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Visualizza Versione Completa : Immigrazione: arma del capitale contro i lavoratori (italiani e non)?



Simone.org
22-01-16, 22:38
Un'analisi obiettiva del fenomeno migratorio con due ospiti fuori dal coro



«Immigrazione: arma del capitale contro i lavoratori (italiani e non)?»



Venerdì 5 febbraio, ore 20,45, presso la sala di via Longuelo 85/F a Bergamo, l'associazione Caposaldo offrirà al pubblico un nuovo incontro dal tema Immigrazione: arma del capitale contro i lavoratori (italiani e non)?.
Ospiti della serata saranno il professor Diego Fusaro, filosofo e docente; Enrico Galoppini, studioso dell'Islam e redattore della rivista di studi geopolitici “Eurasia”; Flaminio Maffettini, avvocato e militante di Caposaldo.
L'obiettivo sarà mostrare l'immigrazione di milioni di poveri verso i paesi ricchi come fenomeno funzionale al sistema capitalista nel momento in cui quest'ultimo, mantenendo in condizione di sfruttamento i paesi di provenienza degli immigrati a vantaggio del nord del mondo, può in un secondo momento sfruttare gli immigrati stessi come manodopera di riserva proprio nei paesi più industrializzati creando conflitti ad arte contro i lavoratori locali.
La progressiva perdita delle specificità culturali a vantaggio di un'unica e povera subcultura globale non fa che rafforzare il progetto capitalista di un unico mercato mondiale, un unico governo sovranazionale e un unico popolo facilmente manipolabile.


Da questo punto di vista, Caposaldo rifiuta ad un tempo entrambe le false risposte date dall'Europa al fenomeno migratorio, quella razzista e xenofoba (incarnata in Italia dalle destre e dalla Lega di Matteo Salvini) incapace di vedere nell'immigrato la vittima senza scelta di un sistema ingiusto e quella multirazziale e filopadronale (contraltare della prima, personificata nel presidente della camera Laura Boldrini) ansiosa di assimilare l'immigrato al fine di forzare al ribasso i diritti sociali e le culture dei paesi d'arrivo. Nessuna delle due prospettive considera il fondamentale problema della condizione di sfruttamento capitalistico e oppressione da parte dell'Occidente in cui giacciono le nazioni di provenienza degli stranieri.


Modera il tavolo Alberto Nicoletta.


L'ingresso è libero e gratuito.


Evento Facebook su: https://www.facebook.com/events/1648185432113420/


Diego Fusaro, 1983, è ricercatore e docente di filosofia presso l'università San Raffaele di Milano. Allievo del grande filosofo marxista e comunitarista Costanzo Preve. Ha rilanciato il pensiero anticapitalista castrando la falsa e superata dicotomia destra-sinistra, per un'Europa di patrie sovrane e solidali.


Enrico Galoppini, redattore per la rivista “Eurasia”, è studioso ed esperto di Islam e mondo arabo oltre che di immigrazione e questione palestinese.


Flaminio Maffettini, classe 1961, avvocato, fa parte di Caposaldo da oltre due anni e ha maturato le posizioni che esporrà anche alla luce di precedenti esperienze associative.




Nata come coordinamento di movimenti e associazioni legati da una comune battaglia Caposaldo costituisce ora un'associazione che raccoglie le esperienze e le sensibilità personali di militanti di diverse provenienze. Scopo del movimento è la lotta contro il sistema capitalista e il Nuovo Ordine Mondiale con la messa in campo in particolare di momenti di controinformazione, volantinaggi e incontri di approfondimento. La varietà originale degli associati consente di trattare il tema da diverse prospettive, dall'economia alla politica, dalla spiritualità all'ecologia.


Per informazioni:


Simone Boscali, cell. 3314298972

Avanguardia
24-01-16, 19:38
Credo che l' immigrato serva oggi per distrarre e deviare i sentimenti di rabbia, frustrazione dai politici, dai padroni.
A fare concorrenza ai lavoratori "italiani" stanno arrivando computer e robot. Poi possiamo aggiungere leggi che danno più ragione ai padroni, l' incapacità di ribellione dovuta al rincoglionimento e alla fine della cultura delle precedenti classi subalterne.

LupoSciolto°
24-01-16, 22:42
Partecipate.

Simone.org
25-01-16, 23:34
Credo che l' immigrato serva oggi per distrarre e deviare i sentimenti di rabbia, frustrazione dai politici, dai padroni.
A fare concorrenza ai lavoratori "italiani" stanno arrivando computer e robot. Poi possiamo aggiungere leggi che danno più ragione ai padroni, l' incapacità di ribellione dovuta al rincoglionimento e alla fine della cultura delle precedenti classi subalterne.

Ritieni quindi che sia superata l'analisi dell'immigrazione in termini di attacco al lavoro salariato? Considerando che spesso grazie alla tecnologia sono proprio i lavori peggiori che restano disponibili e che per questi si prestano per pochi soldi gli immigrati direi che da questo punto di vista c'è ancora molto da dire.
Senza contare il fenomeno dello sfruttamento esercitato nei paesi d'origine.

Kavalerists
18-02-16, 08:17
Ritieni quindi che sia superata l'analisi dell'immigrazione in termini di attacco al lavoro salariato? Considerando che spesso grazie alla tecnologia sono proprio i lavori peggiori che restano disponibili e che per questi si prestano per pochi soldi gli immigrati direi che da questo punto di vista c'è ancora molto da dire.
Senza contare il fenomeno dello sfruttamento esercitato nei paesi d'origine.
Assolutamente no! A mio avviso resta la principale chiave di lettura ed analisi del fenomeno.

Gianky
18-02-16, 09:44
Che peccato avere visto solo adesso questa opportunità, tra l'altro abbastanza vicina a dove abito, pazienza, sarà per la prossima

Avanguardia
18-02-16, 10:52
Ritieni quindi che sia superata l'analisi dell'immigrazione in termini di attacco al lavoro salariato? Considerando che spesso grazie alla tecnologia sono proprio i lavori peggiori che restano disponibili e che per questi si prestano per pochi soldi gli immigrati direi che da questo punto di vista c'è ancora molto da dire.
Senza contare il fenomeno dello sfruttamento esercitato nei paesi d'origine.
L' immigrazione è uno dei tanti fattori di attacco al mondo del lavoro, uno dei tanti.
Io abito in Sardegna, la regione con meno immigrazione in Italia, però il precariato esiste in Sardegna da molto tempo, a passarsela bene sono quasi sempre gli accozzati, quelli accozzati bene tra l' altro.
Dalle mie parti nel settore dell' edilizia ancora si vedono per lo più italiani, eppure lì da tanti anni c'è un precariato molto forte caratterizzato da illegalità altamente diffusa. Nei centri commerciali e nei call centers ci sono, parlo sempre della Sardegna, quasi esclusivamente italiani, eppure sono lavori brutti.
Gente che si presta a lavorare per pochi soldi ne trovi anche tra gli italiani, come è vero che non tutti gli stranieri sono ordinati e disciplinati.
Io penso che se i datori di lavoro hanno il coltello dalla parte del manico e la gente non è più in grado di reagire, l' immigrato non c' entra un fico secco.

Avanguardia
18-02-16, 10:53
Assolutamente no! A mio avviso resta la principale chiave di lettura ed analisi del fenomeno.
E' tutto un insieme di cose, come scritto sopra da me.

FRUGALE
18-02-16, 17:13
L'invasione e conseguente definitiva morte dei nostri popoli sono chiaramente pianificate dai Padroni.
Soprattutto perché con noi muoiono le anche conquiste di centinaia di anni di battaglie sociali a favore dei lavoratori; certezze indiscutibili per chiunque, a prescindere dall'orientamento politico dei singoli.

LupoSciolto°
18-02-16, 19:07
Mi trovo un po' d'accordo con tutti. Avanguardia ha ragione: ci sono tantissimi italiani pronti a lavorare per una miseria o sempre disponibili a fare gli straordinari (oltre ad essere crumiri). Infatti qui non è concesso dire "il marocchino, in quanto tale, è un ladro". Però è anche vero quello che Simone sostiene. Il padronato , tramite il nuovo esercito industriale di riserva rappresentato da questi disperati, effettua un attacco frontale nei confronti del lavoro salariato. Altra sacrosanta realtà l'ha scritta Frugale: ci stanno togliendo, tramite TUTTI i mezzi possibili e immaginabili, i diritti che abbiamo conquistato dopo anni di lotte politiche e sindacali. E' il capitalismo. Né più né meno.

Io non dico che bisogna "blindare" le frontiere o sparare sui gommoni (queste cose me le attribuisce l'infame Matteo/Josef + cloni). Dico solo che un paese ormai giunto al 13,4 % di disoccupazione non può accettare un gran numero di stranieri. Soprattutto se questi, poi, diventeranno i nuovi schiavi che lavoreranno per due euro all'ora o che effettueranno caporalato. E nel caso non dovessero trovare un lavoro? Spaccio e prostituzione!

L'idea che ogni migrante è un potenziale "compagno", poi, non regge più da anni. Molti di loro, a ragione o a torto, cercano la strada "più facile" e non si battono per i propri diritti e, di conseguenza, per quelli degli altri lavoratori. Esattamente come certi nostri "connazionali". Confermo di persona.

Lo so, sembrerò noioso, ma questo COMPAGNO sintetizzò bene il concetto


https://www.youtube.com/watch?v=zAhonqXr56s

Avanguardia
19-02-16, 11:43
L'invasione e conseguente definitiva morte dei nostri popoli sono chiaramente pianificate dai Padroni.
Soprattutto perché con noi muoiono le anche conquiste di centinaia di anni di battaglie sociali a favore dei lavoratori; certezze indiscutibili per chiunque, a prescindere dall'orientamento politico dei singoli.
Qui c'è un osservazione molto interessante. L' identità culturale europea dei secoli XIX-XX è stata caratterizzata dalle lotte sociali, dal sentimento di patria (non sempre cristallino, in particolare per il caso italiano) e dal senso di democrazia (prescindendo dai gradi di ipocrisia, di ambiguità, con cui l' idea di democrazia si è concretizzata). Mentre in tanti paesi del terzo mondo, specialmente in Africa ed Asia, a certe favole non si è creduto neppure 50 anni fa, così gli stranieri provenienti da quei paesi, almeno quelli che lavorano onestamente e non fanno casini, sono culturalmente più disponibili ad accettare ordinamenti neo-aristocratici, sovra-nazionali e polizieschi.
Certo, anche in questo caso, va da se che via via da 30-40 anni gli stessi nativi occidentali, in particolare le giovani generazioni, stanno smettendo di credere a quelle favole o sono diventati semplicemente menefreghisti (Franza o Spagna purché se magni!) per una molteplicità di motivi: lo scadimento terribile della politica e dei sindacati, il divertimento moderno, la tecnologia, i viaggi più facili, la sensazione concreta di classi dirigenti super-potenti grazie molto alla tecnologia, la facilità di accesso a certe distrazioni, l' incertezza sul futuro, l' isolamento sociale causato da perenne difficoltà a trovare lavoro e dalla tecnologia di massa, la sensazione che certe cose siano roba di un mondo che non esiste più ecc.

italicum
24-02-16, 16:15
Credo che l' immigrato serva oggi per distrarre e deviare i sentimenti di rabbia, frustrazione dai politici, dai padroni.
A fare concorrenza ai lavoratori "italiani" stanno arrivando computer e robot. Poi possiamo aggiungere leggi che danno più ragione ai padroni, l' incapacità di ribellione dovuta al rincoglionimento e alla fine della cultura delle precedenti classi subalterne.

Non sono d'accordo. l'immigrato viene qua per inchinarsi davanti al vitello d'oro consumista, è una sua scelta, per cui è disposto persino a morire.
I suoi interessi (consumare a qualsiasi costo) coincidono con quelli degli imprenditori (aver braccia a poco disposte a tutto pur di poter consumare). entrambi sono top player mondialisti.
Chi ci rimette sono i non privilegiati locali, che si vedono de facto passare davanti da orde di pronti a tutto pur di avere le nike ai piedi.
Il nemico è la globalizzazione, di cui però fanno parte entrambe le categorie e non solo i padroni infami.

Mi sembrava che a Pacentro nel 1992 la questione alla fine si fosse risolta.......

Avanguardia
24-02-16, 20:09
Non sono d'accordo. l'immigrato viene qua per inchinarsi davanti al vitello d'oro consumista, è una sua scelta, per cui è disposto persino a morire.
I suoi interessi (consumare a qualsiasi costo) coincidono con quelli degli imprenditori (aver braccia a poco disposte a tutto pur di poter consumare). entrambi sono top player mondialisti.
Chi ci rimette sono i non privilegiati locali, che si vedono de facto passare davanti da orde di pronti a tutto pur di avere le nike ai piedi.
Il nemico è la globalizzazione, di cui però fanno parte entrambe le categorie e non solo i padroni infami.

Mi sembrava che a Pacentro nel 1992 la questione alla fine si fosse risolta.......
Uno può decidere di andarsene dal paese natio per una infinità di motivi.
Comunque sì, gli immigrati in genere sono attratti dal vitello d' oro consumista, ma è la stessa cosa per gli italiani, per i nativi europei. Della globalizzazione fanno parte anche i cittadini italiani, per la maggior parte.

Adesso sono da anni che non faccio militanza attiva, però ho capito a cosa ti riferisci con Pacentro. Lì la Comunità Politica di Avanguardia aveva convocato tutte le realtà del neofascismo italiano per una svolta più rivoluzionaria, proponendo di abbandonare battaglie come immigrazione, comunismo, droga, aborto, omosessuali, Islam, neri, in quanto sono cose di cui si devono occupare altri, non un fenomeno che ambisce ad essere ribelle o rivoluzionario. Le varie realtà militanti, pur con diverse sfumature, non furono d' accordo con le tese della Comunità Politica di Avanguardia, la quale ha continuato per la sua strada, per le sue idee, collaborando ogni tanto con altre realtà militanti. Io condivido la scelta di quel movimento, di cui con orgoglio rivendico di aver fatto parte, pur con tutti i suoi limiti.

Lèon Kochnitzky
24-02-16, 20:22
Non sono d'accordo. l'immigrato viene qua per inchinarsi davanti al vitello d'oro consumista, è una sua scelta, per cui è disposto persino a morire.
I suoi interessi (consumare a qualsiasi costo) coincidono con quelli degli imprenditori (aver braccia a poco disposte a tutto pur di poter consumare). entrambi sono top player mondialisti.
Chi ci rimette sono i non privilegiati locali, che si vedono de facto passare davanti da orde di pronti a tutto pur di avere le nike ai piedi.
Il nemico è la globalizzazione, di cui però fanno parte entrambe le categorie e non solo i padroni infami.

Mi sembrava che a Pacentro nel 1992 la questione alla fine si fosse risolta.......

L'immigrazione e' il primo feticcio della globalizzazione, perche' se tu intercambi il parametro locale verso il globale, il risultato e' che il fenomeno descritto dalla conferenza in oggetto diviene primario esperimento di realizzazione del progetto appena detto

furioso2013
25-02-16, 14:27
Beh, se è un arma l'avete consegnata voi, ben carica e già "puntata".

come sempre le ideologie vanno bene (oddio... ) , ma non bisogna mai lasciarsi prendere la mano (o meglio perdere la testa) e bisognerebbe sempre guardare un po' più in là dle proprio naso, anche se fosse lungo.

è normale che andasse così (non giusto ma normale)

un disperato che viene qui è disposto a lavorare per un tozzo di pane (se non vuol delinquere)

ma d'altronde già lo sapevate, i "cinesi" cosa fanno da decenni anche qui in italia ?
sono sfruttati dai loro stessi connazionali anche qui in italia.

perhè dovrebbe essere diverso per chi arriva dall'africa ?

ma aprite gli occhi per una volta, invece che fare lotte impossibili contro i mulini a vento, si facciano lotte sensate.
saremmo di più e otterremmo qualcosa tutti.

italicum
25-02-16, 14:45
Uno può decidere di andarsene dal paese natio per una infinità di motivi.
Comunque sì, gli immigrati in genere sono attratti dal vitello d' oro consumista, ma è la stessa cosa per gli italiani, per i nativi europei. Della globalizzazione fanno parte anche i cittadini italiani, per la maggior parte

L'emigrazione è comunque un indice di fallimento di una Nazione, di una Comunità. Il più degli italiani non va a fare il cameriere a Londra per avere wi-fi o Nike, ma per poter avere un futuro che qui purtroppo è negato, nel mentre lo Stato occupato dai mondialisti eroga a fondo perduto 4 miliardi l'anno, senza limiti, per 'accogliere' i profughi - di cui poi 4/5 sono immigrati consumans e nulla più.


Adesso sono da anni che non faccio militanza attiva, però ho capito a cosa ti riferisci con Pacentro. Lì la Comunità Politica di Avanguardia aveva convocato tutte le realtà del neofascismo italiano per una svolta più rivoluzionaria, proponendo di abbandonare battaglie come immigrazione, comunismo, droga, aborto, omosessuali, Islam, neri, in quanto sono cose di cui si devono occupare altri, non un fenomeno che ambisce ad essere ribelle o rivoluzionario. Le varie realtà militanti, pur con diverse sfumature, non furono d' accordo con le tese della Comunità Politica di Avanguardia, la quale ha continuato per la sua strada, per le sue idee, collaborando ogni tanto con altre realtà militanti. Io condivido la scelta di quel movimento, di cui con orgoglio rivendico di aver fatto parte, pur con tutti i suoi limiti.

Io sono d'accordo con quanto affermato ai tempi dai gruppi di BA: l'immigrato non può MAI divenire un alleato, mai, ma è de facto un nemico, in quanto pedina mondialista di sua volontà, adoratore delle merci, competitore con i non privilegiati locali e portatore di culture differenti (ergo, fonte di multiculturalismo, altro pilastro della globalizzazione).
Quindi, libero di fare quello che gli pare a casa sua, senza distinzioni si 'superiorità' o 'inferiorità' (ma semplicemente DIVERSI), ma nemico quando viene qua.

Avanguardia
25-02-16, 16:20
Io ritengo che sia sbagliato definire come amico/nemico un' intera categoria troppo vasta, come gli immigrati o gli italiani, in cui trovi sempre tutto e il contrario di tutto.
Non ritengo ogni straniero un nemico, così come non ogni italiano può essermi simpatico (passi che anche io posso avere i miei difetti per cui non riesco ad andare d' accordo con tutti, prescindendo dalle origini nazionali).
Gli italiani che si trasferiscono all' estero, sono anch'essi attratti dal consumismo, dal carrierismo, o dal divertimento di massa tipo discoteca, localini ecc., molti si trasferiscono spinti da una moda, per cui l' estero è tecno-color, innovativo, aperto, gay-friendly mentre l' Italia è vecchia, bigotta, bambocciona, berlusconiana ... Le difficoltà incontrate in Italia, incidono sì, ma tutti gli orientamenti elencati sopra in linea di massima caratterizzano gli espatriati dal Belpaese.
Non ritengo l' immigrato un alleato di per se, neppure lo pretendo in quanto uno arrivato da pochi anni non è che deve ficcarsi nelle beghe del posto in cui ora si trova.

Concludo con una battuta: se gli stranieri vengono qui per la passione per le Nike, le merci, lo smartphone, la carriera a costo di morire, come possono essere al tempo stesso portatori di una cultura differente da quella occidentale? Come? Vengono qua perché amano queste cose e sono un pericolo per la nostra cultura?

italicum
25-02-16, 16:50
Quelli che descrivi tu non sono 'emigrati' ma cosmopoliti, che è altra cosa. Quelli che conosco io e che sono andati a Londra/UK lo hanno fatto per motivi completamente diversi:

-perché qui non c'era lavoro (e la fanno i camerieri, non di sicuro i radical-chic)

-Perché là il merito viene premiato meglio e perché qui la classe dirigente nostrana, incapace, ignorante e fagnana, preferisce assumere un africano piuttosto che un italiano laureato. Forse perché con l'africano ci si può sentire superiori senza sapere un czo, con gli italiani un pò meno, quindi...(senza voler parlare delle pratiche relative alle RITENUTE sugli stipendi).

Quanto agli immigrati, il sistema funziona così: arrivano attratti dai benefit offerti dal nostro sistema (la storia del bancario di Rabat annegato nel 2005 è emblematica). entrano tutti, clandestinamente. Massì, grazie alla globalizzazione le frontiere non devono più esistere, siamo cittadini del mondo e blablabla.

Per due anni gli si fa fare la bella vita: pasti gratis, letto gratis, pulizie gratis, vestiti gratis, paghetta, sigarette, dentista gratis, wi-fi gratis, biciclette gratis, assistenza medica gratis, spesa gratis (gli viene fornita una carta prepagata per tutto quello che va oltre ciò che gli fornisce la coop), corsi vari, pc, scarpe, calcetto gratis, psicologo, riscaldamento gratis, film e cinema gratis, pay-tv gratis, pulizie fatte da italiani, schede telefoniche 5 euro a settimana a testa gratis, servizi vari aggratis, ecc.

Dopo due anni questi sono praticamente immersi nella cultura consumista, da cui è difficile uscire. Al che, per quelli che non ricevono lo status di profugo, la scelta è tra: andare in altre nazioni EU per tentare lo stesso colpaccio oppure lavorare in nero o meno nelle boite nostrane, sfruttati ma pagati per continuare a giocare a fare i consumisti.
Tanto nelle boite gli viene detto chiaramente: noi ti paghiamo poco, ma tanto tu continui ad usufruire di Caritas, San vincenzo, ecc, che forniscono vestiti base, coperte, suppellettili, pagamento bollette gas+elettricità, cibo (famose le diatribe sulle scatolette di tonno) a iosa, servizi medici, ecc.
Con quello che ti rimane puoi goderti la vita tra cellulari, scarpe alla moda, giubbotti e tute da ginnastica, telefonini e cazzate varie. E, credici, il gioco vale la candela (altrimenti non resterebbero).

Inoltre, il consumismo non vieta di mantenere la propria cultura: gli sgozzamenti di animali in casa, certo vestiario improprio, la religione. Tanto di sicuro non sono i ricchi e i benestanti che si subiscono la presenza di questi invasori.

LupoSciolto°
25-02-16, 18:46
Beh, se è un arma l'avete consegnata voi, ben carica e già "puntata".

come sempre le ideologie vanno bene (oddio... ) , ma non bisogna mai lasciarsi prendere la mano (o meglio perdere la testa) e bisognerebbe sempre guardare un po' più in là dle proprio naso, anche se fosse lungo.

è normale che andasse così (non giusto ma normale)

un disperato che viene qui è disposto a lavorare per un tozzo di pane (se non vuol delinquere)

ma d'altronde già lo sapevate, i "cinesi" cosa fanno da decenni anche qui in italia ?
sono sfruttati dai loro stessi connazionali anche qui in italia.

perhè dovrebbe essere diverso per chi arriva dall'africa ?

ma aprite gli occhi per una volta, invece che fare lotte impossibili contro i mulini a vento, si facciano lotte sensate.
saremmo di più e otterremmo qualcosa tutti.

Ascolta: sei il benvenuto in questo forum, ma una cosa deve essere chiara. Noi NON accettiamo lezioni da nessuno.

In primis ti ricordo che l'attuale utenza di CeC è contraria al fenomeno dell' immigrazione di massa TANTO QUANTO ALLE SUE CAUSE. Se sfrutti un paese, infatti, è ovvio che ti ritroverai i suoi abitanti davanti all'uscio di casa. Ragionamento terra-terra. Quindi, per farla breve, gli stati imperialisti DEVONO SMETTERLA di depredare continenti come l'Africa o l'America Latina. Allo stesso tempo, i paesi imperialisti DEVONO SMETTERLA di esportare "democrazia" (e sappiamo bene cos'è questa "democrazia") perché Gheddaffi e Assad sono brutti sporchi, cattivi e terribili sterminatori.

IL PRIMO PASSO DA EFFETTUARE SAREBBE QUELLO DI AGIRE SULLE CAUSE. Come? SOLAMENTE ATTRAVERSO L'ABBATTIMENTO del sistema produttivo CAPITALISTICO.

In mancanza di questo passaggio rivoluzionario, che per me non è certo "fuffa", molti di noi ritengono OPPORTUNO controllare e monitorare i flussi migratori.

Gli immigrati, non certo per "cattiveria" congenita, costituiscono l'"esercito industriale di riserva" alle dipendenza dei padroni o, in caso di disoccupazione, si trovano costretti a far di tutto per poter sopravvivere (spaccio, prostituzione eccetera). Al momento, quindi, sarebbe opportuno controllare le nostre frontiere. Ma non illudiamoci! Questa misura non potrà durare in eterno.

MENO MALE che i "cattivissimi" cinesi si stanno impegnando nel rilancio industriale ed economico del continente nero. Cosa che TUTTI dovrebbero fare.

Regole severe per gli stranieri? Certo!! Ma anche baionette per chi mette in ginocchio i paesi in via di sviluppo, per chi assume disperati a 2 euro l'ora e per chi bombarda regimi "non graditi"!

LupoSciolto°
25-02-16, 19:02
L'emigrazione è comunque un indice di fallimento di una Nazione, di una Comunità. Il più degli italiani non va a fare il cameriere a Londra per avere wi-fi o Nike, ma per poter avere un futuro che qui purtroppo è negato, nel mentre lo Stato occupato dai mondialisti eroga a fondo perduto 4 miliardi l'anno, senza limiti, per 'accogliere' i profughi - di cui poi 4/5 sono immigrati consumans e nulla più.



Io sono d'accordo con quanto affermato ai tempi dai gruppi di BA: l'immigrato non può MAI divenire un alleato, mai, ma è de facto un nemico, in quanto pedina mondialista di sua volontà, adoratore delle merci, competitore con i non privilegiati locali e portatore di culture differenti (ergo, fonte di multiculturalismo, altro pilastro della globalizzazione).
Quindi, libero di fare quello che gli pare a casa sua, senza distinzioni si 'superiorità' o 'inferiorità' (ma semplicemente DIVERSI), ma nemico quando viene qua.

Questo, onde evitare equivoci, è il tuo parere. Parere che io e altri non condividiamo. L'immigrato non è un nemico a priori. L'immigrato che si vende per due euro all'ora, e che accetta passivamente tale situazione, l'immigrato che effettua caporalato, l'immigrato crumiro o l'immigrato che spaccia e delinque è SICURAMENTE nostro nemico (nemico di classe). Gente così è meglio perderla che trovarla! E, in base a questi parametri di giudizio, anche molti nostri connazionali vanno considerati nemici.

L'immigrato che, al contrario, vuole combattere per una rivoluzione socialista (e che non ha il vizietto di spacciare o di combinar casini) può essere considerato un alleato.

Chiaramente io non condivido le battaglie siOnistre pro-jus soli e simili.

Chi entra nel nostro paese, ammesso che possa entrare, deve a) imparare la nostra lingua b) trovare un lavoro c) non aver commesso reati penali. Inoltre la cittadinanza potrà ottenerla dopo 10 anni di permanenza sul nostro territorio nazionale. Chi è nato in Italia, invece, potrà ottenere la cittadinanza solo al compimento della maggiore età.

PS: quelli che mi danno del "fascista", vadano un po' a vedere su google come la pensa il più grande partito comunista del mondo (KPRF) a tal proposito.

furioso2013
25-02-16, 19:17
Ascolta: sei il benvenuto in questo forum, ma una cosa deve essere chiara. Noi NON accettiamo lezioni da nessuno. In primis ti ricordo che l'attuale utenza di CeC è contraria al fenomeno dell' immigrazione di massa TANTO QUANTO ALLE SUE CAUSE. Se sfrutti un paese, infatti, è ovvio che ti ritroverai i suoi abitanti davanti all'uscio di casa. Ragionamento terra-terra. Quindi, per farla breve, gli stati imperialisti DEVONO SMETTERLA di depredare continenti come l'Africa o l'America Latina. Allo stesso tempo, tali paesi DEVONO SMETTERLA di esportare "democrazia" (e sappiamo bene cos'è questa presunta "democrazia") perché Gheddaffi e Assad sono cattivi, demoniaci e terribili sterminatori. IL PRIMO PASSO SAREBBE QUELLO DI AGIRE SULLE CAUSE. Come? SOLAMENTE attraverso l'abbattimento del sistema produttivo capitalistico. In mancanza di questo passaggio rivoluzionario, comunque, molti di noi ritengono OPPORTUNO controllare e monitorare i flussi migratori. Gli immigrati, non per "cattiveria" congenita, costituiscono l'"esercito industriale di riserva" alle dipendenza dei padroni o, in caso di disoccupazione, si trovano costretti a far di tutto per poter sopravvivere (spaccio, prostituzione eccetera). Al momento, quindi, sarebbe opportuno controllare le nostre frontiere. Ma non illudiamoci! Questa misura non potrà durare in eterno.

MENO MALE che i "cattivissimi" cinesi si stanno impegnando nel rilancio industriale ed economico del continente nero. Cosa che TUTTI dovrebbero fare.

Regole severe per gli stranieri? Certo! Ma anche baionette per chi mette in ginocchio i paesi in via di sviluppo, per chi assume disperati a 2 euro l'ora e per chi bombarda regimi "non graditi".

Ma anche baionette per chi mette in ginocchio i paesi in via di sviluppo, per chi assume disperati a 2 euro l'ora e per chi bombarda regimi "non graditi"
concordo al 1000/1000

MENO MALE che i "cattivissimi" cinesi si stanno impegnando nel rilancio industriale ed economico del continente nero. Cosa che TUTTI dovrebbero fare.
a dire il vero i cinesi stanno comprando tutto pure qui e nessuno sembra preoccuparsene.
voglio vedere fra una decina danni quando il 80% dei negozi/ristoranti/bar/pizzerie... bancarelledei mercati saranno dei cinesi, altro che immigrazione musulmana.

guarda che io non do lezioni prorio a nessuno constato solo che è ovvio che se arriva gente affamata, da una parte aumenta la delinquenza, dall'altra "diminuisce" il costo del lavoro, è matematico

il problema è che fino a quando vedrete come unica alternativa "la rivoluzione" proletaria, beh, le cose non faranno che peggiorare e la rivoluzione non arriverà mai.

forse bisognerebbe incominciare a credere in qualcosa di più pratico,

e credimi se ti dico che non ho nessuna voglia di offendendere nessuno di voi (almeno finche non compare qualhe jv che offende)

io sono contro questo finanziarismo sfrenato e contro questa globalizzazione che ci sta massacrando.

ma dove eravate quando qualche decina di anni fa tutto questo è iniziato ?

quando a causa di questo molte piccole attività hanno chiuso ?
dove ha portato l'odio verso il "padrone" ?
e non mi fratendere, in questo caso io come padrone intendo i "piccoli" quelli che lavoravano spalla a spalla con l'operaio e si davano del tu.

furioso2013
25-02-16, 19:22
Questo, onde evitare equivoci, è il tuo parere. Parere che io e altri non condividiamo. L'immigrato non è un nemico a priori. L'immigrato che si vende per due euro all'ora, e che accetta passivamente tale situazione, l'immigrato che effettua caporalato, l'immigrato crumiro o l'immigrato che spaccia e delinque è SICURAMENTE nostro nemico (nemico di classe). Gente così è meglio perderla che trovarla! E, in base a questi parametri di giudizio, anche molti nostri connazionali vanno considerati nemici.

L'immigrato che, al contrario, vuole combattere per una rivoluzione socialista (e che non ha il vizietto di spacciare o di combinar casini) può essere considerato un alleato.

Chiaramente io non condivido le battaglie siOnistre pro-jus soli e simili.

Chi entra nel nostro paese, ammesso che possa entrare, deve a) imparare la nostra lingua b) trovare un lavoro c) non aver commesso reati penali. Inoltre la cittadinanza potrà ottenerla dopo 10 anni di permanenza sul nostro territorio nazionale. Chi è nato in Italia potrà ottenere la cittadinanza solo al compimento della maggiore età.

PS: quelli che mi danno del "fascista", vadano un po' a vedere su google come la pensa il più grande partito comunista del mondo (KPRF) a tal proposito.

dopo che ho letto questo sono sempre più che convinto che la differenza tra me su quello che è "male" non è poi molto differente.

la differnza è che io credo possa esistere un mondo dove io sono libero di dare vita alle mie aspirazioni mentre tu ritieni che questo non sia (anzi non deve essere ) possibile.
il che, a mio avviso , è impossibile.

è come pretendere che non esista differnza tra i brutti e i belli.
mi piacerebbe, ma non è così.

LupoSciolto°
25-02-16, 19:40
a dire il vero i cinesi stanno comprando tutto pure qui e nessuno sembra preoccuparsene.
voglio vedere fra una decina danni quando il 80% dei negozi/ristoranti/bar/pizzerie... bancarelledei mercati saranno dei cinesi, altro che immigrazione musulmana.

Attenzione: non considero la Cina un paese socialista (o almeno: non completamente). E' però indubbio che si sia data da fare in Africa. Ti lascio questo link La politica cinese in Africa (http://www.statopotenza.eu/12612/la-politica-cinese-in-africa) . Sul resto, meglio parlarne nella thread dedicata al paese più popolo del mondo.


guarda che io non do lezioni prorio a nessuno


Va bene. Però non assimilarci a gente come Ferrero e Vendola. La pensiamo un po' diversamente.


il problema è che fino a quando vedrete come unica alternativa "la rivoluzione" proletaria, beh, le cose non faranno che peggiorare e la rivoluzione non arriverà mai.

Non è un'alternativa. E' una necessità. Aumenta la disoccupazione? Aumenta il precariato? Di chi è la colpa? Dello "stato comunista" (perché su libertarismo scrivono 'sta roba) o del capitalismo globale e finanziario?



forse bisognerebbe incominciare a credere in qualcosa di più pratico,

Ho capito cosa intendi. La socialdemocrazia alla Olof Palme. Non male come modello. Peccato che il pluralismo partitico , manovrato dai grandi capitali, l'abbia ormai abbattuta. Della serie: io faccio un bel po' di leggi a tutela dei lavoratori. Arrivano le elezioni e perdo. Il governo liberista al soldo di padronato e banche elimina le mie riforme. La dittatura del proletariato, invece, assicura le conquiste dei lavoratori e garantisce i diritti dell'85% dei cittadini italiani. Ricorda che "capitalismo" non significa "tanti capitalisti".



io sono contro questo finanziarismo sfrenato e contro questa globalizzazione che ci sta massacrando. Ma dove eravate quando qualche decina di anni fa tutto questo è iniziato ?


Almeno questo! Le colpe, comunque, vanno attribuite ai governi tecnici post-tangentopoli, ai governi di centrosinistra (Prodi e D'Alema) , a quelli presieduti da Berlusconi e al trio Monti-Letta-Renzi. Questi governi, giova ripeterlo, hanno svenduto e privatizzato tutto ciò che era nostro. Hanno emanato leggi precarizzanti e tarpato le ali al sindacato (che non è tutto "buono"). Tra poco, infatti, sosterranno l'abolizione del diritto di sciopero o simili misure.


quando a causa di questo molte piccole attività hanno chiuso ?
dove ha portato l'odio verso il "padrone" ?
e non mi fratendere, in questo caso io come padrone intendo i "piccoli" quelli che lavoravano spalla a spalla con l'operaio e si davano del tu.

Questo è un tema spinoso. Un tema che divide le forze di ispirazione marxista. C'è chi vede nella piccola e media impresa il male e chi, invece, sostiene che anch'essa sia in via di proletarizzazione (o meglio: lo è già da anni). Io direi che il carico fiscale andrebbe fatto gravare sulle spalle dei soliti noti (Elkan, Ferrero, De Bendetti, Caltagirone...) e non su artigiani o commercianti. Però anche loro devono prendere un impegno: far entrare organismi sindacali a tutela dei dipendenti. Sai, io ho lavorato con certi artgianetti brianzoli che mi trattavano come un ANIMALE! Nella fase socialista si cercherà di convertire, gradualmente, queste piccole e medie imprese in forme di cooperative.

LupoSciolto°
25-02-16, 19:53
la differnza è che io credo possa esistere un mondo dove io sono libero di dare vita alle mie aspirazioni mentre tu ritieni che questo non sia (anzi non deve essere ) possibile.
il che, a mio avviso , è impossibile.

è come pretendere che non esista differnza tra i brutti e i belli.
mi piacerebbe, ma non è così.

Questa è una versione un po' stereotipata del socialismo-comunismo.

Marx non ha mai sostenuto che gli uomini dovessero essere automi omologati.La frase "da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni" , infatti, mette ben in chiaro la singolarità della persona e del lavoratore.

Che poi storicamente non sia andata proprio così, lo sappiamo.

furioso2013
25-02-16, 21:29
Questa è una versione un po' stereotipata del socialismo-comunismo.

Marx non ha mai sostenuto che gli uomini dovessero essere automi omologati.La frase "da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni" , infatti, mette ben in chiaro la singolarità della persona e del lavoratore.

Che poi storicamente non sia andata proprio così, lo sappiamo.

torno a dire che le nostre idee non sono lontanissime.

e sono convinto che se si trovasse un fronte comune per uan vera e forte social-democrazia sarebbe un bel passo avanti per tutti, e questo non vuol dire che qualcuno devi rinunciare ai propri ideali, ma solo mettere alcuni step con regole precise.

furioso2013
25-02-16, 21:32
Questa è una versione un po' stereotipata del socialismo-comunismo.

Marx non ha mai sostenuto che gli uomini dovessero essere automi omologati.La frase "da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni" , infatti, mette ben in chiaro la singolarità della persona e del lavoratore.

Che poi storicamente non sia andata proprio così, lo sappiamo.

siamo onesti, mettere in pratica le "indicazini di marx" al giono d'oggi porterebbe indietro tutto il mondo occidentale di un secolo e stopperebbe il progresso tecnologico, medico, sociale.

certo si può fare, pero bisogna esserne consapevoli.

io sono dell'idea che bisognerebbe più che altro far avanzare gli "altri" e non pensare di retrocedere noi.

ma sono concetti difficili da esprimere in poche righe.

LupoSciolto°
25-02-16, 21:45
Ma tra un governo turboliberista e una sana socialdemocrazia, anch'io opterei per la seconda. Mi pare ovvio. Quello che noi comunisti e socialisti possiamo fare, oggi, è difendere lo stato sociale e le conquiste dei lavoratori con i denti e con le unghie. Scusa se è poco!

Però la democrazia borghese permette ai padroni di cestinare nobili riforme. Basta che vada al governo un Renzi (e lo vediamo) o un Berlusca (lui l'abbiamo già visto).

Per questo non deve essere permessa libertà di azione alle forze borghesi*. Tizio può pensarla come meglio crede. Potrebbe anche essere un discepolo di Von Hayek. Io , infatti, garantisco il suo diritto di espressione. L'importante è che non metta in piedi il Partito Libertarian pretendendo di partecipare alle elezioni. Nel caso vincesse, infatti, distruggerebbe tutto ciò che di buono lo stato socialista (per alcuni alcuni è un ossimoro, ma vabbè) ha fatto fino a quel momento.

*Quando parliamo di borghesia, in realtà, ci riferiamo al grande capitale (industriale e finanziario). Nessuno di noi ce l'ha con la PMI. Purché non calpesti i diritti dei lavoratori dipendenti.

LupoSciolto°
25-02-16, 21:51
siamo onesti, mettere in pratica le "indicazini di marx" al giono d'oggi porterebbe indietro tutto il mondo occidentale di un secolo e stopperebbe il progresso tecnologico, medico, sociale.

certo si può fare, pero bisogna esserne consapevoli.

io sono dell'idea che bisognerebbe più che altro far avanzare gli "altri" e non pensare di retrocedere noi.

ma sono concetti difficili da esprimere in poche righe.

Ma guarda che Marx mica sognava il ritorno alle caverne! Tutt'altro. Marx riconosceva, spesso e volentieri, i meriti del capitalismo. Il capitalismo, per Marx, ci ha portato all'emancipazione (prima c'era il feudalesimo). Ma l'emancipazione "completa" la si raggiunge con il comunismo.

Ora: io NON SO se si potrà mai giungere al comunismo marxianamente inteso (che comprende la fine dell'entità statuale e della divisione tra lavoro manuale e intellettuale). Forse è solo un'utopia, ma almeno combattiamo per qualcosa! Del resto mi troverei benissimo anche con un governo in grado di garantirmi casa, lavoro (dove , tramite i consigli di fabbrica, decido cosa e quanto produrre) , sanità e trasporti pubblici.

furioso2013
25-02-16, 22:17
Ma guarda che Marx mica sognava il ritorno alle caverne! Tutt'altro. Marx riconosceva, spesso e volentieri, i meriti del capitalismo. Il capitalismo, per Marx, ci ha portato all'emancipazione (prima c'era il feudalesimo). Ma l'emancipazione "completa" la si raggiunge con il comunismo.

Ora: io NON SO se si potrà mai giungere al comunismo marxianamente inteso (che comprende la fine dell'entità statuale e della divisione tra lavoro manuale e intellettuale). Forse è solo un'utopia, ma almeno combattiamo per qualcosa! Del resto mi troverei benissimo anche in uno paese che mi garantisce casa, lavoro (dove , tramite i consigli di fabbrica, decido cosa e quanto produrre) e sanità.

forse hai ragione tu, il fatto è che io non credo che una persona che non possa avere nelle sua testa un obiettivo (che magari non raggiungerà mai) possa rendere più dello stretto indispesabile, e lo stretto indipensabile non porta progresso, novità miglioramenti.

mi risulta difficile credere che uno si impegni più di tanto se in fondo che si impegni o meno mangerà sempre la stessa minestra sia lui che i suoi figli.

mi risulta difficile continuare a vedere un mondo in cui la gente si sposta da un posto all'atro del mondo se in fondo non cambia nulla farlo o meno.

e perchè sforzarsi di costruire/inventarsi qualcosa di bello se poi non ne ho riscontro


ma questo è solo un mio parere.

LupoSciolto°
26-02-16, 01:56
forse hai ragione tu, il fatto è che io non credo che una persona che non possa avere nelle sua testa un obiettivo (che magari non raggiungerà mai) possa rendere più dello stretto indispesabile, e lo stretto indipensabile non porta progresso, novità miglioramenti.

mi risulta difficile credere che uno si impegni più di tanto se in fondo che si impegni o meno mangerà sempre la stessa minestra sia lui che i suoi figli.

mi risulta difficile continuare a vedere un mondo in cui la gente si sposta da un posto all'atro del mondo se in fondo non cambia nulla farlo o meno.

e perchè sforzarsi di costruire/inventarsi qualcosa di bello se poi non ne ho riscontro


ma questo è solo un mio parere.

Certo è un tuo parere e lo puoi esprimere anche su questo forum. Infatti divento un feroce "stalinista" SOLO quando mi trovo di fronte a troll o a gente che insinua fesserie, in perfetta malafede, sul conto di noi comunisti eretici. Ovviamente non è il tuo caso.

Che dire d'altro? Io in quelle esperienze novecentesche l'arretratezza o la "staticità" non la vedo. Alle volte le immagini comunicano più di mille parole

http://img.timeinc.net/time/magazine/archive/covers/1961/1101610421_400.jpg


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/57/AK-47_type_II_Part_DM-ST-89-01131.jpg
http://www.kc85emu.de/scans/jute0387/Jt3871.jpg

http://olympusprogallery.com/prophotos/common/img/kim-lau/m/0109.jpg


Ma tu mi dirai: "eppure la gente non aveva il pane!". Fidati, il pane c'era. Me l'hanno confermato almeno 5 persone provenienti dai paesi del Patto di Varsavia

C'era anche la musica rock



https://www.youtube.com/watch?v=qSOQP3Hm6F0

Dobbiamo riproporre quelle esperienze? NO. Però , certamente, è nostro dovere recuperare gli aspetti positivi del socialismo reale e aggiornarli alla nostra realtà.

furioso2013
26-02-16, 11:22
Certo è un tuo parere e lo puoi esprimere anche su questo forum. Infatti divento un feroce "stalinista" SOLO quando mi trovo di fronte a troll o a gente che insinua fesserie, in perfetta malafede, sul conto di noi comunisti eretici. Ovviamente non è il tuo caso.

Che dire d'altro? Io in quelle esperienze novecentesche l'arretratezza o la "staticità" non la vedo. Alle volte le immagini comunicano più di mille parole

http://img.timeinc.net/time/magazine/archive/covers/1961/1101610421_400.jpg


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/57/AK-47_type_II_Part_DM-ST-89-01131.jpg
http://www.kc85emu.de/scans/jute0387/Jt3871.jpg

http://olympusprogallery.com/prophotos/common/img/kim-lau/m/0109.jpg


Ma tu mi dirai: "eppure la gente non aveva il pane!". Fidati, il pane c'era. Me l'hanno confermato almeno 5 persone provenienti dai paesi del Patto di Varsavia

C'era anche la musica rock



https://www.youtube.com/watch?v=qSOQP3Hm6F0

Dobbiamo riproporre quelle esperienze? NO. Però , certamente, è nostro dovere recuperare gli aspetti positivi del socialismo reale e aggiornarli alla nostra realtà.

ecco questo è un ragionamento che mi piace.
in ogni cosa c'è del buono.

p.s.
non sno comunista ne marxista (forse lo avevi gaà capito vero :))
ma ho sempre sostenuto che conosco diversi "signori" (indipendentemente dal sesso) che si definiscono comunisti e con cui è un piacere discutere (talvolta pure animosamente), ma sempre in modo civile ed esponendo le proprie idee ed accettando quelle altrui (anche se non si condividono).

anche qui sul forum ce ne sono.

mi fa piacere averne incontrato un altro,

inolre mi sembra di aver capito che si, sei "marxista" ma a differnza di altri lo pensi in modo più attuale (dinamico) e non statico.
non come un "credo" immutabile, ma come una filosofia politica, un indirizzo politico, un modo di pensare che deve crescere e modellarsi a seconda del periodo che si vive.
e uesto lo trovo intelligente.

italicum
26-02-16, 12:07
*Quando parliamo di borghesia, in realtà, ci riferiamo al grande capitale (industriale e finanziario). Nessuno di noi ce l'ha con la PMI. Purché non calpesti i diritti dei lavoratori dipendenti.

Il problema delle PMI è proprio questo, lo schiavismo insito. Con classi dirigenti ignoranti e incapaci (modello Dduck, tanto per fare un misero esempio).

Se ben ricordate, agli inizi degli anni '90 il mantra che portò allo smantellamento di una buona fetta della grande industria italiana fu proprio il criminale 'EVVIVA IL MODELLO TRIVENETO', sistema composto di piccole e medio-piccole aziende in cui i diritti dei lavoratori contavano sempre meno (e oggi nel solo Veneto ci sono 500.000 lavoratori immigrati regolari, non oso immaginare quanti irregolari), nel mentre il tasso di disoccupazione dei locali aumenta repentinamente.

Sistema esaltato proprio quando la globalizzazione ha cominciato a mostrarsi con forza, un vero e proprio suicidio industriale, i cui risultati si vedono bene oggi.

italicum
26-02-16, 12:16
Questo, onde evitare equivoci, è il tuo parere. Parere che io e altri non condividiamo. L'immigrato non è un nemico a priori. L'immigrato che si vende per due euro all'ora, e che accetta passivamente tale situazione, l'immigrato che effettua caporalato, l'immigrato crumiro o l'immigrato che spaccia e delinque è SICURAMENTE nostro nemico (nemico di classe). Gente così è meglio perderla che trovarla! E, in base a questi parametri di giudizio, anche molti nostri connazionali vanno considerati nemici.

L'immigrato che, al contrario, vuole combattere per una rivoluzione socialista (e che non ha il vizietto di spacciare o di combinar casini) può essere considerato un alleato.

Chiaramente io non condivido le battaglie siOnistre pro-jus soli e simili.

Chi entra nel nostro paese, ammesso che possa entrare, deve a) imparare la nostra lingua b) trovare un lavoro c) non aver commesso reati penali. Inoltre la cittadinanza potrà ottenerla dopo 10 anni di permanenza sul nostro territorio nazionale. Chi è nato in Italia, invece, potrà ottenere la cittadinanza solo al compimento della maggiore età.

PS: quelli che mi danno del "fascista", vadano un po' a vedere su google come la pensa il più grande partito comunista del mondo (KPRF) a tal proposito.

La questione è tutta qui: può essere considerato un alleato chi emigra per motivazioni economiche? La metto meglio: può essere considerato pronto a lottare per una rivoluzione socialista chi si reca volontariamente (a meno che qualcuno non pensi ancora che vengono qua con la pistola puntata alla testa:rolleyes:) in un altra Nazione per vivere nel sistema capitalista? E non sto parlando dei profughi (quelli VERI), che dovrebbero essere solo ospiti temporanei finchè nel loro paese la situazione migliora.
Secondo me no, e proprio il fatto che dici "deve trovare un lavoro" determina immediatamente l'alterità dell'immigrato agli interessi nazionali, intesi come interessi della Comunità/Popolo.
Così facendo egli è un mero fiancheggiatore degli interessi del partito del denaro e della globalizzazione. Ti cito solo a titolo di esemplificazione alcuni post di imprenditori:

A qualcuno inizia a bruciare il sedere ...Speriamo cheaiutino sempre di più i Negri e sempre meno i parassiti ...

David_477
https://forum.termometropolitico.it/692536-coppia-si-suicida-auto-5.html (https://forum.termometropolitico.it/692536-coppia-si-suicida-auto-5.html)

Meno male che ci sono gli immigrati.Senza di loro questo paese sarebbe allo sbando
Entra a far parte del gruppo "iGuzzatori" (anche King Z e' iscritto)
Sono il Dio dell'orale e c'ho ilgrano

L'ho detto io...Certo che dipende dalfatto di essere irregolare
Gli immigrati regolari è risaputo chesono più laboriosi, onesti e bravi dell'italiano medio
Infatti sono riusciti a inserirsinella società portando via lavoro agli italiani grazie ai loro pregi.
Più evidente di così
https://forum.termometropolitico.it/693404-gli-immigrati-regolari-commettono-meno-crimini-degli-italiani-10.html

LupoSciolto°
26-02-16, 14:23
ecco questo è un ragionamento che mi piace.
in ogni cosa c'è del buono.

p.s.
non sno comunista ne marxista (forse lo avevi gaà capito vero :))
ma ho sempre sostenuto che conosco diversi "signori" (indipendentemente dal sesso) che si definiscono comunisti e con cui è un piacere discutere (talvolta pure animosamente), ma sempre in modo civile ed esponendo le proprie idee ed accettando quelle altrui (anche se non si condividono).

anche qui sul forum ce ne sono.

mi fa piacere averne incontrato un altro,

inoltre mi sembra di aver capito che si, sei "marxista" ma a differenza di altri lo pensi in modo più attuale (dinamico) e non statico.
non come un "credo" immutabile, ma come una filosofia politica, un indirizzo politico, un modo di pensare che deve crescere e modellarsi a seconda del periodo che si vive.
e uesto lo trovo intelligente.

Beh non è che la penso in maniera necessariamente "innovativa" (ricordiamoci che io non ho inventato un bel niente) , il punto è che cerco, nei limiti del possibile, di ragionare in base a quella che molti comunisti, un tempo, chiamavano "dialettica". Se uno legge Marx o Lenin prendendoli alla lettera e , di conseguenza, non riuscendo a capire quante e quali mutazioni il capitalismo ha subito dai loro tempi ad oggi...penso che dovrebbe darsi all'ippica.

PS: Attualmente ho più scazzi con i sinistroidi che non con gli utenti di destra. Questi "nuovi sinistroidi", in realtà, ragionano in maniera autoreferenziale ed egoistica. Per capire cosa intendo ti consiglio di leggere le parole di Logomaco nella thread "sinistra CLASSISMO e libertà".

LupoSciolto°
26-02-16, 14:26
Il problema delle PMI è proprio questo, lo schiavismo insito. Con classi dirigenti ignoranti e incapaci (modello Dduck, tanto per fare un misero esempio).

Se ben ricordate, agli inizi degli anni '90 il mantra che portò allo smantellamento di una buona fetta della grande industria italiana fu proprio il criminale 'EVVIVA IL MODELLO TRIVENETO', sistema composto di piccole e medio-piccole aziende in cui i diritti dei lavoratori contavano sempre meno (e oggi nel solo Veneto ci sono 500.000 lavoratori immigrati regolari, non oso immaginare quanti irregolari), nel mentre il tasso di disoccupazione dei locali aumenta repentinamente.

Sistema esaltato proprio quando la globalizzazione ha cominciato a mostrarsi con forza, un vero e proprio suicidio industriale, i cui risultati si vedono bene oggi.

Tu come la vedi? Intendo: hai proposte per combattere lo sfruttamento di certi padroncini? Tieni conto che lì il sindacato non può proprio entrare. E' un tema spinoso e trovo infantile chi dice "comunismo subito!".

LupoSciolto°
26-02-16, 14:33
La questione è tutta qui: può essere considerato un alleato chi emigra per motivazioni economiche? La metto meglio: può essere considerato pronto a lottare per una rivoluzione socialista chi si reca volontariamente (a meno che qualcuno non pensi ancora che vengono qua con la pistola puntata alla testa:rolleyes:) in un altra Nazione per vivere nel sistema capitalista? E non sto parlando dei profughi (quelli VERI), che dovrebbero essere solo ospiti temporanei finchè nel loro paese la situazione migliora.
Secondo me no, e proprio il fatto che dici "deve trovare un lavoro" determina immediatamente l'alterità dell'immigrato agli interessi nazionali, intesi come interessi della Comunità/Popolo.
Così facendo egli è un mero fiancheggiatore degli interessi del partito del denaro e della globalizzazione. Ti cito solo a titolo di esemplificazione alcuni post di imprenditori:

A qualcuno inizia a bruciare il sedere ...Speriamo cheaiutino sempre di più i Negri e sempre meno i parassiti ...

David_477
https://forum.termometropolitico.it/692536-coppia-si-suicida-auto-5.html (https://forum.termometropolitico.it/692536-coppia-si-suicida-auto-5.html)

Meno male che ci sono gli immigrati.Senza di loro questo paese sarebbe allo sbando
Entra a far parte del gruppo "iGuzzatori" (anche King Z e' iscritto)
Sono il Dio dell'orale e c'ho ilgrano

L'ho detto io...Certo che dipende dalfatto di essere irregolare
Gli immigrati regolari è risaputo chesono più laboriosi, onesti e bravi dell'italiano medio
Infatti sono riusciti a inserirsinella società portando via lavoro agli italiani grazie ai loro pregi.
Più evidente di così
https://forum.termometropolitico.it/693404-gli-immigrati-regolari-commettono-meno-crimini-degli-italiani-10.html


Capisco cosa intendi. Se lo straniero vuole combattere il capitalismo...per me può essere un alleato. Se , invece, è disponibilissimo a guadagnare un magro stipendio e ad essere sfruttato, ovviamente no!

Per quanto riguarda i presunti capitalisti di TP: molti di loro sono dei cazzari. L'utente che hai citato, per esempio, è un mantenuto o un ereditiero che non saprebbe nemmeno gestire il banco delle melanzane. CERTAMENTE , nei suoi deliri di onnipotenza, esprime quella che è la volontà dei veri padroni: avere mano d'opera a basso costo e non sindacalizzata.

italicum
26-02-16, 15:25
Tu come la vedi? Intendo: hai proposte per combattere lo sfruttamento di certi padroncini? Tieni conto che lì il sindacato non può proprio entrare. E' un tema spinoso e trovo infantile chi dice "comunismo subito!".

Una proposta che ho trovato interessante, proveniente dalla Francia, è quella di far pagare all'imprenditore che assume uno straniero il costo del mantenimento dello stesso sul suolo italico (spese burocratiche, mediche, trasporti, cibo, bollette, ecc, TUTTO!), utilizzando i proventi per erogare un sussidio ai disoccupati nazionali.
Con circa 3-4 milioni di stranieri assunti direi che si incasserebbe una bella cifra e l'eventuale spesa scoraggerebbe gli schiavisti ad assumerne altri.

In secondo luogo l'immediato sequestro e chiusura dell'azienda, col sequestro dei beni dell'imprenditore, in caso di utilizzo di lavoratori in nero (di cui molti immigrati).

Purtroppo c'è un'altra pratica che è praticamente sconosciuta ai più: quella della trattenuta sullo stipendio. L'immigrato dovrebbe essere pagato come un italiano, ma al momento dello stipendio si eroga (cash) circa il 30-40% in meno, con la minaccia "o così o fuori" e l'invito ad andare a compensare alla Caritas, San Vincenzo e affini, magari prendendo così (visto che l'ISEE di un immigrato è SEMPRE inferiore ad un locale) cibo e aiuti che meriterebbe un disoccupato senza aiuti!

Avanguardia
26-02-16, 16:41
Io dall' immigrato non pretendo che sia un alleato in una battaglia, perché uno che è arrivato da poco in una zona non deve subito immischiarsi nelle beghe di quella zona. Sì, si tratta di problemi, di questioni universali, però se andassi in Australia, Germania o dove cavolo volete, non starei, per educazione, per galateo, a intromettermi. Qualora invece si chiarisse senza fronzoli che viviamo in uno stato universale mondiale, la cosa cambierebbe. Fino a che non si chiarisce giuridicamente questa storia, uno quando arriva in un posto lontano deve lavorare onestamente, non fare casini, rispettare le persone, il posto e farsi i cavolacci propri, diverso quando nel posto ci sei già da molto tempo, tipo 10-20 anni metti.

italicum
26-02-16, 16:51
Io dall' immigrato non pretendo che sia un alleato in una battaglia, perché uno che è arrivato da poco in una zona non deve subito immischiarsi nelle beghe di quella zona. Sì, si tratta di problemi, di questioni universali, però se andassi in Australia, Germania o dove cavolo volete, non starei, per educazione, per galateo, a intromettermi. Qualora invece si chiarisse senza fronzoli che viviamo in uno stato universale mondiale, la cosa cambierebbe. Fino a che non si chiarisce giuridicamente questa storia, uno quando arriva in un posto lontano deve lavorare onestamente, non fare casini, rispettare le persone, il posto e farsi i cavolacci propri, diverso quando nel posto ci sei già da molto tempo, tipo 10-20 anni metti.

Il problema sta in quel 'lavorare', visti i livelli di disoccupazione presenti.

Kavalerists
26-02-16, 17:14
inolre mi sembra di aver capito che si, sei "marxista" ma a differnza di altri lo pensi in modo più attuale (dinamico) e non statico.
non come un "credo" immutabile, ma come una filosofia politica, un indirizzo politico, un modo di pensare che deve crescere e modellarsi a seconda del periodo che si vive.
e uesto lo trovo intelligente.
Non esistono credi politici immutabili, non esistono "sacre scritture" immodificabili attraverso i secoli, quelle devono essere lasciate ai preti.
Non esiste idea politica che non si possa e non si debba adattare alle variate condizioni presenti in epoche diverse.

Gianky
26-02-16, 18:59
Il socialismo, poi bisogna intendersi su quale socialismo, può essere costruito unicamente in una Nazione con comuni tradizioni, lingua e cultura, il socialismo è esattamente l'opposto del capitalismo che invece non conosce nazioni

Lèon Kochnitzky
26-02-16, 20:01
Il socialismo, poi bisogna intendersi su quale socialismo, può essere costruito unicamente in una Nazione con comuni tradizioni, lingua e cultura, il socialismo è esattamente l'opposto del capitalismo che invece non conosce nazioni

Bé dipende, perche' in realtà per i socialisti internazionalisti, i trozkisti, ecc. il socialismo è pienamente realizzabile solo in un'ottica mondiale. Il che non vorrebbe automaticamente dire creare un meltin pot di culture e nazioni, ma proprio perche' la forza del capitalismo è globale, un'idea può funzionare se estesa.
Neanche Lenin (come il 'mio' D'Annunzio) era esente da una visione extra-nazionale del socialismo, ma sappiamo bene che e' comunque assai difficile da realizzare

LupoSciolto°
26-02-16, 20:51
Bé dipende, perche' in realtà per i socialisti internazionalisti, i trozkisti, ecc. il socialismo è pienamente realizzabile solo in un'ottica mondiale. Il che non vorrebbe automaticamente dire creare un meltin pot di culture e nazioni, ma proprio perche' la forza del capitalismo è globale, un'idea può funzionare se estesa.
Neanche Lenin (come il 'mio' D'Annunzio) era esente da una visione extra-nazionale del socialismo, ma sappiamo bene che e' comunque assai difficile da realizzare

Non è che io e altri sosteniamo la creazione di UN SOLO STATO SOCIALISTA che, poi, si isolerà dal resto del mondo dotandosi di atomica , cacciando chi non è "italiano" o "meticcio". Questo è quello che scrive, in perfetta MALAFEDE, il provocatore cazzi sciolti. Questo è ciò che scrivono certi preti del marxismo immutabile ed eterno.

Noi, in virtù del nostro patriottismo, comprendiamo al 100% le motivazioni di altri popoli oppressi dall'imperialismo: palestinesi, irlandesi, curdi (oggi più che mai), russofoni del Donbass ecc...

Pur essendo patrioti e nemici dei processi di mondializzazione , siamo anche inter-nazionalisti.

L'estremismo infantile di trotskisti e sette bordighiane, in questo senso, non ci appartiene MINIMAMENTE.

Gianky
26-02-16, 21:18
Non è che io e altri sosteniamo la creazione di UN SOLO STATO SOCIALISTA che, poi, si isolerà dal resto del mondo dotandosi di atomica , cacciando chi non è "italiano" o "meticcio". Questo è quello che scrive, in perfetta MALAFEDE, il provocatore cazzi sciolti. Questo è ciò che scrivono certi preti del marxismo immutabile ed eterno.

Noi, in virtù del nostro patriottismo, comprendiamo al 100% le motivazioni di altri popoli oppressi dall'imperialismo: palestinesi, irlandesi, curdi (oggi più che mai), russofoni del Donbass ecc...

Pur essendo patrioti e nemici dei processi di mondializzazione , siamo anche inter-nazionalisti.

L'estremismo infantile di trotskisti e sette bordighiane, in questo senso, non ci appartiene MINIMAMENTE.

Essere inter-nazionalisti mi sembra diverso che essere globalisti, anzi è diverso, molto diverso

LupoSciolto°
26-02-16, 21:35
Essere inter-nazionalisti mi sembra diverso che essere globalisti, anzi è diverso, molto diverso

Esattamente. E il trattino io, come un tempo Preve, non l'ho messo a caso. Inter-nazionalismo, infatti, non indica il ripudio della nazione. Significa, invece, collaborazione tra nazioni socialiste o realmente intenzionate a diventar tali.

italicum
27-02-16, 19:17
Il socialismo, poi bisogna intendersi su quale socialismo, può essere costruito unicamente in una Nazione con comuni tradizioni, lingua e cultura, il socialismo è esattamente l'opposto del capitalismo che invece non conosce nazioni

Io credo che il socialismo sia invece transnazionale come il liberismo-capitalismo.
Diverso invece se risulta applicato alla Nazione di riferimento (ossia ad una Comunità locale, con le sue specifiche caratteristiche), ossia quando diviene socialismo nazionale.

italicum
27-02-16, 19:18
Esattamente. E il trattino io, come un tempo Preve, non l'ho messo a caso. Inter-nazionalismo, infatti, non indica il ripudio della nazione. Significa, invece, collaborazione tra nazioni socialiste o realmente intenzionate a diventar tali.

Che ne pensate di Preve? Io ho avuto modo di leggere 'Nuovi signori e nuovi sudditi' e l'ho trovato superbo!

Tommaso
27-02-16, 19:50
Discussione molto viva e interessante.
Voglio fare qualche commenti:

- Preve è da leggere assolutamente, almeno per tre ragioni ovviamente legate: la sua comprensione complessiva della storia della filosofia, nella quale va inquadrato in modo particolare il marxismo inteso dal nostro come idealismo; il notevole livello di polemica contro il ceto culturale dominante; la problematica del comunitarismo.

- L'immigrato pone alla società occidentale la questione dell'integrazione, cioè della modalità in cui si rende disponibile la sua forza di lavoro. Si pone quindi la questione essenziale: come si produce la disponibilità della forza di lavoro? Risposta: con la violenza. Sempre e ovunque. E ci permette anche di vedere che questa produzione del proletariato è specifica del capitalismo.

- Il socialismo, se vuole essere negazione del capitalismo, non puo in alcun modo essere una gestione differente di questo. O si nega il capitalismo e quindi le sue categorie fondamentali - salariato, scambio, merce, ecc. - o si inventa una nuova forma capitalista: burocratica, autoritaria, ecologica, militarista, ecc.

- La questione dell'internazionalismo: c'è chiaramente la tentazione di pensare, di fronte all'unificazione capitalistica del mondo operata sotto il capitale, che il ricorso alla frontiera sia normale prassi anticapitalista. Invece dobbiamo, nonostante le paure, osare l'ipotesi che il movimento comunista operi anche lui, secondo modalità che restano da stabilire, una sua unificazione. Cioè, l'emergenza di un nuovo modo di produzione non per forza dovrebbe rispettare i limiti oggi stabiliti. Voglio dire che sicuramente la rivoluzione sarà un processo immenso, per poco o niente controllato, e per tanto sarebbe un errore anticipare le forme nazionali e regionali conquistate dal movimento.

Certamente nel corso dello scontro contro le forze del vecchio mondo ci saranno episodi di sconfitta, e quindi di possibile solidificazione delle forme sociali, per esempio e appunto nella forma dell'attuale Stato-nazione. Ma tale considerazione non deve costituire un programma. Quest'ultimo insegue soltanto la distruzione del capitalismo, e la comunità dei lottatori di classe costituisce la comunità universale in divenire - il vero e unico partito comunista.

Lèon Kochnitzky
27-02-16, 20:20
- La questione dell'internazionalismo: c'è chiaramente la tentazione di pensare, di fronte all'unificazione capitalistica del mondo operata sotto il capitale, che il ricorso alla frontiera sia normale prassi anticapitalista.

Commento l'unico punto che mi interessa.
Il fatto che si parli di 'frontiera' (e aggiungo, di sovranità) non deve lasciar pensare a un filo conduttore che leghi sempre al capitalismo internazionale e alla finanza.
Come ha già detto qualcuno, si può avere una sensibilità internazionale (e aggiungo io 'europeista'), senza negare il diritto di ogni nazione a veder rispettare le proprie frontiere (possibilmente senza l'ausilio di fili spinati e di militari a presidiarle, che sa più di regime autoritario alla coreana).
Qui, poi, ognuno apporta la propria visione della vita e ci sta.

italicum
27-02-16, 20:20
Per ritornare sul tema immigrati, ecco un piccolo esempio concreto della 'ricchezza' e del rispetto e riconoscenza che portano gli stranieri accolti e coccolati in Italia:

"L'invasione dell'olio tunisino a dazio zero è stata proposta da Mogherini. A votarlo, però, sono stati gli eurodeputati del Pd, IN TESTA CECILE KYENGE:mad:"

Italia invasa dall'olio tunisino: ecco chi ci impone questo suicidio - IlGiornale.it (http://www.ilgiornale.it/news/politica/italia-invasa-dallolio-tunisino-ecco-chi-ci-impone-questo-su-1229535.html)
questa gente non è e non sarà MAI parte dell'Italia e MAI difenderà gli interessi degli italiani. Che i buonisti, di qualsiasi parte politica, se lo mettano in testa!

Gianky
27-02-16, 22:01
Io credo che il socialismo sia invece transnazionale come il liberismo-capitalismo.
Diverso invece se risulta applicato alla Nazione di riferimento (ossia ad una Comunità locale, con le sue specifiche caratteristiche), ossia quando diviene socialismo nazionale.
Socialismo nazionale sa di fascismo e lo dico non perché abbia problemi di piacere agli antifascisti che considero per lo più delle merde e ribadisco che inter-nazionalismo è diverso anche da trans-nazionalismo.

Gianky
27-02-16, 22:03
Che ne pensate di Preve? Io ho avuto modo di leggere 'Nuovi signori e nuovi sudditi' e l'ho trovato superbo!
Ho letto poco, ma quel poco è molto interessante

Gianky
27-02-16, 22:05
l
Discussione molto viva e interessante.
Voglio fare qualche commenti:

- Preve è da leggere assolutamente, almeno per tre ragioni ovviamente legate: la sua comprensione complessiva della storia della filosofia, nella quale va inquadrato in modo particolare il marxismo inteso dal nostro come idealismo; il notevole livello di polemica contro il ceto culturale dominante; la problematica del comunitarismo.

- L'immigrato pone alla società occidentale la questione dell'integrazione, cioè della modalità in cui si rende disponibile la sua forza di lavoro. Si pone quindi la questione essenziale: come si produce la disponibilità della forza di lavoro? Risposta: con la violenza. Sempre e ovunque. E ci permette anche di vedere che questa produzione del proletariato è specifica del capitalismo.

- Il socialismo, se vuole essere negazione del capitalismo, non puo in alcun modo essere una gestione differente di questo. O si nega il capitalismo e quindi le sue categorie fondamentali - salariato, scambio, merce, ecc. - o si inventa una nuova forma capitalista: burocratica, autoritaria, ecologica, militarista, ecc.

- La questione dell'internazionalismo: c'è chiaramente la tentazione di pensare, di fronte all'unificazione capitalistica del mondo operata sotto il capitale, che il ricorso alla frontiera sia normale prassi anticapitalista. Invece dobbiamo, nonostante le paure, osare l'ipotesi che il movimento comunista operi anche lui, secondo modalità che restano da stabilire, una sua unificazione. Cioè, l'emergenza di un nuovo modo di produzione non per forza dovrebbe rispettare i limiti oggi stabiliti. Voglio dire che sicuramente la rivoluzione sarà un processo immenso, per poco o niente controllato, e per tanto sarebbe un errore anticipare le forme nazionali e regionali conquistate dal movimento.

Certamente nel corso dello scontro contro le forze del vecchio mondo ci saranno episodi di sconfitta, e quindi di possibile solidificazione delle forme sociali, per esempio e appunto nella forma dell'attuale Stato-nazione. Ma tale considerazione non deve costituire un programma. Quest'ultimo insegue soltanto la distruzione del capitalismo, e la comunità dei lottatori di classe costituisce la comunità universale in divenire - il vero e unico partito comunista.

Lo Stato-nazione per me non è il fine, ma l'inizio o il mezzo per iniziare.

Avanguardia
27-02-16, 23:48
l

Lo Stato-nazione per me non è il fine, ma l'inizio o il mezzo per iniziare.
Concordo.
Ad esempio il fascismo alla fine più che sciovinismo fine a se stesso fu una visione dell' uomo, una nuova civiltà.
Non bisogna tanto difendere delle identità ma costruire l' identità. A fare identità da un punto di vista rivoluzionario è l' ideologia.

Avanguardia
27-02-16, 23:59
Per ritornare sul tema immigrati, ecco un piccolo esempio concreto della 'ricchezza' e del rispetto e riconoscenza che portano gli stranieri accolti e coccolati in Italia:

"L'invasione dell'olio tunisino a dazio zero è stata proposta da Mogherini. A votarlo, però, sono stati gli eurodeputati del Pd, IN TESTA CECILE KYENGE:mad:"

Italia invasa dall'olio tunisino: ecco chi ci impone questo suicidio - IlGiornale.it (http://www.ilgiornale.it/news/politica/italia-invasa-dallolio-tunisino-ecco-chi-ci-impone-questo-su-1229535.html)
questa gente non è e non sarà MAI parte dell'Italia e MAI difenderà gli interessi degli italiani. Che i buonisti, di qualsiasi parte politica, se lo mettano in testa!
Questa legge del cazzo non l'ha votata solo Cecile Kyenge ma svariati bianchi italiani. Lei e compari bianchi italiani hanno votato tale legge in quanto politicanti, non in quanto bianchi o neri, italiani o congolesi. Cecile Kyenge l' hanno presa come europarlamentare perché scema prima di tutto, se sei onesto o in gamba in politica non ti vogliono, non importa di che origine sei. I leghisti che adesso fanno i fighi fino al novembre 2011 votavano ogni stronzata tra cui Trattato di Lisbona e pareggio di bilancio in Costituzione.
E in Africa quanti politici neri ci sono che fanno gli interessi delle società occidentali gestite da bianchi e gialli? Il politicante è politicante.

LupoSciolto°
28-02-16, 17:04
il fascismo alla fine più che sciovinismo fine a se stesso fu una visione dell' uomo, una nuova civiltà.


Questo, onde evitare equivoci, è un tuo parere e non la linea del forum.

Devo spesso fare queste precisazioni perché a) io sono comunista b) il forum è sotto costante attacco dei cosiddetti "antifa" , che vogliono dipingerci come gente che conserva il busto di Mussolini in casa

LupoSciolto°
28-02-16, 17:11
Bentornato Tommaso!



- Il socialismo, se vuole essere negazione del capitalismo, non puo in alcun modo essere una gestione differente di questo. O si nega il capitalismo e quindi le sue categorie fondamentali - salariato, scambio, merce, ecc. - o si inventa una nuova forma capitalista: burocratica, autoritaria, ecologica, militarista, ecc.

Sono d'accordo. Però non si può realizzare l'estinzione del lavoro salariato e la sostituzione del valore di scambio con quello d'uso dall'oggi al domani. Io penso che, in primis, sia necessario stroncare le centrali del capitalismo. Parlo del ben noto grande capitale industriale e finanziario. In secundis , bisogna rendere realmente partecipi i lavoratori (il modello dei soviet, per me, riveste tutt'oggi una certa attualità). In questo quadro potrà svilupparsi un'autentica emanciapazione dalle catene del capitalismo. Ma ,ripeto, ritengo necessario un processo che contempli l'esistenza di tappe ben precise.




- La questione dell'internazionalismo: c'è chiaramente la tentazione di pensare, di fronte all'unificazione capitalistica del mondo operata sotto il capitale, che il ricorso alla frontiera sia normale prassi anticapitalista. Invece dobbiamo, nonostante le paure, osare l'ipotesi che il movimento comunista operi anche lui, secondo modalità che restano da stabilire, una sua unificazione. Cioè, l'emergenza di un nuovo modo di produzione non per forza dovrebbe rispettare i limiti oggi stabiliti. Voglio dire che sicuramente la rivoluzione sarà un processo immenso, per poco o niente controllato, e per tanto sarebbe un errore anticipare le forme nazionali e regionali conquistate dal movimento.


Al momento la difesa della sovranità e dell'indipendenza nazionale (e continentale) è un processo strettamete collegato a quello di emancipazione sociale. Rendere gli stati di tutto il vecchio continente liberi dalle pressioni economico-finanziarie di FMI e BCE e dall'imperialismo della NATO. Questo, ovviamente, senza dimenticare le contraddizioni insite nel sistema produttivo dei BRICS che, a mio parere, rimangono il "male minore" di fronte al turbocapitalismo e all'imperialismo euroamericano.



Certamente nel corso dello scontro contro le forze del vecchio mondo ci saranno episodi di sconfitta, e quindi di possibile solidificazione delle forme sociali, per esempio e appunto nella forma dell'attuale Stato-nazione. Ma tale considerazione non deve costituire un programma. Quest'ultimo insegue soltanto la distruzione del capitalismo, e la comunità dei lottatori di classe costituisce la comunità universale in divenire - il vero e unico partito comunista.

Guarda, io continuo a tenere a mente quelle che sono state le esperienze del comunismo storico novecentesco. NON per riproporle (altrimenti non avrei capito nulla di Preve), ma per analizzare ciò che di buono e/o di attuale è rintracciabile in esse. Gli strumenti conosciuti come "partito" e "stato nazione", fino a prova contraria, sono gli unici che hanno permesso l'esistenza di forme per lo meno alternative al capitalismo. Ovviamente non parlo di comunismo marxianamente inteso! Quello, fino a prova contraria, non è mai stato realizzato. Ci fossero altri e altrettanto validi strumenti, sicuramente, li considererei con la medesima attenzione. Quindi, onde evitare equivoci, voglio chiarire che la mia posizione non è dettata né dalla statolatria né dalla nostalgismo staliniano. Dobbiamo fare i conti con il materiale storico che c'è stato lasciato , con i suoi punti di forza e le sue innegabili falle. Nuovi contributi , come quelli del già citato Preve, sono anch'essi di vitale importanza.

italicum
28-02-16, 17:14
Socialismo nazionale sa di fascismo e lo dico non perché abbia problemi di piacere agli antifascisti che considero per lo più delle merde e ribadisco che inter-nazionalismo è diverso anche da trans-nazionalismo.

Guarda, io mi definisco in un sol modo: ANTIMONDIALISTA, poiché quella contro la globalizzazione liberista è la battaglia da combattere oggi. Le beghe ideologiche devono essere lasciate da parte, in questa fase, poiché sterili e controproducenti.

italicum
28-02-16, 17:17
Questa legge del cazzo non l'ha votata solo Cecile Kyenge ma svariati bianchi italiani. Lei e compari bianchi italiani hanno votato tale legge in quanto politicanti, non in quanto bianchi o neri, italiani o congolesi. Cecile Kyenge l' hanno presa come europarlamentare perché scema prima di tutto, se sei onesto o in gamba in politica non ti vogliono, non importa di che origine sei. I leghisti che adesso fanno i fighi fino al novembre 2011 votavano ogni stronzata tra cui Trattato di Lisbona e pareggio di bilancio in Costituzione.
E in Africa quanti politici neri ci sono che fanno gli interessi delle società occidentali gestite da bianchi e gialli? Il politicante è politicante.

Concordo con te......gli immigrati qui li vogliono proprio perché affini alla società che vogliono edificare (stupidi, consumisti, trafficoni, affamati di oggetti).

Vedi quindi che ho ragione sul fatto che NESSUN immigrato che viene qui è utile per la causa antimondialista?

Avanguardia
28-02-16, 22:49
Questo, onde evitare equivoci, è un tuo parere e non la linea del forum.

Devo spesso fare queste precisazioni perché a) io sono comunista b) il forum è sotto costante attacco dei cosiddetti "antifa" , che vogliono dipingerci come gente che conserva il busto di Mussolini in casa
Sì, ho usato l' esempio di un' ideologia particolare per rispondere ad una questione riguardante le ideologie in generale.

Avanguardia
28-02-16, 22:51
Concordo con te......gli immigrati qui li vogliono proprio perché affini alla società che vogliono edificare (stupidi, consumisti, trafficoni, affamati di oggetti).

Vedi quindi che ho ragione sul fatto che NESSUN immigrato che viene qui è utile per la causa antimondialista?
Diciamo che lo sono alla stessa misura in cui lo sono gli italioti. Tutto qui.
E' un problema riguardante l' 80% della parte abitata del globo terrestre ormai. A parte che oggi non si sa più cosa si può fare, per una miriade di motivi.

italicum
29-02-16, 12:11
Diciamo che lo sono alla stessa misura in cui lo sono gli italioti. Tutto qui.
E' un problema riguardante l' 80% della parte abitata del globo terrestre ormai. A parte che oggi non si sa più cosa si può fare, per una miriade di motivi.

Ho capito, tanti italiani sono idioti come sassi.....ma proprio questo fatto, che abbiamo già tanto da fare con i nostri compatrioti dovrebbe metterci in guardia dall'aggiungere altri idioti a quelli che già abbiamo, no?
Idioti a cui presto verranno forniti tutti i diritti dei locali, in modo tale che poi voteranno leggi alla cazzo (stile Kyenge) per difendere gli interessi delle loro comunità di origine e non della comunità Nazionale.
E nel mentre i burattinai, contenti, si sfregheranno per bene le mani!

Quindi: l'immigrazione VA RESPINTA, NESSUN IMMIGRATO PUO' ESSERE UTILE ALLA CAUSA DELLA COMUNITA' NAZIONALE, in nessun modo!

LupoSciolto°
29-02-16, 13:10
Secondo me esageri Italicum.

Siamo , più o meno, tutti quanti contrari all'immigrazione di massa. Ma non si può identificare in ogni immigrato un nemico. Ripeto: chi sta coi padroni, ovviamente, non può stare dalla nostra parte. Ma la non "italianità" non deve essere una pregiudiziale. Certo, anche l'immigrato dovrà mantenere la propria identità culturale. L'adesione a una nuova comunità non può e non deve comportare l'abbandono delle proprie radici. Una domanda , però , te la pongo: cosa fare con chi risiede in Italia da oltre dieci anni, ha famiglia e lavora? Io direi che queste persone , a meno che non abbiano commesso reati penali, possono tranquillamente rimanere sul nostro territorio.

Sono le "risorse" in arrivo quelle che dovrebbero preoccuparci. E non certo per il colore della loro pelle o per il loro credo.

italicum
29-02-16, 13:18
Vedi, la questione è la seguente: se l'immigrato viene qui per adorare il vitello d'oro consumista è un nemico, e questo penso che lo condividiamo tutti.
Ma ci sono casi diversi, ossia qualcuno che viene qui per altri motivi? Non mi risulta.

E comunque, anche se fosse, ossia se viene qui per mantenere la propria identità culturale, è lo stesso un nemico, in quanto facilitatore del processo di multiculturalizzazione che è insita nella globalizzazione capitalista. Non ci sono vie.
Per questo i globalisti sono stati furbi, hanno infinocchiato l'intero mondo della 'sinistra', che in un modo o in un altro de facto finiscono col fiancheggiare i deliri mondialisti (coi padroni che si sfregano le mani).

Finiamo con quelli che lavorano e sono onesti: questi sono i fiori all'occhiello di reazionari come Zaia, che questa estate si vantava che il solo Veneto abbia ben 500.000 immigrati che lì lavorano. Stesso discorso fatto da gente, qui dentro, come David_477 il berluscones, Dduck lo sfruttatore da boita e affini.

Vedi, gira e rigira, il risultato è lo stesso: l'immigrazione è un caposaldo del progetto mondialista. Ed è impossibile sostenere il contrario!

LupoSciolto°
29-02-16, 13:51
Vedi, la questione è la seguente: se l'immigrato viene qui per adorare il vitello d'oro consumista è un nemico, e questo penso che lo condividiamo tutti.
Ma ci sono casi diversi, ossia qualcuno che viene qui per altri motivi? Non mi risulta.

Potrebbero esistere anche casi diversi. Non conosciamo ogni singolo immigrato.


E comunque, anche se fosse, ossia se viene qui per mantenere la propria identità culturale, è lo stesso un nemico, in quanto facilitatore del processo di multiculturalizzazione che è insita nella globalizzazione capitalista. Non ci sono vie.
Per questo i globalisti sono stati furbi, hanno infinocchiato l'intero mondo della 'sinistra', che in un modo o in un altro de facto finiscono col fiancheggiare i deliri mondialisti (coi padroni che si sfregano le mani).

Attenzione: un può mantenere tranquillamente la propria cultura d'origine senza per questo minacciare gli autoctoni. Uno stato laico, per esempio, caccerebbe a pedate nel culo jihadisti o membri della fratellanza musulmana. Ma permetterebbe ad altri islamici (non integralisti) di poter vivere la loro diversità in terra straniera. OVVIAMENTE eventuali moschee se le dovranno pagare loro! Vale per l'Islam come per tutte le altre confessioni. Ti ripongo, però, la precedente domanda: che fare con quegli immigrati che vivono da più dieci anni nel nostro paese, lavorano, pagano le tasse, hanno famiglia e 0 precedenti? Io direi, piuttosto, di preoccuparmi delle nuove ondate! Nuova manovalanza a basso costo per il capitale ed ennesima guerra tra poveri.



Finiamo con quelli che lavorano e sono onesti: questi sono i fiori all'occhiello di reazionari come Zaia, che questa estate si vantava che il solo Veneto abbia ben 500.000 immigrati che lì lavorano. Stesso discorso fatto da gente, qui dentro, come David_477 il berluscones, Dduck lo sfruttatore da boita e affini.

Vedi, gira e rigira, il risultato è lo stesso: l'immigrazione è un caposaldo del progetto mondialista. Ed è impossibile sostenere il contrario!

Il fatto è che sono già qua! C'è poco da dire o da fare in questo senso. Qualora dovessero dimostrarsi, nei fatti, servetti dei padroni, certamente, NON potranno mai aderire alla lotta anticapitalista. Idem con patate per i nostri connazionali che assumono un simile atteggiamento.

Ripeto: l'emergenza, ora, è non fare entrare altri disperati e/o futuri schiavi.

LupoSciolto°
29-02-16, 13:59
I migranti che Zaia "loda", in realtà, sono schiavi delle piccole imprese del nord est.

Se queste persone vogliono lottare contro lo sfruttamento e, magari, a favore di una società socialista...non vedo perché respingerli. Altri due requisiti fondamentali per un'eventuale convergenza: non devono essere integralisti religiosi né avere contatti con la malavita più o meno organizzata.

furioso2013
29-02-16, 14:23
Non esistono credi politici immutabili, non esistono "sacre scritture" immodificabili attraverso i secoli, quelle devono essere lasciate ai preti.
Non esiste idea politica che non si possa e non si debba adattare alle variate condizioni presenti in epoche diverse.

certo, ma non tutti siete/siamo così.
non so come siano le cose all'estero, ma in italia le due categorie principali sono a:
1) saltare il fosso per stare con il più forte del "momento"
2) essere talmente indottrrinati (come se fosse una religione appunto) da non ammettere che tutto deve essere adottato ai tempi che si stanno vivendo.

poi grazie a Dio ci sono persone che sanno ragionare, di cui puoi non condividere gli ideali, ma puoi comunque discutere e portare avanti assieme alcune "battaglie".

Avanguardia
29-02-16, 14:25
Certamente, Italicum, se 40, 30 anni fa si fosse riusciti a mettere in piedi uno stato socialista nazionale come la Corea del Nord o la Bielorussia, non saremmo stati attraversati dal fenomeno migratorio, tenendo presente che la diffamazione all' estero e i sussulti rivoluzionari avrebbero reso poco attrattivo il nostro paese, o se un pò di immigrazione ci fosse stata, l' avremmo gestita meglio di queste democrazie delle banane. Non saremmo qui a discutere di stranieri ma di conquista dello spazio, di come rendere coltivabile Marte.
Chiarito questo, un contenimento in questi anni sarebbe salutare per ragioni di sicurezza, però se non si eliminano le cause e quelli interessi economici, politici che provocano questo fenomeno, che strumentalizzano gli stranieri per questioni di gestione della società, anche il contenimento resterà a lungo termine un palliativo tipo i quantitative easings della banche centrali.
La cosa si fa ulteriormente drammatica se dietro le ultime ondate di extra-europei c'è qualcosa di molto pesante come penso: Italicum, ti suggerisco di cercare notizie sulle città cinesi costruite in Africa ed ancora disabitate, su quelle in costruzione, su altre grandi città in costruzione in Arabia Saudita e zone della Cina confinanti con la Mongolia; poi considera il riscaldamento globale, l' aumento del numero dei terremoti, infatti se fino al 2012 c' erano giusto 1-2 terremoti all' anno del grado ottavo od oltre, dal 2013 sono diventati 4-5 all' anno. Cosa ti voglio dire? L' Africa meridionale ed occidentale, l' Arabia Saudita e alcune zone cinesi confinanti con la Mongolia hanno in comune la bassa attività sismica e la possibilità di essere avvantaggiate o almeno non intaccate dal cambiamento climatico, a parte le aree costiere soggette al rischio di maremoti.

Sui tanti motivi che spingono ad andarsene le persone da un posto, ho saputo ad esempio che ci sono i contrasti con i genitori, tipici in ogni nazione quando si è adolescenti, ventenni, quindi è successo che ragazzi/e siano scappati dall' Africa perché non si sopportavano i genitori in quel momento sentiti come rompipalle, magari in quanto ti imponevano di studiare e tu vuoi invece lavorare, o ti imponevano troppe regole. Quando hai 17, 20 anni e sei preso da questi problemi, che tu sia un ghanese, un italiano, un bulgaro, un inglese, non è che stai a metterti il problema di vitello d' oro consumista.

LupoSciolto°
23-03-16, 16:02
ECCO ALTRI COMPAGNI CHE NON CI STANNO

Free movement? In the EU it just means freedom for employers to lower pay and avoid training…



The 1957 Treaty of Rome, the EU’s original treaty, laid down “the abolition, as between Member States, of obstacles to freedom of movement of persons, services and capital”. Capital wants these freedoms to maximise its profits, pure and simple.
Judgements from the EU’s European Court have ceaselessly upheld the right of employers to move labour from one country to another to lower wages and circumvent collective bargaining agreements.
Hence the Viking case, allowing a Finnish shipowner to reflag ships to Estonia. And the Laval case, where a Latvian company imported workers into Sweden to build a school, undercutting Swedish rates. And the Rüffert case, where a German company won a contract to build a prison in Lower Saxony, then subcontracted it to a Polish company, which brought in Poles at below the rate agreed for Lower Saxony.
The free movement of labour encourages the modern slavery of workers moving at the orders of cheapskate global employers, gangmasters and people traffickers. It adds to the huge number of the reserve army of the unemployed. And it defies the laws of economic gravity to think that you can massively expand the supply of labour without lowering its price.
Employers win, we loseSo while some countries are stripped of workers driven by unemployment to move abroad, in receiving countries like Britain wages are driven down, there is no need to invest in training, and enormous strain is put on services. Employers gain, and workers lose, every time.
Yet the friends of the European Union – in the TUC and some unions, as well as others proclaiming themselves as “left-wing” and “anti-racist” – ignore any evidence that free movement might be bad for workers everywhere in the EU, and bad for Britain.
There have been a string of reports from pro-EU think tanks about how migration benefits everyone. But in December these reports were blown apart by a detailed analysis published by the think tank Civitas.
The report, The costs and benefits of large-scale immigration: exploring the economic and demographic consequences for the UK (http://www.civitas.org.uk/content/files/largescaleimmigration-1.pdf), is in the public domain, available on the Civitas website. Its author is Robert Rowthorn, Emeritus Professor of Economics at Cambridge University. Anyone interested in the debate about migration should look at it.
Net immigration into Britain in the year ending March 2015 was 330,000 – while the UK Office for National Statistics (http://www.ons.gov.uk/ons/rel/npp/national-population-projections/2012-based-projections/rep-migration.html#tab-Assumptions-for-Migration-Variants) (ONS) assumes a high migration scenario will involve net migration at 225,000 a year. Taking into account the children born to future migrants, at this rate the British population would grow by 20 million over the next 50 years and by 29 million over the next 75 years. This growth would be almost wholly due to migration.

‘NOT JUST ABOUT WHETHER IMMIGRATION IS GOOD FOR BRITAIN TO THE ECONOMY’
The EU’s defenders have reduced the question of whether immigration is good for Britain to the economy – whether it boosts GDP. That’s the most favourable ground for the apologists because it ignores questions of who benefits from a change in GDP, and the net effect on social security when unemployed people cannot get jobs that go to immigrants.
Rowthorn puts the whole GDP discussion in focus: “There is widespread agreement amongst specialists that the overall fiscal impact of large-scale immigration is normally small as a proportion of GDP. The large positive fiscal contribution of some types of immigrant is largely or wholly offset by the negative contribution of others.”
He looks at one much-promoted study from academics at University College, London, which estimated that over the period 2001-2011, migrants made a net fiscal contribution. “Their widely publicised claim that recent (post-2000) migrants from the [European Economic Area] have generated a large fiscal surplus should be seen in perspective. The estimated surplus of £22 billion over the period 2001-2011 is only 0.2 per cent of GDP.”
PoachingBut where are the benefits (if they exist) coming from, and who is carrying the cost? Rowthorn points out, “the benefits of immigration, to the extent they exist, derive in part from the unrequited transfer of investments in human capital that were made in foreign countries before the immigrants arrived in the UK”.
So what looks like a fiscal benefit is “merely a disguised transfer to the UK government from taxpayers and families in other countries”, says Rowthorn.
In fact, successive British governments have used immigration entirely selfishly, at the expense of poorer nations. The theft of scarce, well-educated labour has cost poorer countries far more than they have gained from investment and aid. In 2011, Romania – just one example – had 20,000 doctors, by 2013, just 14,000.
http://www.cpbml.org.uk/sites/default/files/borders_docs.jpgJeremy Hunt feels he can attack junior doctors because he can import replacements from around the world. Photo Workers.Addressing a British Medical Association conference in June 2014, Terence Stephenson, chairman of the Academy of Medical Royal Colleges, said he was concerned that we chose “to remain so dependent on doctors from overseas. … Not just from former Commonwealth countries but also from the European Union. … I think we should become self-sufficient.”
There is nothing progressive about annexing foreign labour. Isn’t that just what the British Empire used to do?
In 2004 Blair opened the UK labour market to workers from the Eastern European nations joining that year (known as A8 countries). He didn’t have to, and only Ireland and Sweden followed suit. All the other members took advantage of the accession agreements allowing member states to impose restrictions on the immigration from the new member countries for up to seven years.
PredictableSuddenly, people from Czech Republic, Estonia, Hungary, Latvia, Lithuania, Poland, Slovakia and Slovenia could work in Britain – but not in Germany, France, Italy, the Netherlands – on what appeared to them to be big wages. The result was predictable.
The ONS found that between 2004 and 2007 the number of those born in the Eastern European nations and working here rose by 423,000 – from 64,000 to 487,000 – while the number of British-born people in work rose by just 100,000, during a period of relative economic expansion.
Jack Straw, Home Secretary at the time, has since said: “…we thought that it would be good for Britain if these folk could come and work here from 2004. Thorough research by the Home Office suggested that the impact of this benevolence would in any event be ‘relatively small, at between 5,000 and 13,000 immigrants per year up to 2010’.” He now concedes, “Events proved these forecasts worthless.…Lots of red faces, mine included.” Apology not accepted, Straw. Too little, and far too late.
Since 1997, non-UK nationals as a proportion of workers has risen from 3.7 per cent to 10.3 per cent. EU workers accounted for almost the entire increase since the global financial crisis of 2007-08. In August 2015 the ONS revealed that non-UK citizens accounted for almost three-quarters of the employment growth in the past year.
In 2012 the government’s Migration Advisory Committee said an extra 160,000 British-born workers might have found jobs if there had been no non-EU immigration between 2005 and 2010. That’s just a guess, and probably a low-end guess too. According to the committee, there were in fact an extra 625,000 non-EU immigrants. There were also an extra 588,000 EU workers working in Britain.
This high level of immigration from the EU makes it impossible for Cameron to hit his stated target of immigration in the “tens of thousands”. The EU will not allow Britain to set limits on immigration from Europe.
Restricting EU immigrants’ initial access to welfare benefits would have little impact on the level of immigration (nor on the social security budget). The main driver of migration is the difference in wage rates between Britain and these countries.
German Chancellor Angela Merkel has pledged to push forward Turkey’s EU membership talks in return for securing Turkey’s help in stemming the migrant influx to Europe. That would grant 79 million more people free movement into the EU.
Lower wagesIn their haste to justify migration, the so-called “left” even picks up the arguments of the employers such as that the migrants are filling jobs that British workers won’t take. Rowthorn remarks, “In rich countries many dirty, hard or low status jobs are increasingly occupied by migrants from poorer countries. These are said to be doing the jobs that native workers will not do. In practice this often means that suitable native workers will not do these jobs at the wages and conditions that employers are willing to offer.”
Rowthorn disagrees. “There are few jobs that natives will not do if conditions are reasonable and wages are sufficiently high,” he says, citing evidence from Finland.

‘CALLING FOR CONTROL OVER BORDERS IS NO MORE RACIST THAN CALLING FOR CONTROL ON THE MOVEMENT OF CAPITAL’
He concludes, “An econometric analysis by the official Migration Advisory Committee strongly suggests that immigration damages the job prospects of lower skilled natives when the labour market is slack…In addition, there is evidence that competition from immigrants may result in lower wages for low skilled local workers, including previous immigrants.”
He sums up immigration’s effects, “Even on optimistic assumptions, the economic and fiscal gains for existing inhabitants and their descendants from large-scale immigration are small in comparison to its impact on population growth.”
That impact is being felt in schools and hospitals around Britain. In August 2015, The Telegraph obtained previously unpublished government figures showing that 824,000 foreign nationals had registered for National Insurance numbers in 2014/15, up a third on the previous year, with 629,000 of them from the EU – and 150,000 of those from Romania alone.
The slogan “British Jobs for British Workers” was dubbed “racist” by many on the “Left”, assuming that British means white. They make a connection between migration and xenophobia, but the connection exists only in their minds. They deliberately confuse opposition to mass immigration with hostility to immigrants.
Calling for Britain to control its borders is no more racist than calling for Britain to control the movement of capital, or leave TTIP or NATO. And to be clear, we define as British workers anyone working in Britain and established in Britain. This definition has nothing to do with so-called ethnic origins.
The EU wants a Europe-wide border agency to police the EU’s external borders, removing member nations’ rights to police their own borders. Astonishingly, the TUC wants the EU to run our borders. It told the Home Office in July 2013 that “the UK should participate fully and ‘opt-in’ to existing European legislation [including Schengen!] on Immigration and Asylum.”
Advertising abroadThe EU goes further than giving citizens of European nations the right to work here. The European Commission’s EURES online scheme advertises hundreds of thousands of jobs across the EU. In July 2014 Cameron promised to stop British jobs being advertised there. In October 2015, when even the official statistics showed 1.77 million Britons unemployed, the site was still advertising 122,214 jobs in Britain.
We cannot control our borders while we are in the EU. Only when we leave the EU will we be free to decide what level of immigration we want.
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