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Augustinus
17-05-09, 07:30
«Il tribunale dà ragione a Fitto e condanna "la Repubblica"»

I legali del ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, precisano che rispetto alla causa intentata dallo stesso onorevole salentino al quotidiano "la Repubblica" ed al procuratore aggiunto del tribunale di Bari, Marco Dinapoli, per il contenuto di un'intervista rilasciata dal magistrato al giornale, il 22 giugno 2006, il tribunale civile di Lecce è vero che ha rigettato la richiesta di risarcimento danni (per un milione di euro) proposta dal ministro nei confronti del magistrato, ma è anche vero che ha condannato il quotidiano e che «non ha potuto estendere la condanna al Dott. Di Napoli» essendo «emersa la non genuinità di quella intervista»

BARI - I legali del ministro Raffaele Fitto correggono il tiro rispetto alle notizie diffuse ieri circa la causa intentata dallo stesso onorevole salentino al quotidiano "la Repubblica" ed al procuratore aggiunto del tribunale di Bari, Marco Dinapoli, per il contenuto di un'intervista rilasciata dal magistrato al giornale, il 22 giugno 2006.

Infatti, a corredo della notizia che il tribunale civile di Lecce aveva rigettato la richiesta di risarcimento danni (per un milione di euro) proposta dal ministro nei confronti del magistrato, il legale di Marco Di Napoli, ovvero Claudio Fanelli, aveva spiegato in una nota che il giudice leccese aveva ritenuto «del tutto infondata la richiesta di risarcimento danni» e che aveva «condannato l’on.Fitto al pagamento delle spese processuali in favore di Dinapoli» per oltre 9.600 euro.

A ciò replica oggi una nota della difesa dell’on. Fitto (cioè l'avvocato Paolo Federico Fedele) secondo cui, «in seguito alla divulgazione solo parziale della sentenza del Tribunale civile di Lecce sulla querela sporta dall’on. Raffaele Fitto nei confronti di “Repubblica” e del pm Marco Dinapoli», è il caso di precisare che «il Tribunale di Lecce in primo grado ha accolto la domanda dell’On. Raffaele Fitto, condannando “Repubblica”, il suo Direttore ed il giornalista Lello Parise a pagare 63mila euro ritenendo diffamatorio il contenuto dell’intervista resa dal Dott. Di Napoli il 22.6.06 a quel giornale».

«Nel corso dell’istruttoria del processo, però, - continua la nota dell'avvocato Fedele - è emersa la non genuinità di quella intervista, cosicché il Tribunale civile non ha potuto estendere la condanna al Dott. Di Napoli. A tanto consegue sul piano tecnico il rimborso delle spese legali. Quello che conta, però, è l’esito totalmente favorevole del giudizio per l’on. Raffaele Fitto, che ha visto ristabilita la verità dei fatti e risarcito il danno subito».

L'intervista il cui contenuto è oggetto del giudizio, riguardava l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari (non eseguibile) per corruzione e illecito finanziamento dei partiti a carico del deputato Fitto (e dell’imprenditore ed editore romano Giampaolo Angelucci) nella sua precedente qualità di governatore della Regione Puglia.

Fonte: Gazzetta del mezzogiorno, 16.5.2009 (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_cronache_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=241542&IDCategoria=11)