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Kavalerists
31-07-16, 07:46
L'Intellettuale Dissidente (http://www.lintellettualedissidente.it/) / Italia (http://www.lintellettualedissidente.it/Italia)

http://www.lintellettualedissidente.it/wp-content/uploads/2016/07/o-RENZI-RAI-facebook-940x200.jpg Il golpe estivo alla Rai in vista del Referendum Dopo la bagarre scoppiata a Viale Mazzini sulle cifre record elargite a Antonio Campo Dall’Orto e amici, Renzi rimaneggia la Rai in vista del Referendum Costituzionale. Via la Berlinguer da Tg3, dentro quelli del Sì: poi tutti al mare col bavaglio in bocca.
di Simone Cosimelli (http://www.lintellettualedissidente.it/redazione/s-cosimelli/) - 29 luglio 2016


Mario Orfeo resterà al suo posto. Del resto, sotto la sua direzione, il Tg1 il 9 giugno scorso riuscì a censurare i fischi riservati a Renzi durante l’assemblea di Confcommercio (e lui, pronto, «Ho fatto l’arbitro in Garfagnana, figurarsi se…). Riuscì pure, dal 4 al 10 aprile, in procinto del voto, a riservare solo 13 minuti e 28 secondi di “servizio pubblico” al tema delle Trivelle. Che era meno, in sostanza, di quanto se n’era parlato il mese prima. Non solo: dal 20 aprile al 6 giugno, il Tg1 – coadiuvato da Tg2 e Rainews – ha concesso 7 ore alle ragioni del Sì per il Referendum costituzionale, e appena 79 secondi ad Alessandro Pace, costituzionalista e presidente Comitato del No. Dunque Orfeo, nella prossima rimaneggiata ai vertici dei telegiornali invocata dai renzianissimi Michele Anzaldi (Segretario di indirizzo e vigilanza dei servizi radiotelevisivi (http://parlamento17.openpolis.it/commissioni-bicamerali-in-parlamento/camera#71)) e Alessia Rotta (sempre critica contro chi lo è col Pd), rimarrà al suo posto. Per l’indiretta emanazione del Presidente, invece, colpito dalla bagarre scatenata dalla messa on-line degli onerosi stipendi Rai, nel gioco delle totonomine, potrebbe rimetterci la testa Marcello Masi, direttore del Tg2. Lui, fellone, delle trivelle parlò addirittura 19 minuti, riportò timidamente la notizia delle contestazioni ed è sempre stato meno propenso a decantare le gesta di quelli che il Sì. Per sostituirlo si fa il nome di Ida Colucci, decisamente più gradita e già nota i Viale Mazzini. Dovrà invece dimettersi, come dovette farlo a suo tempo Nicola Porro, quella ragazzaccia di Bianca Berlinguer. La partita per cambiare il Paese riformando la seconda parte della Carta costituzionale si gioca anche e soprattutto sull’informazione chiara, limpida e libera. Quindi la troppa autonomia della direttrice di Tg3 dà fastidio. Daria Bignardi, in capo a Rai3 (con 300mila euro) non muoverà un dito, e il motivo, quello ufficiale, già c’è: la Berlinguer lavora lì da ben 7 anni, veramente troppi. Infatti la sostituiranno con Antonio Di Bella, che alla guida del Tg3 ne aveva fatti 8 (2001-2009) e tornerà tutto contento dallo studio adiacente di Rainews. Lo stipendio, c’è da aspettarselo, non cambierà: 280mila euro. Ma la figlia del più noto politico che ha fatto di male? Be’, per esempio, quando i leopoldini cercavano di attaccarsi all’eredità di suo padre per promuovere il Ddl Boschi (perché «anche lui voleva una Camera sola») lei li bacchettò tutti e difese il giornalista dell’Unità, Massimo Franchi, che ricordava quello di Gramsci come un giornale di sinistra, e non renziano renzianissimo. Ci fu poi un’imbarazzante intervista della stessa Bianca allo stesso Matteo. Lei incalzava, lui – scosso – rispondeva: «Credo che la Rai, il sistema dell’informazione in generale, debbano essere liberi e indipendenti, e raggiungere dei risultati: il primo è far sì che i nostri cittadini siano sempre più orgogliosi delle cose che vanno, critici sulle cose che non vanno». E siccome il Tg3 un po’ critico lo è stato, si cambia. Anche adesso che Berlinguer non serve per la propaganda e si usa la minaccia terroristica. Un report dell’Agicom – fine maggio – dipingeva una Rai che al Pd, al Governo, alla Boschi e, ovviamente, a Renzi spalancava le porte con la bellezza di 14 ore e 29 minuti di media ogni 7 giorni. Una distanza siderale dalle altre forze politiche. Per dire: nell’arco tra il 22 e il 29 maggio, al Movimento Cinque Stelle si concessero circa 15 minuti al giorno, al Partito Democratico un’ora e mezza. A Renzi, però, tutto questo non basta. E imbufalito con Campo dall’Orto, pure impegnato ad arrangiare frasi credibili sul perché prenda 650mila per un’incomprensione d’ufficio, otterrà probabilmente le nuove nomine già il 3 agosto, nell’ultima Cda prima di andare al mare. E nell’attesa, contro le vive proteste del consigliere Carlo Freccero («E’ in atto un blitz, un colpo di mano estremamente pericoloso»), l’Ad della Rai ha deciso di continuare sulla via della Trasparenza e della chiarezza verso i cittadini, in nome dell’informazione. Non a caso, in una nota diramata ammonisce: «Ogni lavoratore subordinato o autonomo deve astenersi scrupolosamente, e con riferimento a qualsiasi contesto pubblico o aperto al pubblico (incluse testate on line, blog, social network tc.) dal rilasciare interviste non autorizzate a organi di stampa, connesse al ruolo aziendale (e comunque al rapporto di lavoro) o su tematiche attinenti fatti aziendali in senso ampio (…) La Direzione Risorse Umane e Organizzazione è incaricata di monitorare l’applicazione e l’aggiornamento delle presenti disposizioni. Ogni violazione di quanto stabilito, come più volte ricordato, sarà valutato per i profili di carattere disciplinare». Buone vacanze.

Il golpe estivo alla Rai in vista del Referendum (http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/il-golpe-estivo-alla-rai-in-vista-del-referendum/)

Hynkel
05-08-16, 18:59
Nei primi anni 2000 usciva il libro Regime di Marco Travaglio, che attaccava il governo Berlusconi per la troppa ingerenza nei media (col silenzio assordante del centrosinistra). Una quindicina d'anni dopo, cosa è cambiato?

Kavalerists
06-08-16, 21:21
Nei primi anni 2000 usciva il libro Regime di Marco Travaglio, che attaccava il governo Berlusconi per la troppa ingerenza nei media (col silenzio assordante del centrosinistra). Una quindicina d'anni dopo, cosa è cambiato?
Nulla, perchè l'attuale centrosinistra è la perfetta prosecuzione del centrodestra di allora.

Logomaco
09-08-16, 23:35
Il renzismo e' la continuazione del berlusconismo con altri mezzi.

LupoSciolto°
12-08-16, 18:49
JP Morgan è il mandante della riforma costituzionale?

La bomba l’hanno lanciata qualche mese fa i No Triv, ora in prima linea contro la riforma costituzionale di Renzi. Casus belli è un documento del fondo d'investimento datato 2013. 21 righe, tuttavia, non bastano per gridare al complotto internazionale

di Nicola Grolla (http://www.linkiesta.it/it/author/nicola-grolla/544/)



Il countdown per il referendum costituzionale d’ottobre non è ancora ufficialmente cominciato. Una data infatti non c’è, ma nel frattempo è partita la campagna per il sì e per il no alla riforma che cambierà il volto di quella che in molti (e da molto tempo) dipingono come la «carta più bella del mondo». E se dal lato dei favorevoli c’è tutto il governo Renzi, dall’altra parte si schierano importanti costituzionalisti e diversi comitati di cittadini. Uno di questi è il comitato No Triv.
Formatosi in occasione della votazione di aprile sull’estensione delle concessioni di sfruttamento dei giacimenti di combustibili fossili entro le 12 miglia nautiche dalla costa, il comitato ha deciso di continuare la propria battaglia referendaria e ha scelto quale “arma” utilizzare. Si tratta di un documento (https://culturaliberta.files.wordpress.com/2013/06/jpm-the-euro-area-adjustment-about-halfway-there.pdf) redatto dal fondo d’investimento americano JP Morgan e pubblicato nel 2013. Il titolo, The Euro area adjustment: about halfway there. Secondo I No Triv sarebbe la prova del forte interesse che le grandi istituzioni finanziarie internazionali hanno sul destino politico del nostro Paese.
In un post Facebook (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1710132115917032&id=1428315400765373&substory_index=0) datato 14 maggio e intitolato I mandanti della riforma costituzionale, il comitato attacca direttamente il presidente del consiglio: «Più di una volta Renzi ha affermato: “Sono gli italiani a chiedercelo (di modificare la costituzione, ndr)”. Eppure gli italiani non hanno mai chiesto niente. E soprattutto non hanno mai chiesto che le riforme venissero fatte nel modo deliberato dal Parlamento». Secondo il comitato, sarebbero invece JP Morgan, la Bce e l’Ue a chiedere questa riforma. Nel caso specifico, vengono citati due passaggi del documento presenti nel paragrafo introduttivo sulla narrazione della crisi e in quello dedicato all’analisi della situazione politica dell’economia europea. Insomma, 21 righe su un documento di 16 pagine che parla anche di Cipro, Grecia, Francia e Germania.



http://i.static.linkiesta.it/blobs/full/6/2/8/4/6284db96-ea4e-45ca-b4e0-cee17bc99438.jpg?_635996915957970418

http://i.static.linkiesta.it/blobs/full/2/d/d/1/2dd156fb-a07a-4f50-ae0f-42ca28d70211.jpg?_635996915966877010

Complotto, bufala, fine della sovranità nazionale o natuarle processo dell’intergazione europea? «Il messaggio che abbiamo voluto lanciare – chiarisceEnzo Di Salvatore del comintato No Triv – non è quello di un rapporto di causalità fra quanto scritto da JP Morgan e la riforma, ma il fatto che i problemi di carattere economico non siano su un piano disinteressato rispetto al livello costituzionale dei singoli Stati». Sicuramente non una novità. «Da molti anni, non solo le grandi banche internazionali, ma tutte le autorità comuni (da Bruxelles al G7, dal Fondo monetario internazionale a tutti gli altri) ci dicono che dovevamo fare riforme per migliorare e rendere più efficiente la nostra governance politica. Quindi JP Morgan scoprì l'acqua calda», afferma l’economista Giacomo Vaciago.


«Da molti anni, non solo le grandi banche internazionali, ma tutte le autorità comuni (da Bruxelles al G7, dal Fondo monetario internazionale a tutti gli altri) ci dicono che dovevamo fare riforme per migliorare e rendere più efficiente la nostra governance politica»
Giacomo Vaciago

Eppure, i No Triv fanno leva proprio su queste raccomandazioni per alzare la soglia di attenzione fra i votanti e portare avanti la propria campagna a favore della politica del territorio: «Con la riforma viene meno l’autonomia territoriale e la partecipazione locale. È vero che nel tempo le Regioni hanno posto dei veti su alcune questioni, ma si dovrebbero superare attraverso la collaborazione non con l’accentramento», conclude Di Salvatore.
Tema su cui torna anche Vaciago: «La riforma del titolo V della Costituzione non cambia né i valori né gli obiettivi della nostra Repubblica e quindi della nostra democrazia. Ma riguarda aspetti di governance che da anni, almeno da quando abbiamo aggiunto le Regioni, attivandone un ruolo molto attivo andavano messi a posto: le Regioni da un lato e la Bce dall' altro lato, avevano appesantito il nostro modello di governo. Una riforma come questa appena approvata dal Parlamento era indispensabile da anni. Roma deve assolutamente fare meglio meno cose».

JP Morgan è il mandante della riforma costituzionale? - Linkiesta.it (http://www.linkiesta.it/it/article/2016/05/25/jp-morgan-e-il-mandante-della-riforma-costituzionale/30492/)