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Lèon Kochnitzky
20-12-16, 22:15
vorrei coinvolgere il buon @Egomet (https://forum.termometropolitico.it/member.php?u=8159) nel discutere, se vi va, di quella che ritengo una delle correnti più interessanti del neo-anarchismo.
Da Foucault a Derrida, la teoria del dominio, dei generi e della pratica (anarchica) contrapposta al classicismo che crede nella rivoluzione e nella realizzazione di un mondo liberato che verrà

Egomet
21-12-16, 15:21
A mio parere rimane una delle correnti culturali del secondo novecento più degne di essere ricordate; nondimeno la sua carica eversiva è stata erosa dalla macchina accademica che si è appropriata del suo bagaglio filosofico e l'ha trasmutato in una sorta di fenomeno di costume innocuo e pittoresco o, nei casi migliori, in materiale di studio avulso dalla pratica.
Per converso, in certi contesti extra-accademici fioriscono ancora tentativi di collegamento tra la lettura degli autori e la prassi quotidiana.

Lèon Kochnitzky
21-12-16, 15:29
A mio parere rimane una delle correnti culturali del secondo novecento più degne di essere ricordate; nondimeno la sua carica eversiva è stata erosa dalla macchina accademica che si è appropriata del suo bagaglio filosofico e l'ha trasmutato in una sorta di fenomeno di costume innocuo e pittoresco o, nei casi migliori, in materiale di studio avulso dalla pratica.
Per converso, in certi contesti extra-accademici fioriscono ancora tentativi di collegamento tra la lettura degli autori e la prassi quotidiana. immagino converrai con me, però, che alcuni elementi dialettici di tale corrente non siano del tutto condivisibili. ad esempio, alcuni intellettuali ritengono che Foucault abbia in qualche modo abiurato all'analisi marxiana dell'esistente, per approdare a una concezione decostruttiva di ogni aspetto della vita (per esempio, la questione del "gender", per molti, affonda le radici proprio in tale considerazione). E' anche vero, però, che ad esempio io condivido l'intuizione foucaltiana della presenza del potere in ogni anfratto dell'esistenza, e che non sia solo lo Stato o il posto di lavoro a generare manifestazioni di potere restringente per l'individuo.

Egomet
21-12-16, 16:10
immagino converrai con me, però, che alcuni elementi dialettici di tale corrente non siano del tutto condivisibili. ad esempio, alcuni intellettuali ritengono che Foucault abbia in qualche modo abiurato all'analisi marxiana dell'esistente, per approdare a una concezione decostruttiva di ogni aspetto della vita (per esempio, la questione del "gender", per molti, affonda le radici proprio in tale considerazione).

Non comprendo perché l'abiura (sia essa vera o supposta) debba essere un problema; sei forse un marxista degli anni quaranta?
Ben venga la rinuncia all'ortodossia in nome della libertà di ricerca e dell'emancipazione di un pensiero dalle gabbie concettuali.
A tratti queste critiche sembrano del tutto simili a quelle udite in certi ambienti "previani", nei quali Foucault e compagnia sono presentati come l'anticristo.



E' anche vero, però, che ad esempio io condivido l'intuizione foucaltiana della presenza del potere in ogni anfratto dell'esistenza, e che non sia solo lo Stato o il posto di lavoro a generare manifestazioni di potere restringente per l'individuo

Sì, anche per me è il suo apporto principale alla cultura filosofica dei nostri tempi.

Lèon Kochnitzky
21-12-16, 16:21
Non comprendo perché l'abiura (sia essa vera o supposta) debba essere un problema; sei forse un marxista degli anni quaranta? No, sono fra coloro che ritiene una necessità storica rivisitare il marxismo e amalgamarlo con ingredienti di demistificazione del reale. Ritengo anche, però, che non vada perduta la bussola della lotta di classe, che dovrebbe essere il cardine di ogni sinistra socialista.


Ben venga la rinuncia all'ortodossia in nome della libertà di ricerca e dell'emancipazione di un pensiero dalle gabbie concettuali.
A tratti queste critiche sembrano del tutto simili a quelle udite in certi ambienti "previani", nei quali Foucault e compagnia sono presentati come l'anticristo.beh non nascondo che, nonostante io non ami a livello epidermico il pensiero fusariano, come ho appena detto, credo però importante non perdere il senso del legame con la teoretica marxista. Detto questo, io "rubo" da Marx alcuni concetti, ma non mi sento titolato a parlare di una filosofia che per lo più mi è estranea. Cioè, studierei molto volentieri il pensiero marxiano, evitando però alcune cose che non fanno parte del mio impianto di pensiero, che è decisamente più vicino al mondo dell'immaginario della TAZ (dalla rivisitazione dell'happening fiumano in chiave decostruttiva della realta').




Sì, anche per me è il suo apporto principale alla cultura filosofica dei nostri tempi.

Mi ricollego al punto 2. La logica del "dominio" foucaltiano si esprime in ogni ambito della vita, ed io di questo ne sono convinto, senza che questo faccia di me un apologeta del Maggio francese, su cui i momenti critici sono stati molti

Egomet
21-12-16, 16:44
No, sono fra coloro che ritiene una necessità storica rivisitare il marxismo e amalgamarlo con ingredienti di demistificazione del reale. Ritengo anche, però, che non vada perduta la bussola della lotta di classe, che dovrebbe essere il cardine di ogni sinistra socialista.
beh non nascondo che, nonostante io non ami a livello epidermico il pensiero fusariano, come ho appena detto, credo però importante non perdere il senso del legame con la teoretica marxista. Detto questo, io "rubo" da Marx alcuni concetti, ma non mi sento titolato a parlare di una filosofia che per lo più mi è estranea. Cioè, studierei molto volentieri il pensiero marxiano, evitando però alcune cose che non fanno parte del mio impianto di pensiero, che è decisamente più vicino al mondo dell'immaginario della TAZ (dalla rivisitazione dell'happening fiumano in chiave decostruttiva della realta').
Mi ricollego al punto 2. La logica del "dominio" foucaltiano si esprime in ogni ambito della vita, ed io di questo ne sono convinto, senza che questo faccia di me un apologeta del Maggio francese, su cui i momenti critici sono stati molti

Malgrado qualcuno si dia da fare giorno e notte per sostenere il contrario, non esiste nessun conflitto tra la liberazione economica e quella personale, semmai possono viaggiare di pari passo senza alcun impedimento.
Un certo tipo di critiche a Foucault così come ad altri pensatori è funzionale al ritorno di una gerarchizzazione del -falso- conflitto sul modello dei partiti comunisti d'annata, intrisi di moralismo, disciplina, bigottismo e rifiuto di ogni autonomia di pensiero.
A maggior ragione, dato che la filosofia marxiana ti è per lo più estranea, potresti liberamente apprezzare tutte le ortodossie e le pieghe fino ad allora inedite assunte della critica radicale di quegli anni.
In merito a Fusaro, ho già espresso il mio parere: è pessimo.

Lèon Kochnitzky
21-12-16, 16:50
Malgrado qualcuno si dia da fare giorno e notte per sostenere il contrario, non esiste nessun conflitto tra la liberazione economica e quella personale, semmai possono viaggiare di pari passo senza alcun impedimento. però non v'è traccia nel pensiero marxista originario di allusioni alla trasformazione del privato in politico. Questo avviene nel '900 coi filosofi strutturalisti. A Marx interessa che la liberazione passi attraverso la dialettica del materialismo e la lotta di classe. Si parla sempre di hegeliani.


Un certo tipo di critiche a Foucault così come ad altri pensatori è funzionale al ritorno di una gerarchizzazione del -falso- conflitto sul modello dei partiti comunisti d'annata, intrisi di moralismo, disciplina, bigottismo e rifiuto di ogni autonomia di pensiero.
questo e' indubbiamente reale come critica. va perfin detto, che molti intellettuali organici al maxismo (previani e non solo) criticano i filosofi neo-anarchici e strutturalisti, per il loro sostanziale abbandono delle tentazioni escatologiche e messianiche dell'anarchismo e marxismo classici, ripensando queste dottrine in chiave liberatoria (accantonando la lotta di classe e abbracciata la causa di ogni "minoranza" in chiave ontologica), appunto, come hanno fatto i derridiani e i foucaltiani.


A maggior ragione, dato che la filosofia marxiana ti è per lo più estranea, potresti liberamente apprezzare tutte le ortodossie e le pieghe fino ad allora inedite assunte della critica radicale di quegli anni.
In merito a Fusaro, ho già espresso il mio parere: è pessimo.
ma questo già lo faccio; ma come ho già detto tempo fa, i miei cardini filosofici rimangono Marx, Nietzsche e in ultima battuta D'Annunzio - che non era un filosofo, ma che a Fiume ha implementato anche tramite la filosofia un nuovo modo di pensare la politica.
ergo sono ben lungi dalla rigidità accademica della filosofia marxista originaria.

Egomet
21-12-16, 17:00
però non v'è traccia nel pensiero marxista originario di allusioni alla trasformazione del privato in politico. Questo avviene nel '900 coi filosofi strutturalisti. A Marx interessa che la liberazione passi attraverso la dialettica del materialismo e la lotta di classe. Si parla sempre di hegeliani.

Sì, perciò a mio avviso, pur con tutti i difetti, c'è stato un salto di qualità notevole.
non ho mai amato la dialettica marxiana.


questo e' indubbiamente reale come critica. va perfin detto, che molti intellettuali organici al maxismo (previani e non solo) criticano i filosofi neo-anarchici e strutturalisti, per il loro sostanziale abbandono delle tentazioni escatologiche e messianiche dell'anarchismo e marxismo classici, ripensando queste dottrine in chiave liberatoria (accantonando la lotta di classe e abbracciata la causa di ogni "minoranza" in chiave ontologica), appunto, come hanno fatto i derridiani e i foucaltiani.

Non posso che convenire, pur ricordando la presenza di quelle tentazioni nella gran parte degli impianti teorici, post o non post.



ma questo già lo faccio; ma come ho già detto tempo fa, i miei cardini filosofici rimangono Marx, Nietzsche e in ultima battuta D'Annunzio - che non era un filosofo, ma che a Fiume ha implementato anche tramite la filosofia un nuovo modo di pensare la politica.
ergo sono ben lungi dalla rigidità accademica della filosofia marxista originaria

Lo so.

Lèon Kochnitzky
21-12-16, 17:03
Sì, perciò a mio avviso, pur con tutti i difetti, c'è stato un salto di qualità notevole.
non ho mai amato la dialettica marxiana.
come io non amo quella hegeliana, pur amando molto la filosofia tedesca (più di quella greca).



Non posso che convenire, ancorché quelle tentazioni si annidino in gran parte degli impianti teorici.
Il bel salto di qualita' prodotto dai foucaltiani, e' stato quello di abolire la visione messianca anarco-comunista, e ripensare il reale nelle forme concrete della resistenza al dominio, che, naturalmente, è ovunque. E perciò, non soltanto nella dialettica borghese-proletario o stato (borghese) - cittadino oppresso.

Josef Scveik
22-12-16, 10:28
A mio parere rimane una delle correnti culturali del secondo novecento più degne di essere ricordate; nondimeno la sua carica eversiva è stata erosa dalla macchina accademica che si è appropriata del suo bagaglio filosofico e l'ha trasmutato in una sorta di fenomeno di costume innocuo e pittoresco o, nei casi migliori, in materiale di studio avulso dalla pratica.
Per converso, in certi contesti extra-accademici fioriscono ancora tentativi di collegamento tra la lettura degli autori e la prassi quotidiana.

Non mi sembra però che Foucault abbia presentato un modello di società o comportamento individuale alternativo a quello dominante. Non mi sembra nemmeno posa essere considerato un critico della società autoritaria vigente, quantomeno non lo è esplicitamente...Forse sbaglio, ma va considerato uno studioso delle strutture sociali, uno che svela cosa si nasconde dietro certi meccanismi di dominio, per questo implicitamente diventa un critico e il suo stesso "messaggio" diventa implicitamente rivoluzionario.

Josef Scveik
22-12-16, 12:01
Non mi sembra però che Foucault abbia presentato un modello di società o comportamento individuale alternativo a quello dominante. Non mi sembra nemmeno posa essere considerato un critico della società autoritaria vigente, quantomeno non lo è esplicitamente...Forse sbaglio, ma va considerato uno studioso delle strutture sociali, uno che svela cosa si nasconde dietro certi meccanismi di dominio, per questo implicitamente diventa un critico e il suo stesso "messaggio" diventa implicitamente rivoluzionario.

meglio proposto.

Lèon Kochnitzky
22-12-16, 15:11
Non mi sembra però che Foucault abbia presentato un modello di società o comportamento individuale alternativo a quello dominante. Non mi sembra nemmeno posa essere considerato un critico della società autoritaria vigente, quantomeno non lo è esplicitamente...Forse sbaglio, ma va considerato uno studioso delle strutture sociali, uno che svela cosa si nasconde dietro certi meccanismi di dominio, per questo implicitamente diventa un critico e il suo stesso "messaggio" diventa implicitamente rivoluzionario.

E' vero, anche io fatico a considerarlo un libertario tout court, ma a lui va il merito di aver palesato come il dominio si manifesti nelle varie forme. non solo nella forma Stato o nella forma - lavoro, ma anche nei rapporti tra gli individi o nella scala sociale.

Egomet
23-12-16, 16:14
Non mi sembra però che Foucault abbia presentato un modello di società o comportamento individuale alternativo a quello dominante. Non mi sembra nemmeno posa essere considerato un critico della società autoritaria vigente, quantomeno non lo è esplicitamente...Forse sbaglio, ma va considerato uno studioso delle strutture sociali, uno che svela cosa si nasconde dietro certi meccanismi di dominio, per questo implicitamente diventa un critico e il suo stesso "messaggio" diventa implicitamente rivoluzionario.

Il pensatore francese ha fornito strumenti, poi spetta al lettore scegliere se adoperarli in modo efficace oppure farli ammuffire nei dipartimenti e nelle aule.
Quest'ultimo destino sembra oggi quello più comune, almeno nella gran parte dei casi.
Sebbene non si fosse prefissato l'obiettivo di stilare un programma politico, indossare i panni del militante o proporre un "modello alternativo", Foucault, soprattutto nella fase del suo percorso intellettuale in cui si concentro sulle manifestazioni del potere, non risparmiò certo le critiche agli apparati coercitivi vigenti (si pensi all'interesse per le istituzioni repressive quali il carcere, le cliniche, la scuola etc.).

Lèon Kochnitzky
07-01-17, 23:56
Vorrei arricchire questo thread con il contributo dopo aver finalmente concluso queste letture.

https://www.ibs.it/post-anarchismo-spiegato-a-mia-libro-michel-onfray/e/9788896904312

A me, l'autore già piaceva, avendo letto in passato alcuni libri ed avendone apprezzato la vena polemica e creativa. Amo la filosofia greca e le sue correnti anti-idealistiche, e Onfray fa una bell'opera di revisione di tali correnti, appunto dalla classicità latina, passando per il post-medioevo fino ai giorni nostri.
E' chiaramente un nietzscheano, è un anti-hegeliano, quindi un libertario ed un individualista ascrivibile alle correnti della sinistra intellettuale borghese francese che si richiama a filosofi come Sartre, Camus e Foucault.
Fatta questa premessa, mi è sempre piaciuto il modo in cui ha riletto l'anarchismo in chiave filosofica, ricollocandolo in una dimensione (non solo nicciana) non idealistica, immanente, materialistica ed epicurea. Perciò slegandolo dai legami dogmatici con i pensatori ottocenteschi come Bakunin, Stirner e Kropotkin. Particolarmente in questo libro, esalta la corrente della "French Theory" che al posto dei suddetti intellettuali, guarda più al post-strutturalismo e ad una visione antidogmatica dell'anarchismo, che rifiuta l'idea messianica di una rivoluzione che un giorno arriverà e condurrà al paradiso in terra dell'anarchia. Altresì propone un anarchismo come pratica esistenziale, individualista e comunitario, da vivere nel 'qui ed ora', contrattuale ed immanente. Rifiuta i dogmi del non voto (quando serve) e delle piccole forme amministrative, che devono essere il più possibile democratiche e dirette naturalmente, per limitare fortemente l'oppressione autoritaria (Teoria di gulliver). E' chiaro che siamo lontani anni luce dal pensiero classico dell'anarchia, ma comunque (almeno per me) molto interessante.

Egomet
08-01-17, 00:59
Pur non apprezzando tutti i lati del suo pensiero, giudico qualsiasi invito a muoversi nel "qui e ora" sempre gradito, specie in tempi bui come questi.

Lèon Kochnitzky
08-01-17, 01:27
La sostanza del ragionamento è che cerca di proporre un anarchismo ontologico e immanente contrapposto all'utopia del mondo libero che verrà grazie alla rivoluzione e al "siamo tutti buoni, in fondo", a cui Onfray (giustamente) non crede. Il presupposto utopic su cui si fonda l'anarchismo classico è rousseaiano: l'uomo è buono e quindi è possibile realizzare un regno anarchico dell'abbondanza. Non è così. E oltre tutto, il pensiero libertario classico, a differenza del marxismo, non propone una mutazione culturale tramite la rivoluzione e la sua fase rieducativa immediatamente successiva, bensì la liberazione dalle catene dell'autorità e del lavoro, da fare subito.

Egomet
09-01-17, 14:55
In pressoché tutte le regioni del pensiero all'apparenza distanti dalle lande cristiane, l'immanente è sempre troppo trascurato in favore del trascendente.
Ben vengano, dunque, richiami al hic et nunc, anche se non inseriti in un percorso intellettuale del tutto convincente.

Jerome
19-01-17, 11:51
Non mi sembra però che Foucault abbia presentato un modello di società o comportamento individuale alternativo a quello dominante. Non mi sembra nemmeno posa essere considerato un critico della società autoritaria vigente, quantomeno non lo è esplicitamente...Forse sbaglio, ma va considerato uno studioso delle strutture sociali, uno che svela cosa si nasconde dietro certi meccanismi di dominio, per questo implicitamente diventa un critico e il suo stesso "messaggio" diventa implicitamente rivoluzionario.Credo che solo il lento scioglimento della società attuale (che Foucault ha studiato) anche facendone emergere i paradossi provocatoriamente come faceva Troll prima che diventasse fascio e come faccio a volte pure io (tipo quando provoco i putiniani dicendo forza usa e quando invece dico forza comunisti ai filo usa, ecc. : si fa per dimostrare che destra e sinistra sono la stessa faccia del criptoreazionarismo), anche sfruttandola nelle parti migliori, possa migliorare il tutto e dare inizio a qualcosa di nuovo, almeno in piccolo per cominciare. è chiaro che essa si nasconde dietro un paravento di alcuni diritti per salvaguardare i privilegi di alcuni.