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Kavalerists
09-07-16, 20:21
L'Intellettuale Dissidente (http://www.lintellettualedissidente.it/) / Esteri (http://www.lintellettualedissidente.it/Esteri)

http://www.lintellettualedissidente.it/wp-content/uploads/2016/07/di-battista-di-maio-m5s-940x200.jpg Verso un Movimento 5 Stelle e strisce? Di Maio aspira a diventare l’ennesimo portalettere degli Usa, o il Presidente del Consiglio di un’Italia che osa proporre un’Europa finalmente indipendente dall’anacronistica catena targata Nato?
di Alessio Mannino (http://www.lintellettualedissidente.it/redazione/mannino-al/) - 9 luglio 2016


Per la Nato la Guerra Fredda con la Russia non è mai finita, checché ne dica stoltamente il suo segretario generale Jens Stoltenberg. Come le definireste voi se non misure scopertamente ostili a Putin, tutte le decisioni prese dal vertice dell’Alleanza Atlantica a Varsavia (casualmente scelta in quanto dava il nome all’omologa coalizione nemica guidata dall’Urss), alla vigilia del Consiglio Nato-Russia del 13 luglio? Invio di quattro battaglioni, totale 5 mila uomini, distribuiti fra Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia; il furbesco trasferimento dagli Usa alla Nato del comando del sistema missilistico europeo (navi in Spagna, radar in Turchia, sito per intercettazioni in Romania); un bel giro di bullone ad più stretta cooperazione (leggi: vincolamento) fra l’Alleanza e l’Unione Europea nelle operazioni militari e nella cyber security. Traduzione: cara Europa, sei legata mani e piedi ancor più di prima a Washington e ora ti lasci imbrigliare in una autolesionistica cold war contro i russi, che invece sarebbero i tuoi alleati naturali se solo ti slacciassi il guinzaglio Nato con cui gli Stati Uniti ti tengono in sudditanza dal 1943 ad oggi. Ciliegina sulla mefitica torta, la somma ipocrisia di quell’ometto di Francois Hollande, che imperanti le sanzioni Ue anti-russe ha dichiarato che «la Russia non è un avversario ma può essere un partner». Bei tempi, quando De Gaulle sbatteva le dovute porte in faccia a les Americains. In tutto questo, noi italianuzzi ci beiamo di essere «essere uno dei Paesi che dà più alla Nato» (Matteo Renzi), ossia l’8,7% del budget, quinti dopo la Gran Bretagna. Qualcuno che a Roma e dintorni abbia mosso una critica, un’obiezione, un dubbio? Nessuno. Neanche il Movimento 5 Stelle, che pure sulla servitù atlantica ha sempre avuto una posizione negativa. Per la verità, qualcosa i pentastellati hanno prodotto: un doppio documento di senatori e deputati, che evidentemente non sono affatto d’accordo fra loro. Quello di Montecitorio si limita a consigliare di “operare conseguentemente nell’ambito del Consiglio contro il rafforzamento della cooperazione UE-Nato”. Quello di Palazzo Madama, invece, chiede di “informare i Governi dei Paesi alleati che l’Italia intende ritirare il proprio consenso al concetto strategico della NATO in ordine alla legittimità del cosiddetto strike nucleare” e di “promuovere il progressivo disimpegno dei contingenti militari dalle varie missioni internazionali della NATO”. Non è un segreto che nella risoluzione più morbida vi sia la mano del candidato premier in pectore, Luigi Di Maio. Il dritto, affilato, compìto, istituzionalissimo Di Maio. Che faticando in lungo e in largo a dare del Movimento 5 Stelle un’immagine di credibile forza di governo, sta con tutta evidenza tentando di edulcorarne l’originaria, confusa ma vitale carica sovversiva. Non per niente ha fatto anche lui la sua brava tappa a Tel Aviv a baciare la pantofola a Israele, come si conviene a tutti i politici italiani che vogliano accreditarsi presso una delle lobby più potenti al mondo.
Ora, diciamo questo: la Nato non ha più alcun senso difensivo, che poi è quello per cui è stata fondata, da quanto è crollata l’Unione Sovietica e si è sfaldato il contraltare Patto di Varsavia. Gli Usa hanno tutto l’interesse a mantenerla in vita perché così hanno buon gioco a inchiodare sul territorio europeo le loro truppe sotto l’ombrello atlantico, a guardia del Vecchio Continente che, in tale condizione di minorità mascherata da “alleanza”, si può scordare di raggiungere mai un’unione politica non avendo un esercito tutto suo e una politica estera libera dall’intrusione a stelle e strisce. In due parole: finché dura e si alimenta la Nato, una vera Europa non nascerà mai. A sostenerlo, sia pur con lo stile pacato e diplomatico che gli è proprio, è per esempio l’ex ambasciatore Sergio Romano firma principe del Corriere della Sera. Un liberal-conservatore a tutto tondo, non un estremista antiamericano. Di Maio aspira a diventare l’ennesimo portalettere degli Usa, o il Presidente del Consiglio di un’Italia che osa proporre un’Europa finalmente indipendente dall’anacronistica catena targata Nato? Purtroppo, i suoi recenti passi fanno supporre che la prima sia la strada già tracciata. Con tanti cari saluti ad una delle istanze più felici di un movimento in fase di rapida e grigia normalizzazione.

Verso un Movimento 5 Stelle e strisce? (http://www.lintellettualedissidente.it/esteri-3/verso-un-movimento-5-stelle-e-strisce/)

LupoSciolto°
12-07-16, 09:12
L'Intellettuale Dissidente (http://www.lintellettualedissidente.it/) / Esteri (http://www.lintellettualedissidente.it/Esteri)

http://www.lintellettualedissidente.it/wp-content/uploads/2016/07/di-battista-di-maio-m5s-940x200.jpg Verso un Movimento 5 Stelle e strisce?

Di Maio aspira a diventare l’ennesimo portalettere degli Usa, o il Presidente del Consiglio di un’Italia che osa proporre un’Europa finalmente indipendente dall’anacronistica catena targata Nato?
di Alessio Mannino (http://www.lintellettualedissidente.it/redazione/mannino-al/) - 9 luglio 2016


Per la Nato la Guerra Fredda con la Russia non è mai finita, checché ne dica stoltamente il suo segretario generale Jens Stoltenberg. Come le definireste voi se non misure scopertamente ostili a Putin, tutte le decisioni prese dal vertice dell’Alleanza Atlantica a Varsavia (casualmente scelta in quanto dava il nome all’omologa coalizione nemica guidata dall’Urss), alla vigilia del Consiglio Nato-Russia del 13 luglio? Invio di quattro battaglioni, totale 5 mila uomini, distribuiti fra Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia; il furbesco trasferimento dagli Usa alla Nato del comando del sistema missilistico europeo (navi in Spagna, radar in Turchia, sito per intercettazioni in Romania); un bel giro di bullone ad più stretta cooperazione (leggi: vincolamento) fra l’Alleanza e l’Unione Europea nelle operazioni militari e nella cyber security. Traduzione: cara Europa, sei legata mani e piedi ancor più di prima a Washington e ora ti lasci imbrigliare in una autolesionistica cold war contro i russi, che invece sarebbero i tuoi alleati naturali se solo ti slacciassi il guinzaglio Nato con cui gli Stati Uniti ti tengono in sudditanza dal 1943 ad oggi. Ciliegina sulla mefitica torta, la somma ipocrisia di quell’ometto di Francois Hollande, che imperanti le sanzioni Ue anti-russe ha dichiarato che «la Russia non è un avversario ma può essere un partner». Bei tempi, quando De Gaulle sbatteva le dovute porte in faccia a les Americains. In tutto questo, noi italianuzzi ci beiamo di essere «essere uno dei Paesi che dà più alla Nato» (Matteo Renzi), ossia l’8,7% del budget, quinti dopo la Gran Bretagna. Qualcuno che a Roma e dintorni abbia mosso una critica, un’obiezione, un dubbio? Nessuno. Neanche il Movimento 5 Stelle, che pure sulla servitù atlantica ha sempre avuto una posizione negativa. Per la verità, qualcosa i pentastellati hanno prodotto: un doppio documento di senatori e deputati, che evidentemente non sono affatto d’accordo fra loro. Quello di Montecitorio si limita a consigliare di “operare conseguentemente nell’ambito del Consiglio contro il rafforzamento della cooperazione UE-Nato”. Quello di Palazzo Madama, invece, chiede di “informare i Governi dei Paesi alleati che l’Italia intende ritirare il proprio consenso al concetto strategico della NATO in ordine alla legittimità del cosiddetto strike nucleare” e di “promuovere il progressivo disimpegno dei contingenti militari dalle varie missioni internazionali della NATO”. Non è un segreto che nella risoluzione più morbida vi sia la mano del candidato premier in pectore, Luigi Di Maio. Il dritto, affilato, compìto, istituzionalissimo Di Maio. Che faticando in lungo e in largo a dare del Movimento 5 Stelle un’immagine di credibile forza di governo, sta con tutta evidenza tentando di edulcorarne l’originaria, confusa ma vitale carica sovversiva. Non per niente ha fatto anche lui la sua brava tappa a Tel Aviv a baciare la pantofola a Israele, come si conviene a tutti i politici italiani che vogliano accreditarsi presso una delle lobby più potenti al mondo.
Ora, diciamo questo: la Nato non ha più alcun senso difensivo, che poi è quello per cui è stata fondata, da quanto è crollata l’Unione Sovietica e si è sfaldato il contraltare Patto di Varsavia. Gli Usa hanno tutto l’interesse a mantenerla in vita perché così hanno buon gioco a inchiodare sul territorio europeo le loro truppe sotto l’ombrello atlantico, a guardia del Vecchio Continente che, in tale condizione di minorità mascherata da “alleanza”, si può scordare di raggiungere mai un’unione politica non avendo un esercito tutto suo e una politica estera libera dall’intrusione a stelle e strisce. In due parole: finché dura e si alimenta la Nato, una vera Europa non nascerà mai. A sostenerlo, sia pur con lo stile pacato e diplomatico che gli è proprio, è per esempio l’ex ambasciatore Sergio Romano firma principe del Corriere della Sera. Un liberal-conservatore a tutto tondo, non un estremista antiamericano. Di Maio aspira a diventare l’ennesimo portalettere degli Usa, o il Presidente del Consiglio di un’Italia che osa proporre un’Europa finalmente indipendente dall’anacronistica catena targata Nato? Purtroppo, i suoi recenti passi fanno supporre che la prima sia la strada già tracciata. Con tanti cari saluti ad una delle istanze più felici di un movimento in fase di rapida e grigia normalizzazione.

Verso un Movimento 5 Stelle e strisce? (http://www.lintellettualedissidente.it/esteri-3/verso-un-movimento-5-stelle-e-strisce/)

Condivido quanto scritto dagli amici "dissidenti". Giorno dopo giorno, il M5S sta mostrando il volto di un partito moderato, liberal-liberista e atlantista. Un partito che deve rassicurare i dominatori per, eventualmente, poter governare la colonia Italia.

Chiaramente, su questo forum, ognuno può pensarla a modo proprio e concedere, se lo desidera, un'altra chance ai pentastellati. Unico punto a loro favore: a differenza degli altri partiti (Lega e SEL compresi) non si tratta di gente che ha governato/saccheggiato il nostro paese.

Hynkel
12-07-16, 10:38
Il rischio c'è ma... vedremo

LupoSciolto°
12-07-16, 11:46
Il rischio c'è ma... vedremo

Da par mio, credo proprio che non li voterò. O il PC (non il computer:D) o scheda bianca.

Tra l'altro, sono venuto a conoscenza anche di questa vecchia vicenda

PMLI Per bocca dell'ambasciatore Thorne. Gli imperialisti americani danno il via libera al M5S per il governo (http://www.pmli.it/impierialismoUsagrillo.htm)

I toni dei settari del PMLI lasciano il tempo che trovano...ma ci troviamo di fronte a dei dati di fatto.

Ognuno è libero di votare per chi vuole , in questo senso non me ne vogliano Logomaco e Molly, ma la mia scelta l'ho già fatta.

cocco27
12-07-16, 13:20
Mah a me questi criticismi da duri e puri da poltrona lasciano sempre perplesso. Davvero si pensa che chiunque voglia minimamente cambiare le cose possa seriamente dire su due piedi addio Nato, addio Ue,... Queste cose van bene come slogan e come obiettivi a lungo termine, ma nella realta' politica le cose sono ben diverse. Hai molto da perderci e devi essere bravo a barcamenarti tra cio' che si puo' fare e cio' che idealmente . Nemmeno il governo piu' anticapitalista e antiimperialista del mondo potrebbe fanculizzare la Nato da un giorno all'altro, poiche' e' oggettivo che senza l'Italia non ha un sistema militare degno di questo nome e che le ripercussioni diplomatiche potrebbero essere pesanti anche in ambito economico.
In realta' proprio per questi motivi un partito che voglia cambiare sul serio le cose deve avere una visione lucidissima, un programma chiaro e una leadership ineccepibile. Per questo motive credo che un accozzaglia di diverse istanze come il M5S non andra' poi tanto in la'. Per inorganizzazione e incapacita' pero', non per "tradimento".

Logomaco
12-07-16, 13:47
L'importante è che mettano in atto il loro programma, poi se per farlo e' necessario fare compromessi pazienza

LupoSciolto°
12-07-16, 15:28
Mah a me questi criticismi da duri e puri da poltrona lasciano sempre perplesso.

Infatti non ho avuto parole d'elogio per il PMLI e i suoi toni inutilmente "barricaderi".


Davvero si pensa che chiunque voglia minimamente cambiare le cose possa seriamente dire su due piedi addio Nato, addio Ue,

Però sono obiettivi da tenere bene a mente. Non un passo indietro o un tentennamento.


Nemmeno il governo piu' anticapitalista e antiimperialista del mondo potrebbe fanculizzare la Nato da un giorno all'altro

Un governo anticapitalista e antimperialista, semplicemente, non potrebbe esistere all'interno dell'ombrello NATO e dell'eurolager. Nemmeno moderati apprezzabili come Palme e De Gaulle, a quanto pare, esistono più.





poiche' e' oggettivo che senza l'Italia non ha un sistema militare degno di questo nome e che le ripercussioni diplomatiche potrebbero essere pesanti anche in ambito economico.

E' necessaria la costituzione di un esercito nazionale di difesa completamente svincolato da ingerenze atlantiste. Parlo dell'Italia come dell'intera Europa (da soli, questo è vero, non potremo fare nulla).




In realta' proprio per questi motivi un partito che voglia cambiare sul serio le cose deve avere una visione lucidissima, un programma chiaro e una leadership ineccepibile.

Su questo siamo d'accordo.



Per questo motive credo che un accozzaglia di diverse istanze come il M5S non andra' poi tanto in la'. Per inorganizzazione e incapacita' pero', non per "tradimento".

Beh però tanto la Appendino quanto la Raggi avevano posto il RDC come priorità. E molta gente le ha votate per questo motivo. Ora la cosa sembra essere passata leggermente in secondo piano. Pronto a ricredermi qualora dovessero darsi da fare in tal senso. Ma l'andazzo non è dei migliori. Almeno per ora.

cocco27
12-07-16, 15:43
Un governo anticapitalista e antimperialista, semplicemente, non potrebbe esistere all'interno dell'ombrello NATO e dell'eurolager. Nemmeno moderati apprezzabili come Palme e De Gaulle, a quanto pare, esistono più.



Vero, ma dall'ombrello NATO e dall'Eurolager ci scappi fuori sono con una lunga e faticosa azione diplomatica e strategica fatta di pressioni, dissimulazioni, strategie alternative,... Non e' certo qualcosa che "detto fatto". Se provi a fare qualcosa del genere senza preparazione meticolosa vieni spazzato via su tutti i fronti. Non sono decisioni che possono essere prese "a furor di popolo" da un giorno all'altro, sono mosse piu' alla Machiavelli.
Un conto e' quando ci si oppone a qualcosa, li' puoi usare tutti i toni forti che necessiti, se pero' devi operare concretamente e' necessaria una sana realpolitik. Come dire, pur di non rischiare di rimanere il bersaglio ideale delle mire imperialiste globali, Stalin ha accettato di allearsi con la Germania, e mi pare alla fine la storia gli abbia dato ragione.

LupoSciolto°
12-07-16, 16:01
Vero, ma dall'ombrello NATO e dall'Eurolager ci scappi fuori sono con una lunga e faticosa azione diplomatica e strategica fatta di pressioni, dissimulazioni, strategie alternative,... Non e' certo qualcosa che "detto fatto". Se provi a fare qualcosa del genere senza preparazione meticolosa vieni spazzato via su tutti i fronti. Non sono decisioni che possono essere prese "a furor di popolo" da un giorno all'altro, sono mosse piu' alla Machiavelli.
Un conto e' quando ci si oppone a qualcosa, li' puoi usare tutti i toni forti che necessiti, se pero' devi operare concretamente e' necessaria una sana realpolitik. Come dire, pur di non rischiare di rimanere il bersaglio ideale delle mire imperialiste globali, Stalin ha accettato di allearsi con la Germania, e mi pare alla fine la storia gli abbia dato ragione.

Pienamente d'accordo. Il problema, però, è che oggi non abbiamo figure MINIMAMENTE sovraniste o disposte a distanziarsi dal modello turbocapitalista. Ho fatto i nomi di De Gaulle e Palme, non certo di rivoluzionari armati, per sottolineare che in altri tempi era per lo meno possibile far valere il diritto all'autodeterminazione nazionale e al potenziamento del welfare. Oggi il cielo è plumbeo più che mai. Non ho ricette a portata di mano. Ma , sicuramente, all'astuzia diplomatica è necessario affiancare 1) un forte supporto popolare 2) l'incorruttibilità morale dei leader politici. Non vendersi , quindi, per 30 denari alla BCE, alla NATO o alla mafia.

Kavalerists
12-07-16, 19:02
Mah a me questi criticismi da duri e puri da poltrona lasciano sempre perplesso. Davvero si pensa che chiunque voglia minimamente cambiare le cose possa seriamente dire su due piedi addio Nato, addio Ue,... Queste cose van bene come slogan e come obiettivi a lungo termine, ma nella realta' politica le cose sono ben diverse. Hai molto da perderci e devi essere bravo a barcamenarti tra cio' che si puo' fare e cio' che idealmente . Nemmeno il governo piu' anticapitalista e antiimperialista del mondo potrebbe fanculizzare la Nato da un giorno all'altro, poiche' e' oggettivo che senza l'Italia non ha un sistema militare degno di questo nome e che le ripercussioni diplomatiche potrebbero essere pesanti anche in ambito economico.
In realta' proprio per questi motivi un partito che voglia cambiare sul serio le cose deve avere una visione lucidissima, un programma chiaro e una leadership ineccepibile. Per questo motive credo che un accozzaglia di diverse istanze come il M5S non andra' poi tanto in la'. Per inorganizzazione e incapacita' pero', non per "tradimento".

Certo concordo che certi obiettivi non possono essere considerati dietro l'angolo, ma sarebbero progetti a molto lunga scadenza, però questa incapacità e mancanza di organizzazione non contraddice affatto una eventuale, o già palese, scelta di "normalizzazione" da parte del M5S, anzi viste le manchevolezze su esposte sarebbe anche la via più semplice da intraprendere. E comunque una cosa è il tenere a bada, comprensibilmente, istanze che sono al momento indubbiamente utopiche, e un'altra cosa sono i "cedimenti strutturali" dell'impianto ribellistico e antagonistico con il quale il M5S si è sempre presentato, come possono essere le visite a Tel Aviv o gli incontri con la Trilateral ( questa se non è una bufala ).

LupoSciolto°
13-07-16, 10:38
L'onestà deve essere il nostro primo requisito. Riconoscere quando l'M5S sbaglia o viene a patti con i poteri che dice di voler combattere. Ma dobbiamo anche mettere in rilievo lodevoli iniziative come questa

https://frammentivocalimo.blogspot.it/2016/07/delegazione-di-parlamentari-5-stelle-in.html?spref=fb

cocco27
13-07-16, 11:30
Certo concordo che certi obiettivi non possono essere considerati dietro l'angolo, ma sarebbero progetti a molto lunga scadenza, però questa incapacità e mancanza di organizzazione non contraddice affatto una eventuale, o già palese, scelta di "normalizzazione" da parte del M5S, anzi viste le manchevolezze su esposte sarebbe anche la via più semplice da intraprendere. E comunque una cosa è il tenere a bada, comprensibilmente, istanze che sono al momento indubbiamente utopiche, e un'altra cosa sono i "cedimenti strutturali" dell'impianto ribellistico e antagonistico con il quale il M5S si è sempre presentato, come possono essere le visite a Tel Aviv o gli incontri con la Trilateral ( questa se non è una bufala ).

Son daccordo in linea di massima in questo, pero' l'articolo mi e' sembrato un pochettino semplicistico. Nessuno di noi e' mai entrato nei piani alti della politica che conta, quindi non abbiamo la piu' pallida idea di quali di queste cose siano effettivamente "passi verso una sistematizzazione del movimento" e quali atti dovuti per gestire situazioni di tale portata. Userei temi un po' piu' concreti per valutare l'operato dei 5 stelle, tutto qui.