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Visualizza Versione Completa : BANDIERE ITALIANE



occidentale
23-06-10, 09:13
Come da Titolo, per fornire qualche informazione e mostrare le bandiere dietro cui si sono uniti gli italiani, nel corso dei secoli.
Cominciamo ovviamente dal tricolore.
Sebbene alcune casate nobili del paese abbiano utilizzato i tre colori bianco rosso e verde (1) in vario modo affiancati nel corso dei secoli, il tricolore nasce certamente come bandiera rivoluzionaria nel corso dei tumultuosi anni in cui pareva che la Rivoluzione Francese dovesse cambiare definitivamente il destino dell'Europa e del Mondo.

(1) Tra essi i Malaspina del Ramo dello Spino Fiorito nel tardo '400 o i Gonzaga nel '500, solo per brevi periodi....

occidentale
23-06-10, 09:18
La rivoluzione francese diffuse l'idea di bandiera come emblema di un popolo, di una Nazione in armi, sostituendolo alle tradizionali insegne di Stati o addirittura di singole Casate sovrane, sino ad allora preminenti.

Scelse perciò un accostamento che fosse allo stesso tempo indicativo di certe aree della Nazione e allo stesso tempo semplice da vedere e da comprendere anche da lontano.
Nacque così l'innovativo e semplice tricolore.

occidentale
23-06-10, 09:24
Visto che l’idea di una bandiera unitaria della Nazione Italiana era purtroppo difficile da escogitare in un paese che veniva da secoli di stati regionali, comuni e signorie, nel 1797 la neonata Repubblica Cispadana, che ambiva a rappresentare le genti italiane decise di adottare un vessillo impostato sulla base del tricolore francese, cambiandone solo uno dei colori.
Questa idea avrebbe avuto fortuna.
A parte l'originale fu infatti l'unica bandiera dell'epoca rivoluzionaria a sopravvivere alla tempesta....

occidentale
23-06-10, 09:25
La Bandiera della Cispadana....1797
http://www.rbvex.it/europagif/italcisp.gif

occidentale
23-06-10, 09:29
Bandiera d'uso civile e militare.
Nacque il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia.
Di fatto è la prima bandiera italiana.
Come la repubblica di cui era insegna, cessò il 17 luglio 1797.

La bandiera fu preceduta (1796) dagli stendardi militari della Repubblica Transpadana ispirati al tricolore francese che Napoleone aveva assegnato agli italiani raccolti in Legioni che lo appoggiavano nella Guerra con l'Impero Austriaco.

Sull'emblema centrale, campeggiavano le iniziali della repubblica e un turcasso con quattro frecce, in rappresentanza di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, membri originari della Cispadana.

occidentale
23-06-10, 09:42
Il primo stato ad avere il tricolore come bandiera per lungo tempo fu però la Repubblica Cisalpina.
Fu anche il primo stato italiano a tutti gli effetti e il primo a modificare in vari modi e foggie la bandiera nazionale.
Il primo modello ebbe vita dal 10 maggio 1798 al 20 agosto 1802.

La Repubblica Cisalpina, sorta dall'incorporazione delle repubbliche Transpadana, Cispadana e Cisalpina si estese ad abbracciare la Lombardia, il Novarese e all'Emilia - non ebbe un modello preciso di bandiera fino al maggio del 1798, adottando talvolta la bandiera della Cispadana, senza però continuità.

Il Consiglio repubblicano rese infine ufficiale un tricolore a bande verticali, primo esempio di bandiera italiana odierna, anche se il drappo aveva taglio quadrato.

Nel gennaio 1802 il nome dello stato cambiò in Repubblica Italiana.
Il 20 agosto anche il tricolore venne sostituito.

occidentale
23-06-10, 09:43
http://www.rbvex.it/europagif/italica.gif
Modello 1798-1802

occidentale
23-06-10, 10:05
Nel Luglio del 1802 i dirigenti della Repubblica Cisalpina decisero di mettere definitivamente ordine nella questione sorta attorno alla bandiera.

Si decise di eliminare tutte le versioni preesistenti (Con bande disposte verticalmente all'asta con quella verde in primo luogo, con bande disposte orizzontalmente con la verde in alto, ecc ecc)

Si decise di creare un'asta tricolorata a spirale, terminante con punta bianca, su cui apporre la nuova bandiera della Repubblica.

Fu il vicepresidente Melzi d'Eril a impostarne i caratteri, prevalendo sui suoi avversari (tra cui spiccavano i "giacobini" italiani) e imponendo una bandiera di forma quadrata con tre quadrati di dei tre colori disposti l'uno nell'altro, per eliminare le somiglianza con il tricolore francese e attenuare le implicazioni "rivoluzionarie".
Ebbe vigore dal 20 Agosto 1802 al 15 Marzo 1805, sia per uso civile che per uso militare.

occidentale
23-06-10, 10:06
http://www.rbvex.it/europagif/italic1.gif
Secondo Modello 1802-1805

occidentale
23-06-10, 10:11
A metà del 1804, comunque viene sostituita l'asta tricolorata con una di nuova concezione per uso militare, totalmente verde con puntale in argento, sul tipo delle divise militari dell'Esercito Italico.

occidentale
23-06-10, 10:21
Tra le altre motivazioni che spinsero il Melzi a premere per il cambiamento della bandiera pare ci fosse anche la sua personale "faida" con i comandanti militari francesi in Italia, che facevano di tutto per svilire e occultare il nascente esercito italico, anche contro le istruzioni di Napoleone.
Un modo per dare visibilità alle istanze italiche anche dal punto di vista della bandiera, insomma.

Ivan
25-06-10, 10:33
http://www.ilduce.net/componentigrafiche/band1.JPG

Tricolore delle sei coorti della Legione Lombarda ( 1796).
Nel nastro, la scritta "Subordinazione alle leggi militari"

Ivan
25-06-10, 10:38
http://www.ilpadano.com/foto_notizie/tricolore%20cisalpino.jpg
Bandiera del secondo reggimento Ussari della Repubblica Cisalpina.

occidentale
14-07-10, 18:22
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cd/Flag_of_the_Republic_of_Venice_1848-49.gif

Ivan
22-10-10, 20:16
Luci sul tricolore romano

7 gennaio 2009 (01:00) | Autore: Mario Enzo Migliori

Il 7 gennaio (giorno dedicato Iano Patri) nel corrente anno è coinciso col bicentenario della bandiera italiana e molti e vari sono stati gli articoli e le ricostruzioni storiche del nostro tricolore nazionale. Non poteva mancare quello di Franco Cardini, storico (o, secondo l’opinione circolante, “tuttologo”) cattolico (tradizionalista?) apparso il 3.1.1997 sul quotidiano della C.E.I. “Avvenire” (p. 17) col significativo e ambiguo titolo: Ombre sul tricolore.

Naturalmente il titolo dice chiaramente, sotto la parvenza dell’obiettività della ricostruzione storica, dove vuol mirare l’articolista. Il quale nell’adozione italica del “ghibellino” verde non esclude che “vi fosse una sottintesa polemica anticlericale”. Ciò non gli impedirà di annotare che “i tre colori della nostra bandiera sono (insieme con il violaceo e il nero) alla base della liturgia cattolica: e bianco, verde, rosso figurano fin dal medioevo come rispettivi simboli delle tre virtù cardinali: fede, speranza, carità”.

Fortunatamente conclude che “ammantata di questi tre colori è la Beatrice che compare a Dante alla fine della cantica del Purgatorio: e questi erano i colori preferiti del secolo XV per le insegne e gli emblemi. Come si vede, il simbolo è per eccellenza polisemico e muta il valore a seconda delle istanze che stanno alla base della sua adozione e dei relativi contesti”.

Proprio per le valenze polisemiche delle simbologie dei colori ci ha meravigliato il fatto che in tutti gli scritti apparsi in occasione del bicentenario del tricolore italiano, che abbiamo avuto occasione di leggere, ma anche nelle voci di dizionari o enciclopedie o in pubblicazioni vessillologiche, nessuno noti il collegamento che si potrebbe fare con i colori trifunzionali a Roma, dei quali parla più volte il Dumézil (1): essi guarda caso (ma il caso esiste?) sono il Bianco, il Rosso e il Verde.

Ne L’ideologia tripartita degli Indoeuropei (2) il Dumézil così riassume la questione: “Un sistema completo a tre termini del simbolismo colorato s’incontra due volte nelle istituzioni romane. Il caso più interessante è quello dei colori delle fazioni del circo che assunsero grande importanza sotto l’impero e nella nuova Roma del Bosforo, ma che sono sicuramente anteriori all’impero e che gli studiosi di antichità romani collegarono del resto alle origini stesse di Romolo.”

“Le speculazioni esplicative di questi antichisti sono molteplici e intrise di pseudo-filosofia e di astrologia, ma una di queste, conservata da Giovanni il Lido, De mens. IV, 30, si riferisce a delle realtà romane e afferma che questi colori, che sono quattro, in epoca storica erano inizialmente tre (albati, russati, virides) in rapporto non solo con le divinità Jupiter, Mars e Venus (quest’ultima solo apparentemente sostituita a Flora) i cui valori funzionali sono evidenti (sovranità, guerra, fecondità), ma anche con le tribù primitive dei Ramnes, Luceres e Titienses”.

A questo proposito il Dumézil sottolinea di aver ricordato “che erano, nella leggenda delle origini, sia componenti etnici (Latini, Etruschi, Sabini) che funzionali (derivati da uomini sacri e governanti, da guerrieri professionisti e da ricchi pastori) e che in un altro passaggio (De magistrat. I, 47) Giovanni il Lido interpreta come paralleli alle tribù funzionali degli Egiziani e degli antichi Ateniesi”.

Ma, tornando all’utilizzo di questo simbolismo trifunzionale dei colori da parte dei Romani, va ricordato che sembra essere stato ignorato dai Greci e che quindi non potevano averlo trasmesso loro (3).

Tirando le somme, volenti o nolenti, possiamo affermare che nel tricolore italiano sventolano i colori trifunzionali indoeuropei e romani. Forse inconsapevolmente, ma realmente, il tricolore italiano costituisce la mirabile sintesi rappresentativa dell’unità nella diversificazione delle componenti sociali ed etniche, tradizionalmente intese, formatrici dell’Urbe e della nazione italica.

Note

(*) Articolo originariamente pubblicato in “Arthos”, a. I, n.s., n° 2, luglio – dicembre 1997, pp. 81-83.

(1) Georges Dumézil, Rituels indo-européens à Rome, Paris 1954, pp. 45-61; Id., L’idèologie tripartite des Indo-Européens, Bruxelles 1958 (tr. it. L’ideologia tripartita degli Indo-Europei, Rimini 1988, pp. 43-45); Id., Idèes romaines, Paris 1969, II ed. 1979 (tr. it. Idee romane, Genova 1987, pp. 201-214); Id., Fêtes romaines d’été et d’automne, suivi de Dix questions romaines, Paris 1975 (tr. it. parz. Feste romane, Genova 1989, pp. 171-175).

(2) Tr. cit., pp. 44-45.

(3) Cfr. G. Dumézil, Idee romane, p. 214. Per completezza, riteniamo utile riportare, qui in nota, da p. 214: “L’aggiunta di un quarto carro e d’un quarto colore ai tre preesistenti può spiegarsi con quanto si conosce della storia di Roma: Roma stessa, dice la tradizione, è passata, alla fine della monarchia, da un sistema di tre tribù a un sistema di quattro (localmente distribuite). Dopo questa riforma, non era forse naturale che anche il numero dei carri, se era legato alle tribù, fosse aumentato di una unità? L’affermazione, invece, di Tertulliano (De spectaculis, IX, 5), per esempio, secondo la quale non c’erano primitivamente che due carri con due colori, a cui ne furono aggiunti altri due, non si regge su nessuna realtà romana identificabile, ma soltanto su una costruzione simbolica: i due colori fondamentali, il bianco e il rosso, avrebbero simbolizzato l’inverno e l’estate, ob nives candidas ob solis ruborem”. “Nello stesso ordine d’idee, a partire dal sistema a tre termini ‘bianco, rosso, verde’, è facilmente comprensibile che sia stato scelto l’azzurro quando fu necessario un quarto colore. Il verde e l’azzurro sono come due specificazioni d’una stessa impressione di colore che ci è difficile definire in francese, ma che il latino ben esprimeva caerul(e)us: prima ‘azzurro’, giacché Ennio scrive caeli caerula templa, e l’aggettivo è del resto derivato, per dissimilazione, da caelum, ma anche ‘verde’, poiché ancora Ennio parla dei caerula laetaque prata, e infine al tempo stesso ‘scuro’ o ‘nero’ poiché Virgilio e tanti poeti lo considerano un colore infernale che Servio, commentando Virgilio, rende sinonimo arcaico di niger e che un glossario precisa in niger cum splendore. L’antica tavolozza deve essere stata quindi rispettata al massimo, conformemente allo spirito conservatore della religione romana: il terzo colore deve essere stato, insomma, sdoppiato”.


http://www.centrostudilaruna.it/luci-sul-tricolore-romano.html

Lucio Vero
22-10-10, 21:01
Tirando le somme, volenti o nolenti, possiamo affermare che nel tricolore italiano sventolano i colori trifunzionali indoeuropei e romani. Forse inconsapevolmente, ma realmente, il tricolore italiano costituisce la mirabile sintesi rappresentativa dell’unità nella diversificazione delle componenti sociali ed etniche, tradizionalmente intese, formatrici dell’Urbe e della nazione italica.

Molto interessante e soprattutto ampiamente condivisibile. Conoscevo questa interpretazione presente nelle opere del grande Dumezil, ma non conoscevo la bibliografia. Approfondirò. :chefico:

Mc Queen
24-10-10, 08:23
Molto interessante e soprattutto ampiamente condivisibile. Conoscevo questa interpretazione presente nelle opere del grande Dumezil, ma non conoscevo la bibliografia. Approfondirò. :chefico:



.....un tricolore esattamente identico a quello francese (tranne che il verde al posto del blu) apparso in qualità di vessillo nazionale, guarda caso, proprio nel 1796 (Napoleone in Italia).

Continuate pure a credere alle astrusità indo-etc. etc. :gluglu: