ma una tantum è permesso dire cose non di sinistra anche ad uno di sinistra (loro, non tu :D )

LupoSciolto°
06-10-14, 17:28
No, no infatti...niente sinistra, destra o centro!:encouragement:

Josef Scveik
07-10-14, 10:26
fabrizio marchi non è certo un clone visto che ci mette nome, cognome e anche faccia.
ha passato tutta la vita nella sinistra comunista e, a parte sul femminismo, ha posizione abbastanza classiche (USA cattivi, palestina buona,....).
la sua teoria sulle questioni di genere è una rivisitazione del marxismo applicato appunto al sessualità/denaro,
in sintesi: esisterebbero maschi alfa al vertice, poi le donne, e infine gli uomini beta.
gli uomini alfa sono i leader e quelli che hanno soldi. hanno a disposizione anche la scelta tra le donne.
gli uomini beta invece sono la categoria di "non leader", quasi sempre soggetti più deboli economicamente e sarebbero i veri "proletari" perchè fanno molto del lavoro indispendabile ma non hanno vantaggi.
le donne, indipendentemente dalla condizioni economica (alfa o beta), potrebbero trarre vantaggio dalla protezione dello Stato o dalla "benevolenza" degli uomini alfa.
nella sua concezione, il femminismo/la teoria del gender/i diritti civili, pur avendo ragione su alcuni punti ( lui è favorevole alle unioni civili, contrario alle adozioni da parte gay.... è contrario all'inquadramento obbligato di donne in lavori di cura....) sono distrazioni di massa dalla vera lotta che è quella contro il capitalismo.

ovviamente si può non essere d'accordo con marchi ma non accusarlo di essere clone o di non aver fatto ragionamenti (magari errati) di stile marxista.


il secondo articolo postato, tratto dal sito l'interferenza di cui marchi è responsabile (ma non è un articolo di marchi), è una difesa di un giovane comunista espulso dalla federazione giovanile per commenti non in linea con il partito.
magari se era un fighettino che andava sulla barca del paparino multimilionario dirigente di multinazionale lo facevano rimanere.
Il fatto che qualcuno sia stato comunista non significa nulla. Lo è stato forse, ma di certo non lo è più, altrimenti avrebbe impiegato meglio il suo tempo anzichè voler creare un movimento di genere in opposizione al femminismo. Un vero marxista potrebbe pure criticare un certo tipo di femminismo, ma sempre e comunque nell'ambito di un ragionamento improntato sullo sfruttamento di classe. Lui non lo fa perchè non è comunista. Punto.


Io non sono comunista, ma non sono nemmeno anticomunista. Siamo nel 2014, Ray ...
:lol-036:

Kavalerists
09-10-14, 21:09
Il fatto che qualcuno sia stato comunista non significa nulla. Lo è stato forse, ma di certo non lo è più, altrimenti avrebbe impiegato meglio il suo tempo anzichè voler creare un movimento di genere in opposizione al femminismo. Un vero marxista potrebbe pure criticare un certo tipo di femminismo, ma sempre e comunque nell'ambito di un ragionamento improntato sullo sfruttamento di classe. Lui non lo fa perchè non è comunista. Punto.


:lol-036:

:facepalmi: ...e certo, guai a toccare il femminismo e cercare di porre un argine a tutti i deliri le e degenerazioni...si diventa automaticamente reazionari.

Ridi quanto vuoi, colleone, tu sei molto più anticomunista di quanto possa esserlo io. Perchè tu sei un prete, che vive di 4 dogmi e 4 libri sacri da osservare alla lettera, e slogans da ripetere a tipo mantra.

LupoSciolto°
09-10-14, 21:25
COME GIA' PUBBLICATO IN UN ALTRO POST...ECCO COSA PENSA R. CORREA, PRESIDENTE SOCIALISTA DELL'ECUADOR, DEL FEMMINISMO IDIOTA E DEL "GENDERING" , TEMA TANTO CARO A QUELLE MERDE SUBUMANE DI RAYMONNEZZA E NAZKUL (CHE POI SONO LO STESSO SQUALLIDO INDIVIDUO).

"E' ancora necessario un grande cambiamento culturale nei confronti delle ingiustizie di genere che hanno piagato la nazione per almeno un secolo, senza che questo significhi che dobbiamo andare all'altro estremo.
In altre parole, una cosa è il movimento femminista per uguali diritti che noi sosteniamo con tutti i nostri cuori. Ma adesso ci sono delle posizioni che rasentano l'assurdo. Adesso non si vogliono più uguali diritti ma uguaglianza in ogni aspetto, voglio dire uomini che devono sembrare donne e donne che devono sembrare uomini. E a volte provano a inculcarvi ciò. Avete sentito quello che loro chiamano l' "ideologia di genere"? E' qualcosa che s'insegna in alcune scuole e che gode del supporto di alcuni nostri deputati - e io lo rispetto.
Ma non è loro diritto venire a imporre le loro convinzioni a tutti noi. In poche parole, loro dicono che non esistono uomo e donna in natura, che non è il genere biologico a determinare se sei un uomo o una donna ma i condizionamenti sociali.

Ci sono persone che hanno questa visione ma non provate a imporle ad altri e a insegnarle ai bambini, perchè ci sono persone che stanno insegnando questo ai nostri giovani.
Ma c'è ancora un movimento femminista che chiede uguali diritti e non l'uguaglianza in ogni aspetto perchè - grazie a Dio - noi uomini e donne siamo diversi e ci completiamo a vicenda.
Noi non stiamo cercando di imporre uno stereotipo ma sarebbe bello se la donna mantenesse i suoi tratti femminili e l'uomo i suoi tratti maschili.

Queste - l' "ideologia di genere" - non sono teorie, queste sono pure e semplici ideologie che molte volte servono a giustificare lo stile di vita di coloro che hanno generato queste ideologie. E noi rispettiamo queste persone ma non condividiamo assolutamente questa barbarie.
Distruggono la base della società che continua ad essere la famiglia tradizionale.

Voi direte che sono un conservatore. Se non appoggi queste cose non sei più di sinistra. Questo non c'entra niente con la sinistra o la destra. Questa è barbarie. Queste sono questioni morali. Ovviamente le ideologie sono basate su questioni morali ma non su questi argomenti che richiedono ancora tanto dibattito. Dunque dicono che sono conservatore perchè credo nella famiglia. Bene, io credo nella famiglia e credo che l' "ideologia di genere" distrugga la famiglia tradizionale che è e continuerà ad essere felicemente la base della società. Dunque lunga vita alle donne! Ma attenzione a queste idee che dicono che uomo e donna non esistano in natura e che "libertà" sarebbe scegliersi il sesso. E' troppo!"

Rafael Correa - presidente dell'Ecuador

- SAVONAROLA -
09-10-14, 21:53
Io sono contrario alla promozione attiva della degenerazione morale, ma al contempo ritengo che che gli omosessuali dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri cittadini e che ciò che deve essere represso non è l'omosessualità in sè, ma la sua ostentazione volgare (così come l'ostentazione volgare dell'eterosessualità).

Sul fatto di considerare la famiglia tradizionale come base della società, non sono d'accordo. Il concetto di famiglia in una Società Socialista non dovrebbe esistere, l'unica famiglia deve essere lo Stato, che genera i propri cittadini attraverso la fecondazione artificiale e si prende cura di crescerli ed educarli. La famiglia era un asso portante soltanto nella società tribale e feudale. In una Società Socialista, in cui l'unica comunità è costituita dallo Stato-Nazione, l'individuo non ha più bisogno dell'istitituzione del matrimonio per legittimare la propria identità sociale.

Pestis nigra
09-10-14, 21:54
questo ti piacerà:

Engels e Marx omofobi e sessisti (e non lo sapevano?) | l'interferenza (http://www.linterferenza.info/attpol/engels-e-marx-omofobi-e-sessisti-e-non-lo-sapevano/)

L'articolo è mezzo copiato dal sito di un tizio gay piuttosto acculturato (http://www.giovannidallorto.com/testi/germa/marx/marx.html).

Kavalerists
10-10-14, 02:26
Io sono contrario alla promozione attiva della degenerazione morale, ma al contempo ritengo che che gli omosessuali dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri cittadini e che ciò che deve essere represso non è l'omosessualità in sè, ma la sua ostentazione volgare (così come l'ostentazione volgare dell'eterosessualità).

Condivisibile

Sul fatto di considerare la famiglia tradizionale come base della società, non sono d'accordo. Il concetto di famiglia in una Società Socialista non dovrebbe esistere, l'unica famiglia deve essere lo Stato, che genera i propri cittadini attraverso la fecondazione artificiale e si prende cura di crescerli ed educarli. La famiglia era un asso portante soltanto nella società tribale e feudale.

Puro delirio

In una Società Socialista, in cui l'unica comunità è costituita dallo Stato-Nazione, l'individuo non ha più bisogno dell'istitituzione del matrimonio per legittimare la propria identità sociale.

Potrebbe pure essere, ma non si capisce come e perchè l'eliminazione dell' "istituzione matrimonio" debbe coincidere con l'eradicazione dell'istinto oserei dire biologico dell'essere umano a costruire quello che è il primo mattone su cui si fonda ogni Stato-Nazione. In altre parole una cosa è voler abolire il matrimonio come vincolo civile e/o religioso altro è pensare di abolire o vietare alle persone di formarsi una famiglia.

Josef Scveik
10-10-14, 11:09
:facepalmi: ...e certo, guai a toccare il femminismo e cercare di porre un argine a tutti i deliri le e degenerazioni...si diventa automaticamente reazionari.

Ridi quanto vuoi, colleone, tu sei molto più anticomunista di quanto possa esserlo io. Perchè tu sei un prete, che vive di 4 dogmi e 4 libri sacri da osservare alla lettera, e slogans da ripetere a tipo mantra.
Il femminismo lo puoi criticare, ma se non lo fai in un'ottica di classe non sie un comunista. E' semplice bello di mamma, ma tu non capisci. Sai perchè? Perchè non sai nemmeno cos'è il comunismo.

- SAVONAROLA -
10-10-14, 17:07
Potrebbe pure essere, ma non si capisce come e perchè l'eliminazione dell' "istituzione matrimonio" debbe coincidere con l'eradicazione dell'istinto oserei dire biologico dell'essere umano a costruire quello che è il primo mattone su cui si fonda ogni Stato-Nazione. In altre parole una cosa è voler abolire il matrimonio come vincolo civile e/o religioso altro è pensare di abolire o vietare alle persone di formarsi una famiglia.

Ma le persone possono anche riprodursi, solo che la crescita dei figli dovrebbe essere prerogativa dello Stato. In pratica un bambino non dovrà mai conoscere i suoi genitori biologici: il suo unico genitore è lo Stato.

- SAVONAROLA -
10-10-14, 17:09
Il femminismo lo puoi criticare, ma se non lo fai in un'ottica di classe non sie un comunista. E' semplice bello di mamma, ma tu non capisci. Sai perchè? Perchè non sai nemmeno cos'è il comunismo.

Ma infatti Kavalerstis per sua stessa ammissione non è comunista.
E poi non è un reato non essere comunisti, uno può esprimere la propria opinione senza preoccuparsi se sia marxisticamente accettabile.