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Visualizza Versione Completa : Venezuela, maduro teme golpe guidato da usa: Dichiarato stato emergenza



MaIn
14-05-16, 12:31
Venezuela, Maduro teme golpe guidato da Usa: dichiarato stato emergenza - Rai News (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Venezuela-Maduro-teme-golpe-guidato-da-Usa-dichiarato-stato-emergenza-ac513b73-d296-48f7-91ce-e42cbd533093.html?refresh_ce)

E' ancora alta tensione in Venezuela dove il presidente, Nicolas Maduro, ha decretato lo stato d'emergenza per proteggersi da un presunto golpe che sarebbe ordito dagli Stati Uniti. Il capo dello Stato non ha precisato il contenuto delle misure, ma ha annunciato un decreto che gli assegna "potere sufficiente" per far fronte al presunto colpo di stato. Secondo Maduro, proprio ieri venerdì c'è stata una riunione a Washington a cui avrebbe partecipato l'ex presidente colombiano Alvaro Uribe per chiedere un intervento dall'esterno in Venezuela. Fonti dell'intelligence statunitense si sono dette estremamente preoccupate per il caos politico ed economico in Venezuela e convinte che Maduro, eletto nel 2013, non riuscirà a concludere il suo mandato di sei anni. Maduro ha fatto l'annuncio durante un Consiglio dei ministri nel palazzo presidenziale di Miraflores, trasmesso in diretta su radio e tv. L'opposizione venezuela incalza il successore di Hugo Chavez mentre il Paese affronta una grave crisi economica, con il cibo che scarseggia e l'inflazione dilagante. Nicolas Maduro, che assicura che non lascerà il potere prima della fine del suo mandato, venerdì, in un discorso teletrasmesso, ha detto che l'impeachment di Dilma Rousseff in Brasile è un segno che il prossimo sulla lista di Washington sarà proprio lui. Il decreto permetterà "in questo mese di maggio e nel 2016 e nel 2017 - spiega Maduro - di recuperare la capacità produttiva della nostra nazionale, rafforzare le missioni sociali e prepararci a denunciare e sconfiggere l'aggressione straniera contro il nostro Paese". - See more at: Venezuela, Maduro teme golpe guidato da Usa: dichiarato stato emergenza - Rai News (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Venezuela-Maduro-teme-golpe-guidato-da-Usa-dichiarato-stato-emergenza-ac513b73-d296-48f7-91ce-e42cbd533093.html)

Kavalerists
14-05-16, 18:08
Visto quello che sta accadendo in Brasile non ha tutti i torti, considerati i metodi da sempre usati dagli yankee in quello che considereano il loro cortile di casa, che negli ultimi anni era riuscito a prendersi, per varie contingenze, troppe libertà, secondo questa loro visione...

LupoSciolto°
18-05-16, 19:26
MaIn: Chavez e Maduro possono essere considerati dei socialdemocratici sui "generis"?

Gdem88
18-05-16, 22:20
Maduro è stato il peggior nemico di sé stesso, e urlare al pericolo USA difficilmente potrà nascondere i suoi fallimenti

MaIn
19-05-16, 21:46
@MaIn (https://forum.termometropolitico.it/member.php?u=8508): Chavez e Maduro possono essere considerati dei socialdemocratici sui "generis"?


non saprei bisognerebbe indagare bene il sistema venezuelano e metterlo a confronto con quello svedese o tedesco, punto per punto.
è un lavoro che si può fare.

LupoSciolto°
20-05-16, 18:56
non saprei bisognerebbe indagare bene il sistema venezuelano e metterlo a confronto con quello svedese o tedesco, punto per punto.
è un lavoro che si può fare.

Sarebbe interessante. In fondo né Chavez né Maduro hanno abolito la "proprietà privata dei mezzi di produzione" (qualche nazionalizzazione non significa comunismo) e il multipartitismo era comunque garantito.

MaIn
21-05-16, 09:20
Sarebbe interessante. In fondo né Chavez né Maduro hanno abolito la "proprietà privata dei mezzi di produzione" (qualche nazionalizzazione non significa comunismo) e il multipartitismo era comunque garantito.


se hai tempo e voglia, inizia :)

LupoSciolto°
22-05-16, 20:07
se hai tempo e voglia, inizia :)

Ok. Ecco un articolo un po' datato ma interessante

Hugo Chávez, il riformista





La "legge abilitante" che, secondo l’opposizione, darebbe al presidente venezuelano Hugo Chávez “poteri assoluti", semplifica e accelera la realizzazione del programma socialista per il quale è stato votato dal 63% degli elettori lo scorso 3 dicembre. Due mesi dopo, una moderata nazionalizzazione del petrolio e dell'energia elettrica, si realizza in pace, democrazia e senza strappi né espropri.
di Gennaro Carotenuto (http://www.gennarocarotenuto.it/)

Hugo Chávez è spesso definito dalla stampa internazionale in maniera polemica ed oggettivamente non corretta: “autoritario”, perfino "dittatore". E’ difficile rompere il corto circuito delle vulgate, delle semplificazioni e della propaganda, ma è vero l'esatto contrario.

In un continente caratterizzato da repubbliche presidenziali, dove il potere del presidente è sterminato, l'eccezione è proprio la Costituzione partecipativa del Venezuela. Questa stabilisce una serie senza precedenti di contrappesi che riequilibrano i rapporti tra eletti ed elettori. Hugo Chávez, al di là della forza concessagli dalla maggioranza dei venezuelani, e dagli errori dell'opposizione, è il presidente americano che meno poteri ha e con più strumenti costituzionali che ne limitano l'agire.

L'esempio principe è l’istituto del referendum revocatorio, con il quale la cittadinanza può rimuovere l'eletto a metà mandato. Proprio Chávez uscì vincitore dal referendum revocatorio del 15 agosto 2004, dimostrando che lo strumento funzionava nei due sensi. L'opposizione poteva chiedere il referendum, e l'eventuale maggioranza poteva riconfermare la fiducia all'eletto. Ci fosse stato il revocatorio, tanto Fernando de la Rúa in Argentina, come Gonzalo Sánchez de Lozada in Bolivia, sarebbero stati dimissionati senza che corresse sangue. Un presidente come il peruviano Alejandro Toledo, che ha governato per anni con un'approvazione popolare inferiore al 15%, sarebbe stato mandato a casa a metà mandato. Perfino la crisi di Oaxaca, in Messico, costata oltre 20 morti, torture, arresti indiscriminati, con il revocatorio si poteva risolvere pacificamente.

Non è provocatorio definire Hugo Chávez un "riformista" che sta trasformando il paese e la regione in pace e democrazia. Non è provocatorio a meno di non violentare il dizionario e considerare “riformista” un mero sinonimo di “liberalizzatore”. Non si perde sotto le “lenzuolate”, e Tony Blair o Massimo D'Alema o perfino Nicola Rossi dovrebbero guardare a lui con stima e forse una punta d’invidia.

Si comincia con il petrolio e l'energia elettrica, le chiavi dello sviluppo del paese, finora in mani straniere. Tutto viene fatto senza espropri e garantendo i piccoli azionisti, come nel caso di Electricidad de Caracas, la più grande azienda elettrica del paese. All’elettricità seguirà il ridisegno dei rapporti con le multinazionali che estraggono il petrolio dall'Orinoco, una delle più grandi riserve al mondo, con una stima di almeno 1,3 miliardi di barili. La PDVSA, la compagnia statale, finora è stato socia di minoranza nelle imprese miste con le multinazionali statunitensi Exxon Mobil, Chevron-Texaco e Conoco-Phillips, la britannica British Petroleum, la francese Total e la norvegese Statoil. Dal primo maggio la PDVSA passerà ad avere una quota del 60%, pagando quel che c'è da pagare ma anche incassando quel che c’è da incassare.

Le schermaglie verbali con le quali George Bush e Hugo Chávez si lanciano reciproci insulti -ma Chávez non ha mai fomentato un golpe negli Stati Uniti come Bush fece con quello dell'11 d'aprile 2002 a Caracas- non passano dall'essere tali, anche se è curioso che i grandi media internazionali si scandalizzino solo per gli attacchi di Chávez a Bush e mai viceversa. La sostanza è che il programma di sviluppo accelerato del Venezuela non può prescindere dalla pace internazionale, nella regione, e verso il "grande fratello", che resta il primo partner commerciale del paese. I dati diffusi recentemente dall'ALADI testimoniano che, in appena tre anni, l’attivismo di Chávez e di Lula ha fatto da volano alla crescita del 110% del commercio interno latinoamericano. Oggi l'America Latina è meno dipendente dai centri economici mondiali, Stati Uniti in testa, che infatti non gradiscono, ai quali invece era ammanettata negli anni del "Consenso di Washington". E questa è sicuramente una rivoluzione.

http://www.laltralombardia.it/public/docs/venezuela4.html

DR5996
02-06-16, 17:57
Che sia organizzato gal usa o no, qualcosa succederà in venezuela, l'inflazione la mancanza di beni di prima necessità, prima o poi la bolla scoppia