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Visualizza Versione Completa : Esiste una vera e propria teoria anticapitalista oggi?



cocco27
01-08-16, 14:44
Apro questo post un po' provocatorio dicendo che secondo me non vi sara' in occidente alcun significativo cambiamento verso una realta' che si contrapponga al dominio del capitalismo finanziario e del libero mercato a scapito dei cittadini finche' non si avra' una chiara visione e interpretazione olistica del sistema e delle sue nuove caratteristiche. La vecchia teoria anticapitalista occidentale e' morta nel 1991 e ancora, seppur notevoli contributi siano stati formulati in diversi settori, non ne vedo una nuova.
In questo contesto, qualunque militanza o azione politica e' lotta di retroguardia, ma non ha il respiro necessario per poter proporre un modello nuovo. Piu' che un partito politico servirebbe un gruppo di studio che riuscisse ad unire in una coerente visione programmatica e interpretativa tutti gli aspetti e i meccanismi che la societa' di mercato odierna propone: economico, finanziario, giuridico, geopolitico, filosofico, storico,...
Io vedo solo un interessante visione molto generale dei problemi del sistema capitalista, insieme ad analisi puntuali di alcuni aspetti specifici, ma cio' non e' ancora integrato in una Weltanschauung tale da poter dare quasi sempre risposte puntuali ai problemi che si presentano.
Che ne pensate? Siete d'accordo o invece ritenete che la teoria debba cedere il passo alla prassi:teach: ?

Logomaco
01-08-16, 15:00
Il tempo delle grandi narrazioni è finito, non perchè non ci siano più narratori ma perchè non hanno più chi li segue, il massimo che si può realisticamente fare è difendere ciò che si è ottenuto nella fase precedente e avviare riforme e miglioramenti del sistema

cocco27
01-08-16, 17:25
Il tempo delle grandi narrazioni è finito, non perchè non ci siano più narratori ma perchè non hanno più chi li segue, il massimo che si può realisticamente fare è difendere ciò che si è ottenuto nella fase precedente e avviare riforme e miglioramenti del sistema

Onestamente questa retorica post-moderna l'ho sempre trovata vuota e autoreferenziale, almeno al di fuori dell'ambito artistico letterario;)
La stessa idea che sia passato il tempo delle "narrazioni", se intese come interpretazioni organiche della realta' sociale e del suo sviluppo, altro non e' che anch'essa una comoda narrazione oggettivamente utile al mantenimento dell'esistente.

LupoSciolto°
01-08-16, 18:39
Sono d'accordo con tutti e due.

E' una difficoltà senza precedenti quella di indicare un percorso alternativo al turboliberismo globale. I movimenti hanno fallito, i partiti si sono venduti.

E qui bisogna essere chiari: non possiamo limitarci a proporre il modello chavista se, a conti fatti, viviamo in un contesto completamente e totalmente diverso da quello venezuelano. Idem con patate per il percorso intrapreso dal KPRF (gli italiani non lo capirebbero...basta vedere il flop di Socialismo Patriottico).

Più che altro, al momento, ci vorrebbe un think tank anticapitalista e sovranista. Bisognerebbe avere dalla propria parte economisti, sociologi, politologi, geostrateghi, addetti alla comunicazione e perfino psicologi.

Il punto non è che tutte le narrazioni sono "morte" (quella liberal-liberista è viva e vegeta! Cocco ha ragione) , il punto è che , oggi, la priorità per gli anticapitalisti, per i comunisti e per i socialisti è quella di difendere le conquiste sociali e quel poco che rimane di welfare state.

A che serve creare partiti, riviste per soli addetti ai lavori o pittoresche congreghe? A nulla. Per questo abbiamo precisato fin dal primo giorno che il forum in questione non vuole essere l'ennesima, quanto inutile, sigla di rivoluzionari con la verità in tasca.

Qui si discute e ci si confronta. Ed è già tanto che ci venga permesso.

Logomaco
01-08-16, 18:52
Onestamente questa retorica post-moderna l'ho sempre trovata vuota e autoreferenziale, almeno al di fuori dell'ambito artistico letterario;)
La stessa idea che sia passato il tempo delle "narrazioni", se intese come interpretazioni organiche della realta' sociale e del suo sviluppo, altro non e' che anch'essa una comoda narrazione oggettivamente utile al mantenimento dell'esistente.

E' la narrazione che nega le altre narrazioni, quindi avendo i mezzi e i rapporti a proprio vantaggio sul piano pratico l'unica efficace

cocco27
02-08-16, 10:45
Più che altro, al momento, ci vorrebbe un think tank anticapitalista e sovranista. Bisognerebbe avere dalla propria parte economisti, sociologi, politologi, geostrateghi, addetti alla comunicazione e perfino psicologi.


E' questo a cui pensavo. E' possibile riuscire ad arrivare a qualcosa del genere? Riunire i piu' fini analisti della realta' attuale, andando al di la' di ogni connotazione ideologica, nelle sue diverse sfaccettature per riuscire a tirare fuori un disegno coerente?
Non lo so:hmmml:

LupoSciolto°
02-08-16, 12:35
E' questo a cui pensavo. E' possibile riuscire ad arrivare a qualcosa del genere? Riunire i piu' fini analisti della realta' attuale, andando al di la' di ogni connotazione ideologica, nelle sue diverse sfaccettature per riuscire a tirare fuori un disegno coerente?
Non lo so:hmmml:

E' molto difficile. Non dimentichiamo che i maggiori esponenti di queste discipline provengono da quello che, per dirla con Costanzo Preve, è il clero accademico. Tentare, però, non nuoce. Si potrebbe iniziare con la costruzione di un network anticapitalista e antiliberale, che aggreghi realtà differenti (penso al dialogo con l'OSRE, con Uomini Beta o con L'Intellettuale Dissidente) per allargarlo, poi, a un numero sempre più vasto di interlocutori.

LupoSciolto°
04-08-16, 16:40
Il discorso è estremamente complesso. Bisognerebbe porsi due domande

1) come combattere il capitalismo?

2) quale sarà la morfologia economica, politica e geopolitica di un nuovo socialismo?

I regimi democratico-borghesi, emanazioni del capitalismo, sono stati combattuti da partiti di ispirazione leninista. Partiti di quadri e avanguardie, partiti di militanti di professione. E' questa una forma organizzativa ancora attuale? Oppure dobbiamo prendere esempio da anarchici e socialisti libertari? Loro sostengono l'azione diretta e la creazione di spazi alternativi a questo sistema economico e politico (fabbriche autogestite, case occupate ecc...)

Punto due. E' possibile riproporre , pur tenendo conto dello scenario mondiale oramai completamente mutato, le esperienze novecenetesche? Il modello sovietico, quello jugoslavo, quello dei socialismi terzisti (panarabismo, peronismo ecc..)? E' possibile far tesoro delle esperienze latinoamericane di inizio XXI secolo? Cosa c'è da salvare e cosa da buttare in tutti questi esperimenti?

cocco27
05-08-16, 10:57
Il discorso è estremamente complesso. Bisognerebbe porsi due domande

1) come combattere il capitalism?

2) quale sarà la morfologia economica, politica e geopolitica di un nuovo socialismo?

I regimi democratico-borghesi, emanazioni del capitalismo, sono stati combattuti da partiti di ispirazione leninista. Partiti di quadri e avanguardie, partiti di militanti di professione. E' questa una forma organizzativa ancora attuale? Oppure dobbiamo prendere esempio da anarchici e socialisti libertari? Loro sostengono l'azione diretta e la creazione di spazi alternativi a questo sistema economico e politico (fabbriche autogestite, case occupate ecc...)

Punto due. E' possibile riproporre , pur tenendo conto dello scenario mondiale oramai completamente mutato, le esperienze novecenetesche? Il modello sovietico, quello jugoslavo, quello dei socialismi terzisti (panarabismo, peronismo ecc..)? E' possibile far tesoro delle esperienze latinoamericane di inizio XXI secolo? Cosa c'è da salvare e cosa da buttare in tutti questi esperimenti?

Come concretamente combattere il capitalism come scrivevo prima credo che sia ancora non chiaro e non vedo in occidente qualcosa di realmente programmatico a lungo termine, seppure ci sono passi nella direzione giusta. Sulla strategia da adottare, in questo momento a me l'unica possibile mi pare una sorta di "machiavellismo marxiano", che si inserisca nelle crepe e nelle contraddizioni del sistema per metterne in crisi I presupposti. Impossibile secondo me qualunque movimento veramente di massa senza prima spezzare il circolo mediatico mainstream e lo strapotere economico delle elite.

Hynkel
05-08-16, 11:41
Secondo me mancano proprio degli intellettuali un po' in vista che dirigano la cosa... purtroppo partendo dal basso il massimo che si può creare è una cosa tipo m5s

LupoSciolto°
05-08-16, 16:33
Come concretamente combattere il capitalism come scrivevo prima credo che sia ancora non chiaro e non vedo in occidente qualcosa di realmente programmatico a lungo termine, seppure ci sono passi nella direzione giusta. Sulla strategia da adottare, in questo momento a me l'unica possibile mi pare una sorta di "machiavellismo marxiano", che si inserisca nelle crepe e nelle contraddizioni del sistema per metterne in crisi I presupposti. Impossibile secondo me qualunque movimento veramente di massa senza prima spezzare il circolo mediatico mainstream e lo strapotere economico delle elite.

Quindi secondo te basterebbe un think tank animato da propositi antiliberisti? Io credo che un simile "gruppo di pressione" sia sì importante ma a condizione che

Ci sia un partito di riferimento

Si lavori tra le masse (nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle università)

I punti fermi delle due strutture saranno l'anti-capitalismo, il sovranismo e il rifiuto del liberalismo politico e filosofico.

cocco27
05-08-16, 17:23
Quindi secondo te basterebbe un think tank animato da propositi antiliberisti? Io credo che un simile "gruppo di pressione" sia sì importante ma a condizione che

Ci sia un partito di riferimento

Si lavori tra le masse (nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle università)

I punti fermi delle due strutture saranno l'anti-capitalismo, il sovranismo e il rifiuto del liberalismo politico e filosofico.

Secondo la mia assolutamente arbitraria idea, ci vuole un insieme di cose:

- dapprima formare un'analisi coerente del problema anticapitalista
- secondo creare un movimento politico adeguatamente connotato e con adeguate connessioni nei punti focali del sistema nazionale (media, industria,...)
- creare il consenso tramite esponenti carismatici intorno a tale soggetto politico nelle classi sociali di riferimento

Poi si entra nel campo dell'irrealta' e non mi sento di proporre alcuna ricetta nemmeno ipotetica

Robert
05-08-16, 18:04
oggi il 99% delle persone ragiona secondo una mentalità economicistica, la legge della massimizzazione del profitto e la minimizzazione dei costi, non solo i banchieri, i padroni etc ma pure i morti di fame, i lavoratori, quelli "de sinistra"

e il guaio è che in questi termini ragiona pure lo Stato, cioè colui che dovrebbe stampare denaro ed invece, siccome non può più farlo in alcun modo, è costretto da alcuni parametri che gli hanno imposto i potenti, a fare "quadrare i conti" come se fosse una semplice s.p.a...

se noi analizziamo la realtà degli ultimi 20 anni secondo questo schema capiamo i perchè e i per come di tutto o quasi

il perchè le Poste funzionino peggio di 20 anni fa, perchè ne è stata snaturata la funzione, prima la mission delle Poste era distribuire lettere, cartoline, pacchi, vaglia postali, telegrammi etc adesso la missione di Poste S.P.A. è diventata ottenere profitti, dai clienti, e profitti per gli azionisti cioè i ricchi, chi possiede tanto capitale, un solo esempio, banale, fra i tanti...

se continuerà questo andazzo avrete già capito che fra 20 anni la scuola pubblica e la sanità pubblica non esisteranno più, gli ospedali saranno tutti a pagamento e idem le scuole, a quel punto la società si sfacerà definitivamente, nessuno sentirà di avere un legame con gli altri, visto che conterà solo il denaro e il denaro non essendo un significante (un ricco può esserlo diventato i mille modi diversi...) la società e lo Stato italiano o crolleranno o dovranno inventarsi una nuova ideologia, una nuova maschera, per tenere unite le persone...

LupoSciolto°
05-08-16, 18:22
oggi il 99% delle persone ragiona secondo una mentalità economicistica, la legge della massimizzazione del profitto e la minimizzazione dei costi, non solo i banchieri, i padroni etc ma pure i morti di fame, i lavoratori, quelli "de sinistra"

e il guaio è che in questi termini ragiona pure lo Stato, cioè colui che dovrebbe stampare denaro ed invece, siccome non può più farlo in alcun modo, è costretto da alcuni parametri che gli hanno imposto i potenti, a fare "quadrare i conti" come se fosse una semplice s.p.a...

se noi analizziamo la realtà degli ultimi 20 anni secondo questo schema capiamo i perchè e i per come di tutto o quasi

il perchè le Poste funzionino peggio di 20 anni fa, perchè ne è stata snaturata la funzione, prima la mission delle Poste era distribuire lettere, cartoline, pacchi, vaglia postali, telegrammi etc adesso la missione di Poste S.P.A. è diventata ottenere profitti, dai clienti, e profitti per gli azionisti cioè i ricchi, chi possiede tanto capitale, un solo esempio, banale, fra i tanti...

se continuerà questo andazzo avrete già capito che fra 20 anni la scuola pubblica e la sanità pubblica non esisteranno più, gli ospedali saranno tutti a pagamento e idem le scuole, a quel punto la società si sfacerà definitivamente, nessuno sentirà di avere un legame con gli altri, visto che conterà solo il denaro e il denaro non essendo un significante (un ricco può esserlo diventato i mille modi diversi...) la società e lo Stato italiano o crolleranno o dovranno inventarsi una nuova ideologia, una nuova maschera, per tenere unite le persone...

Condivido l'85% del tuo discorso. Credo, però, che di fronte allo sfascio sociale chi ci governa sarà costretto a ripristinare talune forme di welfare.

Già quei criminali dell'FMI parlano della necessità di un maggior potere contrattuale per i lavoratori (Allarme Fmi: "Crescita delle disuguaglianze dove il sindacato è più debole" - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/economia/2015/03/21/news/ricerca_fmi_sindacati-110139858/)). Questo non significa che sono diventati buoni ma che, in un modo o nell'altro, DOVRANNO scongiurare lo scenario da te descritto.

Lo schifo, però, ricomincerà da capo se non si uscirà una volta per tutte dalle dinamiche mortifere del capitalismo finanziario e speculativo.

Troll
05-08-16, 18:46
thread sbagliato

Robert
05-08-16, 19:33
Condivido l'85% del tuo discorso. Credo, però, che di fronte allo sfascio sociale chi ci governa sarà costretto a ripristinare talune forme di welfare.

Già quei criminali dell'FMI parlano della necessità di un maggior potere contrattuale per i lavoratori (Allarme Fmi: "Crescita delle disuguaglianze dove il sindacato è più debole" - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/economia/2015/03/21/news/ricerca_fmi_sindacati-110139858/)). Questo non significa che sono diventati buoni ma che, in un modo o nell'altro, DOVRANNO scongiurare lo scenario da te descritto.

Lo schifo, però, ricomincerà da capo se non si uscirà una volta per tutte dalle dinamiche mortifere del capitalismo finanziario e speculativo.

sì, c'è anche questa possibilità
diciamo che il capitalismo e l'economia della crescita, per reggere, hanno bisogno di una grossa classe di consumatori e ormai hanno visto tutti che con la globalizzazione i consumatori hanno perso potere d'acquisto, qui perchè c'è meno lavoro e meno salario e anche a livello globale perchè i nuovi consumatori del terzo mondo non consumeranno come quelli del primoi (prendono meno salario altrimenti le aziende non avrebbero delocalizzato)
per ovviare a questo calo di domanda il sistema si è inventato il credito generalizzato al consumo, ma ora sembra non basti più nemmeno quello

è oggettivo che paesi con consumi calanti (esempio per eccellenza l'Italia) l'ecnomia smette di crescere e quindi sono daneggiati anche i profitti dei capitalisti

bisogna vedere se il sistema continuerà a ragionare a breve termine, quindi massacrando il lavoro e uccidendo i propri futuri consumatori, o deciderà di ragionare sul lungo, pagando di più i lavoratori e rinunciando alla gallina oggi per avere l'uovo domani

io resto scettico, in fondo l'FMI è una strana istituzione ma nè una BancaCentrale nè una Borsa, è qualcosa di para-statale quindi non completamente coincidente con l'economicismo, che invcece impera nella finanza e nelle multinazionali

LupoSciolto°
05-08-16, 19:55
D'accordissimo.

RibelleInEsilio
06-08-16, 09:17
Ve lo dico io perchè, perchè in Italia le correnti anticapitaliste non sono mai esistite dopo il 1945. Sono esistiti gli anticapitalisti, vero, ambo i lati identitario/nazionalista e comunista. Ma non i partiti, il "granitico" PCI di comunista a partire dagli anni '60 aveva solo il nome, è chiaro che in un contesto europeo dominato da liberalismo ed economia tutta incentrata su mercato e capitale guidata da potenze straniere non possono svilupparsi in maniera autonoma ed efficace teorie anticapitaliste.

Il secondo motivo, per ordine ma non per importanza, è che ci si è voluti ridurre a mero nostalgismo senza realistiche e pragmatiche proiezioni nella società moderna con azioni politiche che non riescono ad andare oltre lo slogan. Inoltre, la totale mancanza di riferimenti disenteressati, carrierismo o poca serietà hanno giocato un ruolo fondamentale.

Infine, direi che non si riesce ad uscire da logiche che oserei dire sono fuori ogni tempo massimo, non ci si può rivolgere all'italiano panciuto delle partite su Sky e dell'aperitivo il sabato sera con un linguaggio che potrebbe funzionare sì e no con gli abitanti di una favela brasiliana. Come ho già detto, siamo vicini agli anni '20 del Duemila, e siamo in Italia.

LupoSciolto°
27-08-16, 18:02
cocco27: dimmi cosa ne pensi di questo articolo. Tralasciando l'entusiasmo dell'intervistato per una sinistra "anarchica" e "decentrata" (quella dei movimenti, ormai falliti) , penso che ci siano un po' di ragionamenti interessanti.


David Harvey: ?Il neoliberismo è un progetto politico? (http://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/7854-david-harvey-il-neoliberismo-e-un-progetto-politico.html)

LupoSciolto°
27-08-16, 18:02
Ovviamente anche gli altri possono esprimere il proprio parere:encouragement:

cocco27
28-08-16, 12:11
@cocco27 (https://forum.termometropolitico.it/member.php?u=7512): dimmi cosa ne pensi di questo articolo. Tralasciando l'entusiasmo dell'intervistato per una sinistra "anarchica" e "decentrata" (quella dei movimenti, ormai falliti) , penso che ci siano un po' di ragionamenti interessanti.


David Harvey: ?Il neoliberismo è un progetto politico? (http://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/7854-david-harvey-il-neoliberismo-e-un-progetto-politico.html)

Si concordo sostanzialmente. Manca forseun pezzo fondamentale della storia sulla nascita del movimento "neoliberista": è il declino del paradigma capitalista del boom economico del dopoguerra, dovuto alla finale stagnazione delle possibilità di investimento e al crescente potere contrattuale dei paesi produttori di materie prime, che porta alla ricerca da parte della classe capitalista di una maniera diversa di fare profitto, basata sulla speculazione finanziaria e sulla distruzione del legame impresa-territorio. E' da qui che traggono origine i presupposti che portano alla neutralizzazione del potere contrattuale del lavoratore e allo scarico dei rischi e costi di impresa sulla collettività che sono punti fondanti del neoliberismo.

LupoSciolto°
28-08-16, 18:38
Si concordo sostanzialmente. Manca forseun pezzo fondamentale della storia sulla nascita del movimento "neoliberista": è il declino del paradigma capitalista del boom economico del dopoguerra, dovuto alla finale stagnazione delle possibilità di investimento e al crescente potere contrattuale dei paesi produttori di materie prime, che porta alla ricerca da parte della classe capitalista di una maniera diversa di fare profitto, basata sulla speculazione finanziaria e sulla distruzione del legame impresa-territorio. E' da qui che traggono origine i presupposti che portano alla neutralizzazione del potere contrattuale del lavoratore e allo scarico dei rischi e costi di impresa sulla collettività che sono punti fondanti del neoliberismo.

Ottimo intervento che, tra l'altro, condivido pienamente.