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Visualizza Versione Completa : Occupazioni e lotta per la casa



Egomet
11-11-16, 17:19
Benché con buona probabilità interessi a pochi utenti, inauguro questa discussione nella quale verranno raccolti pareri, dubbi, notizie sul mondo delle occupazioni.
Sarà accolto qualsiasi spunto critico, con l'unica indicazione generale di tralasciare, se possibile, i frusti luoghi comuni della sezione "cronaca".

Egomet
26-11-16, 16:24
A un primo sguardo, il flusso di sgomberi e sfratti appare soggetto a variazioni: a momenti di stasi seguono grandi concentrazioni di interventi, senza soluzione di continuità.
Benché sia difficile prevedere in base a quali criteri siano distribuite le azioni di recupero, dal momento che diversi fattori ne condizionano la pianificazione, è possibile tuttavia riscontrarne un incremento in prossimità di eventi importanti dell'agenda politica e pubblica.
Parimenti, quando un'azienda riceve un nuovo incarico di gestione, affinché l'ingente dispendio di risorse da parte degli organi regionali (o statali) sia giustificato, vengono condotte campagne di notevole intensità, talora di breve durata, nelle quali decine di famiglie vengono buttate in mezzo alla strada.
Sia nella prima situazione sia nella seconda, gli individui pagano a caro prezzo la sete di prestigio -effimero- di una giunta o di una società privata.
Per di più le ristrutturazioni o le riassegnazioni degli stabili, così amate, almeno a parole, dal solerte funzionario, puntualmente restano sulla carta.
Nella gran parte dei casi, infatti, le riqualificazioni sono il classico specchietto per le allodole, perché gli immobili resteranno abbandonati per decenni all'incuria, mentre politici o dirigenti potranno menar vanto dei successi e del famigerato "ripristino della legalità".
Come comportarsi in questi periodi di pressione?
A parte l'intensa mobilitazione e la lotta culturale alle campagne infamanti dei mezzi di comunicazione, attraverso le quali si presenta al fruitore privo di esperienza diretta una realtà distorta a fini propagandistici o si enfatizzano solo esperienza negative di scarso rilievo numerico, non resta molto altro se non stringersi il più possibile in cerchio nel tentativo di non essere sopraffatti.
Perfino le poche forze potenzialmente interessate (anche per biechi fini di proselitismo o di rinvigorimento di una narrazione) voltano le spalle al problema, trastullandosi con geopolitica e questioni dottrinarie o evitando di compromettere un possibile futuro accesso alle stanze dei bottoni.
Fintanto che si legge di grandi gesta con la lacrimuccia pronta a rigare la guancia, l'animo è corroborato; poi, quando gli ematomi potrebbero passare dal mondo di carta a quello reale...

Sentenza
07-01-17, 11:17
Lavoro salariato/stipendiato.

Sì ho capito, ma Egomet chi pensa che costruisca quelle case che vuole dare gratis ai nullafacenti? Secondo Egomet non sono costruite da muratori salariati, i quali se nessuno comprasse più le case non prenderebbero più un salario? E lasciamo perdere in questo contesto il comunismo, perché Egomet non parla di cosa dovrebbe accadere in futuro quando ci sarà il socialismo, lui sostiene che in regime capitalista (cioè oggi) le case devono essere date gratis ai nullafacenti, soprattutto se stranieri.

Lèon Kochnitzky
07-01-17, 15:54
Sì ho capito, ma Egomet chi pensa che costruisca quelle case che vuole dare gratis ai nullafacenti? Secondo Egomet non sono costruite da muratori salariati, i quali se nessuno comprasse più le case non prenderebbero più un salario? E lasciamo perdere in questo contesto il comunismo, perché Egomet non parla di cosa dovrebbe accadere in futuro quando ci sarà il socialismo, lui sostiene che in regime capitalista (cioè oggi) le case devono essere date gratis ai nullafacenti, soprattutto se stranieri.
Nel socialismo vi sono le case del popolo, che tutti conosciamo, ovviamente, e non case costruite privatamente da architetti urbani capitalisti, messe in vendita a prezzi stabiliti dal regime liberale di mercato ecc.
Non so ora Egomet se è d'accordo su questo, ma obbiettivamente seguendo la prassi socialista, il procedimento è questo. Le case sono prodotte e gestite dallo stato, che le assegna a tutti i cittadini, bisognosi e non. Penso che nei paesi a socialismo reale sia capitato questo.

Sentenza
07-01-17, 15:59
Nel socialismo vi sono le case del popolo, che tutti conosciamo, ovviamente, e non case costruite privatamente da architetti urbani capitalisti, messe in vendita a prezzi stabiliti dal regime liberale di mercato ecc.
Non so ora Egomet se è d'accordo su questo, ma obbiettivamente seguendo la prassi socialista, il procedimento è questo. Le case sono prodotte e gestite dallo stato, che le assegna a tutti i cittadini, bisognosi e non. Penso che nei paesi a socialismo reale sia capitato questo.

Non ci siamo capiti. Secondo Egomet se tu compri una casa (non del popolo) e poi per un qualunque motivo sei costretto a spostarti magari pagando pure l'affitto da un'altra parte, è giusto che un nullafacente straniero vada ad abitare a casa tua (ah, ricordati che le bollette le continuerai a pagare tu). Ti sembra un ragionamento da QI superiore a 72?

Lèon Kochnitzky
07-01-17, 16:11
Non ci siamo capiti. Secondo Egomet se tu compri una casa (non del popolo) e poi per un qualunque motivo sei costretto a spostarti magari pagando pure l'affitto da un'altra parte, è giusto che un nullafacente straniero vada ad abitare a casa tua (ah, ricordati che le bollette le continuerai a pagare tu). Ti sembra un ragionamento da QI superiore a 72?
non ho seguito la diatriba quindi non posso rispondere. sul tema immigrazione mi sono espresso più volte, e penso che sia una strategia del capitalismo per mettere i popoli gli uni contro gli altri (dato che oggi non puoi più mettere austriaci contro italiani e inglesi contro tedeschi, devi 'importarli' da altre zone)

Egomet
07-01-17, 16:15
Sì ho capito, ma Egomet chi pensa che costruisca quelle case che vuole dare gratis ai nullafacenti? Secondo Egomet non sono costruite da muratori salariati, i quali se nessuno comprasse più le case non prenderebbero più un salario? E lasciamo perdere in questo contesto il comunismo, perché Egomet non parla di cosa dovrebbe accadere in futuro quando ci sarà il socialismo, lui sostiene che in regime capitalista (cioè oggi) le case devono essere date gratis ai nullafacenti, soprattutto se stranieri.

In primo luogo, gli stabili sarebbero stati condannati all'erosione delle intemperie e al degrado perché nessuno se ne sarebbe preso cura; pertanto il lavoro dei muratori è tutt'altro che vanificato.
Precisato ciò, i "nullafacenti" come me costituiscono la minoranza degli occupanti, per lo più famiglie con bambini e coppie con almeno un lavoratore presente nel nucleo.
In conclusione, mi diresti in quale occasione ho fatto distinzione tra stranieri e Italiani, prediligendo i primi o, per converso, esaltando i secondi? Ti semplifico il compito: in nessuna.
Se ti interessasse continuare lo scambio di opinioni sul tema della casa, ti proporrei di farlo qui: https://forum.termometropolitico.it/715694-occupazioni-e-lotta-per-la-casa.html (al fine di non stravolgere troppo la discussione sul lavoro).

Sentenza
07-01-17, 16:20
In primo luogo, gli stabili sarebbero stati condannati all'erosione delle intemperie e al degrado perché nessuno se ne sarebbe preso cura; pertanto il lavoro dei muratori è tutt'altro che vanificato.
Precisato ciò, i "nullafacenti" come me costituiscono la minoranza degli occupanti, per lo più famiglie con bambini e coppie con almeno un lavoratore presente nel nucleo.
In conclusione, mi diresti in quale occasione ho fatto distinzione tra stranieri e Italiani, prediligendo i primi o, per converso, esaltando i secondi? Ti semplifico il compito: in nessuna.
Se ti interessasse continuare lo scambio di opinioni sul tema della casa, ti proporrei di farlo qui: https://forum.termometropolitico.it/715694-occupazioni-e-lotta-per-la-casa.html (al fine di non stravolgere troppo la discussione sul lavoro).

Se c'è un lavoratore può pagare un affitto come tutti quanti.

Egomet
07-01-17, 16:21
Non ci siamo capiti. Secondo Egomet se tu compri una casa (non del popolo) e poi per un qualunque motivo sei costretto a spostarti magari pagando pure l'affitto da un'altra parte, è giusto che un nullafacente straniero vada ad abitare a casa tua (ah, ricordati che le bollette le continuerai a pagare tu). Ti sembra un ragionamento da QI superiore a 72?

Ma quando succede? E' un caso su un milione, non può essere ritenuto un paradigma.
Lascia che siano i giornali a enfatizzare le realtà marginali e a ignorare il fenomeno nella sua globalità.
Ora, per cortesia, proseguiamo nello spazio di cui ho pubblicato il collegamento e torniamo a parlare qui di lavoro.

Egomet
07-01-17, 16:25
Se c'è un lavoratore può pagare un affitto come tutti quanti.

Non tutti accettano di essere deprivati del tempo e per di più sottostare alle regole perverse degli affitti o alla rapina del mutuo.
Vi è anche chi, addirittura, rifiuta sia una cosa sia l'altra.

PS sposto i messaggi.

Sentenza
07-01-17, 16:27
Non tutti accettano di essere deprivati del tempo e per di più sottostare alle regole perverse degli affitti o alla rapina del mutuo.
Vi è anche chi, addirittura, rifiuta sia una cosa sia l'altra.

PS sposto i messaggi.

Ah ok, quindi andiamo ad abitare in una casa il cui mutuo è pagato da un altro. Vabbè, io la chiudo qua, ho umiliato fin troppo la mia intelligenza.

Egomet
07-01-17, 16:30
Ah ok, quindi andiamo ad abitare in una casa il cui mutuo è pagato da un altro. Vabbè, io la chiudo qua, ho umiliato fin troppo la mia intelligenza.

No, tu non hai umiliato nulla, semmai hai dimostrato per l'ennesima volta di non sapere niente del fenomeno di cui pretendi di parlare.

Kavalerists
07-01-17, 16:38
Nel socialismo vi sono le case del popolo, che tutti conosciamo, ovviamente, e non case costruite privatamente da architetti urbani capitalisti, messe in vendita a prezzi stabiliti dal regime liberale di mercato ecc.
Non so ora Egomet se è d'accordo su questo, ma obbiettivamente seguendo la prassi socialista, il procedimento è questo. Le case sono prodotte e gestite dallo stato, che le assegna a tutti i cittadini, bisognosi e non. Penso che nei paesi a socialismo reale sia capitato questo.
Infatti Sentenza sta parlando della nostra realtà, dove quello che tu descrivi che accadesse nei paesi socialisti qui non succede.

Sentenza
07-01-17, 16:38
No, tu non hai umiliato nulla, semmai hai dimostrato per l'ennesima volta di non sapere niente del fenomeno di cui pretendi di parlare.

Cosa c'è da sapere? Che le banche fanno soldi coi mutui? Ma no, dai, non lo avrei mai immaginato! Oppure che lo Stato potrebbe costruire le case le quali costerebbero molto di meno? Sai che non ci ero arrivato neanche a questo? Quante cose che sto imparando oggi!

Egomet
07-01-17, 16:43
Cosa c'è da sapere? Che le banche fanno soldi coi mutui? Ma no, dai, non lo avrei mai immaginato! Oppure che lo Stato potrebbe costruire le case le quali costerebbero molto di meno? Sai che non ci ero arrivato neanche a questo? Quante cose che sto imparando oggi!

No, una cosa molto più semplice: le case sono abbandonate o, nel caso dell'edilizia pubblica, sospese in una sorta di limbo trentennale -equivalente all'abbandono- perciò nessuno paga il mutuo per qualcun'altro.

Sentenza
07-01-17, 16:49
No, una cosa molto più semplice: le case sono abbandonate o, nel caso dell'edilizia pubblica, sospese in una sorta di limbo trentennale -equivalente all'abbandono- perciò nessuno paga il mutuo per qualcun'altro.

E tu che sai, sai anche perché? Perché chi la mette in affitto non è tutelato, se affitti una casa e poi ne hai bisogno non riesci a mandare via gli inquilini. Conosco molte persone che sono rimaste fregate.

Lèon Kochnitzky
07-01-17, 16:57
Infatti Sentenza sta parlando della nostra realtà, dove quello che tu descrivi che accadesse nei paesi socialisti qui non succede.

Ma il capitalismo non ci piace e lo vorremmo superare, giusto? Se accettiamo le regole di tale sistema (che Sentenza, evidentemente, accetta) è inutile ritenersi anticapitalisti

Egomet
07-01-17, 17:01
E tu che sai, sai anche perché? Perché chi la mette in affitto non è tutelato, se affitti una casa e poi ne hai bisogno non riesci a mandare via gli inquilini. Conosco molte persone che sono rimaste fregate.

Francamente dei parametri legislativi -sui quali in ogni caso tento di tenermi sempre aggiornato per questioni attinenti al mio quotidiano- mi importa poco, perché il risultato resta il degrado di un immobile per mezzo secolo e la possibilità negata a una famiglia di avere un tetto.

Riporto qui uno spunto di un'altra discussione, solo all'apparenza distante dal contenzioso:

Interessante notare come la ricerca di coesione mediante vittime sacrificali sia interconnessa alle forme di obbedienza al narrato di cui ho scritto nella discussione "miti d'oggi (e di ieri)".
incarnando una diversa modalità di esistere, seppur biasimata e condannata, il capro, attraverso lo specchio deformante di una possibilità non vincolata dalla vergogna, svela per un istante le pressioni a cui è soggetto il cacciatore.
A questo punto, disorientato da un riflesso non conforme alle direttive del narrato e posto davanti al dubbio, il cacciatore reagisce scagliandosi contro il capro con rinnovato vigore, nel tentativo di esorcizzare quell'immagine così lontana dalla "normalità" che potrebbe definitivamente destabilizzarlo.
Nella mobilitazione totale odierna, dietro ai proclami ispirati al senso civico più ferreo e agli imperativi kantiani snocciolati con leggerezza, si nascondono l'invidia -non per le condizioni oggettive del capro, ma per la sua possibilità di essere altro- e la paura di poter un giorno assomigliare a quel riflesso così scabroso.
Meglio distruggerlo prima di esserne contagiati...

Sentenza
07-01-17, 17:07
Ma il capitalismo non ci piace e lo vorremmo superare, giusto? Se accettiamo le regole di tale sistema (che Sentenza, evidentemente, accetta) è inutile ritenersi anticapitalisti

Quindi, non piacendo il capitalismo, mi comporto come se non ci fosse? Interessante. E fammi capire una cosa, stai scrivendo su un computer prodotto a Cuba o hai contribuito all'arricchimento di qualche capitalista proprietario di qualche azienda di computer? Se qualcuno ti ruba questo computer capitalistico sei contento perché il capitalismo non ti piace?

Lèon Kochnitzky
07-01-17, 17:12
Quindi, non piacendo il capitalismo, mi comporto come se non ci fosse? Interessante. E fammi capire una cosa, stai scrivendo su un computer prodotto a Cuba o hai contribuito all'arricchimento di qualche capitalista proprietario di qualche azienda di computer? Se qualcuno ti ruba questo computer capitalistico sei contento perché il capitalismo non ti piace?E' un ragionamento totalmente senza senso.
Io non accetto le regole del capitalismo, liberalismo, liberismo; semplicemente mi ci adeguo. Ma la penso come Egomet: se sei portatore di un'idea del mondo, è giusto che la difendi, altrimenti non ha senso dirti anti-qualcosa. Quindi, il suo ragionamento lo condivido, ma ovviamente anche lui è consapevole che allo stato attuale ti adegui alle regole dell'epoca in cui vivi. La vostra per l'immigrato ruba-case&lavoro è una vera e propria ossessione, grazie anche a questo populismo da bar che va tanto di moda ultimamente. Ma qui le colpe vanno ricercate in una sinistra liberal, che invece di rimanere ancorata alla lotta di classe si è messa a fare le veci dei capitalist sfruttatori.

Sentenza
07-01-17, 17:17
E' un ragionamento totalmente senza senso.
Io non accetto le regole del capitalismo, liberalismo, liberismo; semplicemente mi ci adeguo. Ma la penso come Egomet: se sei portatore di un'idea del mondo, è giusto che la difendi, altrimenti non ha senso dirti anti-qualcosa. Quindi, il suo ragionamento lo condivido, ma ovviamente anche lui è consapevole che allo stato attuale ti adegui alle regole dell'epoca in cui vivi. La vostra per l'immigrato ruba-case&lavoro è una vera e propria ossessione, grazie anche a questo populismo da bar che va tanto di moda ultimamente. Ma qui le colpe vanno ricercate in una sinistra liberal, che invece di rimanere ancorata alla lotta di classe si è messa a fare le veci dei capitalist sfruttatori.

Cosa sarebbe senza senso? Invece è sensatissimo. Se ti rubano la casa ti incazzi, se ti rubano il computer pure. Oppure ti incazzi solo per il computer semplicemente perché non sei nella condizione che ti venga rubata la casa? Non ho capito dove sarebbe l'insensatezza del ragionamento.

Egomet
07-01-17, 17:18
Quindi, non piacendo il capitalismo, mi comporto come se non ci fosse?

Se fosse solo un capriccio ideologico e non un'impellenza esistenziale, l'ironizzare sulle contraddizioni sarebbe una prassi ben accetta e consolidata.
Poiché, invece, siamo al cospetto di una fuga dalla sofferenza, i paradossi e i giochi, ancorché arguti, da salotto non trovano qui la giusta collocazione.
A nessuno è vietato sposare la causa della normalità fingendosi critici, purché poi non venga a fare proselitismi spacciati per ovvi traguardi della logica.

Sentenza
07-01-17, 17:21
Se fosse solo un capriccio ideologico e non un'impellenza esistenziale, l'ironizzare sulle contraddizioni sarebbe una prassi ben accetta e consolidata.
Poiché, invece, siamo al cospetto di una fuga dalla sofferenza, i paradossi e i giochi, ancorché arguti, da salotto non trovano qui la giusta collocazione.
A nessuno è vietato sposare la causa della normalità fingendosi critici, purché poi non venga a fare proselitismi spacciati per ovvi traguardi della logica.

Che in Italiano significa?

Lèon Kochnitzky
07-01-17, 17:36
Cosa sarebbe senza senso? Invece è sensatissimo. Se ti rubano la casa ti incazzi, se ti rubano il computer pure. Oppure ti incazzi solo per il computer semplicemente perché non sei nella condizione che ti venga rubata la casa? Non ho capito dove sarebbe l'insensatezza del ragionamento.

Nel qual caso mi rubassero la casa, ovviamente, mi girerebbero le balle. Ma non ho ancora visto in giro ste orde di immigrati atte a rubare le case abitate alle persone; vedo, altresì, parecchia speculazione politica per raccattare voti dei borgatari che sono messi nelle condizioni di odiare altri poveri come loro, che però vengono da lontano. E' il solito vecchio schema che in questo forum , mi spiace per te , non attacca.

Sentenza
07-01-17, 17:48
Nel qual caso mi rubassero la casa, ovviamente, mi girerebbero le balle. Ma non ho ancora visto in giro ste orde di immigrati atte a rubare le case abitate alle persone; vedo, altresì, parecchia speculazione politica per raccattare voti dei borgatari che sono messi nelle condizioni di odiare altri poveri come loro, che però vengono da lontano. E' il solito vecchio schema che in questo forum , mi spiace per te , non attacca.

Ma guarda che da questo punto di vista la penso come te. Sto contestando il ragionamento teorico che state facendo voi, mica sto dicendo che nella realtà succede ogni tre per due. Proprio perché contesto il ragionamento teorico, faccio un parallelismo con il computer, frutto anch'esso della società capitalistica. Se il capitalismo c'è non possiamo far finta che non ci sia, quindi o si fa una scelta di vita radicale (ci si trasferisce a Cuba, in Corea o si va a vivere in una comune sugli Appennini) o ci si adegua alle regole, cercando di cambiarle ovviamente ma partendo dal presupposto che agire contro le regole capitaliste a discapito di un'altra persona che le regole le segue (magari controvoglia) non è un gesto di coraggio o di ribellione, ma solo di codardia: non voglio veramente andare contro il capitalismo ma lo uso come scusa per farmi gli affari miei. Altrimenti, se si è contro il capitalismo al di là di tutto e a dispetto di tutto, come dicevo si fa un gesto radicale, non si ruba la casa e poi però si compra il computer Apple o Asus.

Lèon Kochnitzky
07-01-17, 18:01
Se il capitalismo c'è non possiamo far finta che non ci sia, quindi o si fa una scelta di vita radicale (ci si trasferisce a Cuba, in Corea o si va a vivere in una comune sugli Appennini) o ci si adegua alle regole, cercando di cambiarle ovviamente ma partendo dal presupposto che agire contro le regole capitaliste a discapito di un'altra persona che le regole le segue (magari controvoglia) non è un gesto di coraggio o di ribellione, ma solo di codardia: non voglio veramente andare contro il capitalismo ma lo uso come scusa per farmi gli affari miei. Altrimenti, se si è contro il capitalismo al di là di tutto e a dispetto di tutto, come dicevo si fa un gesto radicale, non si ruba la casa e poi però si compra il computer Apple o Asus.

Mi pare una condizione di discussione molto vicina a quella dei guanti sollevata da Druuna altrove. E' ovvio che mi adegui alle regole del regime, vivendo al di sotto di un regime capitalista. Questo non significa che, avendo un cervello, non cerchi di contestare queste regole, fin dove mi è concesso e possibile. A differenza di chi si adegua bellamente e non vi si oppone nemmeno concettualmente. Il computer che tu citi, ADESSO è prodotto da multinazionali che seguono logiche capitaliste, ma nei regimi socialisti erano prodotti da aziende di Stato (che poi il socialismo ''reale'' sia stato una variante statale del capitalismo è un altro ragionamento) esattamente come le case venivano redistribuite sempre dallo Stato.

Perciò di che stiamo discutendo?

Egomet
07-01-17, 18:09
o ci si adegua alle regole, cercando di cambiarle ovviamente ma partendo dal presupposto che agire contro le regole capitaliste a discapito di un'altra persona che le regole le segue (magari controvoglia) non è un gesto di coraggio o di ribellione, ma solo di codardia:

Tutto sta nell'effettivo quoziente di dolore racchiuso in quel "controvoglia"; infatti, se alle parole seguissero le azioni e la fuga dalla fonte della sofferenza fosse spasmodica, si manifesterebbero l'impossibilità di ogni adeguamento e le conseguenti reazioni.
Prima di ogni critica all'ordinamento sociale vigente viene -per quanto mi riguarda- la lotta per la conquista di un equilibrio psico-fisico negato dalle circostanze.
Per questo la linea di confine tra chi discetta di politica al bar o in una piazza virtuale, ma poi segue pedissequamente le linee guida della normalità, divenendone finanche portavoce, e chi non può fare a meno di affrancarsi non è di natura politica, libresca o filosofica ma esistenziale.
In merito alle case, nessuno può essere considerato un grassatore solo perché ridona vita a una costruzione altrimenti lasciata all'incuria per dieci lustri.

Sentenza
07-01-17, 18:15
Mi pare una condizione di discussione molto vicina a quella dei guanti sollevata da Druuna altrove. E' ovvio che mi adegui alle regole del regime, vivendo al di sotto di un regime capitalista. Questo non significa che, avendo un cervello, non cerchi di contestare queste regole, fin dove mi è concesso e possibile. A differenza di chi si adegua bellamente e non vi si oppone nemmeno concettualmente. Il computer che tu citi, ADESSO è prodotto da multinazionali che seguono logiche capitaliste, ma nei regimi socialisti erano prodotti da aziende di Stato (che poi il socialismo ''reale'' sia stato una variante statale del capitalismo è un altro ragionamento) esattamente come le case venivano redistribuite sempre dallo Stato.

Perciò di che stiamo discutendo?

Stiamo discutendo del fatto che è troppo facile voler stare in un regime capitalista e poi contestare quello stesso regime che ti permette di godere di alcuni vantaggi ma non sopportarne gli svantaggi. Si è in diritto di contestare se obtorto collo contribuisci all'arricchimento dei capitalisti, in questo modo appartieni alla categoria degli oppressi dal regime, altrimenti appartieni alla categoria di coloro che godono del capitalismo e godono ancora di più nella finta contestazione dello stesso. Per rimanere al computer che ti permette di andare in internet e di contestare, è un prodotto tipicamente capitalista, nei regimi socialisti non venivano progettati computer né reti di calcolatori. E per tornare alla casa occupata dagli extracomunitari, perché gli extracomunitari fanno di tutto per emigrare nei paesi capitalisti? Evidentemente considerano il mondo capitalistico come opportunità, e fra queste opportunità magari quella di avere una casa senza sborsare una Lira e godere del lavoro altrui.

Sentenza
07-01-17, 18:18
Tutto sta nell'effettivo quoziente di dolore racchiuso in quel "controvoglia"; infatti, se alle parole seguissero le azioni e la fuga dalla fonte della sofferenza fosse spasmodica, si manifesterebbero l'impossibilità di ogni adeguamento e le conseguenti reazioni.
Prima di ogni critica all'ordinamento sociale vigente viene -per quanto mi riguarda- la lotta per la conquista di un equilibrio psico-fisico negato dalle circostanze.
Per questo la linea di confine tra chi discetta di politica al bar o in una piazza virtuale, ma poi segue pedissequamente le linee guida della normalità, divenendone finanche portavoce, e chi non può fare a meno di affrancarsi non è di natura politica, libresca o filosofica ma esistenziale.
In merito alle case, nessuno può essere considerato un grassatore solo perché ridona vita a una costruzione altrimenti lasciata all'incuria per dieci lustri.

Eh già, però in questi contestatori integralisti vedo sempre la contestazione solo di alcuni aspetti, relegando altri nel solito "vabbè ma cosa c'entra" oppure "questo non è un discorso".

Egomet
07-01-17, 18:27
Eh già, però in questi contestatori integralisti vedo sempre la contestazione solo di alcuni aspetti, relegando altri nel solito "vabbè ma cosa c'entra" oppure "questo non è un discorso".

Non è "contestazione", bensì effettiva ricerca, tra i miasmi pestilenziali, di una boccata d'aria, anche se precaria a breve termine e destinata alla repressione.
Agli alfieri della normalità, invece, non resta altro se non fingere di lamentarsi o affidarsi alla consolazione della teoria.

Egomet
07-01-17, 18:35
Si è in diritto di contestare se obtorto collo contribuisci all'arricchimento dei capitalisti, in questo modo appartieni alla categoria degli oppressi dal regime,

Per prima cosa premetto che io, a differenza di Dean, non ne faccio tanto una questione di regime capitalista o comunista, bensì di salvaguardia della propria sanità mentale, poi domando: il dominio si esprime solo attraverso i cicli produttivi e non anche nel modo di vivere, pensare, godere del falso tempo libero, nelle relazioni con il prossimo, nell'organizzazione della giornata, nella scansione delle tappe della crescita e in ogni altro aspetto del quotidiano?
Facilmente si intuisce la risposta.

Sentenza
07-01-17, 18:37
Non è "contestazione", bensì effettiva ricerca, tra i miasmi pestilenziali, di una boccata d'aria, anche se precaria a breve termine e destinata alla repressione.
Agli alfieri della normalità, invece, non resta altro se non fingere di lamentarsi o affidarsi alla consolazione della teoria.

Dipende dai casi. In molti giovani (adolescenti/universitari) è solo gioco, sanno di poterlo fare perché tanto poi avranno una sistemazione (e di questi tizi ne ho conosciuti tanti). In altri casi (pochi) è veramente un disagio esistenziale, ma questi pochi sono etichettati come alfieri della normalità, in quanto sono di solito i più dotati intellettivamente, e considerano la protesta standardizzata una delle modalità della società capitalista per giustificare se stessa.

Egomet
07-01-17, 18:48
In altri casi (pochi) è veramente un disagio esistenziale, ma questi pochi sono etichettati come alfieri della normalità, in quanto sono di solito i più dotati intellettivamente, e considerano la protesta standardizzata una delle modalità della società capitalista per giustificare se stessa.

Poiché sono prese in considerazione solo in quanto strumenti e non in quanto fini, non vi è nulla di "standardizzato" nelle pratiche: valgono o non valgono a seconda dell'efficacia in un contesto.
Gli alfieri della normalità si trincerano dietro a una supposta raffinatezza perché, incapaci di rompere con la consuetudine o non intenzionati veramente a farlo, spendono i pochi momenti liberi loro concessi a indicare ai tapini quali siano le vere strade per la liberazione (e nel frattempo si corrodono la vita a colpi di "doveri giusti").

Sentenza
07-01-17, 18:51
Poiché sono prese in considerazione solo in quanto strumenti e non in quanto fini, non vi è nulla di "standardizzato" nelle pratiche: valgono o non valgono a seconda dell'efficacia in un contesto.
Gli alfieri della normalità si trincerano dietro a una supposta raffinatezza perché, incapaci di rompere con la consuetudine o non intenzionati veramente a farlo, spendono i pochi momenti liberi loro concessi a indicare ai tapini quali siano le vere strade per la liberazione (e nel frattempo si corrodono la vita a colpi di "doveri giusti").

Le supercazzole vuote sono parte dello standard, ricercatezza lessicale a colmare lacune di idee.

Egomet
07-01-17, 18:54
Le supercazzole vuote sono parte dello standard, ricercatezza lessicale a colmare lacune di idee.

Se non cogli, non è colpa mia.
Le "lacune di idee" sono nel chiacchiericcio da bar spacciato per logica di ferro.

Sentenza
07-01-17, 19:08
Se non cogli, non è colpa mia.
Le "lacune di idee" sono nel chiacchiericcio da bar spacciato per logica di ferro.

La logica non c'entra niente, c'entra la ricerca, l'intuizione, la profondità di pensiero. Quando si ha consapevolezza non si dà molta importanza ai termini aulici per impressionare l'interlocutore. Il linguaggio forbito fa parte dello standard ma non è l'unico elemento, c'è anche la canna, il maglione vecchio, l'orecchino di legno, il liceo, l'avversione al populismo eccetera eccetera.

Egomet
08-01-17, 00:53
La logica non c'entra niente, c'entra la ricerca, l'intuizione, la profondità di pensiero. Quando si ha consapevolezza non si dà molta importanza ai termini aulici per impressionare l'interlocutore. Il linguaggio forbito fa parte dello standard ma non è l'unico elemento, c'è anche la canna, il maglione vecchio, l'orecchino di legno, il liceo, l'avversione al populismo eccetera eccetera.

No, è una scusa, perché il vuoto si può nascondere dietro qualsiasi discorso, indipendentemente dal registro o dallo stile comunicativo scelto, senza regole né canoni.
La consapevolezza e la lingua possono procedere di pari spasso, specie quando ci si confronta su certi temi.
In genere è compito dell'interlocutore trascurare la modalità espressiva e valutare i contenuti (lo faccio sempre, a prescindere dalle capacità o scelte linguistiche di chi mi parla o scrive), pertanto se non li cogli è un limite tuo.
Direi di chiudere qui la tua parabola, iniziata con l'ironia sprezzante e terminata con la sequela di luoghi comuni più frusti della storia.
Arrivederci.

PS giusto per precisare: non assumo droghe né alcool né caffeina, non ho "maglioni vecchi", pratico attività fisica cinque giorni alla settimana, sono maniaco dell'igiene e ho potuto frequentare il liceo grazie agli impieghi estivi, dato che per la mia famiglia di pezzenti sobbarcarsi la spesa di tutti i libri di testo, dei trasporti etc sarebbe stato troppo gravoso.
Saluti agli stereotipi degli alfieri della normalità e buona notte.

Lèon Kochnitzky
08-01-17, 05:03
No, è una scusa, perché il vuoto si può nascondere dietro qualsiasi discorso, indipendentemente dal registro o dallo stile comunicativo scelto, senza regole né canoni.
La consapevolezza e la lingua possono procedere di pari spasso, specie quando ci si confronta su certi temi.
In genere è compito dell'interlocutore trascurare la modalità espressiva e valutare i contenuti (lo faccio sempre, a prescindere dalle capacità o scelte linguistiche di chi mi parla o scrive), pertanto se non li cogli è un limite tuo.
Direi di chiudere qui la tua parabola, iniziata con l'ironia sprezzante e terminata con la sequela di luoghi comuni più frusti della storia.
Arrivederci.

PS giusto per precisare: non assumo droghe né alcool né caffeina, non ho "maglioni vecchi", pratico attività fisica cinque giorni alla settimana, sono maniaco dell'igiene e ho potuto frequentare il liceo grazie agli impieghi estivi, dato che per la mia famiglia di pezzenti sobbarcarsi la spesa di tutti i libri di testo, dei trasporti etc sarebbe stato troppo gravoso.
Saluti agli stereotipi degli alfieri della normalità e buona notte.
Quanto mi piace leggere un passaggio così, in modo che si possa contribuire a demolire lo stereotipo dello spirito libertario - che molti condividono - riconducibile alla categoria "zecca" da centro sociale. Retaggio purtroppo oltre che della cultura "punk" (che di igiene e pulizia e bell'aspetto se ne fregava) anche di una distorta immaginazione bohémien, che nulla ha a che vedere, ad esempio, con una necessaria virtù stoica dell'essere anarchico (come era concepita dagli autori ottocenteschi, che tanti si sono affannati a dipingere come dei mezzi barboni)

Sentenza
08-01-17, 11:51
No, è una scusa, perché il vuoto si può nascondere dietro qualsiasi discorso, indipendentemente dal registro o dallo stile comunicativo scelto, senza regole né canoni.
La consapevolezza e la lingua possono procedere di pari spasso, specie quando ci si confronta su certi temi.
In genere è compito dell'interlocutore trascurare la modalità espressiva e valutare i contenuti (lo faccio sempre, a prescindere dalle capacità o scelte linguistiche di chi mi parla o scrive), pertanto se non li cogli è un limite tuo.
Direi di chiudere qui la tua parabola, iniziata con l'ironia sprezzante e terminata con la sequela di luoghi comuni più frusti della storia.
Arrivederci.

PS giusto per precisare: non assumo droghe né alcool né caffeina, non ho "maglioni vecchi", pratico attività fisica cinque giorni alla settimana, sono maniaco dell'igiene e ho potuto frequentare il liceo grazie agli impieghi estivi, dato che per la mia famiglia di pezzenti sobbarcarsi la spesa di tutti i libri di testo, dei trasporti etc sarebbe stato troppo gravoso.
Saluti agli stereotipi degli alfieri della normalità e buona notte.

Una scusa per scusare cosa? Secondo te cerco di scusarmi con te? Guarda che la mia posizione sul forum è chiara: non sono contro il capitalismo in assoluto, sono contro il liberismo e il liberalismo: il capitalismo deve essere inquadrato in ottica dirigista, deve essere funzionale allo sviluppo della Nazione. Infatti sono contento che esistano i computer, prodotto tipicamente capitalista, le auto con gli airbag e l'esp, i telefonini (non gli smartphone, quelli mi stanno sulle palle), eccetera. Sei tu che devi usare un linguaggio forbito per risolvere questa contraddizione, io no, perché non sono in contraddizione. Adieu

Egomet
09-01-17, 14:38
Una scusa per scusare cosa? Secondo te cerco di scusarmi con te? Guarda che la mia posizione sul forum è chiara: non sono contro il capitalismo in assoluto, sono contro il liberismo e il liberalismo: il capitalismo deve essere inquadrato in ottica dirigista, deve essere funzionale allo sviluppo della Nazione. Infatti sono contento che esistano i computer, prodotto tipicamente capitalista, le auto con gli airbag e l'esp, i telefonini (non gli smartphone, quelli mi stanno sulle palle), eccetera. Sei tu che devi usare un linguaggio forbito per risolvere questa contraddizione, io no, perché non sono in contraddizione. Adieu

Sì, "Roma per Toma" per l'ennesima volta.
Addio.

Lèon Kochnitzky
10-01-17, 23:39
Una scusa per scusare cosa? Secondo te cerco di scusarmi con te? Guarda che la mia posizione sul forum è chiara: non sono contro il capitalismo in assoluto, sono contro il liberismo e il liberalismo: il capitalismo deve essere inquadrato in ottica dirigista, deve essere funzionale allo sviluppo della Nazione. Infatti sono contento che esistano i computer, prodotto tipicamente capitalista, le auto con gli airbag e l'esp, i telefonini (non gli smartphone, quelli mi stanno sulle palle), eccetera. Sei tu che devi usare un linguaggio forbito per risolvere questa contraddizione, io no, perché non sono in contraddizione. Adieu
Non sono prodotti "tipicamente capitalisti", sono prodotti che AL MOMENTO vengono realizzati all'interno di un regime capitalistico dell'economia, ma non è che sia un'esclusiva

Sentenza
12-01-17, 10:04
Non sono prodotti "tipicamente capitalisti", sono prodotti che AL MOMENTO vengono realizzati all'interno di un regime capitalistico dell'economia, ma non è che sia un'esclusiva

Questo è da vedere. Finora sono stati sviluppati solo in economie capitaliste, mai in quelle socialiste.

Jerome
12-01-17, 11:45
Nel socialismo vi sono le case del popolo, che tutti conosciamo, ovviamente, e non case costruite privatamente da architetti urbani capitalisti, messe in vendita a prezzi stabiliti dal regime liberale di mercato ecc.
Non so ora Egomet se è d'accordo su questo, ma obbiettivamente seguendo la prassi socialista, il procedimento è questo. Le case sono prodotte e gestite dallo stato, che le assegna a tutti i cittadini, bisognosi e non. Penso che nei paesi a socialismo reale sia capitato questo.c'erano le kommunalka, ogni famiglia aveva un appartamento di circa 10 metri quadri

Lèon Kochnitzky
12-01-17, 16:56
c'erano le kommunalka, ogni famiglia aveva un appartamento di circa 10 metri quadri

che erano un obbrobrio estetico e un elemento alienante, che Marx avrebbe bocciato nella sua visione della società comunista che supera ogni forma di alienazione.

Egomet
19-01-17, 18:27
Nell'indifferenza generale, prosegue la criminalizzazione dei movimenti di lotta per la casa.
Dal canto loro, gli organi di informazione "ufficiali" offrono man forte conducendo una campagna denigratoria nei confronti di morosi e occupanti, dipinti come predoni dediti al saccheggio e alla devastazione, volta a legittimare gli sfratti, gli sgomberi e i provvedimenti repressivi emanati.
Spettacolo mediatico a parte, qual è l'effettiva composizione socio-economica di chi vive in stato di morosità o in immobili occupati?
Pur tenendo presente la multiformità delle situazioni, è possibile provare a tracciare un profilo.
Una cospicua parte di essi è rappresentata da famiglie monoreddito con prole, la cui fonte primaria di sopravvivenza è la mansione precaria e poco qualificata svolta da uno dei due coniugi.
Solo in alcuni casi l'impiego non è a termine, regolato da bislacche forme contrattuali (somministrazione temporanea etc) o in nero.
Ai nuclei familiari si sommano le coppie più o meno giovani, tutte pressoché nelle medesime condizioni dei genitori con figli, sebbene non gravate dalla responsabilità del mantenimento dei pargoli.
Non mancano neppure gli adulti non sposati, esclusi dal mercato del lavoro o cresciuti nelle periferie vivendo di espedienti, né le giovani donne abbandonate dal compagno, al cui disagio si aggiungono le difficoltà di conciliare impiego e cura dell'infante.
A completare il quadro, delineato per sommi capi, i giovani e gli adulti politicizzati, promotori dei comitati per il diritto alla casa o facenti parte di reti di sostegno alle famiglie sfrattate o sgomberate.
Ecco i crudeli unni...