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Visualizza Versione Completa : 1989, possibile secondo intervento militare sovietico in Afghanistan



Murru
06-06-10, 16:22
Nel novembre 1986 fu deciso il ritiro delle truppe sovietiche dall' Afghanistan e fu creata una commissione del Politburo sovietico per gestire il ritiro
Questa commissione era formata da Sevarnadze, Cebrikov, Jakivlev, Jazov e Krjukov
Nonostante si fosse deciso il ritiro, questa commissione cercò di salvare il salvabile e far sopravvivere il governo di Najibullah
Il 23 gennaio 1989, cioè pochi giorni prima che fosse completato il ritiro di tutte le truppe sovietiche dall' Afghanistan questa commissione era molto preoccupata dalla drammatica situazione che si era creata in quel paese a causa dei ribelli che minacciarono di creare un blocco economico di Kabul (e sulle altre maggiori città afghane) , di chiudere l' accesso in città ai generi alimentari e ai prodotti petroliferi subito dopo la partenza dei sovietici
Quindi si doveva provvedere in anticipo a fare delle scorte e ciò poteva avvenire solo via terra. L' unica strada che collegava l' URSS a Kabul , il tracciato Chajraton-Kabul diventava quindi di vitale importanza
Quindi la commissione del Politburo sull' Afghanistan esaminò 5 varianti al piano di ritiro completo delle truppe sovietiche, per risolvere questo problema...Ecco le varianti
da http://www.wilsoncenter.org/index.cfm?topic_id=1409&fuseaction=va2.document&identifier=5034DF52-96B6-175C-9A6EA2D6329B14F3&sort=Collection&item=Soviet Invasion of Afghanistan
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Prima variante. Facendo riferimento alla grave situazione in cui versa la popolazione civile , lasciare una divisione, vale a dire circa 12.000 uomini , sul tracciato Chajraton-Kabul. Questa variante non è molto auspicabile , perchè all' ONU verrebbe probabilmente sollevata la domanda sul mancato ritiro completo delle nostre truppe. Indipendentemente dal fatto che il Pakistan non ottempera agli obblighi derivanti dalla Convanzione di Ginevra , èprevedibile che all' ONU la maggior parte degli stati non ci appeggerebbe , dato che per molti la questione delle truppe costituisce il problema centrale.
Seconda variante. Facendo riferimento alla minaccia della fame per Kabul e per le altre città , sollecitare l' ONU a garantire urgentemente la consegna di generi alimentari e di prodotti petroliferi alle città, e a inviare le truppe dell' ONU ad assicurare la viabilità del tracciato Prima dell' arrivo delle forze dell' ONU , lasciare sul luogo i nostri reparti armati a garantire il passaggio di aiuti esclusivamente umanitari , ovvero la fornitura di generi alimentari e di prodotti petroliferi per la popolazione. Allo stesso tempo confermare l' avvenuto ritiro del contingente armato sovietico. Dichiarare che dopo l' arrivo delle forze dell' ONU i nostri reparti ritorneranno immediatamente i Unione Sovietica.
Terza variante. Ritirare tutte le truppe come pianificato il 15 febbraio, confermare il fatto a livello internazionale con dichiarazioni del governo dell' URSS e della Repubblica afghana. Quindi , su richiesta del governo afghano il quale deve appellarsi ai paesi del mondo , cominciare a inviare colonne di vettovaglie scortate per la loro sicurezza da unità militari sovietiche. Le colonne potrebbero mettersi in movimento due settimane circa dopo il ritiro delle truppe sovietiche. Mobilitare in coincidenza l' opinione pubblica per condannare l' opposizione che costringe a morir di fame la popolazione delle città afghane. Sullo sfondo di tale condanna da parte dell' opinione pubblica , il passaggio delle colonne con la nostra partecipazione figurerebbe come un' iniziativa puramente umanitaria. Questa variante comporta che certi tratti del percorso debbano venire superati ogni volta combattendo.
Quarta variante. Ritirare quasi tutte le truppe per il 15 febbraio. Confermare ufficialmente l' avvenuto ritiro del contingente militare sovietico con relative dichiarazioni. Ma col pretesto della consegna alle forze afghane di determinate postazioni su certi punti nevralgici del tracciato Chajraton-Kabul, lasciare alcuni reparti sovietici su alcuni dei punti più importanti, compreso il passo di Salang. Dare da parte nostra poca rilevanza alla cosa , fare solamente presente che si tratta di pochi militari sovietici rimasti sul luogo perchè le forze afghane non hanno ancora rilevato le postazioni. Dopo un certo tempo, come previsto dalla terza variante , iniziare l' invio delle colonne a Kabul scortate dai nostri soldati.
Per tutte le varianti si può argomentare dicendo che parteciperanno alle operazioni le nostre forze regolari, ma che ognuno lo farà per libera scelta, e che si tratterà soprattutto di militari che svolgono il loro servizio in Afghanistan , oppure di congedati con residenza in Unione Sovietica. Per i soldati bisogna fissare un compenso di 800-1.000 rubli al mese, versati in parte in valuta afghana, mentre agli ufficiali occorre aumentare sensibilmente lo stipendio.
Autorizzare osservatori internazionali , pubblicizzando ampiamente il fatto, a verificare che le nostre forze scortano effettivamente merce destinata alla popolazione. Provvedere in breve tempo a trattare con il coordinatore speciale dell' ONU per gli aiuti umanitari ed economici all' Afghanistan , Agha Khan, allo scopo di valersi dei programmi e dei meccanismi a disposizione del coordinatore speciale per contrastare i piani degli estremisti che mirano a soffocare con un blocco economico Kabul e le altre grosse città afghane.
Anche una quinta variante può essere presa in considerazione: le truppe sovietiche vengono ritirate al completo per il 15 febbraio, noi però riserviamo agli afghani un aiuto supplementare , anche finanziario, organizzando la difesa del tratto Chajraton-Kabul con le sole forze afghane e preoccupandoci anche del loro mantenimento per un certo periodo di tempo, il che comporterà certamente non poche difficoltà , sprattutto per quanto riguarda la sicurezza delle colonne in transito.
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Alla fine venne approvata dal Politburo la quinta variante con qualcosa della terza. Nel 1989 l' URSS fornì all' Afghanistan tecnonologia militare per un valore di 2,5 miliardi di rubli, nel 1990 1,4 miliardi , compresi elicotteri e aerei da combattimento. Furono impiegati anche alcuni piloti sovietici su aerei da trasporto sovietici , da cedere eventualmente a noleggio agli afghani
Se invece fossero state approvate la terza o la quarta variante , è evidente che ciò sarebbe stato un regolare e a tutti gli effetti, intervento militare sovietico dopo il ritiro avvenuto il 15 febbraio
Rimane comunque interessante il fatto che poco prima del completo ritiro del 15 febbraio 1989, si sia preso in considerazione un secondo intervento militare sovietico in Afghanistan

ulver81
08-06-10, 03:27
Grazie per l'invito Murru :)

Il documento è interessante e ne avevo gia sentito parlare.
Fu però per cause di forza maggiore la scelta della variante tre.E un dato di fatto che dopo il crollo dell'Urss Najibullah fu lasciato a se stesso e ufficialmente ci rese conto delle trattative in corso con i Mujaidin.
La scelta di un secondo attacco sarebbe stata impossibile, ci sarebbe stato il rischio di un'estensione del conflitto in quelle che sarebbero diventate ex repubbliche (conflitto che si limitò poi al solo Tajikistan, paese dove guarda caso l'Aga Khan foundation ci ha investito miliardi....).
Interessante invece il documentario dedicato ai soldati russi che tutt'ora continuano a vivere nei villaggi afghani dimenticati da tutti...

Murru
10-06-10, 22:22
Grazie per l'invito Murru :)

di niente :)



Il documento è interessante e ne avevo gia sentito parlare.
Fu però per cause di forza maggiore la scelta della variante tre.E un dato di fatto che dopo il crollo dell'Urss Najibullah fu lasciato a se stesso e ufficialmente ci rese conto delle trattative in corso con i Mujaidin.
La scelta di un secondo attacco sarebbe stata impossibile, ci sarebbe stato il rischio di un'estensione del conflitto in quelle che sarebbero diventate ex repubbliche (conflitto che si limitò poi al solo Tajikistan, paese dove guarda caso l'Aga Khan foundation ci ha investito miliardi....).
Interessante invece il documentario dedicato ai soldati russi che tutt'ora continuano a vivere nei villaggi afghani dimenticati da tutti...

Inoltre dopo il ritiro ufficiale di tutte le truppe sovietiche 200 consiglieri militari e del KGB rimasero segretamente in Afghanistan...Non è un caso quindi che la caduta di Najibullah avvenne solo dopo il crollo dell' URSS, nel 1992
Bisogna quindi ammettere che Gorbaciov (nonostante non lo sopporto :D), costretto a ritirire le truppe , salvò il salvabile e agì bene in questa questione (l' unica cosa decente che fece come capo dell' URSS) , e se l' URSS non fosse crollata , non sarebbe neanche caduto Najibullah...In effetti il Politburo una volta che nel novembre 1986 decise il ritiro delle truppe , si pose come obiettivo minimo , dalle parole di Gorbaciov, che "l' Afghanistan non sarebbe stato occupato dagli americani"...e così avvenne (almeno finchè c' era l' URSS) ...

ulver81
11-06-10, 19:11
di niente :)



Inoltre dopo il ritiro ufficiale di tutte le truppe sovietiche 200 consiglieri militari e del KGB rimasero segretamente in Afghanistan...Non è un caso quindi che la caduta di Najibullah avvenne solo dopo il crollo dell' URSS, nel 1992
Bisogna quindi ammettere che Gorbaciov (nonostante non lo sopporto :D), costretto a ritirire le truppe , salvò il salvabile e agì bene in questa questione (l' unica cosa decente che fece come capo dell' URSS) , e se l' URSS non fosse crollata , non sarebbe neanche caduto Najibullah...In effetti il Politburo una volta che nel novembre 1986 decise il ritiro delle truppe , si pose come obiettivo minimo , dalle parole di Gorbaciov, che "l' Afghanistan non sarebbe stato occupato dagli americani"...e così avvenne (almeno finchè c' era l' URSS) ...

Ma su Gorbaciov sono d'accordo.Le condizioni per supportare Najibullah non esistevano più.Tale minaccia successivamente al crollo dell'Urss iniziò a espandersi nelle ex repubbliche confinanti, guarda caso con il supporto saudita (le tonnellate di corani in cirillico...).Tutto si può dire di Karimov e Nazarbayev, ma almeno con il crollo dell'Urss tennero a bada la minaccia islamica a rischio espansione.E in realtà oltre ai vari consiglieri militari e agenti non dimentichiamoci l'intervento "pacificatorio" in Tajikistan e il controllo dell'area di confine in Gorno Badakashan (ove si consumarono carneficine gratuite in un conflitto civile sponsorizzato anche dagli iraniani....).