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Visualizza Versione Completa : Unioni civili firmate da Mattarella: cosa succede ora.



Rotwang
20-05-16, 19:34
Unioni civili: il presidente Mattarella ha firmato il decreto legge. L'11 maggio scorso, la Camera aveva dato il via libera, con 372 voti a favore e 51 contrari, alla prima legge italiana che prevede (testuale) una "Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze". Da quel momento, al di là dei festeggiamenti di chi la legge l'ha attesa e voluta fortemente, e la conosce per filo e per segno, hanno cominciato a circolare anche imprecisioni, perplessità, paure, illazioni, curiosità, previsioni catastrofche, fra coloro che hanno potuto seguire poco l'argomento, magari perché non li riguarda direttamente. Per fugare ogni dubbio e fare chiarezza, abbiamo interpellato la persona più qualificata a spiegare cosa ci aspetta da ora in poi: la senatrice Monica Cirinnà, che questa legge l'ha disegnata e l'ha portata avanti a testa bassa, incurante delle polemiche (e anche qualche insulto).

Senatrice, spieghiamo l'iter che seguirà ora, come se parlasse con una bambina di 5 anni.
Prima di tutto, la legge è stata firmata dal premier Renzi e ora è stata firmata al Quirinale dal presidente Mattarella. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quando cioè sarà “promulgata”, il Consiglio dei Ministri avrà 30 giorni di tempo per fare il decreto anagrafe, il decreto da inviare a tutti i sindaci di Italia per spiegare loro come si fa l’unione civile, come si iscrive nel registro anagrafico, qual è la formula del rito. Questo decreto dovrà ancora passare il vaglio del Consiglio di Stato e poi della Corte dei Conti, per cui io presumo che le prime unioni saranno possibili tra i agosto e settembre. Se si fa prima, meglio ancora.

Cosa succederà con le tormentate stepchild adoption?
L’adozione co-parentale del figlio del partner è già prevista nell’articolo 44 della legge sulle adozioni, la 184 del 1983, a norma del art 44, comma 1 lettera D, “adozione in casi particolari”. Non solo è già applicabile e lo rimarrà anche per le coppie unite civilmente, ma non è vietata in modo esplicito neanche dal maxiemendamento del Governo, che la prevede nel punto 20, nella frase dove si dice: «resta applicabile per i magistrati tutta la normativa vigente in materia di adozioni». Quindi, a scanso di equivoci e di questioni messe in campo dai detrattori della legge, ovunque essi siedano, in Parlamento e fuori dal parlamento, i giudici non hanno affatto le mani legate; anzi, continuano ad applicare l’articolo proprio perché si chiama "adozione in casi particolari", e perché loro hanno solo un'obiettivo da seguire, che è l’interesse supremo del bambino. Se l’interesse del bambino si realizza con due papà o con due mamme, loro la applicheranno.

Perché le coppie omosessuali non hanno fatto già ricorso abitualmente alla legge del 1983?
L’adozione in casi particolari è stata applicata soprattutto con coppie eterosessuali, sposate o conviventi, nel caso di figli dell'unione precedente di uno dei due. È una strada che è stata tracciata inizialmente dal tribunale dei minorenni di Roma con le sentenze del giudice Melita Cavallo, e da lì piano piano è stata esportata in altri tribunali di minorenni. Ma poiché è una nuova via, evidentemente non è ancora molto nota. Le coppie omosessuali possono ancora fare richiesta al magistrato dei minori, presentata dal potenziale genitore sociale col consenso del genitore biologico. Ma è evidente che la stabilità della coppia, che è uno degli elementi fondanti per il riconoscimento e la tutela del bambino, saranno testimoniate dal fatto che queste due donne o due uomini si sono uniti civilmente. Sarà un elemento migliorativo della condizione dei richiedenti.

Cosa cambia ora, invece, per gli eterosessuali, con la disciplina delle convivenze?
Intanto bisogna spiegare che per l’Italia questo significa l’inizio di un nuovo diritto della famiglia. Mentre il vecchio diritto esisteva alla luce del codice civile e della riforma sul divorzio del 1975, oggi con questa legge passiamo dal vecchio “diritto di famiglia” al nuovo "diritto delle famiglie”, in cui finalmente noi diamo riconoscimento, nell’ordinamento giuridico italiano, di tutte quelle forme di famiglia che già esistevano ma non avevan riconoscimento pubblico. Quindi, le coppie di persone dello stesso sesso, ma anche tutte le coppie di conviventi chiamati erroneamente “more uxorio”, in realtà sono “coppie di fatto” che finalmente ottengono dei diritti attraverso la semplice registrazione di convivenza anagrafica nella stessa residenza. Senza guardare la composizione della coppia. L’importante è che ci sia un vincolo affettivo non parentale. Quindi non nonna e nipote. Sì, invece, Monica e Carla innamorate che vivono insieme, che però non vogliono ancora fare l’unione civile. Io stessa sono stata convivente con mio marito per 18 anni e solo 5 anni fa ci siamo sposati.

Ma i detrattori dicono che ora le coppie etero che convivono si troveranno improvvisamente quasi “sposate” contro la loro volontà. Quindi è sbagliato?
Sfatiamo totalmente questa lettura distorta. I conviventi non hanno nessun diritto degli sposati. E nessun diritto degli uniti civilmente . L’unica cosa che viene estesa ai conviventi è la possibilità di avere le informazioni sanitarie nel caso di un fatto grave del proprio convivente, un ricovero, ad esempio. Busso al pronto soccorso e posso dire: «Sono la compagna/o, ditemi come sta» e nessuno può più opporsi. Gli altri diritti: poter essere nominato curatore o tutore in caso di sopravvenuta incapacità del convivente. Il diritto al colloquio in carcere. Il requisiti minimi di civiltà che chiunque viva insieme vuole riconosciuti. Tanto che noi abbiamo esteso solo cose che già la giurisprudenza di Cassazione aveva riconosciuto come diritti consolidati. Ad esempio: la possibilità di fare domanda per una casa popolare. O il posto nell’asilo nido, se siamo conviventi e abbiamo un bambino. Nessuno si ritroverà sposato, né con doveri che non vuole. Si assumono solo diritti che, a furia di chiederli ai magistrati, la Cassazione, ripeto, ha consolidato. C'è solo un’estensione che qualcuno contesta: quella degli alimenti. Esempio: convivo con Giovanni da 30 anni, lui è il proprietario dell’azienda dove io lavoro e faccio la segretaria, oppure convivo con lui da 30 anni, lui è ricco e benestante mi mantiene e io presto lavoro domestico, cresco i nostri figli e tutto il resto. All’improvviso Giovanni perde la testa per la giovane segretaria 20enne e io che non ho mai avuto modo di lavorare perché mi sono sempre dedicata a lui, alla casa e ai nostri figli, mi ritrovo per strada. Oppure mi viene una malattia invalidante e lui, ora che non sono più efficiente, non vuoi occuparsi di me e mi scarica. In questo caso invece scattano gli alimenti a tutela del partner debole, estromesso all’improvviso da un tenore di vita medio alto, ridotto a non poter nemmeno mantenere se stesso.

La seconda contestazione dei detrattori: coppie di amici pensionati si fingeranno gay e faranno l’unione civile, così in caso di decesso di uno dei due, l’altro ha diritto alla reversibilità.
Per contrarre una unione civile si dovrà andare davanti al sindaco, fare un rito di diritto pubblico, portarsi dei testimoni, essere una coppia omosessuale di fatto. Se fosse così facile, anche le coppie di amici etero si sposerebbero già con lo stesso intento, e non mi pare che accada. Anche perché contraendo un unione civile, come per il matrimonio, non ti assumi solo diritti ma anche tutti i doveri nei confronti del partner, tra cui la coabitazione e la comunione delle spese. Non scadiamo nel ridicolo.

Si dice che in Italia l’aborto sia un diritto a metà perché i medici obiettori sono troppi. Come ci si difenderà dai sindaci obiettori, che rifiuteranno di contrarre un’unione gay?
I sindaci obiettori non possono esistere. I sindaci giurano sulla costituzione, quindi su tutte le leggi vigenti, e le devono rispettare. Non hanno libertà di scelta. È evidente che se un sindaco non se la sente per una sua questione personale, sarà obbligato a delegare - come si fa con gli atti di anagrafe - un assessore, un consigliere comunale, un funzionario dell’anagrafe. In ogni comune sarà obbligatorio che ci sia una persona deputata a celebrare delle unioni civili. Se ciò non dovesse accadere, il ministero manderà un commissario. Esiste il commissariamento ad acta, una formula ultima ratio con cui, se un funzionario pubblico non compie un atto dovuto, il ministero invia un prefetto che fa il commissario ad acta, e che svolgerà la funzione al posto suo. Io credo che nessun sindaco arriverà a farlo accadere.

Riguardo il referendum abrogativo, visto che l’Unione Europea ci aveva anche sollecitati, è possibile che la Consulta lo bocci?
Intanto bisogna vedere quali e quanti sono i quesiti referendari che presenteranno, e quali punti della legge toccheranno. Ricordo che la stessa Corte Costituzionale nella sentenza 138 del 2010 aveva intimato al legislatore: «con estrema sollecitudine si provveda a riconoscere le coppie dello stesso sesso». Se per noi "estrema sollecitudine" ha voluto dire 6 anni, auspico che la Corte sappia cosa fare. Ma vedremo i quesiti come saranno posti.

Cosa direbbe oggi Alma Agata Cappiello, che fu la prima a presentare una proposta di legge per regolamentare le coppie omosessuali nel 1983, se fosse ancora viva?
Direbbe «Meglio tardi che mai». Comunque dopo di lei c’è stato anche il tentativo dei Dico e dei Pacs a opera di Franco Grillini, che in questi giorni mi ha aiutato tanto.

Una domanda alla donna Monica Cirinnà, non alla senatrice: che idea si è fatta lei di persone che raccolgono firme per negare diritti ad altre persone?
Io appartengo a una categoria di persone molto rara, che non ama giudicare gli altri. Penso che quando il tuo paese fa un passo in avanti per includere, dare dignità e accogliere, chiunque tiri il freno a mano, si pone della parte sbagliata della storia. E questo già le qualifica per quello che sono.

Lei è cosciente che il suo nome passerà alla storia, un po’ come Merlin, o Basaglia, autori di leggi di cui la gente comune non ricorda il codice ma solo il loro nome?
Sì, lo so. Mi fa molto piacere perché ho reso il mio paese più civile. Però rispondo citando Martin Luther King: «Voglio presto diventare inutile». L’uguaglianza vera sarà il matrimonio per tutti. Per cui spero che la legge Cirinnà duri poco, sostituita da quella sul matrimonio paritario.

fiume sand creek
20-05-16, 23:52
Qualcuno festeggia e qualcun altro si mangia il proprio fegato con contorno di bile.

P.S.: Io brindo insieme ai primi.:iapiiiiiii:

Scipione
22-05-16, 21:47
Direi che la sen. Cirinnà ha spiegato in maniera esaustiva gli effetti di questa finalmente approvata legge. Confermando, per di più, che la "stepchild adoption" (ma perchè cazzo adottiamo sempre termini inglesi?), anche se non inclusa nella cirinnà, è comunque prevista dalla legge 184 del 1983 (adozione in casi particolari). I benpensanti continueranno ad agitarsi, ma - come avvenuto per le leggi sull'aborto e sul divorzio - senza ottenere alcun effetto concreto. Salvo, come ben scrive fsc, divenire autoepatofaghi. :D :drinky: