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Visualizza Versione Completa : Un socialismo "libertario" o "di base" accanto ad uno stato?



LupoSciolto°
27-09-16, 17:15
Alcuni princìpi anarchici, inutile negarlo, sono comuni anche ai socialisti non libertari. Ricordate l'autogestione jugoslava? Che dire, invece, delle simili misure organizzative introdotte nel Perù di Juan Velasco Alvarado (sostenuto dall'URSS ma maggiormente affine al peronismo) ?

Quello che voglio sottolineare è quello che spesso e volentieri ho ribadito in altri forum: credo che la democrazia diretta, quella consiliare e l'autogoverno popolare, possano tranquillamente coesistere accanto ad uno stato propriamente detto.

Perché sono così fissato con lo stato? Retaggi hegeliani? No. E' un dato assodato che l'organizzazione statuale ha garantito, tramite il monopolio della forza, l'esistenza e lo sviluppo di determinati esperimenti sociali. Esperimenti che, in assenza di un esercito o di frontiere, sarebbero durati solo un paio di settimane. Se mi considerate arrogante potete dirmelo con assoluta tranquillità. Tutti hanno dei difetti, inutile negarlo.

Tornando a noi: la reazione capitalista, penso che lo sappiate meglio del sottoscritto, è sempre pronta a distruggere ciò che ostacola i propri interessi. Davanti a polizie e a eserciti reazionari, quindi, non bastano semplici "colonne" ma, piuttosto, autentici eserciti popolari. Armati e disciplinati.

Leninismo? In un certo senso sì. Anche se, in tutta onestà, ritengo opportuno liberarsi da nostalgismi fumosi e da ricette che potevano andare bene negli anni '30 e '40.

Ma mi spingo oltre. Molti anarchici, ingenuamente, credono ancora oggi al mito del buon selvaggio. Abolita lo stato e il capitalismo , secondo i nostri, la delinquenza non avrà alcun motivo di esistere. Come comportarsi , allora, di fronte a sadici, psicopatici o pedofili? Sarà sufficiente allontanarli da una "comune" o da una "federazione"? E se questi individui commetteranno gli stessi crimini altrove? Che misure bisognerà adottare arrivati a quel punto?

Ovviamente pongo simili quesiti per meglio comprendere qual è non tanto il parere dei classici dell'anarchismo, bensì l'approccio post-moderno e , alle volte, "post-anarchico" dell'eterogeneo mondo libertario.

Jerome
27-09-16, 19:20
Alcuni princìpi anarchici, inutile negarlo, sono comuni anche ai socialisti non libertari. Ricordate l'autogestione jugoslava? Che dire, invece, delle simili misure organizzative introdotte nel Perù di Juan Velasco Alvarado (sostenuto dall'URSS ma maggiormente affine al peronismo) ? Quello che voglio sottolineare è quello che spesso e volentieri ho ribadito in altri forum: credo che la democrazia diretta, quella consiliare e l'autogoverno popolare, possano tranquillamente coesistere accanto ad uno stato propriamente detto. Perché sono così fissato con lo stato? Retaggi hegeliani? No. E' un dato assodato che l'organizzazione statuale ha garantito, tramite il monopolio della forza, l'esistenza e lo sviluppo di determinati esperimenti sociali. Esperimenti che, in assenza di un esercito o di frontiere, sarebbero durati solo un paio di settimane. Se mi considerate arrogante potete dirmelo con assoluta tranquillità. Tutti hanno dei difetti, inutile negarlo. Tornando a noi: la reazione capitalista, penso che lo sappiate meglio del sottoscritto, è sempre pronta a distruggere ciò che ostacola i propri interessi. Davanti a polizie e a eserciti reazionari, quindi, non bastano semplici "colonne" ma, piuttosto, autentici eserciti popolari. Armati e disciplinati. Leninismo? In un certo senso sì. Anche se, in tutta onestà, ritengo opportuno liberarsi da nostalgismi fumosi e da ricette che potevano andare bene negli anni '30 e '40. Ma mi spingo oltre. Molti anarchici, ingenuamente, credono ancora oggi al mito del buon selvaggio. Abolita lo stato e il capitalismo , secondo i nostri, la delinquenza non avrà alcun motivo di esistere. Come comportarsi , allora, di fronte a sadici, psicopatici o pedofili? Sarà sufficiente allontanarli da una "comune" o da una "federazione"? E se questi individui commetteranno gli stessi crimini altrove? Che misure bisognerà adottare arrivati a quel punto? Ovviamente pongo simili quesiti per meglio comprendere qual è non tanto il parere dei classici dell'anarchismo, bensì l'approccio post-moderno e , alle volte, "post-anarchico" dell'eterogeneo mondo libertario. Di base si, anche se penso che gli anarchici ripudino proprio certe istituzioni tipo eserciti e prigioni, propendendo per i criminali irrecuperabili l'esilio, ad esempio su un isola.

LupoSciolto°
27-09-16, 20:31
Di base si, anche se penso che gli anarchici ripudino proprio certe istituzioni tipo eserciti e prigioni, propendendo per i criminali irrecuperabili l'esilio, ad esempio su un isola.

Un po' semplicistica come soluzione. Se il carcere è per tutti gli anarchici la peggiore delle bestemmie, mi chiedo, è concepibile per essi sostenere l'esecuzione di criminali sanguinari? Possibilisti , in questo senso, furono Proudhon, Tucker (anarco-individualista americano) e, più recentemente, Bob Black (primitivista).

PS: Non parlo, ovviamente, della pena capitale di stato.

Jerome
27-09-16, 20:33
Un po' semplicistica come soluzione. Se il carcere è per tutti gli anarchici la peggiore delle bestemmie, mi chiedo, è possibile per essi sostenere la fucilazione o l'impiccagione di un pluriomicida?

Non saprei. Credo che la maggioranza siano contro.

LupoSciolto°
27-09-16, 20:35
Non saprei. Credo che la maggioranza siano contro.

Ma l'esilio su un'isola non garantirebbe comunque l'allontanamento di un soggetto socialmente pericoloso dal resto della gente.

Qualche anarchico, che tu sappia, sostiene forme di "giustizia fai da te" o di legge del taglione?

Jerome
27-09-16, 20:46
Ma l'esilio su un'isola non garantirebbe comunque l'allontanamento di un soggetto socialmente pericoloso dal resto della società.

Qualche anarchico, che tu sappia, sostiene forme di "giustizia fai da te" o di legge del taglione?
La giustizia fai da te credo di sì, Bresci e Caserio l'hanno praticata. Però erano in regime capitalista, quindi anche come propaganda del fatto, ma è implicito che Bresci si vedesse come un giustiziere contro la figura del re, e in particolare di quel re, anche se affermava di aver ucciso un re e non Umberto. Però era Umberto, nelle sue funzioni di re, ad aver ispirato e avallato la strage di Milano eseguita da Bava Beccaris. Quindi fu principalmente una vendetta o giustizia fai da te. Anche in seguito molti anarchici hanno considerato il delitto Calabresi come un atto di giustizia sommaria. Però appunto, non è un regime libertario, si tratta di risposta contro lo Stato che ha usato la violenza contro il popolo o contro altri anarchici.

Non essendoci stato un governo anarchico su larga scala, ragioniamo in via teorica. Alcuni appunto erano possibilisti sulla giustizia fai da te, altri contrari.

LupoSciolto°
27-09-16, 20:54
Ma la "giustizia fai da te", a differenza di quella delle corti popolari, non connoterebbe in senso negativo l'anarchia? Proudhon affermava che l'anarchia è in realtà ordine. In questo senso, risulta difficile credere che un nuovo far west rappresenti l'incarnazione dell'ordine (pur nella sua declinazione libertaria e anti-gerarchica).

Jerome
27-09-16, 20:54
L'anarchismo e il crimine - Anarchopedia (http://ita.anarchopedia.org/L%27anarchismo_e_il_crimine)

Jerome
27-09-16, 20:59
Ma la "giustizia fai da te", a differenza di quella delle corti popolari, non connoterebbe in senso negativo l'anarchia? Proudhon affermava che l'anarchia è in realtà ordine. In questo senso, risulta difficile credere che un nuovo far west rappresenti l'incarnazione dell'ordine (pur nella sua declinazione libertaria e anti-gerarchica).

Assomiglierebbe più alla teoria iperliberista di Rothbard che all'anarchismo.

LupoSciolto°
27-09-16, 21:01
Assomiglierebbe più alla teoria iperliberista di Rothbard che all'anarchismo.

Lo penso anch'io.

Jerome
27-09-16, 21:05
Poi ci sono anche anarchici che sono favorevoli ad una forma di carcere seppur diverso dall'attuale. Mi pare che Gilanico l'abbia detto una volta