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Visualizza Versione Completa : Anarco-individualismo e individualismo



Lèon Kochnitzky
01-10-16, 23:55
Che ne dite di aprire una serie di discussioni sulle correnti principali dell'anarchismo? Comincerei da quella che mi interessa di più. ognuno può dare il suo contributo. Francamente ritengo di vedere con favore maggiormente una corrente più attenta all'individuo, ma lontana dalla dimensione liberale (prettamente interessata all'aspetto economico) e democratica (prevalentemente interessata all'aspetto organizzativo-sociale e dei "diritti"). L'anarcoindividualismo, volente o nolente, in una certa misura si contrappone al collettivismo libertario, non solo per l'attenzione al singolo, ma anche per una weltanschaaung meno politica e più pragmatica. Inoltre io credo che l'individualismo libertario possa offrire al soggetto un pantheon di riferimento veramente ampio, il quale, per ovvie ragioni, inizia ad escludere pensatori comunisti o socialisti libertari come Bakunin, Malatesta o Kropotkin, per guardare a persone come Stirner (cui avete dedicato un thread), Nietzsche, Palante, Novatore fino a intellettuali del XX secolo come Junger (seppur ambiguo il suo rapporto con le destre) e una pletoria di scrittori che poco hanno a che fare con la politica e più con l'immaginario e l'attitudine anticonformista (penso a Louis Ferdinand Céline, che di anarchia come attitudine ne aveva da vendere).
vediamo che ne pensa il nostro moderatore.

Egomet
02-10-16, 11:19
A me sembra una buona idea.
Onde evitare, però, di incorrere nei consueti problemi di definizione, con il conseguente appesantimento della discussione, suggerisco di modificare il titolo aggiungendo "e individualismo", specificando l'intenzione di usare l'anarco-individualismo classico come spunto per spaziare nei più vasti universi dell'individualismo in generale.

Lèon Kochnitzky
02-10-16, 15:01
va bene, d'accordo.
eventualmente potrei fornire gli spunti relativi alla mia visione dell'individualismo libertario che, per ovvie ragioni, non è detto collimi con quelle degli altri. Fra l'altro io non vedo l'anarco-individualismo in contrapposizione alle propulsioni collettiviste (almeno nell'ordine dell'organizzazione economica della comunità).

Pestis nigra
04-10-16, 00:13
L'individualismo come elevazione di sé stessi (Nietzsche) o anticonformismo (Céline) etc. presuppone appunto l'elevazione sopra una massa che non si eleva oppure una massa conforme da cui separarsi.
Per questo l'(anarco)individualismo è necessariamente élitario.

Altrimenti non riesco ad immaginare una società di "individualisti" che non sia quella attuale, dove la libertà è percepita meramente come libertà di consumare, di star bene, di muoversi da Stato a Stato per stare meglio e consumare di più di quanto si facesse prima e così via.

Egomet
04-10-16, 13:31
Per questo l'(anarco)individualismo è necessariamente élitario.
.

L'afflato aristocratico è un retaggio dell'epoca, tutta intrisa di estetismo, in cui prese corpo una certa visione dell'individualismo; esso tuttavia non è requisito indispensabile né tanto meno fondante.
Se già nell'atto di definirsi individualista sono insite numerose difficoltà e aporie, con la pretesa tensione elitaria le cose si complicano ancor di più.
Ho sempre preferito parlare di difese, consapevolezze e, per dirla alla Michelstaedter, di far di se stesso fiamma.

Lèon Kochnitzky
04-10-16, 14:21
L'individualismo se non è slancio "bergsoniano" e dionisiaco, che cos'è? E' desiderio di andare oltre, di superarsi e di affermarsi. Certo non nel senso egoistico e borghese della civiltà odierna, volta alla competizione e all'accumulazione di ricchezze. L'unica vera forma mentis individualista che mi viene in mente (ed in un certo senso anche anarcoide, ma non anarchica) e' quella dell'artista.

Josef Scveik
05-10-16, 16:41
Che ne dite di aprire una serie di discussioni sulle correnti principali dell'anarchismo? Comincerei da quella che mi interessa di più. ognuno può dare il suo contributo. Francamente ritengo di vedere con favore maggiormente una corrente più attenta all'individuo, ma lontana dalla dimensione liberale (prettamente interessata all'aspetto economico) e democratica (prevalentemente interessata all'aspetto organizzativo-sociale e dei "diritti"). L'anarcoindividualismo, volente o nolente, in una certa misura si contrappone al collettivismo libertario, non solo per l'attenzione al singolo, ma anche per una weltanschaaung meno politica e più pragmatica. Inoltre io credo che l'individualismo libertario possa offrire al soggetto un pantheon di riferimento veramente ampio, il quale, per ovvie ragioni, inizia ad escludere pensatori comunisti o socialisti libertari come Bakunin, Malatesta o Kropotkin, per guardare a persone come Stirner (cui avete dedicato un thread), Nietzsche, Palante, Novatore fino a intellettuali del XX secolo come Junger (seppur ambiguo il suo rapporto con le destre) e una pletoria di scrittori che poco hanno a che fare con la politica e più con l'immaginario e l'attitudine anticonformista (penso a Louis Ferdinand Céline, che di anarchia come attitudine ne aveva da vendere).
vediamo che ne pensa il nostro moderatore.
Cominciamo a dire innanzitutto che l'individualista anarchico non si contrappone proprio per nulla al comunista anarchico in quanto entrambi appartengono al variegato mondo dell'anarchismo. Piuttosto direi che vi si differenzia non tanto rispetto ai fini (entrambi antiautoritari e nemici di ogni forma di dominio e sopraffazione dell'uomo sull'uomo) quanto soprattutto rispetto ai mezzi.

L'individualista anarchico può condividere diverse cose con l'individualista, ma vi si differenzia profondamente proprio perchè l'uno è anarchico, l'altro no. Quest'ultimo potrebbe benissimo convivere in una società gerarchica, il primo assolutamente no. Questo tanto è vero che gli ultra-individualisti di inizio 900 come Libero Tancredi, Mario Gioda e altri, che inizialmente si fregiavano del titolo di super-anarchici, finirono dritti dritti nelle fila del regime fascista senza peraltro che ciò scatenasse in loro un qualche minimo sentimento di vergogna per il vergognoso salto della quaglia compiuto.

Quindi, giusto per ribadire, il primo passo da fare è quello di distinguere ben bene la figura dell'anarco-individualista da quella dell'individualista.

Josef Scveik
05-10-16, 16:47
Giusto ancora per chiarire, Kropotkin si pone come fine la collettivizzazione dei mezzi di produzione, ma rispetto ai mezzi è assolutamente individualista (rifiutava l'organizzazione quantomeno nella prima fase della sua vita, poi in parte cambiò idea) dal momento che essendo egli determinista pensava che il comunismo-anarchico si sarebbe realizzato come evento naturale della storia dell'umanità.

Lèon Kochnitzky
05-10-16, 17:50
Questa smania di voler sempre chiarificare e distinguere toglie linfa vitale al succo della teoria libertaria, almeno a mio modo di vedere. se ogni libertario debba giustificare sempre il proprio punto di vista, fa prima a scrivere un'opera per ogni concetto che esprime.
(comunque, ho teso a distinguere tra anarchici individualisti ed individualisti con tendenze anarcoidi, nel precedente intervento)

LupoSciolto°
05-10-16, 20:41
Cominciamo a dire innanzitutto che l'individualista anarchico non si contrappone proprio per nulla al comunista anarchico in quanto entrambi appartengono al variegato mondo dell'anarchismo. Piuttosto direi che vi si differenzia non tanto rispetto ai fini (entrambi antiautoritari e nemici di ogni forma di dominio e sopraffazione dell'uomo sull'uomo) quanto soprattutto rispetto ai mezzi.


Che bugiardo! Lo sanno anche i sassi che la maggior parte degli individualisti anarchici non ne vuole proprio sapere di comunismo (libertario o di stato)!

Stirner ne "L'Unico" se la prende con i comunisti , usando toni non molto dissimili da quelli che verranno adoperati da Nietzsche.

Novatore, invece, ha scritto parole inequivocabili in tal senso: "„L'individualismo com'io lo sento, lo comprendo e lo intendo, non ha per fine né il Socialismo, né il Comunismo, né l'Umanità. L'individualismo ha per fine sé stesso. (da Il mio individualismo iconoclasta)“

Vogliamo, poi, parlare della scuola anarco-indivdualista americana? Benjamin Tucker era tutto fuorché un collettivista o un nemico della proprietà privata.

A leggere i tuoi deliri sembra che si possa creare un fronte comune che parte dagli stirneriani e finisce ai marxisti-leninisti :44:

Josef Scveik
06-10-16, 10:06
Questa smania di voler sempre chiarificare e distinguere toglie linfa vitale al succo della teoria libertaria, almeno a mio modo di vedere. se ogni libertario debba giustificare sempre il proprio punto di vista, fa prima a scrivere un'opera per ogni concetto che esprime.
(comunque, ho teso a distinguere tra anarchici individualisti ed individualisti con tendenze anarcoidi, nel precedente intervento)
Quando parli di teoria libertaria ti riferisci all'anarchismo? te lo domando perchè anche Pannella si definiva libertario (per non parlare dei libertarian americani), ma di certo anarchico non era...

L'anarchismo, come ho già detto, è definito da principi inequivocabili, quindi chi non sta entro quest'ambito ben definito dovrebbe avere l'onestà intellettuale di non definirsi anarchico. L'anarchia è già stata vilipesa abbastanza nel corso della storia dell'umanità e non merita continue diffamazioni....non mi riferisco in particolare ate, ma bisogna affermare ancora una volta che anarchia non è fare il cavolo che ci pare, piaccia o no così è.

Cos'è l'anarco-individualismo: Vivere per vivere, Emile Armand.


https://www.youtube.com/watch?v=EGc4vCwpFMw

Josef Scveik
06-10-16, 10:16
Che bugiardo! Lo sanno anche i sassi che la maggior parte degli individualisti anarchici non ne vuole proprio sapere di comunismo (libertario o di stato)!

Stirner ne "L'Unico" se la prende con i comunisti , usando toni non molto dissimili da quelli che verranno adoperati da Nietzsche.

Novatore, invece, ha scritto parole inequivocabili in tal senso: "„L'individualismo com'io lo sento, lo comprendo e lo intendo, non ha per fine né il Socialismo, né il Comunismo, né l'Umanità. L'individualismo ha per fine sé stesso. (da Il mio individualismo iconoclasta)“

Vogliamo, poi, parlare della scuola anarco-indivdualista americana? Benjamin Tucker era tutto fuorché un collettivista o un nemico della proprietà privata.

A leggere i tuoi deliri sembra che si possa creare un fronte comune che parte dagli stirneriani e finisce ai marxisti-leninisti :44:
Infatti ho scritto che si differenziano certamente, tuttavia non si può dire che si contrappongono dal momento che entrambi sono comunque anarchici. L'anticomunismo anarchico poi è ben differente dall'anticomunismo fascista o liberale, quantunque tu cerchi di metterli sullo stesso piano.

Le differenze poi non sono certo così rimarcate come tu dall'alto della tua ignoranza pensi, tanto è vero che gente come Kropotkin o Luigi Galleani erano sostanzialmente antiorganizzatori individualisti ma si ponevano il fine della collettivizzazione dei mezzi di produzione. Stirner poi fa continui riferimenti all'associazione degli egoisti...e cosa sarebbe poi quest'associazione in cui volontariamente ognuno perde in parte un pò della sua libertà per godere però di altri vantaggi e privilegi se non una sorta di teoria comunista?

LupoSciolto°
06-10-16, 11:28
Infatti ho scritto che si differenziano certamente, tuttavia non si può dire che si contrappongono dal momento che entrambi sono comunque anarchici. L'anticomunismo anarchico poi è ben differente dall'anticomunismo fascista o liberale, quantunque tu cerchi di metterli sullo stesso piano.

Le differenze poi non sono certo così rimarcate come tu dall'alto della tua ignoranza pensi, tanto è vero che gente come Kropotkin o Luigi Galleani erano sostanzialmente antiorganizzatori individualisti ma si ponevano il fine della collettivizzazione dei mezzi di produzione. Stirner poi fa continui riferimenti all'associazione degli egoisti...e cosa sarebbe poi quest'associazione in cui volontariamente ognuno perde in parte un pò della sua libertà per godere però di altri vantaggi e privilegi se non una sorta di teoria comunista?

Se vabbè, dopo lo Stirner comunista ci manca solo l'Hobbes libertario.

Josef Scveik
06-10-16, 11:36
Se vabbè, dopo lo Stirner comunista ci manca solo l'Hobbes libertario.
Non ho detto che è comunista, ma che le differenze tra anarchici comunisti e individualisti non sono così nette come tu dall'alto della tua ignoranza vorresti farci credere. Grazie per il tuo intervento, ma per favore astenersi perditempo.;)

Egomet
06-10-16, 12:53
Il confronto è interessante, quindi, affinché passo dopo passo non scivoli verso la rissa verbale (sarebbe davvero un peccato), vi chiedo di evitare di condire i vostri interventi con giudizi coloriti o ironia beffarda.

Egomet
06-10-16, 13:49
Quanto ai rapporti tra individualisti e collettivisti, in alcuni casi tutt'altro che rosei, bisognerebbe prendere in considerazione contesti storico-geografici precisi e comunque difficilmente si ravviserebbe un'uniformità negli atteggiamenti.
Non sempre, inoltre, le idee degli anti-organizzatori erano e sono ascrivibili all'individualismo (anarchico) puro; piuttosto è vero il contrario, infatti le tensioni sociali hanno avuto maggior peso nello sviluppo di questa tendenza e a tutt'oggi è possibile soppesarne l'influenza.
Tra gli individualisti menzionati, Armand era senz'altro il più accomodante, laddove Novatore (come il non citato Filippi) non lesinava in durezza, soprattutto nelle ultime fasi della sua vita.
E' altresì noto che quando si diede alla macchia, il poeta bandito poté contare sul sostegno di anarchici di varie tendenze, malgrado avesse ingaggiato un aspro scontro con un rappresentante di spicco della corrente collettivista sulle colonne di un periodico libertario.
Se la vicinanza dimostrata, non per forza collimante con l'attiguità teorica, da sola non può valere come prova di una comunanza d'intenti, manifesta però l'appartenenza a un comune universo umano di riferimento.
Infine, per molti -me compreso- Stirner non può essere etichettato come anarco-individualista, perché lo spettro della sua filosofia è decisamente più ampio (si veda l'introduzione della discussione a lui dedicata).

Lèon Kochnitzky
06-10-16, 14:21
Quando parli di teoria libertaria ti riferisci all'anarchismo? te lo domando perchè anche Pannella si definiva libertario (per non parlare dei libertarian americani), ma di certo anarchico non era...

L'anarchismo, come ho già detto, è definito da principi inequivocabili, quindi chi non sta entro quest'ambito ben definito dovrebbe avere l'onestà intellettuale di non definirsi anarchico. L'anarchia è già stata vilipesa abbastanza nel corso della storia dell'umanità e non merita continue diffamazioni....non mi riferisco in particolare ate, ma bisogna affermare ancora una volta che anarchia non è fare il cavolo che ci pare, piaccia o no così è.

Cos'è l'anarco-individualismo: Vivere per vivere, Emile Armand.


https://www.youtube.com/watch?v=EGc4vCwpFMw

infatti io mi sento libertario e individualista e non anarchico (non alla maniera di Pannella, comunque)

LupoSciolto°
06-10-16, 14:28
Quanto ai rapporti tra individualisti e collettivisti, in alcuni casi tutt'altro che rosei, bisognerebbe prendere in considerazione contesti storico-geografici precisi e comunque difficilmente si ravviserebbe un'uniformità negli atteggiamenti.

Quoto. La scuola americana (Tucker, Spooner ecc...) aveva poco in comune con l'individualismo del godereccio Armand o con quello dell'avventuriero Novatore.



Tra gli individualisti menzionati, Armand era senz'altro il più accomodante, laddove Novatore (come il non citato Filippi) non lesinava in durezza, soprattutto nelle ultime fasi della sua vita.
E' altresì noto che quando si diede alla macchia, il poeta bandito poté contare sul sostegno di anarchici di varie tendenze, malgrado avesse ingaggiato un aspro scontro con un rappresentante di spicco della corrente collettivista sulle colonne di un periodico libertario.
Se la vicinanza dimostrata, non per forza collimante con l'attiguità teorica, da sola non può valere come prova di una comunanza d'intenti, manifesta però l'appartenenza a un comune universo umano di riferimento.

Novatore, nonostante il suo spirito anticapitalista e antiborghese, ha sempre rifiutato la linea malatestiana e berneriana. La solidarietà "anarchica" che s'è creata attorno al bandito e poeta era motivata , principalmente, da conoscenze personali e dal suo anti-fascismo.


Infine, per molti -me compreso- Stirner non può essere etichettato come anarco-individualista, perché lo spettro della sua filosofia è decisamente più ampio (si veda l'introduzione della discussione a lui dedicata).

Infatti Stirner non ha mai parlato di anarchia né s'è mai dichiarato anarchico. L'autore de "L'Unico" era, fondamentalmente, un avversario dell'hegelismo. Certo è che le sue osservazioni hanno ispirato molti anarchici (soprattutto individualisti).

LupoSciolto°
06-10-16, 14:31
Concludo: l'unica esponente della corrente individualista anarchica che s'è sempre dimostrata "possibilista" e pronta al dialogo con altri movimenti (compresi i socialisti e i sindacalisti rivoluzionari) era Leda Rafanelli. Di altri esempi, sinceramente, ne vedo pochi.

Egomet
06-10-16, 15:01
Novatore, nonostante il suo spirito anticapitalista e antiborghese, ha sempre rifiutato la linea malatestiana e berneriana. La solidarietà "anarchica" che s'è creata attorno al bandito e poeta era motivata , principalmente, da conoscenze personali e dal suo anti-fascismo.

Anche, ma non solo: i suoi scritti godevano di un certo prestigio in tutti gli ambienti anarchici e, nel corso del suo tormentato percorso umano e intellettuale, talvolta manifesta un desiderio di vicinanza agli altri anarchici.

“Il temperamento anarchico nel vortice della storia”
(apparso su Il Libertario, La Spezia, a.XVIII, n.793, 8 dicembre 1920)




Nell’anarchismo – in fatto di vita praticamente e materialmente vissuta – vi sono, al di
sopra dei due diversi concetti filosofici, comunistico e individualistico, che lo dividono nel
campo teorico, due istinti spirituali e fisici i quali servono a distinguere due temperamenti
di proprietà comune a tutte e due le tendenze teoriche e filosofiche. Pur figli entrambi
della stessa sofferenza sociale, abbiamo due istinti diversi che ci danno due diverse
sofferenze di origine edonistica.
Vi sono quelli che soffrono – direbbe Nietzsche – per esuberanza di vita (comunisti e
individualisti) e vi sono quelli che soffrono d’
impoverimento della vita. A questi ultimi
appartengono quei comunisti e quegli individualisti amanti della quiete e della pace, del
silenzio e della solitudine. Ai primi appartengono quei comunisti e quegli individualisti che
sentono l’io interiore come un possente fremito dionisiaco traboccante di potenza, e la vita
come una manifestazione eroica di forza e di volontà. Sono coloro che hanno il bisogno
istintivo ed irresistibile di gettare la fiamma del loro “io” contro le muraglie del mondo
esteriore per scardinare e vivere la tragedia. Noi siamo di questi!
Nell’anarchismo ci siamo – prima di tutto – per istinto di origine e per passionalità
sentimentale. Le nostre idee altro non sono che ardimentose e luminose creature nate dal
monistico amplesso primitivo con la teorica ragione negatrice.
Oggi la storia dell’umanità è giunta a uno – forse il più grandioso – di quei suoi tanti vortici
ove l’anima dell’uomo è chiamata a rinnovarsi radicalmente sulle rovine magnificamente
orrende del fuoco e del sangue, della catastrofe e della distruzione, o cristallizzarsi
vigliaccamente nel decrepito e cadaverico concetto di vita che ci ha dettato e imposto
l’anacronistica società borghese.
Se un forte pugno di ribelli, di superiori e di eroi, saprà balzare fuori dalle due correnti
dell’anarchismo sofferente di esuberanza vitale per stringersi intorno al nero labaro della
rivolta, appiccando il fuoco a tutte le nazioni d’Europa, il vecchio mondo cadrà perché
intorno all’Eroe tutto deve fatalmente tramutarsi in tragedia; e solo nella tragedia nascono
gli spiriti rinnovatori che sanno sentire, più nobilmente e più altamente, la canzone
festante della loro libera vita.
Se questo pugno di audaci non balzerà fuori dall’ombra per gettare sulla laida faccia della
società borghese il nero guanto di sfida e di rivolta, i rettili della demagogia politicantesca
e tutti i saltimbanchi speculatori ed ipocriti dell’umano dolore rimarranno essi i padroni del
campo e sul tragico sole rosso che cerca illuminare l’oscuro vortice della cupa storia che
passa, getteranno l’oscena maschera di biacca portata sul libero orizzonte dell’umano
pensiero da quel debosciato arlecchino che nomasi “Marx” e tutto finirà in una commedia
turpe e grottesca innanzi alla quale ogni anarchico dovrebbe suicidarsi per dignità e per
vergogna.
Per quella parte di anarchici italiani che soffrono di esuberanza vitale; per quella parte di
anarchici italiani – individualisti e comunisti – per i quali la lotta, il pericolo e la tragedia è
un loro bisogno di spirito e di materia, è giunta l’ora!
L’ora d’imporsi e di dominare. La vera libertà e il vero diritto dell’uomo stanno soltanto
nella sua capacità di VOLERE!
Il diritto e la libertà sono la Forza!
Ciò che per gli altri è doloroso sacrificio per noi deve essere dono e gioioso olocausto.
Bisogna gettarsi sull’onda del tempo passato, calcare la groppa dei secoli, risalire
virilmente la Storia per ribere alle vergini sorgenti dalle quali sgorga ancora, caldo e
fumante, il sangue dei primi e liberi sacrifici umani.
Bisogna rientrare, nudi e scalzi, fra le vive pietre della mitica selva leggendaria e nutrirsi,
come i nostri padri lontani, di midolle leonine e di selvaggia natura.
Solo così – al pari di Maria Vesta – potremmo dire al primo Eroe che seppe stoicamente e
serenamente offrire le sua carni alle fiamme rosse d’un lugubre e crepitante rogo nemico:
Ora anche noi, come te, possiamo cantare nei supplizi.
La Vita che la società ci offre non è una vita piena, libera e festante. È una vita stroncata,
mutilata e umiliante.
Noi dobbiamo rifiutarla.
Se non abbiamo la forza e la capacità di strappare violentemente dalle sue mani questa
vita alta e rigogliosa da noi possentemente sentita, gettiamo questa larva sul tragico altare
del sacrificio e della rinunzia finale.
Almeno potremo mettere una corona eroica di bellezza sul volto sanguinante dell’arte che
illumina e crea.
Meglio salire sulle fiamme di un rogo e cadere con il cranio spezzato sotto la raffica di un
incosciente picchetto di esecuzione che accettare questa larva d’ironica vita, che della vita
non è altro che bieca parodia.
Basta o amici con la viltà. Basta o compagni con la ingenua illusione dell’ “atto generoso
del folle”. Basta.
La folla è strame che il socialismo ha messo a marcire nella stalla della borghesia.
Errico Malatesta, Pasquale Binazzi, Dante Carnesecchi e le altre migliaia di oscuri che
marciscono in quelle bolgie miasmatiche e micidiali che sono le carceri della monarchia dei
Savoia e che i medagliettati del P.S.I. (Partito Socialista Italiano) hanno domandato al
porcile di Montecitorio il mezzo per costruirne ancora delle più vaste, dovrebbero essere
per noi tanti spettrali rimorsi, camminanti sotto forme paurose, fra i meandri incerti della
dubbiosa anima nostra; dovrebbero essere tante calde vampate di sangue che ci fugge dal
cuore per salirci vertiginosamente sopra le linee del volto e coprircelo di fosca vergogna.
Io so, noi sappiamo, che cento UOMINI – degni di questo nome – potrebbero fare quello
che cinquecentomila “organizzati” incoscienti non sono e non saranno mai capaci di fare.
Non vedete voi, o amici, l’ombra di Bruno Filippi che sogghigna e ci guarda?
Che non ci siano più dunque CENTO ANARCHICI in Italia degni di questo nome? Non ci
sono più di cento “IO” capaci di camminare con piedi di fiamma sul culmine vorticoso delle
nostre idee? Errico Malatesta e tutte le altre migliaia di caduti fra le mani del nemico nei
primi preludi di questa tempesta sociale, attendono con nobile e febbrile ansia la folgore
che schianta il crollante edificio, che rischiara la storia, che rialza i valori della vita, che
illumina il cammino dell’uomo…
Ma la folgore luminosa e fatale non può irrompere dal cuore delle masse.
Le masse che sembravano le adoratrici di Malatesta sono vili e impotenti.
Il governo e la borghesia lo sanno…Lo sanno e sogghignano.
Pensano: “Il P.S.I. è con noi. È la pedina indispensabile per la bieca riuscita del nostro
giuoco malvagio. È l’
Abracadabra che trova forma nella voce Abracas ed Abra della nostra
magica e millenaria stregoneria. Le masse imbelli sono le sue schiave ed Errico Malatesta è
vecchio ed ammalato. Lo faremo morire nel segreto buio di una umida cella e poscia ne
getteremo il cadavere sulla faccia dei suoi compagni anarchici…”.
Sì, così pensano governo e borghesia nel segreto della loro anima idiota e malvagia.
Vorremmo noi sopportare con indifferenza questa ignobile sfida? Vorremmo noi sopportare
in silenzio questo insulto sanguinoso e brutale? Saremo noi tanto vili?
Io mi auguro che questi miei tre giganteschi punti interrogativi, così solenni e terribili,
trovino nelle file dell’anarchismo una virile risposta che dica: NO! con un terribile
rimbombo più terribile ancora…
È dalle cime in fiamme del luminoso vertice che devono scaturire le folgori liberatrici.
Il forte VEGLIARDO attende. Eroici compagni: A NOI!
Il cadavere d’un vecchio agitatore costa sempre più della vita di mille malvagi imbecilli.
Fratelli ricordatelo.
Facciamo che non cada su di noi la più profonda di tutte le umane vergogne.



Concludo: l'unica esponente della corrente individualista anarchica che s'è sempre dimostrata "possibilista" e pronta al dialogo con altri movimenti (compresi i socialisti e i sindacalisti rivoluzionari) era Leda Rafanelli. Di altri esempi, sinceramente, ne vedo pochi.

in realtà Armand (nonché lo stesso Novatore) e molti altri collaborarono con le correnti anarco-socialiste.
Più tesi e complessi i rapporti con i socialisti (in fondo il PSI era l'ala più morbida e riformista del movimento operaio).

Egomet
06-10-16, 15:43
Qualche estratto da "Il mio individualismo iconoclasta" e dalla successiva "Polemica":

[...]
Ed io come unico balzo sul campo di battaglia, snudo la mia spada e difendo le mie intime idee d'individualista estremo, di Unico indiscutibile, poiché possiamo essere scettici ed indifferenti, ironici e beffardi quanto vogliamo e possiamo, ma quando si è condannati a sentire dei socialisti più o meno teorizzanti ad affermare sfacciatamente ed ignorantemente che non vi è nulla d'incompatibile fra l'idea Individualista e quella collettivista, e che si tenta stupidamente di far passare un titanico cantore dell'eroica potenza dominatrice di fantasmi umani, morali e divini, che freme e palpita, tripudia e si espande, al di là del bene e del male della Chiesa e dello Stato, dei Popoli e della Umanità fra gli strani bagliori d'un nuovo incendio d'amore incompreso come il lirico creatore di Zarathustra, per un povero e volgare profeta del Socialismo che è
scuola di vigliaccheria, o un iconoclasta invincibile ed insuperabile come Max Stirner per uno strumento qualsiasi messo lì a disposizione dei frenetici fautori del comunismo, allora si può avere sì un'ironica smorfia sulle labbra ma poi bisogna in-sorgere risolutamente per difendersi e per aggredire, poiché chi si sente davvero Individualista di principio, di mezzo e di fine, non può tollerare di essere minimamente confuso fra le turbe incoscienti d'un
morboso gregge belante.


[...] Anche il comunismo che - a quanto ci raccontano i suoi teorizzatori - è la forma di Società più umanamente
perfetta, non potrà riconoscere in me che uno dei suoi membri più o meno attivo, più o meno stimato... Io per il comunismo potrà valere per quanto sarò di me stesso, di intimamente mio, di Unico e perciò incomprensibile alla collettività. Ma ciò che è in me di
più incomprensibile, di più misterioso ed enigmatico per la collettività è appunto il mio tesoro più prezioso, il mio bene più caro poiché è la mia intimità più profonda la quale io solo posso giustificare ed amare poiché solo io la comprendo.
Basterebbe ad esempio ch'io dicessi al comunismo: "l'eletto esiste per non far nulla" come dice Oscar Wilde, per vedermi scacciare come un lebbroso siberiano dalla cena sacra dei nuovi Dei!


[...] Ho ventinove anni, sono quindici anni che milito nel campo libertario e vivo anarchicamente, e mi si è sempre detto le stesse, le stessissime cose:
"Per amore della concordia... ".
"Per amore della propaganda... ".
"Per la prossima Rivoluzione Sociale e redentrice...".
Per... ma a che pro continuare!
Basta! Non posso più tacere!


[...]quando parecchi anni or sono il bieco militarismo italiano imperava terroristicamente
affermando la sua triviale e perversa volontà sanguinaria sopra tutto un popolo idiota,
pecorile e pezzente, che soffriva, piangeva ed ubbidiva senza un fremito forte d'audace
rivolta io fui fra quelli che dissero "NO!" sfidando superbamente l'idiota Cadorna che stava
emanando i suoi criminosi decreti di sterminio e di morte nonché l'idiota plebaglia che
subiva ed applaudiva la guerra. E se la verde e profumata foresta strinse fra le sue fiorite
braccia un BANDITO la fetida caserma e le abominate trincee non chiusero nelle loro
bocche di fango il soldato. Mi sentivo già anarchico e non potevo attendere né la
rivoluzione collettiva per ribellarmi, né il comunismo per ottenere la mia Libertà.



[...] E che mi convince di tutto ciò è quel tuo furore verbale che si scatena impulsivamente
laddove affermo essere degli eunuchi gli uomini del socialismo e degli anemici gli uomini
del comunismo, perché tu, tentando di confutare queste mie affermazioni, apri due
minuscole parentesi per domandarmi: tutti? E siccome io, quando dicevo gli eunuchi del
socialismo e gli anemici del comunismo, non intendevo dire dei castrati sessuali i primi né
anemici i secondi nel senso di anemia di sangue ch'è preludio di tisi polmonare, ma bensì
eunuchi ed anemici del pensiero, rispondo. Sì, tutti!
E spiegherò il perché.
Perché per me anarchico individualista sono degli impotenti tutti coloro che hanno una
mèta da raggiungere ed un altare su cui sacrificarsi. E se tu non hai bisogno ch'io mi
dilunghi a dimostrarti che il socialismo è il sogno di chi ha sete di comandare e di
dominare sia pure in modo diverso da quello del prete e della borghesia, avrai certamente
bisogno ch'io ti spieghi, sia pur brevemente, il perché non sono comunista. Ed il perché è
questo: che mentre il Comunismo, per giungere alla sua realizzazione, richiede a me
individuo anche il sacrificio supremo, egli non intende affatto sacrificarsi per la
realizzazione della mia Unicità. Tu dici: "Ma Novatore stesso deve pur confessare che fino
a che vi saranno degli uomini vi sarà una società".
Ma è proprio qui, e qui soltanto, caro Mario, l'abisso che ci separa.
È qui che avviene l'urto irreconciliabile delle due anarchie.
Qui dove lo spirito del comunista rimane ondeggiante e sospeso fra le antinomie
barcollando tra la fatale necessità del comando ed il piagnucoloso lamento dell'oppresso,
mentre lo spirito dell'individualista ha scelto decisamente l'eterna ribellione. È proprio
perché la Società è eterna che eterna sarà la rivolta dell'IO anarchico che non vorrà mai
riconoscere leggi e costumi, morali e religioni, siano pur queste nuove. Ed è per questo
che nello stesso scritto da te e dagli altri due incriminato io affermavo ch'io mi dichiaro in
guerra aperta, palese o nascosta, contro la Società: contro ogni Società! Ed aggiungevo
che ogni forma di Società - ed appunto perché società - vorrà, per il suo bene, l'individuo
umiliato.
E continuavo: "Anche il Comunismo che - a quanto ci raccontano i suoi teorizzatori - è la
forma di Società più umanamente perfetta, non potrà riconoscere in me che uno dei suoi
membri più o meno attivo, più o meno stimato... ma io per il Comunismo non potrò mai
valere per quanto sarò di me stesso, di intimamente mio, di Unico e perciò
incomprensibile, di più misterioso ed enigmatico per la collettività è appunto il mio tesoro
più prezioso, la mia intimità più profonda, il mio bene più caro, poiché io solo comprendo".
Perciò quando dicevo che ho per principio soltanto la Vita e per fine la Morte e che voglio
vivere intensamente per poter morire tragicamente non lo dicevo mica, miei egregi
contradditori, per fare dell'estetismo letterario come mi diceva un mio amico socialista, ma
per affermare un mio principio ben pensato e ben ponderato. E sono queste mie idee del
mondo e della vita che mi gonfiano l'anima di gioia e di felicità. E se ho chiamato il
Materialismo, il Positivismo, la Storia, ecc. ecc. ferri vecchi e rugginosi che a più nulla mi
servono e più non mi riguardano - affermazione questa che ha fatto andare sulle furie il
buon Camillo da Lodi - è proprio perché svincolandomi da ogni scuola sono diventato il
signore di me stesso.


Nella raccolta Un fiore selvaggio; scritti scelti e note autobiografiche (si veda discussione su Novatore) è pubblicata l'intera polemica.
In rete si trovano scritti di Novatore all'indirizzo Novatore.it - Brani scelti (http://www.novatore.it/Brani_scelti.html)

Josef Scveik
06-10-16, 17:21
infatti io mi sento libertario e individualista e non anarchico (non alla maniera di Pannella, comunque)
Ok benissimo, l'importante è definire bene le posizioni.


Concludo: l'unica esponente della corrente individualista anarchica che s'è sempre dimostrata "possibilista" e pronta al dialogo con altri movimenti (compresi i socialisti e i sindacalisti rivoluzionari) era Leda Rafanelli. Di altri esempi, sinceramente, ne vedo pochi.
Sta di fatto che in Spagna e anche in Russia prima, gli anarchici (individualisti e comunisti) c'erano e lottarono fianco a fianco con le altre correnti socialiste fin quando ciò fu possibile. Questo comunque è il destino a cui non si può sfuggire, essendo l'anarchismo (compreso l'anarco-individualismo) una corrente del socialismo.

LupoSciolto°
06-10-16, 17:43
essendo l'anarchismo (compreso l'anarco-individualismo) una corrente del socialismo.

Il socialismo presuppone l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, tu stesso lo ripeti! Tucker , Spooner e altri anarchici individualisti americani criticavano il capitalismo da una prospettiva "liberale" (no ai monopoli, no al protezionismo ecc...) ma la proprietà privata e il mercato erano per loro sacri. Altri anarchici individualisti, soprattutto europei, auspicavano la creazione di microcomunità senza una precisa forma organizzativa economica. In questo senso mi viene in mente la figura para-politica dell'artista, tratteggiata da Georges Palante. Alcuni individualisti (Rafanelli in primis) possono certamente essere definiti "socialisti". Tanti altri no.

LupoSciolto°
06-10-16, 18:29
Come si fanno a pubblicare foto senza url?

LupoSciolto°
06-10-16, 18:37
5657

Da "Il Pensiero Anarchico" di Filippo Pani e Salvo Vaccaro. Demetra, 1997

Lèon Kochnitzky
06-10-16, 18:48
Ok benissimo, l'importante è definire bene le posizioni.


Sta di fatto che in Spagna e anche in Russia prima, gli anarchici (individualisti e comunisti) c'erano e lottarono fianco a fianco con le altre correnti socialiste fin quando ciò fu possibile. Questo comunque è il destino a cui non si può sfuggire, essendo l'anarchismo (compreso l'anarco-individualismo) una corrente del socialismo.

Il problema tuo è però che tendi a porre in essere il pensiero anarco-libertario nel solco della prospettiva da "sinistra arcobaleno", tipica dei libertari pseudo progressisti, antitutto.

Noi, invece, ammettiamo l'esistenza di un pensiero libertario e individualista non ortodosso, non conforme, libero da ogni schematizzazione che invece piace tanto ai dogmatici di ogni colore.
Se un libertario volesse essere patriottico o anti-internazionalista, non e' che perche la chiesa anarchica arcobalena dice che un libertario non può amare la propria terra o deve per forza adattarsi al dogma umanitario, vuol dire che non è un libertario. Sicuramente non lo e' per te, ma un'ideologia non e' un copyright

LupoSciolto°
06-10-16, 18:55
Il problema tuo è però che tendi a porre in essere il pensiero anarco-libertario nel solco della prospettiva da "sinistra arcobaleno", tipica dei libertari pseudo progressisti, antitutto.

Noi, invece, ammettiamo l'esistenza di un pensiero libertario e individualista non ortodosso, non conforme, libero da ogni schematizzazione che invece piace tanto ai dogmatici di ogni colore.
Se un libertario volesse essere patriottico o anti-internazionalista, non e' che perche la chiesa anarchica arcobalena dice che un libertario non può amare la propria terra o deve per forza adattarsi al dogma umanitario, vuol dire che non è un libertario. Sicuramente non lo e' per te, ma un'ideologia non e' un copyright

Non c'entrano nulla la sinistra arcobaleno o i cosiddetti centri sociali. Qui è stato detto che l'individualismo anarchico (al parti del comunismo libertario e dell'anarco-sindacalismo) rientra nel solco della tradizione socialista. A mio parere no. O meglio: ci sono stati anarchici individualisti che hanno collaborato con i socialisti, ma molti altri che avevano poco o nulla a che spartire con questo ideale. In particolare la scuola statunitense. Né più , né meno.

Lèon Kochnitzky
06-10-16, 19:23
Non c'entrano nulla la sinistra arcobaleno o i cosiddetti centri sociali. Qui è stato detto che l'individualismo anarchico (al parti del comunismo libertario e dell'anarco-sindacalismo) rientra nel solco della tradizione socialista. A mio parere no. O meglio: ci sono stati anarchici individualisti che hanno collaborato con i socialisti, ma molti altri che avevano poco o nulla a che spartire con questo ideale. In particolare la scuola statunitense. Né più , né meno.
c'entra nella misura in cui molte personalità di quel mondo fanno rientrare nel solco del pensiero anarchico o comunista progressista tutto ciò che in teoria gravita attorno ad esso. appunto, in teoria. Di per se' un libertario (come dice la parola stessa) e' l'uomo libero, al di là di ogni schema o dogma, se non lo capisce chi è libertario non so chi lo può capire. Il problema è che finche' si rimane chiusi negli schemi da ottocento di destra e sinistra, non si capisce nulla di nulla.
Un individualista e tale e basta. Punto. e in quanto tale crede in cio' che meglio crede. se vuole essere solidale lo sarà, se non gli va, nessuno lo può costringere, altrimenti non è più individualismo anarchico o libertario che sia.

Pestis nigra
06-10-16, 21:10
Questo tanto è vero che gli ultra-individualisti di inizio 900 come Libero Tancredi, Mario Gioda e altri, che inizialmente si fregiavano del titolo di super-anarchici, finirono dritti dritti nelle fila del regime fascista senza peraltro che ciò scatenasse in loro un qualche minimo sentimento di vergogna per il vergognoso salto della quaglia compiuto.

Ha ragione Raimondo, d'altronde anche io farei lo stesso senza aver sentimento di vergogna alcuna, proprio perché non sono anarchico, ma al massimo solo individualista.

Josef Scveik
07-10-16, 10:12
Il socialismo presuppone l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, tu stesso lo ripeti! Tucker , Spooner e altri anarchici individualisti americani criticavano il capitalismo da una prospettiva "liberale" (no ai monopoli, no al protezionismo ecc...) ma la proprietà privata e il mercato erano per loro sacri. Altri anarchici individualisti, soprattutto europei, auspicavano la creazione di microcomunità senza una precisa forma organizzativa economica. In questo senso mi viene in mente la figura para-politica dell'artista, tratteggiata da Georges Palante. Alcuni individualisti (Rafanelli in primis) possono certamente essere definiti "socialisti". Tanti altri no.
Falso!
Di conseguenza tutti gli anarchici sono anticapitalisti ("Se i lavoratori possedessero la ricchezza che producono, non ci sarebbe il capitalismo" [Alexander Berkman, What is Communist Anarchism?, p. 37]). Benjamin Tucker, per esempio -- l'anarchico più influenzato dal liberalismo (cosa di cui discuteremo successivamente) -- denominava le sue idee "Socialismo Anarchico" ed denunciava il capitalismo come un sistema basato "sull'usura, sull'interesse, sull'affitto e sul profitto". Sosteneva che in una società del libero-mercato anarchica e non capitalista, i capitalisti diventerebbero inutili e lo sfruttamento del Capitale sul Lavoro cesserebbe, poiché "i lavoratori...si assicurerebbero una paga naturale, l'intero prodotto." [The Individualist Anarchists, p. 82 and p. 85] Una tal economia si baserà sui banchi di mutuo soccorso e sul libero scambio di prodotti fra cooperative, artigiani e contadini. Per Tucker e gli altri anarchici individualisti, il capitalismo non è un vero libero mercato, essendo basato sulle varie leggi e monopolii che i capitalisti creano per mettersi in una posizione di vantaggio sui lavoratori, che essi sfruttano per mezzo del profitto, dell'interesse e dell'affitto (vedi la (http://www.inventati.org/anarchyco/SezA1.html#a14)Sezione G (http://www.inventati.org/anarchyco/SezG.html) per una discussione più argomentata). Max Stirner, l'arci egoista, non dice nulla al proposito ma disprezza la società capitalista ed i suoi vari "spettri", che per lui sono le idee trattate come sacre quale la proprietà privata, la concorrenza, la divisione del lavoro, e così via. (http://www.inventati.org/anarchyco/SezA1.html#a14)


Non c'entrano nulla la sinistra arcobaleno o i cosiddetti centri sociali. Qui è stato detto che l'individualismo anarchico (al parti del comunismo libertario e dell'anarco-sindacalismo) rientra nel solco della tradizione socialista. A mio parere no. O meglio: ci sono stati anarchici individualisti che hanno collaborato con i socialisti, ma molti altri che avevano poco o nulla a che spartire con questo ideale. In particolare la scuola statunitense. Né più , né meno.
Il tuo parere non conta, la verità storica è quella che ho detto io.

Josef Scveik
07-10-16, 10:18
Il problema tuo è però che tendi a porre in essere il pensiero anarco-libertario nel solco della prospettiva da "sinistra arcobaleno", tipica dei libertari pseudo progressisti, antitutto.
E perchè mai?


Noi, invece, ammettiamo l'esistenza di un pensiero libertario e individualista non ortodosso, non conforme, libero da ogni schematizzazione che invece piace tanto ai dogmatici di ogni colore.
Se un libertario volesse essere patriottico o anti-internazionalista, non e' che perche la chiesa anarchica arcobalena dice che un libertario non può amare la propria terra o deve per forza adattarsi al dogma umanitario, vuol dire che non è un libertario. Sicuramente non lo e' per te, ma un'ideologia non e' un copyright
La questione è che tu sei individualista e non anarchico, questo deve esser ben chiaro....
Un anarchico nazionalista è un non-anarchico non perchè essere nazionalisti è un peccato ma perchè il nazionalismo si contrappone ai principi anarchici. L'anarchico ragiona o in termini di classe o in quelli individuali oppure in entrambi, se uno è nazionalista antepone gli interessi di un concetto astratto (la nazione) a quelli degli sfruttati.

Non capisco perchè una volta che hai definito la tua posizione individualista non-anarchica ti ostini a rimestare nel torbido provando a confondere due concetti che invece sono nella sostanza profondamente diversi. Non capisco proprio...

LupoSciolto°
07-10-16, 10:33
Il tuo parere non conta, la verità storica è quella che ho detto io.

Bene, abbiamo il detentore di ogni verità. Ora, però, lo vai a dire ai due autori de "Il Pensiero Anarchico" che il loro parere, e non il mio, non conta.

PS: Vaccaro collabora da decenni con la stampa libertaria.

Josef Scveik
07-10-16, 11:12
Bene, abbiamo il detentore di ogni verità. Ora, però, lo vai a dire ai due autori de "Il Pensiero Anarchico" che il loro parere, e non il mio, non conta.

PS: Vaccaro collabora da decenni con la stampa libertaria.
La verità non è mia ma della storia...

Lo so chi è Salvo Vaccaro, ma non so cosa avrebbe detto a supporto del tuo pensiero...

LupoSciolto°
07-10-16, 12:07
La verità non è mia ma della storia...

Lo so chi è Salvo Vaccaro, ma non so cosa avrebbe detto a supporto del tuo pensiero...

Scrive che gli anarchici individualisti statunitensi (Tucker in testa), non sostenevano né la lotta di classe né l'abolizione della proprietà privata. Certo, Warren e Tucker si definivano socialisti, ma pure Craxi e Tony Blair si definivano tali. Di che parliamo allora?
L'anarchismo individualista statunitense, ancor più di quello europeo, era un'emanazione del liberalismo classico e contestava il capitalismo per le sue "degenerazioni" e non per altro. Il loro sogno era una società di piccoli imprenditori. Certo, le cooperative di lavoratori non erano avversate, ma era l'individuo , titolare dell'inalienabile diritto alla proprietà privata, l'epicentro della loro speculazione intellettuale e politica. Io ho letto testi in lingua inglese di gente come Tucker e Spooner. So di quello che parlo. Se, però, vuoi continuare con le tue convinzioni...fai pure. Nessuno te lo nega.

Egomet
07-10-16, 13:39
L'anarco-individualismo americano di ispirazione tuckeriana, con la sua miscela di idee, è fuor di dubbio più sincretico e peculiare di quello europeo (io lo trovo poco interessante, ma è questione di gusti).
Nonostante attingesse a piene mani dal patrimonio teorico liberale, Tucker provò sempre avversione per il capitalismo.
Ciò, naturalmente, non fa di lui un socialista in senso stretto, almeno attenendosi alla definizione classica di "collettivizzazione dei mezzi di produzione".
Almeno fino alla seconda metà del ventesimo secolo, l'anarchismo di indirizzo individualista ha in genere mostrato maggior permeabilità rispetto alla corrente collettivista.
In seguito, con la sferzata ricevuta dalle nuove contestazioni, anche l'anarchismo socialista diede prova di notevole plasticità, senza per questo rinunciare alle proprie coordinate di riferimento.

Lèon Kochnitzky
07-10-16, 14:46
La questione è che tu sei individualista e non anarchico, questo deve esser ben chiaro....
Un anarchico nazionalista è un non-anarchico non perchè essere nazionalisti è un peccato ma perchè il nazionalismo si contrappone ai principi anarchici. L'anarchico ragiona o in termini di classe o in quelli individuali oppure in entrambi, se uno è nazionalista antepone gli interessi di un concetto astratto (la nazione) a quelli degli sfruttati. L'anarchia ragiona in termini di anti-autoritarismo e anti-gregarismo. Lo dice anche Bakunin. Questo non per ribadire che io sia anarchico come te, perche' non è la mia prerogativa; ma per rimanere legati a ciò che è stato partorito dal pensiero di un filosofo anarchico e anche libertario. Come ho già detto, anarchismo e libertarismo non sono la stessa cosa, ma sono sinonimi. Libertario chi e'? E' colui che vuole la massima estensione di libertà per gli individui.
Un'altra differenziazione ancora (che mi attrae) e' lo spirito libero. Che e' affine al libertario, ma non entra in una dimensione strettamente politica come quella del libertario.


Non capisco perchè una volta che hai definito la tua posizione individualista non-anarchica ti ostini a rimestare nel torbido provando a confondere due concetti che invece sono nella sostanza profondamente diversi. Non capisco proprio...
Perchè il forum si chiama anarchismo e mi attengo alle argomentazioni che propone.

Josef Scveik
07-10-16, 15:12
Scrive che gli anarchici individualisti statunitensi (Tucker in testa), non sostenevano né la lotta di classe né l'abolizione della proprietà privata. Certo, Warren e Tucker si definivano socialisti, ma pure Craxi e Tony Blair si definivano tali. Di che parliamo allora?
L'anarchismo individualista statunitense, ancor più di quello europeo, era un'emanazione del liberalismo classico e contestava il capitalismo per le sue "degenerazioni" e non per altro. Il loro sogno era una società di piccoli imprenditori. Certo, le cooperative di lavoratori non erano avversate, ma era l'individuo , titolare dell'inalienabile diritto alla proprietà privata, l'epicentro della loro speculazione intellettuale e politica. Io ho letto testi in lingua inglese di gente come Tucker e Spooner. So di quello che parlo. Se, però, vuoi continuare con le tue convinzioni...fai pure. Nessuno te lo nega.
La tua parola non conta, riporta lo scritto di Salvo Vaccaro grazie.
Non conta nemmeno la mia in questo contesto ovviamente, infatti io non riporto le mie convinzioni ma quello che unanimemente accettato, ovvero che tutte le correnti dell'anarchismo sono socialiste. Il resto è fuffa.

Una Faq Anarchica --- Sezione A.1 - Cos'è l'anarchismo? (http://www.inventati.org/anarchyco/SezA1.html#a14)

Una Faq Anarchica --- Sezione G - L'anarchismo individualista è capitalistico? (http://www.inventati.org/anarchyco/SezG.html)

LupoSciolto°
07-10-16, 15:47
La tua parola non conta, riporta lo scritto di Salvo Vaccaro grazie.
Non conta nemmeno la mia in questo contesto ovviamente, infatti io non riporto le mie convinzioni ma quello che unanimemente accettato, ovvero che tutte le correnti dell'anarchismo sono socialiste. Il resto è fuffa.

Una Faq Anarchica --- Sezione A.1 - Cos'è l'anarchismo? (http://www.inventati.org/anarchyco/SezA1.html#a14)

Una Faq Anarchica --- Sezione G - L'anarchismo individualista è capitalistico? (http://www.inventati.org/anarchyco/SezG.html)

Ma hai visto o no il link che ho postato ??? Inoltre: io ho letto gli scritti di Tucker e posso dirti che era a favore del libero mercato e distantissimo dall'idea di lotta di classe (tra le tante cose, Tucker non escludeva nemmeno la possibilità di ricorrere alla pena capitale all'interno di una società libertaria)

Lèon Kochnitzky
07-10-16, 15:49
Ma chi ha detto che gli anarchici debbano necessariamente essere per la lotta di classe? (non parlo di libertari e individualisti, se no josef ne risente).
Stirner era interessato alla lotta di classe? E Kropotkin? La lotta di classe è una prerogativa marxista-leninista, gli anarchici hanno quasi sempre parlato di popoli e di oppressione in termini generali

LupoSciolto°
07-10-16, 15:56
Ma chi ha detto che gli anarchici debbano necessariamente essere per la lotta di classe? (non parlo di libertari e individualisti, se no josef ne risente).
Stirner era interessato alla lotta di classe? E Kropotkin? La lotta di classe è una prerogativa marxista-leninista, gli anarchici hanno quasi sempre parlato di popoli e di oppressione in termini generali

Gli anarchici-comunisti sono a favore della lotta di classe. Certo, non la intendono come i marxisti, ma questo è un altro discorso

Egomet
07-10-16, 23:55
.
La lotta di classe è una prerogativa marxista-leninista, gli anarchici hanno quasi sempre parlato di popoli e di oppressione in termini generali

Direi di no: tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e le prime due decadi del ventesimo, gli anarchici (soprattutto, per ovvie ragioni, coloro che si riconoscevano nella corrente sociale, ma non solo) erano in prima fila nello scontro di classe.
Durante il "biennio rosso", ad esempio, anarchici e anarco-sindacalisti occuparono fabbriche e innalzarono molto il livello del conflitto tra maestranze e padronato.
In Spagna, Francia e nel resto d'Europa, in misura variabile a seconda della consistenza numerica, gli anarchici sostenevano le proteste operaie e contadine.

Josef Scveik
08-10-16, 09:12
Ma hai visto o no il link che ho postato ??? Inoltre: io ho letto gli scritti di Tucker e posso dirti che era a favore del libero mercato e distantissimo dall'idea di lotta di classe (tra le tante cose, Tucker non escludeva nemmeno la possibilità di ricorrere alla pena capitale all'interno di una società libertaria)
Ora l'ho visto, e quindi? Vaccaro analizza l'anarco-individualismo americano ma mica dice (almeno in quelle 4 righe non lo fa) che quello non è anarchismo? L'anarco-individualismo americano si oppone in tutti i modi all'autoritarismo e alla gerarchizzazione sociale, e lo fa partendo da un punto di vista diverso dall'anarchismo europeo perchè come hai detto rifiuta la lotta di classe (questa viene rifiutata anche da anarco-individualisti europei, molti dei quali si ritengono non-rivoluzionari...non in quanto riformisti, ma in quanto ritengono al rivoluzione sociale un feticcio che costringe l'individuo a vivere e magari a scendere a compromessi in attesa di un qualcosa che forse non vedrà mai realizzata) e si pone in un'ottica prevalentemente pacifista. Essi più o meno ritengono che la chiave di tutto sia il mercato, che è un mezzo attraverso il quale impedire la formazione di monopoli, concentramento di ricchezza, ec.c ecc. Di qui l'idea della note di lavoro di warren, banche mutualistiche ecc. ecc.

Non sono sicuramente a favore della socializzazione dei mezzi di produzione, ma sono comunque a loro modo anticapitalisti e antiautoritari, ciò vuol dire che sono anarchici, ovvero socialisti.


Ma chi ha detto che gli anarchici debbano necessariamente essere per la lotta di classe? (non parlo di libertari e individualisti, se no josef ne risente).
Stirner era interessato alla lotta di classe? E Kropotkin? La lotta di classe è una prerogativa marxista-leninista, gli anarchici hanno quasi sempre parlato di popoli e di oppressione in termini generali
Ci sono anarchici che l'accettano (per esempio i comunisti-anarchici vicini alle idee piattaformiste di Makhno) e anarchici che invece la rifiutano come concetto genericamente astratto.

LupoSciolto°
08-10-16, 09:18
Ora l'ho visto, e quindi? Vaccaro analizza l'anarco-individualismo americano ma mica dice (almeno in quelle 4 righe non lo fa) che quello non è anarchismo? L'anarco-individualismo americano si oppone in tutti i modi all'autoritarismo e alla gerarchizzazione sociale, e lo fa partendo da un punto di vista diverso dall'anarchismo europeo perchè come hai detto rifiuta la lotta di classe (questa viene rifiutata anche da anarco-individualisti europei, molti dei quali si ritengono non-rivoluzionari...non in quanto riformisti, ma in quanto ritengono al rivoluzione sociale un feticcio che costringe l'individuo a vivere e magari a scendere a compromessi in attesa di un qualcosa che forse non vedrà mai realizzata) e si pone in un'ottica prevalentemente pacifista. Essi più o meno ritengono che la chiave di tutto sia il mercato, che è un mezzo attraverso il quale impedire la formazione di monopoli, concentramento di ricchezza, ec.c ecc. Di qui l'idea della note di lavoro di warren, banche mutualistiche ecc. ecc. Non sono sicuramente a favore della socializzazione dei mezzi di produzione, ma sono comunque a loro modo anticapitalisti e antiautoritari, ciò vuol dire che sono anarchici, ovvero socialisti. Ci sono anarchici che l'accettano (per esempio i comunisti-anarchici vicini alle idee piattaformiste di Makhno) e anarchici che invece la rifiutano come concetto genericamente astratto.

STRANAMENTE stiamo dicendo la stessa cosa. Con la differenza che io non considero "socialista" una società di piccoli produttori in regime di libera concorrenza.

Egomet
08-10-16, 20:01
STRANAMENTE stiamo dicendo la stessa cosa. Con la differenza che io non considero "socialista" una società di piccoli produttori in regime di libera concorrenza.

Infatti il punto focale della diatriba è, ancora una volta, la denotazione del termine "socialismo", evidentemente diversa da quella tradizionale in Tucker, il quale comunque considerava socialista la sua proposta politica.

Josef Scveik
09-10-16, 10:18
Infatti il punto focale della diatriba è, ancora una volta, la denotazione del termine "socialismo", evidentemente diversa da quella tradizionale in Tucker, il quale comunque considerava socialista la sua proposta politica.
Il punto è che tutti gli anarchici, siano essi individualisti o comunisti, ambiscono alla distruzione della società gerarchica e autoritaria. La differenza sta sui mezzi quindi e non sul fine....

Egomet
09-10-16, 13:32
Il punto è che tutti gli anarchici, siano essi individualisti o comunisti, ambiscono alla distruzione della società gerarchica e autoritaria. La differenza sta sui mezzi quindi e non sul fine....

Non discuto affatto la cosa.
Mi sembrava solo che la vostra querelle vertesse sulla maniera di intendere "socialista", tutto qui.