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Visualizza Versione Completa : I "no"



Cuordy
14-01-16, 17:52
Non c'è verdura o frutta di stagione che possa fare bene ad un bambino quanto un "NO".

Siete d'accordo?

massena
15-01-16, 10:16
non c'è verdura o frutta di stagione che possa fare bene ad un bambino quanto un "no".

Siete d'accordo?

dipende

Hatshepsut
15-01-16, 10:24
Non c'è verdura o frutta di stagione che possa fare bene ad un bambino quanto un "NO".

Siete d'accordo?

Ma in che senso? Parli delle richieste capricciose o eccessive? Dire sempre NO non va bene perchè perde di senso, ma di sicuro un no deve rimanere tale, altrimenti si rischia di perdere autorevolezza.
Mi capita di vedere genitori distribuire i NO sulla base della propria esigenza momentanea (il classico 'non fare questo gioco perchè ti sporchi il vestito) piuttosto che su quella giusta per insegnare al bambino.

mary ann
15-01-16, 13:06
Non c'è verdura o frutta di stagione che possa fare bene ad un bambino quanto un "NO".

Siete d'accordo?
In linea di massima, sì, sono d'accordo perché "senza i "no" precisi non ci sono i "sì" chiari."

Cuordy
15-01-16, 21:12
In linea di massima, sì, sono d'accordo perché "senza i "no" precisi non ci sono i "sì" chiari."

Esattamente, è quello che penso anche io.

Come ogni cosa anche i "no" devono essere intelligenti e non sparati a casaccio, o peggio ancora per egoismo.

massena
18-01-16, 15:28
Esattamente, è quello che penso anche io.

Come ogni cosa anche i "no" devono essere intelligenti e non sparati a casaccio, o peggio ancora per egoismo.

appunto.
c'è qualcuno che ha il "no" di default. magari per le sciocchezze, per non faticare in nessun modo.
io sono per il "si" e il "no" spiegato. poi sono il primo a farmi un esame di coscienza. se posso fare qualcosa insieme ai bimbi, rinunciando al tempo libero, faccio di tutto per dire "si".
se poi mi chiedono "posso andare a giocare...." prima dico SI, poi penso alle eventuali conseguenze negative e detto condizioni o impedisco.

mary ann
18-01-16, 17:00
io sono per il "si" e il "no" spiegato.

Il "no" va sempre spiegato, il "si" non necessita alcuna spiegazione, perché è già chiaro e cristallino.

Mos Maiorum
18-01-16, 17:42
La strategia dipende dall'età.

E' inutile cercare di convincere un bambino di tre anni della ragione di un rifiuto o della necessità di non compiere una determinata azione (probabilmente non vi chiederà il permesso, dunque cade la necessità di una spiegazione). Quando il comportamento del bambino lo pone in pericolo gli deve essere impedito materialmente di nuocere a sé stesso, con l'astuzia e senza discussioni o intimidazioni patetiche e inutili dalle quali l'infante non può trarre nessun insegnamento.

FRUGALE
19-01-16, 13:46
Il bambino dev'essere educato ad obbedire.
Con l'avanzare dell'età e lo sviluppo del comprendonio avrà gli strumenti per capire le motivazioni che stanno dietro ai si e ai no (motivazioni di cui dovrà essere al corrente).

massena
20-01-16, 15:04
Il bambino dev'essere educato ad obbedire.
Con l'avanzare dell'età e lo sviluppo del comprendonio avrà gli strumenti per capire le motivazioni che stanno dietro ai si e ai no (motivazioni di cui dovrà essere al corrente).

secondo me il "succo" è definire quanto tempo (fatica) possa costare ad un genitore occuparsi dei figli.
una volta ("quando tutto andava bene", prima del '68 e blablablabla) dei figli non si occupava nessuno a parte il soddisfacimento dei bisogni primari e culturali (vai a scuola perché SI o perché devi prendere il diploma e non fare la fame come i tuoi antenati).
Gli "ordini" verso i figli erano una cosa naturale, come era naturale obbedire o subirne le conseguenza (mazzate, privazioni ecc. ).
chi si ribellava o era un delinquente o "mostra carattere".

riconosciamo che adesso è molto più difficile, nonostante ai figli si dedichi molto più tempo e risorse economiche rispetto a una volta. da un lato nessuno riconosce più alcun tipo di "autorità superiore", dall'altro siamo più "democratici" e ci piace convincere piuttosto che imporre.

quando sento dare degli "smidollati" ai giovani, compresi i giovani genitori (mi ci metto anche io) mi girano le palle, perché una volta l'educazione era a suon di sganassoni ed era naturale obbedire al re, alla famiglia, al parroco ecc.
adesso queste cose non ci sono più, ma non per colpa del '68, ma semplicemente perché la storia è cambiata e siamo più liberi in tutti i sensi. oltre che molto più benestanti.
la mia soddisfazione sarà vedere che ho cresciuto figli responsabili e sereni. almeno questo è il mio scopo, spero di non essere deluso.

furioso2013
22-01-16, 14:00
Il bambino dev'essere educato ad obbedire.
Con l'avanzare dell'età e lo sviluppo del comprendonio avrà gli strumenti per capire le motivazioni che stanno dietro ai si e ai no (motivazioni di cui dovrà essere al corrente).

potresti essere più chiaro ?

mary ann
22-01-16, 14:52
Il bambino dev'essere educato ad obbedire.

Non sono d'accordo. Assolutamente contraria.

erinnot
27-02-16, 16:26
Il bambino dev'essere educato ad obbedire.
Con l'avanzare dell'età e lo sviluppo del comprendonio avrà gli strumenti per capire le motivazioni che stanno dietro ai si e ai no (motivazioni di cui dovrà essere al corrente).

Io ci ho messo due anni a rapportarmi in funzione di una sorta di giudizio.
La mia speranza era che riconoscessero gli ordini non convenienti e rispondessero con un ' no'.
Invece ho il timore che nell' impostare questa interazione come un gioco, io abbia generato in loro confusione, che a ricordare il disorientamento dei primi scherzi sono leggermente sgomento.
Ma adesso pero' riflettono prima di obbedire.

Mi ripropongo spesso di lavorare sul ' no' alla persuasione, ma non so ancora da dove cominciare.

Cuordy
01-03-16, 20:47
Comunque mi par di capire che i "no alternativi" (quelli intelligenti) debbano servire più che altro per stabilire l'autorità del genitore e per abituare il bambino alle rinunce e alle regole.

Primo esempio che mi viene in mente così su due piedi. Siamo sulla spiaggia. È praticamente arrivata l'ora in cui la bambina può rituffarsi in acqua per fare un bagno. Lei mi chiede se può farlo. Io le dico "no, non adesso, aspetta ancora un altro pochino perché devo finire di leggere", quando poi non mi interessa affatto continuare a leggere.

Onestamente. Vi sembra un utilizzo corretto del no?

massena
02-03-16, 17:48
Comunque mi par di capire che i "no alternativi" (quelli intelligenti) debbano servire più che altro per stabilire l'autorità del genitore e per abituare il bambino alle rinunce e alle regole.

Primo esempio che mi viene in mente così su due piedi. Siamo sulla spiaggia. È praticamente arrivata l'ora in cui la bambina può rituffarsi in acqua per fare un bagno. Lei mi chiede se può farlo. Io le dico "no, non adesso, aspetta ancora un altro pochino perché devo finire di leggere", quando poi non mi interessa affatto continuare a leggere.

Onestamente. Vi sembra un utilizzo corretto del no?

sai che non ho mica capito cosa intendi?
io parto dal presupposto che ai figli meno palle si raccontano meglio è.
quindi non mi sono (quasi) mai inventato scuse.
anche perché LORO hanno una memoria ferrea, e non mi piace dover sostenere cose quando si accorgono che ho mentito.
adesso cominciano ad avere l'età che non sono più un dio in terra e mi potrebbero mandare a cagare. ci rimarrei malissimo. meglio passare per cattivo.

erinnot
02-03-16, 19:26
Comunque mi par di capire che i "no alternativi" (quelli intelligenti) debbano servire più che altro per stabilire l'autorità del genitore e per abituare il bambino alle rinunce e alle regole.

Primo esempio che mi viene in mente così su due piedi. Siamo sulla spiaggia. È praticamente arrivata l'ora in cui la bambina può rituffarsi in acqua per fare un bagno. Lei mi chiede se può farlo. Io le dico "no, non adesso, aspetta ancora un altro pochino perché devo finire di leggere", quando poi non mi interessa affatto continuare a leggere.

Onestamente. Vi sembra un utilizzo corretto del no?

Per me è un buon atteggiamento, quando si intende disciplinare verso la temperanza.
Ma temo di essere il primo a difettare di questa dote.

mary ann
03-03-16, 14:53
Comunque mi par di capire che i "no alternativi" (quelli intelligenti) debbano servire più che altro per stabilire l'autorità del genitore e per abituare il bambino alle rinunce e alle regole.

Primo esempio che mi viene in mente così su due piedi. Siamo sulla spiaggia. È praticamente arrivata l'ora in cui la bambina può rituffarsi in acqua per fare un bagno. Lei mi chiede se può farlo. Io le dico "no, non adesso, aspetta ancora un altro pochino perché devo finire di leggere", quando poi non mi interessa affatto continuare a leggere.

Onestamente. Vi sembra un utilizzo corretto del no?
No. Perché il tuo "no" è un "no" insensato.

Hatshepsut
03-03-16, 14:57
No. Perché il tuo "no" è un "no" insensato.
Si concordo. I bambini non sono mica stupidi, se non capiscono il senso del no finiscono per non fidarsi più. Non è importante che non facciano capricci, ma che capiscano il significato. Se spiego al bambino il motivo per cui deve aspettare a fare il bagno, probabilmente farà capricci lo stesso, ma se avrà capito il senso continuerà a fidarsi del genitore...pur provando a corromperlo in tutti i modi :)

Cuordy
03-03-16, 16:17
No. Perché il tuo "no" è un "no" insensato.

Non mi pare insensato. È un no costruito su di una buona scusa ed è dettato dall'intento di educare il bambino (4 anni) all'autorità del genitore, alla pazienza, alle rinunce e alle regole.

Cuordy
03-03-16, 16:21
Si concordo. I bambini non sono mica stupidi, se non capiscono il senso del no finiscono per non fidarsi più. Non è importante che non facciano capricci, ma che capiscano il significato. Se spiego al bambino il motivo per cui deve aspettare a fare il bagno, probabilmente farà capricci lo stesso, ma se avrà capito il senso continuerà a fidarsi del genitore...pur provando a corromperlo in tutti i modi :)

Ma il senso del no ipotizzato nel mio esempio è talmente palese che appunto anche un bambino lo capisce con facilità.
Bambina che non può fare il bagno da sola perché troppo piccola. Mare a due passi. Bagno. Aspettare qualche minuto perché il babbo deve finire di leggere una cosa sul giornale che ha in mano. Il babbo ha finito di leggere adesso si può fare il bagno.
Ps. Non ho detto che gliela menerei ogni volta. È solo un esempio.

Hatshepsut
03-03-16, 16:28
Ma il senso del no ipotizzato nel mio esempio è talmente palese che appunto anche un bambino lo capisce con facilità.
Bambina che non può fare il bagno da sola perché troppo piccola. Mare a due passi. Bagno. Aspettare qualche minuto perché il babbo deve finire di leggere una cosa sul giornale che ha in mano. Il babbo ha finito di leggere adesso si può fare il bagno.
Ps. Non ho detto che gliela menerei ogni volta. È solo un esempio.

Si si chiaro. Ma hai provato e sei riuscito a far capire a un bimbo piccolo l'importanza di finire di leggere il giornale? Secondo me fino a una certa età è inutile, cioè devi esercitare una buona dose di autoritarismo per riuscirci, con conseguente stress per entrambi.
Dipende dall'età, ad ognuna le sue regole e le sue difficoltà.

Cuordy
04-03-16, 11:59
Si si chiaro. Ma hai provato e sei riuscito a far capire a un bimbo piccolo l'importanza di finire di leggere il giornale? Secondo me fino a una certa età è inutile, cioè devi esercitare una buona dose di autoritarismo per riuscirci, con conseguente stress per entrambi.
Dipende dall'età, ad ognuna le sue regole e le sue difficoltà.

Oggi all'età di quattro anni non ho alcun problema a far ubbidire mia figlia. E quando lo fa, lo fa quasi sempre addirittura con una certa serenità. Credo dipenda dal fatto che ci ho sempre lavorato con minuzia sulla sua educazione. E ti posso assicurare che è una bambina caratterialmente furba e ribelle. Poi magari sarebbe stato così anche se non avessi mai tentato di educarla. Modestamente sono ad ora credo di essere stato bravino. Poi vai a sapere i no che mi beccherò io da parte sua tra qualche tempo.

Diverso è il discorso quando è presente mia moglie. In questo caso la bambina sembra quasi un'altra persona.

Hatshepsut
04-03-16, 16:02
Oggi all'età di quattro anni non ho alcun problema a far ubbidire mia figlia. E quando lo fa, lo fa quasi sempre addirittura con una certa serenità. Credo dipenda dal fatto che ci ho sempre lavorato con minuzia sulla sua educazione. E ti posso assicurare che è una bambina caratterialmente furba e ribelle. Poi magari sarebbe stato così anche se non avessi mai tentato di educarla. Modestamente sono ad ora credo di essere stato bravino. Poi vai a sapere i no che mi beccherò io da parte sua tra qualche tempo.

Diverso è il discorso quando è presente mia moglie. In questo caso la bambina sembra quasi un'altra persona.

Verso i 6 anni arriva la fase in cui cominciano a voler affermare la propria volontà e il proprio punto di vista anche con testardaggine e per il gusto di contraddire. Una fatica!! Ma è anche divertente e motivo di orgoglio vedere come cercano strategie per sottrarsi al controllo o per imporsi. La mia a volte mi sembra un avvocato in erba :)

david477
04-03-16, 16:42
Spesso è necessario accompagnare il no con una sberla

Così il bambino associa il no al dolore della sberla e le volte dopo sarà necessario dire di no perché non insista per farlo diventare si


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Nina
06-03-16, 19:49
La strategia dipende dall'età.

E' inutile cercare di convincere un bambino di tre anni della ragione di un rifiuto o della necessità di non compiere una determinata azione (probabilmente non vi chiederà il permesso, dunque cade la necessità di una spiegazione).Quando il comportamento del bambino lo pone in pericolo gli deve essere impedito materialmente di nuocere a sé stesso, con l'astuzia e senza discussioni o intimidazioni patetiche e inutili dalle quali l'infante non può trarre nessun insegnamento.

Non è così. A 3 anni un/a bambino/a è perfettamente in grado di capire, studi di neuropsichiatria infantile lo dimostrano ampiamente. Anzi, non dando spiegazioni motivate e chiare, il/la bambino/a farà sempre più fatica a capire, e appena si troverà nella condizione di poter fare quella cosa senza essere osservato/a lo/a farà senza pensarci due volte, quindi verrà meno la fiducia nella figura del genitore. E crescendo, diventando adolescente, si creerà un distacco marcato e si perderà il dialogo.



Il bambino dev'essere educato ad obbedire.
Con l'avanzare dell'età e lo sviluppo del comprendonio avrà gli strumenti per capire le motivazioni che stanno dietro ai si e ai no (motivazioni di cui dovrà essere al corrente).

Io sostituirei la parola obbedire con: comprendere, capire.
Anche qui, comunque, ci sono un sacco di false credenze: è stato dimostrato che fin dai primissimi giorni di vita, i bambini sono in grado di capire, sentire, entrare in empatia con i caregiver di riferimento. In particolare la mamma. Si chiama Intersoggettività (primaria, secondaria, terziaria). Proprio nella fase 0-3 anni i bambini, a livello cerebrale, si trovano in un momento eccezionale in cui captano e comprendono una serie infinita di informazioni, le immagazzinano e le rielaborano; basta pensare al fatto che, proprio in quell'età, imparano a parlare, a camminare, ad afferrare oggetti, ad indicare, ecc. Il cervello, da piccoli, (adesso non ricordo le cifre esatte) ha molti più neuroni rispetto all'età adulta, ecco perche' un/a bambino/a fa meno fatica ad imparare a scrivere, a parlare, ecc. (avendo tutti figli vi sarà sicuramente capitato di vedere i vostri non fare alcuna fatica ad usare strumenti informatici - pur essendo molto piccoli - , e allo stesso tempo vedere i vostri genitori fare un sacco di fatica per imparare ad accendere e spegnere uno smartphone. Non è un caso. Il cervello si sviluppa dal basso verso l'alto, ciò significa che già a 7/8 mesi si sviluppa quella parte del cervello legata alla memoria a breve termine, e già a 2 anni circa si sviluppa la parte del cervello legata al linguaggio, ecc.).

Tutto questo per dire che: è sbagliato dire, e pensare, che con l'avanzare dell'età e del comprendonio avrà gli strumenti per capire. Si devono dare gli strumenti, proprio in quella fase, più si aspetta, più i bambini corrono il rischio di crescere con disfunzioni legate al loro carattere e alla loro percezione del pericolo, del bene e del male, avranno problemi a scegliere da adulti, ecc.


Comunque mi par di capire che i "no alternativi" (quelli intelligenti) debbano servire più che altro per stabilire l'autorità del genitore e per abituare il bambino alle rinunce e alle regole.

Primo esempio che mi viene in mente così su due piedi. Siamo sulla spiaggia. È praticamente arrivata l'ora in cui la bambina può rituffarsi in acqua per fare un bagno. Lei mi chiede se può farlo. Io le dico "no, non adesso, aspetta ancora un altro pochino perché devo finire di leggere", quando poi non mi interessa affatto continuare a leggere.

Onestamente. Vi sembra un utilizzo corretto del no?

Non a caso si parla di "no che aiutano a crescere".
L'importante è sempre spiegare, dialogare, mostrare amore e affetto. Proprio perche' i bambini capiscono e sentono tutto.
Nel tuo esempio, mi pare un no poco educativo. La tua bambina potrebbe pensare: per lui è più importante finire di leggere che dedicare del tempo a me, proprio perche' siete in un contesto di vacanza e non di lavoro. Sarebbe giustificato se tu stessi lavorando e se lei volesse a tutti i costi giocare. In quel caso sarebbero capricci.

Cuordy
07-03-16, 23:24
Non è così. A 3 anni un/a bambino/a è perfettamente in grado di capire, studi di neuropsichiatria infantile lo dimostrano ampiamente. Anzi, non dando spiegazioni motivate e chiare, il/la bambino/a farà sempre più fatica a capire, e appena si troverà nella condizione di poter fare quella cosa senza essere osservato/a lo/a farà senza pensarci due volte, quindi verrà meno la fiducia nella figura del genitore. E crescendo, diventando adolescente, si creerà un distacco marcato e si perderà il dialogo.




Io sostituirei la parola obbedire con: comprendere, capire.
Anche qui, comunque, ci sono un sacco di false credenze: è stato dimostrato che fin dai primissimi giorni di vita, i bambini sono in grado di capire, sentire, entrare in empatia con i caregiver di riferimento. In particolare la mamma. Si chiama Intersoggettività (primaria, secondaria, terziaria). Proprio nella fase 0-3 anni i bambini, a livello cerebrale, si trovano in un momento eccezionale in cui captano e comprendono una serie infinita di informazioni, le immagazzinano e le rielaborano; basta pensare al fatto che, proprio in quell'età, imparano a parlare, a camminare, ad afferrare oggetti, ad indicare, ecc. Il cervello, da piccoli, (adesso non ricordo le cifre esatte) ha molti più neuroni rispetto all'età adulta, ecco perche' un/a bambino/a fa meno fatica ad imparare a scrivere, a parlare, ecc. (avendo tutti figli vi sarà sicuramente capitato di vedere i vostri non fare alcuna fatica ad usare strumenti informatici - pur essendo molto piccoli - , e allo stesso tempo vedere i vostri genitori fare un sacco di fatica per imparare ad accendere e spegnere uno smartphone. Non è un caso. Il cervello si sviluppa dal basso verso l'alto, ciò significa che già a 7/8 mesi si sviluppa quella parte del cervello legata alla memoria a breve termine, e già a 2 anni circa si sviluppa la parte del cervello legata al linguaggio, ecc.).

Tutto questo per dire che: è sbagliato dire, e pensare, che con l'avanzare dell'età e del comprendonio avrà gli strumenti per capire. Si devono dare gli strumenti, proprio in quella fase, più si aspetta, più i bambini corrono il rischio di crescere con disfunzioni legate al loro carattere e alla loro percezione del pericolo, del bene e del male, avranno problemi a scegliere da adulti, ecc.



Non a caso si parla di "no che aiutano a crescere".
L'importante è sempre spiegare, dialogare, mostrare amore e affetto. Proprio perche' i bambini capiscono e sentono tutto.
Nel tuo esempio, mi pare un no poco educativo. La tua bambina potrebbe pensare: per lui è più importante finire di leggere che dedicare del tempo a me, proprio perche' siete in un contesto di vacanza e non di lavoro. Sarebbe giustificato se tu stessi lavorando e se lei volesse a tutti i costi giocare. In quel caso sarebbero capricci.

Ottimo intervento.

Però quel mio no va visto in un contesto molto più ampio: la bambina sa bene che il sottoscritto le dedica molto tempo. Però deve anche sapere che non può sempre avere tutto e subito, anche se siamo in vacanza. Non a caso ho parlato di pochi minuti, tanto per "iniettare" in lei con una piccola dose questa cosa.

Nina
08-03-16, 01:14
Ottimo intervento.

Però quel mio no va visto in un contesto molto più ampio: la bambina sa bene che il sottoscritto le dedica molto tempo. Però deve anche sapere che non può sempre avere tutto e subito, anche se siamo in vacanza. Non a caso ho parlato di pochi minuti, tanto per "iniettare" in lei con una piccola dose questa cosa.

Non entro nel merito perche' non vorrei rischiare di generalizzare. Ogni genitore ha il proprio stile educativo (anche non avere uno stile è di per sè uno stile). Il rischio che si corre è proprio questo: non tutti i genitori sono aperti al dialogo e a eventuali critiche (non è il tuo caso). Lavorando in quest'ambito purtroppo si vedono molte situazioni a rischio che in futuro potrebbero causare problemi seri alla società e a questi bambini che saranno adulti inconsapevoli. Leggevo proprio una ricerca sulla criminalità giovanile dovuta a problemi legati all'età infantile (genitori poco presenti, genitori tendenti a dire "tanto è piccolo non capisce", genitori separati, genitori morti, ecc.).

Ovviamente ho molto ampliato lo sguardo, ma solo per ribadire il concetto che i bambini non sono mai troppo piccoli per capire. Bisogna solo parlare il loro linguaggio.

Cuordy
09-03-16, 21:44
Non entro nel merito perche' non vorrei rischiare di generalizzare. Ogni genitore ha il proprio stile educativo (anche non avere uno stile è di per sè uno stile). Il rischio che si corre è proprio questo: non tutti i genitori sono aperti al dialogo e a eventuali critiche (non è il tuo caso). Lavorando in quest'ambito purtroppo si vedono molte situazioni a rischio che in futuro potrebbero causare problemi seri alla società e a questi bambini che saranno adulti inconsapevoli. Leggevo proprio una ricerca sulla criminalità giovanile dovuta a problemi legati all'età infantile (genitori poco presenti, genitori tendenti a dire "tanto è piccolo non capisce", genitori separati, genitori morti, ecc.).

Ovviamente ho molto ampliato lo sguardo, ma solo per ribadire il concetto che i bambini non sono mai troppo piccoli per capire. Bisogna solo parlare il loro linguaggio.

Ti chiedo solo una cosa. Almeno qui sul forum cerca di non porti troppo il problema se il genitore che hai davanti é aperto al dialogo e a eventuali critiche oppure no. Ti prego soprattutto di non farlo con me. Sarei lieto se su questo spazio certi problemi non ci si ponessero. Chi é disposto ad accettare il confronto bene altrimenti nessuno é obbligato a stare qui.

Nina
09-03-16, 21:49
Ti chiedo solo una cosa. Almeno qui sul forum cerca di non porti troppo il problema se il genitore che hai davanti é aperto al dialogo e a eventuali critiche oppure no. Ti prego soprattutto di non farlo con me. Sarei lieto se su questo spazio certi problemi non ci si ponessero. Chi é disposto ad accettare il confronto bene altrimenti nessuno é obbligato a stare qui.
Si chiama "tatto". Parola che, mi rendo perfettamente conto, su questo forum sembra sconosciuta. Scusa, la prossima volta parlerò da stronza come tutti qua dentro.

Cuordy
09-03-16, 21:57
Si chiama "tatto". Parola che, mi rendo perfettamente conto, su questo forum sembra sconosciuta. Scusa, la prossima volta parlerò da stronza come tutti qua dentro.

Come preferisci.