PDA

Visualizza Versione Completa : Situazione in Brasile



LupoSciolto°
16-10-14, 16:38
In Brasile non otterranno con le urne ciò che non hanno ottenuto con la violenzahttp://www.statopotenza.eu/wp-content/uploads/2014/10/shutterstock_92013137-300x187.jpg (http://www.statopotenza.eu/wp-content/uploads/2014/10/shutterstock_92013137.jpg)Domenica 5 ottobre più di 142 milioni di brasiliani saranno chiamati alle urne per eleggere il Presidente, 27 nuovi governatori, 513 deputati nazionali, 1069 deputati federali e 27 senatori (un terzo di tutto il Senato). Si tratta di un voto storico per il Brasile, ma anche per tutto il mondo. Innanzitutto perchè riguarda una delle cinque più importanti economie emergenti del pianeta, una futura (se non già tale, de facto) superpotenza appartenente al novero dei BRICS. Dai suoi orientamenti politici, sociali ed economici futuri dipenderanno le sorti di questo sodalizio, così come quelle dell’America Latina e, più indirettamente, del mondo intero.Che il Brasile divenuto sempre più indipendente e sovrano sotto Lula e Rousseff abbia dato e continui a dare un notevole fastidio ai vertici dell’ormai sempre più surclassato “mondo unipolare a guida statunitense”, è cosa tanto nota quanto facilmente intuibile. Al pari della Russia, dell’India, della Cina (che guardacaso in questo momento è alle prese con una “rivoluzione colorata” i cui burattinai esteri ed internazionali sono sempre i soliti che inscenarono le violenze in Brasile durante i Mondiali) e del Sudafrica, la sua autonomia è avversata col ricorso ai metodi più subdoli, non ultimo con un largo uso del mezzo mediatico con cui Stati Uniti ed Unione Europea puntano a delegittimare il suo governo nascondendone i grandi risultati ottenuti finora e perpetuandone l’antica ed ormai superata immagine di paese sottosviluppato, invivibile, socialmente ed economicamente iniquo e politicamente lacunoso in termini democratici (tutta colpa dei governi del PT, evidentemente: ai tempi di Color de Mello o delle dittature militari, invece, il Brasile era uno spicchio di paradiso, un po’ come la Russia di Eltsin).Così, in occasione delle elezioni, gli ambienti “atlantisti” cercano di montare una nuova e massiccia campagna di delegittimazione della candidata Rousseff e del suo governo, esattamente come già l’avevano fatta con Lula, parlando soprattutto di corruzione (ieri, invece, di violenze ed ingiustizie commesse durante i Mondiali) e facendo credere all’opinione pubblica occidentale (ma quel che è peggio, anche a parte di quella brasiliana) che il Brasile sotto il PT non abbia praticamente fatto passi in avanti, ma che al contrario abbia persino sprecato delle grandi opportunità.E sia: non è questo il problema. Marina Silva, la candidata del Partito Socialista, formazione che a dispetto del nome appartiene alla destra liberista più feroce, non vincerà. Per quanto fortemente sostenuta dagli ambienti economici e sociali più retrivi ed altolocati del paese, e da grandi sponsor internazionali statunitensi ed europei, essa appartiene al passato e la maggioranza dei brasiliani, sondaggi alla mano, non sembrano intenzionati a lasciarsi convincere dalle sue promesse. I brasiliani hanno già fatto fin troppo le spese di gente come la Silva, per aver voglia di subirla ancora.Il problema, casomai, si porrà ad elezioni finite. Perchè, se è vero che ci sarà il bis di Dilma Rousseff, è anche vero che Marina Silva, al pari del venezuelano Capriles e di tutte le altre macchiette e marionette della premiata compagnia teatrale americana, a quel punto farà di tutto per delegittimare il risultato elettorale potendo in questo contare della grancassa mediatica occidentale. Così si farà passare il messaggio che Dilma governi ingiustamente, grazie ad una vittoria fasulla. Negare la natura realmente democratica del Brasile, per farlo passare come una “democratura”, è parte del programma di delegittimazione del paese, secondo un copione che già abbiamo visto in opera anche in Russia ed altrove.Pazienza: si tirerà dritto lo stesso. Il potere mediatico dell’Occidente a guida statunitense non sarà eterno e soprattutto non potrà essere convincente e pervasivo per sempre. Il Brasile continuerà la sua vita, in seno ai BRICS, e proseguirà nel proprio ruolo di elemento unificatore del Continente latinoamericano. Ma dall’altra parte le tenteranno tutte pur di turbare la sua esistenza. Al pari di ciò che abbiamo visto in Venezuela, dopo la vittoria di Maduro subito messa in discussione da Capriles, dovremo prepararci ad una fase in cui Marina Silva cercherà in tutti i modi di turbare l’ordine pubblico del paese ciarlando di brogli elettorali al preciso scopo di demonizzare la Rousseff ed il PT.Dobbiamo pensare che Marina Silva e i suoi burattinai non sono degli sprovveduti, e che da persone senza scrupoli quali sono le tenteranno tutte per destabilizzare il Brasile. Non ci riusciranno, ma questo non deve indurci a sottovalutarli.Filippo Bovo

FONTE: In Brasile non otterranno con le urne ciò che non hanno ottenuto con la violenza - Stato & Potenza (http://www.statopotenza.eu/14678/in-brasile-non-otterranno-con-le-urne-cio-che-non-hanno-ottenuto-con-la-violenza)

LupoSciolto°
16-10-14, 17:38
Con la Rousseff contro i provocatori atlantisti.

Certo, lei non sarà il massimo, ma dovere di ogni autentico socialista e di bloccare l'avanzata della canea americanista.

Chi non lo capisce è da ricovero.

amaryllide
18-10-14, 21:58
uhm....si è sentita male durante un dibattito elettorale. Che dopo Chavez, la Kirchner, Lula (e non mi ricordo chi altro) stia anche lei per essere vittima di un'epidemia di tumori così precisi nel colpire presidenti sudamericani non sdraiati a Washington?

LupoSciolto°
20-10-14, 11:21
uhm....si è sentita male durante un dibattito elettorale. Che dopo Chavez, la Kirchner, Lula (e non mi ricordo chi altro) stia anche lei per essere vittima di un'epidemia di tumori così precisi nel colpire presidenti sudamericani non sdraiati a Washington?

Probabile. Infami a stelle e strisce.