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LupoSciolto°
28-04-16, 19:11
E' caduto uno degli ultimi "baluardi" socialisti.

Ma è caduto anche il progetto del Socialismo del XXI Secolo?

Se sì, quali alternative al capitalismo? Il municipalismo libertario (oggi molto in voga tra i curdi combattenti)? Il vecchio modello marxista-leninista? Il socialismo di "mercato"? Oppure bisogna ripensare tutto da zero?

Logomaco
28-04-16, 19:15
E' caduto uno degli ultimi "baluardi" socialisti.

Ma è caduto anche il progetto del Socialismo del XXI Secolo?

Se sì, quali alternative al capitalismo? Il municipalismo libertario (oggi molto in voga tra i curdi combattenti)? Il vecchio modello marxista-leninista? Il socialismo di "mercato"? Oppure bisogna ripensare tutto da zero?

Il municipalismo libertario è interessante, informazioni?

Lèon Kochnitzky
28-04-16, 19:31
Il municipalismo libertario (se capace di unire individuo e comunità, riuscendo così a superare le contraddizioni dei marxismi e anche dei fascismi 'sociali') potrebbe essere un'ottima alternativa. Ma deve voler dire quello che diceva Onfray riguardo al postanarchismo, e cioè abbandonare la prassi ottocentesca dell'essere antagonisti dello stato, e immaginare che le comunità federate hanno comunque bisogno di qualcuno che organizzi l'aspetto economico e civile, nel rispetto delle libertà individuali (e che quindi laddove v'è bisogno, non escluda la coercizione, se voluta e accettata dai singoli contratti tra individui liberati)

LupoSciolto°
28-04-16, 20:23
Per saperne di più

https://it.wikipedia.org/wiki/Municipalismo_libertario

Municipalismo Libertario - Anarchopedia (http://ita.anarchopedia.org/Municipalismo_Libertario)

Erdosain
28-04-16, 20:28
Senza entrare nel merito delle scelte politiche ed economiche del governo venezuelano, che ne hanno sicuramente eroso la popolarità, la lezione da apprendere è una sola: il socialismo non si costruisce con i nemici in casa. La dittatura del proletariato non è l'invenzione di un pazzo sanguinario ma una necessità fisiologica, perché il capitalismo non si farà certo da parte di sua spontanea volontà, ma anzi, reagirà con qualsiasi mezzo possibile.

E se parlo con tanta durezza è proprio perché sono un grande estimatore della rivoluzione bolivariana e mi fa male vederla sconfitta, magari solo temporaneamente - ma il punto è proprio questo: le rivoluzioni non possono andare in pausa

LupoSciolto°
28-04-16, 20:28
Dirò la mia: salvo tutta , o quasi, l'analisi di Marx. Condivido le riflessioni di Lenin sull'imperialismo e, in buona parte, sul partito come "avanguardia". Ritengo attualmente valida l'idea di "egemonia" gramsciana, anche se si dovrebbe aprire un'immensa parantesi a tal proposito, e alcune considerazioni di Guevara.

Allo stesso tempo apprezzo molto quanto recentemente scritto da Preve e Michéa. Non dimenticherei nemmeno l'ultimo De Benoist.

Esperienze politiche attualmente interessanti: il bolivarismo (nonostante la cocente sconfitta di Maduro), il modello del MAS di Morales e le repubbliche autonome del Donbass.

Per ulteriori approfondimenti , scriverò nei prossimi giorni.

LupoSciolto°
28-04-16, 20:36
il socialismo non si costruisce con i nemici in casa. La dittatura del proletariato non è l'invenzione di un pazzo sanguinario ma una necessità fisiologica, perché il capitalismo non si farà certo da parte di sua spontanea volontà, ma anzi, reagirà con qualsiasi mezzo possibile.

E se parlo con tanta durezza è proprio perché sono un grande estimatore della rivoluzione bolivariana e mi fa male vederla sconfitta

Pienamente d'accordo.

Kavalerists
28-04-16, 20:53
E' caduto uno degli ultimi "baluardi" socialisti.

Ma è caduto anche il progetto del Socialismo del XXI Secolo?

Se sì, quali alternative al capitalismo? Il municipalismo libertario (oggi molto in voga tra i curdi combattenti)? Il vecchio modello marxista-leninista? Il socialismo di "mercato"? Oppure bisogna ripensare tutto da zero?

Beh, con tutto il rispetto per i curdi, se non ricordo male (il tempo passa... ), un italiano, un certo Pisacane:rolleyes:, aveva teorizzato qualcosa di non dico uguale, ma comunque abbastanza simile.
Peraltro concordo con l'appunto di Dean M. sulla necessità, nel modo più assoluto, di superare l'utopisno anarchico dell'antistatismo radicale e assoluto.

Kavalerists
28-04-16, 20:58
Senza entrare nel merito delle scelte politiche ed economiche del governo venezuelano, che ne hanno sicuramente eroso la popolarità, la lezione da apprendere è una sola: il socialismo non si costruisce con i nemici in casa. La dittatura del proletariato non è l'invenzione di un pazzo sanguinario ma una necessità fisiologica, perché il capitalismo non si farà certo da parte di sua spontanea volontà, ma anzi, reagirà con qualsiasi mezzo possibile.

E se parlo con tanta durezza è proprio perché sono un grande estimatore della rivoluzione bolivariana e mi fa male vederla sconfitta, magari solo temporaneamente - ma il punto è proprio questo: le rivoluzioni non possono andare in pausa

E a questo proposito: https://forum.termometropolitico.it/690774-l-unico-peccato-originale-del-chavismo.html

Gianky
28-04-16, 20:59
E' caduto uno degli ultimi "baluardi" socialisti.

Ma è caduto anche il progetto del Socialismo del XXI Secolo?

Se sì, quali alternative al capitalismo? Il municipalismo libertario (oggi molto in voga tra i curdi combattenti)? Il vecchio modello marxista-leninista? Il socialismo di "mercato"? Oppure bisogna ripensare tutto da zero?

Ma caduto in che senso? A me non risulta proprio, solo l'opposizione sta raccogliendo le firme per indire il referendum, ma fino ad allora nulla cambia.

Gianky
28-04-16, 21:05
E' caduto uno degli ultimi "baluardi" socialisti.

Ma è caduto anche il progetto del Socialismo del XXI Secolo?

Se sì, quali alternative al capitalismo? Il municipalismo libertario (oggi molto in voga tra i curdi combattenti)? Il vecchio modello marxista-leninista? Il socialismo di "mercato"? Oppure bisogna ripensare tutto da zero?

Il bolivarismo è in crisi in tutta l'America indio latina, negarlo è assurdp, ma aspettiamo a vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso, senz'altro come detto da altri prima di me fare rivoluzioni a metà è un suicidio, le rivoluzioni devono andare fino in fondo e il Comandante è morto troppo troppo troppo presto. Hasta siempre la victoria!

Kavalerists
28-04-16, 21:06
Ma caduto in che senso? A me non risulta proprio, solo l'opposizione sta raccogliendo le firme per indire il referendum, ma fino ad allora nulla cambia.
Gianky, le elezioni le ha oggettivamente perse, così mi risulta, lasciamo stare che poi non avrebbero dovuto nemmeno essere indette, per come la vedo io...
Se poi ha intenzione di non cedere il potere alle opposizioni eterodirette da Washington, non sarò certo io a dispiacermi, detto senza false ipocrisie.

Erdosain
28-04-16, 21:08
E a questo proposito: https://forum.termometropolitico.it/690774-l-unico-peccato-originale-del-chavismo.html

Grazie, ricambio: I limiti di un processo politico antimperialista. Riflessioni sulla sconfitta elettorale in Venezuela « (http://www.militant-blog.org/?p=12649)

Il punto chiave:

Insomma, per concludere questo punto, una volta avviata la strada verso il socialismo non si torna indietro, non la si certifica attraverso un passaggio elettorale basato sulle scelte dell’opinione pubblica, perché questa non è libera di formarsi ma è piuttosto il prodotto di un rapporto di forza economico che prevede – soprattutto in America Latina ma più o meno ovunque – ingerenze esterne capaci di condizionare la politica del paese. Il socialismo può (deve) prevedere strumenti per un’alternanza di dirigenti al potere ma non un’alternanza di modelli produttivi. Insomma non si passa ogni cinque anni dal liberismo imperialista a forme di socialismo e viceversa. Il passaggio è per sempre, almeno fino alla sconfitta generale del modello alternativo. E questo è un processo vigente anche nei paesi dove invece regna la (sempre meno attuale) democrazia liberale. Negli Stati liberali non esiste un’alternanza prevista di modelli produttivi, solo un alternanza di gruppi dirigenti (anche di sinistra radicale), che però non mettono in discussione il sistema economico. Succede da noi, non vediamo perché non debba succedere nei paesi socialisti. Il potere a soggetti politici reazionari dev’essere vietato per legge, questo non è un fatto antidemocratico ma uno sviluppo ulteriore della democrazia popolare, fondata sulla partecipazione e non sulla delega.

Jerome
28-04-16, 21:14
Han fatto errori di gestione, poteva essere una buona esperienza ma sembra tramontata. Hanno sprecato i soldi del petrolio, il socialismo reale durò più, Cuba è ancora in piedi, evidentemente Maduro non ha la stoffa dei Castro e nemmeno Chavez c'è l'aveva.

Gianky
28-04-16, 21:20
Gianky, le elezioni le ha oggettivamente perse, così mi risulta, lasciamo stare che poi non avrebbero dovuto nemmeno essere indette, per come la vedo io...
Se poi ha intenzione di non cedere il potere alle opposizioni eterodirette da Washington, non sarò certo io a dispiacermi, detto senza false ipocrisie.

Si ma elezioni ci sono state a dicembre 2015 e mi risulta che Maduro sia ancora presidente della repubblica, per cui richiedo: di che caduta stiamo parlando?

Gianky
28-04-16, 21:21
Han fatto errori di gestione, poteva essere una buona esperienza ma sembra tramontata. Hanno sprecato i soldi del petrolio, il socialismo reale durò più, Cuba è ancora in piedi, evidentemente Maduro non ha la stoffa dei Castro e nemmeno Chavez c'è l'aveva.
Amico mio forse stai dimenticando la diversa situazione geopolitica, la Cuba castrista aveva alle spalle l'URSS, Chavez e Maduro no.

Jerome
28-04-16, 21:25
Amico mio forse stai dimenticando la diversa situazione geopolitica, la Cuba castrista aveva alle spalle l'URSS, Chavez e Maduro no.

Cuba ha resistito per 25 anni senza URSS. Il Venezuela ha però il petrolio, guarda l'Iran e Dubai.

Kavalerists
28-04-16, 21:29
Il punto chiave:

Negli Stati liberali non esiste un’alternanza prevista di modelli produttivi, solo un alternanza di gruppi dirigenti (anche di sinistra radicale), che però non mettono in discussione il sistema economico. Succede da noi, non vediamo perché non debba succedere nei paesi socialisti. Il potere a soggetti politici reazionari dev’essere vietato per legge, questo non è un fatto antidemocratico ma uno sviluppo ulteriore della democrazia popolare, fondata sulla partecipazione e non sulla delega.

Concordo, assolutamente.

Gianky
28-04-16, 21:31
Cuba ha resistito per 25 anni senza URSS. Il Venezuela ha però il petrolio, guarda l'Iran e Dubai.
Certo infatti Cuba non era (non so adesso) una democrazia borghese, il Venezuela e il Socialismo del XXI° secolo hanno invece scommesso su una evoluzione spontanea della democrazia borghese verso il socialismo ma con la democrazia borghese non si tratta e questo è stato l'errore del bolivarismo. Ad ogni modo ripeto, aspettiamo a vendere la pelle dell'orso.

Kavalerists
28-04-16, 21:32
Si ma elezioni ci sono state a dicembre 2015 e mi risulta che Maduro sia ancora presidente della repubblica, per cui richiedo: di che caduta stiamo parlando?
Ma io parlavo del dato oggettivo delle elezioni, i risultati avranno pure un significato, o no? Poi se tutto restasse com'è ora, meglio...

Gianky
28-04-16, 21:37
Ma io parlavo del dato oggettivo delle elezioni, i risultati avranno pure un significato, o no? Poi se tutto restasse com'è ora, meglio...
Forse non mi sono spiegato, vengo su TP, purtroppo per problemi lavorativi assai poco ultimamente, e mi trovo questo titolo scioccante: MADURO E' CADUTO. Cribbio vado sul web a cercare notizie e l'unica che trovo, di 9 ore fa è che l'opposizione del MUD sta raccogliendo le firme per indire un referendum. Tutto il mio discoro si basa su quel titolo non sul negare le grosse difficoltà del bolivarismo in Venezuela.

Erdosain
28-04-16, 21:42
Certo infatti Cuba non era (non so adesso) una democrazia borghese, il Venezuela e il Socialismo del XXI° secolo hanno invece scommesso su una evoluzione spontanea della democrazia borghese verso il socialismo ma con la democrazia borghese non si tratta e questo è stato l'errore del bolivarismo. Ad ogni modo ripeto, aspettiamo a vendere la pelle dell'orso.

Infatti, sono curioso di vedere se e come tutta quella base popolare fatta di comitati, assemblee e associazioni creata dal PSUV riuscirà a forzare la situazione, quando l'attuale governo si troverà in difficoltà


Concordo, assolutamente.

Eppure la stragrande maggioranza dei compagni inorridirebbe solo all'idea, stiamo veramente anni luce indietro

Jerome
28-04-16, 21:42
Certo infatti Cuba non era (non so adesso) una democrazia borghese, il Venezuela e il Socialismo del XXI° secolo hanno invece scommesso su una evoluzione spontanea della democrazia borghese verso il socialismo ma con la democrazia borghese non si tratta e questo è stato l'errore del bolivarismo. Ad ogni modo ripeto, aspettiamo a vendere la pelle dell'orso.

Ed è per questo che il socialismo reale è esistito solo come dittatura del partito unico o comunque la predominanza sancita per statuto, come nella DDR (equivalente comunista del sistema dc italiano). Ovvio che altrimenti c'è l'alternanza, poi spetta alla costituzione escludere forze antisistema, viene fatto dovunque, anche in Italia il MSI è stato escluso per anni. I chavisti se non volevano il ritorno della destra come in Argentina ,dovevano impostare il carattere socialista ( come negli USA quello liberista) come carattere fondativo della repubblica. È ovvio che prima o poi perdi ma se come nella Costituzione italiana ci sono delle leggi di modifica molto rigide, l'architettura socialista non si potrebbe cambiare nemmeno se Maduro perde e sale Capriles. Non so come è la Costituzione venezuelana, se rigida o meno.

LupoSciolto°
29-04-16, 19:13
Forse non mi sono spiegato, vengo su TP, purtroppo per problemi lavorativi assai poco ultimamente, e mi trovo questo titolo scioccante: MADURO E' CADUTO. Cribbio vado sul web a cercare notizie e l'unica che trovo, di 9 ore fa è che l'opposizione del MUD sta raccogliendo le firme per indire un referendum. Tutto il mio discoro si basa su quel titolo non sul negare le grosse difficoltà del bolivarismo in Venezuela.

Ho capito cosa intendi Gianky. Maduro è ancora presidente del Venezuela ma lui e il PSUV hanno preso una batosta allucinante. Il futuro del socialismo bolivariano, e lo scrivo con immensa tristezza, lo vedo plumbeo.

Gianky
29-04-16, 19:29
Ed è per questo che il socialismo reale è esistito solo come dittatura del partito unico o comunque la predominanza sancita per statuto, come nella DDR (equivalente comunista del sistema dc italiano). Ovvio che altrimenti c'è l'alternanza, poi spetta alla costituzione escludere forze antisistema, viene fatto dovunque, anche in Italia il MSI è stato escluso per anni. I chavisti se non volevano il ritorno della destra come in Argentina ,dovevano impostare il carattere socialista ( come negli USA quello liberista) come carattere fondativo della repubblica. È ovvio che prima o poi perdi ma se come nella Costituzione italiana ci sono delle leggi di modifica molto rigide, l'architettura socialista non si potrebbe cambiare nemmeno se Maduro perde e sale Capriles. Non so come è la Costituzione venezuelana, se rigida o meno.

Concordo, del resto penso che un autentico Socialismo del XXI° secolo se non vuole ripetere le esperienze del Socialismo Reale, che per me rimangono comunque complessivamente positive, e vuole intraprendere una strada più libertaria deve comunque impedire il ritorno al potere tramite il passaggio elettorale delle forze liberiste e capitaliste, si tratta di decidere il come. Se in Italia ed in Germania, ad esempio, ci sono le pregiudiziali antifascista ed antinazista scritte in costituzione, lo stesso si potrebbe fare per le forze capitaliste in un eventuale stato socialista. Però questo è indubbiamente difficilissimo in un mondo dove esiste una unica potenza globale e non esistono stati socialisti, almeno stati socialisti di importanza pari alla vecchia URSS (la Cina è un discorso a parte)

Gianky
29-04-16, 19:30
Ho capito cosa intendi Gianky. Maduro è ancora presidente del Venezuela ma lui e il PSUV hanno preso una batosta allucinante. Il futuro del socialismo bolivariano, e lo scrivo con immensa tristezza, lo vedo plumbeo.

batosta veramente grave, Maduro non ha le capacità di Chavez e la sua personalità, la vedo nera anche io ma non dispero.

Jerome
29-04-16, 21:04
Concordo, del resto penso che un autentico Socialismo del XXI° secolo se non vuole ripetere le esperienze del Socialismo Reale, che per me rimangono comunque complessivamente positive, e vuole intraprendere una strada più libertaria deve comunque impedire il ritorno al potere tramite il passaggio elettorale delle forze liberiste e capitaliste, si tratta di decidere il come. Se in Italia ed in Germania, ad esempio, ci sono le pregiudiziali antifascista ed antinazista scritte in costituzione, lo stesso si potrebbe fare per le forze capitaliste in un eventuale stato socialista. Però questo è indubbiamente difficilissimo in un mondo dove esiste una unica potenza globale e non esistono stati socialisti, almeno stati socialisti di importanza pari alla vecchia URSS (la Cina è un discorso a parte)

La DDR era così. C'erano diversi partiti e una Costituzione socialista come pregiudiziale, insomma una XII disposizione in versione comunista, caso unico di pluripartitismo formale nel mondo del socialismo reale. Il Partito Socialista Unificato di Germania è l'unico che non finì fuorilegge o sciolto tra i partiti comunisti di governo del blocco sovietico, diventando PDS (omonimo di quello italiano) dopo la riunificazione, poi confluendo nella Linke.

L'unico modo per non subire golpe nel mondo d'oggi è cercare di non toccare gli interessi americani più di tanto, la stessa Cuba ha accettato di riappacificarsi diplomaticamente col gigante statunitense.

Jerome
29-04-16, 21:05
batosta veramente grave, Maduro non ha le capacità di Chavez e la sua personalità, la vedo nera anche io ma non dispero.

Chavez era mediatico, ricordo il talk show, Maduro non ha mai sfondato.

Gianky
01-05-16, 11:02
"L'impero ha mobilitato tutti i suoi ingranaggi e dispositivi per porre fine, a qualunque prezzo, alla Rivoluzione Bolivariana anche a costo di gettare il paese in un bagno di sangue"
di Atilio Boron* da www.alainet.org (http://www.alainet.org/es/articulo/176804)
Traduzione di Giulia Salomoni per Marx21.it (http://www.marx21.it/index.php/internazionale/america-latina-e-caraibi/26829-tamburi-di-guerra-in-venezuela)*
Dalle sue origini il processo bolivariano è stato identificato da Washington come un'escrescenza che doveva essere rapidamente rimossa dell'emisfero.
Si è tentato di farlo con tutti i mezzi ma niente ha dato risultati: né il colpo di stato, né la disoccupazione petrolifera, né le molestie diplomatiche, politiche e mediatiche hanno dato i loro frutti.
Sul terreno elettorale il predominio di Chávez era schiacciante: resisteva a piedi fermi alle pressioni ed il suo popolo lo seguiva con entusiasmo.
La Casa Bianca ha accelerato l'aggressione una volta scatenato il lento ma implacabile assassinio per tappe del Comandante. E dopo la sua morte l'offensiva ha assunto caratteristiche ancora più brutali. Ogni discrezione è stata lasciata da parte: bande mercenarie dell'uribismo (legate a Álvaro Uribe Vélez, ex presidente colombiano che si oppone al dialogo con le FARC n.d.t.) sono entrate seminando violenza e morte per tutto il paese, come oggi lo fanno i "mareros" che quotidianamente (sì, quotidianamente, secondo quello che riporta un’alta fonte ufficiale di El Salvador!) Obama rilascia dalle prigioni nordamericane per inviarli, con tutte le carte in regola, al rassegnato paese centroamericano affinché seminino il caos e la distruzione.
Si sono intensificati gli sforzi per "fortificare la società civile" con milioni di dollari per fabbricare o affittare politici da operetta (Capriles, López, Ledesma, eccetera); giornalisti in altri tempi ciechi davanti alle stragi della corruzione ed intellettuali delusi perché il "popolo" che anelavano redimere non era bianco come gli operai polacchi di Lech Walesa bensì meticcio o nero come Chávez, cosa che costituisce un affronto insopportabile.
In mancanza di una risposta politica nella cornice elettorale i soldi fluivano copiosamente verso Caracas: partivano da Washington, via USAID o tramite la NED, volavano a Madrid da dove il ruffiano leccapiedi di George W. Bush, José M. Aznar, lo ridistribuiva tra i suoi complici in America Latina con la benedizione di quel colossale monumento al narcisismo chiamato Mario Vargas LLosa. Ma tutto era vano: come un redivivo Cid Campeador (eroe nazionale spagnolo) tropicale, anche dopo morto Chávez continuava a vincere le elezioni. Le vinceva con Nicolás Maduro nelle presidenziali dell’Aprile del 2013 e dopo, per sovrappiù, nelle municipali del dicembre di quello stesso anno.
Falliti tutti questi tentativi, la guerra economica, perfezionando il piano criminale perpetrato contro il Cile di Allende, si è scatenata con tutta la furia.
La penuria programmata, l’accaparramento di articoli di prima necessità, la carestia, la feroce svalutazione della moneta, il contrabbando su grande scala, il terrorismo mediatico senza freno né misura, gli assassini selettivi e, agli inizi di 2014, il piano sedizioso materializzato nelle sinistre "guarimbas" (barricate per le strade), con un saldo di 43 morti, in maggioranza tra le forze di sicurezza del governo e simpatizzanti chavisti, e distruzione di veicoli, sedi di istituzioni governative, scuole, università ed ospedali valutate in centinaia di milioni di dollari.
I responsabili di tutto questo, in prigione, si lamentano che sono "prigionieri politici" quando i loro atti si inquadrano nel delitto di sedizione che in qualunque altro paese del mondo li avrebbe condannati alla prigione a vita. Nella "dittatura bolivariana", invece, la giustizia ha operato con una sorprendente clemenza ed al capo di questi crimini ha imposto una sentenza di poco più di tredici anni. In Spagna o in Argentina sarebbe stato condannato all’ergastolo e negli Stati Uniti alla pena di morte. Ma così è la "dittatura" chavista.
Fallite tutte queste cospirazioni l'impero ha intensificato la guerra economica: insieme a sue infami creature, lo Stato Islamico, ha abbattuto il prezzo del petrolio da poco più di 100 dollari al barile a qualcosa meno di 30. Non contento di questo il Presidente Barack Obama ha emesso un ordine esecutivo che se non fosse criminale per le sue conseguenze sarebbe una presa in giro universale: Il "Venezuela è una minaccia inusuale e straordinaria alla sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti". E' stato l’ordine impartito ai cani da guardia dell'impero perché si lanciassero con ferocia contro la rivoluzione.
Da allora la vita quotidiana si è complicata fino a diventare un irritante calvario. Per questo motivo nelle elezioni per l'Assemblea Nazionale del passato 6 Dicembre l'opposizione ha ottenuto una maggioranza di due terzi, beneficiando dello scoraggiamento di più di due milioni di chavisti che non hanno dato i loro voti alla destra ma che si sono astenuti dal partecipare alle elezioni.
L'Assemblea ha appena approvato una legge di amnistia che libererebbe tutti i condannati per i crimini commessi nell’episodio sedizioso all’inizio del 2014. Il Tribunale Superiore ha dichiarato l'incostituzionalità della legge ed il presidente Maduro ha dichiarato che non promulgherebbe mai una diavoleria simile che aprirebbe la porta alla violenza e all'impunità in Venezuela.
La situazione si avvicina ad uno scontro catastrofico di forze ma il chavismo, senza alcun dubbio ed oltre i suoi problemi e le sue titubanze, ha chiaramente dalla sua parte il popolo che sa con istinto preciso che la destra viene col coltello tra i denti ed è disposta ad applicare un monito esemplare. Le istruttive lezioni del macrismo in Argentina hanno persuaso delle terribili conseguenze di un ritorno della reazione anche quelli che prima dubitavano che potesse essere così.
Dato tutto questo non sorprende che negli ultimi giorni ci sia stata un’intensificazione dell'offensiva destituente. Il Washington Post ha pubblicato un editoriale sfacciatamente golpista il 12 di Aprile dicendo che "il Venezuela ha disperatamente bisogno di un intervento politico dei suoi vicini, che per questo dispongono di un meccanismo appropriato nella Carta Democratica Interamericana dell’Organizzazione degli Stati Americani, la OSA, un trattato che contempla l’azione collettiva quando un regime violi le norme costituzionali".
Il giornale, solitamente considerato dai neoliberisti il modello della "stampa imparziale ed indipendente", si lamenta che i paesi della regione non si assumono le loro responsabilità per preservare la democrazia in Venezuela nonostante il fatto che, assicura, per il modo in cui stanno le cose “probabilmente non tarderà molto a prodursi di un’esplosione”.
Il Washington Post non fa altro che ripetere quello che poco prima aveva esposto un documento del Comando Sud, denominato "Operazione Venezuela Freedom-2” e siglato il 25 febbraio del corrente anno con la firma del suo attuale capo, l'ammiraglio Kurt Tidd. In esso si legge che "sebbene (l'opposizione) stia seguendo la strada pacifica, legale ed elettorale (per provocare la destituzione di Maduro) è cresciuta la convinzione che sia necessario fare pressioni con mobilitazioni di strada, cercando di fermare e paralizzare gli importanti contingenti militari che saranno dedicati a mantenere l'ordine interno e la sicurezza del governo, situazione che diventerà insostenibile nella misura in cui si scatenino conflitti multipli e pressioni di ogni tipo".
Afferma l’ovvio: la destra non ha mai creduto nelle regole del gioco democratico. Quando le accetta è per convenienza, non per convinzione. E le abbandona non appena le circostanze suggeriscano di seguire il cammino verso la restaurazione violenta. In Venezuela e da tutte le parti, è fondamentale non sbagliarsi su questo punto. Tutto il clamore che l'opposizione antichavista fa in relazione al referendum revocatorio è un tappabuchi: quello che vuole è "l'uscita" di Maduro, per opera e grazie alla violenza.
Aprile sembra essere il mese delle rese dei conti nella politica venezuelana. "Aprile è il periodo giusto" ha detto il presidente Nicolás Maduro in una riunione coi partecipanti dell'Incontro di Intellettuali, Artisti e Movimenti Sociali che ha avuto luogo recentemente.
L’11 Aprile del 2002 c’è stato il colpo di stato contro Chávez, ed il 13 il paese lo reinstallò nel Palazzo di Miraflores. Non è casuale l'attacco del Washington Post proprio in questi giorni, né che una delle organizzazioni sediziose che distrussero il paese in passato, Volontà Popolare, abbia convocato una marcia il 19 di Aprile per esigere l’"uscita" del presidente Maduro. Non lo è neanche che il Segretario Generale dell'OSA, Luis "Giuda" Almagro, abbia dichiarato pochi giorni fa in un'intervista a El País di Spagna che è inammissibile mantenere la neutralità in Venezuela "quando ci sono prigionieri politici e la democrazia non sta funzionando." Almagro ha ricevuto il chiaro ordine dei suoi capi a occuparsi solo di fustigare il Venezuela e di dimenticarsi dei massacri perpetrati in Honduras (Berta Cáceres), Messico (Ayotzinapa), Colombia (130 militanti di Marcia Patriottica assassinati nell'ultimo anno), e Paraguay (Curuguaty), per non menzionare nient’altro che i casi più emblematici. L'OSA ratifica la sua condizione di Ministero delle Colonie degli Stati Uniti, come opportunamente l’avevano definita Fidel ed il Che.
Come si può vedere, l'impero ha mobilitato tutti i suoi ingranaggi e dispositivi per porre fine, a qualunque prezzo, alla Rivoluzione Bolivariana anche a costo di gettare il paese in un bagno di sangue. Ma il paese chavista offrirà un'accanita resistenza ad un'invasione del Comando Sud ed accorreranno in suo aiuto volontari da tutta l'America Latina trasformando l'invasione nordamericana in una causa della Patria Grande che incendierà la rinsecchita prateria sociale della regione oltrepassando i confini venezuelani, estendendosi ai paesi vicini e compromettendo seriamente i Dialoghi di Pace tra le FARC ed il governo colombiano. Per questo, la solidarietà con il popolo ed il governo bolivariani è oggi più urgente ed importante che mai per impedire che la sinistra manovra interventista dell'impero giunga a compimento.
*Pubblichiamo su gentile concessione della redazione di Marx21
Notizia del: 23/04/2016
Da: Attilio Boron: "Tamburi di guerra in Venezuela" - World Affairs - L'Antidiplomatico (http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=15365)

Avanguardia
01-05-16, 12:45
Sono pessimista, è l' evoluzione della modernità in se a rendere impraticabile il socialismo, ancor più se nazionale. Purtroppo persero l' Italia fascista il Terzo Reich nel 1945, nel 1989 cadette l' Unione Sovietica mentre la Cina cambiò sistema economico, così i vincitori si sono impadroniti dei mezzi della modernità completamente, così da non lasciare spazio ad avversari ideologici.

Erdosain
01-05-16, 13:10
Sono pessimista, è l' evoluzione della modernità in se a rendere impraticabile il socialismo, ancor più se nazionale. Purtroppo persero l' Italia fascista il Terzo Reich nel 1945, nel 1989 cadette l' Unione Sovietica mentre la Cina cambiò sistema economico, così i vincitori si sono impadroniti dei mezzi della modernità completamente, così da non lasciare spazio ad avversari ideologici.

Potresti elaborare meglio (se vuoi anche in un topic a parte)?

LupoSciolto°
01-05-16, 18:51
Potresti elaborare meglio (se vuoi anche in un topic a parte)?

Quella sul terzo reich è SOLAMENTE una sua opinione. Personalmente mi dissocio.

Jerome
02-05-16, 10:37
Venezuela: nessuno parla delle vittime della destra - Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/20/venezuela-nessuno-parla-delle-vittime-della-destra/2141189/)

Articolo di Fabio Marcelli

Kavalerists
02-05-16, 12:20
Venezuela: nessuno parla delle vittime della destra - Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/20/venezuela-nessuno-parla-delle-vittime-della-destra/2141189/)

Articolo di Fabio Marcelli

A Caracas sta spandendosi lo stesso fetore sorosiano che si è nettamente percepito sia in Siria che in Ucraina.

Ah, Amnesty International non è altro che l'ennesima pagliacciata per infiltrarsi in vari paesi dove occorre diffondere propaganda occidentale.

Jerome
02-05-16, 12:41
A Caracas sta spandendosi lo stesso fetore sorosiano che si è nettamente percepito sia in Siria che in Ucraina.

Ah, Amnesty International non è altro che l'ennesima pagliacciata per infiltrarsi in vari paesi dove occorre diffondere propaganda occidentale.Questo no. E comunque siete un po' fissati con questo Soros, gli altri miliardari saranno gelosi.

Avanguardia
02-05-16, 12:59
Potresti elaborare meglio (se vuoi anche in un topic a parte)?
Allora, per vincere a livello mondiale occorre impadronirsi della tecnologia, del processo di evoluzione della tecnologia, la cosa principale che fornisce il potere assoluto; infine occorre essere padroni del processo di globalizzazione, conseguenza dell' evoluzione del mondo moderno, oltre che di progetti fatti da precise organizzazioni.
La partita per impadronirsi di quei 2 fenomeni si è giocata e conclusa nel secolo scorso. I vincitori sono stati insomma i capitalisti, i sionisti, i massoni, la finanza internazionale, importando poco o niente che queste persone siano ebree, occidentali, asiatiche o russe. Questi, con la seconda guerra mondiale sconfissero in nazi-fascismo, eliminando così il primo avversario; con la conclusione della guerra fredda, fu sconfitto poi il comunismo, così il secondo avversario fu messo fuori gioco. Ora questi vincitori si sono impadroniti dell' evoluzione della tecnologia, della scienza e della globalizzazione ad un livello tale che sono i padroni incontrastati.
Spero di aver reso chiara l' idea.

Kavalerists
02-05-16, 13:25
Questo no. E comunque siete un po' fissati con questo Soros, gli altri miliardari saranno gelosi.
Ma no che non sono gelosi, sono tutti una cricca... :ekkekazzo:
E' che lui è quello che più di tutti tiene le mani direttamente in pasta nella politica estera americana, ed è così democratico che, poverino, fa di tutto per esportare la democrazia in ogni angolo del mondo.:snob:

LupoSciolto°
03-05-16, 19:05
Ma no che non sono gelosi, sono tutti una cricca... :ekkekazzo:
E' che lui è quello che più di tutti tiene le mani direttamente in pasta nella politica estera americana, ed è così democratico che, poverino, fa di tutto per esportare la democrazia in ogni angolo del mondo.:snob:

Esatto. Inoltre vorrei ricordare che il signor Soros ha causato danni ingenti ANCHE all'economia ITALIANA. Non lo affermano solo "Aurora" o "Sputniknews" ma pure l'USraeliano "Fuffington Post" George Soros, lo speculatore (non) pentito: "Giusto l'attacco all'Italia del 1992. Noi solo messaggeri di cattive notizie" (http://www.huffingtonpost.it/2013/05/12/george-soros-lo-speculato_n_3262351.html)

Gianky
04-05-16, 19:24
Caracas. Scontri e saccheggi. Raccolta di firme contro Maduro
di Geraldina Colotti per Il Manifesto (http://ilmanifesto.info/venezuela-le-destre-cavalcano-la-crisi-energetica/) - 30/04/2016
Il Venezuela è al lumicino e a ridurlo così è stato il presidente Nicolas Maduro? L’ex autista del metro è responsabile anche dei cambiamenti climatici ? Il suggerimento dei grandi media privati, in loco e all’estero, è palese.
La grave crisi energetica che ha colpito il paese, sarebbe la conseguenza di scelte scellerate del governo bolivariano. E l’azione di El Niño – che la Nasa ha definito il più devastante fenomeno naturale mai registrato – avrebbe un’incidenza trascurabile: anche se la siccità ha quasi prosciugato il bacino della centrale idroelettrica di Guri, che produce il 70% dell’elettricità nazionale ed è il secondo più grande dell’America latina. Anche se, ancora in questi giorni e in diverse occasioni nei mesi scorsi, diverse persone sono morte o sono rimaste ferite nel tentativo di sabotare i tralicci: in un punto di fragilità com’è quello della rete elettrica, gli “apagones” provocati (i black out) sono, e non da oggi, un’arma di pressione per provocare scontento e danni.
El Niño, il cui effetto è esacerbato dall’accelerazione dei cambiamenti climatici, produce alternanza di alluvioni e siccità, e ha già portato grossi disastri in molti paesi dell’America latina. Per lo straripamento dei fiumi, dagli ultimi mesi del 2015 a oggi, oltre 200.000 persone sono rimaste senza riparo. Il Perù ha dichiarato l’emergenza nazionale. In Costa Rica, negli ultimi due anni si è avuta la siccità più forte mai registrata dal 1930, con conseguenze pesanti in tutta l’attività economica del paese.
Già a ottobre del 2015, la Fao ha lanciato l’allarme per gli effetti di El Niño sulla semina che, da allora, ha provocato emergenze alimentari in 34 nazioni: dall’Africa all’America latina e ai Caraibi, dalle Filippine all’Indonesia. Per le devastanti siccità, molti governi latinoamericani hanno cercato di proteggersi dalla crisi energetica riducendo la giornata lavorativa o le ore di consumo. Nel 2014, lo ha fatto il Nicaragua. Nel 2015, il Panama ha chiuso in anticipo gli uffici. Nel 2016, la Colombia ha deciso un risparmio energetico tra il 5 e il 10%. E l’Argentina del neoliberista Macri, a dicembre del 2015 ha dichiarato l’emergenza energetica fino al 2017 perché la rete elettrica è al collasso.
In Venezuela, il governo Maduro, dopo aver accorciato la settimana lavorativa degli impiegati pubblici, decretando il venerdì giorno feriale, in questi giorni ha chiesto ai lavoratori del settore pubblico di stare a casa anche per altri due giorni. Oltre ai salari – quelli degli impiegati pubblici hanno visto nei mesi scorsi un aumento del 20% – verranno mantenuti i servizi essenziali. La misura dovrebbe durare 15 giorni. Un piano di razionamento, previsto per 40 giorni, interessa invece soprattutto le zone residenziali, che consumano il 63% dell’energia. Ogni giorno, il servizio elettrico verrà sospeso per 4 ore. Intanto, nelle scuole, nei locali pubblici e in televisione, vengono diffusi opuscoli che invitano a un uso razionale dell’acqua e della luce, intitolati “El Niño non è un gioco, prendilo sul serio”.
Già nel 2010, quando governava Hugo Chavez, era stata dichiarata l’emergenza nel settore. Durante il secolo scorso, El Niño ha provocato gravi danni al Venezuela. Nella novella Caracas sin agua, Gabriel García Márquez ha raccontato gli effetti di una delle peggiori siccità sulla vita della capitale, nel ’58. La serie nera prosegue ora nel settimo periodo più secco degli ultimi 60 anni.
Per l’opposizione, però, questa è l’ultima bomba a tempo che può scoppiare nelle mani di Maduro. Sono riprese le violenze e le devastazioni delle strutture pubbliche. Nello stato Zulia, uno dei più ricchi, il governatore Arias Cardenas, chavista, ha reso pubblico un primo bilancio dei danni provocati a oltre 70 locali commerciali e si è impegnato a risarcire i commercianti in una pubblica riunione. E 103 persone sono state arrestate. L’auto di un altro governatore è stata presa a raffiche di mitra.
Il governo ha invitato i lavoratori del settore elettrico (controllato dallo stato dal 2007) a vigilare contro i tentativi della destra di rovesciare il governo creando una situazione simile a quella degli scontri violenti del 2014.
In questi giorni, il Consejo Nacional Electoral ha consegnato all’opposizione i moduli per avviare la procedura di revoca al presidente Maduro, possibile a metà mandato per tutte le cariche elette. Per chiedere un referendum occorre raccogliere le firme dell’1% degli aventi diritto, ossia circa 195.721 su 19.572.100. Per convocare un referendum, occorre raccoglierne non meno del 25% (4.893.025), ma per arrivare alla revoca il totale dev’essere superiore al numero di voti ottenuti da Maduro nel 2013, ovvero 7.505.338. Il tutto certificato da impronte e documenti, che poi il Cne dovrà verificare. Se però nel frattempo, a Maduro rimangono due anni di governo, il timone passa al vicepresidente Aristobulo Isturiz, che terminerà il mandato senza indire nuove elezioni. Per questo, l’opposizione vuole fare in fretta e, avendo la maggioranza in Parlamento, ha approvato una legge con effetto retroattivo per ridurre di metà il mandato del presidente. E ora accusa il governo di voler fare melina, approfittando della crisi energetica e della chiusura degli uffici.
Che il Venezuela non funzioni come un orologio svizzero, è un fatto, trattandosi di un paese in via di sviluppo. Né si può pensare che l’esperimento chavista – che ha scommesso di rinnovare lo stato basandosi sul consenso e non sulla messa fuori legge delle classi dominanti – abbia scelto un cammino facile, esente da errori e da approssimazioni. Lo sviluppo intensivo delle infrastrutture, comunque vincolato a un punto cardine del programma di governo – l’ecosocialismo – e al rispetto delle ferree norme del lavoro per le grandi imprese internazionali, è stato rimandato per risolvere prima problemi drammatici e urgenti (cibo, casa, terra, educazione, sanità..): per saldare, cioè, l’enorme “debito sociale” contratto con i settori meno favoriti durante gli anni del neoliberismo, imperante nella IV Repubblica.
Quando, nel 1998, Chavez ha vinto le elezioni (con un ampio margine di consensi e a capo di un’alleanza di sinistra e nazionalista mossa da scontento e proposte), il 70% viveva in povertà, oltre il 20% in povertà estrema, la maggioranza delle popolazioni indigene non votava e non era censita, il tasso dell’analfabetismo, dell’inflazione e della violenza, raggiungevano livelli stellari. Basta ripercorrere gli indicatori statistici di allora: a parte una ristrettissima cerchia di persone, che controllava affari e risorse, la stragrande maggioranza della popolazione non stava certo meglio di adesso.
Il Venezuela socialista ha consentito l’accesso al consumo a vasti strati che prima ne erano esclusi, favorendo anzi la corsa al consumismo e all’accaparramento e diventando uno di primi consumatori di cellulari e nuove tecnologie del continente. Un boom che ha pesato anche sulla rete elettrica, rendendo inadeguati i tentativi di ammodernamento. Nonostante la drastica caduta del prezzo del petrolio, il Venezuela continua a destinare oltre il 70% delle entrate ai programmi sociali.
L’intensificarsi dei sabotaggi e della crisi economica con la morte di Chavez e la vittoria – di stretta misura – di Maduro sull’avversario di destra, Henrique Capriles Radonski, hanno però rallentato alcuni investimenti cardine nel settore. La centrale di Tocoma, sempre nel sud, che avrebbe generato la metà dell’energia che oggi produce l’idroelettrica Simon Bolivar, nell’omonimo stato, colpita ora dalla siccità, è rimasta incompiuta. E ha pesato anche la corruzione che ha prodotto un’emorragia di fondi pubblici verso fini privati.
Intanto, mentre le destre intensificano la campagna internazionale, le sinistre e i movimenti denunciano il golpe istituzionale che, dal Brasile al Venezuela, riprende un format utilizzato in precedenza contro Manuel Zelaya in Honduras e contro Fernando Lugo in Paraguay. Ieri, il capo dell’Osa, Luis Almagro, ha incontrato i vertici dell’opposizione e ha già fatto sapere che, contro il governo è pronto ad approvare la Carta democratica per sospendere il Venezuela dall’Osa.
Fonte: Il Manifesto

Venezuela, Maduro colpevole ormai anche del cambiamento climatico (http://www.comitatobolivariano.info/index.php?option=com_content&view=article&id=2248:venezuela-maduro-colpevole-ormai-anche-del-cambiamento-climatico&catid=38:politica&Itemid=2)

LupoSciolto°
08-05-16, 18:51
Secondo me un nuovo "socialismo" dovrebbe essere strutturato in questo modo.

1) Gestione consiliare del lavoro, onde evitare derive burocratiche e centraliste (no, non sono diventato trotskista:D)

2) Favorire la democrazia diretta in dimensioni comunali

3) Mantenere, comunque, un apparato statale forte e , se necessario, repressivo

4) Superare il multipartitismo

5) Creare alleanze a livello "eurasiatico" (ma non solo)

6) Controllo dell'esercito da parte dello stato socialista

7) Creazione di milizie popolari

8) Blocco dei flussi migratori

9) Fuoriuscita da NATO, FMI, BCE et similia

10) Garantire la laicità dello stato (separazione stato-chiesa) pur nella rispetto del sentimento religioso popolare

11) Nazionalizzazione degli istituti di credito

Diciamo che, oltre al classico marxismo-leninismo, sto rivalutando alcune idee della "terza teoria universale" di Gheddafi.

Avanguardia
08-05-16, 20:30
Secondo me un nuovo "socialismo" dovrebbe essere strutturato in questo modo.

1) Gestione consiliare del lavoro, onde evitare derive burocratiche e centraliste (no, non sono diventato trotskista:D)

2) Favorire la democrazia diretta in dimensioni comunali

3) Mantenere, comunque, un apparato statale forte e , se necessario, repressivo

4) Superare il multipartitismo

5) Creare alleanze a livello "eurasiatico" (ma non solo)

6) Controllo dell'esercito da parte dello stato socialista

7) Creazione di milizie popolari

8) Blocco dei flussi migratori

9) Fuoriuscita da NATO, FMI, BCE et similia

10) Garantire la laicità dello stato (separazione stato-chiesa) pur nella rispetto del sentimento religioso popolare

11) Nazionalizzazione degli istituti di credito

Diciamo che, oltre al classico marxismo-leninismo, sto rivalutando alcune teorie del "terza teoria universale" di Gheddafi.
Bello!

Erdosain
09-05-16, 15:29
Ho letto questo passo proprio oggi in Storia della rivoluzione francese di Albert Soboul:

Necessità sociali: «La forza delle cose» dichiarò Saint-Just l’8 ventoso anno II (26 febbraio 1794) «ci conduce forse a risultati ai quali non avevamo pensato.» La forza delle cose: vale a dire la logica della rivoluzione, gli imperativi della difesa nazionale e della difesa rivoluzionaria, indissolubilmente legati. E anche più esplicitamente: «Pensate che un impero possa sussistere se i rapporti civili [ossia sociali] dipendono da coloro che sono contrari alla forma di governo?». Saint-Just enuncia qui la legge della concordanza necessaria; non basta impadronirsi del potere, bisogna proseguire col rivoluzionare le strutture e i rapporti sociali. «Coloro che fanno una rivoluzione a metà non fanno che scavarsi una tomba.»

LupoSciolto°
09-05-16, 18:51
non basta impadronirsi del potere, bisogna proseguire col rivoluzionare le strutture e i rapporti sociali. «Coloro che fanno una rivoluzione a metà non fanno che scavarsi una tomba.»

Giustissimo. Però non vorrei che da questa premessa si sfoci nel trotskismo.

Gianky
09-05-16, 21:07
Ho letto questo passo proprio oggi in Storia della rivoluzione francese di Albert Soboul:

Necessità sociali: «La forza delle cose» dichiarò Saint-Just l’8 ventoso anno II (26 febbraio 1794) «ci conduce forse a risultati ai quali non avevamo pensato.» La forza delle cose: vale a dire la logica della rivoluzione, gli imperativi della difesa nazionale e della difesa rivoluzionaria, indissolubilmente legati. E anche più esplicitamente: «Pensate che un impero possa sussistere se i rapporti civili [ossia sociali] dipendono da coloro che sono contrari alla forma di governo?». Saint-Just enuncia qui la legge della concordanza necessaria; non basta impadronirsi del potere, bisogna proseguire col rivoluzionare le strutture e i rapporti sociali. «Coloro che fanno una rivoluzione a metà non fanno che scavarsi una tomba.»

C'è nella mia firma.;)

Gianky
09-05-16, 21:08
Secondo me un nuovo "socialismo" dovrebbe essere strutturato in questo modo.

1) Gestione consiliare del lavoro, onde evitare derive burocratiche e centraliste (no, non sono diventato trotskista:D)

2) Favorire la democrazia diretta in dimensioni comunali

3) Mantenere, comunque, un apparato statale forte e , se necessario, repressivo

4) Superare il multipartitismo

5) Creare alleanze a livello "eurasiatico" (ma non solo)

6) Controllo dell'esercito da parte dello stato socialista

7) Creazione di milizie popolari

8) Blocco dei flussi migratori

9) Fuoriuscita da NATO, FMI, BCE et similia

10) Garantire la laicità dello stato (separazione stato-chiesa) pur nella rispetto del sentimento religioso popolare

11) Nazionalizzazione degli istituti di credito

Diciamo che, oltre al classico marxismo-leninismo, sto rivalutando alcune idee della "terza teoria universale" di Gheddafi.
Il Socialismo del XXI° secolo chavista è più o meno questo. Per cui OK per me

Erdosain
10-05-16, 11:01
Giustissimo. Però non vorrei che da questa premessa si sfoci nel trotskismo.

Tranquillo non c'è rischio, i trotskisti non fanno le rivoluzioni

LupoSciolto°
10-05-16, 18:20
Tranquillo non c'è rischio, i trotskisti non fanno le rivoluzioni

Dimenticavo! :encouragement:

Gianky
14-05-16, 10:30
i Geraldina Colotti – il manifesto
Caracas. Scontro sul referendum. Abbattuto El Topo, ricercato per il massacro di 17 minatori
10mag2016.- Le denunce si rincorrono sui social network. Molti chiamano di notte per raccontare pressioni e minacce subite durante la raccolta di firme per revocare il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro. «Ero andato a Farmatodo a ritirare le medicine per mio figlio – racconta un cittadino di Caracas – e quando ho consegnato la ricetta me l’hanno trattenuta chiedendomi di firmare per il revocatorio. Ho detto di no e mi hanno risposto che i farmaci non c’erano più». Un avvocato in fila assiste alla scena e denuncia: «Quando ho protestato, due uomini armati mi hanno minacciato e cacciato». Seguono i numeri del passaporto. Altri, inviano fotografie di porporati ostili al governo intenti a firmare, e ritwittano le dichiarazioni deliranti del padre Palmar, il cui nome figura nei Panama Papers e nello scandalo sui paradisi fiscali, insieme ad altri alti esponenti dell’opposizione come Julio Borges. Frammenti dello scontro di poteri in atto in Venezuela, iniziato con la vittoria dell’opposizione alle parlamentari del 6 dicembre.
L’articolo 72 della Costituzione bolivariana, approvata con referendum nel ’99 dopo l’elezione di Chavez, prevede la possibilità di revoca per tutte le cariche elettive e quelle della magistratura alla metà del mandato, e stabilisce una serie di requisiti. Il primo, è che il gruppo di richiedenti deve raccogliere le firme di almeno l’1% del totale degli aventi diritto. Poi, tocca al Consejo Nacional Electoral (Cne) esaminarne la validità alla presenza di una commissione nominata dal campo avverso. Perché il referendum si metta in moto, dev’esserci la partecipazione di almeno il 25% degli aventi diritto e i voti devono superare quelli ottenuti dal presidente per essere eletto: 7.587.579. La procedura venne attivata contro Chavez, ma il referendum venne bocciato.
Adesso, la situazione è molto diversa. Maduro è al centro di attacchi di ogni genere, sia all’interno che all’esterno del paese. Dall’Argentina, al Brasile, al Venezuela, le destre stanno tornando in forze nel continente. Le sinistre denunciano i tentativi di golpe istituzionale, simili a quelli realizzati in Honduras contro Manuel Zelaya e poi contro Fernando Lugo in Paraguay. L’analista politico José Vicente Rangel ha definito il referendum contro Maduro come la valigia col doppiofondo dei contrabbandieri: in superficie oggetti comuni, sotto quello che si deve nascondere, ovvero le trappole per violare la Costituzione e la legge. Per espletare tutti i passi del referendum occorrono circa 170 giorni lavorativi. Intanto, a dicembre dovrebbero svolgersi le elezioni dei governatori. E se a Maduro restano due anni dalla fine del mandato, in caso di revoca il vicepresidente Aristobulo Isturiz, potrà governare senza indire elezioni, fino al 2019.
L’opposizione preme, però, per accelerare i tempi, e accusa il Cne di parzialità. Ritiene di aver ampiamente superato il primo livello di raccolta firme, e chiede ai suoi sponsor internazionali di intervenire per sanzionare il governo. Il capo dell’Osa, Luis Almagro, che non fa mistero della sua scelta di campo, vorrebbe applicare la Carta democratica: una misura di espulsione che si è applicata solo all’Honduras, dopo il golpe del 2009. In questi giorni, la ministra degli Esteri venezuelana, Delcy Rodriguez, ha però ricevuto all’Osa l’appoggio di quasi tutti gli stati americani (tranne Usa e Canada): persino della sua omologa argentina, che si è fatta riprendere da Macri. Rodriguez ha denunciato la guerra economica, mediatica e finanziaria in atto contro il suo governo: simile a quella messa in campo contro Salvador Allende prima del golpe militare dell’11 settembre ’73 per «far urlare l’economia».
Il Venezuela – ha detto – «ha importato alimenti che bastano a nutrire tre paesi grandi come il nostro». E invece sembra che imperi la penuria e addirittura l’emergenza umanitaria: code di proporzioni bibliche per accedere ai negozi sussidiati, prezzi alle stelle negli altri e sul mercato nero. I ristoranti dei quartieri alti, dove una pizza costa come uno stipendio, sono però sempre pieni: «È una fatica di Sisifo – ci ha detto di recente il poliziotto di un’unità mobile nel quartiere La Candelaria: anche se sanzioniamo un negozio, l’indomani i prezzi riprendono a salire illegalmente».
La disponibilità degli alimenti, «intesa come quantità prodotta e/o importata, non è diminuita – dice Pasqualina Curcio, dell’istituto indipendente Celag -. Le grandi imprese private responsabili del rifornimento non registrano una diminuzione significativa nella produzione, né tanto meno hanno chiuso i reparti. La difficoltà di accesso agli alimenti non si deve, quindi a una diminuzione della disponibilità». Dove finiscono, allora i prodotti? Nelle mafie dell’accaparramento e nel mercato nero. Vale, però, considerare un altro dato evidenziato da Curcio: 10 fra gli alimenti base più difficili da reperire sono prodotti dalle 10 grandi imprese private, il cui volume produttivo non è diminuito. Tra il 2004 (quando non si registrava penuria) e il 2014, i dollari a prezzo agevolato ricevuti dalle grandi imprese importatrici sono aumentati del 177%. In quali mani sono finiti? Chi ha interesse ad accaparrare alimenti e farmaci per seminare la sfiducia? Il ritrovamento di interi depositi di medicine salvavita scadute fa riflettere sugli intenti di chi guida queste strategie. L’8 maggio, il chavismo ha ricordato il massacro di Yumare, quando il presidente di centrosinistra (Ad), Jaime Lusinchi trent’anni fa lasciò torturare e assassinare 9 oppositori della sinistra radicale. E intanto, dopo l’uccisione di un noto boss che emetteva comunicati di sostegno all’opposizione (El Picure), è stato abbattuto El Topo, ritenuto il responsabile del massacro di 17 minatori nel Tumerero.


https://albainformazione.com/

MaIn
14-05-16, 12:27
Secondo me un nuovo "socialismo" dovrebbe essere strutturato in questo modo.

1) Gestione consiliare del lavoro, onde evitare derive burocratiche e centraliste (no, non sono diventato trotskista:D)

2) Favorire la democrazia diretta in dimensioni comunali

3) Mantenere, comunque, un apparato statale forte e , se necessario, repressivo

4) Superare il multipartitismo

5) Creare alleanze a livello "eurasiatico" (ma non solo)

6) Controllo dell'esercito da parte dello stato socialista

7) Creazione di milizie popolari

8) Blocco dei flussi migratori

9) Fuoriuscita da NATO, FMI, BCE et similia

10) Garantire la laicità dello stato (separazione stato-chiesa) pur nella rispetto del sentimento religioso popolare

11) Nazionalizzazione degli istituti di credito

Diciamo che, oltre al classico marxismo-leninismo, sto rivalutando alcune idee della "terza teoria universale" di Gheddafi.


ragazzi però non si riesce a difendere neanche la socialdemocrazia in europa con i cittadini che potrebbero rinunciare tranquillamente ad una parte del proprio tenore di vita e starebbero comunque meglio dei venezuelani e puntiamo che il socialismo lo facciano i latino americani resistendo agli usa? mah. secondo me fa molto froci con il culo degli altri.

MaIn
14-05-16, 12:28
A Caracas sta spandendosi lo stesso fetore sorosiano che si è nettamente percepito sia in Siria che in Ucraina.

Ah, Amnesty International non è altro che l'ennesima pagliacciata per infiltrarsi in vari paesi dove occorre diffondere propaganda occidentale.


soros è soltanto un uomo.
neanche il più ricco e potente.
gli si attribuisce una capacità di regia che manco il padreterno.

Kavalerists
14-05-16, 14:31
soros è soltanto un uomo.
neanche il più ricco e potente.
gli si attribuisce una capacità di regia che manco il padreterno.
Infatti il padreterno non esiste*, Soros sì.

*non ne ho la certezza, ma sono propenso a crederlo.

LupoSciolto°
14-05-16, 16:07
ragazzi però non si riesce a difendere neanche la socialdemocrazia in europa con i cittadini che potrebbero rinunciare tranquillamente ad una parte del proprio tenore di vita e starebbero comunque meglio dei venezuelani

Tu credi che la gente sia disposta ad accettare un programma di "austerità"?


e puntiamo che il socialismo lo facciano i latino americani resistendo agli usa? mah. secondo me fa molto froci con il culo degli altri.

Ognuno fa quel che può! Chavez è riuscito a edificare un governo socialista (non nel senso marxista leninista) perché aveva il petrolio ed era appoggiato da almeno una decina di paesi sudamericani. Noi, attualmente, possiamo limitarci a fare due cose 1) difendere con le unghie e i denti il welfare 2) creare progetti paralleli a questo sistema economico (anche se , in tutta onestà, voglio proprio vedere come riusciremo a stare "sul mercato").

LupoSciolto°
14-05-16, 16:12
soros è soltanto un uomo.
neanche il più ricco e potente.
gli si attribuisce una capacità di regia che manco il padreterno.

Guarda che anche il fuffington post (gestito in Italia dall'ultrasionista e ultra-atlantista Lucia Annunciata) ammette candidamente le porcate pensate e fatte da Soros

George Soros, lo speculatore (non) pentito: "Giusto l'attacco all'Italia del 1992. Noi solo messaggeri di cattive notizie" (http://www.huffingtonpost.it/2013/05/12/george-soros-lo-speculato_n_3262351.html)

George Soros vuole comprare le caserme italiane (FOTO) (http://www.huffingtonpost.it/2014/06/10/georges-soros-caserme-italiane_n_5477568.html)

Gianky
14-05-16, 16:32
ragazzi però non si riesce a difendere neanche la socialdemocrazia in europa con i cittadini che potrebbero rinunciare tranquillamente ad una parte del proprio tenore di vita e starebbero comunque meglio dei venezuelani e puntiamo che il socialismo lo facciano i latino americani resistendo agli usa? mah. secondo me fa molto froci con il culo degli altri.

Appunto perché noi in Europa non siamo più in grado di difendere la socialdemocrazia per sognare e sperare dobbiamo guardare all'America latina, anche se in grossissima difficoltà la Rivoluzione bolivariana potrebbe diventare un simbolo anche per l'Europa, anzi più che potrebbe io dico: deve diventare un simbolo anche per gli europei. Adesso purtroppo il Socialismo del XXI° secolo è in difficoltà, in grossa difficoltà, resiste con le unghie e coi denti Maduro, Correa e Morales bene o male si difendono ancora, Ortega in Nicaragua viaggia sotto traccia mentre sono cadute l'Argentina e, per adesso, il Brasile, ma non è ancora finita.

MaIn
14-05-16, 17:02
Guarda che anche il fuffington post (gestito in Italia dall'ultrasionista e ultra-atlantista Lucia Annunciata) ammette candidamente le porcate pensate e fatte da Soros

George Soros, lo speculatore (non) pentito: "Giusto l'attacco all'Italia del 1992. Noi solo messaggeri di cattive notizie" (http://www.huffingtonpost.it/2013/05/12/george-soros-lo-speculato_n_3262351.html)

George Soros vuole comprare le caserme italiane (FOTO) (http://www.huffingtonpost.it/2014/06/10/georges-soros-caserme-italiane_n_5477568.html)


appunto il fuffington :D

LupoSciolto°
14-05-16, 17:12
appunto il fuffington :D

Eh ma se ti posto articoli de L'Intellettuale Dissidente o , che so, di "Comunismo e Comunità" mi dai del complottista :D

Kavalerists
24-06-16, 08:02
L'Intellettuale Dissidente (http://www.lintellettualedissidente.it/) / Esteri (http://www.lintellettualedissidente.it/Esteri)

http://www.lintellettualedissidente.it/wp-content/uploads/2016/06/venezuela_crisi_940-940x200.jpg Verità e menzogne della crisi venezuelana Il continuo cecchinaggio mediatico di cui è stata vittima la Repubblica Bolivariana negli ultimi anni rappresenta un caso di offensiva mediatica con pochi paragoni nella storia dei media occidentali, e il progetto destabilizzante a cui queste azioni sottendono ha ricevuto aspre critiche solo da limitati settori dell’opinione pubblica e politica.
di Andrea Muratore (http://www.lintellettualedissidente.it/redazione/a-muratore/) - 22 giugno 2016


La caotica crisi che negli ultimi mesi sta sconvolgendo la Repubblica Bolivariana del Venezuela è stata più volte oggetto di analisi da parte de “L’Intellettuale Dissidente” e di essa si è provveduto a più riprese di parlare diffusamente, cercando di offrire un punto di vista critico e di descrivere al meglio le cause, lo svolgimento e i possibili sviluppi futuri di uno scenario divenuto critico settimana dopo settimana. L’atteggiamento con cui la redazione Esteri ha voluto porsi nei confronti della delicatissima crisi venezuelana si pone in contrapposizione con il comportamento prevalente del mondo dell’informazione e degli esponenti politici occidentali, che hanno troppe volte riportato il resoconto degli avvenimenti interni al Venezuela in maniera parziale, distorta o addirittura volutamente menzognera. L’oggettiva gravità della situazione in cui versa la Repubblica Bolivariana e le vistose lacune strategiche ed operative che hanno paralizzato le azioni dell’esecutivo di Nicolas Maduro, dimostratosi poco risoluto nella risposta alle diverse sfide che gli si stanno proponendo dinnanzi, sono state tuttavia usate come giustificazione per condurre una campagna unilaterale volta a denigrare una volta di più un paese troppe volte ritrovatosi nel centro del mirino di una campagna di discredito funzionale alle strategie dei governi occidentali che, vedendo come fumo negli occhi la permanenza di Maduro e del Partito Socialista Unito Venezuelano al potere, avvallano dichiaratamente l’opzione del cambio di regime in Venezuela. Avversario dichiarato degli Stati Uniti e obiettivo primario delle manovre diplomatiche funzionali al suo isolamento condotte dal Dipartimento di Stato, il governo della Repubblica Bolivariana ha recentemente avuto attriti con la Spagna: le tensioni tra Caracas e Madrid sono tornate a livelli che ricordano i durissimi giorni dell’aprile 2002, quando il governo spagnolo guidato da José Maria Aznar fu solerte nel suo avvallo ai golpisti che per poche ore riuscirono a rovesciare il presidente Hugo Chavez e costituire un governo provvisorio guidato da Pedro Carmona. In questo caso, a scatenare la contrapposizione tra i due paesi è stata la denuncia da parte di Maduro e di Delcy Rodriguez, ministro degli esteri venezuelano, di presunti finanziamenti illeciti da parte di Madrid all’opposizione militante venezuelana, scatenatasi a più riprese in violenti tafferugli e scontri contro le forze di sicurezza interna. A denunciarlo è stato “L’Antidiplomatico”, tra gli unici nel panorama informativo italiano a presentare un’informazione precisa sugli avvenimenti venezuelani, che ha inoltre elencato in un recente articolo (http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=5694&pg=16148) le principali distorsioni informative di cui si rendono colpevoli i media occidentali che trattano della questione venezuelana: esse attengono la disinformazione circa i reali assetti istituzionali della Repubblica Bolivariana, presentata come un regime dittatoriale e repressivo, e la presunta assenza di democrazia, la deliberata distorsione dei dati riguardanti l’inflazione nel paese, la difesa aprioristica dei leader dell’opposizione al governo Maduro, compresi quelli dei gruppi insurrezionali più violenti, e infine il silenzio riguardo il boicottaggio economico da parte dei grandi industriali che negli ultimi mesi ha contribuito ad aggravare la situazione interna venezuelana.
La catastrofica deriva interna del paese è stata progressivamente accentuata da un sovrapporsi di fattori interni ed esterni che hanno rappresentato un carico insostenibile per il paese, andato incontro a squilibri troppo repentini dopo annate di sviluppo continuo e entusiasmante che avevano portato al superamento di annose problematiche che affliggevano il paese come la carenza di servizi sanitari, la disuguaglianza nel campo dell’educazione e la malnutrizione. Proprio il tema della fame è stato assunto come uno dei principali cavalli di battagli dello schieramento che accusa di inefficienza il governo Maduro, dato che ripetutamente giornali e agenzie informative riportano di sommosse nel paese relative alla cronica carenza di generi alimentari di prima necessità e parlano del Venezuela come di una nazione oramai allo stremo, sull’orlo della carestia. Un reportage di TeleSur ha contribuito a fare chiarezza in questo ambito e a dimostrare il reale stato di cose: sebbene sia vero che diversi venezuelani abbiano patito gravi difficoltà e a partire da metà 2015 sia cresciuto il numero di coloro che devono lottare per procurarsi generi di prima necessità o per trovare i mezzi necessari a pagarli, dopo alcune settimane di sbandamento la situazione sotto questo punto di vista è decisamente migliorata. Le immagini provenienti dal paese mostrano file molto più ordinate rispetto alle confuse resse ai supermercati di pochi mesi fa, e l’arresto di alcuni imprenditori e tenutari di centri commerciali accusati di occultamento degli stock alimentari e di manovre deliberate per far salire alle stelle i prezzi ha allentato in parte la morsa sul paese da parte dei boicottatori dell’economia venezuelana, a cui va ascritta una rilevante quota di responsabilità per lo stato in cui versa oggigiorno il paese. Il grande silenzio circa l’altra faccia della medaglia delle tribolazioni economiche del Venezuela, ovverosia il carattere di guerra intestina assunto dalla contrapposizione al regime politico vigente da parte di certi settori del mondo imprenditoriale, è un’ulteriore testimonianza della capacità solo parziale da parte dell’informazione occidentale di spiegare in maniera completa quanto realmente stia accadendo nel paese. Inoltre, i dati raccolti da TeleSur testimoniano come, nonostante una riduzione della quota media di calorie consumata giornalmente dai venezuelani, la disponibilità di cibo medio pro capite risulti tuttora superiore rispetto al livello minimo di sicurezza alimentare stabilita dalla FAO, quantificata in 2720 kilocalorie al giorno per persona. Con buona pace di Internazionale, Huffington Post e compagnia, in Venezuela oggigiorno non è in corso nessuna carestia: si è assistito a un passo indietro nella disponibilità e nei consumi di generi alimentari imputabili in gran parte a deliberate manovre dal fondamento politico, favorite in ogni caso dagli scarsi progressi conosciuti dall’azione governativa di contrasto all’endemica corruzione dell’apparato burocratico di medio-basso livello e di settori delle forze dell’ordine compiacenti alle manovre degli spregiudicati oligarchi.
In definitiva, è necessario approcciarsi con la necessaria dose di oggettività all’analisi della situazione politica venezuelana. Il continuo cecchinaggio mediatico di cui è stata vittima la Repubblica Bolivariana negli ultimi anni rappresenta un caso di offensiva mediatica con pochi paragoni nella storia dei media occidentali, e il progetto destabilizzante a cui queste azioni sottendono ha ricevuto aspre critiche solo da limitati settori dell’opinione pubblica e politica. Tra questi è da segnalare la critica arringa dell’eurodeputato francese Jean-Luc Mélenchon, che in un recente intervento dinnanzi all’assemblea comunitaria di Strasburgo ha puntato il dito contro gli ambigui atteggiamenti occidentali nei confronti del Venezuela: “Quale paese del mondo viene qualificato una dittatura, dove il governo perde le elezioni e ne riconosce il risultato? In quale paese del mondo si chiede di appoggiare un’opposizione che maneggia bombe e armi da guerra?”. Una denuncia rimasta praticamente isolata: il conformismo internazionale non accetta queste voci fuori dal coro, il comodo rifugio delle verità di facciata è sempre preferito al più aspro percorso dello studio oggettivo. Il Venezuela, già in sofferenza, viene oggigiorno ferito anche dalla spudorata condotta dell’informazione occidentale, funzionale a strategie politiche volte al rovesciamento di un sistema che, ora più che mai, necessita di opportune riforme interne per riuscire a raddrizzarsi e a riprendere il cammino interrotto della Rivoluzione Bolivariana, grazie alla quale il Venezuela ha potuto beneficiare sino a pochi anni fa dei più grandi successi sociali della sua storia.

Verità e menzogne della crisi venezuelana (http://www.lintellettualedissidente.it/esteri-3/la-crisi-venezuelana-tra-realta-e-menzogna/)

Kavalerists
21-10-16, 16:38
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Secondo quanto emerso dall’inchiesta, la ripresa della fiducia verso il governo è dovuta ai buoni risultati raggiunti dai Comitati Locali di Approvvigionamento e Produzione (CLAP), alla ricomparsa nei supermercati di alimenti e prodotti di igiene personale, e al lavoro svolto dalla ‘Gran Misión Abastecimiento Soberano’ (GMAS) Continua senza sosta il lavoro del governo venezuelano volto a superare i problemi che colpiscono la popolazione a causa di guerra economica e crisi derivante dal drastico calo del prezzo del petrolio. I primi risultati si vedono: secondo un’indagine condotta dalla Hinterlaces è in aumento la valutazione positiva verso la gestione del presidente Maduro e la fiducia che si riesca a stabilizzare la situazione economica del paese.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, la ripresa della fiducia verso il governo è dovuta ai buoni risultati raggiunti dai Comitati Locali di Approvvigionamento e Produzione (CLAP), alla ricomparsa nei supermercati di alimenti e prodotti di igiene personale, e al lavoro svolto dalla ‘Gran Misión Abastecimiento Soberano’ (GMAS).

Gli esperti sostengono che esiste un clima socio-emozionale più armonico, grazie alla presentazione di soluzioni da parte del Governo Nazionale volte a rispondere alle principali domande della popolazione.

Il giornalista José Vicente Rangel, sulle frequenze di Televen, ha spiegato che «anche se il governo nazionale non ha un sostegno maggioritario, nemmeno l’opposizione riesce a connettersi con le aspettative dei venezuelani, mentre quelli che non si definiscono né chavisti né oppositori raggiungono il
40% della popolazione elettorale».
Il sondaggio di Hinterlaces ha inoltre evidenziato che il popolo venezuelano è più interessato alla risoluzione dei problemi economici del paese, rispetto alla celebrazione del referendum revocatorio voluto dall’opposizione per allontanare dal potere Nicolás Maduro.

Intanto lo scorso sabato si è tenuta l’ennesima manifestazione in difesa del governo bolivariano per le strade di Caracas. Mentre l’opposizione attraverso due suoi leader, Freddy Guevara e Maria Corina Machado, annuncia «manifestazioni senza ritorno e azioni violente, con o senza referendum».

Per il giornalista José Vicente Rangel l’opposizione venezuelana ha abbandonato il cammino democratico dall’anno 2000. A partire da quella data ha imboccato la strada della violenza e del golpismo.
Fonte: Correo del Orinoco




Notizia del: 17/10/2016

Venezuela: un'inchiesta rivela che cresce la fiducia nel governo Maduro - ALBA LATINA - L'Antidiplomatico (http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-venezuela_uninchiesta_rivela_che_cresce_la_fiducia _nel_governo_maduro/5694_17502/)

LupoSciolto°
22-10-16, 17:05
Bene, spero che Maduro si "riprenda" e, soprattutto, che sia all'altezza della situazione. Non parliamo certo di un grande uomo come Ugo Chavez. Ma la rivoluzione bolivariana è un processo importantissimo al quale anche noi europei dobbiamo guardare con molto interesse.

LupoSciolto°
22-10-16, 17:06
Kavalerists , ti dispiace se sposto la thread in Anticapitalismo, Socialismo e Sovranità?

Kavalerists
22-10-16, 17:29
@Kavalerists (https://forum.termometropolitico.it/member.php?u=7467) , ti dispiace se sposto la thread in Anticapitalismo, Socialismo e Sovranità?
assolutamente no.

LupoSciolto°
23-10-16, 19:10
Il Venezuela continuera' ad essere un paese sovrano, libero e indipendente

http://www.lantidiplomatico.it/resizer/resiz/public/019_mg_9590_1426456383.jpg/700x350c50.jpg


Diosdado Cabello ai microfoni dell'emittente VTV ribadisce che la Rivoluzione Bolivariana non si arrende e continua la lotta «Qui in Venezuela nella patria di (Simón) Bolívar è in gestazione una vera Rivoluzione, una Rivoluzione che grida all’impero, che grida ai suoi lacchè e ai governi amici dell’impero, che qui in Venezuela non affonderanno i loro artigli, che qui in Venezuela c’è un popolo, donne, uomini e giovani disposti a difendere la patria», così il vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela, Diosdado Cabello, attraverso i microfoni dell’emittente VTV ha ribadito che la Repubblica Bolivariana del Venezuela lotterà per rimanere un paese sovrano, libero e indipendente.

L’ex Presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana ha invitato l’attuale assemblea dove l’opposizione ha la maggioranza a rispettare la Costituzione Bolivariana.

Questo perché più che provare a legiferare, l’Assemblea Nazionale, sta lavorando solo per sabotare l’attività di del governo, circostanza che provoca grosse ripercussioni sulla vita della popolazione.
Il dirigente bolivariano ha inoltre fatto appello al popolo a restare unito per poter così vincere la guerra non convenzionale portata avanti nel paese da settori della destra.

«Si tratta di difendere la patria - ha spiegato Cabello - del futuro dei nostri figli, del futuro di un paese, del futuro di un intero continente e possiamo dire che si tratta del futuro del mondo».


Fonte: Avn

Il Venezuela continuera' ad essere un paese sovrano, libero e indipendente - ALBA LATINA - L'Antidiplomatico (http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_venezuela_continuera_ad_essere_un_paese_sovrano _libero_e_indipendente/5694_17552/)