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Visualizza Versione Completa : Gli anticomplottisti sbugiardati



animal
20-01-16, 22:35
La verità su Sitchin, Nibiru e sul Pianeta X (http://ceifan.org/nibiru_pianetax.htm)


Uno dei tanti forum di intelligentoni che parlano e vogliono smerdare le cosiddette teorie complottistiche e mondialiste qaulificandole come bufale!

Legger con quanta enfasi e prosopopea irridono la tesi di Sichtin sul 10mo piantea Nibiru.

Ora notizia di oggi, gli scienzati hanno dichiarato che il sistema solare ha un decimo pianeta grande 5 volte la terra esattamente come disse il povero Sitchin
smerdati!

animal
22-01-16, 10:00
Uno dei piu' beceri forum anticomplottisti che buttano in vacca ogni notizia che vada contro al NWO, USA, Usrael.

C'e' solo da chiedersi...quanto saranno pagati????

Bufale.net | Bufale internet - bufale facebook - (http://www.bufale.net/home/)

tafazzo
22-01-16, 10:58
e' piu facile smerdare che sostenere una teoria..

animal
23-01-16, 13:07
intanto nel piu' assordante silenzio.....nessuno ne parla
anche quest' anno si riuniscono a Davos....

ma una bella slavina????

http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2016/01/23/Politica/Foto%20Politica%20-%20Trattate/2016-01-23T100802Z_81341866_LR1EC1N0S53DB_RTRMADP_3_DAVOS-MEETING-U43030410509211HPC-U4315096239118QUG-512x350@Corriere-Web-Nazionale.jpg?v=201601231159

animal
25-01-16, 12:15
Il Corriere della serva non si smentisce mai.
Da sempre fiancheggiatore dei terroristi ( vedesi anni di piombo sotto l'illuminata signora Crespi) ora non fa altro che riempire il sito con notizie e minacce , quindi pubblicita indiretta , ai tagliagole islamici.
avanti cosi

animal
28-01-16, 12:13
in questo inizio 2016 e' in atto un'invasione di un'onda nera di troll che sembravano limitarsi ad operare sul naziunale. Ora stanno operando anche nei forum piu' seri e tecnici....brutto segno per TP e non solo!

animal
30-01-16, 07:20
LE BESTIE DI DAVOS

Nine people everyone will be talking about at Davos 2016 - Telegraph (http://www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/davos/12102477/Nine-people-everyone-will-be-talking-about-at-Davos-2016.html?frame=endScreen)

patetico e' vedere TSIPRAS, il greco, come una scimmietta ammaestrata o la faccia di palta di Justine Trudeau il PM canadese, un misto tra il putto di Firenze e la faccia di merd........di Zuckerberg, colui che umilio' Putin in piu' occasioni.
E poi gli "artisti" che hanno venduto l'anima al potere pur di arricchirsi...insomma questo e' Davos....
ma una bella valanga no!!!!!!!:55434:

animal
31-01-16, 12:04
In Forum Economia parlando di faccebooke, ed esprimendo una serie di pensieri, uno dei taumaturghi del forum economico, ha chiosato il tutto con due parole: che simpatico delirio.:D
Questo e' il modo di agire dei massmediatici portatori della cultura ( si fa per dire) del liberismo, dell'individualismo, pero' massificato ( sembra una contraddizione ma non lo e') e dei disvalori tutti!
Aggiungero' per alzare il tiro che faccia da libro o meglio feccia da libro, rappresenta cio' che il vangelo e' stato per due millenni.
Un'intelligente operazione mass mediatica ( per i tempi) da parte dei figli di Sion, ora come allora, per ottenebbrare le menti ed il libero arbitrio del mondo classico.
Un'abile strumento per consentire ad una piccola razza di predoni di conquistare il mondo, manovrando le leve del potere e dell'economia .
Ora come allora.
Allora ci si flagellava felici di essere poveri in attesa della vita eterna, ora ci si bea solo per la gioia di cinguettare e di vedere una propria cazzata condivisa dal magico mondo della fuffa!
Svegliaaaaaaa anticomplottisti per inerzia o bovina quescienza...
per i prezzolati e manovratori invece possiate vedervi esplodere fra le mani il vostro diabolico strumento!:55434:

https://forum.termometropolitico.it/images/styles/CreativeCreature/misc/quote_icon.png Originariamente Scritto da animal https://forum.termometropolitico.it/images/styles/CreativeCreature/buttons/viewpost-right.png (https://forum.termometropolitico.it/147314-azioni-facebook-il-pacco-del-secolo-31.html#post15146043)



Detto questo, mi piacerebbe sapere tra i tanti brevetti ( ah ah ah) comperati sembrerebbe da faccia di...libro, quanti siano veramente innovativi.
E quanti siano a protezione di un effettiva ricerca da parte di questo beneficiato della Cia sionista.
A suo tempo circa 15 anni fa odiavo internet, ritenendolo un male, un grande male.
Diciamo che con il tempo ne ho scoperto alcune potenzialita' ( tipo usufruire gratis di ottimi video musicali...ma le royalties agli artisti? e i mancati guadagni con inevitabile scadimento della musica in genere? sara' un caso ma la musica del nuovo millennio e' un ciofecaio unico....non sara' anche colpa di internet????), ma forse sono piu' i danni che ha causato ( caduta libera della carta stampata, giornali e libri con un indotto solo in italia di decine di migliaia di lavoratori).
Tramite internet si possono veicolare le tragedie e le immagini di gruppi terroristici creando nella gente un senso di impotenza ed angoscia; tramite internet esistono social di ogni tipo che condizionano talvolta la vita delle persone.
Ok diciamola, rinuncerei volentieri ad internet e tornerei a scrivere una bella lettera a mano.

Ma tornando a faccia di libro e' il nulla cosmico che condiziona la vita delle persone, che prima di mangiare in un ristorante, ti dicono " aspetta che faccio una foto e la pubblico" , oppure prima di schiattare in un incidente pubblicano la foto o la notizia su cinguettii e poi vengono travolti dall'inondazione ( e' successo di recente nel piacentino).

Insomma e' un metodo bestiale per mondializzare le proprie, talora insulse vite, annullando cosi' l'aspirazione che una volta esisteva di fare qualcosa nel reale per non essere insulsi.
Basta un autoscatto fatto vicino ad un increstato giocatore per sentirsi sulla vetta dell'everest. Io gli autoscatti li facevo vent'anni fa, e al massimo li mandavo alla mia donna del momento.

Chissa' cosa ci propinera' il mercato internauta del futuro?
La butto li: un social dove i peggiori vizi e comportamenti criminali verranno spiattellati al mondo , facendone di essi, non piu' una cosa sgradevole e da combattere, ma un'ambizione da ricercare e ottenere a qualsiasi costo.....per la finale distruzione dell'Etica umana, o di quello che ormai resta.

https://forum.termometropolitico.it/customavatars/avatar35_3.gif

che simpatico delirio

I

animal
01-02-16, 10:30
Risaputo che il movimento scout e' massonico di ispirazione.
Non per niente lo furono anche il bimbo minchia di firenze, e senz'altro la baldracchini...eccone una conferma

L’appello di duecento capi scout: «Sì alla Cirinnà, diritti per tutti» - Corriere.it (http://www.corriere.it/politica/16_gennaio_30/gay-l-appello-105-capi-scout-si-cirinna-diritti-tutti-11706e3c-c766-11e5-b16b-305158216b61.shtml)

animal
03-02-16, 06:51
sempre in tema di bufale svelate ed anticomplottisti, ecco il principe dei complottisti, Giulietto Chiesa, censurato dai media itaglioni.
A partire dal minuto 41.30 un'interessante rassegna, su domande degli ascoltatori, sulla situazione geopolitica in corso, per concludere sulla grande bufala delle scie chimiche.
Un campionario di bufale talmente evidenti che faranno sorridere e stare bene i portatori del verbo unico, quello di Obomba , e dei prezzolati portavoce dei petofili europei al potere.

Disponibile il PODCAST dell?intervista di Mauro Biglino a Border Nights | Mauro Biglino (http://maurobiglino.it/2016/02/disponibile-il-podcast-dellintervista-di-mauro-biglino-a-border-nights/)

Pazzoide
03-02-16, 07:58
Il Corriere della serva non si smentisce mai.
Da sempre fiancheggiatore dei terroristi ( vedesi anni di piombo sotto l'illuminata signora Crespi) ora non fa altro che riempire il sito con notizie e minacce , quindi pubblicita indiretta , ai tagliagole islamici.
avanti cosi

Il sito e diventato anche a pagamento...e per quello che offre(o meglio, non offre) non ne vale assolutamente la pena.

animal
03-02-16, 13:15
un esempio di uno squallido, ma a sentire loro magari divertente, promo degli anticomplottisti.
Adele, la cantante anti Trump e' un'illuminata???
Potrebbe esserlo per svariate ragioni, ma il filmetto la butta in vacca disegnando un triangolo tra Inghilterra spagna e grecia in veste chiaramente comica e denigratoria!

https://www.youtube.com/watch?v=jSrZE_DRFs0

dDuck
04-02-16, 11:15
Cominciamo a dire che su ogni singolo argomento puoi avere ragione o torto.

In genere i complottisti dicono stronzate, ci sta che qualche volta hanno parzialmente ragione e quasi mai ragione piena.

Che possano esserci altri pianeti nel sistema solare non è un mistero.

tafazzo
04-02-16, 11:34
Cominciamo a dire che su ogni singolo argomento puoi avere ragione o torto.

In genere i complottisti dicono stronzate, ci sta che qualche volta hanno parzialmente ragione e quasi mai ragione piena.

Che possano esserci altri pianeti nel sistema solare non è un mistero.


altri pianeti rispetto a cosa ? al nostro ?

animal
05-02-16, 09:01
altri pianeti rispetto a cosa ? al nostro ?

si intendeva sistema solare, e il decimo pianeta viene chiamato Nibiru ( secondo Sitchin e i testi sumero accadici).
Che sia vero o no, e le nuove ricerche sembrano confermarlo, sta il fatto che Sitchin venne visto come un pazzo visionario, come lo e' ora Biglino.
Per la maggior parte trattasi di bufale crasse bufale...ai posteri.....

animal
11-02-16, 19:44
ROCKFELLER GIOCA CON IL FUOCO. IL SISTEMA FONDATO SUL PETROLIO DIVENTA SEMPRE PIU’ PERICOLOSO http://www.informarexresistere.fr/wp-content/uploads/2016/02/arton32740-68a36-680x365.jpg
febbraio 08
13:42 2016

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��by Informare per resistere (http://www.informarexresistere.fr/author/admin/)  2 Comments (http://www.informarexresistere.fr/2016/02/08/rockfeller-gioca-con-il-fuoco-il-sistema-fondato-sul-petrolio-diventa-sempre-piu-pericoloso/#comments)



- DI CALEB MAUPIN -
Il prezzo del petrolio è sceso sotto i 30 dollari al barile e questa storia che – quando cominciò nel 2014 – mise in allarme il mondo, sta durando molto più del previsto, tanto che anche gas naturale, acciaio, rame e altre materie prime vedono il loro prezzo scendere e gli economisti si stanno preoccupando perché tutti i segnali indicano che ci si deve aspettare una qualche specie di recessione.






I media americani vorrebbero farci credere che il “rallentamento cinese” è l’unico responsabile di questa escalation che si sta profilando sulla crisi economica. Comunque, è ampiamente riconosciuto che i prezzi bassi del petrolio stanno diventando piuttosto costosi per l’economia globale e che questa deflazione artificiale e prolungata sta diventando sempre più pericolosa. Il calo dei prezzi è stato programmato intenzionalmente e serve per delle precise ragioni.
Serve per dei motivi molto egoistici, la Casa di Rockefeller sta giocando con il fuoco, e minaccia di radere al suolo l’intera economia globale.
Assicurare il potere della Exxon-Mobile
I Rockefeller sono una delle famiglie più potenti degli Stati Uniti, e lo sono da parecchio tempo. La loro storia può essere fatta risalire al 19° secolo e alla nascita di una società denominata Standard Oil. Oggi, il loro potere è accentrato nella più grande società petrolifera del mondo, la Exxon-Mobile che è l’erede diretta della Standard Oil di John D. Rockefeller ed è, oggi, la quinta società per importanza al mondo.
Molto tempo fa, durante la scalata dei Rockefeller verso il potere, la loro tattica preferita – per battere i concorrenti – era manipolare i prezzi. Nel 1800, i Rockefeller avrebbero fatto scendere il prezzo per inondare i mercati con il loro petrolio a buon mercato, poi, quando i loro avversari non ce l’avrebbero più fatta, avrebbero fatto ri-aumentare i prezzi, e incassato maggiori profitti che mai.
Questo metodo per centralizzare il potere economico è stato teorizzato – quasi come una scienza – da John D. Rockefeller e dai suoi tirapiedi, tanto che, la Standard Oil, fu oggetto delle famose riforme “trust-busting (http://www.encyclopedia.com/doc/1G2-3401804290.html)” di Theodore Roosevelt.
Nei decenni più recenti, i Rockefeller si sono distinti tra elite più potenti negli Stati Uniti per la loro visibilità politica. Il Council on Foreign Relations – il think tank più segreto in cui viene discussa e decisa la politica estera americana – è quasi completamente finanziato con il danaro della Rockefeller e della Ford Foundation. Il denaro di Rockefeller sta dietro Asia Society, Open Society Foundations, e molte altre voci chiave per il discorso politico USA.
Benché i Rockefeller siano tra le persone più ricche della terra, la loro ricchezza non si traduce in una politica conservatrice come qualcuno potrebbe ingenuamente presumere. Dalla fine della seconda guerra mondiale, i Rockefeller sono diventati liberali. Iscrizioni in onore dei Rockefeller si trovano all’interno della Riverside Church, una istituzione religiosa di New York City che si prodiga per l’attivismo contro la guerra e per i diritti civili.
La MS-NBC, la rete televisiva americana che promuove la politica liberale di Rachel Maddow e Chris Hayes, così come gli sketch comici a favore del partito democratico del Saturday Night Live, trasmette dal Rockefeller Center di Manhattan. Il blocco della National Broadcasting Company (NBC) dei media è stato creato dalla General Electric, uno dei più grandi appaltatori militari, anche questa parte dell’impero di Rockefeller.
La famiglia Rockefeller è conosciuta per promuovere la scelta per la riproduzione (http://www.law-lib.utoronto.ca/diana/fulltext/free3.pdf), così come per i diritti LGBTQ (http://www.usatoday.com/story/news/nation-now/2015/06/01/lgbtq-questioning-queer-meaning/26925563/). Tutti strettamente legati al Partito Democratico. Il terreno su cui è stata costruita la sede delle Nazioni Unite era di proprietà della famiglia Rockefeller ed è stata offerta come donazione personale.
Il fatto che questa potente famiglia sia proprietaria della Exxon-Mobile non può essere tenuto separato dalle loro alleanze politiche strategiche. L’amministrazione di Barack Obama ed il Partito Democratico sono stati fedeli servitori economici e politici della dinastia Rockefeller. Il denaro che fa muovere i principali avversari politici dei democratici arriva dai maggiori concorrenti della Exxon-Mobile. L’ossessione di MS-NBC di demonizzare i “Koch Brothers” come l’incarnazione del moderno male politico non è semplicemente politica.
Dietro la politica c’è una classica rivalità di mercato tra Exxon-Mobile e Koch Industries.
Lo schema petrolifero CIA-Rockefeller
Tre sono i paesi in maggior competizione con gli Stati Uniti sulla scena geopolitica – Russia, Venezuela e Iran – sono anche esportatori di petrolio e grandi concorrenti delle compagnie petrolifere americane. Tutti e tre questi paesi hanno economie indipendenti incentrate su risorse naturali di proprietà del governo. Ciascuno di questi paesi sta soffrendo gravi conseguenze per il calo del prezzo del petrolio.
In Venezuela, l’opposizione di destra – finanziata da Rockefeller- e dalle ONG collegate alla Fondazione Ford – ha preso il controllo del parlamento nelle elezioni di dicembre 2015. Il movimento bolivariano, guidato dal Partito Socialista Unito e da Nicolas Maduro, è salito al potere utilizzando i proventi del petrolio per finanziare case, istruzione, assistenza medica, e media controllati dalla comunità. Il calo del prezzo del petrolio ha provocato enormi problemi a questo schieramento ed ha indebolito i suoi programmi sociali.
I problemi economici creati dalle sanzioni USA nei confronti della Repubblica islamica dell’Iran si sono intensificati con la flessione del prezzo del petrolio. La difficile situazione economica ha avuto effetti sull’opinione pubblica iraniana ed ha rafforzato la posizione del presidente Hassan Rouhani e delle forze che si fanno chiamare “movimento riformista.” Il calo del prezzo del petrolio è stato un fattore significativo nel determinare la conclusione nucleare del P5+1, in base al quale i due terzi del pacifico programma di energia nucleare iraniano è stato smantellato.
La Russia è stata costretta a tagliare il suo budget nazionale. Gli investimenti fatti dal governo avevano reso Vladimir Putin molto popolare e proprio petrolio e gas naturale, di proprietà del governo, hanno permesso alla Russia di far ripartire la sua economia dopo il periodo disastroso degli anni 1990.
I Rockefeller e i loro amici del Council on Foreign Relations hanno stabilito che mantenere bassi a lungo i prezzi del petrolio serve per gli obiettivi di politica estera USA – cioè, serve a mantenere Wall Street al centro dell’economia globale.
Quindi, come si fa tenere basso il prezzo del petrolio? Per quale motivo i prezzi scendono? Le innovazioni tecnologiche, come il fracking idraulico e i nuovi metodi di perforazione, hanno sicuramente fatto la loro parte, ma l’ultima goccia è stato il Regno dell’ Arabia Saudita. La monarchia saudita – quella repressiva, quella che viola i diritti umani – quella che continua ogni giorno a versare decine di milioni di barili di petrolio sul mercato internazionale, malgrado la perdita di miliardi di dollari e una escalation della crisi interna, il regime saudita continua ad espandere il suo apparato che produce petrolio. Il 1.° gennaio l’Arabia Saudita ha giustiziato 47 persone, dimostrando così che i suoi problemi interni sono sempre enormi.
Il motivo di tanta indulgenza dell’Arabia Saudita in questa politica autodistruttiva è solo obbedienza. Il petrolio saudita è “de facto” di proprietà di Wall Street. L’Arabia Saudita ha il quarto budget militare del mondo e acquista armi quasi esclusivamente dagli Stati Uniti. Il Regno funge da propaggine in Medio Orientale delle grandi corporazioni petrolifere e militari USA. Il regime saudita sta inondando il mercato di petrolio, sta perdendo soldi, e sta distruggendo il proprio paese, perché i boss della Exxon-Mobile, vale a dire, la famiglia Rockefeller, glielo stanno ordinando.
Trump e l’Opposizione dei Koch

Il calo del prezzo del petrolio non ha semplicemente fini geopolitici, c’è anche una fine interno. L’invenzione di fracking idraulico e l’aumento della produzione nazionale di petrolio negli Stati Uniti sono serviti a rafforzare la concorrenza contro i Rockefeller. I Koch Brothers ne sono usciti più forti che mai, insieme ad una serie di magnati minori del petrolio, che non possono godere di quella influenza radicata e consolidata della dinastia dei Rockefeller.
Il Congresso degli Stati Uniti ha revocato il divieto di esportazione di petrolio emesso nel1973 ed ora questi concorrenti nazionali possono esportare sui mercati internazionali. Non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno che la Keystone Pipeline, e la “Drill, baby, drill!” siano diventate una chiamata alle armi per la politica repubblicana. “Drill, baby, drill!” significa spezzare il potere dei Rockefeller e dare man forte alle Koch Industries, insieme a un’altra masnada di nuovi ricchi che li appoggiano e che vogliono una fetta più grande dei profitti petroliferi.
I Rockefeller sperano che il calo del prezzo del petrolio non solo possa sconfiggere il blocco anticapitalista che sta emergendo in tutto il mondo, ma anche i loro concorrenti interni. Una strategia che sta funzionando bene .
Houston, la centrale politica dell’insurrezione dei Koch, sta vivendo una crisi degli alloggi a causa del calo del prezzo del petrolio. Un recente articolo del Wall Street Journal ha evidenziato come una città del Montana – Williston – in pieno boom qualche anno fa, sia stata devastata con il nuovo petrolio.
Ora che il Tea Party – più ideologicamente di destra – ha fatto il suo corso, i fratelli Koch hanno messo Donald Trump come loro uomo forte contro l’istituzione Rockefeller. Così Trump predica l’odio contro gli immigrati e i musulmani, si batte il petto con un falso populismo da “uomo qualunque” e sta tentando di costruire un esercito politico. La speranza non è tanto arrivare alla presidenza, ma far sentire la forza del loro braccio ai think tank della Fondazione Ford e Rockefeller è che queste la smettano a tenersi stretto il loro monopolio delle scelte politiche. La ragione per cui Trump si tiene lontano dalle critiche alla solita politica estera USA, tanto che sembra più favorevole verso la Russia e più critico per l’Arabia Saudita, è perché rappresenta la parte di Wall Street che si oppone al dominio dei Rockefeller. Altre strategie nei confronti dei paesi esportatori di petrolio non sono affatto off-limits.
Oltre alla rivalità di mercato, esiste una lunga storia di tensioni tra CIA e Pentagono. La leadership della CIA viene addestrata in luoghi come Harvard e Yale, dove si studia attentamente l’arte di come raggiungere obiettivi geopolitici a lungo termine. I vertici militari, dell’altra parte, vengono addestrati solo nella dura scienza di come si fanno esplodere le cose. Non a caso, i due gruppi spesso entrano in conflitto tra di loro. I Rockefeller, con il loro Council on Foreign Relations e l’alleanza con George Soros, sono sempre stati vicini alla CIA e ai democratici. Le linee militari in modo coerente con i repubblicani.
Sulla scena mondiale, i Rockefeller sperano su una graduale morte per fame di chi si oppone al potere degli Stati Uniti, e contemporaneamente cercano di fomentare una “crisi interna – stile rivoluzione colorata”. Dall’altro lato, Donald Trump parla di “bombardare l’inferno” fuori dall’Iraq, e chi lo segue ha molto più entusiasmo per attacchi militari diretti contro qualsiasi paese osi sfidare l’America. Il braccio di ferro a cui si è assistito durante l’accordo nucleare P5 + 1 è stata una manifestazione di queste differenze strategiche.
L’agonia della crisi capitalista
Dato che i Rockfeller e Obama continuano con la loro guerra economica contro Russia, Venezuela e Iran – e allo stesso tempo cercano di indebolire economicamente le aziende delle Koch Industries, garantendo il potere del monopolio petrolifero – l’economia globale sta andando incontro ad una catastrofe. I sauditi obbedientemente pompano petrolio ed i prezzi delle industrie parallele, come il gas naturale stanno seguendo la stessa china. La fiducia degli investitori è in discesa e si sta aspettando che siano presi dal panico.
E siccome la spirale sta avvitandosi verso il basso , Donald Trump e la Koch Brothers stanno tentando di servirsi dell’ ideologia della destra, quella parte ossessivamente pro-Israele, anti-islamica e contro l’immigrazione della classe lavoratrice USA, che si trova soprattutto tra i bianchi espropriati del sud e delle zone rurali, che sono stati individuati come una potenziale squadra politica di picchiatori.
Contemporaneamente, la politica di sinistra si è rimescolata e stanno riemergendo idee radicali. I soldi di Rockefeller vengono distribuiti per controllare e dirigere una rigenerata (ma completamente confusa) sinistra USA. La Fondazione Ford ha messo in scena delle conferenze vere e proprie contro la brutalità della polizia, nella speranza di sviare il “Black Lives Matter” da un serio confronto con l’establishment politico degli Stati Uniti.
Le teste parlanti stanno lavorando molto duramente su MS-NBC per spingere i milioni di americani – che oggi si identificano come “socialisti”- lontano dall’attivismo militante e orientarli verso una campagna per il Partito Democratico. I Rockefeller hanno rinunciato a cercare di sopprimere il sentimento anti-capitalista di base, e stanno puntando su una ridefinizione del socialismo con frasi che non facciano nessun riferimento alle classi sociali come “un governo che funziona per tutti.”
La generazione degli americani più giovani – che statisticamente sono molto più di sinistra – è il target di riferimento della macchina politica dei Rockefeller. L’obiettivo è trasformare gli ex di Zuccotti Park, quelli che tanto amavano il caos, in fanti disciplinati da arruolare per combattere i Koch. L’ultima cosa che vogliono i proprietari della Exxon-Mobile è una recrudescenza di combattenti di strada militanti. Non vogliono il radicalismo del Movimento Giovanile Rivoluzionario degli anni 60 e nemmeno una Lega dei Giovani Comunisti degli anni 30. Vogliono degli impiegati obbedienti che studiano Saul Alinsky.
Dietro a tutto questo c’è un problema economico quasi irrisolvibile. La rivoluzione informatica ha reso più economico e più facile che mai la produzione delle cose, e adesso milioni di persone non hanno più un posto nell’economia mondiale. Il mercato mondiale è pieno di merci a buon mercato, prodotte dalle macchine che, però, non possono essere acquistate dalla gente che in tutto il mondo è sempre povera e non trova più un posto alla catena di montaggio.
In una crisi che vede migrazioni di massa, le persone che non hanno più un proprio posto nel sistema devono fuggire dall’Africa, dall’America Latina, dal Medio Oriente e dal Sud-Est asiatico. Negli Stati Uniti e in Europa occidentale, il tenore di vita è in calo e la prossima generazione si sta preparando a vivere in una economia di bassi salari.
Con la Russia e la Cina che si presentano come un asse portante, sta emergendo un nuovo blocco di economie pianificate a controllo statale, che stanno scolpendo una forma alternativa di economia mondiale. Eventi globali continuano a rafforzare l’idea che il capitalismo neoliberista occidentale non rappresenti la fine della storia.
Il sistema finanziario, basato su usura e sfruttamento, quel sistema che ha governato il mondo per oltre 500 anni, è entrato in una lunga crisi, profonda. All’interno della struttura di potere, ci sono diverse fazioni che stanno rimescolandosi per cercare di salvarlo, fazioni che sono viste come una possibile alternativa e che stanno diventando sempre più attraenti per gli espropriati. Si stanno usando strategie differenti per cercare di sconfiggere la crescente opposizione mondiale e a poco a poco, la repressione della polizia di stato e il militarismo stanno cominciando a sostituire la “democrazia” e i “diritti umani” di cui le società occidentali molto spesso si sono tanto vantate.
Ovunque la posta in gioco sta diventando sempre più alta ed il rischio di una catastrofe sempre più grave. Sul palcoscenico globale del 21° secolo si stanno preparando ad allestire delle sorprese che riusciranno a scombussolare tutto il mondo.

Caleb Maupin è e un analista e attivista politico con sede a New York. Ha studiato scienze politiche al Baldwin-Wallace College è stato tra i primi ad occuparsi del movimento Occupy Wall Street, particolarmente per la rivista online “New Eastern Outlook” (http://journal-neo.org/).

Fonte: http://journal-neo.org/ (http://journal-neo.org/2016/02/03/rockefellers-play-with-fire-the-oil-scheme-is-getting-more-dangerous/)


Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org (http://www.comedonchisciotte.org/) e l’autore della traduzione Bosque Primari (http://bosqueprimario.blogspot.it/)

animal
11-02-16, 19:44
qesto articola sembra spiegare tutto o quasi!
pero' si sa e' tutto una bufala:
La Cliton e' una santa
La CIA e' un ente benefico
Rockfellon e' amico di Soros...bravissime persone
Forza Trump spazzali via!

animal
16-02-16, 08:21
Omicidio Giulio Regeni, un’operazione clandestina contro l’Egitto e gli interessi italiani

Scritto il febbraio 10, 2016 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/) by Federico Dezzani (http://federicodezzani.altervista.org/author/federicodezzani/)


Il barbaro assassinio di Giulio Regeni, il dottorando all’università di Cambridge rapito e torturato al Cairo, tiene banco sui media ed è impiegato per dipingere a tinte fosche il governo dell’ex-feldmaresciallo Abd Al-Sisi, accusato di guidare un brutale apparato poliziesco. In realtà, il caso Regeni presenta tutte le caratteristiche della classica operazione clandestina: la tempistica del rapimento e del ritrovamento del cadavere, lo scempio del corpo secondo il copione di un brutale interrogatorio e la campagna mediatica di contorno, nazionale ed internazionale, rispecchiano un’attenta pianificazione, tesa a screditare il governo egiziano e minare la collaborazione tra Roma ed il Cairo, dal dossier libico a quello energetico. Più che alla travagliata politica interna egiziana, l’omicidio Regeni va infatti ricollegato allo sfruttamento dell’enorme giacimento gasifero scoperto dall’ENI: un successo italiano che molti, da Tel Aviv a Washington, passando per Londra, non digeriscono.

Egitto, ultimo baluardo contro la destabilizzazione del Medio Oriente

Non c’è pace per l’Egitto che, dall’attentato al consolato italiano lo scorso luglio al disastro aereo del volo Metrojet di fine ottobre, finisce sempre più spesso nei nostri radar: il fenomeno non stupisce perché, come abbiamo più volte affermato, il Cairo è (insieme ad Algeri) l’ultimo baluardo contro la destabilizzazione angloamericana ed israeliana della regione.
Se l’Egitto dovesse cadere, l’incendio doloso che sta divorando il Medio Oriente, si estenderebbe a tutto il Nord Africa, dove la Libia è già adibita come base per la propagazione del terrorismo: man mano che ci avvicina in Siria alla risolutiva battaglia di Aleppo, i miliziani dell’ISIS sono traghettati indisturbati verso i porti libici, così da proseguire la diffusione dell’instabilità nel Magreb. Davanti all’evidenza di questa spola tra Turchia e Libia (http://federicodezzani.altervista.org/perche-il-governo-dunita-nazionale-libico-fallira-washington-e-londra-tifano-per-una-nuova-somalia/) (avvallata dalla NATO), anche la stampa più irregimentata non può tacere e su Il Sole 24 ore è apparso il 5 febbraio l’articolo “Il mistero dei cargo fantasma, porta d’ingresso dei terroristi nel Mediterraneo”1 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote1sym).
La destabilizzazione del Medio Oriente persegue tre obbiettivi principali:



l’eliminazione di qualsiasi minaccia strategica (Iraq, Siria, Libano, Egitto, Libia) per Israele;
l’attivazione di imponenti flussi migratori verso l’Europa continentale, con chiare finalità eversive;
impedire che il vuoto di potere, lasciato da un impero angloamericano agli sgoccioli, sia colmato da Russia, Cina e (può sembrare insensato paragonarsi a due colossi, ma non lo è, considerando la posizione geografica strategica)Italia. L’ultimo aspetto è quello che merita di essere più sviluppato, dato il peso che riveste nell’economia del discorso.


Con la prima (1991) e la seconda (2003) Guerra del Golfo, l’attivismo angloamericano tocca lo zenit: prima il Golfo Persico è disseminato di basi navali (Bahrein, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, etc.) e poi si tenta il controllo terrestre con l’invasione dell’Iraq. L‘Egitto che, dopo la lunga parentesi filo-sovietica di Gamal Nasser (1918-1970), è traghettato in orbita americana dal suo successore Anwar al-Sadat (1918-1981), ricopre un ruolo strategico, in quanto attraverso il Canale di Suez è possibile spostare rapidamente la flotta dal Mediterraneo al Golfo Persico secondo le esigenze: supera il miliardo di dollari annuo il flusso di denaro da Washington verso il Cairo, così da comprarsi la benevolenza dell’esercito egiziano, colonna portante del Paese e proprietario di un’ampia fetta dell’industria nazionale.
Il 2011 rappresenta il giro di boa: alla strategia imperiale dei neo-conservatori (ormai insostenibile), subentra quella della destabilizzazione, condotta dal duo Barack Obama-Hillary Clinton.
In Egitto scatta l’ora della classica rivoluzione colorata, condotta con il decisivo apporto dei servizi occidentali e di ONG straniere come la serba Otpor!: si legga a questo proposito l’illuminante articolo del febbraio 2011, “From Resistance to Revolution and Back Again: What Egyptian Youth Can Learn From Otpor When Its Activists Leave Tahrir Square”2 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote2sym) , edito dall’influente pensatoio americano Carnagie Council, dove è illustrato il ruolo dei movimenti di protesta eterodiretti dagli angloamericani.
Il presidente Hosni Mubarak, per vent’anni fedele servitore della causa atlantica, è brutalmente rovesciato come un “sanguinario dittatore” qualunque: al suo posto, invece, gli angloamericani preparano l’avvento dei Fratelli Mussulmani che, nell’estate del 2012, conquistano la presidenza con Mohamed Morsi.$

La Fratellanza Mussulmana, nata in Egitto negli anni ’20 sotto il protettorato britannico, è l’antesignano dell’ISIS: un movimento retrograda ed oscurantista, ideato per catalizzare la protesta attorno agli ideali islamisti ed arginare il ben più pericoloso (nell’ottica delle potenze coloniali) nazionalismo panarabista. Negli anni ’20 gli inglesi usano la Fratellanza mussulmana per frenare l’avanzata degli indipendentisti del Wafd, che tentano invano di liberarsi dal giogo britannico con la rivoluzione del 1919. Nel 1954 è deposto con un colpo di stato il filo-inglese re Faruq ed è proclamata la repubblica, guidata dal generale Gamal Nasser: lo stesso anno la neonata ENI di Enrico Mattei entra in Egitto, scatenando l’ira di Londra. Immediatamente la Fratellanza Mussulmana è aizzata contro Nasser e, dopo un primo tentativo di assassinio del presidente egiziano, l’organizzazione è bandita: rimarrà tale fino al 2011, quando gli angloamericani decidono che è giunto il tempo per il loro vecchio arnese di prendere in mano il Paese.
L’Egitto sotto la guida di Mohamed Morsi e della Fratellanza va velocemente a rotoli: le violenze interreligiose esplodono (la comunità dei cristiani copti è sottoposta ad una vera persecuzione3 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote3sym)), aumentano gli episodi di attacchi terroristici, il turismo si liquefa, le riserve monetarie si assottigliano e la lira egiziana sprofonda. L’Egitto, che sotto la presidenza di Mubarack era un Paese a medio reddito ed in costante crescita, si avvicina al baratro: a porre fine all’esperienza dei Fratelli Mussulmani ci pensa l’esercito dalle cui fila esce, come nel 1954, il nuovo presidente Abd Al-Sisi. Nell’agosto del 2013 Mohamed Morsi è deposto e la reazione della Fratellanza duramente repressa: sarà già stata bandita quando il voto del 2014 elegge Al-Sisi nuovo capo di Stato.
Si ripropone uno scenario non dissimile da quello del 1954 con l’avvento di Nasser, cui, non a caso, si richiama espressamente Al-Sisi: da un lato Londra (con l’aggiunta ora di Washington) cerca di eliminarlo con il terrorismo islamico, dall’altro Mosca (con l’aggiunta ora di Pechino) cavalca la svolta politica. L’Italia che, proprio come nel 1954, ha tutto da guadagnare da un Egitto stabile ed indipendente (per questioni di economia e sicurezza), guarda con favore all’insediamento di un nuovo “nasseriano” alla guida del Paese: come ai tempi di Enrico Mattei, è sempre l’ENI la protagonista indiscussa della nostra politica estera.

Analizziamo più nel dettaglio la dinamica in atto.

La penisola del Sinai svolge il ruolo assolto in Siria dai confini con la Giordani e la Turchia: è la frontiera porosa da cui israeliani ed angloamericani introducono i miliziani dell’ISIS, che premono verso il canale di Suez ed il Mar Rosso. Si sono registrati già numerosi e sanguinosi scontri con l’esercito e ad essere presa di mira è in particolare la strategica industria del turismo, fonte di occupazione e valuta straniera: da ultimo, agli inizi di gennaio è stato sventato un attentato agli alberghi di Hurgada. Il turismo, che nel 2007 contribuiva quasi al 20% del PIL4 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote4sym), è sceso così al 14% attuale, nonostante il suo rilancio fosse uno dei cavalli di battaglia di Al-Sisi: l’attentato lo volo Metrojet, seguito dal precipitoso rientro dei turisti occidentali si voli militari, e lo stillicidio di attacchi alle località del Mar Rosso, sono funzionali alla destabilizzazione economica del Paese.
La Russia, al contrario, ha subito incrementato le sinergie con l’Egitto di Al-Sisi, firmando importanti accordi in campo economico e militare (tra cui l’ammodernamento delle difesa aerea5 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote5sym)),culminati con l’intesa per la costruzione di un centrale nucleare nei pressi di Alessandria6 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote6sym): come rappresaglia contro l’attivismo mediorientale di Mosca e per infliggere un durissimo colpo all’industria vacanziera, a fine ottobre è orchestrato l’attentato al volo russo Metrojet 9268 (http://federicodezzani.altervista.org/volo-metrojet-9268-un-attentato-e-due-paesi-nel-mirino/). Non è da meno la Cina che, durante la recente visita del presidente Xi Jinping al Cairo, ha espresso il suo apprezzamento per la “stabilità e lo sviluppo” garantiti da Al-Sisi, perfezionando prestiti ed investimenti miliardari7 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote7sym).
Veniamo infine all’Italia che, storicamente in buoni rapporti con l’Egitto (la comunità italiana ad Alessandria ed al Cairo era sin dall’Ottocento una delle più numerose ed apprezzate), ha ulteriormente incrementato negli ultimi anni la collaborazione, per due motivi: geopolitici ed economici.
Geopolitici perché, dopo la destabilizzazione di Tunisia, Libia e Siria, è imperativo per l’Italia che l’Egitto non sia travolto dal terrorismo islamico o da qualche rivoluzione colorata ma, al contrario, collabori per la stabilizzazione della Libia. Economici perché l’Italia (primo partner commerciale dell’Egitto in Europa e terzo al mondo8 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote8sym)) è stata artefice, proprio come nel 1954, di un ulteriore penetrazione economica dopo l’avvento del nasseriano Abd Al-Sisi: ad Intesa San-Paolo, Pirelli, Danieli ed Italcementi, si sono affiancate centinaia di imprese di medie dimensioni, consento un balzo del 10% dell’interscambio tra il 2013 ed il 20149 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote9sym).

Già la scorsa estate collegammo l’esplosione dell’autobomba davanti al consolato italiano del Cairo (http://federicodezzani.altervista.org/autobomba-al-consolato-italiano-unintimidazione-stile-mafioso/), al dinamismo politico ed economico dell’Italia ma, ex-post, si può essere ancora più precisi, riconducendo quell’avvertimento mafioso alla specifica attività dell’ENI: la bomba esplode l’11 luglio ed il 30 agosto il gruppo di San Donato milanese annuncia ufficialmente10 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote10sym) la scoperta dell’enorme giacimento “Zohr” che, con i suoi 850 miliardi di metri cubi di gas, è capace di soddisfare i fabbisogni dell’Egitto per due decenni. Negli ambienti dei servizi segreti e delle compagnie petrolifere, la notizia doveva già circolare ad inizio luglio e l’attentato dinamitardo va senza dubbio ricondotto a ciò.
Per l’Egitto il giacimento Zohr significa un risparmio miliardario sulla bolletta del gas, liberando così risorse per lo sviluppo, e un accresciuto ruolo geopolitico, grazie all’indipendenza energetica; per l’Italia significa mettere a segno il secondo grande successo in Africa (dopo i maxi giacimenti del Mozambico) ed un’accresciuta influenza in Paese cruciale per gli assetti del Mediterraneo, del mondo arabo e del Golfo Persico (attraverso Suez).
Italia ed Egitto marciano unite come ai tempi di Enrico Mattei e di Gamal Nasser: troppi ne sono infastiditi, a Tel Aviv, come a Londra e Washington. Segue a ruota il brutale omicidio di Giulio Regeni, di cui vanno attentamente analizzate dinamica e tempistica

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Regeni una spia? Più che altro l’uomo giusto nel posto giusto

Il 3 febbraio, in una fase cruciale dei rapporti tra Italia ed Egitto, è trovato il corpo del 28enne friulano Giulio Regeni, scomparso al Cairo il 25 gennaio: il cadavere mostra segni di tortura, che i media collegano immediatamente agli interrogatori “energici” cui i servizi segreti egiziani e la polizia sottoporrebbero i dissenti politici. Regeni, infatti, è in contatto con gli ambienti dell’opposizione ed emerge presto che il giovane ha pubblicato qualche articolo su Il Manifesto, con toni molto critici verso il governo: il regime egiziano, insinuano i giornali (vedremo quali), ha seviziato ed ucciso un giovane attivista italiano. Per la relazione Roma ed il Cairo è un colpo durissimo: i media parlano di “alta tensione”, “crisi” e “bivio nei rapporti”.
Il primo interrogativo da porsi è: chi era Giulio Regeni? Perché proprio lui è vittima di quest’omicidio, che ha tutte le sembianze della classica operazione clandestina di un servizio segreto?
Classe 1988, dottorando in economia all’università di Cambridge, un pluriennale studio della lingua araba alle spalle, Giulio Regeni era in Egitto dal settembre 2015, ospite dell’American University, per scrivere la propria tesi di dottorato sull’economia egiziana.
Il giovane friulano, “un marxista-gramsciano” interessato ai problemi del mondo operaio, non circoscrive la sua permanenza al Cairo alla semplice raccolta di informazioni per la tesi, ma entra in contatto con gli ambienti dell’opposizione ed, in particolare, i sindacati indipendenti: Regeni ha infatti un visione piuttosto politicizzata dell’Egitto di Al-Sisi, da lui definito “autoritario e repressivo”. Dalle frequentazioni con i movimenti di protesta, Regeni ricava spunti per la redazione di alcuni articoli che non invia in Inghilterra, bensì in Italia, dove sono pubblicati su Il Manifesto con un “nomme de plume”, così da proteggerne l’identità: è lo stesso giornalista de il Manifesto, Giuseppe Acconcia, a svelare la collaborazione di Regeni con la testata della “sinistra rivoluzionaria”, asserendo che il giovane friulano usava uno pseudonimo perché “aveva paura per la sua incolumità”11 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote11sym) (tesi poi smentita dai genitori del ragazzo).


Abbiamo più volte nominato il giornalista Giuseppe Acconcia nelle nostre analisi, notando la sua veemenza nell’attaccare e screditare l’ex-generale Al-Sisi in un momento in cui, al contrario, la collaborazione tra Roma ed il Cairo si faceva, oggettivamente, più pressante che mai.
Acconcia, guarda caso, ha anch’egli un passato all’American University del Cairo, come è stato pure collaboratore dell’Opendemocracy12 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote12sym) finanziata dallo speculatore George Soros.

Azzardiamo quindi la prima ipotesi: è attraverso l’American University che Regeni avvia la collaborazione con Il Manifesto, una testata da cui partono sovente attacchi a testa bassa contro “il regime autoritario” di Al-Sisi. Lo stesso giornale marxista su cui scrive Acconcia ha una storia piuttosto originale: nato nel 1969 da una scissione a sinistra del PCI, il gruppo di intellettuali che ruotano attorno a Il Manifesto è, insieme ad altre formazioni come Lotta Continua e Potere Operaio, uno degli strumenti che Londra e Washington utilizzano per lavorare ai fianchi il Partito Comunista Italiano13 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote13sym). Il Manifesto, negli anni ’70 e ’80, attacca infatti frontalmente Botteghe Oscure, collocandosi su pozioni antisovietiche ed anti-berlingueriane.
A questo punto sorge spontanea la domanda: Giulio Regeni lavorava nel milieu delle rivoluzioni colorate, con cui israeliani ed angloamericani hanno rovesciato Mubarack nel 2011 e rovescerebbero volentieri anche il presidente Al-Sisi? Faceva parte Regeni di un servizio segreto inglese od americano?
La parola “spia” è più volte apparsa collegata al nome del giovane dottorando friulano in questi giorni, tanto che i servizi d’informazione italiani si sono visti costretti a negare pubblicamente qualsiasi collegamento con Regeni14 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote14sym) (non parlando ovviamente a titolo di altri servizi NATO). Il titolo più significativo a questo è probabilmente quello che compare su La Repubblica l’8 febbraio: “Giulio Regeni torturato perché pensavano che fosse una spia”15 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote15sym). Regeni forse non era un agente dei servizi angloamericani, ma sicuramente poteva apparire tale nella narrazione.
Ricapitoliamo: abbiamo un giovane italiano al Cairo, dove frequenta l’American University ed è in contatto con gli ambienti dell’opposizione politica di Al-Sisi. Giulio Regeni è in sostanza l’uomo perfetto per inscenare una retata della polizia contro gli oppositori, seguita da un brutale interrogatorio che i servizi del “regime autoritario” riservano alle “spie”, seguita infine dal ritrovamento del corpo martoriato, così da mettere in crisi i rapporti tra Italia ed Egitto in una fase cruciale.
Giulio Regeni non era forse una spia, ma sicuramente era l’uomo giusto, nel posto giusto: il suo passaporto, i contatti con l’opposizione, la conoscenza dell’arabo e alla frequentazione dell’American University, lo rendevano perfetto per simulare il brutale interrogatorio di una potenziale spia finito in tragedia, propedeutico alla crisi diplomatica tra Roma ed il Cairo.

Gli ingranaggi di una operazione clandestina

Per avvalorare la nostra tesi, che Regeni sia stato cioè rapito ed ucciso su mandato dei servizi angloamericani, la tempistica e la dinamica ricoprono un ruolo centrale.
Cominciamo con la data della sparizione, il 25 gennaio: non è un giorno qualsiasi in Egitto, perché coincide con il quinto anniversario della rivoluzione che nel 2011 spodesta Hosni Mubarack. Scegliendo di agire in quella specifica data, gli aguzzini di Regeni intendono dare da subito un connotato politico al rapimento ed alla successiva morte, utile ad inquadrare l’assassinio nella cornice del “repressione del regime”. I media complici, non a caso, riporteranno in un primo momento la notizia (poi rivelatasi falsa) che Regeni è scomparso dopo una retata della polizia contro i manifestanti del 25 gennaio: “Giulio Regeni arrestato con 40 oppositori e torturato per due giorni all’oscuro di Al Sisi” scrive l’Huffington Post a distanza di due giorni dal ritrovamento.

La verità è però un’altra: Regeni, la sera del 25 gennaio, quando esce di casa non è diretto a nessuna manifestazione, bensì ad una festa tra amici: il movente politico del rapimento, fondamentale nella narrazione, traballa.
Si cerca quindi di correre ai ripari e nell’articolo “Giulio Regeni, la pista dei detective italiani: “Ucciso per le sue idee“”, che compare su La Repubblica il 6 febbraio, si legge16 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote16sym):
“Anche perché il 25 gennaio non è un giorno qualsiasi per il Cairo: è l’anniversario delle proteste di piazza Tahir ed è possibile, dicono fonti dell’intelligence italiana, che Giulio abbia incontrato alcuni ragazzi pronti a manifestare. E che qualcuno, magari pezzi deviati dalla polizia egiziana, abbia deciso di punirli prima che scendessero in piazza.”
Un giovane dottorando, che secondo i genitori non si sente minacciato, esce di casa per recarsi ad una festa la sera del 25 gennaio, forse incontra dei manifestanti e, magari, la polizia li arresta, prima che scendano in piazza: è un’evidente forzatura.
La nostra tesi è che gli aguzzini abbiano invitato Regeni ad una manifestazione, ma lui ha preferito la festa tra amici ; a quel punto, comunque, si è deciso di agire la sera del 25 gennaio, anniversario della rivoluzione, secondo la tabella di marcia iniziale.
In ogni caso, ora, Giulio Regeni è nelle mani dei suoi rapitori: si aprono tre scenari.




Nel primo, Giulio Regeni non è una la vittima inconsapevole di un’operazione clandestina: la polizia od i servizi segreti lo arrestano perché in compagnia di dissenti e manifestanti in odore di Ong straniere, lui ha interesse a dire che è italiano per non subire qualche interrogatorio “energico”, gli agenti controllano il passaporto e appurano che Regeni è cittadino di un Paese amico, il dottorando è etichettato come “persona non gradita” ed è costretto a lasciare l’Egitto entro 48 ore. Fine della storia. L’8 febbraio il ministro degli Interni egiziano ribadisce però, è bene ricordarlo, che Regeni non è mai stato imprigionato da nessuna autorità dello Stato17 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote17sym), mentre Regeni è ritrovato morto e con evidenti segni di tortura.
secondo scenario, variante del primo: Regeni è prelevato da qualche apparato opaco dello Stato o corpo paramilitare, è pestato per estorcergli qualche informazione, il dottorando muore nell’interrogatorio. A questo punto i suoi aguzzini hanno tra le mani il corpo di un cittadino europeo che mostra evidenti segni di tortura (le unghie strappate a mani e piedi e le orecchie mozzate): per non generare un incidente diplomatico potenzialmente esplosivo, il corpo di Regeni è fatto sparire ed il friulano diventa un “cittadino scomparso”, rimanendo tale per sempre. Non solo il corpo di Regeni è invece ritrovato, ma l’autopsia dimostra che non è morto in maniera fortuita durante “l’interrogatorio” (arresto cardiaco o emorragie interne), bensì gli è stato deliberatamente spezzato il collo18 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote18sym).
Terzo scenario: Regeni è vittima di un’operazione clandestina, tesa a danneggiare i rapporti tra Italia ed Egitto. I suoi aguzzini (non necessariamente “servizi deviati”, ma anche semplice manovalanza locale o qualcuno della rete dei Fratelli Mussulmani), lo rapiscono il 25 gennaio, lo sottopongono a tortura, non per estorcergli informazioni ma per simulare un interrogatorio “da regime oppressivo”. Al termine lo uccidono spezzandogli il collo e, infine, fanno in modo che il corpo straziato del ricercatore, l’amico dei dissidenti scomparso l’anniversario della rivoluzione, sia ritrovato. Questo è quanto avviene e questa, quasi sicuramente, è la ricostruzione corretta: la tempistica del ritrovamento del corpo e gli avvenimenti successivi corroborano la tesi.


Il cadavere di Giulio Regeni è rinvenuto il 3 febbraio su un cavalcavia dell’autostrada tra il Cairo ed Alessandria e l’artefice della macabra scoperta è un tassista, fermatosi sul ciglio della strada per un guasto all’auto19 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote19sym): al momento non si è ancora stabilita la data del decesso, ma il fatto che il corpo non sia stato abbandonato in posto isolato, ma sui bordi della strada, significa che i suoi aguzzini volevano che il corpo fosse rinvenuto nella giornata del 3 febbraio. Perché?
Perché quel giorno è in programma un incontro ai massimi livelli tra il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e le autorità egiziane, compreso il presidente Abd Al-Sisi. Così recita l’Agi20 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote20sym), poco prima che il corpo di Regeni sia ritrovato: “Guidi e’ giunta oggi in Egitto alla guida di una delegazione di 60 aziende e dei rappresentanti di Sace, Simest e Confindustria. Il programma della visita prevede incontri con il presidente della Repubblica Abdel Fatah al Sisi, con il primo ministro Sherif Ismail, tutti i ministri economici, l’Autorita’ del Canale di Suez e altri interlocutori”.
Appena si diffonde la notizia del ritrovamento del cadavere di Regeni, la Guidi, volente o nolente, rientra immediatamente a Roma e la delegazione è sospesa21 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote21sym).
Non solo, ma a leggere la Repubblica, il rinvenimento del corpo del giovane friulano cade anche in un momento decisivo per il perfezionamento dei contratti tra l’ENI e le autorità egiziane, concernenti lo sfruttamento dell’enorme giacimento Zohr. Così scrive Fabio Scuto, esperto di Medio Oriente che ha seguito per conto di La Repubblica tutte le vicende dell’Undici Settembre22 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote22sym):
“L’Italia attraverso l’ENI firmerà con l’Egitto la prossima settimana un accordo per lo sfruttamento di un giacimento di gas nel Mediterraneo. Un contratto che vale solo per i primi 3 anni 7 miliardi dollari. Congelarlo, fino ad una chiara identificazione e punizione degli assassini di Giulio, potrebbe essere una buona arma (diplomatica) di pressione.”
Hai capito, Scuto? Blocchiamo il contratto miliardario dell’ENI in Egitto, così puniamo quei cattivoni degli egiziani che rapiscono e torturano i giovani dissenti! L’omicidio di Regeni si tinge di blu petrolio…
L’imbarazzo per le autorità egiziane è palpabile e, non è chiaro se le notizie siano autentiche oppure (più probabile) ulteriori tentativi dei media di screditare il Cairo, inscenando un tentativo di depistaggio, si parla nelle prime ore di un incidente stradale e di un omicidio a sfondo sessuale.
A questo punto parte la grancassa delle tre principali testate dell’establishment euro-atlantico (La Repubblica, il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore) per screditare l’Egitto di Al-Sisi, coll’obbiettivo di infliggere il massimo danno possibile alle relazioni italo-egiziane. Riportiamo sinteticamente qualche titolo: “Italiano ucciso in Egitto, dove il regime reprime gli oppositori”23 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote23sym); “Il vero volto dell’Egitto che nessuno vuole vedere”24 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote24sym); “Gli affari miliardari tra Egitto e Italia che fanno dimenticare i diritti umani”25 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote25sym); “Egitto, le testimonianze: “Torture nelle carceri di al-Sisi. Elettroshock e abusi sessuali”. Hrw: “Peggio di Mubarak””26 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote26sym); ““Giulio Regeni torturato perché pensavano che fosse una spia””27 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote27sym); “Giulio Regeni, la pista dei detective italiani: “Ucciso per le sue idee””28 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote28sym).
Già, perché a dare un’impronta tutta “politica” al rapimento ed all’uccisione di Giulio Regeni, ci hanno pensato i suoi amici de Il Manifesto che, contro la volontà dei suoi genitori (tanto che per certo momento è ventilata un’azione legale29 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote29sym)), diffondono (dietro pressione di chi?) l’ultimo articolo inviato dal giovane ricercatore alla redazione del giornale, spedito a metà gennaio, ma mai pubblicato sino ad allora: è il pezzo “In Egitto, la seconda vita dei sindacati indipendenti”30 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote30sym), utile a dimostrare che Regeni era politicamente attivo, un avversario del “regime” e quindi pericoloso per lo stesso.
Esattamente come l’attentato al volo Metrojet si prefiggeva il duplice obbiettivo di punire la Russia per la sua ingerenza nello scacchiere mediorientale ed infliggere un colpo letale alla strategica industria vacanziera egiziana, così anche l’omicidio Regeni da un lato tenta di frenare l’attivismo italiano, dall’altro è l’ennesimo attacco al già debilitato turismo sul Nilo: i media occidentali diffondono urbi et orbi l’appello dell’attivista Mona Seif a non visitare in Egitto, perché si muore ogni giorno, la polizia tortura la gente, quando questa non sparisce nel nulla. “Caso Regeni, l’attivista Mona Seif: “Stranieri, non venite in Egitto. Qui si muore ogni giorno””31 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote31sym) titola Repubblica il 5 febbraio: quanti posti di lavoro sono stati distrutti dalla diffusione internazionale di questo messaggio? In quanti centinaia di milioni è quantificabile il danno inflitto all’economia egiziana dalla 29enne Seif, già coinvolta nella rivoluzione colorata del 2011?
Quanto finora abbiamo detto è noto ai servizi segreti italiani ed egiziani, tanto che tra i fiumi d’inchiostro versati sull’omicidio Regeni, di tanto in tanto affiora qualche voce fuori dal coro, sommersa presto dalla martellante propaganda atlantica. È il caso dell’ambasciatore egiziano in Italia Amr Helmy, secondo cui:
“Regeni non è mai stato sotto la custodia della nostra polizia. E noi non siamo cosi ‘naif’ da uccidere un giovane italiano e gettare il suo corpo il giorno della visita del Ministro Guidi al Cairo (…) Dovete capire che lanciare delle accuse pesanti contro le forze di sicurezza egiziane senza alcuna prova può danneggiare i nostri rapporti. Spero che la verità venga fuori il prima possibile. Non abbiamo nulla da nascondere”.
Sia da parte italiana che da parte egiziana prevale la tendenza ad non esacerbare i toni, compromettendo la collaborazione su dossier strategici come quello libico ed energetico: i primi ad accorgersi che la vicenda è lasciata scivolare progressivamente nel dimenticatoio, vanificando gli obbiettivi per cui l’operazione clandestina è ideata, sono proprio gli angloamericani.
Parte quindi una seconda campagna diplomatica e mediatica, che trascende Roma ed il Cairo, e si colloca sull’asse Londra-Washington, sfruttando il fatto che Regeni studiava in atenei inglesi e statunitensi.
Dall’Inghilterra è lanciata la raccolta di firme tra figure del mondo accademico affinché, partendo dall’omicidio di Regeni, sia condotta un‘investigazione imparziale sui tutti i casi di “sparizione, tortura e morte in carcere consumatesi tra gennaio e febbraio”. Il documento che appare sul The Guardian sotto forma di lettera (“Egypt must look into all reports of torture, not just the death of Giulio Regeni”32 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote32sym)) dipinge l’Egitto di Al-Sisi come una dittatura sudamericana degli anni più bui della Guerra Fredda, basandosi, ovviamente, sulle informazioni prodotte dalle solite ONG (Amnesty International, Human Rights Watch, Freedom House) che, etichettando gli Stati ostili come “regimi”, aprono la strada a bombardamenti/rivoluzioni.
Non sono da meno gli Stati Uniti, dove Barack Obama, le cui mani grondano sangue per aver gettato nel caos il Medio Oriente, sceglie di interessarsi del caso Giulio Regeni, per evitare chiaramente che italiani ed egiziani neutralizzino il tentativo di lacerare i rapporti: “Regeni, Obama a Mattarella: Usa pronti a collaborare per verità” pubblicano le agenzie33 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote33sym).
Si arriva così alla situazione per cui i probabili aguzzini di Regeni sono i più strenui sostenitori di un’approfondita indagine, da estendersi, coll’occasione, alle altre “brutalità del regime oppressore di Al-Sisi”. Come direbbero all’università di Cambridge: such a paradox, isn’t it?

http://federicodezzani.altervista.org/wp-content/uploads/2016/02/April_6_Youth_Movement-1.jpg (http://federicodezzani.altervista.org/wp-content/uploads/2016/02/April_6_Youth_Movement-1.jpg)

1 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote1anc)http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-02-05/il-mistero-cargo-fantasma-porta-i-terroristi-mediterraneo–172835.shtml?uuid=

2 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote2anc)http://www.carnegiecouncil.org/publications/articles_papers_reports/0087.html

3 (http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/#sdfootnote3anc)

animal
16-02-16, 10:19
dedicato agli str...uzzi


Per Soros la Russia e' piu' pericolosa dell'ISIS

Se non bastasse questa sequela di assurdità, il ricco ebreo-ungherese-americano conclude che “l’Isis pone un rischio sia all’Europa sia alla Russia. Ma non dovrebbe essere sovrastimato. Gli attacchi organizzati dagli jihadisti, per quanto terrificanti, non possono paragonarsi alla minaccia esistenziale posta dalla Russia … e l’incapacità a comprenderla renderà il suo contrasto sempre più difficile”.




Ripetere una bugia mille volte può anche funzionare nei confronti dell’opinione pubblica, ma rimane comunque una bugia. Pericolosissima, tuttavia, in considerazione della montantepressione militare Nato e americana sul baltico – Polonia e repubbliche baltiche in primo luogo – e delle mai sopite tensioni in Ucraina, sempre a due passi dalla Russia, oltre che del campo di macellazione siriano sempre più affollato, nonostante i tentativi del più moderatoJohn Kerry di trovare una traballante intesa (http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/assad-marcia-su-aleppo-obama-a-monaco-chiede-il-cessate-il-fuoco-39853/).

animal
17-02-16, 09:24
i grembiulini de noiatri si danno da fare!!!!
alla faccia degli str----uzzi che li votano

Outlet del lusso e caffè storici: i nuovi business di casa Renzi - IlGiornale.it (http://www.ilgiornale.it/news/politica/outlet-lusso-e-caff-storici-i-nuovi-business-casa-renzi-1225951.html)

Ivan
18-02-16, 11:39
Il delirio di George Soros e i veri nemici dell'Europa


http://godfatherpolitics.com/wp-content/uploads/2011/10/george-soros.jpg
(http://blog.ilgiornale.it/rossi/2016/02/18/il-delirio-di-george-soros-e-i-veri-nemici-delleuropa/)

animal
20-02-16, 00:24
gli anticomplottisti, eccone un esempio, un fulgido esempio da ridere:D
dal titolo "un eloggio a mauro Biglino".

Non da ascoltarlo tutto nel suo delirio, ma non perdersi la scena al minuto 52.00 sino alla fine
quando preso dalla sua serrata critica ad uno dei complottisti piu' in auge al momento( Biglino), viene
sorpreso nella sua postazione approntata nel tinello di casa prima dall'abbaiare di un cane, poi da un rumore di chiavi ed infine dallo sguaiato saluto di una donna, chissa' forse la badante.
La tempestiva conclusione del collegamento e della registrazione e' da manuale, da vero anticomplottista sotto il giogo della donna delle pulizie! o chissa' di una rettiliana!!!


https://www.youtube.com/watch?v=eNywHliTf6g

animal
23-02-16, 09:47
ma dai davvero????
quando si denunciava il colpo di stato avvenuto nell'autunno 2011 tutti a parlare di complottismo!
Ed ora e' peggio : il burattino Merdel se ne andra' solo quando ultimato il suo mandato vale a dire distruggere gli stati meridionali europei!

Ecco come gli Stati Uniti spiavano Berlusconi - IlGiornale.it (http://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-stati-uniti-spiavano-governo-cav-1228144.html)

animal
24-02-16, 14:25
Amedeo Laboccetta e il libro sul golpe del 2011: "Quella telefonata tra Gianfranco Fini e Giorgio Napolitano" - Politica - Libero Quotidiano (http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11881896/amedeo-laboccetta-gianfranco-fini-giorgio-napolitano-telefonata-.html)

sempre perche siamo dei complottisti ecco la bufala del golpe orchestrato da un comunista massone e della Cia ed un post fascista ebreo e comunista.
C'era un testimone, quindi forse non e' una bufala????
complottista anche lui, anzi rettiliano infiltrato!

animal
05-03-16, 19:57
CANDIDATI DI SINISTRA

Piu' che di sinistra, direi sinistri.
Trovate secondo i morfotipi rivisitati del Lombroso uno "normale" tra questi giacobini sinistrati.

Comprereste un gelato da uno di questi??? non dico un'auto...un gelato, solo un gelato....
mamma mia che teppe.....!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2016/03/05/Politica/Foto%20Politica%20-%20Trattate/dd-kpOH-U43160517711172qrH-416x312@Corriere-Web-Sezioni.jpg?v=201603051053

animal
10-03-16, 14:14
Casualmente capitato in un blog di una neocon, radicalschic, grillina, insomma comunque una che deve avere l'ossessione del berlusca...poverina
D'altrone la fisiognomica della "tipa" e' esattamente della felice trombata dalle masse povere del terzo mondo.....trombata e felice!

L'Orizzonte degli Eventi: maggio 2009 (http://ilblogdilameduck.blogspot.ch/2009_05_01_archive.html)

Fa specie leggere quanto la genia scriveva sempre sull'odiato berlusca e sui suoi rapporti con Gheddafi.
Tipico esempio del 90 % dei cazzuti che 4 anni fa inneggiarono alle primavere arabe, al massacro di Gheddafi e alla euto Maiden di Kiev.
Sempre loro, i soliti idioti che stanno portando la nostra europa al macello con l'unica contentezza che nella mattanza finirono loro per primi.....parigi e caso regeni docet!

sabato 9 maggio 2009

Chist'è 'o paese d'o' sfaccimm (http://ilblogdilameduck.blogspot.ch/2009/05/chiste-o-paese-do-sfaccimm.html)

Veramente una bella settimana per l'Italia. Con una serie di figure barbine da andarne orgogliosi ed a testa alta per il mondo. Siamo riusciti a disgustare praticamente tutti, dall'ONU al Vaticano, oltre all'intero consesso dei paesi civili.

http://i195.photobucket.com/albums/z42/lameduck1960/berlusconi-gheddafi-324.jpg (http://i195.photobucket.com/albums/z42/lameduck1960/berlusconi-gheddafi-324.jpg)Dopo la ratifica dell'accordo bilaterale siglato nell'agosto scorso con la Libia (http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2008/08/cavaliere-non-voglio-pane.html), accordo costosissimo (5 miliardi di euro, circa la metà del patrimonio di Berlusconi) che contiene la promessa di costruire autostrade ed altre opere riparatorie nel paese africano nostra ex colonia fascista, a patto che la Libia ci aiuti a contrastare il traffico di esseri umani, dobbiamo o no farci venire il dubbio che Gheddafi ci abbia leggermente preso per il culo, visto che i barconi con i migranti continuano ad arrivare a Lampedusa? Che dice Silvione l'Africano? Non c'era scritto sull'accordo una cosa abbastanza chiara (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/03/gheddafi-berlusconi-accordo-aziende.shtml?uuid=e175f6bc-0759-11de-8f0c-c98d9c60c75c&DocRulesView=Libero) sull'argomento?
"I due Paesi collaboreranno nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina: le due parti promuoveranno la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche".
In teoria, la Libia dovrebbe controllare che dalle sue coste non partano i carichi dei trafficanti di carne umana che sfruttano le sofferenze di chi fugge dal proprio paese per non essere perseguitato e, magari, cooperare per stroncare questo immondo traffico. Cosa stia facendo in pratica lo sappiamo. I disgraziati che, fuggendo da paesi come la Nigeria e la Somalia, cadono nelle sgrinfie dei trafficanti e poliziotti libici e vengono rinchiusi nelle prigioni lager vanno incontro a torture, stupri e morte. Racconta una ragazza scampata a quell'inferno:
"Quando ho lasciato il mio villaggio ho impiegato quattro mesi per arrivare al confine libico, e lì ci hanno vendute ai trafficanti e ai poliziotti libici. Ci hanno messo dentro dei container, la sera venivano a prenderci, una ad una e ci violentavano. Non potevamo fare nulla, soltanto pregare perché quell'incubo finisse. Ci chiedevano sempre denaro, ma non avevamo più nulla. Ma loro continuavano, ci tenevano legate per giorni e giorni, sperando di ottenere altro denaro.
Mi hanno violentata ripetutamente in tre o quattro, anche se ero sfinita e gridavo pietà loro continuavano e sono rimasta incinta. Non so chi sia il padre di Sharon, voglio soltanto dimenticare e chiedo a Dio di farla vivere in pace."
A quanto pare, quindi, i libici non combattono i trafficanti, visto che partecipano anche loro al bisinissi, ma perseguitano solo le loro vittime, accanendosi su di essi come fossero animali senza valore.

Noi, da parte nostra, che vogliamo tanto bene alle donne e le facciamo ministre perchè siamo sensibili ai diritti femminili ed al fascino allupante della gnocca in tailleur, queste ragazze migranti ed i loro compagni di sventura maschi che subiscono anch'essi gli stessi stupri, li abbiamo riconsegnati nelle mani dei loro carnefici. Come facevano certi paesi di merda durante l'ultima guerra, che intercettavano gli ebrei in fuga e li riconsegnavano ai nazisti. Proprio una cosa della quale andare fieri. Dov'è che ci si sbattezza da italiani?
Ci si rimane male, certo, perchè ovviamente non sapevamo che in Libia succedevano queste atrocità. Chi è che in televisione va ad intervistare una ragazza somala stuprata in un lager libico? Per carità, vogliamo perdere gli sponsor?
Tutt'al più, parlando dell'accordo Gheddafi-Berlusconi, abbiamo saputo della tenda nel deserto, delle "belle samaritane" e della gnocca, pardon Venere, di Cirene.

Comunque rassicuratevi, la settimana non passerà alla storia per il nostro comportamento da infami con i migranti, ma per le vicende boccaccesche di papi e delle lolite di diciott'anni che però vanno per i trentacinque. I libri narreranno dello stupro a mezzo stampa della moglie di Cesare e dell'autodifesa, quasi un lungo atto di autoerotismo senza stacchi, di Cesare in persona, sulla televisione pubblica, con un valletto che reggeva l'automoccolo e porgeva i kleenex.

animal
22-03-16, 19:42
Da Libero un bell'esempio di anticomplottismo militante, dove tra l'ironico e l'offensivo si denigra il libero Pensiero.


Aiutatelo
Sangue e morte a Bruxelles, delirio totale di Giulietto Chiesa: "Volete sapere chi è stato...?"

http://www.liberoquotidiano.it/resizer/480/-1/true/1458658814516.jpg--giulietto_chiesa.jpg?1458658824000


Ogni attentato scatena i complottisti. Ogni attentato, va da sé, scatena Giulietto Chiesa. E il lago di sangue versato a Bruxelles, colpita dagli attacchi jihadisti dell'Isis, per Chiesa è una buona occasione per prodursi nel consueto delirio, che puntualmente piove su Facebook. "Prosegue l'offensiva terroristica. Di Chi? Contro chi?", si chiede. Dunque svolge il suo "temino" e arriva alla farneticante conclusione: "Questo ci dice che non dobbiamo cadere nella trappola di guardare il dito invece della Luna. Se ci dicono che è Daesh, diffidiamo. Probabilmente è 'anche' Daesh. Ma Daesh è lo strumento, e la mano (in parte), ma non la mente". Un solo commento: aiutatelo. Di seguito, il post integrale di Giulietto Chiesa su Facebook.





Prosegue l'offensiva terroristica. Di chi? Contro chi? Queste bombe sono la prosecuzione di quelle di Parigi, uno e due. Di Ankara, contro i tedeschi. Sono la prosecuzione di Colonia. Sono lo strascico del fiume di profughi.
Andiamo con ordine: sono contro di noi. Contro "i popoli d'Europa". Per ridurre le loro libertà residue e le loro capacità di risposta ai soprusi dei poteri. Infatti il primo risultato, scontato, sarà la sospensione di tutte le garanzie democratiche. E' già in corso in Francia, ora sarà la volta del Belgio. Poi, dopo qualche attentato in Italia, sarà la volta dell'Italia.
Noi italiani abbiamo già vissuto la stessa cosa con la strategia della tensione. Questo ci dice che non dobbiamo cadere nella trappola di guardare il dito invece della Luna. Se ci dicono che è Daesh, diffidiamo. Probabilmente è "anche" Daesh. Ma Daesh è lo strumento, e la mano (in parte), ma non la mente.
Sono bombe contro "l'Europa dei popoli", per renderla uno straccio subalterno al potere dell'Impero, per trascinarla in guerra tutta intera, terrorizzata, per mettere la museruola a tutti, anche ai recalcitranti. L'avviso è per tutti non solo per Bruxelles.
Chi è la mente non lo possiamo sapere. E' il sancta santorum di questa strategia. Ma i servizi segreti europei, tutti, sono filiali inquinate di altri servizi segreti. Per questo non scoprono niente. Per questo non possono indagare. Per questo dobbiamo riprendere in mano la nostra sovranità, e cambiarli. Altrimenti ci faranno arrostire, prima di renderci schiavi.



G.Chiesa

animal
03-04-16, 12:11
ma pensa......mannaggia ai rettiliani e grigi!!!!


Olanda: ?Solo gli ucraini avrebbero potuto abbattere l?MH17? | Informare per Resistere (http://www.informarexresistere.fr/2016/04/01/olanda-solo-gli-ucraini-avrebbero-potuto-abbattere-lmh17/)

Ivan
03-04-16, 20:20
D'Alema: "Renzi è un uomo del Mossad, va sconfitto" | Wall Street Italia (http://www.wallstreetitalia.com/dalema-renzi-e-un-uomo-del-mossad-va-sconfitto/)

Undertaker
06-04-16, 14:41
I complottisti sono dei malati mentali...

animal
06-04-16, 16:58
I complottisti sono dei malati mentali...

peccato non sei neppure scemo eppure....bacato e plagiato fin dal primo giuramento probabilmente!

Undertaker
11-04-16, 09:12
peccato non sei neppure scemo eppure....bacato e plagiato fin dal primo giuramento probabilmente!

Si chiama paranoia...Tutti i complottisti sono paranoici borderline....

animal
13-04-16, 06:55
Si chiama paranoia...Tutti i complottisti sono paranoici borderline....
e' possibile che ci sia una buona dose di paranoia, ma quando il potere diventa troppo pressante e demoniacamente invasivo, la mente umana si ribella.
Ognuno lo fa a suo modo!
Oppure ci si adegua all'ameriCan swing, che come un canto di sirene ci portera' tra gli abissi di nettuno.

animal
20-04-16, 02:38
Plasmare il futuro dell I-taglia in europa

Monica Maggioni alla Trilaterale. Ma va tutto bene. | Informare per Resistere


(http://www.informarexresistere.fr/2016/04/18/monica-maggioni-alla-trilaterale-ma-va-tutto-bene/)
https://youtu.be/VqQdajzLahs

M.Maggioni: partecipa al bilderberger in austria ed una settimana dopo viene eletta presidente ray
Van Rompy: partecipa al bilderberger e una settimana dopo viene eletto presidente europeo
M.Monti: partecipa sempre al Bilderberger....per servire il caffe ai tavoli!

animal
30-04-16, 13:00
L’Italia alla conquista della Francia, terza per investimenti con 17 miliardi

Prima di noi Germania e Stati Uniti. Sono più di 1.800 le imprese italiane che hanno deciso di puntare Oltralpe, dove danno lavoro a oltre 100 mila dipendenti. Sono piccole e medie aziende manifatturiere in settori come la moda e l’alimentare

di Roberto Bagnoli

http://www.corriere.it/includes2013/images/logo_firma.png http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2016/04/30/Economia/Foto%20Economia%20-%20Trattate/Getty_Images200364005-001-k95C-U43180202145936hNF-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443.jpg?v=20160430112546



Per il secondo anno consecutivo gli imprenditori italiani hanno aumentato gli investimenti in Francia superando la Gran Bretagna e piazzandosi al terzo posto dopo Usa e Germania. In cifre è stato superato il volume di 17 miliardi di euro, e sono più di 1.800 le imprese italiane che hanno deciso di puntare sulla Francia dove danno lavoro a oltre 100 mila dipendenti. Questi dati li ha voluti fornire direttamente l’ambasciatrice francese a Roma Catherine Colonna convocando la stampa a Palazzo Farnese, per mandare un chiaro messaggio dopo le polemiche per la conquista di Telecom da parte di Vivendi di Vincent Bolloré: «L’economia francese è aperta a tutti gli imprenditori italiani desiderosi di sfruttare le opportunità offerte dal nostro Paese».

Le imprese

Accanto a madame Colonna il vicepresidente della lucchese Sofidel Massimiliano Vannucchi per annunciare che il suo gruppo produttore leader in Europa di carta igienica costruirà in Francia il quarto stabilimento mentre Bob Kunze-Concewitz, CEO del gruppo Campari ha confermato che mancano ormai poche battute per la conquista del marchio Grand Marnier per oltre 700 milioni di euro. L’avanzata delle truppe economiche italiane parte per oltre due terzi da imprese residenti in Lombardia e Piemonte mentre gli investimenti si concentrano nell’Île de France (36% dei progetti) e nell’Auvergne-Rhône-Alpes (14%). Con 84 progetti italiani di investimento già avviati nel corso del 2015 — precisa Hervé Pottier, direttore di Business France Invest Italia — il nostro Paese realizza il miglior risultato degli ultimi dieci anni.

Il confronto

A fare un confronto tra questa pur importante realtà e la valanga economica che la Francia ha mosso in Italia in questi anni, il paragone è impietoso. Il volume di investimenti supera i 46 miliardi di euro per oltre 230 mila dipendenti. Quella che colpisce è anche la diversa qualità di «invasione» economica e imprenditoriale. L’Italia si espande in Francia con piccole e medie aziende manifatturiere in settori non strategici come la moda, l’alimentare (da ricordare anche l’acquisto di Carte Noire da parte di Lavazza) e della pur nobile carta igienica. Non così per la Francia che ha conquistato grosse fette della grande distribuzione, dell’energia (Edison da parte di Electricité de France, della moda over the top come Bulgari e Loro Piana. Senza contare le banche che con Paribas su Bnl e Crédit Agricole su Cariparma e altre casse locali hanno ormai una presenza a stabile e importante. L’ultima avanzata, quella del bretone Bolloré (che con Vivendi è anche secondo azionista di Mediobanca) è andata a toccare i sensibili fili della telefonia e della futura banda larga creando non poche preoccupazioni.


30 aprile 2016 (modifica il 30 aprile 2016 | 11:24)
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Quando si dice disinformazione!
Dal titolo sembra che l'I-taglia stia invadendo la Francia, quando invece leggendo, ed e' cosa risaputa e' esattamente il contrario.
Anzi queste PMI che vanno in Franza come in Romania impoveriscono il sistema paese ed arricchiscono i paesi ospitanti.
Purtroppo invece lo sbarco francese in tutti i settori vitali dell'economia sta portando gli effetti nefasti sotto gli occhi di tutti!!!

Gianky
17-05-16, 08:37
Si chiama paranoia...Tutti i complottisti sono paranoici borderline....

O magari son persone che non si accontentano di quello che dicono ai TG.............

Undertaker
18-05-16, 09:42
O magari son persone che non si accontentano di quello che dicono ai TG.............
Tg?E chi guarda i TG? Roba da pensionati...Molto peggio fidarsi dei siti complottisti gestiti da malati mentali...

animal
17-06-16, 04:56
e si e gia' complottisti...in galera...anzi in manicomio! :face4:

In un video la caduta di David Rossi del Monte dei Paschi - Italia - Libero Quotidiano (http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11920377/In-un-video-la-caduta-di.html)

animal
17-06-16, 04:58
Dresda, espongono cartello "Bilderberg is mafia", arrestati! | La verità sul Nuovo ordine mondiale (http://veritanwo.altervista.org/dresda-espongono-cartello-bilderberg-is-mafia-arrestati/)

animal
17-06-16, 05:08
Claudio Costamagna tra le new entry I-tagliane al Bilderberger Club!
ma allora sei uno di loro! si chiude la conferenza del bilderberg a dresda, sei italiani presenti - Cronache (http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ma-allora-sei-loro-si-chiude-conferenza-bilderberg-dresda-126670.htm)

Presidente della cassa deposito e prestiti.
Una quantita' di denaro pari a 250 miliardi di euro che fa gola ai satani$ti d'oltreoceano...
auguri pensionati e i vostri libretti di risparmio :drinky:

animal
30-06-16, 06:18
Non sapendo cosa fosse Game of Thrones sono rimasto stupito quando ho letto un'intervista ad un ricercatore inglese che ha dichiarato che la dipendenza dalle serie TV, ed in particolare questa, avrebbe portato al 2030 la popolazione ad una cessazione dei rapporti sessuali a scapito di un assogettamento a questa nuova forma di manipolazione.
Quindi interessandomi a questo programma, ho saputo che oltre alla presenza del solito ebreo ( uno dei registi e sceneggiatori) il tema principale della saga, chiamiamola cosi', parla della lotta tra famiglie reali suddivise in un mondo bipolare occidentale ed orientale.
Mentre la massa del popolo, alla guisa di schiavi, deve lottare per sopravvivere!
Dato che ultimamente Holliwood e dintorni propongono, con la scusa della fiction e del entreitament, la Loro visione su quello che sara' il futuro a breve del mondo, tale serie dimostra quello in cui si crede da tempo.
Il mondo diverra' molto diverso, con una popolazione ridotta da guerre e malattie, ed una classe oligarchica retta dalle trenta e poco piu' famiglie di case reali e Illuminati!
Il popolo sara' considerato alla stregua di carne da macello solo per soddisfare i piaceri di questi eletti, piaceri fisici e sessuali.
Non per niente Game of Thrones sembra che esalti il sesso violento e perverso, e sappiamo quanto questi petofili siano deviati sessualmente ( Brusselle insegna qualcosa...no?!?!)!
Il mondo sta precipitando molto velocemente verso l'oscurantismo e solo la fiammella della Madre Russia al momento da un filo di speranza di sopravvivenza!
Per questo a breve guerra, vera, sara', e forse è un bene!

animal
06-07-16, 11:32
https://youtu.be/frKUUGj2DeE

animal
08-07-16, 06:11
Rischio Attentato Nucleare Per La Russia | HESCATON (http://www.hescaton.com/wordpress/rischio-attentato-nucleare-per-la-russia/)

animal
17-07-16, 08:14
finalmente svelato che l'arrivo di milioni di negri ed islamici in Europa e' finanziato da qualche burattinaio che tiene le fila dei parrucconi petofili di Brusselle e della Merdel!
Eccone uno:

COME LA SOLA MANO DI GEORGE SOROS HA CREATO LA CRISI EUROPA PER I RIFUGIATI - E PERCHE'
Postato il 11/07/2016 di cdcnet (http://)





http://www.comedonchisciotte.net/themes/3D-Fantasy/images/middle-left.gif

http://www.comedonchisciotte.net/themes/3D-Fantasy/images/middle-right.gif



http://www.comedonchisciotte.net/images/topics/europa.jpg (http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&new_topic=20) http://www.comedonchisciotte.org/images/-1x-1.jpgDI DAVID GALLAND E STEPHEN MC BRIDE
zerohedge.com
George Soros scommette in borsa, ancora.
L’ottantacinquenne attivista, politico e filantropo e` andato in prima pagina nel post-Brexit dicendo che l'evento aveva "scatenato" una crisi dei mercati finanziari.
Ebbene, questa crisi non ha ancora colpito Soros.
Soros è stato sul lato giusto delle transazioni di borsa vendendo allo scoperto le azione della Deutsche Bank e scommettendo contro lo S & P tramite un 2,1 milioni di dollari di azioni sulla ETF SPDR S & P 500.


Un'altra cosa interessante, Soros ha recentemente venduto azioni per $ 264 milioni del Barrick Gold, il cui prezzo delle azioni è salito oltre il 14% dal Brexit. Insieme a questa transazione, Soros ha venduto le sue azioni in molte compagnie su cui aveva investito in precedenza.
http://www.garretgalland.com/images/uploads/newsletters/Image_2_20160708_TPP.jpg


Soros ha recentemente annunciato che stava uscendo dal pensionamento, di nuovo! Prima di andare in pensione nel 2000, l'unica altra volta che Soros e’ pubblicamente rientrato a giocare in borsa è stato nel 2007, quando ha effettuato una serie di scommesse al ribasso per l'edilizia abitativa degli Stati Uniti e, infine, realizzato un profitto di oltre $ 1 miliardo di dollari dalle compravendite.
Dal 1980, Soros ha attivamente perseguito un programma globalista; portato avanti tramite i suoi Open Society Foundations (OSF).
Che cosa è quest’ agenda globalista, e da dove viene?
Il seme globalista è stato seminato per il giovane George da suo padre, Tivadar, un avvocato ebreo che è stato un forte sostenitore dell’ Esperanto. L’ Esperanto è una lingua creata nel 1887 da L.L. Zamenhof, un oculista polacco, con lo scopo di "trascendere i confini nazionali" e "superare l'indifferenza naturale dell'umanità." Tivadar ha insegnato al giovane George l’Esperanto e lo’ha costretto a parlare a casa. Nel 1936, quando Hitler stava ospitando le Olimpiadi di Berlino, Tivadar ha cambiato il nome della famiglia da Schwartz a Soros, una parola che in Esperanto significa "salirà".
George Soros, è nato e cresciuto a Budapest, in Ungheria, e ha beneficiato notevolmente dalle decisioni prese dal padre. Presumibilmente, nel 1944, a 14 anni, George Soros è andato a lavorare per i nazisti invasori. Si dice che fino alla fine della guerra, nel 1945, ha lavorato con un funzionario del governo, aiutandolo a confiscare i beni dalla popolazione ebraica locale. In un'intervista del 1998 al 60 ° minuto, Soros ha descritto l'anno dell'occupazione tedesca come "il periodo più felice della mia vita."
Le avventure di Soros in Finanza
Quando la guerra finì, Soros si trasferisce a Londra e nel 1947 s’iscrive alla London School of Economics, dove ha studiato con Karl Popper, filosofo austriaco-britannico che è stato uno dei primi sostenitori di una "Open Society". Soros poi ha lavorato presso diverse banche d'affari a Londra, prima di trasferirsi a New York nel 1963. Nel 1970, ha fondato Soros Fund Management e nel 1973 ha creato il Quantum Fund, in collaborazione con l’uomo d’affari Jim Rogers.
Il fondo ha avuto rendimenti annui superiori al 30%, consolidando la reputazione di Soros e mettendolo in una posizione di potere, che ha utilizzato e continua ad utilizzare odiernamente per far avanzare l'agenda dei suoi mentori.
Le speculazioni monetarie che hanno gettato la Gran Bretagna e l'Asia in crisi.
Nel 1990, Soros ha iniziato una serie di grandi scommesse contro valute nazionali. La prima fu nel 1992, quando ha venduto in “short” la sterlina e ha fatto un profitto di 1 miliardo di dollari in un solo giorno.
L`altra grande speculazione monetaria è venuta nel 1997. Questa volta Soros individuato il baht tailandese e, con un volume di vendite allo scoperto molto pesante, ha distrutto il bath tailandese a favore del dollaro statunitense, dando inizio alla crisi finanziaria asiatica.
Gli sforzi "umanitari”.
Oggi, il patrimonio netto di Soros è pari a 23 miliardi dollari. Da quando ha assunto un ruolo di secondo piano nella sua compagnia, Soros Fund Management, nel 2000, Soros si è focalizzato sui suoi sforzi filantropici, che si svolgono attraverso le Open Society Foundations da lui fondata nel 1993.
Allora, a chi dona e quali cause sostiene?
Nel corso degli anni 1980 e 1990, Soros ha usato la sua straordinaria ricchezza per finanziare le rivoluzioni in decine di nazioni europee, tra cui la Cecoslovacchia, la Croazia e la Jugoslavia fornendo denaro a partiti politici di opposizione, case editrici e dei media indipendenti in queste nazioni.
Se vi chiedete perché Soros si sia immischiato negli affari di questi paesi, una parte della risposta potrebbe risiedere nel fatto che durante e dopo il caos, ha investito grossi capitali in molte delle attività di ciascuno dei rispettivi paesi. Egli ha poi utilizzato la Columbia University e l’economista Jeffrey Sachs per consigliare i governi nascenti di privatizzare immediatamente tutte le attività pubbliche, permettendo così a Soros di vendere i beni che aveva acquisiti durante le turbolenze nei mercati aperti di recente formazione. Essendo riuscito a portare avanti la sua agenda in Europa attraverso il regime del “Cambiamento” ha subito rivolto la sua attenzione al grande palco, gli Stati Uniti.
The Big Time.
Nel 2004, Soros ha dichiarato: "Credo profondamente nei valori di una società aperta”. Negli ultimi 15 anni ho concentrato i miei sforzi all'estero; ora lo sto facendo negli Stati Uniti.
Da allora, Soros ha finanziato gruppi come:


L’istituto americano per la giustizia sociale , il cui scopo è quello di "trasformare le comunità povere attraverso attività di ”lobbying” aumentando la spesa pubblica per programmi sociali"
L’Istituto per le politiche sull’immigrazione, il cui obiettivo è di "realizzare una politica per il re-insediamento immigrati illegali e aumentare i benefici di assistenza sociale per i clandestini"

Soros utilizza i suoi Open Society Foundations per incanalare denaro per i Media progressisti ovvero I Media Matters.
Soros incanala i soldi attraverso una serie di gruppi di sinistra, tra cui la Fondazione Tides, Center for American Progress, e la Democratic Alliance al fine di aggirare le leggi di finanziamento della campagna elettorale. Perché Soros ha donato così tanto capitale e cosi tanto impegno a queste organizzazioni? Per un semplice motivo: per acquistare il potere politico.
i politici democratici che vanno contro la l’agenda progressista vedranno tagliati i loro finanziamenti e verranno attaccati dai media, come i Media Matters, che contribuiscono direttamente ai media tradizionali come NBC, Al Jazeera, e il New York Times.
Oltre alla donazione di 5 miliardi di dollari che Soros ha donato a diversi gruppi come quelli sopra citati, ha anche fatto enormi donazioni al Partito Democratico Americano e ai suoi membri più importanti, come Joe Biden, Barack Obama, e, naturalmente, Bill e Hillary Clinton.
La grande amicizia con i Clinton
Il rapporto di Soros con i Clinton risale al 1993, nel periodo in cui è stata fondata OSF. Sono diventati amici stretti, e il loro rapporto duraturo va ben oltre le donazioni.
Secondo il libro, “The Shadow party”, scritto da Horowitz e Poe, in una conferenza del 2004 " Riprendiamoci l'America" ​​ in cui Soros era uno dei relatori, l'ex first lady ha presentato Soros dicendo: “Noi abbiamo bisogno di persone come George Soros, che è senza paura ed e’ disposto a farsi avanti quando serve”
Soros ha iniziato a sostenere la corsa presidenziale di Hillary Clinton nel 2013, assumendo un ruolo di alto livello nel gruppo "Pronti per Hillary". Da allora, Soros ha donato oltre 15 milioni di dollari per i gruppi-pro Clinton e Super PAC.
Recentemente, Soros ha dato più di 33 milioni di dollari per il gruppo “ Black Llife Matter”, che è stato coinvolto nei disordini sociali di Ferguson, Missouri, Baltimora e Maryland, nel 2015. Entrambi questi incidenti hanno contribuito a un peggioramento delle relazioni razziali in tutta l'America.
Lo stesso gruppo ha fortemente criticato il contendente democratico Bernie Sanders per il suo presunto supporto alla disuguaglianza razziale, contribuendo a minare la sua figura, vista come una minaccia in una delle circoscrizioni più ostili alla Hillary Clinton.
Questo, naturalmente, migliora notevolmente il peso che Soros esercita attraverso i gruppi sopra menzionati. E 'lecito ritenere che ora in grado di guidare la politica democratica, soprattutto in un'amministrazione guidata da Hillary Clinton.
Semplicemente, ciò che Soros vuole, ottiene. Ed è chiaro dalla sua storia che vuole spazzare via i confini nazionali e creare una sorta d’incubo globalista rappresentato dall'Unione Europea.
Negli ultimi anni, Soros ha rivolto la sua attenzione in Europa. E 'una coincidenza che il continente è attualmente in disordine economico e sociale?.
Un altro “Home Run”: il conflitto ucraino
Non c'è alcun dubbio sulla grande influenza di Soros sulla politica estera degli Stati Uniti. Nell’ ottobre del 1995 il giornalista della PBS intervista Soros che ha detto, "Io ora ho accesso [al vice segretario di Stato Strobe Talbott]. Non c'è dubbio. Noi in realtà lavoriamo insieme [sulla politica europea orientale]. "
L’ingerenza di Soros si impennò di nuovo nel conflitto Russia-Ucraina, che ha avuto inizio nei primi mesi del 2014.
In un'intervista del maggio 2014 con la CNN, Soros ha dichiarato che è stato responsabile per la creazione di una fondazione in Ucraina che alla fine ha portato al rovesciamento del leader eletto del paese e l'installazione di un governo scelto dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, all'epoca guidato da niente di meno che Hillary Clinton:
La CNN : In primo luogo l'Ucraia: una delle cose che molte persone le riconoscono è che durante le rivoluzioni del 1989 Lei ha finanziato molte attività dei dissidenti, gruppi della società civile in Europa orientale, in Polonia e in Repubblica Ceca. State facendo cose simili in Ucraina?
Soros: Beh, ho creato una fondazione in Ucraina prima che l’ Ucraina diventasse indipendente dalla Russia. Tale fondazione è in funzione da allora e ha giocato un ruolo importante negli eventi odieni.
La guerra che ha strappato la regione ucraina del Donbass ha provocato la morte di oltre 10.000 persone e lo sfollamento di oltre 1,4 milioni di persone. Come danno collaterale, un aereo passeggeri Malaysia Airlines è stato abbattuto, uccidendo tutti i 298 a bordo.
Aancora una volta Soros era lì per trarre profitto dal caos che ha contribuito a creare. Il suo premio in Ucraina è stato il monopolio energetico della compagnia statale Naftogaz.
Soros ha utilizzato ancora una volta la sua cricca degli Stati Uniti, il Segretario del Tesoro Jack Lew e la società americana di consulenza McKinsey al fine di consigliare il governo fantoccio dell’ Ucraina sulla privatizzazione Naftogaz.
Sebbene la quota esatta di partecipazione di Soros nella Naftogaz non è stato divulgata, in una nota 2014 si è impegnato a investire fino a 1 miliardo di dollari nelle imprese ucraine.
Il suo ultimo successo: la crisi europea per i rifugiati
L’agenda di Soros è fondamentalmente sulla distruzione dei confini nazionali. Questo è stato recentemente dimostrato molto chiaramente con il suo finanziamento della crisi dei rifugiati europea.
La colpa della crisi dei rifugiati è stata data alla guerra civile che attualmente infuria in Siria. Ma vi siete mai chiesti come tutte queste persone sapevano improvvisamente che l'Europa avrebbe aperto le sue porte e li entrare?
La crisi dei rifugiati non è un fenomeno naturale. Questo ha coinciso con la OSF che donava soldi per il “Migration Policy Institute” statunitense e la piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti privi di documenti, entrambe le organizzazioni sponsorizzate da Soros ed Entrambi i gruppi sostengono il reinsediamento dei musulmani del terzo mondo verso l'Europa.
Nel 2015, un reporter di Sky News ha trovato dei "manuali" per i migranti sull'isola greca di Lesbo. E 'stato poi rivelato che i manuali, che sono scritti in arabo, erano stati dati ai rifugiati prima di attraversare il Mediterraneo da un gruppo chiamato "Benvenuti nella UE".
“Benvenuti nell’UE” è finanziato (si avete indovinato!) della Open Society Foundations (OSF). Soros non solo ha sostenuto i gruppi che supportano il reinsediamento dei migranti del terzo mondo verso l'Europa, ma è l'architetto del "Piano Merkel."
Il Piano Merkel è stato creato dall'iniziativa di stabilità europea, il cui presidente Gerald Knaus è membro di vecchia data presso la Open Society Foundations.
Il piano propone che la Germania dovrebbe garantire asilo a 500.000 profughi siriani. Tale piano afferma inoltre che in Germania, insieme ad altre nazioni europee, dovrebbe aiutare la Turchia, un Paese che è musulmano al 98%, ad ottenere l'esenzione dal visto all'interno dell'UE a partire dal 2016.
Il discorso politico
La crisi dei rifugiati ha suscitato grande preoccupazione nei paesi europei come l'Ungheria.
In risposta a 7.000 migranti che ogni giorno entravano nel territorio ungherese nel 2015, il governo ungherese ha ristabilito il controllo delle frontiere al fine di contenere le orde di rifugiati che tentavano di varcare i confini ungheresi.
Naturalmente questo non è andato giù a Soros e ai suoi stretti alleati, i Clinton.
Bill Clinton ha accusato Polonia e Ungheria di pensare che "la democrazia è troppo impegnativa e non ne vale la pena" e che vogliono avere una "dittatura autoritaria in stile Putin”
Leggendo i commenti di Clinton, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha risposto dicendo:
"Le osservazioni fatte su Ungheria e Polonia ... hanno una dimensione politica.. Queste osservazioni si sono moltiplicate da quando stiamo vivendo nell'era della crisi dei migranti. Sappiamo tutti che dietro i leader del Partito democratico americano, c’e’ George Soros. "
Orban ha continuato dicendo "anche se la bocca appartiene alla Clinton, la voce appartiene a Soros."
Soros commenta politica di Orbán verso i migranti: "Il suo piano tratta la protezione dei confini nazionali, come l'obiettivo e rifugiati come un ostacolo. Il nostro piano tratta la protezione dei rifugiati ai confini come l’obbiettivo e i confini nazionali come l'ostacolo ".
E 'difficile immaginare che poteva essere più chiaro nelle sue intenzioni globalista.
Il movente del profitto
Perché, dunque, Soros vuole inondare l'Europa con orde di musulmani del terzo mondo?
Non possiamo essere sicuri, ma è recentemente venuto alla luce che Soros ha preso una serie di "posizioni al ribasso" contro la azioni di borsa degli Stati Uniti. A quanto pare, pensa che provocando il caos in Europa si diffonda il contagio verso gli Stati Uniti, avviando cosi i mercati in una spirale verso il basso. La distruzione dell'Europa attraverso l’inondazione con milioni di migranti è un piano diretto a provocare il caos economico e sociale del continente. Quest’ altro esempio della creazione di disordini al fine di trarne un profitto, dove George Soros sembra avere i suoi tentacoli nella maggior parte degli eventi geopolitici.
Noi tutti comprendiamo che questa correlazione non è una causalità. Tuttavia, data la straordinaria ricchezza di Soros, le connessioni politichee la sua lunga esperienza di vedere e di trarre profitto dal caos, è quasi certamente un catalizzatore per gran parte delle turbolenze geopolitiche che si verificando.
Egli è intento a distruggere i confini nazionali e la creazione di una struttura di governo globale con poteri illimitati. Dai suoi commenti diretti verso Viktor Orbán, possiamo notare che Soros vede chiaramente leader nazionali come i suoi futuri vassalli e burattini che vendono il suo racconto alle masse ignoranti.
Soros vede se stesso come un missionario che porta avanti l'agenda globalista, insegnata dai suoi primi maestri. Egli usa i suoi vasti collegamenti politici per influenzare la politica del governo e creare le crisi, sia economiche e sociali, per promuovere quest’agenda.
Con ogni evidenza, Soros sta cospirando contro l'umanità ed è decisa a distruzione delle democrazie occidentali.
Per qualsiasi pensatore razionale, alcuni eventi globali semplicemente non hanno alcun senso. Perché, per esempio le democrazie occidentali accoglierebbero milioni di persone i cui valori sono del tutto incompatibile con quelli della propria nazione?
Quando guardiamo da vicino l'ordine del giorno, attivamente promosso dal maestro globalista, George Soros, le cose diventano un po’ 'più chiare.
Ecco che arriva il pagliaccio
Niente è più vicino della carta “esci dalla galera” che gli investigatori della FBI hanno dato a Hillary Clinton per la questione dei suoi server di posta elettronica privati. Questo è avvenuto senza che nessuno protestasse sul fatto che la Hillary abbia infranto un numero di leggi federali tali da sbattere in galera qualsiasi persona.
Per citare il direttore dell'FBI James Comey, "Anche se vi è prova di potenziali violazioni degli statuti per quanto riguarda il trattamento di informazioni classificate, il nostro giudizio è che nessun procuratore ragionevole avrebbe portato alla nostra attenzione un caso del genere."
C'è una discrepanza in questa affermazione. Per cominciare, ci sono evidenti violazioni della legge. Ma anche una forte componente politica nel fatto che un "procuratore ragionevole" dovrebbe far rispettare le leggi, prendendo in considerazione che il colpevole è il seguente: l'alfiere dei democratici candidato alla presidenza dello stato .
Inoltre, andando contro la Clinton significa andare contro Soros e nessun "procuratore ragionevole" vorrebbero farlo.
Sto solo dicendo ...

David Galland and Stephen McBride
Fonte: Zero Hedge | On a long enough timeline the survival rate for everyone drops to zero (http://www.zerohedge.com)
Link: How George Soros Singlehandedly Created The European Refugee Crisis - And Why | Zero Hedge (http://www.zerohedge.com/news/2016-07-08/how-george-soros-singlehandedly-created-european-refugee-crisis-and-why)
8.07.2016

Haxel
31-07-16, 12:10
Non sapendo cosa fosse Game of Thrones sono rimasto stupito quando ho letto un'intervista ad un ricercatore inglese che ha dichiarato che la dipendenza dalle serie TV, ed in particolare questa, avrebbe portato al 2030 la popolazione ad una cessazione dei rapporti sessuali a scapito di un assogettamento a questa nuova forma di manipolazione.
Quindi interessandomi a questo programma, ho saputo che oltre alla presenza del solito ebreo ( uno dei registi e sceneggiatori) il tema principale della saga, chiamiamola cosi', parla della lotta tra famiglie reali suddivise in un mondo bipolare occidentale ed orientale.
Mentre la massa del popolo, alla guisa di schiavi, deve lottare per sopravvivere!
Dato che ultimamente Holliwood e dintorni propongono, con la scusa della fiction e del entreitament, la Loro visione su quello che sara' il futuro a breve del mondo, tale serie dimostra quello in cui si crede da tempo.
Il mondo diverra' molto diverso, con una popolazione ridotta da guerre e malattie, ed una classe oligarchica retta dalle trenta e poco piu' famiglie di case reali e Illuminati!
Il popolo sara' considerato alla stregua di carne da macello solo per soddisfare i piaceri di questi eletti, piaceri fisici e sessuali.
Non per niente Game of Thrones sembra che esalti il sesso violento e perverso, e sappiamo quanto questi petofili siano deviati sessualmente ( Brusselle insegna qualcosa...no?!?!)!
Il mondo sta precipitando molto velocemente verso l'oscurantismo e solo la fiammella della Madre Russia al momento da un filo di speranza di sopravvivenza!
Per questo a breve guerra, vera, sara', e forse è un bene!

in realtà la serie si basa molto sulla guerra delle rose, visto che le famiglie già nell'ultima stagione sono in estinzione

Haxel
31-07-16, 13:16
La verità su Sitchin, Nibiru e sul Pianeta X (http://ceifan.org/nibiru_pianetax.htm)


Uno dei tanti forum di intelligentoni che parlano e vogliono smerdare le cosiddette teorie complottistiche e mondialiste qaulificandole come bufale!

Legger con quanta enfasi e prosopopea irridono la tesi di Sichtin sul 10mo piantea Nibiru.

Ora notizia di oggi, gli scienzati hanno dichiarato che il sistema solare ha un decimo pianeta grande 5 volte la terra esattamente come disse il povero Sitchin
smerdati!

in realtà le ultime scoperte riguardano i pianeti nani

animal
24-08-16, 08:20
giusto per ricordare ai minus habens e str...uzzi

Da Soros soldi ai rom in Italia per assicurargli ancora più diritti - IlGiornale.it (http://www.ilgiornale.it/news/politica/soros-soldi-ai-rom-italia-assicurargli-ancora-pi-diritti-1298538.html)

animal
08-10-16, 17:39
Putin vieta ai Rothschild di entrare in Russia ~ Sa Defenza (http://sadefenza.blogspot.ch/2016/09/putin-vieta-ai-rothschild-di-entrare-in.html)

animal
19-10-16, 23:45
le iene ienate

E? GUERRA ALLA LIBERA INFORMAZIONE: SEQUESTRATO IL BLOG DI ALESSANDRO CARLUCCIO | ?0Ñ?0 ???? ®0VE$CIA


<a href="http://younetspiegalevele.altervista.org/guerra-alla-libera-informazione-sequestrato-blog-alessandro-carluccio/" target="_blank">
https://youtu.be/KcNlD4l8wOw (http://younetspiegalevele.altervista.org/guerra-alla-libera-informazione-sequestrato-blog-alessandro-carluccio/)

animal
20-10-16, 08:14
quante verita', soprattutto dopo la seconda canzone con l'intervista a Foa'

https://www.youtube.com/watch?v=v2Ebgtm7fck

animal
30-10-16, 09:01
Perche' l'I-taglia e' invasa


La questione immigrati e' ormai chiara.
Esiste un patto scellerato per il quale a fronte di atteggiamenti morbidi in merito di bilancio comunitario da parte dell'europa, l'I-taglia si accolla milioni di immigrati.
Cosi' facendo l'UE, da provetto cravattaro, tiene sempre di piu' per le briglie l'I-taglia, impedendone qualsiasi sviluppo e facendo in modo che si indebiti sempre di piu' e nel contempo fa un favore alla germania.
Quale?
Dato che la germania e' stata eletta dai $atana d'oltreoceano ad essere il paese vassallo da porre alla guida dell'europa, per omaggiarla e darle il contentino si sta regalando alla stessa la distruzione dell'apparato produttivo dell'unico paese che avrebbe potuto farle concorrenza nell'ambito della manufatturiera.
Un bel disegno non c'e'che dire.
Lasciare che l'I-taglia si riempia di debiti e di allogeni, per poi distruggere il suo apparato produttivo e permettere alla germania di primeggiare nelle esportazioni ed alla francia di procedere a fare shopping di marchi I-tagliani.
In tutto questo ci guadagna solo il PD ed i suoi amici, la chiesa le ONG, e qualche criminale delle penisola.....per tutti gli altri l'oblio fino all'inedia finale!

amaryllide
30-10-16, 11:28
Perche' l'I-taglia e' invasa


La questione immigrati e' ormai chiara.
Esiste un patto scellerato per il quale a fronte di atteggiamenti morbidi in merito di bilancio comunitario da parte dell'europa, l'I-taglia si accolla milioni di immigrati.
miliardi, non milioni.

amaryllide
07-11-16, 03:28
Uno dei piu' beceri forum anticomplottisti che buttano in vacca ogni notizia che vada contro al NWO, USA, Usrael.

C'e' solo da chiedersi...quanto saranno pagati????

Bufale.net | Bufale internet - bufale facebook - (http://www.bufale.net/home/)

qui c'è una bella analisi dei motivi per cui gli anticomplottisti sostengono tesi che non hanno nessuna superiorità scientifica su quelle dei complottisti, poggiandosi sostanzialmente sulla fallacia ad auctoritatem ("è vero perchè lo dice il tiggì").

Tante volte mi sono chiesto chi siano davvero i complottisti. Gli studi condotti a partire dal classico lavoro di Lipset e Raab (https://www.amazon.com/Politics-Unreason-Right-Wing-Extremism-1790-1977/dp/0226484572) sull'estremismo politico (1970) pongono l'accento sulle tare metodologiche del complottismo come tendenza semipatologica ad anteporre fantasie e paure alla consequenzialità dei materiali empirici. In questi lavori troviamo ipotesi sulla genesi del fenomeno, mappature socioeconomiche sulla sua diffusione, saggi di psicologia sociale, pareri psichiatrici.

La prospettiva, riproposta in una vasta e ridondante letteratura, ha il generico merito di esporre le cause e gli effetti dell'irrazionalità nelle dinamiche macrosociali. Ciò che però quasi sempre le manca è una critica del concetto stesso di complottismo: della sua genesi e della sua tassonomia, e più in particolare dei suoi scopi nella comunicazione di massa, nonché del suo eventuale contributo a quella stessa irrazionalità che con esso ci si propone di denuciare.
Prima di parlare dei complottisti e dei loro moventi bisognerebbe definirne l'etichetta nel contesto politico e culturale di riferimento. Nelle corti europee dei secoli scorsi intrighi e complotti erano all'ordine del giorno, ma non c'erano i complottisti. E chi metteva in discussione la verità di regime nelle dittature comuniste era sì un dissidente, ma non un complottista. La novità, il tema che sarebbe fertile approfondire, non sono quindi coloro che credono nei complotti - veri o falsi che siano - ma i motivi per cui, nel sistema contemporaneo di produzione e distribuzione della verità, si ricorra da entrambe le parti proprio alla categoria del complotto per designare coloro che criticano determinati messaggi.

Un'analisi di questo tipo sarebbe oggi opportuna, anzi urgente. Negli ultimi anni il complottismo sembra infatti essersi riqualificato da risibile tara intellettuale di pochi disadattati in un'emergenza sociale e quindi - come è nello spirito dei tempi - anche economica. Sul Sole 24 Ore di domenica 9 ottobre appariva un elzeviro (http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-10-06/danni-economici-complottismo-164315.shtml?uuid=AD9hpNTB) del filosofo Gilberto Corbellini dal titolo Ecco quanto ci costa la mania dei complotti. Il quale, oltre a non fornire nessuna stima dei costi del complottismo, non spiegava nemmeno in cosa esso debba consistere. Come già in altri studi e riflessioni sul tema, le premesse sono sottintese così da condurre automaticamente ai giudizi, che infatti appaiono già in apertura del pezzo:


... le derive più rischiose, che causano sia danni e morti a persone fisiche sia costi economici, disfunzioni istituzionali e instabilità sociale, sono le credenze pseudoscientifiche e le paranoie complottiste.
In ciò l'articolo di Corbellini non si discosta dalla quasi totalità della letteratura giornalistica d'opinione, il cui scopo è quello di consolidare tramite reiterazione il sistema di idee a cui è abituato il lettore, senza fornire contributi informativi sulla formazione di quelle stesse idee.


***

La premessa più ovvia è che i complotti sono sempre esistiti, fanno parte del complicato bagaglio delle relazioni socioeconomiche, sicché credervi non è indice di malattia né, appunto, di complottismo. Alcuni autori (ad es. Dean, 2000 (https://books.google.it/books?id=VsKAcZwT0NMC&pg=PA294&lpg=PA294&dq=declaration+of+independents+dean+jodi&source=bl&ots=YpU5TC14vc&sig=aNGXN8kLn5oe9POqjcH5IHdehMg&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjiz4W91djPAhWGmBoKHbW1ACAQ6AEIITAB#v=on epage&q=declaration%20of%20independents%20dean%20jodi&f=false)) ipotizzano che la sensibilità ai complotti sia il portato evoluzionista di epoche in cui i complotti erano una norma sociale da cui proteggersi. Dello stesso avviso il Corbellini:

Immaginarsi o credere ai complotti doveva essere vantaggioso, o almeno non dannoso, per i nostri antenati preistorici. Sospettare macchinazioni ai propri danni teneva in allerta i nostri antenati, e quelli che sviluppavano questo tratto evidentemente lasciavano più figli, cioè sono stati favoriti dalla selezione naturale. Ogni tratto fenotipico si esprime in una popolazione a livelli più o meno spiccati, per cui le persone possono essere più o meno appagate dal credere in teorie complottiste. Si può anche pensare che coltivare il sospetto prevenisse dal diventare più facilmente preda di inganni e manipolazioni da parte di aggregazioni sociali di potere. Tuttavia, viviamo in società che non sono più quelle preistoriche o anche premoderne, e in un mondo dove sono disponibili conoscenze e metodi scientifici per controllare come stanno i fatti, dove esistono leggi scritte, governi democraticamente eletti.
Ora, si prova sempre una certa tenerezza quando qualcuno se ne esce dalla teoria dei millenni per segnare col gessetto una cesura epocale, smarcarsi dagli avi e credersi protagonista di una svolta che renderebbe obsolete le lezioni della storia. L'idea che "questa volta è diverso" deve avere accarezzato i semplici di ogni evo - e i risultati si vedono: mentre scrivo si radunano truppe al confine russo come nel 1947, si pensa di unire l'Europa sotto i tedeschi come nel 1939, si perpetua una crisi economica con l'austerità come negli anni Trenta, si importano africani (http://ilpedante.org/post/lo-schiavismo-dei-buoni) come nell'Ottocento, si sognano le crociate come nell'undicesimo secolo.

Ma anche accettando l'ipotesi di vivere in una felix aetas postcomplottista, bisogna supporre che la svolta sia avvenuta in tempi recenti, anzi recentissimi, se ancora nel 2001-2003 i "governi democraticamente eletti" cospiravano per far credere ai propri elettori che in Iraq si progettava lo sterminio dell'umanità (http://www.ilpost.it/2011/02/16/armi-di-distruzioni-di-massa-iraq/), così da poterlo radere al suolo a spese di tutti e a beneficio di pochissimi. E se ancora negli anni sucessivi le "conoscenze e metodi scientifici per controllare i fatti" non impedivano a poche aziende farmaceutiche di vendere miliardi di vaccini inutili (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/06/21/la-truffa-del-supervirus-a-novartis-16-milioni-per-i-vaccini-inutili21.html) facendo credere al mondo che si preparavano pandemie epocali: SARS, H5N1, AH1N1.

Evidentemente si viveva, fino all'altro ieri, in società "preistoriche o anche premoderne".

***

Si consideri un esempio di scuola: gli eventi dell'11 settembre 2001. In quel caso alcune persone conclusero che gli attacchi erano stati condotti per iniziativa o con la complicità dello stesso governo americano per giustificare le successive guerre al "terrore". Ai sostenitori di questo complotto, conseguentemente etichettati come complottisti, si opponeva la tesi istituzionale secondo cui i terroristi erano finanziati e addestrati da un miliardario pazzo con l'appoggio di alcuni governi del quarto mondo. Il che è a sua volta un complotto, non meno convoluto e spericolato del primo. L'opinione pubblica si trovava così divisa tra due complotti, di cui uno [I]anche complottista.

Il caso suggerisce che il complottismo non è definito né dalla natura né dalla narrazione di un evento, ma dal suo narratore. È un problema di fonti. Una credenza perfettamente razionale - come ad esempio il sospetto che un imprenditore diffonda informazioni false per aumentare i profitti - può essere complottista, laddove una risibile e indimostrata - come le recenti accuse di pirateria informatica rivolte da Hillary Clinton al governo russo - può non esserlo. Dipende, appunto, da chilo racconta.
Quando scrissi l'articolo Come si fabbrica un terrorista (http://ilpedante.org/post/come-si-fabbrica-un-terrorista) qualcuno mi diede - in quel caso come complimento - del complottista. Ma in quella ricostruzione non c'era una riga che non fosse tratta dagli atti processuali e dalle testimonianze rese sotto giuramento dagli stessi funzionari dell'FBI. Il documentario riportato in calce all'articolo era montato quasi esclusivamente con materiali originali e diffusi in aula, senza attori. Ciò nondimeno si trattava di notizie mai apparse sui giornali, sicché doveva trattarsi di complottismo.

***

Quanto osservato mette seriamente in crisi le pretese epistemologiche di chi si spende contro la piaga del complottismo. Se quest'ultimo si definisce nel suo rapportarsi con l'autorità narrante di un evento - se più o meno "ufficiale" - allora cade il nesso tra complottismo e rifiuto del metodo scientifico. A prescindere dalla verosimiglianza e razionalità delle ipotesi messe in campo dai complottisti, il solo fatto di qualificarli secondo la loro adesione a una fonte è antiscientifico in partenza perché implica una fallacia ad auctoritatem.
Un'informazione è ufficiale quando è emanata o approvata dall'autorità in carica. Per estensione lo è anche se vi si conforma nel messaggio e nel linguaggio, come di norma avviene nella stampa di più larga diffusione. L'ufficialità è quindi un attributo politico, non epistemologico. Associarla alla correttezza, rigore, buon senso ecc. di un messaggio esprime semplicemente la fiducia del destinatario nel sistema politico che lo sancisce, non nel messaggio stesso.

Sul punto osserviamo che, oltre a quanto riportato, il citato articolo di Corbellini si apriva proprio con un atto di fede politica:

I valori che hanno consentito alla civiltà occidentale di prevalere sul resto del mondo – per parafrasare un bel libro di Niall Ferguson – raddrizzando e adattando come mai prima il legno storto di cui siamo fatti...
Se la civilità occidentale è la migliore del mondo (perché? chi lo dice? dove è dimostrato?), allora i suoi messaggi non possono che soddisfare i requisiti della verità e della scienza. Il resto è noia, zeppa retorica per non dire che chi si candida a insegnare il pensiero critico ai lettori lo fa agganciandosi a un acritico credo nella civiltà a cui si gloria di appartenere.

Se quella del complottismo è una mera questione di auctoritas, il suo rapporto con il metodo scientifico è neutro: può aderirvi rigorosamente o allontanarsene fino al delirio. L'accusa di pseudoscientificità mossagli dai suoi inquisitori, selezionando all'uopo i suoi esponenti più fantasiosi e allucinati, non è che l'incidentale strumentalizzazione dialettica della dignità scientifica in quanto valore universalmente riconosciuto dal pubblico. Poi poco importa se sono loro, gli inquisitori, i primi a violare quel valore omettendo l'obbligo della critica delle fonti. Se oggi i complottisti sono antiscientifici, qualche secolo fa sarebbero stati eretici, empi o blasfemi.
Scientifico o meno, il complottismo è un indicatore di fiducia nell'autorità. Per questo i giornali se ne occupano sempre più spesso. Negli ordinamenti democratici moderni, dove non esiste formalmente una verità di Stato da imporre con la forza pubblica, l'adesione dei cittadini ai messaggi approvati dal sistema di potere in carica misura la loro disposizione ad accoglierne l'agenda politica.

Detta più in breve, la lotta al complottismo è una lotta per il consenso.

***

Ma perché i complotti? I fatti denunciati dai presunti complottisti sono in origine reati o comportamenti riprovevoli: truffe, conflitti di interesse, illeciti regolatori, abusi di potere, falsi ideologici, tradimenti, omicidi, stragi, eventualmente ragion di stato. Solo in seguito diventano complotti, quando cioè si calano in una cornice intepretativa che ha poco a che fare con gli atti e molto con le emozioni.Per quanto in certi casi di enorme portata criminale, i cosiddetti complotti possono essere utilmente ricondotti alla più asettica fattispecie dell'associazione a delinquere, così da non incorrere nelle derive interpretative tipiche del credo cospirazionista: un'esagerazione nella stima delle complicità e, quindi, delle doti intellettuali dei custodi dell'ufficialità; l'attribuzione di intenti malvagi in luogo di più intellegibili interessi e paure; la credenza in una perfetta impermeabilità degli eventi alla conoscenza esterna; la credenza in un'altrettanto perfetta comunione di intenti dei perpetranti, fino a elidere la dialettica dei poteri nell'ipotesi di una mente unica che governerebbe il mondo.

Se è vero che i ricchi e i potenti intrigano oggi come nel passato, è anche vero - per concedere un punto ai Corbellini - che i valori politici contemporanei creano un'aspettativa positiva nei confronti di un sistema giuridico e mediatico che dovrebbe tendere a esporre i misfatti e a promuovere una naturale convergenza tra verità ufficiale e verità fattuale. In un'epoca in cui la trasparenza e la partecipazione popolare sono iscritte nelle leggi e la libertà di stampa che-fa-la-guardia-al-potere è celebrata a ogni piè sospinto, è facile cadere nell'illusione che certe imprese criminali debbano avvalersi di vastissime trame di complicità per restare nell'ombra. Che è poi lo stesso equivoco di chi, all'estero, crede che in Italia le cupole mafiose non potrebbero prosperare senza la collusione di tutti i nostri concittadini, nessuno escluso.
Paradossalmente è proprio la fiducia nell'ufficialità che, una volta tradita, crea la percezione del complotto. Se si accettasse, come si è sempre fatto, che in primo luogo le verità di regime non possono nuocere al regime, e che le regole del buon governo esistono proprio perché c'è chi le viola, si considererebbero atti e posizioni ufficiali secondo gli interessi che di volta in volta esprimono e si abbandonerebbe la pretesa che debba esistere una fonte certificata della verità. O della menzogna.


***

In quanto ai custodi del consenso, per loro è diverso. Per loro la semantica del complotto è una manna dal cielo perché riqualifica le opposizioni al pensiero dell'autorità come disturbi mentali, ossessioni persecutorie e manìe che non meritano l'attenzione dei sani. In ciò li aiuta anche una schiera accademica che, a partire dal famoso saggio di Hofstadter, 1964 (http://harpers.org/archive/1964/11/the-paranoid-style-in-american-politics/), associa l'idea della cospirazione alla patologia psichica e al disagio sociale, con derive esclusiviste che è facile prevedere. Ad esempio, per Zonis e Craig, 1994 (http://online.sfsu.edu/mroozbeh/CLASS/h-607-pdfs/Zonis--Conspiracy.pdf), il complottismo sarebbe una "malattia" che colpisce collettivamente i neri e i musulmani mediorientali, a motivo di pratiche materne e sessuali i cui dettagli ci piace risparmiare ai lettori.La pratica di dichiarare pazzi gli oppositori politici è comune a molti regimi. Nella Russia sovietica lo psichiatra Andrei Snezhnevsky e i suoi collaboratori ritenevano che il dissenso politico fosse il sintomo di una mai udita "schizofrenia latente" (вялотеку́щая шизофрени́я) che nei casi più "gravi" poteva giustificare l'internamento a vita nei manicomi di stato, come quello famigerato e remoto di Kazan, in Tatarstan, dove trovarono la morte centinaia di nemici del regime. Oggi naturalmente siamo lontani da quegli eccessi, che però covano nella caccia al complottismo, sostituendosi l'insinuazione all'accusa e la squalificazione ad personam alla repressione fisica.
Il risultato manipolatorio è quello, già descritto su questo blog (http://ilpedante.org/post/paura-della-paura), della paura della paura. Il timore che chi presiede i centri di potere politico, finanziario e imprenditoriale possa agire contro l'interesse delle comunità per realizzare i propri particolari e inconfessati interessi, e che lo faccia mentendo per non compromettere il consenso, è un timore da reprimere per non apparire deboli e malati.Poi poco importa se alla follia di certe teorie complottiste corrisponda una dimostrata follia di certe azioni del potere in carica, dalle tante guerre presenti e future alle politiche in corso di diseguaglianza, revoca dei diritti e spoliazione della ricchezza diffusa. E se ai sorrisi che può strappare l'idea di una terra piatta o di un governo alieno dell'umanità corrispondano le lacrime di chi perde il lavoro per l'urgenza pelosa di abbattere i confini del mondo. E se all'immaginario deterioramento della salute pubblica per un calo insensibile delle vaccinazioni corrispondano la malattia e la morte certe di migliaia di greci lasciati senza cure (http://vocidallestero.it/2016/06/18/la-banca-di-grecia-il-sistema-sanitario-e-al-collasso-cala-laspettativa-di-vita/) per arricchire pochi speculatori e con il pretesto bugiardo della stabilità del continente.
Nel paradigma del complotto le narrazioni alternative sono paranoiche in quanto tali. Così gli abusi e le menzogne che coprono gli abusi, laddove esistono, si trasformano in complotti non per il machiavellismo di chi li ordisce, ma per la complicità di chi non li denuncia: per paura di averne paura.

L'idea di complottismo, come già altre esposte su queste pagine pedanti, integra uno dei tanti volti della tecnocrazia. Perché mortifica le opposizioni dialettiche e quindi la sorveglianza democratica, suggerisce l'idea di un buon governo in quanto governo e di un rigore scientifico garantito da chi ha la forza di reclamarne la titolarità, non dai suoi risultati. In ciò promette ai governati il vanto della salute mentale e di immaginarsi, dopo millenni di lotte tra chi esercita il potere e chi lo subisce, al capolinea della storia, cittadini di un mondo vocato al bene comune (http://ilpedante.org/post/la-dittatura-degli-intelligenti-del-bene-comune-e-del-cadavere-della-dialettica) dove il sospetto è obsoleto, la paura un peccato.
Il Pedante (http://ilpedante.org/blog/post/gombloddoh)

animal
14-11-16, 12:33
i semidei biblici si ritrovano nelle classi regnanti e nelle 60 potenti famiglie sioniste e dominanti

I padroni del mondo di oggi sono i "semidei" dell&#039;Antichità (http://www.complottisti.com/padroni-del-mondo-oggi-semidei-dellantichita/)

animal
27-11-16, 14:55
Gli intrighi di Soros nel mondo - Gli occhi della guerra (http://www.occhidellaguerra.it/18512-2/)

schiatta be$tia :55434:

animal
11-12-16, 16:42
per non dimenticare le be$tie ameriCane...i liberatori......


Storie di Guerra
L’addio a Giuseppe, l’aviere italiano fucilato tre volte dagli americani Si è spento pochi giorni fa, a 99 anni, il militare italiano scampato tre volte dopo la resa alle esecuzioni degli americani in Sicilia. «Eravamo in 50, i miei compagni caddero su di me. Prima le raffiche, poi il colpo di grazia». Sessant’anni trascorsi cercando giustizia di Alessandro Fulloni


http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2016/12/10/Interni/Foto%20Interni%20-%20Trattate/03int05f1-kysF-U43250881766449BwD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443.jpg?v=20161211151106 L’aviere Giuseppe Giannola durante la guerra in Sicilia (archivio Corriere della Sera)
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(http://www.corriere.it/cronache/16_dicembre_10/addio-giuseppe-giannola-l-aviere-italiano-fucilato-tre-volte-americani-sicilia-guerra-1943-76998af6-bed1-11e6-b7f0-2f6636f68ecb.shtml#commentFormAnchor)
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«Guarda che io sono vecchio, ma resterò in vita sinché tutti i miei commilitoni uccisi non saranno stati ritrovati e torneranno ad avere un nome e un cognome». Parole soffiate al telefono, piangendo con un senatore della Repubblica che dall’altra parte della cornetta lo stava ascoltando, impegnandosi ad aiutarlo. Giuseppe Giannola ha mantenuto quel giuramento preso con se stesso: dopo aver trovato quel che cercava - dignità, ricordo e giustizia - se n’è andato pochi giorni fa, a 99 anni, ultimo protagonista di una storia di guerra pazzesca ambientata in Sicilia, in quei giorni folli del luglio 1943. In sintesi: sopravvissuto a chi gli ha sparato tre volte nel giro di poche ore. Lui soldato in grigioverde: fucilato dal protone d’esecuzione. Senza scarpe e casacca, obbligato a spogliarsi da quei G.I. in tenuta kaki che gli stavano assiepati davanti, inquadrandolo nel mirino. Esplode la scarica di un fucile mitragliatore che lo falcia assieme a un’altra cinquantina di suoi commilitoni. Quelli per cui - oltre sessant’anni dopo - è riuscito a ritrovare un ricordo dignitoso, grazie anche all’aiuto del senatore Andrea Augello, un passato mai dimenticato nel Msi e un presente con «Identità e Azione», dove è approdato giungendo da An e Pdl. Appassionato di studi storici, il parlamentare ha pubblicato nel 2012 un poderoso e trascinante studio – «Uccidi gli italiani», 230 pagine edite da Mursia - sulla battaglia di Gela e sulla sorte dei militari italiani e tedeschi fucilati dagli americani.


Con Luz Long, il campione battuto da OwensPagine in cui compaiono tante storie drammatiche. Storie che s’incrociano ma non si toccano, pur raccolte nella stessa battaglia, nella stessa trincea, l’una a pochi passi dall’altra. C’è la vicenda di Giuseppe ma c’è anche quella di Luz Long, il campione tedesco di salto in lungo battuto dall’americano Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino del 1936 e morto con la divisa da artigliere del 1° reggimento della Lufwaffe “Hermann Göring”» (http://www.corriere.it/video-articoli/2016/04/30/salto-lungo-soldato-longbattuto-owens-ucciso-sicilia/dcebf6fa-0eb3-11e6-9a0b-44a139eda75b.shtml). Lo uccidono sempre lì, in quella stessa battaglia a Biscari, in quelle stesse ore calde del 14 luglio 1943. L’operazione «Husky» - lo sbarco alleato in Sicilia - è scattata quattro giorni prima. Estate, sole alto, cielo azzurro. Il mare è poco lontano. Ma qui la brezza non porta il profumo di zagare né quello della salsedine. Si respira solo fumo. E l’odore acre della cordite. Poi esplosioni e grida disumane. Si combatte furiosamente. Americani da una parte, italiani e tedeschi dall’altra. Mentre quel che accadrà il 25 luglio sembra un’eventualità inimmaginabile, le truppe in grigioverde – peraltro senza direttive chiare provenienti dagli alti comandi - combattono vigorosamente. Addirittura sono a un passo dal ricacciare i nemici – la cui superiorità in mezzi e armamenti è schiacciante – in mare.






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Luz Long e Jesse Owens, nemici-amici (http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/16_aprile_30/fotogallery-luz-long-jesse-owens-nemici-amici-c766385e-0ec7-11e6-9a0b-44a139eda75b.shtml)

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Gli italiani combattono Tanta ostinazione viene pagata a caro prezzo: se catturati, quei fanti catanesi, romani, bresciani e milanesi vengono passati per le armi immediatamente come chiarito senza mezzi termini dal generale Patton prima dello sbarco: «non fate prigionieri».
E appunto: spostiamo ancora l’obiettivo sulla fucilazione degli italiani. Giuseppe, allora aviere ventiseienne, cade in mezzo agli altri corpi. Intervistato sul Corriere della Sera da Gianluca Di Feo il 3 marzo 2005, raccontò così quella ore tanto drammatiche quanto incredibili: «Io pensavo che fosse tutto finito... Da noi, nelle trincee dell’ aeroporto di Biscari, non si sentiva più sparare. Dopo quattro giorni di combattimenti avevamo alzato le braccia: noi avieri con i nostri fucilini non potevamo fare di più. Mentre gli americani ci spogliavano, io pensavo alla festa, pensavo a casa. Poi abbiamo camminato sotto il sole: saremmo stati in cinquanta, tutti senza scarpe, a torso nudo, in mutande o con i pantaloni corti. Dopo qualche ora ci hanno fatto fare una sosta, stavamo seduti in un campo all’ ombra degli ulivi. Quelli che ci sorvegliavano si sono appartati, fumavano e parlavano. Tempo un quarto d’ ora e ci siamo alzati di nuovo: ci hanno fatto mettere su tre file. Io ero in mezzo a quella centrale, accanto avevo due commilitoni, palermitani come me che conoscevo sin da quando eravamo bambini. A quel punto gli americani hanno cominciato a sparare».


Il primo miracoloE avviene il primo miracolo. «Sono stato colpito subito: un proiettile mi ha spezzato il polso e mi sono buttato a terra. Ho fatto solo in tempo a fissare l’ immagine di quel sergente gigantesco, con il tatuaggio sul braccio, che impugnava il mitra. Poi i corpi degli altri mi sono caduti addosso. Non vedevo nulla, sentivo solo quegli scoppi che non sembravano finire mai. Prima raffiche lunghe, quindi delle esplosioni secche, sempre più rare. Erano i colpi di grazia».


Il secondo miracoloEd ecco il secondo miracolo. «Io stavo fermo, con il braccio infuocato e la faccia che si copriva del sangue dei miei amici. Sono rimasto immobile per un paio d’ ore, finché il silenzio non è diventato totale. “Se ne sono andati”, ho pensato. Lentamente, quasi paralizzato dalla paura, ho spostato i corpi e mi sono alzato. Ho fatto solo in tempo a guardarmi attorno ed è arrivata la fucilata. Ricordo il botto e il calore che mi bruciava la testa. Sono caduto, sorpreso di essere ancora vivo. Il proiettile mi ha preso di striscio, scavando un solco tra i capelli: sarebbe bastato un millimetro più giù per ammazzarmi. Con terrore ho cercato di non respirare. Sapevo che ci doveva essere qualche americano lì intorno, appostato per non lasciare nessuno vivo. Con la faccia a terra credevo di non avere più scampo. Invece nulla».


Il terzo miracoloPerò avviene un terzo miracolo. «Non so quanto tempo sia passato. Mi dicevo: “Non muoverti”. Ma avevo sete. Il polso spezzato e la ferita alla testa bruciavano. Il dolore ha superato la paura. Mi sono mosso carponi, temendo un altro sparo. Ho camminato così fino a una strada sterrata. Vedevo in lontananza delle colonne di camion americani. Non si sentiva più la battaglia. E’ passata un’ ambulanza e si è fermata. Si sono resi conto che ero un italiano, ma mi hanno dato da bere e bendato le ferite con attenzione. Poi a gesti mi hanno fatto capire di restare vicino alla strada: “Verranno a prenderti”. Io mi sono seduto: avevo solo i pantaloncini, il resto del corpo era impastato di terra e sangue. E’ arrivata una jeep con tre soldati. Quelli davanti sono scesi: penso mi avessero scambiato per uno di loro. Mi parlavano sorridendo, poi si sono accorti che non capivo. Li ho visti guardarsi in faccia: quello con il fucile ha indicato all’ altro la jeep, lo ha mandato via. E’ rimasto solo, in piedi, di fronte a me. Io ero seduto, lui mi fissava. Poi ha imbracciato la carabina, ha mirato al cuore e ha sparato». Sopravvive. Arriva un’ambulanza. Stavolta è britannica. Sembra tutta un’altra storia... Lo raccolgono, lo portano all’ospedale da campo di Scoglitti. Due giorni dopo viene imbarcato su una nave e portato all’ospedale inglese di Biserta ed altri del Nord Africa. Rientra in Italia - dove nel frattempo era stato dato per disertore... - il 18 marzo 1944 e ricoverato all’ospedale militare di Giovinazzo. Al Corriere che lo intervista mostra la cicatrice sul petto, lì dove la pallottola è entrata. «Poi si gira: sulla schiena c’ è un cratere, come se degli artigli avessero strappato la carne».

L’epilogo di questa storia lo si legge nel libro di Augello. Giuseppe prova a denunciare quel che è successo a Biscari, ma non viene ascoltato. Non sa nemmeno, come del resto non lo sanno le autorità italiane, che il sottufficiale che trucidò i soldati in grigioverde, Horace West, già nel 1944 era stato condannato all’ergastolo dalla giustizia miliare, pena peraltro commutata in obbligo di continuare a combattere, rimozione del grado e successivo congedo obbligatorio. Ma grazie anche a quell’intervista sul Corriere e al contemporaneo lavoro di ricostruzione storica condotto dal senatore, la procura militare di Padova aprì un’inchiesta nel 2009 ( West peraltro era morto nel 1994...). Nel settembre 2009 Giuseppe fu ricevuto al Quirinale dal generale Mosca Moschini, consigliere militare del Presidente della Repubblica, al quale consegnò una lettera appello nella quale chiedeva che si facesse di tutto per individuare il luogo dove furono seppelliti i suoi commilitoni, per restituire l’onore a chi combattè quella «sporca guerra», cancellandoli dall’elenco dei dispersi o, peggio ancora, dei disertori. E la sua testardaggine è stata finalmente premiata il 14 luglio del 2012 quando, a Santo Pietro, è stata inaugurata una targa di marmo che ricorda i nomi di tutti i soldati italiani uccisi nella strage. Compresi quattro tedeschi. Infine l’onorificenza al merito concessa da Giorgio Napolitano. Giuseppe ha così mantenuto quel giuramento a se stesso. «Guarda che io sono vecchio, ma resterò in vita sinché tutti i miei commilitoni uccisi non saranno stati ritrovati e torneranno ad avere un nome e un cognome...».


alefulloni (https://twitter.com/#%21/alefulloni)
11 dicembre 2016 (modifica il 11 dicembre 2016 | 15:10)
© RIPRODUZIONE RISERVATA


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Regeni, la verità negata un anno dopo


In Egitto dall'autunno 2015

Terracciano ha avuto modo di incontrare i rappresentanti di Cambridge e ha ricevuto la solidarietà del Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, cui la diplomazia italiana si è rivolta per sollevare il caso. Quindi sul piano istituzionale non ci sono stati ostacoli o reticenze. «L’elemento che manca è la docente», afferma l’ambasciatore: ossia la dottoressa Maha Abdelrahman, la professoressa di orgine egiziana che aveva il compito di supervisionare il lavoro di Giulio.

«Quando in un primo momento è stata avvicinata in maniera informale dagli inquirenti italiani — ricostruisce l’ambasciatore — la Abdelrahman si è sottratta, dicendo che avrebbe collaborato ma seguendo le vie ufficiali». Ma c’è di più, perché in un primo momento la professoressa ha messo davanti gli avvocati: «E questa è una cosa strana — commenta Terracciano — perché il suo obiettivo avrebbe dovuto essere quello di dare una mano a scoprire i colpevoli della morte di Regeni. E invece ha mostrato un atteggiamento diverso».

Dopodiché la professoressa è scomparsa praticamente per un anno, «non per un sabbatico — rivela l’ambasciatore — ma perché caduta in depressione, probabilmente provata dalla vicenda».Ora la Abdelrahman è tornata a Cambridge e si è trovata di fronte alla rogatoria trasmessa dai magistrati italiani alle autorità britanniche. Ma la professoressa continua a comportarsi in maniera elusiva: «Adesso dice che sarebbe pronta a collaborare, ma in maniera informale e confidenziale — racconta l’ambasciatore — ma questo non è più possibile perché siamo di fronte a una procedura giudiziaria. La professoressa continua a impiegare tecniche per svicolare: è come se uno dicesse che vuole giocare a tennis quando si gioca al calcio e poi quando si decide di passare al tennis dice che vuole rigiocare al calcio. Qualcosa non va».

A questo punto si aprono le ipotesi, che secondo l’ambasciatore sono sostanzialmente due e alla fine potrebbero sovrapporsi: «È evidente che la Abdelrahman nasconde qualcosa. Secondo fonti diplomatiche egiziane sarebbe legata ai Fratelli Musulmani», l’organizzazione islamista repressa nel sangue da Al Sisi. In questo scenario «Regeni sarebbe stato lanciato in un giro di attivisti e implicato in attività anti-regime». L’altro elemento da considerare è che «la professoressa ha famiglia e parenti al Cairo e potrebbe temere ritorsioni». Va tuttavia aggiunto che secondo gli amici di Regeni la Abdelrahman era piuttosto vicina agli ambienti dell’opposizione di sinistra che non ai Fratelli Musulmani.

Ciò a cui il nostro ambasciatore non sembra dare molto credito è lo scenario che vede implicati i servizi segreti. «È vero che Cambridge è un bacino di reclutamento» degli 007, ammette Terracciano, ma se questa ipotesi fosse vera «vorrebbe dire che sono messi veramente male: non hanno davvero bisogno di impiegare uno studente con poca esperienza per raccogliere quelle informazioni. Non sembra una pista credibile. E se lo fosse, in questo caso non lo scopriremmo mai». A Cambridge avranno senz’altro qualcosa da chiarire, ma la tesi del complotto è dura da dimostrare.

2 novembre 2017 (modifica il 2 novembre 2017 | 22:18)
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Sempre detto che dietro al martirio del ricercatore c'erano i figli d'Albione....merdacce!

amaryllide
04-11-17, 18:16
Sempre detto che dietro al martirio del ricercatore c'erano i figli d'Albione....merdacce!
adesso non esageriamo con le parole. Anche il più cretino di questo ng sa benissimo che se in in regime come quello egiziano, che può essere definito democratico solo dalla carta da cesso della stampa occidentale, i sindacalisti e chi li segue rischiano la vita. E se lo sappiamo noi, che in Egitto non ci siamo mai stati, a maggior ragione doveva saperlo lui, che ha studiato per anni quello stato. QUindi, se lo sapeva, si è assunto consapevolmente dei rischi. Se non lo sapeva perchè credeva davvero che al Sisi fosse democratico, allora era troppo stupido per non ficcarsi nei casini comunque, con o senza Cambridge dietro. Ma se sei stupido, non fai il dottorato a Cambridge. L'unico motivo valido per definirli merdacce è che siano stati i mandanti dell'omicidio, ma quale sarebbe il movente?

Lord Attilio
04-11-17, 18:20
Secondo me il buon Regeni era completamente in buona fede, è finito in mezzo ad un brutto intrigo più grande di lui: insomma tra spie britanniche e spie egiziane non si scherza.

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animal
04-11-17, 18:23
adesso non esageriamo con le parole. Anche il più cretino di questo ng sa benissimo che se in in regime come quello egiziano, che può essere definito democratico solo dalla carta da cesso della stampa occidentale, i sindacalisti e chi li segue rischiano la vita. E se lo sappiamo noi, che in Egitto non ci siamo mai stati, a maggior ragione doveva saperlo lui, che ha studiato per anni quello stato. QUindi, se lo sapeva, si è assunto consapevolmente dei rischi. Se non lo sapeva perchè credeva davvero che al Sisi fosse democratico, allora era troppo stupido per non ficcarsi nei casini comunque, con o senza Cambridge dietro. Ma se sei stupido, non fai il dottorato a Cambridge. L'unico motivo valido per definirli merdacce è che siano stati i mandanti dell'omicidio, ma quale sarebbe il movente?

Amarildo, in politica italiana siamo su due pianeti opposti, ma in geopolitica l'abbiamo quasi sempre pensata alla stessa maniera.
Quindi ti dovrebbe essere chiaro che sono merdacce perche' questa organizzazione , che e' una specie di Spectra alnglosassone con addentellati con i soliti d'oltreoceano, dovevano fare saltare l'accordo Eni per il piu' grande giacimento di gas in acque egiziane, e per fare questo si doveva creare una forte crisi politica tra i due paesi.
Cosa che puntualmente avvenuta e fortuna che alla fine e' prevalso il pragmatismo e non si e' ceduto alle spinte della derza gariga dello sdado e della mamma, che peraltro sono persone della tua area politica , credo!

Lord Attilio
04-11-17, 18:28
[/B]

Amarildo, in politica italiana siamo su due pianeti opposti, ma in geopolitica l'abbiamo quasi sempre pensata alla stessa maniera.
Quindi ti dovrebbe essere chiaro che sono merdacce perche' questa organizzazione , che e' una specie di Spectra alnglosassone con addentellati con i soliti d'oltreoceano, dovevano fare saltare l'accordo Eni per il piu' grande giacimento di gas in acque egiziane, e per fare questo si doveva creare una forte crisi politica tra i due paesi.
Cosa che puntualmente avvenuta e fortuna che alla fine e' prevalso il pragmatismo e non si e' ceduto alle spinte della derza gariga dello sdado e della mamma, che peraltro sono persone della tua area politica , credo!Mah, questo può essere ma anche no. Gli indizi sono troppo pochi in proposito.

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animal
05-11-17, 09:45
Mah, questo può essere ma anche no. Gli indizi sono troppo pochi in proposito.

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A suo tempo furono postate decine di strane coincidenze tutte a comprova della macchinazione fatta dai servizi segreti britannici per danneggiare l'accordo Eni/Egitto in merito al giacimento di Zohr ( il piu' grande del mediterraneo) che rendera' l'Egitto non piu' importatore di gas, ma esportatore con danno enorme dei fedeli alleati degli anglosassoni....i Catarrioti ( io li chiamo cosi)

1) Regeni fu fatto trovare su una strada il giorno stesso dell'incontro tra il Ministro italiano ed una folta delegazione di industriali con il Ministero egiziano al Cairo;
2) I vari studenti/osservatori angloamericani furono messi sull'avviso di operare con discrezione al Cairo, mentre Regeni, nonostante avesse avuto qualche dubbio sull'eventualita' di tornare dopo le vacanze natalizie, fu quasi costretto a recarsi nuovamente al Cairo;
3) La compagna di regeni era una nota aderente alle ONG sorosiane e operatrice attiva nella criminale vicenda dell'euromaidan in Kiev, prodromo al colpo di stato effettuato in salsa Clitoniana - Sorosiana;
4)Le due insegnanti tutor di Regeni sono o delle fondamentaliste islamiche o nel caso dell'inglese vicine all'open society di $oro$ e l'istituzione di cui fanno parte e' in combutto ai servizi segreti inglesi MI5 controllati dai Rotschild.

Diciamo che invece che richiamare l'ambasciatore dal Cairo, un governo serio e non a$$ervito avrebbe dovuto farlo con Londra fino alla consegna delle due tutor affinche'fossero interrogate dai nostri investigatori, cosa sino ad oggi impossibile .

https://www.controinformazione.info/verita-per-giulio-regeni-richiamare-lambasciatore-a-londra-e-il-minimo/

animal
18-01-18, 10:03
SORO$:investiro' 18 miliardi per compattere le nazioni!


Soros contro Putin (e populisti): "Mi sento pronto a combatterli" - Gli occhi della guerra (http://www.occhidellaguerra.it/combattero-nazionalismo-lattuale-ideologia-dominante/)

Insomma quante valigie di similpelle portera' in giro nelle varie cancellerie e segreterie?

Diciamo che per l'I-taglia destinera' non meno di 500 milioni di euri!
Chi se li pappa?
In ordine:

Presidente del coniglio e cabo di sdado;
Magnistrati;
Segretari partiti accoglioni e $inistri;
ONG;
Pennivendoli e carta stampata;
TV e radio ;
Centri sociali e mafie;
basteranno un centinaio di borse?

animal
18-01-18, 10:53
ma quando schiatta???

animal
20-01-18, 07:53
per l'appunto 78 anni...vuole vivere fino a 120?
Speriamo allora in una guerra nucleare!
Meglio schiattare vaporizzati che uccisi da questo maiale giudeo

animal
24-01-18, 08:53
Nell'ambito dell'ottimo programma Padania misteriosa un illuminante intervento di Roberto Pinotti sul complottismo e disinformazia!
dal minuto 40.15 sino al minuto 43.30

Bellissima la frase:
c'e' gente che si definisce democratica con il comunismo alle spalle


https://youtu.be/uFziGSO47lY?t=2420

animal
24-01-18, 09:05
Altra parte sul disegno ameriCano e del NWO sull'asservimento dei popoli


dal minuto 47.45 al minuto 50:00
Frasi forti
NWO collegato all'alta finanza, cinema di Holliwood, ed al complesso militare
Il NWO sara' realizzato da criminali che andrebbero impiccati
Pronti a generare un programma nazista che controllera' tutto e tutti!

Dopo un cenno sulla vicenda degli ameriCani sulla luna (vero o falso che sia poco importa)
dal minuto 51:50
altra bordata contro il sistema mafioso dei giornalisti prezzolati!

https://youtu.be/uFziGSO47lY?t=3225

animal
25-01-18, 07:14
Manovre dei burattini delle elite finanziarie!
Stanno facendo di tutto per affossare in fretta l'EuroCania!
Romano Prodi, il Pd si attacca a lui: il piano con cui vuole tornare a comdanare - Libero Quotidiano (http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13302150/romano-prodi-piano-pd-investimenti-1500-miliardi.html)

animal
25-01-18, 08:08
COMPLOTTISMO E COMPLOTTISMI



Chi è un complottista? Un visionario, un folle, o un lucido critico del mondo in cui vive? Il termine ha una valenza negativa e, nell’uso comune, è dispregiativo: un’etichetta per mettere a tacere chi esprime posizioni “non convenzionali”. Come ogni etichetta, non tiene conto dell’individuo o del singolo caso, ma omologa tutti in un personaggio, più o meno grottesco e senz’altro stereotipato; lo stesso vale per le teorie: essere inseriti in questa categoria significa perdere ogni credibilità, essere squalificati come interlocutori.

Se sei un complottista non occorre entrare nel merito di ciò che dici: il pregiudizio nei tuoi confronti impedisce qualsiasi confronto, poiché agli occhi degli altri sei una persona inaffidabile, forse addirittura bisognosa di cure psichiatriche (o perlomeno psicologiche).

Proprio come la massa inferocita che chiede la testa dei governanti in una rivoluzione, l’opinione pubblica è capace di trasformare un pensiero razionale – come tale capace di discernere – in un pregiudizio irrazionale, cioè nell’additare ciecamente l’”altro”, tacciandolo poi di irrazionalità.

Il paradosso del cosiddetto “anticomplottismo” difficilmente può passare inosservato, eppure spesso così è: un atteggiamento irrazionale, basato sul pregiudizio, volto a minare la credibilità di qualcun altro che viene definito irrazionale.

Il presupposto dell’anticomplottismo è che i complottisti siano irrazionali, cioè che vedano in qualsiasi circostanza ciò che vogliono vedere, anziché ciò che vi è realmente, e che, pertanto, non prendano in considerazione i fatti, ma inseguano le proprie idee, sforzandosi di adattarvi la verità. Ma un simile approccio è esattamente speculare a quello che viene stigmatizzato: tu vedi complotti ovunque, io vedo complottisti ovunque. Oppure, anche: tu vedi complotti ovunque, io non ne vedo in alcun caso.

Ma è mai possibile che la verità sia tutta bianca o tutta nera? E, soprattutto, esistono davvero i complottisti?

Certo, esistono persone critiche del mondo o della società, e magari anche di se stesse: persone pronte a mettere in discussione tutto. Poi esistono persone che assumono dogmi e che, in base ad essi, rifiutano tutto o parte di ciò che contraddice quei dogmi: chi è dunque il “credulone”, fra questi? Quello che mette in discussione tutto o quello che non mette in discussione niente?

Naturalmente esistono anche le vie di mezzo: le persone non sono computer e non si esprimono in forma digitale, cioè “acceso/spento”, “tutto/niente”, “0/1”. C’è chi condivide alcune tesi “di una parte” e alcune “dell’altra parte”: secondo alcuni, forse, una persona confusa; oppure un libero pensatore.

Il problema nasce ogniqualvolta l’essere umano, naturalmente predisposto al libero pensiero, si lascia letteralmente intrappolare da schemi preordinati volti a instillare pregiudizi: ciò sospende la sua capacità critica e la riprovazione sociale normalmente correlata a una posizione funziona come deterrente. Se pensi “x”, allora sarai emarginato. Se dici “y”, allora sarai additato.

Purtroppo sia la definizione di complottismo che il discredito correlato sono il frutto del bisogno di contrapposizione, di divisione, di classificazione, di semplificazione, di svilimento della complessità della persona e della realtà. Certe posizioni di quelli che, vittime a loro volta di etichette nelle quali finiscono per adeguarsi a ciò che da loro “la società” si aspetta, si ergono ad anticomplottisti, sono doppiamente paradossali: se, da un lato, si ritengono razionali e scevri da suggestioni, dall’altro lato “spengono” la loro capacità critica e di discernimento ogni volta che un fatto viene associato al concetto di “complottismo”; inoltre, costoro allo stesso tempo sono capaci di attribuire qualsiasi nefandezza ai propri governanti, dalla corruzione all’abominio morale, ma guai a pensare che siano coinvolti in attività celate ai cittadini!

Insomma, un anticomplottista DOC addita i propri governanti come rei di mentire alla gente e di sfruttarla per i propri interessi, ma soltanto finchè a sostenerlo non è un “complottista”: in tal caso l’anticomplottista per definizione diventa uno strenuo difensore delle istituzioni e accusa quest’ultimo di malattia mentale.

Ci sono addirittura quelli che dell’anticomplottismo fanno una ragione di vita: il loro profilo tipico è quello di persone mediamente colte e istruite, ma senza particolari specializzazioni o professioni, difficilmente con elevati livelli di istruzione o di qualifiche.

Ormai Internet è affollata di interi siti dedicati all’anticomplottismo, che – nel tipico rapporto parassitario di qualsiasi ideologia “anti-qualcosa” – motivano la propria esistenza sulla base del complottismo, cioè di qualcosa che non esiste se non nella definizione di chi l’ha inventato e lo adopera. Non che sia una novità, nella storia umana, creare divisioni immaginarie, o utilizzare differenze reali, per perseguire una discriminazione, o perlomeno un apartheid ideologico: neri, ebrei, donne, zingari, poveri, infedeli, etc.

Una delle attività tipiche degli anticomplottisti consiste nel controargomentare, in modo apparentemente logico ed esaustivo, alle tesi cosiddette complottiste, per poi giungere alla dimostrazione finale. Naturalmente, nel momento in cui si assume il ruolo di anticomplottista e si approccia una tesi categorizzata come complottista, si assume un ruolo sociale ben preciso e una funzione che, al di là del singolo caso, preordina ad affrontare in modo ideologico la questione; insomma, non si tratta di una riflessione realmente aperta, poiché la mente di chi scrive è preordinata a indirizzare tutto verso una conclusione già scritta e sancita.

Come dimostra l’esperimento carcerario di Stanford condotto da Philip Zimbardo nel 1971, perfino persone del tutto omologate tra loro, casualmente suddivise tra carcerieri e carcerati, si immedesimano a tal punto nel proprio ruolo da affrontare l’esperienza con assoluta determinazione e fino all’estremo[1]: ciò è indice di quanto sia implicitamente restrittivo e vincolante della libertà di pensiero adottare etichette e pregiudizi, oppure accettare (o ricercare) ruoli che si basano su uno schieramento aprioristico e assoluto. Essere “anti” è sempre indice di una simile restrizione, poiché – per definizione – si dipende integralmente da ciò che si contesta e non si è pertanto pensatori indipendenti, bensì meri oppositori.

Tre esempi “classici” del cosiddetto complottismo potranno chiarire meglio le reciproche posizioni:

1) GLI UFO

Alcuni sostengono che gli alieni siano sulla Terra (o nelle vicinanze) e che interagiscano con gli umani. La cosiddetta “teoria del complotto” in questo caso afferma che diversi governi sappiano e che celino la verità ai cittadini. Queste affermazioni si basano, alternativamente o cumulativamente, su fonti quali:

- personale o ex personale militare, politico o governativo,

- documenti cartacei,

- registrazioni audio e video e fotografie,

- reperti,

- analisi di laboratorio,

- osservazione diretta,

- prove testimoniali,

- informazioni raccolte mediante ipnosi,

- formulazioni basate sulla logica.

Per contro, gli anticomplottisti considerano sempre e comunque soltanto singoli o sparuti elementi, dimostrandone (in modo più o meno corretto) l’infondatezza. Mai nessuno ha affrontato tutte le fonti sopra elencate (cioè ogni categoria, non necessariamente ogni singolo elemento), smentendole. La maggior parte delle controdeduzioni alla “teoria complottista” si basa su considerazioni astratte e assolute, quali:

- non è possibile viaggiare oltre la velocità della luce, quindi essere raggiunti da altri esseri intelligenti,

- gli alieni, se ci visitassero, non avrebbero motivo di non rivelarsi,

- gli alieni, se ci visitassero, sarebbero talmente evoluti da poter affrontare qualsiasi situazione derivante da un contatto, oppure non avrebbero interesse a contattarci,

- gli alieni, se ci visitassero, sarebbero sicuramente aggressivi e noi non rappresenteremmo per loro alcuna minaccia ai piani di invasione,

- i governi non avrebbero motivo di mantenere il silenzio,

- per i governi sarebbe impossibile mantenere il silenzio su eventi di una tale portata,

- se i governi o gli alieni non volessero divulgare la notizia della presenza aliena, avrebbero i mezzi per riuscirci e non sarebbero così inetti da far trapelare documenti o notizie o da mostrarsi.

Gli argomenti di logica sono sicuramente utili, ma non possono essere usati per contrastare documenti o altre prove: in singoli casi gli anticomplottisti hanno dunque anche contestato documenti o testimonianze, ora tacciando di follia i testimoni, ora dichiarando la falsità dei documenti. In ogni caso è evidente che perfino alcuni degli argomenti di logica adoperati dagli stessi anticomplottisti sono contraddittori, mentre la loro stessa natura deduttiva li rende del tutto controversi e ampiamente smentibili con analogo procedimento. Per esempio, le questioni collegate ai vincoli spaziotemporali sono basate sulla nostra scienza, che per definizione è limitata e all’oscuro della maggior parte dei fenomeni fisici: utilizzare una conoscenza limitata e imperfetta per escludere con certezza ciò che non si conosce sembra più fede che razionalità. Sicuramente la fede nella scienza non è dissimile da quella nella religione, posto che proprio alla base del metodo scientifico c’è la dimostrazione, ma non si può definire impossibile qualcosa di cui non è dimostrata l’impossibilità per mancanza di mezzi o concetti.

Soprattutto, la logica deve cedere il passo alle prove: non è sufficiente dimostrare (o sostenere) che un video sia falso o manipolato per concludere che tutti lo siano. Al contrario, è sufficiente dimostrare la veridicità di un singolo elemento per provare tutto il resto. Ad esempio, persone che lamentavano “adduzioni” aliene sono state operate e nel loro corpo sono stati trovati oggetti artificiali contenenti sostanze in rapporti isotopici non presenti sulla Terra: in parole povere qualcuno ha creato dei marchingegni microscopici con elementi extraterrestri e li ha impiantati con una tecnologia chirurgica a noi non nota in quelle persone. Questi sono fatti comprovati, così come ce ne sarebbero migliaia di altri, che non occorre accertare o smentire uno per uno, ove di uno soltanto sia chiara la genuinità e univoca l’interpretazione.

2) LE SCIE CHIMICHE

Sulle scie chimiche probabilmente non è un caso che sia in atto il più rilevante scontro tra sostenitori e detrattori della teoria del complotto: la questione, infatti, riguarda i governi e tutta la popolazione, così come l’ambiente, la salute, il clima. Questioni essenziali sulle quali difficilmente si può sorvolare. La cosa più interessante di quest’argomento è che gli anticomplottisti sembrano non possedere la capacità di guardare il cielo per un paio d’ore consecutive: sebbene il fenomeno descritto sarebbe di frequenza quotidiana (o quasi), e documentato attraverso fotografie e video, le obiezioni alla “teoria del complotto” sono sempre e soltanto basate su dati teorici o informazioni astratte.

La “teoria del complotto” sostiene che ci sarebbero delle scie chimiche nel cielo, prodotte da aerei di linea riforniti con carburante speciale, oppure anche da appositi aerei, che servirebbero a scopi variabili, a partire dal controllo climatico, fino a quello sulla mente delle persone, dall’avvelenamento dell’aria e del suolo, fino al tentativo di provocare disastri naturali, etc.

Alcune delle questioni più osservate a favore dell’esistenza delle scie chimiche sono:

- la persistenza nel cielo superiore rispetto a quella delle normali scie di condensazione (decine di minuti od ore, anziché secondi o minuti),

- la maggiore larghezza rispetto alle scie di condensazione,

- il sistematico allargamento delle scie di origine, fino alla creazione di nuvole artificiali,

- la velatura di tutto il cielo entro poche ore dalla comparsa delle prime scie,

- l’alone “chimico” visibile in controluce con il sole nelle velature,

- la presenza al suolo di alcune sostanze (in particolare metalli pesanti) in concentrazioni maggiori rispetto ad aree non “irrorate”,

- il manifestarsi o l’acuirsi di patologie collegate con l’assunzione di alcune delle sostanze di cui sopra,

- le rivelazioni di personale o ex personale militare o governativo,

- i rilievi di medici e scienziati[2],

- la presenza di norme, leggi o accordi in materia,

- documenti, fotografie e video.

La più comune smentita riguarda il fatto che le scie di condensazione siano un fenomeno noto e diffuso dall’introduzione dei motori a getto d’aria (jet), che, tuttavia, sarebbe un fatto collegato a determinate caratteristiche chimico-fisiche e pertanto verificantesi soltanto con date temperatura, umidità, pressione, altitudine. Ciò spiega le scie di condensazione, ma non tutte le differenze osservate tra le due tipologie. In alcuni casi sono esaminati singoli documenti, quali video o fotografie: anche in questo caso l’esistenza di un falso o di un errore non consente di smentire tutto il resto, mentre la sussistenza anche di un solo elemento non altrimenti spiegabile implica la fondatezza della teoria o di una sua parte.

Sicuramente in questo caso l’argomentazione logica pare ben più sensata di quella scientifica: tutti respiriamo la stessa aria, esponenti del governo e semplici cittadini. Si tratta di un dubbio più che legittimo, che deve indurre a delle riflessioni (che cosa si propagherebbe? Quale sarebbe lo scopo? Ci sarebbero controindicazioni per la salute umana? È possibile che ci siano vaccini o antidoti?), ma che di per sé non può essere sufficiente a smentire “qualsiasi” altra prova o argomento.

3) 11 SETTEMBRE 2001

Anche su questa vicenda ci sono contrapposizioni ideologiche eccezionali, acuite dalle opinioni politiche. La “teoria del complotto” sostiene che gli attentati sarebbero stati organizzati ad arte dal governo americano, al fine di legittimare azioni militari in paesi stranieri, con il fine di assecondare lo sfruttamento delle loro risorse, nonché l’eliminazione di personaggi o nemici scomodi, oppure ancora per realizzare un più ampio progetto di controllo globale.

La tipologia di argomentazioni adottate dai complottisti:

- calcoli matematici e fisici (tempo di caduta libera, temperatura di fusione dell’acciaio, etc.),

- documenti contabili (operazioni di mercato in speculazione preventiva),

- documentazione attestante rapporti tra governanti americani e leader di paesi/gruppi coinvolti nell’organizzazione degli attentati o dalle operazioni belliche successive,

- fotografie, video,

- testimonianze dirette,

- logica.

Anche in questo caso le teorie anticomplottiste non hanno mai preso posizione su alcune circostanze o prove, mentre hanno tentato di confutarne altre. Anche in questo caso una sola prova valida è sufficiente a dimostrare l’erroneità della versione ufficiale (il che, ovviamente, non significa necessariamente spiegare fin nei dettagli l’evento e le relative cause). Per esempio, se la teoria del complotto dice che la temperatura prodotta dalla combustione del kerosene non è sufficiente a sciogliere l’acciaio, gli “anti” dicono che in quelle particolari condizioni ciò sarebbe stato possibile. Se i complottisti dicono che uno dei passeggeri del volo United 93 avrebbe chiamato al cellulare la madre presentandosi con nome e cognome, osservando peraltro che la copertura delle celle, la velocità e la distanza da terra avrebbero reso impossibile perfino la chiamata stessa, gli “anti” dicono che non è necessariamente vero e che il telefono può funzionare anche in quelle condizioni, oppure che una persona sotto stress e davanti alla morte può sparlare (e quindi presentarsi alla madre con il cognome). Eppure il sottoscritto ha provato a telefonare con un cellulare dall’aereo in fase di atterraggio in aree urbane, dopo 10 anni (di sviluppo tecnologico) dai fatti, senza riuscire nemmeno a ricevere alcun segnale telefonico. Restano poi del tutto inspiegate cose come il volo che precipita al suolo “scomparendo”, cioè senza lasciare rottami, mentre un altro riesce a perforare svariati muri perimetrali del Pentagono… salvo poi sparire anch’esso. Restano inspiegate le testimonianze dei soccorritori immediatamente dopo i fatti, che dicono che un palazzo è stato buttato giù con le cariche esplosive.

Insomma, chiunque voglia sostenere che una tesi contraria è falsa e infondata ha buon gioco nel farlo: è sufficiente prendere alcuni elementi, traballanti, magari manipolarli o travisarli lievemente, e contestarli con dati o ragionamenti che di per sé potrebbero essere perfino corretti, ma del tutto irrilevanti a fronte di prove inconfutabili, contro le quali, invece, non avendo argomenti, si sorvola letteralmente.

In tal modo la persona cessa di essere libera pensatrice e diventa anticomplottista di professione, fornendo a tutti i “fedeli” argomentazioni che non devono essere assolute e incontrovertibili, ma soltanto verosimili e non palesemente pretestuose, così da consentire a ciascuno di trovare ciò che desidera, cioè facili conferme dei suoi pregiudizi.

Del resto dire che i complotti non esistono per definizione è esattamente lo stesso tipo di fideismo che porta a dire che i complotti esistono sempre e ovunque: la logica e il buon senso suggeriscono che l’unica regola universale a tal proposito sia che in una società caratterizzata dallo sfruttamento sistematico e dall’ipocrisia seriale non c’è nessun motivo per escludere a priori nulla.

In conclusione, la speranza è quella che si possa andare oltre le etichette, oltre l’esigenza di creare barriere mentali e pregiudizi, e acquisire la capacità di valutare ogni situazione e ogni persona per ciò che è, senza costringere il proprio pensiero entro le sbarre di prigioni delle quali siamo noi stessi gli artefici, con l’invito a riflettere: è più razionale chi mette in discussione tutto, oppure chi classifica quali categorie possono essere messe in discussione e quali sono intangibili?

[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_carcerario_di_Stanford

[2] http://en.wikipedia.org/wiki/Russell_Blaylock



L

animal
25-01-18, 23:57
https://youtu.be/tOBSZ5Vx43k

Eccezionale Pinotti su massonerie e complottismi

animal
30-01-18, 14:33
Informare x Resistere
complottismo in giuste dosi...da' fastidio? certo ai cravattari mondiali$ti!

Il solito attacco di preseunti collaboratori verso il libero dissenso

Chi c'è dietro a Informare Per Resistere? - Web Svelato (http://www.websvelato.it/chi-c-e-dietro-a-informare-per-resistere/)

Informare x resistere
La risposta dell'amministratore alle accuse della .....signorina

Informare X Resistere: la replica alle accuse di Helene Bendetti - Byoblu.com (http://www.byoblu.com/post/minipost/informare-x-resistere-la-replica-alle-accuse-di-helene-bendetti)

animal
30-01-18, 14:37
https://www.informarexresistere.fr/scenario-di-guerra-nucleare/

animal
30-01-18, 15:23
bravi mettere il thread qui sopra significa chiuderlo, data l'arroganza del tenutario di questa sezione!

Haxel
02-02-18, 12:12
interessante il fatto che basterebbe che un solo punto non sarebbe commentato o spiegato per far considerare che la teoria del complotto sia vera

è come riguardo l'antichità che se un fenomeno naturale non poteva essere spiegato allora centrano gli dei

il fatto che poi alcune "questioni" o video o o altro non sia stato spiegato può voler dire che o non è stato visto o è da poco analizzato o è completamente ignorato in quanto non dice in realtà nulla di nuovo

in poche parole è la stessa questione di chi vorrebbe passare la palla dicendo " sei tu che devi dimostrare, mica io"