PDA

Visualizza Versione Completa : Rivalutare Monti



Logomaco
16-05-16, 21:45
PROFESSORE ROSSO
Il compagno di classe ricorda:
"Il piccolo Monti amava l'Urss"Quando frequentava il Leone XIII andò a Mosca e rimase affascinato dal "comunismo dal volto umano". Mario ne aveva scritto sul giornale di classe ma il rettore lo bloccò















Premonizioni giovanili

Quando Monti s'invaghì dell'URSS


di Andrea Morigi

22 Gennaio 2013



Abbiamo già un premier con un passato filosovietico. Stiano tranquilli, dunque, Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola: non avrebbero potuto trovare alleato migliore di Mario Monti. Per fugare eventuali dubbi residui, viene loro in aiuto la rivelazione di un ex alunno dell’Istituto Leone XIII, Giancarlo Loforti, già compagno di scuola dell’attuale premier e testimone di un episodio curioso e suggestivo. Un episodio che rafforza quanto Monti ha detto ieri, martedì 22 gennaio, a proposito del Pd e della sua "storia gloriosa (http://www.liberoquotidiano.it/news/1166599/Loden_e_martello__Monti___Il_Pd_ha_una_storia_glor iosa__e_non_sono_comunisti___il_Prof_bocciato_in_s toria.html)", e poi in serata, a Ballarò, ha rincarato la dose dicendo di non voler lasciare l'Italia in mano a tipi come Berlusconi e Alfano. E alla domanda su cosa lo differenzia dal Cav ha risposto: "Non ho la sua capacità convinta e convincente di manipolazione della realtà" E poi, gli affondi contro la sinistra seppur sapientemente calibrati nei confronti del Pd e di Bersani ha detto che neanche a lui lascerebbe la guida del Paese. Ma veniamo al racconto del suo compagno di liceo Giancarlo Loforti.
Come tanti altri, l’alunno Monti, nell’estate del 1959, spedisce una cartolina di saluti al rettore del liceo retto dai reverendi padri gesuiti. La sua località di villeggiatura, quell’anno, era stata Mosca. È l’epoca di Nikita Sergejevic Kruscev, il segretario generale del Pcus che nel 1956 denuncia i crimini perpetrati dal suo predecessore Stalin e tenta di illudere il mondo dell’esistenza di un comunismo dal volto umano.
Fra i primi a cascare nella trappola della propaganda rivoluzionaria, sebbene in piena guerra fredda, l'ingenuo Monti il quale poi, sull'Espresso, cercherà di riequilibrare la vicenda: "Mio padre mi ha portato qualche settimana nell'URSS e poi negli USA. Voleva che mia sorella ed io ci facessimo un'idea personale delle due potenze." La storia si è incarica di chiarire definitivamente qual'era la natura dei due blocchi, contrapposti fino al 1989: da una parte i gulag e le persecuzioni, dall'altra il tentativo di difendere la libertà da ogni totalitarismo. Un altro compagno di liceo, poi entrato nella Compagnia di Gesù, ricordava che, da studente, Monti "cercava di capire le cose, le affrontava e le studiava" e non era "mai azzardato nei giudizi". Tanto che per comprendere il sistema sovietico "si mise a studiare il russo e andò là, e l'anno successivo fece lo stesso con l'inglese, andando poi negli Stati Uniti". Eppure, nella memoria di Loforti, rimane impressa una scena assai diversa, che si svolge nei locali del Leone XIII: "Monti ripeteva la sua ammirazione per l'intrapresa umana dell'Unione Sovietica, sostenendo di negare validità invece all'ideologia socialcomunista anzi, di non considerarla neppure, l'ideologia". Purtroppo per Monti, prima del Concilio Vaticano II i gesuiti non si erano ancora buttati a sinistra e tentano di preservare i loro alunni dalle influenze settarie. Sant'Ignazio di Loyola raccomanda ai confratelli una propensione "a difendere piuttosto che a condannare l'affermazione di un altro" e se necessario, il gesuita "lo corregga benevolmente; e se questo non basta, impieghi tutti i mezzi opportuni perchè la intenda correttamente, e così possa salvarsi". Così interviene il vicedirettore, responsabile per la disciplina, soprannominato padre Nibbio per il naso lungo e arquato. Di conseguenza, continua Loforti "ho assistito personalmente all'imbarazzo di padre Ruggero Bonvicini che, chiaramente, si dominava a stento ma cercava di essere paziente nel rimproverare con fermezza l'imprudenza di Monti", autore di uno scritto elogiativo della scuola sovietica per il giornalino d'istituto, respinto dal rettore. Se gli faceva presente che proprio "in tempi come questi" non era opportuno contribuire alla conquista della rossa primavera, nemmeno i compagni di classe avevano digerito la passione disordinata di Monti per l'esperimento rivoluzionario. Anche se "personalmente, non avevo dato molto peso alla cosa: essendo venuto da Trieste nel 1956, molti milanesi mi sembravano fuori di testa, ciechi affaristi o addirittura comunisti (io dicevo "titini")", comunque il triestino gliela farà pagare. "Quando giocavamo a calcio, io ero stopper e lui era in attacco, negli sport non era molto bravo. Io intervenivo duramente su di lui, che fisicamente mi superava, per anticiparlo, e lui mi diceva, sempre tranquillo ma un po' risentito "Ma senti, Giancarlo, noi giochiamo a calcio, non a calci!" Io però gli rispendevo seccamente che sapevo giocare a calcio meglio di lui e che se l'arbitro non fischiava non c'era azione scorretta". Sta di fatto che l'anno successivo, nell'estate del 1960, Monti manderà una cartolina da Washington DC. In cuor suo, tuttavia, era già predisposto all'inciucio. Prima o poi avrebbe pur dovuto collaborare con i comunisti. Meglio cinquantatrè anni più tardi che mai. Finchè ieri, intervistato da Radio Due, ha confessato di essere passato all'altra sponda: "Ha torto Berlusconi a dire che c'è un pericolo comunista. Il Pd ha una storia gloriosa comunista dalla quale s'è andato gradualmente affrancando".


Il compagno di classe ricorda: "Il piccolo Monti amava l'Urss" - Politica - Libero Quotidiano (http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1166871/Il-compagno-di-classe-ricorda----Il-piccolo-Monti-amava-l-Urss-.html)

LupoSciolto°
16-05-16, 22:34
:44::44::44::44:

Beh magari un po' più comunista di Vendola e Bertintrotskij lo era

Logomaco
17-05-16, 00:08
Ultimamente ci sto ragionando...dopo la sconfitta di renzino al referendum necessariamente non si potrà andare subito ad elezioni, mancando la legge elettorale. Se, come ha promesso, il ducetto si dimetterà, si dovrà formare un qualche nuovo governo per risolvere la questione. Fra le varie possibilità sarebbe auspicabile un Monti bis per sobrieggiare un altro po' i borghesi al grido "ce lo chiede l'Europa" :-01#27

Kavalerists
17-05-16, 04:05
:eek::eek::eek::eek::eek::eek::eek::eek::eek::eek: