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Visualizza Versione Completa : Ansa News: intervista per il ballottaggio al candidato alla presidenza Ronnie (CDX)



C@scista
16-06-16, 09:16
Ansa POL 16/06/2016 PIR CITY -
Intervista elettorale per il ballottaggio al candidato alla presidenza del centrodestra Ronnie

http://thefederalist.com/wp-content/uploads/2014/10/Reagan-BNW-998x622.png


Prima parte: il gioco.

1) Buonasera candidato e grazie di partecipare a questa intervista; complimenti ad essere giunto al ballottaggio e mi dica, come si sente ad essere arrivato a questo punto della competizione elettorale?
- Grazie a lei. Fa piacere aver prevalso al primo turno, ma con così poco distacco tutto è rimasto aperto.

2) Cosa pensa in ambito politico del suo avversario?
- Ha l’avatar di un vecchio comunista americano, parla come Tsipras, ed è alleato con lo storico partito leninista di POL (https://forum.termometropolitico.it/702700-comunicato-stampa-n-1-partito-comunista.html#post15510910)(link). Direi che.. sembra proprio un comunista!
Ora.. può darsi che tanto pauperismo sia di maniera – e magari i rubinetti d’oro in ufficio li ha pure lui come Breznev.
Fatto sta nella dichiarazione dopo il primo turno c’era l’inquietante frase: Abbiamo già indicato che questo, da parte di un candidato sostenuto apertamente dal partito comunista di POL che ha ben il 10% dei consensi, somiglia davvero molto a dire "contribuente stai sereno". Non si capisce altrimenti perché parlarne e averlo fatto nella prima dichiarazione subito dopo il primo turno. Il suo problema è che ha due forze sotto, e quella più marxista avendo ora incassato i seggi, potrebbe essere tentata di andare al mare proprio per evitare un accordo di governo con l’altra che conta anche molti Renziani. Quindi il candidato spaventato rassicura l’alleato dubbioso che le tasse – ovviamente – rimangono nel loro DNA.


(Alepk in un momento di relax)

https://www.youtube.com/watch?v=iTcFR2UD7IU&feature=youtu.be&t=27s



3) Come ha intenzione di interpretare il suo ruolo in caso di vittoria al ballottaggio?
- Nell’unico modo legittimo: quello previsto dalla Costituzione di POL, che è semipresidenziale e molto migliore di quella italiana, perchè da noi nessuno Scalfaro può sostituire i governi su impulso esterno.

4) Come ha intenzione di impostare il suo rapporto con il prossimo governo e quindi la coalizione che la sostiene in caso di vittoria al ballottaggio?
- Esattamente come il mio predecessore Supermario, io nominerò Primo Ministro la persona che la coalizione ha scelto per l’incarico, che in questo caso è l’ottimo On. Undertaker di RN. Poi adempirò le molteplici funzioni di garanzia, non solo legale ma anche politica mie proprie, esercitando il potere di rinvio per ragioni di merito ogni qual volta sarà necessario, anche per tutelare il rispetto da parte della maggioranza delle promesse strette in questa fase pre-ballottaggio, che ci avranno consegnato la vittoria.

5) Recentemente si sono levate alcune polemiche sulla complessità del gioco e la scarsa partecipazione, cosa ne pensa a riguardo?
- Una polemica. Di una sola persona, uguale da anni. I dati d’affluenza elettorale, sul numero di sedute, sul numero di giocatori che hanno ricoperto incarichi e sulle leggi, dicono che la partecipazione è aumentata. Quanto al sistema di regole più che complesso è completo. C’è un buon regolamento, grazie al quale non c’è stato nemmeno un ricorso alla Corte Costituzionale in 12 mesi (eppure su tre giudici ne abbiamo riconosciuti due all’opposizione, e uno è quel singolo individuo che tanto polemizza sulla complessità, il che implica che avevano tutto l’interesse a ricorrere). Di incertezze e vuoti, visti un tempo, non ce ne sono più nelle regole. La Costituzione completa garantisce così un gioco semplice, senza conflitto legale. Contra facta non valent argumenta.

6) Ci dica, nel gioco chi sono o sono stati i giocatori che stima di più sia nel suo schieramento che in quello avversario e più in generale nel forum?
- Il mio amico camerata in quest’avventura, il candidato Vicepresidente Giò, nonché il Presidente e il Primo Ministro uscenti Supermario e C@scista. Una squadra di qualità, a cui dovrei aggiungere tanti nomi che non metto solo per brevità.

7) Se potesse scegliere un membro della coalizione avversaria da portare con sé per capacità e competenza, chi sceglierebbe?
- Lei direttore, che non è un socialista reale. E non lo dico per trarne vantaggio, perché le domande me le ha già fatte.



Seconda parte: politica reale.

1) Passiamo adesso alla politica reale, iniziamo dalla politica estera: l’Europa si potrebbe definire in crisi di identità politica, cosa ne pensa? Come immagina che dovrebbe essere l’Unione Europea?
- Disapprovo l’Europa del consiglio dei ministri nazionali e dei vertici bilaterali tedesco-francesi, che vede veti e intese ristrette prevaricare l’organo generale eletto dai popoli: il Parlamento, che non può mai dare soluzioni nette sulla base di una maggioranza politica, e ratifica solo compromessi (e al ribasso).
Vorrei che alla Commissione -e all’Europa in generale- fosse tolta ogni competenza sulla cultura, sui diritti civili e politici e sulla regolazione sanitaria e di sicurezza interna, che ne fa oggi una sorta di “grosso assistente sociale con poteri di polizia”.
Vorrei che invece essa si occupasse di cose serie davvero di rilevanza confederale sulle quali divisi si perde, con una struttura da governo confederale effettiva, senza più veti nazionali. Una politica unica dell’energia, una nuova competenza estera e militare con un vero esercito europeo esterno dotato di armamenti comuni e una marina unica, che difenda il mediterraneo dall’invasione, è tutto ciò che occorre dell’Europa al di là del mercato unico.
Il resto rimanga agli Stati. Compreso, ovviamente, il diritto di uscirne se si ritiene che la politica comune (finalmente coerente e chiara) rechi più svantaggi che benefici. Dico da subito che non lo farebbe nessuno: è solo da questa Europa malfunzionante, ossessionata dal gender nei bagni pubblici e dal vietare il lardo di colonnata o le telline, mentre si disinteressa dell’Islam (che comprende le stragi di gay) che tutti vorrebbero, giustamente, scappare.
Capisco quindi gli Inglesi così come gli elettori del Front National in Francia: perchè questa non è l’Europa giusta. Rifacciamola bene, iniziando dalle radici cristiane. Da Costantino il Grande, alle battaglie di Poitiers, Gerusalemme, Lepanto, Vienna, s’è mescolato il sangue degli Europei nel segno della Croce, e non vedo come questi popoli non siano tutti, per questo, nostri fratelli.

2) Riguardo al TTIP cosa ne pensa?
- Sono favorevole se anche dal lato dei paesi nord-americani non ci sono ostacoli-non-tariffari, come l’obbligo di un certo numero di componenti fabbricati lì nei loro prodotti, che sembra rimarrebbe.
Noi siamo un popolo con troppa genialità e una naturale generazione di talenti per le nostre ridotte risorse, ci serve un mondo da gestire e il libero scambio è la nostra autostrada per la ricchezza.

3) A Novembre si vota negli Stati Uniti, sarà Clinton contro Trump…un suo commento? Chi si augura che vinca e perché?
- Donald Trump, perché è il candidato scelto dagli elettori del Grand Old Party, e ho fiducia nel popolo americano.
Avrei votato anche più volentieri Ted Cruz.

4) Cosa propone per la crisi medio-orientale? Mi riferisco alla questione siriana, palestinese e la lotta all’ISIS.
5) Cosa propone per la questione libica invece?
- Affronto insieme le due questioni. Inserisco uno spoiler, perché i lettori hanno diritto di non leggere la mia risposta, e io non posso rispondere qualcosa di troppo breve, che sarebbe sbagliato per un problema così complesso. Serve serietà e una battuta di tre righe non la garantirebbe.
Premessa: Il ragionamento che segue presuppone una UE riformata e migliore. Non credo che senza essa questo piano possa funzionare altrettanto bene, perché Russi e Americani non si trovano, mai, d’accordo. Ma io penso che l’Italia possa e debba riformare la UE, e averla resa migliore per quando affronteremo questo problema.

Le tensioni nell’intero mondo arabo nascono da Iran e Arabia Saudita e risentono dei fatti di Israele e Palestina. La Jugoslavia ha tristemente insegnato che ci vorrebbero due Stati etnicamente omogenei. Ma essi non sono possibili attualmente, perché il 20% di mussulmani ricchi ed educati che costituiscono la popolazione di Israele non intendono rinunciare alla propria cittadinanza per andare a guidare, in termini di leadership imprenditoriale e civile, un processo di rinascimento delle martoriate terre palestinesi, e perché le terre palestinesi, d’altra parte, sono solo un campo-profughi privo di qualsiasi sviluppo, abitate da una popolazione ridotta al barbarismo dalla mancanza di scuole. E’ accaduto questo perché tutti gli Stati circostanti, orientati dalla sciagurata leadership Saudita prima e poi da quella Iraniana, nonostante le sconfitte militari, non hanno mai voluto riconoscere la definitività di Israele e assegnare terre coltivabili agli esuli, e hanno preferito finanziarli con i petrodollari perché vivessero negli slum, creando le più grandi fabbriche di attentatori suicidi che il mondo abbia mai visto. In esse gli arabi di Israele, educati, civili, moderati e soprattutto ricchi, non vogliono vivere. Al popolo palestinese, inabile a produrre anche un posacenere fatto bene, non resta così che dedicarsi alle bombe artigianali e al vivere di sussidi UE e OPEC.

Quello della dinastia Saudita e poi degli Ayatollah è stato un progetto finalizzato non tanto a eliminare Israele -cosa impossibile per ragioni militari ed economiche- quanto ad utilizzarlo per ricattare l’occidente, che è caduto nella trappola perché non ha mai voluto emanciparsi realmente dal petrolio, ricorrendo a una vera indipendenza energetica fondata sul nucleare. Un fatto nuovo ora ha cambiato tutto: l’America esporta petrolio e non ha bisogno più dei Sauditi, come non ne ha mai avuto degli Iraniani. Ma abbiamo una scimmia Presidente degli Stati Uniti (scimmia non per le origini, quanto per gli esiti finali) che invece di sfruttare l’occasione per normalizzare Iran e Arabia Saudita ha pensato bene di prendere di mira il Presidente Assad in Siria, il Presidente Mubaraq in Egitto, e il Colonnello Gheddafi in Libia. Tutti costoro, dopo che il mio illustre riferimento e i due Bush gli avevano tagliato le unghie e mostrato la fine dell’espansionista Saddam in diretta TV, non erano affatto un pericolo, ma semmai una risorsa di stabilità. Ora sappiamo che nessuno di loro doveva essere fatto fuori a quel modo senza che avessero invaso alcun confinante. E non si capisce perché lasciare invece in pace Hezbollah, se non per compiacere l’Iran.

Un secondo fatto apre uno scenario risolutivo per la crisi della Terrasanta: Israele ha un processo di islamizzazione dovuto alla differente dinamica demografica tra le componenti etniche della sua popolazione, che alla lunga creerà un incentivo politico per liberarsi dei palestinesi con cittadinanza Israeliana, e che potrebbe rendere finalmente possibile una liberazione degli insediamenti, che furono il problema bloccante Camp David, con la soluzione di impiegarli per un resettling di questi arabi israeliani, volontario, attuato in un lungo periodo, e finalizzato a riportare oltreconfine i coloni ebrei attuali, che sono i falchi più rigidi. Tutto questo va coadiuvato, a cominciare da Assad in Siria, Al Sisi in Egitto e il generale Haftar in Libia, con una nuova stagione di stabilità cercata con l’aiuto della Russia e non contro di essa.

Per farlo è necessario anzitutto far cessare il terrorismo dell’ANP, e sterilizzare il ruolo di Iran e Arabia. L’UE dovrebbe proporre alle due potenze di legare ognuna le mani al suo alleato, la Russia all’Iran e l’America all’Arabia, vietando loro, pena l’embargo, qualunque interferenza con la Terrasanta. Per forzare le potenze a questa soluzione un nuovo campione, Europeo, dovrebbe sorgere in zona: Re Abdallah II di Giordania, che ha studiato nel Regno Unito, ha le caratteristiche per essere l’inviato UE in Terrasanta, e potrebbe guidare una coalizione di truppe Europee destinata a operare come forza di interposizione tra Israele e ANP, nella fascia di confine e nei dintorni degli insediamenti, se non un vero e proprio protettorato Giordano sulla Palestina. Ricordo, infatti, che la Giordania è l’unico paese che cinquant’anni fa ha dato la cittadinanza ai Palestinesi esuli, anziché blindarli nei campi profughi, ed è dunque quello che ha il diritto di guidare il processo.

Il consenso Russo andrebbe ottenuto revocando qualsiasi embargo oggi in vigore, sul presupposto che la guerra in Crimea è finita, e che la Crimea fa ormai parte della Russia. Il consenso Americano verrebbe spontaneamente appena disinnescata la questione Russa, se la soluzione non sarà sgradita a Israele.
Assad, Al Sisi e Haftar, con la rispettiva benedizione americana e russa, dovrebbero quindi diventare amici e alleati della UE, in cambio di due sole richieste: 1) blocco dell’immigrazione verso l’Europa ai loro confini, nel nostro interesse e 2) cittadinanza ai Palestinesi che la richiedano, per svuotare i campi profughi e svelenire la situazione intorno al processo di pace da riavviare secondo la traccia originaria, nell’interesse di Israele e, ovviamente, dei Palestinesi.

6) Cosa ne pensa della situazione spagnola?
- Non credo che la Spagna abbia reali problemi di cui parlare. Quelli in Catalogna son simili a quelli del Regno Unito che li ha superati benissimo in Scozia. Stiamo peggio in Italia. Loro per fortuna hanno un Re’ Sovrano che non risponde a potenze estere ma solo al bene dei suoi figli e della Spagna. Risolveranno civilmente le dispute, vedrete.

7) Cosa ne pensa del referendum britannico sulla Brexit?
- Sono una nazione solida perché hanno una Regina e una famiglia reale amata. Essendo nella grey list starebbero benissimo anche da soli: il primo paradiso fiscale dotato di bombe atomiche. Noi, invece, perderemmo una nazione che crede nell’Europa leggera ed economica, a favore dei sostenitori dell’EURSS pervasiva del gender nelle scuole e della curvatura delle zucchine. Spero, con tutto il cuore, che rimangano.

8) Parliamo di Italia ora, a ottobre ci sarà il referendum sulla riforma Boschi della Costituzione? Cosa ne pensa? Cambierebbe qualcosa? Se si, cosa?
- Sono orientato per il no. La riforma non mi piace. La parte della Costituzione Italiana da riformare è la prima, non tanto la seconda. Bisognerebbe tutelare la proprietà privata. Nella seconda parte, Titolo V e art. 139 andrebbero davvero aboliti, soprattutto le Regioni a Statuto Speciale, che sono una vergogna. Ma Renzi non ha toccato nulla di ciò che doveva e ha invece abolito una camera di eletti per trasformarla in una di nominati.

9) E’ ormai in dirittura d’arrivo la riforma della P.A, lei è d’accordo su le linee guida stabilite in legge delega?
- Quante PA verranno chiuse dalla riforma? Nessuna. Saranno tutte, solo, cambiate o spostate. Accorpate, divise, interpolate. Nessun dipendente pubblico a casa. Ecco perché non è una riforma della PA. E’ solo un ‘facite ammuina’. C’è qualche miglioramento minore nelle procedure, certo, ma è quasi solo acqua fresca!

10) Se lei fosse Presidente del Consiglio, quale sarebbe la sua agenda europea e internazionale in politica estera?
- Riunire l’Europa divisa e impiegarla attivamente per far cessare il conflitto tra America e Russia, che per larga parte oggi si svolge sull’estensione della rispettiva influenza sul continente Europeo, iniziando utilmente a risolvere i problemi del medio-oriente, e così la base dei flussi migratori, per fermare il nemico vero che è l’islamizzazione dei nostri paesi.

11) La ripresa dell’economia è timida e dà segnali contradditori, se fosse Ministro dell’Economia quali provvedimenti adotterebbe per dare una svolta decisa all’economia italiana?
- Li ho fatti approvare dal Parlamento di POL come Ministro dell’Economia nell’ultima legislatura. Sono elencati qui. (https://forum.termometropolitico.it/683483-gazzetta-ufficiale.html#post15411916) (Link) Penso vadano attuati. E dopo i primi trenta miliardi di taglio fiscale e di spese, servirebbero altri trenta miliardi in meno di tasse e spese negli anni seguenti. I soldi vanno presi da tutta la PA, salvo le Forze Armate.

12) Parliamo di diritti civili, cosa ne pensa della Legge Cirinnà sulle unioni civili?
- Tutto il male possibile. Non dà libertà ma distrugge comunque la famiglia.

13) Cosa nel pensa del sindacato in generale in Italia? Come pensa dovrebbe essere il rapporto tra Governo e parti sociali?
- La mia filosofia su questo può essere spiegata in tre minuti. Vale allora la pena di sentirla proprio così, dalla voce di Ronald Reagan, a proposito dei controllori di volo:



https://www.youtube.com/watch?v=Dc8brHWFZMY

14) Pensioni, cosa dovrebbe fare il Governo? Che ruolo immagina debba avere l’INPS?
15) Fondi pensioni e previdenza complementare, cosa ne pensa?
- Rispondo assieme a queste domande. Il centrodestra sostiene il modello di sistema pensionistico a capitalizzazione inventato dall’economista Josè Pinera dell’Università di Chicago, implementato per la prima volta dalla Junta del Presidente Pinochet in Cile, e successivamente diffusosi in molti paesi del mondo. Per chi vuole saperne di più, non mi sottraggo a un approfondimento:
Per chi inizia a lavorare da domani andrebbe eliminato l’INPS, che serviva a garantire una prestazione indiscutibile oggi smentita dalla realtà quotidiana degli anziani, e già sostituita nei fatti per il futuro dalla corretta intuizione di ogni bravo giovane italiano che questi contributi siano ormai una truffa, e solo un altro nome delle tasse. Il lavoratore dovrebbe quindi poter versare volontariamente il denaro nei fondi, e lo Stato dovrebbe vigilarli e curare che siano molti e nessuno troppo grande, sul modello Cileno.

L’evidenza ha dimostrato che se c’è concorrenza qualunque fondo pensione, anche il peggiore, fa più soldi dello Stato, anche solo perché investe per un certo tempo il denaro anziché meramente ridistribuirlo da chi versa a chi prende. Si arricchiscono così tutti, specialmente quelli che sono i più deboli, proprio come è successo in Cile. Il sistema Cileno di Josè Pinera risolverebbe anche il problema del credito alle nostre imprese: le realtà su cui i fondi andrebbero a investire.

Altresì le pensioni già esistenti, per il rispetto che si deve agli anziani, vanno mantenute. Chi già lavora, dovrà pagare i contributi e deve poter avere la pensione, o rinunciare a entrambi. Mano a mano che, con i pensionamenti e gli opt out (solo volontari!) questi individui finiranno. Resterà solo la spesa per le pensioni residue e questa spesa pensionistica, che chiamiamo latente, anno per anno, sarà mantenuta inizialmente con tagli di spese, e infine, per forza di cose, dalle tasse (che già comunque coprono il 30% dell’INPS) crescenti in proporzione speculare alla diminuzione dei contribuenti pensionistici esistenti.

Alla fine, come accaduto in Cile, il sistema a “capitalizzazione” costerà complessivamente molto di meno del sistema a “ripartizione” perché i soldi investiti creano altri soldi, e l’economia sarà cresciuta grazie ad essi, e al nuovo credito alle imprese nazionali; inoltre aboliremo i mandarini delle gestioni pensionistiche, a iniziare dal D’Alemiano Boeri (che per tenere in piedi un sistema rotto, vorrebbe tagliare le pensioni a chi le ha e magari ci paga i mutui sulla casa dei figli...sciagurato). Ma ciò che più importa è il fatto che col sistema Cileno l’economia nazionale sarà finalmente liberata dagli effetti demografici, sganciando la sostenibilità del sistema pensionistico dall’obbligo di far entrare immigrati, che pone a rischio la sopravvivenza della nostra cultura nazionale.

L’esperienza del Cile, che partiva da un’economia devastata dai socialisti di Allende, è stata quella di un aumento del PIL incredibile, il più alto dell’America Latina, proseguito per trent’anni a seguito della riforma delle pensioni di Pinera, talmente forte da azzerare l’extradeficit dovuto alle pensioni residue del vecchio sistema. E’ necessario replicare questo modello qui, per diluire l’aumentato carico per mantenere le pensioni esistenti nel tempo, per ridare credito alle imprese e alle buone idee, e al contempo salvare i nostri giovani dai contributi che oggi distruggono il loro reddito. Ricordo che anche nei vecchi minimi su magri mille euro mensili che prende una giovane partita IVA abbiamo una pressione totale iniziale reale del 35% (!).

16) Giustizia, i ritardi nel giungere alla fine dei processi sono ormai cronici, cosa ne pensa? Cosa cambierebbe? Sulla riforma della prescrizione cosa ne pensa?
- Nel sistema italiano? Nessuna modifica della prescrizione e nessuna amnistia, ma riduzione drastica delle libertà vigilate, degli affidamenti in prova e rigido inasprimento delle leggi fallimentari. Occorre tenere meno giudici penali a incarcerare gente appena scarcerata che verrà rincarcerata, o giudici civili a pizzicare falliti già falliti che rifalliranno. Soprattutto servono molti più giudici civili e penali, nell’ordine del doppio che oggi (+9000).
Abbattere i processi penali e quelli di criminalità economica, che rallentano la giustizia e i regolari pagamenti dei debiti, è il modo per restare scrupolosi sui giudizi che riguardano la famiglia e i diritti. La giustizia, è paradossale dirlo, è un “diritto” – è “il diritto” ed è l’unico compito che quasi tutti riconoscono allo Stato e non è ammissibile che costi così tanto e funzioni così male. Se no hanno ragione i miei amici libertari, quando dicono che la giustizia è meglio privata.




Terza parte: vita privata



1) Passiamo ora a conoscerla da un punto di vista personale, tanto per cominciare- Direttore, permetta, la fermo subito. Non ho bisogno di piacere agli elettori per empatia umana, ma per quali idee ho e per cosa rappresento. Le sue domande sulle vacanze etc. mi fanno venire in mente una famosa intervista a Margareth Thatcher, e l’altrettanto sua famosa risposta.




https://www.youtube.com/watch?v=QiMs165tVdw

FrancoAntonio
16-06-16, 09:49
Ronnie continua a battere e ribattere che siccome non c'è stato ricorso alla corte per 12 mesi la cosa è positiva grazie alla sua meravigliosa costituzione che è stata fatta cosi' bene da non richiedere contestazioni.

Io la penso all'opposto, la sua costituzione è complessa, la conosce solo lui e se non ci sono stati ricorsi è che il gioco in quanto tale oltre a essere complesso, interessa solo 4 persone di cui tre sono dalla sua parte e solo una (Gdem) all'opposizione

Io comunque delle costituzioni talmente perfette e ben confezionate da non richiedere contestazioni non mi fido, mai.

Jerome
16-06-16, 10:42
Sanders non è un comunista l'incompetenza del candidato di centrodestra (pardon, estrema destra) si vede dalla prima risposta. Riformare la prima parte della Costituzione? Ossia i diritti civili e politici? È un pericolo. Inoltre accettano pure i cloni dentro PL.