LupoSciolto°
15-10-16, 18:06
Quindi io penso che il clero universitario oggi sia un clero di servizio. Perché un clero di servizio? Perché ha introiettato completamente la riproduzione capitalistica come necessità storica intrascendibile, e ciò si può chiamare in vari modi, “gabbia d’acciaio” in senso weberiano o “dispositivo della tecnica” (Gestell) in senso heideggeriano. In ogni caso, gli intellettuali sono al servizio di una divinità infinitamente più dispotica e sanguinaria di quello che poteva essere il Dio medioevale, una divinità che certamente non chiede più roghi e sacrifici umani, ma che ha aumentato ancora di più (sebbene in forma laicizzata ed apparentemente umanistica) l’idea dell’intrascendibilità del mondo (Costanzo Preve)
Perché questo incipit? Perché è nota a tutti la subalternità della maggior parte dei docenti universitari e degli intellettuali verso il pensiero unico.
Ricordo , durante la mia breve carriera universitaria (ho conseguito una modesta laurea triennale), professori soliti dipingere l'attuale mondo come "il male minore", ma anche loro colleghi fautori di una farlocca visione "alternativa" che, nei fatti, non toccava nessuno dei punti salienti a noi tanto cari. Mai , infatti, ho sentito un docente esprimersi in maniera netta e chiara contro il capitalismo, le sue contraddizioni e i suoi effetti nefasti. Mai ho sentito un docente universitario mettere seriamente in discussione l'autorità di organismi come NATO o BCE.
Poche settimane fa, come se non bastasse, ho avuto modo di parlare con una persona molto giovane che da poco tempo ha intrapreso la carriera universitaria. Una persona che ho sempre considerato intelligente e lucida ma che, purtroppo, non ha saputo rigettare ciò che di mostruoso i "soloni" sono soliti sentenziare. Le parole d'ordine erano queste: "il welfare rappresenta un costo insostenibile" , "la flessibilità lavorativa è una cosa brutta ma inevitabile" e altre perle che vi risparmio. Ho cercato subito di ribattere, argomentando in maniera semplice ma coincisa. Eppure le mie parole si sono sciolte come neve al sole. Il mio ruolo sociale, come potrete intuire, non è certo quello dell' intellettuale, del docente o del ricercatore. Di conseguenza, le mie argomentazioni risultano "scarsamente attendibili". Non è la prima volta che mi capita di assistere a un simile spettacolo e, in tutta onestà, credo che non sarà l'ultima.
Le parole del fu Preve, in questo senso, sono attualissime e dimostrano un dato di fatto: il clero accademico indottrina , anche in maniera subdola, le giovani menti ai dogmi della religione neoliberista, atlantista e "dirittoumanista".
Perché questo incipit? Perché è nota a tutti la subalternità della maggior parte dei docenti universitari e degli intellettuali verso il pensiero unico.
Ricordo , durante la mia breve carriera universitaria (ho conseguito una modesta laurea triennale), professori soliti dipingere l'attuale mondo come "il male minore", ma anche loro colleghi fautori di una farlocca visione "alternativa" che, nei fatti, non toccava nessuno dei punti salienti a noi tanto cari. Mai , infatti, ho sentito un docente esprimersi in maniera netta e chiara contro il capitalismo, le sue contraddizioni e i suoi effetti nefasti. Mai ho sentito un docente universitario mettere seriamente in discussione l'autorità di organismi come NATO o BCE.
Poche settimane fa, come se non bastasse, ho avuto modo di parlare con una persona molto giovane che da poco tempo ha intrapreso la carriera universitaria. Una persona che ho sempre considerato intelligente e lucida ma che, purtroppo, non ha saputo rigettare ciò che di mostruoso i "soloni" sono soliti sentenziare. Le parole d'ordine erano queste: "il welfare rappresenta un costo insostenibile" , "la flessibilità lavorativa è una cosa brutta ma inevitabile" e altre perle che vi risparmio. Ho cercato subito di ribattere, argomentando in maniera semplice ma coincisa. Eppure le mie parole si sono sciolte come neve al sole. Il mio ruolo sociale, come potrete intuire, non è certo quello dell' intellettuale, del docente o del ricercatore. Di conseguenza, le mie argomentazioni risultano "scarsamente attendibili". Non è la prima volta che mi capita di assistere a un simile spettacolo e, in tutta onestà, credo che non sarà l'ultima.
Le parole del fu Preve, in questo senso, sono attualissime e dimostrano un dato di fatto: il clero accademico indottrina , anche in maniera subdola, le giovani menti ai dogmi della religione neoliberista, atlantista e "dirittoumanista".