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Lèon Kochnitzky
12-01-17, 21:04
«Non vi è ragione di credere che si sia giunti alla fine della Storia e che le attuali strutture autoritarie e di dominio siano incise nella pietra».

a partire da questo assunto, che cosa pensate di quello che considero il quarto mio filosofo preferito (dopo Epicuro, Marx e Nietzsche)?

Josef Scveik
13-01-17, 11:30
«Non vi è ragione di credere che si sia giunti alla fine della Storia e che le attuali strutture autoritarie e di dominio siano incise nella pietra».

a partire da questo assunto, che cosa pensate di quello che considero il quarto mio filosofo preferito (dopo Epicuro, Marx e Nietzsche)?


Non avrebbe bisogno di scrivere centinaia di libri, d'altronde esprime sempre i soliti due-tre concetti (peraltro abbastanza condivisibili). E' un pò troppo semplicistico secondo me e nemmeno ci indica la via per affrancarci. Meglio David Graeber.

Jerome
13-01-17, 13:03
A molti non piace, lo considerano compromesso dopo che ha criticato Trump indicando implicitamente che avrebbe voluto la vittoria della Clinton, o per le sue affermazioni su Chavez.

Io lo ritengo un utile voce critica nel sistema americano.

Jerome
13-01-17, 13:04
«Non vi è ragione di credere che si sia giunti alla fine della Storia e che le attuali strutture autoritarie e di dominio siano incise nella pietra».


è una risposta a Fukuyama, che indicava nella fine della guerra fredda la fine della storia e quindi l'avvento della democrazia ugualitaria e della felicità, ma le cose non si sono rivelate tali.

Egomet
13-01-17, 15:29
[QUOTE=Josef Scveik;16073643E' un pò troppo semplicistico[/QUOTE]

Condivido; inoltre lo trovo più interessante nella veste di linguista che in quella di filosofo, soprattutto quando si invaghisce di regimi alquanto discutibili e alla sostanza preferisce un radicalismo di facciata.
Con tutto il rispetto, preferisco leggere altro.

Lèon Kochnitzky
13-01-17, 23:32
Forse e' anche il suo essere un filosofo mainstream che ad alcuni fa storcere il naso (ultimamente inizia a deludermi anche M. Onfray, che sembra essersi rincoglionito, iniziando a scrivere libri come il suo nuovo "Dècadence", che piacerebbero più a un neopopulista che a un edonista libertario). Devo dire che sto leggendo soltanto il suo ultimo libro pubblicato da poco e concordo con Egomet sul discorso che come linguista è competente.

Jerome
14-01-17, 00:51
Forse e' anche il suo essere un filosofo mainstream che ad alcuni fa storcere il naso (ultimamente inizia a deludermi anche M. Onfray, che sembra essersi rincoglionito, iniziando a scrivere libri come il suo nuovo "Dècadence", che piacerebbero più a un neopopulista che a un edonista libertario). Devo dire che sto leggendo soltanto il suo ultimo libro pubblicato da poco e concordo con Egomet sul discorso che come linguista è competente.

Onfray è diventato un po' moralisteggiante e vagamente populista dopo gli attentati

Egomet
14-01-17, 17:06
Alla maggior parte degli intellettuali integrati nel sistema accademico, o premiati in termini di vendite, capita prima o poi di dover venire a patti con il comune sentire della gente.
Per godere di assoluta libertà, è necessario essere al di fuori di ogni istituzione o gruppo in grado esercitare pressioni troppo forti.

Jerome
14-01-17, 17:09
Alla maggior parte degli intellettuali integrati nel sistema accademico, o premiati in termini di vendite, capita prima o poi di dover venire a patti con il comune sentire della gente.
Per godere di assoluta libertà, è necessario essere al di fuori di ogni istituzione o gruppo in grado esercitare pressioni troppo forti.
Onfray è abbastanza fuori dal sistema, però probabilmente ha ceduto un po' alle vendite, o ha davvero cambiato idea

Egomet
14-01-17, 17:19
probabilmente ha ceduto un po' alle vendite

Infatti ho scritto "o premiati in termini di vendite", equivalente, in certi casi, all'essere integrato.

Lèon Kochnitzky
14-01-17, 22:19
Onfray è diventato un po' moralisteggiante e vagamente populista dopo gli attentati

diciamo la verità: si chiama salire sul carro dei vincitori. Una vecchia dote che da noi è conosciuta. io ancora non l'ho letto il suo ultimo libro, che non è ancora uscito da noi, ma se le premesse sono quelle dei recensori francesi. Uno che ha scritto 30 volumi antireligiosi e contro la civiltà dei padri della chiesa, e ora si riscopre 'barricadero' di tale civiltà in decadenza.. boh...

Jerome
14-01-17, 22:39
diciamo la verità: si chiama salire sul carro dei vincitori. Una vecchia dote che da noi è conosciuta. io ancora non l'ho letto il suo ultimo libro, che non è ancora uscito da noi, ma se le premesse sono quelle dei recensori francesi. Uno che ha scritto 30 volumi antireligiosi e contro la civiltà dei padri della chiesa, e ora si riscopre 'barricadero' di tale civiltà in decadenza.. boh...

È però da qualche anno che parla a volte in dibattiti radiofonici di civiltà giudaico-cristiana, nonostante abbia sempre criticato tale sottofondo.

Lèon Kochnitzky
14-01-17, 23:07
nel suo ultimo libro chomsky, però, affrontaun tema interessante (che già fece onfray riguardo alla 'french theory' nel post-anarchismo spiegato a mia nonna) e cioè che gli anarchici e i libertari devono smettere i panni dei messianici e dei contestatori 'tout court' di qualunque azione provenga dallo Stato, anche se il fine è quello di superare le forme coercitive per proporre modelli organizzativi nuovi, ma prendere ciò che nel contesto attuale di buono c'è (e lui fa l'esempio dei cittadini che soffrono a causa di scarso benessere e poca sicurezza, che al momento sono costretti ancora a richiedere l'intervento statale).

Lèon Kochnitzky
14-01-17, 23:18
È però da qualche anno che parla a volte in dibattiti radiofonici di civiltà giudaico-cristiana, nonostante abbia sempre criticato tale sottofondo.

Caro Lars, il nostro ha semplicemente capito che parlare di com'è bello scopare "libertinamente" rifacendosi a Julien De La Mettre o a Ovidio e rifiutare la procreazione per preservare la propria libertà emancipante da sessantottini, non tira più, perché questo modello è stato sconfitto dagli eventi e il populismo reazionario sta vincendo (grazie agli errori di calcolo degli intellò progressisti). E quindi prima del diluvio è meglio correre ai ripari. Un atteggiamento che considero quantomeno poco stoico, da chi, finché parlare di cazzi e fiche che si uniscono senza impegno e associare tale scelta a un modello culturale vincente, faceva vendere un sacco di libri e ora che la civiltà che hai criticato fino a tre giorni fa è in crisi e rischia il tracollo a causa di minacce esterne e derive reazionarie, muti la prosettiva.

Josef Scveik
18-01-17, 12:03
nel suo ultimo libro chomsky, però, affrontaun tema interessante (che già fece onfray riguardo alla 'french theory' nel post-anarchismo spiegato a mia nonna) e cioè che gli anarchici e i libertari devono smettere i panni dei messianici e dei contestatori 'tout court' di qualunque azione provenga dallo Stato, anche se il fine è quello di superare le forme coercitive per proporre modelli organizzativi nuovi, ma prendere ciò che nel contesto attuale di buono c'è (e lui fa l'esempio dei cittadini che soffrono a causa di scarso benessere e poca sicurezza, che al momento sono costretti ancora a richiedere l'intervento statale).
Allora Chomsky ha scoperto l'acqua calda....è la teoria malatestiana del gradualismo rivoluzionario, anche se quella di C. sembra essere più una posizione riformistica che rivoluzionaria.

Jerome
18-01-17, 12:52
Il gradualismo... però.... portare deputati in parlamento è l'unico modo che si è dimostrato efficace per bloccare o tentare di bloccare provvedimenti ingiusti, per questo l'anarchismo che non partecipa alla democrazia elettiva mi è sempre sembrato velleitario. O fai la rivoluzione o altrimenti come fermi il potere? Con le manifestazioni di piazza?

Egomet
18-01-17, 14:19
qualunque azione provenga dallo Stato, anche se il fine è quello di superare le forme coercitive per proporre modelli organizzativi nuovi, /QUOTE]

Inutile illudersi: nello Stato -e con lo Stato- non c'è alcuna possibilità.

[QUOTE=Lars;16084401]portare deputati in parlamento è l'unico modo che si è dimostrato efficace per bloccare o tentare di bloccare provvedimenti ingiusti

Portare deputati in parlamento serve unicamente a garantire un solido futuro economico ai rappresentanti eletti, di per sé atto caritatevole nei loro confronti, ma decisamente poco utile.

Lèon Kochnitzky
18-01-17, 15:41
Allora Chomsky ha scoperto l'acqua calda....è la teoria malatestiana del gradualismo rivoluzionario, anche se quella di C. sembra essere più una posizione riformistica che rivoluzionaria.


Il gradualismo... però.... portare deputati in parlamento è l'unico modo che si è dimostrato efficace per bloccare o tentare di bloccare provvedimenti ingiusti, per questo l'anarchismo che non partecipa alla democrazia elettiva mi è sempre sembrato velleitario. O fai la rivoluzione o altrimenti come fermi il potere? Con le manifestazioni di piazza?

E' verosimile che Chomsky sia in un certo grado "riformista", considerando che è un filosofo che vende milioni di libri e non è un rivoluzionario dell'800 che stampa opuscoli clandestinamente.
Detto questo,io condivido la sua logica, nel senso che sia il messianesimo marxista che libertario non consente di comprendere (soprattutto oggi) l'essenza profonda del reale (e qui non lancio una piccola polemica relativa al topic sull'immigraz ma anche su altri temi), a cui la sinistra radicale e libertaria fatica ad ancorarsi.
Occorrerebbe andare oltre la narrazione fantastica e mitologica, bella senza dubbio, ma essere concreti.

Jerome
18-01-17, 15:44
Portare deputati in parlamento serve unicamente a garantire un solido futuro economico ai rappresentanti eletti, di per sé atto caritatevole nei loro confronti, ma decisamente poco utile.

Basta abolire ogni stipendio per i politici. Attualmente l'alternativa è fare che il potere faccia i propri comodi mentre gli altri si ritirano sull' aventino

Lèon Kochnitzky
18-01-17, 15:51
E va aggiunto (al mio post) che Chomsky ci ricorda come l'anarchismo provenga dalla famiglia del liberalismo erede dei valori della rivoluzione Francese e non dal socialismo di tipo marxista. Ed in un certo senso è un pò vero, esclusi ragionamenti economicisti, che le sono estranei, l'anarchia difende il ruolo dell'individuo, oltre che della società,allontanandosi dalle tentazioni hegeliane che negano il monadismo tipico del pensiero libertario (anche cooperativo, non solo stirneriano)

Egomet
18-01-17, 16:00
Basta abolire ogni stipendio per i politici.
Così rinunceresti solo all'atto caritatevole (naturalmente scherzo), perdendo comunque tempo recandoti a votare e non risolvendo lo stesso nulla.


Attualmente l'alternativa è fare che il potere faccia i propri comodi mentre gli altri si ritirano sull' aventino

Delegare sperando in un miracolo è la vera fuga sull'Aventino.





Occorrerebbe andare oltre la narrazione fantastica e mitologica, bella senza dubbio, ma essere concreti.

Avresti voglia di spendere qualche parola su quest'ultimo punto?
Mi interesserebbe sapere che cosa ne pensi.


E va aggiunto (al mio post) che Chomsky ci ricorda come l'anarchismo provenga dalla famiglia del liberalismo erede dei valori della rivoluzione Francese e non dal socialismo di tipo marxista.

Alla stregua delle altre correnti culturali di matrice "progressista" sorte dopo il settecento, lo stesso marxismo è erede della rivoluzione francese.

Lèon Kochnitzky
18-01-17, 16:48
Avresti voglia di spendere qualche parola su quest'ultimo punto?
Mi interesserebbe sapere che cosa ne pensi.
Penso anzitutto che bisogna chiarire le idee relativamente ai concetti. Libertario, anarchico, individualista ecc.
Io credo (essendone legato) che fra tutte le correnti libertarie, quella che per me spicca con maggiore interesse è quella francese, in particolare della c.d. "French Theory". Cosa dice? Come ci diceva Onfray, prima di farsi rimbambire dalla moda populista, i pensatori che rientravano in tale corrente (Reclus, Proudhon fino ai teorici del post strutturalismo) ritenevano l'anarchismo postulato dai classici (Bakunin, Stirner, Kropotkin) per alcuni aspetti superato, soprattutto nel suo messianesimo così affine al marxismo ("un giorno verrà la rivoluzione e costruiremo il paradiso dell'anarchia"), preferendo le necessità dell'immanentismo. Essere liberi ora, pensare a come uscire dalle forme di dominio che sono ovunque, non solo nello Stato o nella repressione.
E soprattutto, laddove è necessario, accettare piccoli compromessi con il reale (votare solo quando è necessario e non contrastare ogni cosa che provenga dall'autorità, anche quando non è foriera di repressione, come l'assistenza sociale ecc).
E' forse l'unico modo per rimanere ancorati ad una visione reale dell'essere anarchici e allontanarsi dalla fantasia che arrocca in una condizione utopistica.



Alla stregua delle altre correnti culturali di matrice "progressista" sorte dopo il settecento, lo stesso marxismo è erede della rivoluzione francese. Certamente, ma Chomsky ci ricorda - giustamente - come l'anarchismo abbia una maggiore attenzione per le libertà individuali rispetto ai socialismi marxisti, che sacrificano (almeno fino all'avvenuta liberazione dal capitalismo e all'autoestinzione dello stato) la persona singola al valore sacro del collettivismo e della sua espressione hegeliana.
non v'è dubbio che l'individualismo anarchico abbia più affinità col liberalismo.

Jerome
18-01-17, 18:42
Onfray vuole inseguire Houellebecq

Lèon Kochnitzky
18-01-17, 19:48
in merito a questo tema mi sono già espresso

Josef Scveik
19-01-17, 17:13
Il gradualismo... però.... portare deputati in parlamento è l'unico modo che si è dimostrato efficace per bloccare o tentare di bloccare provvedimenti ingiusti, per questo l'anarchismo che non partecipa alla democrazia elettiva mi è sempre sembrato velleitario. O fai la rivoluzione o altrimenti come fermi il potere? Con le manifestazioni di piazza?

Gradualismo rivoluzionario vuol dire avere come fine la rivoluzione sociale, ma nel frattempo prendere tutto ciò che di buono si riesce a conquistare (vedi le battaglie ottocentesche per le 8 ore lavorative).


E' verosimile che Chomsky sia in un certo grado "riformista", considerando che è un filosofo che vende milioni di libri e non è un rivoluzionario dell'800 che stampa opuscoli clandestinamente.
Detto questo,io condivido la sua logica, nel senso che sia il messianesimo marxista che libertario non consente di comprendere (soprattutto oggi) l'essenza profonda del reale (e qui non lancio una piccola polemica relativa al topic sull'immigraz ma anche su altri temi), a cui la sinistra radicale e libertaria fatica ad ancorarsi.
Occorrerebbe andare oltre la narrazione fantastica e mitologica, bella senza dubbio, ma essere concreti.
Chomsky lo consiglierei ad una persona che si approccia per la prima volta a certe questioni, perchè è semplice, comprensibile e per lo più dice cose abbastanza condivisibili. Superata questa fase credo ci sia di meglio.
Ecco perchè mi sorprende questa tua ammirazione per lui, essendo tu una persona indubbiamente molto preparata su questi e altri argomenti.

Egomet
19-01-17, 17:40
i pensatori che rientravano in tale corrente (Reclus, Proudhon fino ai teorici del post strutturalismo) ritenevano l'anarchismo postulato dai classici (Bakunin, Stirner, Kropotkin) per alcuni aspetti superato, soprattutto nel suo messianesimo così affine al marxismo ("un giorno verrà la rivoluzione e costruiremo il paradiso dell'anarchia"), preferendo le necessità dell'immanentismo.
.
Prima di tutto un paio di postille teoriche: Proudhon non poteva considerare obsolete o superate le idee di Bakunin perché egli e il pensatore russo erano coevi (avevano, se ben ricordo, solo cinque anni di differenza); lo stessi dicasi per Reclus e Kropotkin, essendo quest'ultimo nato una decina d'anni dopo e morto almeno tre lustri dopo il geografo.
In secondo luogo, non annovererei Stirner tra i padri dell'"anarchismo classico", giacché il suo pensiero trascende i confini di una dottrina politica ed egli stesso non si dichiarò mai anarchico né votato all'edificazione di un assetto sociale ben definito.
Precisato ciò, sono il primo a lodare ogni appello al "qui e ora", ma se esso deve riassumersi nel calcolo elettorale o nella riforma dello Stato, lungi da me l'appoggiarlo.


non v'è dubbio che l'individualismo anarchico abbia più affinità col liberalismo.




Per il liberalismo, però, il temperamento individuale si rapporta sempre con un agone produttivo promosso e creato a misura di homo oeconomicus; pertanto è ancora un'essenza -nemica giurata della singolarità- la chiave di volta di un impianto teorico lontano dal riconoscere e valorizzare le vere peculiarità del singolo.
Chiunque voglia situarsi al di fuori dell'attività economica, o almeno ai margini di essa, sopportandone il meno possibile il peso, perde automaticamente lo status di libero individuo.

Jerome
20-01-17, 12:14
In secondo luogo, non annovererei Stirner tra i padri dell'"anarchismo classico", giacché il suo pensiero trascende i confini di una dottrina politica ed egli stesso non si dichiarò mai anarchico né votato all'edificazione di un assetto sociale ben definito.
Precisato ciò, sono il primo a lodare ogni appello al "qui e ora", ma se esso deve riassumersi nel calcolo elettorale o nella riforma dello Stato, lungi da me l'appoggiarlo.
Per il liberalismo, però, il temperamento individuale si rapporta sempre con un agone produttivo promosso e creato a misura di homo oeconomicus; pertanto è ancora un'essenza -nemica giurata della singolarità- la chiave di volta di un impianto teorico lontano dal riconoscere e valorizzare le vere peculiarità del singolo.
Chiunque voglia situarsi al di fuori dell'attività economica, o almeno ai margini di essa, sopportandone il meno possibile il peso, perde automaticamente lo status di libero individuo.Stirner è un pensatore molto teorico, a me piace molto ma nel suo appello ci si possono leggere molte cose. Ci vorrebbe un individualismo non capitalistico.