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Combat
16-05-09, 11:50
L’equivoco del “razzismo”.

In tempi di crisi, economica e non, in cima all’ordine del giorno vi è il “pericolo razzismo”. Sia coloro che muovono il j’accuse contro un presunto ritorno alle “Leggi razziali” promulgate nel ’38, sia coloro che inneggiano alla “difesa etnica”, convergono nella centralità del fattore “appartenenza etnica” nei rapporti sociali. Questa convergenza è perfettamente integrata nel prospettiva dello “scontro di civiltà”, teorizzata in ambienti della “intellighenzia” statunitense e funzionale all’espansione dell’area economico-politica egemonizzata dagli Stati Uniti. Dai recenti fatti di cronaca si può constatare che il fenomeno su cui si consumano ettolitri di inchiostro e ore di noiosissime trasmissioni, in realtà non è specchio di un pregiudizio di carattere razziale, ma un genere di xenofobia fisiologica nel sistema occidentale imperniato su una visione del mondo materialista, nel quale si usa come criterio di giudizio nei confronti delle persone l’esteriorità (“indossa il chador o no?”; “Porta la minigonna o è coperta sino alle caviglie?”) che esprimerebbe la presunta “integrazione” e la connessa posizione sociale.

Prendiamo come esempio un’aggressione avvenuta a Roma da parte di alcuni italiani nei confronti di un africano, il quale non ha subito insulti e percosse per il fatto di essere straniero, ma per lo status di “morto di fame” che non consentirebbe a quest’ultimo di possedere l’auto alla “moda” (anche questo gli è stato ululato contro), a basso consumo e in grado di correre follemente sulla strada provinciale per poi stamparsi puntualmente contro un palo della luce o un albero. Individui infastiditi dalla presenza di uomini e donne che non raggiungono gli standard di benessere economico e di “stile di vita” dell’Europa “occidentale”, quindi da disprezzare, odiare, perché non rientrano nei parametri culturali imposti dalle multinazionali. Tutto è riconducibile al paradigma di civilizzazione occidentale (di matrice americana) che nega a priori gli altri modelli, non li assorbe né li integra, semplicemente li distrugge (o con me o contro di me!).

Esemplare la vittoria nella popolare trasmissione “Il Grande Fratello” conseguita da un ragazzo di etnia Rom, grazie al televoto (1 euro ogni sms, mica scemi eh…) di un numero consistente di italioti, per lo più giovani, gli stessi contro cui si scagliano i media, sì, quelli che bruciano il barbone, insultano lo zingaro, deridono la ragazza col velo. Magia! Il Rom con la polo, educato e innamorato viene premiato perché si è “rinnovato”: non è più come quelli che vedi al semaforo o davanti ai supermercati, è “come noi”! Qui la razza o l’etnia c’entra poco o nulla, poiché se fosse così, rimarrebbe ciò che è, uno zingaro, perciò verrebbe escluso, punto e basta. Nella società-delirio del melting pot, se sei bravo ad uniformarti, ad essere come la massa d’ignavi che popolano discoteche, vestono griffato e mangiano porcherie, puoi essere accettato e diventare famoso (non importa la tua identità, ci sarà sempre un giornalista pronto a mostrare all’opinione pubblica come sei “civile”, “occidentale”), sennò finisci nel girone infernale degli incolti, retrogradi, barbari, reazionari, fascisti, comunisti ecc. Dov’è quindi la “società multirazziale”? Solo nei discorsi pubblici delle autorità (!?) politiche e nella retorica dei media. È eterea. Non esiste alcun interesse a realizzarla, sennò perché si è garantito l’ingresso a milioni di persone? Forse per “preservarne l’identità”? No! È solo altra carne da macello, nelle fabbriche, nei cantieri, come cavie per prodotti chimici. Per favorirne l’inclusione è necessario alimentare la xenofobia, anch’essa artificiale (come il succo d’arancia 20% di frutta), con un messaggio chiaro: “Sei entrato nel mio territorio, qui comanda Zio Sam, lascia perdere la tua cultura e la tua lingua, diventa come me, sarai un perfetto “cittadino del mondo”, però continua a proliferare, ho bisogno di incrementare le nascite, perché l’italiano ha optato per l’etnocidio. L’Italia (quella sulla cartina geografica, non la Patria) ha bisogno di poveri senza diritti che facciano i lavori che i datori di lavoro vogliono pagare sempre meno, cancellando dignità ed etica (alcuni lavori sono fatti da immigrati proprio perché costretti ad accettare livelli di vita ai margini della sopravvivenza). Capisci? Tu non sei altro che una voce di bilancio, una cifra da addizionare o sottrarre, puoi servire sino a quando rientri nel quadro, sennò sei fuori. Lascia perdere l’indignazione degli intellettuali, lo sdegno della comunità internazionale, lo scalpore dell’opinione pubblica… la realtà sta nel puro interesse economico e nel perpetuare l’egemonia degli Usa sulla tua terra”.

È dunque chiaro come i discorsi degli attori politici americanizzati si equivalgano anche quando sembrano in contrasto reciproco: proprio in questi giorni il Presidente del Consiglio Berlusconi, spalleggiato dalla Lega Nord, si dice “contrario alla società multirazziale”. Ma quale “società multirazziale”? Ci sembra utile ripetere che quella che ci viene propinata come tale, altro non è che una società monoculturale, tutta uniformata dallo stile di vita Usa (neanche bisogna citare le esperienze personali che Berlusconi incarna, per esempio, con la squadra di calcio dell’AC Milan, piena di stranieri di ogni provenienza, tutti uniformati dalle logiche dell’intrattenimento) [1].

Dello stesso tenore, ma dal versante cosiddetto opposto, sono i concetti avallati dalle “sinistre”: l’immigrazione per esse è necessaria per “coprire posti di lavoro” e per darci i figli che “non si fanno più”, ed il motivo è tutto “culturale” visto che gli immigrati sono più poveri. Allora, in definitiva, cosa ci dicono le “sinistre”? Che per “preservare il nostro stile di vita” abbiamo bisogno di masse di sfruttati! Ma lasciamo la parola direttamente a Benjamin Barber, ex consigliere di Clinton, politologo della “democrazia partecipativa” e della “interdipendenza”, un vero e proprio campione delle “sinistre” mondiali che sull’Unità dell’11 maggio ha rilasciato un’intervista a G. Bertinetto per difendere l’immigrazione e che è stato ripreso con grandi elogi addirittura nell’editoriale del giornale: “La logica dell’immigrazione è economica.[…] L’economia globale richiede una forza lavoro mobile. […] Non è vero poi che portino via il posto ai già residenti. Vengono a svolgere i lavori offerti dal mercato”.

Appunto, il “mercato”. C’è da aggiungere altro?



Matteo Pistilli - Luca Rossi


[1] Luca Rossi, Realizzare la società multirazziale come risposta al melting pot: CpEurAsia (http://www.cpeurasia.org/?read=23684&)

***

CpEurAsia (http://www.cpeurasia.org/?read=24936)

Anton Hanga
16-05-09, 13:05
OTTIMO.

Spetaktor
16-05-09, 15:17
wow! è quello che serviva! complimentoni!

Anton Hanga
16-05-09, 19:01
Inserisco qui un mio commento al DDL Maroni che non ho avuto il tempo di sviluppare come articolo, ma mi sembra si raccordi anche con quanto detto sopra:

Questo decreto mi sembra il solito espediente propagandistico che non va per nulla ad approfondire il problema centrale limitandosi a fare la solita demagogia cavalcando l'ondata xenofoba e sicuritaria. Il problema immigrazione pero' e' troppo complesso per affrontarlo con del buonismo da 2 soldi come fa la sinistra. C'era una volta qualcuno che disse che siccome l'Africa ormai e' perduta tanto vale trasferire tutti gli africani in Europa, pazzia! E' cosi' che li si vuole aiutare? E' giusto denunciare che dietro ai barconi non c'e' solo la poverta', ma ci sono enormi organizzazioni di trafficanti estese a livello mondiale.

Dobbiamo combattere sia chi sfrutta il continente africano, creando le situazioni che obbligano le persone a fuggire per poter vivere decentemente sia chi traffica in esseri umani, perche' quello dell'immigrazione non e' una "fuga" stile profughi di guerra come vogliono farci credere certe campane, ma un vero e' proprio mercato illegale gigantesco, gli immigrati pagano un biglietto per salire sui barconi, non prendono la prima barca che vedono e scappano, c''e un gigantesco traffico dietro che va stroncato.

Inoltre uno dei miti da sfatare e' che gli immigrati che vengono qui "muiono di fame" e quindi dobbiamo per forza accoglierli altrimenti nel loro paese andrebbero incontro a morte certa. Non e' vero, chi muore di fame in genere e' cosi' povero che non ha i soldi neanche per spostarsi da una citta' all'altra dell'Africa, figuriamoci per pagare il viaggio fino in Italia, in genere i passeggeri dei barconi sono giovani nel pieno delle forze, che vengono in Europa perche' attirati dal mito dell'"Occidente", andate a vedere il film "Lamerica" che riguardava i barconi degli albanesi di qualche anno fa, ma che riguarda anche il caso dell'Africa. Se ci fate caso gli africani che vengono qui quasi mai sono vestiti con abiti "tradizionali" ma quasi sempre portano abiti firmati di marche occidentali. Perche' anche li' si e' diffuso il mito del "gangsta" rapper dei ghetti americani, le culture tradizionali africane sono state distrutte dalle multinazionali e dagli aiuti degli occidentali. Le televisioni di Berlusconi sono visibili, con la parabola, fino all'Ucraina, e a sud in tutto il nord Africa. Immaginatevi queste masse di giovani africani che non hanno lavoro ne' cultura ne' progetti nel loro paese che vedono in tv le veline scosciate, i quiz dove gente qualunque vince miliardi per puro caso (altro che i quiz di Bongiorno di 30 anni fa che per vincere per lo meno dovevi essere colto) le trasmissioni piu' ridicole dove chiunque puo' diventare ballerino, cantante, insomma una personalita'... cosa credete che pensino questi extracomunitari? Che qui e' il paese della cuccagna, l'eldorado del consumismo, poi vengono qui e si accorgono della verita', e inevitabilmente finiscono nella delinquenza o a fare i parassiti sociali con vitto, alloggio e sussidio di disoccupazione pagati dalla Caritas (non sto scherzando) che a sua volta prende i soldi dallo Stato.

Spetaktor
16-05-09, 19:25
dietro all'immigrazione "selvaggia" o "di massa"* ci sono enormi interessi economici, non solo le discutibili analisi "sociologiche" di cui parlano destra (cattivo immigrato/ordine sociale/ criminalità) e sinistra (buon immigrato/povertà/aiutiamoli).
Ci sono i miliardi delle organizzazioni criminali, che "organizzano" i "viaggi della speranza".
Ci sono i miliardi delle cosidette associazioni di volontariato e di assistenza, che per ogni immigrato che "gestiscono" ricevo un "gettone" dagli enti statali, provinciali, regionali ed europei.
Ci sono le organizzazioni criminali, che gestiscono le organizzazioni criminali.
Ci sono le piccole e medie industrie che grazie al lavoro nero, sottopagato e senza garanzie sociali fanno lavorare gli immigrati
Ci sono i partiti xenofobi che "cavalcando" la battaglia antiimmigratoria, demagogica, ottengono deputati e senatori.

Combat
16-05-09, 20:56
Sono d'accordo con entrambi, chi semplifica la situazione è in malafede...

Avanguardia
17-05-09, 15:12
Tutte analisi corrette.
Quello che ho da aggiungere è che non vedo nell' immigrato in se un nemico per 2 motivi:
1) Non rappresenta il sistema
2) Spesso a spingere a venire qui sono motivi gravemente seri

Altri discorsi come "difesa della nostra identità" li trovo nulli, anzitutto perchè l' identità nazionale attuale è partitocrazia, clientelismo, Berlusconi, Mac Donald, etc., una identità che non è il caso di preservare. Le altre identità da quelle regionali pagane sino ad arrivare a quella fascista sono state via via cancellate dai processi storici e perchè la gente le ha ritenute superate e insoddisfacenti, a ciò possiamo aggiungere il ruolo dell' occidentalizzazione del quale gli immigrati non sono responsabili. Inoltre, se la gente l' identità che ha la sente e la ama, la mantiene, se non la sente e non la ama la perde comunque, indipendentemente dai flussi migratori.

Riguardo "l' incubo meticciato" che turba i sogni di molti nella D.R., se non c'è costrizione o sofisticata ipnosi, vi saranno sempre persone che figlieranno con persone della propria etnia. Preciso che sostengo il diritto che persone di razze diverse possano avere figli tra loro.

Logomaco
17-05-09, 18:38
Tutte analisi corrette.
Quello che ho da aggiungere è che non vedo nell' immigrato in se un nemico per 2 motivi:
1) Non rappresenta il sistema
2) Spesso a spingere a venire qui sono motivi gravemente seri

Altri discorsi come "difesa della nostra identità" li trovo nulli, anzitutto perchè l' identità nazionale attuale è partitocrazia, clientelismo, Berlusconi, Mac Donald, etc., una identità che non è il caso di preservare. Le altre identità da quelle regionali pagane sino ad arrivare a quella fascista sono state via via cancellate dai processi storici e perchè la gente le ha ritenute superate e insoddisfacenti, a ciò possiamo aggiungere il ruolo dell' occidentalizzazione del quale gli immigrati non sono responsabili. Inoltre, se la gente l' identità che ha la sente e la ama, la mantiene, se non la sente e non la ama la perde comunque, indipendentemente dai flussi migratori.

Riguardo "l' incubo meticciato" che turba i sogni di molti nella D.R., se non c'è costrizione o sofisticata ipnosi, vi saranno sempre persone che figlieranno con persone della propria etnia. Preciso che sostengo il diritto che persone di razze diverse possano avere figli tra loro.

L'immigrato allogeno resta comunque una minaccia perchè potenzialmente porta al meticciato, ovvero alla dissoluzione dell'identità europea biologica, oltre che culturale, che, su questo concordo, è già in gran parte dissolta (e non per colpa dei migranti).

E questo, oggettivamente, è mondialismo.

José Frasquelo
17-05-09, 22:19
L'immigrato allogeno resta comunque una minaccia perchè potenzialmente porta al meticciato, ovvero alla dissoluzione dell'identità europea biologica, oltre che culturale, che, su questo concordo, è già in gran parte dissolta (e non per colpa dei migranti).

E questo, oggettivamente, è mondialismo.

Se noi facessimo figli invece di pensare a tante stronzate con le quali ci fanno il lavaggio del cervello questo rischio non ci sarebbe.

Logomaco
17-05-09, 23:18
Se noi facessimo figli invece di pensare a tante stronzate con le quali ci fanno il lavaggio del cervello questo rischio non ci sarebbe.

Il problema non è "fare figli". L'europa, e specialmente l'italia, sono sovrappopolate.

Il problema è che le forze mondialiste, per vari ordini di ragioni, spingono per la dissoluzione dei popoli europei, spirituale, culturale e ormai anche biologica. E a tale pericolo si reagisce non figliando come conigli, che tanto non serve a nulla (i migranti arrivano lo stesso), se non a sottrarre altro spazio e risorse, ma combattendo il sistema mondialista a tutti i livelli, per risolvere il problema alla radice.

José Frasquelo
17-05-09, 23:43
Il problema non è "fare figli". L'europa, e specialmente l'italia, sono sovrappopolate.

sì, ma siamo in crescita zero da anni e ora in decrescita demografica.



Il problema è che le forze mondialiste, per vari ordini di ragioni, spingono per la dissoluzione dei popoli europei, spirituale, culturale e ormai anche biologica. E a tale pericolo si reagisce non figliando come conigli, che tanto non serve a nulla (i migranti arrivano lo stesso), se non a sottrarre altro spazio e risorse, ma combattendo il sistema mondialista a tutti i livelli, per risolvere il problema alla radice.

Su questo sono pienamente d'accordo.

Spetaktor
17-05-09, 23:50
Il problema è che le forze mondialiste, per vari ordini di ragioni, spingono per la dissoluzione dei popoli europei, spirituale, culturale e ormai anche biologica.

se vogliamo, il sistema mondialista ha più "necessità" di fiaccare la "resistenza" all'omologazione dei paesi afro-asiatici-sud americani, piuttosto che a quelli europei, già pienamente omologati fin dai primi anni del 900, e più compiutamente con la fine della II guerra mondiale, quando ancora l'immigrazione non era un problema.

Spetaktor
17-05-09, 23:54
sociologicamente, in una comunità "forte", l'immigrato era visto come una "risorsa" per la fortificazione dell'identità: riconoscendo e rispettandone la "diversità" si riusciva a "risalire" alle vere identità comunitarie (politiche, culturali, religiose, etniche, spirituali,...). Così era nei "tempi antichi".
Oggi, in Europa, non più. Ma solo perchè gli europei non hanno più la c.d. "spina dorsale", sono fiaccati, e puntano, essi stessi, alla totale omologazione culturale, politica, economica, a qualcosa che ci è estraneo. E, ahime, ci stanno riuscendo.

Logomaco
18-05-09, 01:02
sì, ma siamo in crescita zero da anni e ora in decrescita demografica.


Anche se siamo in "crescita zero" - ma è falso, perchè, a causa dell'immigrazione, la popolazione aumenta sempre più - il problema, per inerzia, rimane.

Ed è un problema molto più serio di quanto non si pensi.

Logomaco
18-05-09, 01:05
se vogliamo, il sistema mondialista ha più "necessità" di fiaccare la "resistenza" all'omologazione dei paesi afro-asiatici-sud americani, piuttosto che a quelli europei, già pienamente omologati fin dai primi anni del 900, e più compiutamente con la fine della II guerra mondiale, quando ancora l'immigrazione non era un problema.

I paesi di cui parli tu sono già per la maggior parte "omologati". Piacca o no, è così.

Anche l'Europa lo è, certo, e adesso si sferra l'assalto finale.

Logomaco
18-05-09, 01:09
sociologicamente, in una comunità "forte", l'immigrato era visto come una "risorsa" per la fortificazione dell'identità: riconoscendo e rispettandone la "diversità" si riusciva a "risalire" alle vere identità comunitarie (politiche, culturali, religiose, etniche, spirituali,...). Così era nei "tempi antichi".
Oggi, in Europa, non più. Ma solo perchè gli europei non hanno più la c.d. "spina dorsale", sono fiaccati, e puntano, essi stessi, alla totale omologazione culturale, politica, economica, a qualcosa che ci è estraneo. E, ahime, ci stanno riuscendo.

E' vero. Ma il fatto è che nei tempi antichi il contesto era totalmente diverso.
E non c'era il mondialismo in azione, con tutte le conseguenze del caso.

Spetaktor
18-05-09, 10:05
E' vero. Ma il fatto è che nei tempi antichi il contesto era totalmente diverso.
E non c'era il mondialismo in azione, con tutte le conseguenze del caso.

il mondialismo ha fiaccato gli europei con la (non)cultura, non con l'immigrazione.

Logomaco
18-05-09, 10:53
il mondialismo ha fiaccato gli europei con la (non)cultura, non con l'immigrazione.

Li fiacca anche con l'immigrazione, che distrugge quel che resta del tessuto socio-culturale-etnico dei popoli autoctoni. Sono fasi differenti di uno stesso processo.

DharmaRaja
19-05-09, 00:06
Tutte analisi corrette.
Quello che ho da aggiungere è che non vedo nell' immigrato in se un nemico per 2 motivi:
1) Non rappresenta il sistema
2) Spesso a spingere a venire qui sono motivi gravemente seri

Altri discorsi come "difesa della nostra identità" li trovo nulli, anzitutto perchè l' identità nazionale attuale è partitocrazia, clientelismo, Berlusconi, Mac Donald, etc., una identità che non è il caso di preservare. Le altre identità da quelle regionali pagane sino ad arrivare a quella fascista sono state via via cancellate dai processi storici e perchè la gente le ha ritenute superate e insoddisfacenti, a ciò possiamo aggiungere il ruolo dell' occidentalizzazione del quale gli immigrati non sono responsabili. Inoltre, se la gente l' identità che ha la sente e la ama, la mantiene, se non la sente e non la ama la perde comunque, indipendentemente dai flussi migratori.

Riguardo "l' incubo meticciato" che turba i sogni di molti nella D.R., se non c'è costrizione o sofisticata ipnosi, vi saranno sempre persone che figlieranno con persone della propria etnia. Preciso che sostengo il diritto che persone di razze diverse possano avere figli tra loro.
Se ho ben capito, l'unica cosa che non ti sta bene del mondialismo è il fatto che non mantenga tutte le sue sfavillanti promesse. O sbaglio?

EURIDICE
26-05-09, 14:00
noi OCCIDENTALI siamo stati emigranti x secoli
lo abbiamo fatto in america in austrlia e in giro x mezzo mondo
i risultati sono stati il genocidio, lo sterminio e l stupro etnico degli AUTOCTONI

molti dicono che la cosa è diversa , in qanto noi siamo andati come conquistatori in armi , mentre gli immgrati oggi arrivano in europa con quattro stracci addosso

io ribatto che anche i primi europei sono emigrati in america scappando da fame miserie e persecuzioni etnico-religiose(Ipadri pellegrini della MayFlawers)


L'IMMIGRAZIONE porterà a noi europei quello che noi europei abbiamo fatto ai nativi americani