carter
05-09-16, 08:38
https://it.notizie.yahoo.com/un-misterioso-segnale-arrivato-dallo-spazio-134028229.html
Di tempo ne è passato, ma la notizia è stata resa nota solo ora: il 15 maggio 2015 il radiotelescopio russo Ratan-600 di Zelenchuskaya, situato sul versante ovest del Caucaso e impegnato nel programma Seti (dedicato alla ricerca di messaggi inviati da civiltà extraterrestri), ha ricevuto un segnale anomalo e di grande potenza. Tuttora non si riesce a trovarne una spiegazione, se non che il segnale stesso proviene dalla stella HD164595.
La notizia sta incuriosendo gli astronomi e gli studiosi del cielo. La stella si trova nella costellazione di Ercole, dista dalla Terra 95 anni luce e ha le seguenti caratteristiche: massa pressoché identica a quella del nostro Sole, età di 6,3 miliardi di anni (il Sole ha «soltanto» 4,57 miliardi di anni), un pianeta nella sua orbita grande come Nettuno ma più caldo. Secondo gli esperti, potrebbero essercene altri.
Gli stessi esperti hanno studiato la forza del segnale arrivando a due conclusioni: se lo ha mandato un radiofaro isotropico diretto proprio verso la Terra, sarebbe stato emesso da una civiltà di tipo Kardashev I; se invece non avesse una direzione specifica, la sua potenza sarebbe giustificata solo se a emetterlo sarebbe stata una civiltà di tipo Kardashev II.
Non capite? Calma. Iniziamo col dire che Kardashev I è la definizione di quelle civiltà capace di raccogliere e sfruttare tutta l’energia di un pianeta, mentre Kardashev II sfrutta l’energia di un intero sistema solare. Per capirci, la Terra è a livello Kardashev 0,7.
In ogni caso, parliamo di civiltà. Quindi, di alieni. I primi a chiedere tutta la prudenza del caso sono gli stessi scienziati del Seti, tra i quali l’astronomo torinese Claudio Maccone: «È indispensabile un monitoraggio permanente della stella». Lo stesso radiotelescopio, situato nella Repubblica di Karachai-Circassia, è un anello del diametro di 577 metri che può indagare solo una porzione di cielo. Il segnale è stato ricevuto con una larghezza di banda di 1 gigaHertz (GHz), ossia un miliardo di volte più ampia di quella utilizzata per le ricerche Seti. Soprattutto, è stato osservato una sola volta, quel 15 maggio 2015. Altri tentativi non hanno dato riscontri.
Sul tema si tornerà a parlare il 27 settembre a Guadalajara (Messico), dove è in programma il 67mo Congresso internazionale di astronautica. Lo stesso giorno Elon Musk, patron di Tesla e di SpaceX, illustrerà come intende colonizzare Marte nel prossimo decennio.
Di tempo ne è passato, ma la notizia è stata resa nota solo ora: il 15 maggio 2015 il radiotelescopio russo Ratan-600 di Zelenchuskaya, situato sul versante ovest del Caucaso e impegnato nel programma Seti (dedicato alla ricerca di messaggi inviati da civiltà extraterrestri), ha ricevuto un segnale anomalo e di grande potenza. Tuttora non si riesce a trovarne una spiegazione, se non che il segnale stesso proviene dalla stella HD164595.
La notizia sta incuriosendo gli astronomi e gli studiosi del cielo. La stella si trova nella costellazione di Ercole, dista dalla Terra 95 anni luce e ha le seguenti caratteristiche: massa pressoché identica a quella del nostro Sole, età di 6,3 miliardi di anni (il Sole ha «soltanto» 4,57 miliardi di anni), un pianeta nella sua orbita grande come Nettuno ma più caldo. Secondo gli esperti, potrebbero essercene altri.
Gli stessi esperti hanno studiato la forza del segnale arrivando a due conclusioni: se lo ha mandato un radiofaro isotropico diretto proprio verso la Terra, sarebbe stato emesso da una civiltà di tipo Kardashev I; se invece non avesse una direzione specifica, la sua potenza sarebbe giustificata solo se a emetterlo sarebbe stata una civiltà di tipo Kardashev II.
Non capite? Calma. Iniziamo col dire che Kardashev I è la definizione di quelle civiltà capace di raccogliere e sfruttare tutta l’energia di un pianeta, mentre Kardashev II sfrutta l’energia di un intero sistema solare. Per capirci, la Terra è a livello Kardashev 0,7.
In ogni caso, parliamo di civiltà. Quindi, di alieni. I primi a chiedere tutta la prudenza del caso sono gli stessi scienziati del Seti, tra i quali l’astronomo torinese Claudio Maccone: «È indispensabile un monitoraggio permanente della stella». Lo stesso radiotelescopio, situato nella Repubblica di Karachai-Circassia, è un anello del diametro di 577 metri che può indagare solo una porzione di cielo. Il segnale è stato ricevuto con una larghezza di banda di 1 gigaHertz (GHz), ossia un miliardo di volte più ampia di quella utilizzata per le ricerche Seti. Soprattutto, è stato osservato una sola volta, quel 15 maggio 2015. Altri tentativi non hanno dato riscontri.
Sul tema si tornerà a parlare il 27 settembre a Guadalajara (Messico), dove è in programma il 67mo Congresso internazionale di astronautica. Lo stesso giorno Elon Musk, patron di Tesla e di SpaceX, illustrerà come intende colonizzare Marte nel prossimo decennio.